Redazione Notizie D'Abruzzo

Sisma, in Abruzzo danneggiate oltre 400 strutture secondo Coldiretti

Sono 25mila le aziende agricole e le stalle censite che sfidano la burocrazia nei 131 Comuni terremotati di cui 23 in Abruzzo e il resto diviso tra Lazio, Marche e Umbria dove c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel triste anniversario delle drammatiche scosse del 30 ottobre 2016 che hanno devastato il centro Italia e che, in Abruzzo, si sono sommate al primo terremoto che nel 2009 aveva colpito principalmente la città dell’Aquila.

Coldiretti Abruzzo ricorda che in Abruzzo le aziende zootecniche direttamente colpite dal sisma 2016/2019 riportando danni importanti alle strutture sono state oltre 400 con una perdita di oltre 40mila avicoli, oltre 8mila capi tra pecore e suini, oltre 200 bovini secondo una elaborazione effettuata sulla base dei dati dell’Istituto zooprofilattico d’Abruzzo e Molise. “Ma le aziende in difficoltà che risentono ancora oggi delle conseguenze dirette ed indirette del sisma sono ancora migliaia – sottolinea Coldiretti Abruzzo – ed è importante affrontare con misure adeguate le conseguenze del terremoto per riportare alla normalità l’Abruzzo e tutte le regioni colpite. Serve ora ‘ricostruire’ le comunità locali e frenare lo spopolamento garantendo le condizioni necessarie affinché le persone tornino o restino a vivere e lavorare nelle aree terremotate”.

Tra i settori più colpiti anche in Abruzzo c’è sicuramente – spiega Coldiretti – quello dell’allevamento con un calo ad esempio del 20% del latte per la chiusura delle stalle e gli animali ancora sfollati nelle strutture provvisorie, ma in difficoltà è tutta l’economia locale con il crollo del 70% delle vendite nei paesi svuotati. Una situazione che non ha però scoraggiato la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità. In maggiori difficoltà si trovano anche i 444 agriturismi (di cui 42 in Abruzzo) che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell’area.

“Se nel recente decreto sisma approvato dal Consiglio dei Ministri ci sono alcuni provvedimenti importanti, occorre ora sostenere la ripresa economica in ambito agricolo e alimentare per la diversificazione delle attività economiche e sviluppo di progetti di filiera – continua Coldiretti Abruzzo – con interventi su abitazioni, investimenti aziendali per la ristrutturazione, rendendo effettivo e celere il coordinamento tra i diversi enti coinvolti. Una soluzione per le stalle potrebbe essere – spiega Coldiretti – quella di incentivare la possibilità agli allevatori di riconvertire la struttura temporanea rendendola una stalla vera e propria attraverso contributi finalizzati al suo adeguamento che ricomprendano anche i costi di demolizione della struttura originaria. Per sostenere la ripresa produttiva occorre poi puntare sulla decontribuzione per i giovani che aprono un’impresa agricola mentre un altro canale va attivato per interventi urgenti di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza di strade e infrastrutture, di campagne di marketing (agricoltura, ristorazione, turismo e artigianato) da parte degli enti locali”.

Coldiretti chiede anche la creazione di un tavolo – da tenersi a cadenza semestrale – che riunisca i principali soggetti istituzionali (a livello nazionale e regionale) e Coldiretti stessa, con il compito di registrare, monitorare e verificare lo stato di avanzamento della ricostruzione e dell’efficacia delle misure messe in campo a sostegno delle aree e delle imprese agricole.

 

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In calo la fiducia dei consumatori, in crescita quella delle imprese

 A ottobre l'indice di fiducia delle imprese torna ad aumentare per la prima volta dallo scorso luglio, attestandosi a 99 punti dai 98,6 di settembre. Lo rileva l'Istat, segnalando che crescita coinvolge la gran parte dei settori, ed è trainata dal comparto manifatturiero, da quello dei servizi e dal commercio al dettaglio, caratterizzati da aspettative su ordini e produzione più favorevoli rispetto allo scorso mese. Invece, nelle costruzioni la fiducia è in ripiegamento anche se l'indice rimane comunque su valori storicamente elevati. Tra i consumatori, nel complesso, le valutazioni sono invece meno positive rispetto allo scorso mese e la fiducia si riporta sul livello registrato a maggio a 111,7 punti, dai 112,2 punti di settembre.

