Redazione Notizie D'Abruzzo

Contributi ai Comuni per le opere di urbanizzazione

“I Comuni potranno finalmente contare sul contributo della Regione per la realizzazione delle opere di urbanizzazione.” Ad annunciarlo è il Consigliere regionale Americo Di Benedetto che ha seguito la vicenda con particolare attenzione. “La Regione Abruzzo nel 2017 ha adottato la Legge n.40 al fine di promuovere, nel rispetto della normativa statale, il recupero del patrimonio edilizio esistente e contenere il consumo di suolo. Sempre nel 2017 la Giunta regionale, in applicazione di questa Legge, ha approvato un avviso per consentire ai Comuni di presentare domanda di contributo per la realizzazione di specifici interventi. Nonostante le numerose richieste pervenute e l’istituzione di un’apposita Commissione interna per la loro valutazione”, dichiara il Consigliere Di Benedetto, “in Regione ho trovato tutto fermo. Pertanto, raccogliendo l’appello di diverse Amministrazioni locali, ho interpellato subito la segreteria dell’Assessore Nicola Campitelli e così ho ottenuto la ripresa dei lavori della Commissione.” Al momento si sta completando l’attribuzione dei punteggi per arrivare alla costituzione della graduatoria e quindi all’assegnazione definitiva delle risorse che complessivamente ammontano a 2 milioni di euro. ”Sono molto soddisfatto”, conclude Americo Di Benedetto, “che si siano sbloccate importanti risorse in favore del territorio, per quanto sicuramente insufficienti a soddisfare tutte le richieste dei Comuni.  Ritengo dunque necessario lo stanziamento di ulteriori fondi per le stesse finalità con il prossimo Bilancio.”

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Agroalimentare, il Mezzogiorno cresce

Il settore agroalimentare del Mezzogiorno ha le carte in regola per rafforzare il suo ruolo strategico e rappresentare un fattore di traino economico per quest'area, puntando a un alto posizionamento in termini di qualità e al forte legame col territorio. È quanto emerge dal Rapporto sulla Competitività dell'Agroalimentare nel Mezzogiorno, realizzato dall'Ismea, in collaborazione con Fiere di Parma e Federalimentare. Lo studio evidenzia come i recenti mutamenti dello scenario globale abbiano sostenuto una crescita senza precedenti delle esportazioni del Made in Italy alimentare, grazie a una ritrovata coerenza del modello di specializzazione agroalimentare italiano con le tendenze della domanda mondiale, che ha spinto l'export agroalimentare del Sud a toccare la cifra di 7 miliardi di euro nel 2018. Nel Mezzogiorno, nonostante il consistente e duraturo impatto della crisi economica iniziata nel 2008, il permanere di un tessuto imprenditoriale caratterizzato da imprese medio-piccole e, più in generale, la conferma di alcuni storici limiti allo sviluppo economico, il settore agroalimentare è cresciuto, nell'ultimo triennio, in termini di valore aggiunto - che supera i 19 miliardi di euro -, di numero di imprese - 344 mila imprese agricole e 34 mila imprese dell'industria alimentare - e di occupati, che si attestano a circa 668 mila unità, pari al 10% del totale occupati al Sud. Anche il confronto con il Centro-Nord mette in evidenza come, nello stesso periodo, il fatturato dell'industria alimentare sia cresciuto più al Sud (+5,4%) che nel resto del Paese (+4,4%).

 La specifica composizione settoriale, l'elevata incidenza delle medie imprese - che si sono rivelate quelle più dinamiche e in grado di adattarsi ai mutati scenari - oltre che il determinante contributo delle imprese di più recente costituzione, hanno consentito all'agroalimentare del Mezzogiorno di ottenere performance di tutto rispetto e, in taluni casi, superiori a quelle dei corrispondenti settori del Centro-Nord. Performance positive hanno riguardato soprattutto alcune filiere come caffè, cioccolato e confetteria (+14%), prodotti da forno (+18%), olio (+21%); in generale, un rinnovamento generazionale e la presenza di imprese più giovani hanno determinato maggiore dinamicità e capacità di rispondere alle esigenze del mercato. Tra gli elementi più critici, soprattutto pensando alla necessità di agganciare il treno dell'innovazione, preoccupano i bassi livelli di immobilizzazioni nelle imprese del Mezzogiorno e il fatto che esse siano sostanzialmente tecniche con poca attenzione a quelle immateriali.

