"Continuano le donazioni a favore della Polizia di Stato dei dispositivi di protezione individuale indispensabili per lo svolgimento dei servizi istituzionali da parte di tutti quegli operatori che giornalmente lavorano in strada per garantire il rispetto delle misure di contenimento adottate per fronteggiare l'emegenza Covid-19". Lo scrive in una nota la Questura di Pescara sottolineando che "è durante situazioni difficili, come quella che stiamo vivendo, gli uomini si elevano a sentimenti di altruismo ed aiuto che unificano al di là delle differenze di razza, di politica, religione, e che rendono possibile fronteggiare, uniti, le avversità". "La Polizia di Stato e tutti gli uomini de le donne che ne fanno parte ringraziano la Chiesa Cristiana Evangelica Cinese di Montesilvano che questo pomeriggio ha donato altre mille mascherine di protezione"conclude la nota della Questura.
Leggi Tutto »Spoltore, controlli con i droni per il rispetto misure anti covid-19
Il Comune di Spoltore ha organizzato un servizio di controllo con i droni per il rispetto della quarantena anti-Coronavirus. I controlli sono partiti da oggi (8 aprile 2020) a supporto dell'attività dei Carabinieri e della Polizia Locale.
"Abbiamo preso la decisione di introdurre i droni" ha spiegato il primo cittadino Luciano Di Lorito "perché Spoltore è una città cuscinetto tra Pescara e l'area vestina, dove purtroppo diverse comunità sono diventate zona rossa". I droni si concentreranno dunque nel monitoraggio del territorio spoltorese, con particolare attenzione ai suoi confini. L'obiettivo è in generale quello di intensificare i controlli nei prossimi giorni, quando il clima favorevole e le festività potrebbero indurre ad allentare per un attimo la sorveglianza. Sul territorio di Spoltore in questo momento ci sono 28 persone contagiate, e per 7 di loro è stato necessario il ricovero ospedaliero. Nessuno è al momento in terapia intensiva, anche se ci sono stati dei decessi legati al covid-19 nei giorni scorsi. I primi contagiati invece si avviano ormai verso la guarigione.
Discarica di Bussi, Costa: Chi ha inquinato deve pagare e bonificare
"La burocrazia, oltre alle necessarie verifiche amministrative, per tanti, troppi anni, hanno bloccato le bonifiche. Da quando sono io al timone del ministero abbiamo definito la questione della proprieta' dei siti e stanziato i primi 50 milioni, pronti a partire appena emessa la sentenza. E ora non ci sono piu' dubbi. Chi ha inquinato deve pagare e bonificare". Lo scrive su Facebook il ministro dell' Ambiente, Sergio Costa, in merito alla sentenza del Consiglio di Stato che attribuisce a Edison la responsabilita' dell' inquinamento dell'area dove nel 2007, a Bussi sul Tirino, e' stata scoperta la discarica dei veleni. "Finalmente oggi abbiamo inconfutabilmente il responsabile di tutto cio': la Edison - scrive Costa su Fb - Non e' una novita', lo dicevamo da anni, ma un conto sono le parole e un altro sono i fatti. La Edison si attivi immediatamente per le bonifiche. Adesso vigileremo e ci renderemo parte attiva affinche' Edison nel piu' breve tempo possibile inizi le attivita' di bonifica e potremo re-investire i 50 milioni per altre operazioni di messa sicurezza del nostro Paese".