La diminuzione dell'indice di fiducia dei consumatori sintetizza opinioni diversificate sulla situazione economica del paese e su quella personale: il clima economico è stimato in aumento da 127,1 a 128,0 mentre il clima personale passa da 107,8 a 105,4, riportandosi in linea con il livello di giugno 2019. Con riferimento alle valutazioni espresse dagli intervistati in base all’orizzonte temporale, sia il clima corrente sia quello futuro sono in calo (da 110,0 a 107,9 e da 116,8 a 116,4, rispettivamente). Per quanto attiene alle imprese, lìindice di fiducia migliora in tutti i comparti, ad eccezione delle costruzioni. In particolare, nella manifattura l'indice sale da 99,0 a 99,6, nei servizi aumenta da 98,6 a 99,6 e nel commercio al dettaglio passa da 107,6 a 108,3. Nel comparto delle costruzioni l'indice diminuisce da 143,2 a 141,3.Passando ad analizzare le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nell'industria manifatturiera l'aumento dell'indice deriva da giudizi sugli ordini e attese di produzione in miglioramento; il saldo dei giudizi sulle scorte aumenta. Nelle costruzioni, l'evoluzione negativa dell’indice è determinata dal peggioramento dei giudizi sugli ordini e, soprattutto, da un deciso ridimensionamento delle attese sull'occupazione. Nel comparto dei servizi si segnala il miglioramento dei giudizi sull’andamento degli affari e delle attese sugli ordini; i giudizi sugli ordini sono invece in deterioramento. Con riferimento al commercio al dettaglio, lìaumento dellìindice di fiducia è trainato dal deciso aumento delle attese sulle vendite future a cui si uniscono giudizi sia sulle vendite sia sulle scorte sostanzialmente stabili. Si segnala che l'indice di fiducia è in aumento nella grande distribuzione mentre diminuisce in quella tradizionale. 

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Lavoro, a settembre retribuzioni contrattuali in aumento dello 0,1%

 Nel trimestre luglio-settembre 2019 e' stato rinnovato l'accordo dei laterizi e manufatti in cemento mentre tre contratti sono venuti a scadenza: gomma e plastica, servizio di smaltimento rifiuti aziende municipalizzate e servizio di smaltimento rifiuti aziende private. Il dato emerge dalle ultime rilevazioni Istat contenute nel rapporto pubblicato questa mattina. Alla fine di settembre i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica hanno riguardato 6,9 milioni di dipendenti (56,0% del totale) e corrisposto al 53,7% del monte retributivo osservato. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine settembre sono stati 47, relativi a circa 5,4 milioni di dipendenti (44,0%), in calo rispetto al mese precedente (44,2%). A settembre l'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto e' stata in media di 18 mesi. L'attesa media calcolata sul totale dei dipendenti e' stata di 7,9 mesi, in aumento rispetto a un anno prima (4,4). A settembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie e' risultato in lieve aumento sia rispetto al mese precedente (+0,1%) sia nei confronti di settembre 2018 (+0,8%). Complessivamente, nei primi nove mesi del 2019 la retribuzione oraria media e' cresciuta dell'1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2018. Con riferimento ai principali macrosettori, a settembre le retribuzioni contrattuali orarie hanno registrato un incremento tendenziale dello 0,8% per i dipendenti del settore privato (+0,9% nell'industria e +0,6% nei servizi privati) e dello 0,7% per quelli della pubblica amministrazione. Gli incrementi tendenziali maggiori sono stati registrati nel settore alimentare (+2,5%), in quello dell'acqua e servizi di smaltimento rifiuti (+1,8%), nel settore chimico e in quello dei trasporti, servizi postali e attivita' connesse (entrambi +1,5%). L'Istat ha rilevato variazioni nulle nel settore dell'energia elettrica e gas, nel commercio, nelle farmacie private, nelle telecomunicazioni e nell'aggregato altri servizi privati.

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Report Cittadinanzattiva, solo 1 bimbo su 5 in asilo nido

Trova posto in un asilo nido poco piu' di un bimbo su cinque, ma la copertura e' assai variegata fra le diverse Regioni: si va dal 34,3% dell'Umbria al 6,7% della Campania (solo tre bimbi su 50) e ben sei regioni sono sotto la media nazionale (21,7%). Questi i dati dell'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell'ambito del progetto "Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino", finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico. Dal rapporto emerge che sono 11.017 i nidi in Italia, di cui 6.767 privati e 4.250 pubblici; i posti disponibili sono 320.296, distribuiti fra 153.316 privati e 166.980 pubblici. Notevoli le differenze regionali: piu' forte la prevalenza di posti nei nidi pubblici in Basilicata, Emilia Romagna, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, trentino Alto Adige; nei nidi privati invece in Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sardegna, Veneto; equilibrata nelle altre regioni.

