In Breve

Montesilvano, l’amministrazione comunale studia la ripartenza dopo il lockdown

L’amministrazione comunale si prepara ad una ripartenza green con traffico ridotto, strade principali per le auto e viali riservati a bici e monopattini elettrici.

“Stiamo organizzando la ripresa dopo il 3 maggio – afferma il sindaco Ottavio De Martinis - , pensando allo spazio urbano e alla rete stradale del territorio di Montesilvano in un’ottica più sostenibile, puntando molto sulla mobilità alternativa. La bici potrebbe diventare un mezzo di contenimento alla diffusione del Coronavirus, un mezzo sicuro per girare in città senza pericolo di infettarsi. Consci di come potranno cambiare le abitudini di vita cerchiamo di anticipare i tempi con proposte esecutive. Stiamo lavorando già da giorni ad un pacchetto economico per il rilancio dell’economia locale. Già in questa settimana, e così a seguire, incontreremo con riunioni telematiche i rappresentanti di ogni categoria (commercianti, bancari, balneatori, albergatori, ristoratori, piccoli proprietari, imprenditori edili, industriali ed artigiani) con cui vogliamo  condividere un percorso concreto per un auspicato ritorno alla normalità, pur tenendo conto che alcune abitudini dovranno cambiare”.

“L’esempio più concreto è dato dall’improbabile impiego dei bus e delle automobili a pieno carico – spiega l’assessore alla Mobilità Anthony Aliano - . Quando il lockdown sarà sciolto i mezzi pubblici non potranno più avere l’afflusso di prima. Per questo motivo si vuole incentivare l’uso di mezzi privati green: biciclette, monopattini elettrici e tutto ciò che rientra nella cosiddetta “mobilità dolce”. È il caso di ricordare che siamo il primo Comune in Abruzzo  ad aver impiegato le somme del cosiddetto “decreto Fraccaro” per il bike sharing e ad aver liquidato la delibera e l’avviso pubblico per la micro mobilità sostenibile (monopattini e segway). Già in questi giorni abbiamo definito le ubicazioni sul territorio comunale per le “bike station” (i cui lavori, già appaltati, partiranno a maggio); stiamo peraltro selezionando le società interessata al servizio di micro mobilità: a stretto giro, dunque, i cittadini disporranno di bici elettriche, monopattini e segway per ovviare all’inopportuno utilizzo di veicoli ed autobus. Stiamo pensando ad agevolazioni economiche per l’uso e, se del caso, anche alla gratuita fruizione per chi deciderà di fare shopping in città, di affittare ombrelloni presso i nostri stabilimenti balneari e per chi pernotterà nelle nostre strutture alberghiere e b&b”.

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Meritocrazia Italia: per la fase due priorità anche al settore della moda

"La “Fase 1” sembrerebbe ormai alle sue battute finali e l’avvio della ripresa sempre più vicino. Si annuncia la riapertura di molti stabilimenti produttivi. Alcuni settori non sono in grado, tuttavia, di attendere utilmente i tempi della “Fase 2”, che si prospetta lenta ed incerta nella durata. Il settore della moda, ad esempio, è uno di quelli in maggior sofferenza. In mancanza di provvedimenti tempestivi e adeguati, rischia un vero e proprio collasso. Con vanificazione dei risultati finora raggiunti, avendo contribuito a fare del Made in Italy motivo d’orgoglio a livello internazionale.  Negozi chiusi, merce stagionale invenduta e giacente, attività ormai al tracollo annunciano i colori di uno scenario oltremodo preoccupante per il futuro prossimo". Lo affermano i referenti di Meritocrazia Italia.