"Lo studio di Ismea descrive il sistema agroalimentare meridionale come una realtà in forte espansione - ha detto Elda Ghiretti, Cibus and Food Global Coordinator, Fiere di Parma - Un dato confermato anche dall'aumento della partecipazione delle aziende del Sud a Cibus, passata negli ultimi 5 anni dal 17% al 36%. Cibus è la fiera alimentare di riferimento all'estero e vede la partecipazione di migliaia di buyer internazionali. La cresciuta partecipazione delle imprese meridionali a Cibus ha contribuito - ha riferito Ghiretti - all'aumento dell'export dei prodotti agroalimentari del Meridione che nel 2018 aveva toccato la quota di 7 miliardi e 110 milioni di euro, con un aumento del 6,1% nel quadriennio 2015/2018. Un dinamismo sostenuto anche dalla creazione di nuove forme di aggregazione private, come consorzi e associazioni, che consentono anche ad imprese di medie dimensioni di interloquire con importatori e distributori esteri". 

"L'agroalimentare nel Mezzogiorno riveste un ruolo sempre più rilevante, con primati in molti settori e una buona tenuta economica, segnali positivi che vanno letti con attenzione - ha dichiarato Fabio Del Bravo; occorre rafforzare adeguatamente la fase agricola e la sua integrazione con la parte a valle della filiera, favorire gli investimenti - soprattutto in innovazione - e prendere atto dei limiti, per esempio strutturali, individuando percorsi che già nel breve possano portare benefici: una maglia produttiva di dimensioni piccole è certamente un problema su molti fronti, ma lo è molto di più per le produzioni standardizzate che fronteggiano concorrenza di prezzo, piuttosto che per i prodotti differenziati del made in Italy. Incentivare forme di aggregazione e l'orientamento a produzioni tipiche che in quest'area hanno ancora molte potenzialità inespresse, può rivelarsi una leva strategica importante e può avviare un percorso di successo realmente attuabile".

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Il piano Conad per il salvataggio Auchan prevede 3.105 esuberi

Il piano industriale presentato da Conad per "il salvataggio" di Auchan prevede 3.105 esuberi a cui vengono offerte "soluzioni occupazionali diverse", come i ricollocamenti presso la rete Conad o reti di terzi, attraverso "un vero e proprio Piano per il Lavoro, inteso come salvaguardia del lavoro e tutela dell'occupazione". Lo comunica Conad in una nota sottolineando di aver messo in sicurezza 13.035 dei 16.140 dipendenti che lavoravano presso il gruppo Auchan al momento dell'acquisizione

Il "piano di solidarieta' occupazionale" messo a punto da Conad prevede, si legge nella nota della cooperativa di imprenditori al dettaglio, il ricorso a ricollocazioni nella sua rete, ricollocazioni presso reti commerciali di terzi, ricollocazioni presso i fornitori e outplacement (ricollocazione professionale). Tra gli strumenti che verranno utilizzati figurano la mobilita' incentivata, il ricorso a misure di sostegno al reddito come la Cigs, la salvaguardia del lavoro in cambio di flessibilita' e l'avviamento all'imprenditorialita', come soci imprenditori nel sistema Conad. Conad ricorda di aver dimezzato l'impatto occupazionale della crisi con il trasferimento di 109 punti vendita a settembre. A fine luglio l'85% dei punti vendita Auchan aveva pero' ancora ebitda negativo e restavano 6.197 dipendenti a rischio. "Gli interventi e gli investimenti gia' effettuati, seppur non abbiano ancora riportato in equilibrio i conti dei punti vendita (nei primi tre mesi dall'acquisizione i negozi con EBITDA negativo sono diventati circa il 90%) hanno comunque portato una soluzione occupazionale stabile e garantita" per altri "3.092 dipendenti, mettendo quindi in sicurezza il lavoro di 13.035 dipendenti". "Conad - conclude la nota - e' pronta a continuare il confronto in sede aziendale per proseguire la strada del risanamento per la salvaguardia dell'impresa e delle persone che ci lavorano"

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Sisma, Coldiretti:  sostenere la ripresa puntando su giovani, ripopolamento e filiera

Sono 25mila le aziende agricole e le stalle censite che sfidano la burocrazia nei 131 Comuni terremotati di cui 23 in Abruzzo e il resto diviso tra Lazio, Marche e Umbria dove c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel triste anniversario delle drammatiche scosse del 30 ottobre 2016 che hanno devastato il centro Italia e che, in Abruzzo, si sono sommate al primo terremoto che nel 2009 aveva colpito principalmente la città dell’Aquila.