La replica di Edison
Edison "prende atto del contenuto della sentenza del Consiglio di Stato alla quale, come ha sempre fatto, si conformera', dando attuazione all'Ordinanza della Provincia di Pescara la cui validita' e' stata da essa confermata, pur ritenendone la assoluta arbitrarieta' e ingiustizia. La Societa' - recita una nota - crede, infatti, che la sentenza violi alcuni principi fondamentali del nostro ordinamento e di quello europeo, in materia non solo ambientale, ma anche civile e societaria, e contraddica la stessa giurisprudenza del Consiglio di Stato, minando gravemente la prevedibilita' della giurisdizione e la certezza del diritto". Edison "agira', conseguentemente, con ogni mezzo e in tutte le sedi contro tale pronuncia, a tutela delle proprie ragioni e per il ripristino della giustizia. In merito al Sito di Interesse Nazionale di Bussi e alle attivita' di bonifica relative ad esso, Edison fino a oggi e' stato l'unico soggetto a farsi carico di azioni di ripristino ambientale dell'area, cooperando, anche sul piano sociale, con le istituzioni pubbliche e tutti gli altri soggetti coinvolti, e mettendo a disposizione le proprie competenze e risorse economiche. La societa' ribadisce che portera' a termine quanto iniziato e che si assume questa responsabilita' e i relativi oneri, sopperendo all'inadempienza e al mancato intervento dell'attuale proprieta'". Edison, prosegue la nota, "ritiene di non avere alcuna responsabilita' o obbligo rispetto alle aree 2A e 2B e limitrofe del SIN di Bussi, oggetto della sentenza del Consiglio di Stato. Tali aree, infatti, distinte dalla Tremonti sono parte di Ausimont fin dal 1981 che ha realizzato e gestito le discariche che si trovano all'interno di esse. Detta societa' e' stata ceduta a Solvay che l'ha incorporata, succedendo nelle responsabilita' e negli obblighi di essa. Dal giugno 2018, infine, tali aree sono passate nella proprieta' e quindi nella custodia e responsabilita' al Comune di Bussi. Edison ricorda che gia' in passato e per altri contesti industriali ha dimostrato di essere in grado di operare in modo proficuo per la soluzione condivisa di problematiche ambientali anche piu' complesse di quella di Bussi"
Leggi Tutto »Coronavirus, alla Asl di Chieti si punta all’assistenza domiciliare
La Asl Lanciano Vasto Chieti userà kit farmacologici e un saturimetro per evitare l'arrivo di casi gia' gravi in ospedale. Questo l'obiettivo, come spiega il direttore del dipartimento di medicina e coordinatore del progetto dell'ospedale di Chieti, Francesco Cipollone, del nuovo approccio deciso dall'Azienda sanitaria, proposto dal direttore generale Thomas Schael e approvato dall'Unita' di crisi. Un percorso terapeutico che si sposta dunque, dal nosocomio alle abitazioni dei pazienti presi in carico siano essi gia' risultati positivi, in attesa dell'esito dei tamponi o semplicemente affetti da alcuni sintomi che potrebbero indicare il contagio da Covid 19.
A segnalare i casi dovra' essere il medico di base. Solo allora un medico e un infermiere si recheranno dal paziente per fare un controllo, lasciarli il kit di farmaci e consegnarli il saturimetro capace di individuare tempestivamente un'eventuale mancata ossigenazione e, dunque, una possibile crisi respiratoria. La cura farmacologica durera' 14 giorni nel corso dei quali il monitoraggio sara' fatto due volte al giorno telefonicamente. Al termine della prima settimana medico e infermiere torneranno pero' dal paziente e valuteranno l'eventuale necessita' di fare, in wireless, un elettrocardiogramma e una ecografia polmonare le cui immagini saranno trasmesse in diretta alla Radiologia dell'ospedale di Chieti per una valutazione specialistica. Controllo che si ripetera' al temine dei 14 giorni e che se non rivelera' anomalie determinera' la guarigione. Se cosi' non fosse ma le condizioni fossero stabili la cura proseguira', mentre in caso di peggioramento il paziente sara' trasferito in Pronto soccorso per gli approfondimenti e, in ultima istanza, il ricovero.
Leggi Tutto »Coronavirus, Bluserena dona 50mila euro
Bluserena, leader in Italia del segmento vacanze mare, lancia una raccolta fondi in favore dell'Istituto Mario Negri di Bergamo per la ricerca anti Covid-19. La compagnia alberghiera verserà un primo contributo da 50mila euro sul conto corrente dedicato. A questo si aggiungeranno le donazioni dei clienti e partner Bluserena (1,2 milioni le presenze la scorsa estate), che saranno informati e sensibilizzati a contribuire tramite una campagna di comunicazione mirata. ''Avviamo la raccolta fondi da Bergamo e dalla Lombardia - spiega l'amministratore Bluserena SpA, Silvio Maresca - perché per decenni la città e la regione sono state una comunità elettiva, affezionata e amica di Bluserena. Questa volta vogliamo essere noi ad andare da loro per esprimere con un gesto concreto tutta la nostra solidarietà per quello che sta succedendo''. Concentrare la solidarietà in favore della ricerca ''è una scelta - aggiunge Maresca - fatta nella consapevolezza che un presidio di eccellenza come l'istituto Mario Negri saprà certamente dare valore alle donazioni''. E già si registrano le prime adesioni tra i partner che lavorano per le 13 strutture del gruppo dislocate in Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Abruzzo e Piemonte.
Leggi Tutto »Coronavirus, Febbo sollecita interventi per il turismo
Il turismo e' il "grande assente nei decreti del Governo: lo diremo come conferenza degli assessori al sottosegretario, Lorenza Bonaccorsi, affinche' si possa, nel redigendo decreto, correggere l'impostazione". L'assessore a Turismo, Cultura e Sviluppo economico della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, coordinatore nazionale della Commissione Turismo e Industria Alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, lancia l'allarme su uno dei comparti produttivi - quello dei 'turismi' - piu' colpiti dal virus.