La percentuale di copertura a livello nazionale - si legge nel Rapporto - e' pari al 21,7% della potenziale utenza (bambini residenti sotto i 3 anni di eta'), ma con notevoli differenze tra le singole regioni: in negativo si distingue la Campania, con una copertura pari appena al 6,7%, in positivo l'Umbria con il 34,3%; sotto la media nazionale sei regioni: Campania (6,7%), Calabria (8,8%), Sicilia (9,3%), Puglia (13,6%), Basilicata (14,2%), Abruzzo (19,9%). Dunque tutte le regioni meridionali sono ben al di sotto della media di copertura, fa eccezione la Sardegna che raggiunge il 26,1%. Tra il 2004 e il 2012 le risorse messe a disposizione dai Comuni per gli asili nido sono cresciute del 47%, passando da 1,1 a 1,6 miliardi di euro; tra 2012 e 2014 si e' registrata una contrazione della spesa, nel triennio 2014-2016 una stabilizzazione, con una spesa complessiva per i servizi per l'infanzia nel 2016 di circa 1 miliardo e 475 milioni di euro. La quota a carico degli utenti sul totale della spesa e' passata dal 17% del 2004 al 20% del 2013, mentre dal 2015 si attesta al 19,4%. La quota percentuale a carico delle famiglie e' piu' elevata della media in dieci regioni, in vetta il Veneto dove le famiglie contribuiscono del 26,2% rispetto alla spesa complessiva, all'estremo opposto la Sicilia le cui famiglie contribuiscono per una quota pari al 6,3%. "Ci troviamo in un contesto in cui l'incompatibilita' tra l'occupazione lavorativa e le esigenze di cura della prole, rappresenta un motivo di dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri per il 36% dei casi su un totale di 35.963 provvedimenti (dati Ispettorato del lavoro). La fotografia che emerge dal nostro dossier evidenzia che, sul fronte dell'offerta del servizio di asili nido comunali, ancora tanti passi devono essere fatti per contribuire concretamente a ridurre le diseguaglianze e accelerare il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile del nostro paese", spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva

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Italia in ritardo sul digitale, e’ solo 23ma nell’Ue

Gli italiani - rispetto ai loro concittadini europei - sono ancora troppo poco digitali. Il nostro Paese nel 2019 si piazza solo al 23mo posto dell'I-Com broadband index, ossia l'indice elaborato dall'Istituto per la competitivita' (I-Com) che misura lo sviluppo della banda ultra larga nei mercati nazionali ed europei indicando in generale lo sviluppo digitale dei Paesi. Pur essendoci le infrastrutture per lo sviluppo della rete internet veloce, l'Italia arretra di una posizione rispetto al 2017.

In testa alla classifica, invece, si conferma il Nord Europa con la Svezia sul podio piu' alto, seguita dalla Danimarca e dal Lussemburgo. Il risultato italiano si deve soprattutto alla debolezza della domanda digitale che cresce ma non a sufficienza. Il divario negativo e' accentuato nell'e-commerce, usato da appena il 36% della popolazione (18,4 punti percentuali in meno rispetto alla media europea), e nella sottoscrizione di abbonamenti con una velocita' di connessione superiore a 100 Megabit per secondo (Mbps), che rappresentano poco meno del 15% del totale e neanche la meta' della media europea. Per quanto riguarda l'offerta - sostanzialmente il livello di sviluppo delle infrastrutture - l'Italia invece fa meglio e si piazza al 15mo posto in Europa, grazie soprattutto alla ormai quasi totale copertura raggiunta nelle aree rurali e nella rete Next generation access (Nga). La migliore performance in questo senso e' quella della Sicilia, regione in cui e' piu' sviluppata la banda ultralarga, con una copertura delle unita' immobiliari che sfiora il 90%. Dall'analisi dei dati forniti dai principali operatori (aggiornati al 30 giugno 2019), spiega I-Com, l'isola si conferma per il secondo anno in testa alla classifica nazionale, seguita da Puglia e Lazio. Al di sopra della media nazionale si piazzano anche Toscana, Lombardia, Calabria ed Emilia Romagna, mentre restano fanalino di coda Valle d'Aosta (45,5%) e Trentino Alto Adige (58,8%). "Stiamo scrivendo in questi giorni la strategia per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e del Paese", ha annunciato la ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, sottolineando l'intenzione di lavorare "per farcela". Un obiettivo che quindi si puo' raggiungere ma che secondo Pisano ha bisogno "di stabilita' e di tempo. E anche della collaborazione degli operatori delle telecomunicazioni". A collaborare sullo sviluppo digitale arrivano nel frattempo le Camere di Commercio che per il prossimo triennio mettono a disposizione 100 milioni di euro per la transizione verso il digitale delle imprese del nostro Paese.