 

Tra i settori più colpiti anche in Abruzzo c’è sicuramente – spiega Coldiretti – quello dell’allevamento con un calo ad esempio del 20% del latte per la chiusura delle stalle e gli animali ancora sfollati nelle strutture provvisorie, ma in difficoltà è tutta l’economia locale con il crollo del 70% delle vendite nei paesi svuotati. Una situazione che non ha però scoraggiato la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità. In maggiori difficoltà si trovano anche i 444 agriturismi (di cui 42 in Abruzzo) che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell’area.

“Se nel recente decreto sisma approvato dal Consiglio dei Ministri ci sono alcuni provvedimenti importanti, occorre ora sostenere la ripresa economica in ambito agricolo e alimentare per la diversificazione delle attività economiche e sviluppo di progetti di filiera – continua Coldiretti Abruzzo – con interventi su abitazioni, investimenti aziendali per la ristrutturazione, rendendo effettivo e celere il coordinamento tra i diversi enti coinvolti. Una soluzione per le stalle potrebbe essere – spiega Coldiretti – quella di incentivare la possibilità agli allevatori di riconvertire la struttura temporanea rendendola una stalla vera e propria attraverso contributi finalizzati al suo adeguamento che ricomprendano anche i costi di demolizione della struttura originaria. Per sostenere la ripresa produttiva occorre poi puntare sulla decontribuzione per i giovani che aprono un’impresa agricola mentre un altro canale va attivato per interventi urgenti di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza di strade e infrastrutture, di campagne di marketing (agricoltura, ristorazione, turismo e artigianato) da parte degli enti locali”.

Coldiretti chiede anche la creazione di un tavolo – da tenersi a cadenza semestrale – che riunisca i principali soggetti istituzionali (a livello nazionale e regionale) e Coldiretti stessa, con il compito di registrare, monitorare e verificare lo stato di avanzamento della ricostruzione e dell’efficacia delle misure messe in campo a sostegno delle aree e delle imprese agricole.

 

Coldiretti Abruzzo ricorda che in Abruzzo le aziende zootecniche direttamente colpite dal sisma 2016/2019 riportando danni importanti alle strutture sono state oltre 400 con una perdita di oltre 40mila avicoli, oltre 8mila capi tra pecore e suini, oltre 200 bovini secondo una elaborazione effettuata sulla base dei dati dell’Istituto zooprofilattico d’Abruzzo e Molise. “Ma le aziende in difficoltà che risentono ancora oggi delle conseguenze dirette ed indirette del sisma sono ancora migliaia – sottolinea Coldiretti Abruzzo – ed è importante affrontare con misure adeguate le conseguenze del terremoto per riportare alla normalità l’Abruzzo e tutte le regioni colpite. Serve ora ‘ricostruire’ le comunità locali e frenare lo spopolamento garantendo le condizioni necessarie affinché le persone tornino o restino a vivere e lavorare nelle aree terremotate”.

 

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A Rocca di Mezzo: Urbi & Torbi, degustazione vini abruzzesi