"Ad essere sotto pressione sono anche (e forse soprattutto) i brand del lusso. A causa dell’emergenza sanitaria, le stime di Federazione Moda Italia fanno prevedere un calo di almeno il 50% degli incassi per il 2020. Il fatturato del mese di marzo risulta praticamente azzerato. I provvedimenti adottati nell’ultimo mese per il contenimento del contagio hanno momentaneamente congelato l’industria della moda. Tutte le aziende hanno dovuto sospendere completamente la loro attività. Quelle più virtuose hanno preferito riconvertire la produzione a beneficio di ospedali ed enti di soccorso.  Il Decreto ‘Cura Italia’ ha rappresentato un importante leva per il recupero economico, ma i settori di mercato meriterebbero attenzione diversificata.  Perché diverso è stato l’impatto dell’emergenza sulla produttività e diversi saranno gli affanni anche quando la macchina prenderà a ripartire. La situazione impone di confrontarsi con la delicata opera di bilanciamento tra esigenze di natura economica e produttivistica ed esigenze (sempre prioritarie) di tutela della salute dei lavoratori. Nella direzione di un recupero che sia realmente sostenibile in relazione alle peculiari difficoltà del momento. Senza discriminazione tra aree produttive, è indispensabile favorire sia la riapertura in ogni ambito che una rivisitazione dell’asset della moda, ovvero clienti, fornitori e persone.  Imprescindibili dovrebbero essere solo i protocolli di sicurezza, da definire con la partecipazione di tecnici tenendo conto delle particolari esigenze di produzione, dei ruoli di intervento operativo riservati ai singoli lavoratori e del particolare contesto ambientale. Igienizzazione e sanificazione degli ambienti, predisposizione di sistemi che consentano il rispetto delle distanze sociali, dotazione di quantitativi adeguati di mascherine, monitoraggio costante della temperatura all’accesso ai luoghi di lavoro, e, ove possibile, riorganizzazione delle attività in smart working sono soltanto alcune delle misure di indispensabile adozione. La necessità di contenere i rischi di contagio, che, in un circolo vizioso, finirebbero per mortificare le utilità della ripartenza e aggravare la posizione di singoli e imprese, rende essenziale una preliminare ricostruzione del quadro dello stato di salute della popolazione aziendale, con possibilità di estensione dei controlli a familiari e conviventi.
Per altro verso, il recupero è possibile soltanto consentendo maggiore agilità nei pagamenti delle imposizioni fiscali, se del caso con dilazioni programmate, e mediante misure idonee ad ammortizzare le perdite dovute all’annullamento degli ordinativi. Meritocrazia Italia auspica l’adozione di politiche di welfare, di gestione della sicurezza dei lavoratori, in ogni settore, e di supporto economico e logistico alle imprese. Auspica, altresì, che l’articolazione di adeguati protocolli di sicurezza si accompagni a meccanismi, altrettanto adeguati, di informazione e formazione.  
Bisognerebbe agevolare anche una riduzione unilaterale temporanea delle ore lavorative, consentendo la sospensione del pagamento del canone con detassazioni per i proprietari degli immobili e del pagamento dell’Iva in dogana.  L’Italia è unica nella sospensione ed anche nella ripartenza. Gli altri paesi comunitari hanno lasciato operare le attività produttive ed industriali circostanza che ha penalizzato ulteriormente il nostro sistema economico già fragile".

 

 

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Lega del Filo d’Oro: al via campagna di raccolta fondi Un contatto che vale per garantire dpi alle persone sordocieche

"Siamo tutti in isolamento, ma pensate all'isolamento di chi non vede, non sente e non parla, come gli ospiti della Lega del Filo d'Oro. Aiutateli in questo momento difficile telefonando al numero 800915000 oppure digitando il sito uncontattochevale.it” - sono queste le parole di Renzo Arbore che vuole ricordare a tutti che ci sono persone con disabilità alla vista e all'udito che rischiano di vivere totalmente isolate ed escluse dalla realtà a causa dell'emergenza sanitaria in corso.

Le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, così come tutte le persone che presentano patologie cronico-degenerative, pluridisabilità e, più in generale, un quadro clinico già compromesso, rappresentano una delle categorie maggiormente esposte al rischio di contrarre il "coronavirus”, ma sono anche più vulnerabili alle ricadute sociali derivanti dalla grave epidemia in corso.