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Le frontiere di una moderna viticoltura: CIA e Vititalia insieme per un vivaismo di qualità

Le frontiere di una moderna viticoltura” il tema del convegno che si è svolto martedì 29 ottobre, all’Hotel Villa Medici di Rocca San Giovanni. Al centro dell'incontro le tecniche adatte a soddisfare una viticoltura moderna, eseguite con il preciso scopo della qualità, sia che si adottino sistemi di coltivazione convenzionale che sistemi di coltivazione biologica. Partner dell’incontro Vititalia, consorzio che nasce dall’idea di portare il vivaismo viticolo locale a livello nazionale ed internazionale, mantenendo la serietà e la professionalità del vivaista artigiano.

Dopo l’introduzione di Alfonso Ottaviano, direttore di Cia Chieti - Pescara, ha aperto la discussione Fabio Burroni, agronomo, che ha illustrato le tipologie di innesti e le fasi della preparazione e della piantumazione delle barbatelle e le linee guida del progetto europeo “Life Green Grapes” che mira a migliorare la risposta di difesa della vite con l’uso di biostimolanti e induttori di resistenza. Matteo Tonghini ha presentato le caratteristiche dell’impianto e dell’allevamento di un vigneto a controspalliera mentre Roberto Lorin è entrato nel dettaglio delle possibili malattie ed emergenze sanitarie che si possono riscontrare in viticoltura.

“Il nostro consorzio nasce nel 2012 e produce barbatelle innestate di oltre 200 varietà da vino e 25 varietà da tavola innestate sui principali portinnesti, in grado di soddisfare le più svariate esigenze pedoclimatiche”, afferma Gianluigi Vindimian di Vititalia, “Il nostro obiettivo è diventare leader nel settore vivaistico viticolo con lo scopo di migliorare sempre la qualità dei nostri prodotti, i servizi forniti e le attività di ricerca e innovazione”.

“Una sala gremita per un approfondimento importante in tema di viticoltura”, afferma Nicola Sichetti, Presidente di Cia Chieti - Pescara, “L’esperienza abruzzese è ancora giovane e senza cooperazione non saremmo mai riusciti ad acquisire la rilevanza che oggi abbiamo nel settore. Ringrazio Vititalia per aver informato i nostri soci sulle diverse possibilità di impianto che si possono adottare in Abruzzo”.

 

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Si apre uno spiraglio per la vertenza Sam

Sono due le aziende che avrebbero tutti i requisiti tecnici per acquisire la commessa dell'ex Sam per conto della Denso. E' quanto emerso dalla riunione che nel pomeriggio l'assessore alle Attivita' produttive della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, ha presieduto con i rappresentanti della Denso, della ex Sam di San Salvo e dei lavoratori, alla presenza peraltro del sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca. "C'eravamo lasciati due settimane fa - ha esordito l'assessore Febbo - con la dichiarazione della Denso di confermare all'esterno le lavorazioni che erano della Sam in modo da agevolare l'ingresso di nuove aziende e favorire la rioccupazione dei 23 dipendenti della societa' in liquidazione. Oggi abbiamo fatto un passo in avanti perche' la Denso ha detto che delle tre aziende che hanno manifestato la volonta' di prendere la commessa dell'ex Sam, due avrebbero tutte le carte in regola per andare avanti".

Il via libera tecnico alle nuove aziende apre nuovi spiragli per la vertenza. "Secondo quanto ha riferito Denso, l'azienda ora chiedera' formalmente un'offerta commerciale alle due imprese individuate e in base a propri criteri decidera' a chi affidare la commessa", ha detto Febbo. Il nodo da sciogliere, semmai, riguarda i tempi di completamento del percorso individuato. "Denso ha parlato di 4/6 mesi, con procedure di validazione e scelta del contraente ben definite - ha concluso - Sono convinto che i tempi possono essere ridotti, tutto a vantaggio dei 23 lavoratori rimasti fuori dal ciclo produttivo ma con un'esperienza lavorativa veramente unica per il territorio". Prossimo incontro fissato al prossimo 18 dicembre.