Degustare del buon vino abruzzese e ammirare nel frattempo il centro storico del capoluogo dell’Altopiano delle Rocche: Urbi & Torbi, questo il nome della prima edizione promossa dalla ProLoco di Rocca di Mezzo, dall’amministrazione comunale e dal Parco Sirente Velino. Sabato 9 novembre a partire dalle 19 prenderà il via Urbi & Torbi, evento che unisce storia, passato e tradizioni con la cultura vinicola tipicamente abruzzese. Centro della manifestazione sarà il rione più antico del borgo, i Tre Archi, storicamente considerato il punto strategico di Rocca di Mezzo, da cui i visitatori potranno apprezzare i bassi, gli archi, i fienili e le vecchie stalle circostanti, restaurate e ridate all’antico splendore. Per l’occasione alcuni vecchi locali apriranno le loro porte a numerose cantine vinicole originarie della nostra splendida regione. Parteciperanno alla manifestazione l’Azienda Vinicola Cascina del Colle, Tenuta Rosarubra, Tenuta Ulisse, Cantina Bove, Cantina Wilma, l’Azienda Agricola Guardiani Farchione, Cantina Del Fucino, Tenuta Ferrante Vini e Tenuta dei Tigli. L’evento, inoltre, viene organizzato a ridosso della festa di S. Martino, che si celebra l’11 novembre e che rappresenta un momento molto sentito dalla popolazione di tutto l’Altopiano delle Rocche. Infatti, secondo la tradizione i bambini del paese si ritroveranno a realizzare tutti insieme dei “trajoni”, oggetti composti da scatole di latta o anche vecchi utensili da cucina legati al centro da fil di ferro, che verranno portati in giro a far rumore per le strade del borgo, casa per casa.
“Urbi & Torbi si prefigge lo scopo di valorizzare il nostro amato centro storico e al contempo promuovere l’eccellenza del vino della terra d’Abruzzo – dichiara il presidente della ProLoco Sandro Argentieri – vogliamo dare continuità al ricco calendario di eventi che ha caratterizzato la nostra estate e per questo è importante animare i nostri borghi con eventi ad hoc anche durante i mesi autunnali e invernali. Urbi & Torbi si collega ad altre storiche manifestazioni molto importanti per la comunità come la celebrazione di S. Martino e sono certo che questo sarà l’inizio per un calendario invernale altrettanto ricco e prosperoso”.

 

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Montesilvano, oltre novemila euro di sanzioni per i rifiuti abbandonati e rilevati da fototrappole

In pochi giorni sul territorio di Montesilvano sono state elevate 23 sanzioni per abbandono di rifiuti ingombranti, 2 durante il servizio notturno dei vigili e 40 sanzioni per i rifiuti buttati fuori orario. Gli agenti della polizia locale, guidati dal comandante Nicolino Casale, con l’assessorato all’Ambiente e gli operatori di Formula Ambiente, responsabile della raccolta dei rifiuti urbani del Comune, hanno raggiunto importanti traguardi nella lotta all’inquinamento del suolo pubblico, andando a contrastare un fenomeno che in città è stato diffuso. Tramite l’utilizzo delle fototrappole è stato possibile accertare diverse infrazioni per un totale di 9.107,00 euro, le contravvenzioni ammontano a 309,00 euro per l’abbandono di normali “ingombranti” e 50,00 euro per i fuori orario.

“Verrà intesificato l’uso delle fototrappole - spiega il comandante della polizia locale Casale - che al momento sta dando risultati lusinghieri per la prevenzione e la repressione degli abusi. Metteremo altre fototrappole in altre zone della città e dove gli abusi sono più frequenti. Le fototrappole hanno il ruolo di contrastare l'abbandono di rifiuti nei luoghi sensibili individuati. L'obiettivo è di prevenire azioni di abbandono e smaltimento illegale sul territorio. Permettono inoltre di identificare le persone intente ad abbandonare sacchetti, pneumatici, ma anche materassi e altri tipi di rifiuti sanzionati e di avviare le verifiche necessarie ad appurare infrazioni amministrative e, di concerto con la polizia giudiziaria, violazioni penali”.

Soddisfatto il vice sindaco e assessore all’Ambiente Paolo Cilli, che da tempo ha dichiarato guerra a chi abbandona i rifiuti: “A dare manforte nelle operazioni – afferma il vice sindaco - ci sono gli occhi elettronici delle fototrappole in dotazione al comando di polizia locale. Tramite questi dispositivi, infatti, è stato possibile immortalare il volto del “furbetto” di turno in procinto di abbandonare la spazzatura. La visione delle immagini della fototrappola per ricercare informazioni sul “proprietario” sono i principali metodi d’indagine anche se non mancano alcuni cittadini pizzicati in flagranza di reato direttamente dalla polizia locale. Molte sanzioni sono state effettuate anche a persone residenti fuori città e questa è la cosa più grave, che va a ricadere sulle tariffe dei rifiuti di tutti i cittadini, per questo il mio appello ai residenti è di non avere paura di denunciare gli abbandoni”.

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I sapori a palazzo della tradizione: il 2 e 3 novembre a Fossacesia.

 Fossacesia, ospiterà il 2 e 3 novembre prossimi la sedicesima edizione dell’evento “Sapori a Palazzo”, Festa di olio, vino e prodotti tipici del caratteristica città costiera, promossa dall’Amministrazione comunale e dall’Associazione Fossacesia Giovani, che si svolgerà nell’ottocentesco Palazzo Mayer e in Piazza Alessandro Fantini.