"L'abbattimento del volume d'affari in Italia si calcola pari a 33 miliardi di euro e non credo che la liquidita' prevista dal Governo possa essere una risposta esaustiva". Febbo, alla redazione di "Sos Coronavirus", anticipando i contenuti del colloquio con il sottosegretario Bonaccorsi, ha espresso le proprie "riserve sul decreto del Governo che manca di due misure essenziali come il fondo perduto e, appunto, un pacchetto a sostegno del turismo". Rispetto alle "tante piccole attivita' che dalla sera alla mattina sono state spazzate via, non credo vada bene lo strumento della liquidita'. Noi come Regione Abruzzo, nel disegno di legge 'Cura Abruzzo', abbiamo previsto una misura che vale 12 milioni di euro a fondo perduto, proprio per la piccolissima imprenditoria e i professionisti. Dovendoci pero' uniformare alle misure del Governo, stiamo riflettendo su come sostenere questo settore economico e ragioniamo sull'ipotesi di tramutare la misura in un fondo perduto per la quota interessi". Anche per la grande industria il 'Cura Abruzzo' prevede forme di intervento pari a 5 milioni di euro, cui si aggiungono i 9 precedentemente stanziati, destinati ai contratti di programma che saranno in grado di movimentare investimenti per 600 milioni di euro.
Leggi Tutto »Coronavirus, crisi anche per i nidi d’infanzia privati
Nidi, scuole dell'infanzia e servizi educativi privati, oltre 12mila in Italia, hanno sospeso l'attivita' all'inizio dell'emergenza coronavirus e c'e' il rischio concreto che non sopravvivano senza l'introito delle rette mensili. "In ogni decreto il segmento 0-6 anni e' stato puntualmente dimenticato; le strutture private, il 40% del servizio pubblico, sono perlopiu' microimprese che impiegano circa 50.000 persone fra educatrici, insegnanti, cuoche, ausiliarie". E' il grido d'allarme, in una lettera al presidente del Consiglio Conte, al ministro Azzolina e al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, della Federazione Italiana Nidi e Scuole Infanzia (Finesi), costituitasi di recente in Abruzzo con l'adesione di 30 nidi e referente, sul territorio, per il Comitato EduChiAmo, nato in Lombardia.
Vengono anche lanciate alcune proposte per salvarle: un contributo mensile per ogni bimbo iscritto, almeno 200 euro, fino ad agosto compreso; estendere il credito d'imposta previsto dal Dl 18/20 a tutte le categorie catastali; protrarre la cassa integrazione fino al 31 agosto; prorogare la sospensione dei termini per versamenti fiscali e contributivi fino al 30 settembre, con pagamento successivo rateale senza carichi aggiuntivi. "Chiediamo piena applicazione della Legge 10/2015 e del conseguente Dl 65/2017 che inquadra l'istruzione del sistema integrato 0-6, la 'Buona Scuola' - prosegue Saponara - L'unico intervento previsto dal Dl 18 per le Pmi e' per il personale dipendente, con possibilita' di accedere alla cassa integrazione ordinaria. Il personale - ricorda la presidente di Finesi - incide sui nostri ricavi tra 50% e 60%. La sospensione dei termini per versamenti fiscali e contributi previdenziali e' un semplice sostegno per chi dovesse trovarsi a corto di liquidita'. I costi dell'affitto incidono per il 15% sui ricavi, i contratti di manutenzione per circa il 7%, i contratti con commercialisti, consulenti del lavoro, medicina del Lavoro per il 10%. Senza aiuti le strutture dovranno chiudere".