Le persone con disabilità legate alla vista e all'udito, nella maggioranza dei casi, hanno bisogno di assistenza continua.  Per loro e i loro familiari, l'epidemia di coronavirus è estremamente rischiosa. Data la minorazione sensoriale, le persone sordocieche utilizzano prevalentemente il tatto per comunicare e conoscere l'ambiente circostante e in un momento in cui la raccomandazione è quella di mantenere la distanza di sicurezza, questo rappresenta per loro un ulteriore, enorme, ostacolo.

L'esigenza più imminente ora è quella di continuare a reperire Dispositivi di Protezione Individuale e di sanificare gli ambienti per ridurre il rischio di contagio e tutelare la salute degli utenti e del personale. La Lega del Filo d'Oro ha chiesto alle Istituzioni che le persone sordocieche siano equiparate al personale sanitario, per avere accesso a mascherine e a tutti i dispositivi di protezione necessari. Per poter garantire assistenza e cure e la miglior ripresa delle attività, l'Associazione lancia la Campagna di raccolta fondi #uncontattochevale volta all'acquisto di DPI. Per contribuire basta chiamare il numero verde 800 915 000 o andare sul sito uncontattochevale.it.

"Per noi il tatto è vista, e per alcuni di noi anche molto di più. Questa situazione, difficile per tutti, mette a dura prova chi già viveva una vita difficile prima. Questo virus, purtroppo, si può trasmettere anche con il contatto delle mani. E questo è atroce per chi, come noi persone sordocieche, attraverso il tatto si orienta e comunica con il mondo. Per noi avere accesso ai presidi sanitari di prevenzione è necessario per allentare la morsa dell'isolamento a cui siamo stati confinatiNon abbandonateci e non dimenticatevi di noi. Per noi il tatto è tutto è l'appello di Francesco Mercurio Presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d'Oro.

La Lega del Filo d'Oro, nel 2019, ha seguito circa 950 utenti nei diversi servizi, di cui il 7% sono persone che hanno più di 65 anni e il 3% sono bambini tra 0 e 4 anni che spesso presentano un quadro clinico molto complesso.

"Se questo è per tutti noi un momento molto duro, sono le persone che già vivevano prima dell'epidemia una condizione estremamente difficile, quelle che non devono essere dimenticate e lasciate indietro – dichiara Rossano Bartoli Presidente della Lega del Filo d'Oro. – Dobbiamo poter garantire assistenza e cura in sicurezza alle persone sordocieche e alle loro famiglie e al nostro personale, oltre a riprendere al più presto le attività educativo riabilitative. Ce lo chiedono le famiglie che da sole stanno sopportando un carico enorme di fatica e preoccupazione, lo dobbiamo alle persone e ai bambini sordociechi con cui abbiamo iniziato percorsi terapeutici riabilitativi e che rischiano di perdere i progressi fatti se non riprendono i trattamenti. Ci stiamo facendo carico di un impegno economico ingente e straordinario che non riusciremo a sostenere ancora molto a lungo senza anche i ricavi provenienti dalle Istituzioni, sospesi a causa della chiusura obbligata di alcuni servizi, e fondamentali per sostenere il funzionamento delle nostre sedi in dieci regioni d'Italia. Per questo chiediamo il sostegno di tutti”.

LA CAMPAGNA UN CONTATTO CHE VALE, COME SI PUÒ CONTRIBUIRE

Il contatto per chi non vede e non sente è conoscenza e comunicazione. Senza il contatto, nel buio e nel silenzio, si vive un isolamento nell'isolamento. Oltre alla preoccupazione per la salute degli utenti, per le loro condizioni, per le difficoltà aggiuntive che debbono affrontare le loro famiglie, la Lega del Filo d'Oro sta fronteggiando un impegno straordinario per reperire i Dispositivi di Protezione Individuale, indispensabili per rispondere al meglio e in sicurezza a questa pandemia, ma soprattutto per continuare sostenere il funzionamento delle sue sedi in dieci regioni d'Italia, senza anche i ricavi provenienti dalle Istituzioni, sospesi a causa della chiusura obbligata di alcuni servizi. Alla campagna di emergenza coronavirus "Un contatto che vale” si può contribuire con una donazione al numero verde 800915000 oppure scegliendo l'importo di donazione direttamente sul sito uncontattochevale.it