“Sarà un viaggio sensoriale attraverso l’ottima cucina locale che quest’anno, a differenza delle precedenti edizioni, abbiamo deciso di anticipare agli inizi del mese di novembre per cercare di evitare periodi più freddi e piovosi – sottolinea il Sindaco Enrico Di Giuseppantonio -. Numerose sono le aziende coinvolte e a loro va un ringraziamento particolare". Chi verrà a Fossacesia avrà l’opportunità di assaporare prodotti del nostro territorio che per qualità hanno varcato da tempo i confini locali, riscuotendo apprezzamento in Italia e all’estero. L’apertura degli stand in piazza Fantini nelle giornate del 2 e 3 novembre è fissata alle ore 19 e sarà, secondo tradizione, all’insegna della pizza con peperoni. Ci saranno anche momenti dedicati alla musica, ai balli, ai canti della tradizione: il primo appuntamento (2 novembre) è alle ore 21 con il concerto del gruppo Terre del Sud; alle ore 17 di domenica 3 novembre, si svolgerà il Laboratorio di Balli Popolari, con Anna Anconitano, mentre alle ore 21, Danze di gioia in festa. “Un evento simbolo della città e, allo stesso tempo, una manifestazione culturale che permetterà agli ospiti di immergersi nella storia di Fossacesia, attraverso sapori antichi della cucina tradizionale – tiene a specificare l’Assessore alla Cultura, Maura Sgrignuoli -. Proprio sulle tipicità, domenica 3 novembre, alle ore 9.30, presso il Palazzo Mayer, il nostro Comune, insieme allo Slow Food Lanciano, il Gal Maiella Verde ed il Gal Costa dei Trabocchi e in collaborazione con l'associazione Itaca, ha organizzano il convegno ‘La cucina popolare tra passato e futuro’. Si tratta di un momento di approfondimento che vedrà la partecipazione di esperti e ricercatori per sottolineare il ruolo strategico dell’enogastronomia tradizionale e per riscoprire pietanze del passato allo scopo di riportare alla luce vecchie e dimenticate usanze della cucina abruzzese”. A ‘Sapori a Palazzo’ , l’Associazione Fossacesia Giovane, che ha curato l’organizzazione, e Caffè della Piazza, proporranno pizza con mortadella e ventricina e patate fritte; l’Associazione ASD Fossacesia Calcio, presenterà pallotte cacio e uova, pizza ai peperoni e sardelle, arrosticini panini con porchetta; l’Associazione La Casetta e Vinarte, con degustazione di polenta; Juventus Club Fossacesia, preparerà cotiche e fagioli e pizza con peperoni e sardelle; l’Azienda Fonte dei Sapori, pizza fritta con formaggio arrosto; la Cantina Frentana e l’Azienda Agricola Donato Caravaggio, presenteranno prodotti tipici; le Tre civette sul Comò, proporrà pizzelle e Nutella; Pasta che Bontà, con il piatto ravioli con ventricina e zucca; l’Azienda Agricola Caravaggio, invece, presenterà agli ospiti crispelle e ciabbottelli con baccalà; le castagne arrosto saranno proposte dall’Associazione Made in Fossacesia; la Pizzeria il Caminetto, preparerà ciffeciaf con ventricina; Bucco Fish, con pesce fritto e sapori di mare; l’Associazione Appa, Produttori Peperone di Altino, che parteciperà con pasta al peperone dolce della località dell’Aventino. Saranno presenti anche i frantoi del territorio, con degustazione di olii.

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L’AIL Pescara-Teramo promuove la ricerca scientifica per la cura delle malattie ematologiche.