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Allarme dei sindacati per il futuro dei dipendenti Auchan/Simply

Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs della provincia di Pescara chiedono chiarezza e certezze sulle sorti dei dipendenti Auchan-Sma/Ipersimply nell'ambito del processo di riorganizzazione conseguente all'acquisizione da parte di Conad. La questione interessa in Abruzzo oltre 400 lavoratori. Domani e' previsto un nuovo incontro al Ministero; si tratta della quarta trattativa. Contestualmente in Abruzzo i dipendenti dei punti vendita, che insistono principalmente nelle province di Pescara e Chieti, oltre a quello di Silvi, sciopereranno. Da ogni regione partira' un pullman con delegazioni di lavoratori; dall'Abruzzo ne arriveranno a Roma cinquanta. "Si tratta di un passaggio abbastanza pericoloso - afferma il segretario della Fisascat Cisl Pescara, Davide Frigelli - Conad ha acquistato l'intero pacchetto azionario di Auchan per un miliardo di euro, ma Auchan Italia ha 650 milioni di euro di debiti. Debiti che ovviamente stanno nei punti vendita. Conad, che ha una fortissima concentrazione di punti vendita in Abruzzo, avrebbe quindi liberta' di decidere quali negozi mantenere aperti e quali no". 

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Francavilla: Sophia e i dieci anni della Biblioteca Russo

L'associazione di promozione sociale "Sophia" festeggia nel mese di novembre 2019 i 10 anni di gestione della biblioteca comunale di Francavilla al Mare. Ecco alcuni numeri che possono descrivere la nostra storia...


Siamo partiti con circa 6000 volumi presenti in biblioteca per arrivare ad oggi ad avere oltre 12000 volumi; Nel novembre 2009 gli iscritti al prestito risultavano 16, oggi sono 2094. Negli anni si sono organizzate decine e decine di presentazioni di libri, laboratori didattici, progetti di alternanza scuola lavoro, migliaia di ore di progetti di inclusione sociale collaborando con borse sociali e lavoro, laboratori con le scuole primarie e secondarie, organizzato conferenze ed eventi culturali di vario genere collaborando con le tante associazioni del territorio. Nel 2014 è stato istituito l'archivio storico cittadino intitolato a Giuseppe Iacone. Dal 2016 la biblioteca è entrata nel sistema interbibliotecario nel polo Abruzzo Interbiblio incrementando ulteriormente il prestito interbibliotecario. Nel 2017 abbiamo collaborato all'avvio dellla "Scuola gratuita  di italiano per gli stranieri Penny Wirton".  Non da ultimo oltre 20000 prestiti in 10 anni e un'utenza media di 120 persone al mese. Negli anni i soci dell'associazione si sono continuamente formati e aggiornati partecipando a seminari e corsi sulla catalogazione e gestione della biblioteca.In questi anni più di qualsiasi numero quello che abbiamo provato a seguire è il senso di un servizio per i cittadini competente e appassionato che puntasse alla promozione della lettura e alla scoperta di un luogo di aggregazione culturale quale è una biblioteca comunale. 

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Attivita’ storiche a Montesilvano, il sindaco De Martinis consegna targa 40 anni alla Lavanderia Marisa

Oggi il sindaco Ottavio De Martinis e l’assessore alle Manifestazioni Deborah Comardi hanno premiato Marisa Di Febo con la targa di attività storica per i quartant’anni della lavanderia in via Sagittario a Montesilvano. Dopo aver lavorato fino dal 1975, in una lavanderia in corso Umberto, quattro anni dopo ha rilevato l’attività artigianale, proseguendo da sola fino al 1984, anno in cui l’impresa è diventata a carattere familiare con l’arrivo del marito Gianni Luzi, originario di Moscufo.

“La signora Marisa è nata a Montesilvano Colle – afferma il primo cittadino – e conosce molto bene la città, in questi anni è stata apprezzata per la sua gentilezza e la sua correttezza nella gestione della lavanderia. Quarant’anni non sono pochi e grazie alla dedizione verso la sua attività si è distinta nel quartiere di Santa Filomena”.

“Ringrazio il sindaco De Martinis e tutta l’amministrazione comunale per la targa che hanno voluto conferire alla nostra lavanderia – ha dichiarato emozionata Marisa Di Febo -. Ho sempre lavorato con passione, dedicando tanti anni della mia vita per un lavoro che ho amato e che faccio fin da giovanissima. In questi 40 anni ho visto trasformarsi la storia di Montesilvano, la città in cui sono nata e alla quale sono legata da sempre. Ringrazio infine la mia famiglia, in particolare mio marito Gianni”. 

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