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San Salvo, mascherine protettive gratis e a casa per gli over 65

“Basterà farne richiesta con una semplice telefonata e chi ha più di 65 anni riceverà direttamente a casa le mascherine protettive. Dopo aver pensato a quanti erano nelle condizioni di bisogno, ai quali abbiamo già consegnato assieme ai buoni spesa anche le mascherine, ora estendiamo questa opportunità alle altre famiglie di San Salvo”. Lo annuncia il sindaco Tiziana Magnacca.

L’assessore alla Protezione civile, Giancarlo Lippis, invita i cittadini over 65 a chiamare allo 3668313496 indicando nome cognome e indirizzo e le associazioni di Protezione civile comunali provvederanno ad arrivare a casa per consegnare due mascherine a nucleo familiare.

“Un ulteriore servizio – conclude Lippis – attivato da questa amministrazione con la consegna delle mascherine ricevute dalla Protezione civile regionale e dalle donazioni di aziende e privati cittadini”.

 

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Fossacesia, obbligo dell’uso di mascherine su tutto il territorio comunale

Il Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, ha firmato oggi l’ordinanza con cui si obbligano tutti coloro presenti sul territorio comunale all’uso della mascherina protettiva in spazi pubblici e all'interno degli esercizi commerciali la cui attività non risulti essere sospesa, degli uffici pubblici e privati e delle filiali di istituti di credito e degli uffici postali. “Ho ritenuto opportuno, sentiti i capigruppo consiliari, Petrosemolo, Arrizza ,Allegrini e la Giunta, rendere obbligatorio l’utilizzo della mascherina su tutto il territorio comunale al fine di assicurare una protezione ancora maggiore rispetto alle misure di sicurezza già prese – spiega il Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio – Indossare correttamente la mascherina infatti riduce il rischio di contagio, soprattutto se ragioniamo in prospettiva futura”. L’ordinanza che è entrata in vigore a partire dalle ore 24.00 di ‪oggi, 18‬ aprile, ed avrà validità sino al ‪3 maggio‬, prevede inoltre una sanzione pecuniaria a carico dei trasgressori . “Ho chiesto alle Forze dell’Ordine di vigilare con la massima attenzione sull’obbligo dell’utilizzo delle mascherine – conclude il Sindaco Di Giuseppantonio – perché spero che ogni azione possa essere utile a uscire da questa situazione. Confido ovviamente come sempre nel buon senso delle persone della mia città”

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San Salvo, Magnacca: preoccupazione per il dopo Covid-19

“Ho il dovere di pronunciare parole di speranza, ma non nego la mia forte preoccupazione per la ripresa della produzione delle attività insediate nella zona industriale, molte delle quali legate al settore dell’automotive, che più di ogni altro comparto ha segnato un crollo di cui sarà difficile rivedere una ripresa in tempi brevi”. E’ il commento severo quanto realista del sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca che non vede roseo il futuro per le imprese di questo territorio.

“Preoccupazione anche per le attività turistiche che con il loro lavoro contribuiscono a sostenere la nostra economia – aggiunge il sindaco – per le quali le nubi all’orizzonte sono dense e nere. Ho il dovere di infondere ottimismo, ma oltre le buone intenzioni solo il sostegno governativo e politiche economiche nella direzione di una diffusa solidarietà con contributi statali e regionali non si potrà rimettere in moto la nostra economia”.