"Anche una sola vita salvata grazie a questo strumento, sarà un grande traguardo per l'AIL". Con queste parole Domenico Cappuccilli, presidente della sezione interprovinciale Pescara-Teramo dell'Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma, ha donato oggi alla Asl di Pescara il CliniMacs Prodigy, il macchinario  che servirà a manipolare, in futuro, le cellule CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell), nuova arma contro i tumori ematologici. La cerimonia è avvenuta nei laboratori dell'Istituto dei Tessuti e Bio-Banche dell'ospedale Santo Spirito, alla presenza dell'arcivescovo, monsignor Tommaso Valentinetti, che ha impartito la benedizione rivolgendo un pensiero a tutti i malati, del sindaco Carlo Masci, del direttore facente funzioni della Asl Antonio Caponetti, dei direttori del'Unità operativa complessa (Uoc) Centro trasfusionale, dottoressa Patrizia Accorsi e  dell'Uoc di Ematologia Clinica, dottor Antonio Spadano, dei responsabili dell'Istituto Tessuti e Bio-Banche dottoressa Tiziana Bonfini e  dell'Uosd Centro Diagnosi e Terapia Linfomi, dottor Francesco Angrilli,  del docente di Ematologia all'Università "G. D’Annunzio" e dirigente medico dell’UOC di Ematologia, professor Mauro Di Ianni, di Nicoletta Di Gregorio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo, di funzionari dell'Ubi Banca, rappresentanti del Rotary Pescara, volontari della onlus e personale ospedaliero.

"Siamo felicissimi di aver raggiunto questo ennesimo risultato e aver favorito la ricerca scientifica- ha affermato Cappuccilli - La macchina finalmente ed è stato un impegno oneroso che siamo riusciti ad affrontare facendo squadra.  Per questo motivo ringrazio i componenti del consiglio di amministrazione, i sindaci, i nostri meravigliosi volontari,  che sono i sostenitori  di tutti i nostri progetti, Ubi Banca e la Fondazione Pescarabruzzo”.

"È opinione condivisa che siamo all’inizio di una nuova pagina della medicina - hanno sottolineato Accorsi e Bonfini - Le cellule CAR-T sono cellule modificate con tecniche di ingegneria genetica che aggrediscono in modo specifico le cellule tumorali e che, negli studi clinici preliminari, hanno dimostrato un elevato tasso di risposte, con azione persistente nel tempo. L’utilizzo di queste nuove terapie è stata recentemente approvata in Italia per i pazienti con leucemia linfoblastica acuta (bambini e giovani fino a 25 anni) e linfoma a grandi cellule B (adulti), resistenti ad altri trattamenti, grazie ad un accordo tra le case farmaceutiche produttrici (Gylead e Novartis) e l’agenzia Italiana del farmaco (AIFA).  L’accordo prevede un sistema di rimborso basato sui risultati nel tempo: una prima tranche all’infusione delle cellule, una seconda e una terza a sei  e dodici mesi rispettivamente, in base alla sopravvivenza del paziente e alla risposta alla terapia. Questa modalità è stata adottata per contenere i costi e garantire sostenibilità del sistema. Pertanto. tali farmaci cellulari entreranno nei prontuari regionali, ma sarà necessario che le regioni identifichino i centri ematologici opportunamente qualificati per la somministrazione, poiché ci possono essere reazioni del paziente all’infusione del prodotto anche molto gravi. In Abruzzo, il Centro Ematologico di Pescara  è stato autorizzato come centro prescrittore deputato all’infusione di cellule CAR-T. In ogni caso per produrre tali cellule sarà necessario un lungo periodo di ricerca e sviluppo; a tale scopo è stata coinvolta l’AIL Pescara, che ringraziamo per la donazione del Clinimacs Prodigy in grado di effettuare, in modalità completamente automatica e a circuito chiuso, tutte le lavorazioni necessarie. Sarà, inoltre, necessario adeguare la struttura, attualmente non idonea a produrre cellule geneticamente modificate, e seguire l’iter di autorizzazione alla produzione da parte di AIFA, processo molto complesso che richiederà tempo.  È in corso, inoltre, una stretta collaborazione con il Prof. Mauro Di Ianni, Ematologo dell’Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara, esperto in terapia cellulare, per la ricerca e lo sviluppo di tale tipologia di nuovi prodotti. Riteniamo che soltanto la condivisione di obiettivi, l’appropriatezza dei ruoli e delle responsabilità possa sortire risultati efficaci.  Quanto sopra nella tradizione che ci ha visti sempre in prima fila per ampliare le prospettive di cura dei pazienti e garantire innovatività dei trattamenti”.