Leggi Tutto »Coronavirus, cassa integrazione all’aeroporto d’Abruzzo
La Saga, societa' di gestione dell'aeroporto d'Abruzzo di Pescara, ha chiuso l'accordo per la cassa integrazione straordinaria (cigs) ai dipendenti a partire dal 6 aprile scorso, legata all'emergenza sanitaria del coronavirus. "La cassa integrazione sara' utilizzata a rotazione e con la massima equita', nei confronti dei lavoratori che "ringrazio tutti - sottolinea il presidente della Saga, Enrico Paolini - per l'enorme sforzo e i sacrifici di queste settimane". Prosegue, intanto, il lavoro per la progettazione del Masterplan, per essere pronti a dare il via ai lavori appena possibile. Anche i rapporti con le compagnie aeree Ryanair e Volotea in queste settimane sono proseguiti, nell'ottica di una ragionevole e sicura ripresa dei voli. "Siamo in attesa di sapere presto - prosegue Paolini - quando Alitalia intenda riprendere l'indispensabile volo su Milano Linate, determinante per la ripresa economica regionale. Riteniamo nel pieno e totale rispetto delle ordinanze nazionali, regionali e comunali - conclude Paolini - di essere pronti a una graduale e prudente ripartenza dell'Aeroporto, secondo il calendario che il Governo e la Regione decideranno". Riguardo l'emergenza coronavirus, inoltre, in questo periodo l'Aeroporto d'Abruzzo ha svolto azioni diffuse e ripetute di sanificazione di ogni ambiente garantendo una permanente agibilita' sanitaria della struttura. Il personale necessario garantira' comunque i rilevanti servizi di emergenza gia' attivi dall'inizio dell'emergenza sanitaria: elicotteri di Forze dell'ordine, Vigili del Fuoco, 118, Capitaneria di Porto, oltre ad aerei militari e privati.
Leggi Tutto »Meritocrazia Italia: l’economia italiana merita una ripresa
"Il 6 aprile, il Presidente del Consiglio ha sommariamente illustrato i termini del "decreto liquidità" di prossima emanazione a favore delle imprese colpite dall'emergenza sanitaria. Secondo quando è emerso dal comunicato del Premier, verranno messi a disposizione fondi "immediati" per 400 miliardi di euro a beneficio di piccole, medie e grandi imprese (con garanzia dello Stato in favore delle banche che effettuino i finanziamenti), finalizzati ad assicurare la continuità nella fase dell’emergenza, con particolare riguardo a quelle attività che prima della crisi erano in equilibrio e presentavano una regolare prospettiva di continuità aziendale". Lo affermano i responsabili di Meritocrazia Italia.
"La bozza mostra evidenti criticità. In un momento in cui l’Italia affida le proprie speranze a un intervento definito senza precedenti a favore del sistema produttivo, Meritocrazia Italia sottolinea l’assoluta necessità di cambiare le sorti della politica economica italiana.
Il prossimo DL, secondo Meritocrazia Italia, dovrebbe assicurare, in primo luogo, una immediata messa a disposizione di somme di danaro per il settore produttivo. Una liquidità che non può essere rimessa ad iter burocratici delle banche. Non è il momento di essere settoriali nelle scelte politiche. La crisi mondiale è l’occasione per risolvere anche i problemi di debito pubblico.
La manovra finanziaria non può ancor di più aumentare l’esposizione debitoria dell’Italia nei confronti di soggetti terzi.
Occorre dare fiducia ai cittadini attraverso una erogazione di danaro proporzionale al danno subito. Non bisogna far passare tempo. I giorni che trascorreranno diventeranno importanti, in un tessuto socio economico che già viveva di una crisi latente.
Bisogna concedere credito e contestualmente abbassare la pressione fiscale.
"Per creare un effettivo rilancio del Paese, serve vietare espressamente l’utilizzo delle risorse emergenziali ottenute per il pagamento di debiti bancari/finanziari pregressi, evitando la riallocazione di debiti scaduti sul bilancio dello Stato e lo spostamento del rischio bancario sulle risorse pubbliche". Lo affermano i responsabili di
Le erogazioni straordinarie potrebbero inoltre essere governate da un apposito iter di tracciabilità e, laddove fossero effettivamente reimmesse nel sistema produttivo, questo dovrebbe consentire l’accesso a deducibilità e riduzioni d’imposta, a fronte quindi della garanzia di un concreto impulso al sistema economico ed all’obbiettivo del rilancio economico del Paese.
Occorre infine registrare che di fronte alla crisi del coronavirus la prospettiva di una coesione europea si è velocemente dissolta. Si avvicina sempre di più la possibilità che siano i singoli Stati a prendersi carico della parte più importante della risposta anticiclica.
Il nostro Paese è ancora combattuto tra la auspicata creazione degli Eurobond o il ricorso al MES, quest’ultimo proposto come unica soluzione percorribile dalla Germania e dai Paesi del Nord Europa. La scarsa fiducia nel MES e soprattutto nelle regole dello stesso è la prova della inaffidabilità del progetto europeo che ad oggi sta comportando privazioni e delusioni ai cittadini italiani.
Una soluzione alternativa percorribile potrebbe essere offerta da un canale diretto di vendita di titoli del debito italiano, gestita da Banca d'Italia e destinata a risparmiatori privati, per importi limitati.