Per il sindaco di San Salvo c’è il rischio che possa crescere la povertà e l’esclusione sociale di gran parte dei cittadini per questo “occorre intensificare politiche economiche d’emergenza che oltre a evitare il collasso del sistema italiano possa contribuire a immettere nelle tasche dei cittadini denaro circolante”.

“Voglio infine sperare che ci sia tra noi sindaci un patto tra i sindaci per la condivisione delle esperienze maturate in queste settimane di emergenza di coronavirus per avere, più di ogni altro, avuti contatti diretti con i cittadini ascoltandone gli umori, le attese, le frustrazioni e le richieste di aiuto. Su questo il governo centrale ne tenga conto nel prendere ulteriori decisioni che ci consentano di uscire dalla fase uno per il rilancio del sistema-paese Italia” conclude il sindaco di San Salvo.

 

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Spoltore, ultimata la consegna dei buoni spesa alle famiglie con reddito zero

Prosegue a Spoltore la distribuzione dei buoni spesa per l'emergenza alimentare Covid-19: ieri (15 aprile 2020) è stata ultimata la consegna alle prime 130 famiglie, quelle a reddito zero. Nel frattempo molti cittadini chiedono quale sia l'esito delle loro domande, ma non è necessario: le famiglie che hanno ottenuto il beneficio, ed anche quelle che non l'hanno ottenuto, vengono contattate direttamente dai Servizi Sociali. Insieme al buono spesa vengono distribuiti anche gli elenchi dei negozi dove si può spendere. L'elenco degli esercizi commerciali aderenti all'iniziativa sono comunque pubblicati sul sito internet istituzionale www.comune.spoltore.pe.it

. Per la fase successiva di distribuzione sarà necessario attendere l'integrazione delle domande incomplete: il Comune ha dato infatti questa possibilità ai nuclei familiari, una scelta necessaria per evitare di scartare molte domande e aiutare il numero più alto possibile di persone. Spiegano dai Servizi Sociali: "L’alto numero di domande pervenute e l’incompletezza o imprecisione delle dichiarazioni rese, rendono necessarie integrazioni da parte dei cittadini. Tale circostanza ritarda la conclusione del procedimento, e pertanto la formazione della seconda graduatoria". "Contiamo che entro la settimana si riescano ad assegnare tutti" assicura il sindaco Luciano Di Lorito. "In ogni caso, tutte le famiglie saranno contattate". Il buono spesa è una tantum: l'importo varia dai 150 ai 500 euro a seconda del numero di persone che compongono il nucleo familiare e i fondi sono stati assegnati in base a graduatoria, dando priorità ovviamente alle situazioni economiche più critiche e a nuclei familiari con minori, disabili o altre situazioni di disagio. E' possibile acquistare con i buoni esclusivamente "generi di prima necessità", espressione che comprende: i prodotti alimentari, per l’igiene personale (ivi compresi pannolini, pannoloni, assorbenti) e prodotti per l’igiene della casa. Per ogni informazione è possibile chiamare il COC (Centro Operativo Comunale) al numero 085/4964255 (tutti i giorni, ore 9.00-13.00 e 15.00-18.00).

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Pescara, trovati con arnesi da scasso e denunciati

Gli agenti della Squadra Volante di Pescara, impegnati nel consueto servizio di prevenzione e repressione dei reati, hanno proceduto al controllo di 2 extracomunitari che si aggiravano con atteggiamento sospetto per strada. I due sono stati perquisiti e trovati in possesso di vari arnesi da scasso (pinze, forbici, coltello a serramanico) motivo per cui sono stati denunciati, in stato di libertà, per porto di armi od oggetti atti ad offendere e per possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli. Uno dei era stato già denunciato 2 giorni prima, dal personale della Squadra Volante, dopo esser stato colto mentre commetteva un furto all'interno di un'autovettura parcheggiata. Al termine dell'identificazione e della redazione degli atti di polizia giudiziaria gli stessi venivano posti in libertà. Dopo circa mezz'ora gli agenti sono intervenuti chiamati dagli addetti di un furgone-frigo, intenti ad effettuare le consegne presso vari supermercati, perché erano stati appena derubati di generi alimentari per un valore di circa 120euro. La descrizione fornita dei colpevoli corrispondeva alle descrizioni dei 2 bloccati, che sono stati rintracciati e bloccati dai poliziotti. La merce è stata e i due sono stati ancora una volta denunciati. 