"Vorrei evidenziare la strettissima collaborazione che c'è tra l'istituzione e le associazioni di volontariato che operano all'interno dell'ospedale - ha sottolineato il sindaco Masci - L'AIL, facendo da capofila e coinvolgendo altri soggetti privati che danno il loro contributo al territorio, è riuscita ad abbattere i costi di un'operazione importantissima per la vita dei malati. Solidarietà, voglia di fare e volontariato ci sono,ma c'è anche la capacità per intercettare le risorse per fare in modo che attività di questo genere si riescano a concludere.  C'è stato un circolo virtuoso bellissimo".

"Anche questa donazione si iscrive in un processo di ammodernamento e di perseguimento di obiettivi molto innovativi in cui ci stiamo immettendo con un progetto, quello delle CART, che davvero continuerebbe a farci restare all'avanguardia nel settore --- ha precisato Caponetti  - Ciò ci rafforza in un consesso nazionale riservato a poche unità in tutta Italia"."Come Chiesa dobbiamo interessarci alla salute della persona perché abbiamo un ufficio della pastorale ad essa dedicato - ha affermato monsignor Valentinetti - Vedere laici che si impegnano così tanto nel volontariato mi entusiasma e mi mostra il volto di Dio”.

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Proseguono le lezioni all’Università della Terza Età a San Valentino in Abruzzo Citeriore

Nell'ambito del tema "ABRUZZO: la nostra regione" il nuovo appuntamento sarò dedicato alle Farchie Di Fara Filiorum Petri (Ch). 

 

Il fenomeno delle università per gli “over 50”, meglio conosciute come “Università della terza età” è nato alla fine degli anni ’70, ma proprio negli ultimi anni ha visto un notevole aumento di popolarità. Tra gli studenti delle Università della Terza età infatti è molto forte il valore culturale della propria iscrizione. In molti hanno deciso che è giusto continuare a studiare dedicandosi, magari, agli interessi che la vita professionale (o altre casuse) hanno impedito.


"Il motivo principale che ci ha spinto a dar vita a questa difficile scommessa è legato al fatto che a San Valentino, come del resto in molte altre realtà, esiste uno scollamento generazionale che può a poco a poco produrre una perdita di identità del paese e delle sue secolari tradizioni. Per questa ragione ci siamo adoperati insieme all'amministrazione comunale tutta, compresa la minoranza, a mettere in campo questa iniziativa" affermano Luigi Zappacosta, consigliere comunale e Francesco De Gregorio presidente del consiglio comunale.

L'iniziativa è in programma per giovedì 31 ottobre alle ore 18,45 presso la sala G. Ammirati a San Valentino in AC.

 

Ecco il calendario completo:

 

UTE San Valentino in A.C. – Sede distaccata di Pescara – II° Anno

"ABRUZZO: la nostra regione"

Orario lezioni: giovedì ore 18,45

 

2019

17 ottobre 2019

Storie popolari abruzzesi con: DOMENICO TURCHI di GESSOPALENA (CH)

 

24 ottobre 2019

Antico mestiere d’Abruzzo: il BASTAIO di SANTE MARIE (AQ)

 

31 ottobre 2019

Rito tradizionale d’Abruzzo: le FARCHIE di FARA FILIORUM PETRI (CH)

 

7 novembre 2019

Archeologia e speleologia abruzzese con: VALERIO NATARELLI

 

14 novembre 2019

Antico mestiere d’Abruzzo: le CASE IN TERRA di CASALINCONTRA (CH)

 

21 novembre 2019

Rito tradizionale d’Abruzzo: la PANARDE di VILLAVALLELUNGA (AQ)

 

28 novembre 2019

Antico mestiere d’Abruzzo: gli ORAFI di SCANNO (AQ)

 

5 dicembre 2019

Autori e letteratura abruzzese con: DANIELA D’ALIMONTE

 

 

 

12 dicembre 2019

Rito tradizionale d’Abruzzo: la MADONNA CHE SCAPPA di SULMONA (AQ)

 

19 dicembre 2019

Antico mestiere d’Abruzzo: le CERAMICHE di CASTELLI (TE)

 

2020

9 gennaio 2020

Economia locale e regionale con: NICOLA MORSELLA

 

16 gennaio 2020

Rito tradizionale d’Abruzzo: PULGENELLE di CASTIGLIONE MESSER MARINO (CH)

 

23 gennaio 2020

Antico mestiere d’Abruzzo: il TOMBOLO di PESCOCOSTANZO (AQ)

 

30 gennaio 2020

Rito tradizionale d’Abruzzo: i TALAMI di ORSOGNA (CH) con DON ROCCO D’ORAZIO

 