In tal modo, il risanamento del debito pubblico per il tramite della fiducia riposta dagli italiani nel futuro del proprio Paese sarebbe la prima garanzia della riuscita dell’investimento. Meritocrazia Italia confida nella massima attenzione che il Governo metterà in questa delicata fase, perché in gioco non c’è solo un momento di crisi ma soprattutto la credibilità futura del nostro Paese".
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PD in replica a Liris: Tutte accuse sono fondate e documentate. Si dimetta e chieda scusa
“Avremmo voluto anche noi che la questione in cui si è “incartato” l’Assessore al Bilancio Guido Liris, e con lui il D.G. ASL Roberto Testa, si esaurisse con eleganza, magari con delle scuse da parte dell’Assessore. Ma, purtroppo, visto il tenore delle risposte da lui rilasciate alla stampa, non è così”, dura la replica del segretario regionale PD Michele Fina, dei senatori PD Luciano D’Alfonso e Stefania Pezzopane e dei consiglieri del gruppo regionale PD Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci e il consigliere Sandro Mariani.
“Ci vediamo così costretti a controbattere punto per punto - dicono gli estensori della nota congiunta e illustrano - :
Prima bugia: l’Assessore Liris dichiara che sarebbe stata opportuna una richiesta di accesso agli atti, prima di parlare. E infatti l’accesso agli atti è stato regolarmente richiesto, riscontrato dall’Ente e poi da noi letto. E’ con nota del 7 marzo 2020, protocollo 0073402/2020, che la Direzione Generale della ASL1, ottempera alla richiesta, come da oggetto del documento inviato presso la posta istituzionale “Richiesta di accesso agli atti del Gruppo del Partito Democratico della Regione Abruzzo in data 3 Aprile 2020 (acquisita al protocollo n° 0071622/20). Riscontro”.
Seconda bugia: il dottor Liris viene inserito nello staff della Direzione Generale della Asl aquilana. E’ ben noto che la Direzione Generale sia l’ambito manageriale di una Asl in cui si gestiscono appalti, gare, si destinano risorse umane e materiali, oltreché incarichi professionali. E’ anche ben noto che l’Assessore al Bilancio della Regione Abruzzo possa decidere quali e quante spettanze finanziarie destinare alle Asl regionali, di cui al contempo, in questa stortura amministrativa, egli stesso fa parte.
Terza bugia: la Legge Regionale n°3/2020, recante “Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio di previsione finanziaria 2020/2022 della Regione Abruzzo (legge di stabilità regionale)”, è stata impugnata dall’Avvocatura di Stato, che ne decreta alcuni profili di incostituzionalità. In un momento così delicato per la Regione Abruzzo, dunque, in cui viene bocciato il documento finanziario, il suo Assessore al Bilancio decide di incrementare la propria attività amministrativa con un altro incarico, benché in part time al 30%. Se la pandemia necessita dell’aiuto di un medico al 30%, va anche considerata l’ipotesi malaugurata che quel medico, già Assessore al Bilancio, possa ammalarsi e debba lasciare la Giunta regionale, in un momento in cui invece la sua presenza risulta imprescindibile.
Quarta bugia: Dopo un primo momento, in cui il dottor Liris è stato integrato in Direzione Generale Asl1 con un ruolo dirigenziale al 30% e con uno stipendio di pari importo, la nota con cui l’Assessore chiede di svolgere funzioni gratuitamente è stata decisa e inviata successivamente alla reazione delle opposizioni e allo sconcerto dell’opinione pubblica. E non è ancora stata recepita dalla ASL, che dichiara di prendersi del tempo per verificarne la fattibilità.
Quinta bugia: Non è previsto in alcun caso e norma che nella Pubblica Amministrazione si possano rivestire, contemporaneamente, due ruoli pubblici. E’ evidente che né “l’assessore” Liris, né la ASL abbiano comunicato alla Regione Abruzzo la decisione di aver tolto unilateralmente “il dottor” Liris dall’aspettativa, altrimenti la Regione avrebbe risposto che non era possibile procedere.
Troviamo oltremodo scorretto da parte di Liris, continuare a fare leva sulla sua generosità come medico, (che non è in discussione, non essendo questo il punto della questione), piuttosto che chiedere scusa e affermare di aver sbagliato circa quanto ormai è acclarato, vale a dire l’illiceità dell’atto che lo reintegra con funzioni Dirigenziali nella Direzione Generale della ASL1. Tutto è documentato negli atti incontrovertibili che sono depositati presso la Presidenza del Consiglio di Regione Abruzzo e inviati al Presidente della Commissione Vigilanza per conoscenza e azioni previste”.
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