6 febbraio 2020

Storia medievale d’Abruzzo con: ADOLFO MORIZIO

 

13 febbraio 2020

Antico mestiere d’Abruzzo: le COPERTE di TARANTA PELIGNA (AQ)

 

20 febbraio 2020

Rito tradizionale d’Abruzzo: la CORSA DEGLI ZINGARI di PACENTRO (AQ)

 

27 febbraio 2020

Antico mestiere d’Abruzzo: i CONFETTAI di SULMONA (AQ)

 

5 marzo 2020

Medicina: L’ARTROSI E’ ANCHE ABRUZZESE… con: FRANCESCO DE GREGORIO

 

 

12 marzo 2020

Rito tradizionale d’Abruzzo: S. MARGHERITA di VILLAMAGNA (CH)

 

19 marzo 2020

Antico mestiere d’Abruzzo: i MINATORI di LETTOMANOPPELLO (PE)

 

26 marzo 2020

Rito tradizionale d’Abruzzo: la SQUILLA di LANCIANO (CH)

 

2 aprile 2020

Educazione Civica: PICCOLE REGOLE PER MIGLIORARE IL PAESE con: TOTO’ SAIA

 

9 aprile 2020

Antico mestiere d’Abruzzo: i CORDARI di SALLE (PE)

 

16 aprile 2020

Rito tradizionale d’Abruzzo: i SERPARI di COCULLO (AQ)

 

23 aprile 2020

Antico mestiere d’Abruzzo: la POESIA DIALETTALE “ MODESTO DELLA PORTA” di GUARDIAGRELE (CH)

 

30 aprile 2020

Rito tradizionale d’Abruzzo: “LU LOPE” di PRETORO (CH)

 

7 maggio 2020

L’arte in Abruzzo con : GABRIELLA DI FELICE

 

14 maggio 2020

Antichi mestieri d’Abruzzo: gli ARTIGIANI di SAN VALENTINO in A.C. (PE)

 

21 maggio 2020

Rito tradizionale d’Abruzzo: il BUE di S. ZOPITO (PE)

 

28 maggio 2020

CHIUSURA II° ANNO UTE: ABRUZZO in MUSICA

Balli abruzzesi e canzoni di artisti abruzzesi eseguiti da musicisti locali

 

 

 

N.B. In base al numero degli iscritti sarà attivato, in giorno settimanale diverso e orario da concordare con gli iscritti stessi:

  • Un corso di conoscenza di base per l’uso di telefonini e computer con annesso corso iniziale di lingua inglese che sarà condotto da: DAVID G. MONACO

 

I coordinatori UTE di SAN VALENTINO;

  • LUIGI ZAPPACOSTA

  • VALERIO NATARELLI

  • CIRIACO DI LUZIO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Vertenza Oma, Febbo: cerchiamo soluzione che garantisca continuità produttiva

"Come Governo regionale abbiamo seguito fin dall'inizio l'evoluzione della vicenda Oma comprendendo immediatamente che si trattava di una situazione complicata sia per gli aspetti legati alle procedure concorsuali sia per i rivolti di carattere penale. Di una cosa possono stare certi i centocinquanta lavoratori delle due aziende del gruppo che hanno sede in Abruzzo: faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per individuare una soluzione che garantisca continuità produttiva e possa assicurare un futuro ai dipendenti ed alle loro famiglie". Lo ha dichiarato l'assessore alle Attività produttive dell Regione Abruzzo Mauro Febbo, all'indomani della notizia della mancata concessione dell'esercizio provvisorio da parte dei giudici del Tribunale di Pescara e dopo lo stop dei due stabilimenti abruzzesi Oma all'indomani della dichiarazione di fallimento: "Cosa auspicabile ma altrettanto prevedibile - ha aggiunto Febbo - in considerazione del fatto che il Magistrato deve comunque tener conto della tutela dei terzi creditori. in ogni caso, comprendiamo lo scenario drammatico che ha comportato lo stop delle attività all'interno dei due stabilimenti Oma di Tocco da Casauria e di Castiglione a Casauria. Alla curatela, sia il sottoscritto che le Organizzazioni Sidacali, abbiamo rappresentato che la cessazione, anche temporanea dell'attività, comporterebbe grave nocumento al prosieguo di qualsiasi attività"

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