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Sindaci su programmazione sanitaria Regione illustri cosa intende fare per territorio della Marsica

n merito alla polemica sul ruolo della sanità marsicana nell’emergenza epidemiologica, le affermazioni dell'Assessore alla salute della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, nella giornata di ieri ci lasciano alquanto perplessi. In un delicato momento come questo, della contrapposizione politica facciamo volentieri a meno: l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è conoscere, nel dettaglio, cosa la Regione intende fare sulla programmazione sanitaria nella Marsica. Francamente siamo stanchi di sentirci dire che “non verremo abbandonati”, senza sapere come si occuperanno di noi. L’unica vera notizia emersa ieri è la scelta di lasciare no-Covid i due presidi di Pescina e Tagliacozzo, contrariamente a quanto però affermato nei giorni scorsi da altri esponenti politici.  Un orizzonte caotico è quello che ci troviamo davanti a oltre un mese dall’inizio dell’emergenza e dopo i vari interventi che hanno interessato gli ospedali HUB della nostra regione, ultimo in ordine temporale la realizzazione del Covid Hospital a Pescara. Da qui rivolgiamo al Presidente Marsilio una serie di domande per capire cosa ci aspetta.

L'articolo 18 del D.L. 18/2020 ha assegnato all'Abruzzo delle risorse straordinarie aggiuntive per fronteggiare l'emergenza. Con Deliberazione della Giunta regionale del 8.4.2020, n. 176, sono state iscritte nei rispettivi capitoli di entrata e di spesa risorse per un totale di euro 30.908.850 di euro. Tenuto conto che ciascuna Regione è tenuta a redigere un apposito Programma operativo per la gestione dell'emergenza Covid-19, che deve essere approvato dal Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, siamo a chiedere:

1)                  Quando verranno riattivate tutte le funzioni dei presidi sanitari di Pescina e Tagliacozzo e dei relativi Punti di Primo Intervento, ancora tutt’oggi sospesi dall’inizio dell’emergenza?

2)                  Il programma operativo per la gestione dell’emergenza è stato redatto dalla Regione Abruzzo e trasmesso al Ministero della Salute?

3)                  All’interno del programma operativo di cui al punto 2), qual sarà il ruolo del Presidio Ospedaliero di Avezzano e delle strutture di Pescina e Tagliacozzo?

4)                  Con lo scopo decongestionare il carico di lavoro sui presidi ospedalieri che attualmente stanno gestendo i pazienti COVID ed al fine di assicurare ai pazienti No-COVID una maggiore sicurezza, la Regione intende disporre lo spostamento di alcuni reparti come lungodegenza e geriatria nelle strutture di Pescina e Tagliacozzo?

5)                  In relazione alla pianificazione della fase due, in che modo le strutture di Pescina e Tagliacozzo verranno interessate dalla necessità di assicurare il celere smaltimento delle liste di attese, alla luce delle riprogrammazioni disposte dalla fase uno?

6)                  Con riferimento al punto 4) in che misura la Regione Abruzzo sta immaginando di potenziare le prestazioni attualmente erogate dai presidi sanitari pubblici, in che misura, e con quali tempistiche?

Mai come in questo momento abbiamo bisogno di certezze sulla pianificazione della sanità regionale nell’interesse dei cittadini e per tale ragione è indispensabile che la Regione parli chiaramente e per fatti anche del futuro della sanità marsicana. La comunità che rappresentiamo ha bisogno di servizi e impegni concreti, perché il territorio sia coperto e il diritto alla salute tutelato pienamente.

Stefano Iulianella (Sindaco di Pescina), Tonino Mostacci (Sindaco di Collarmele), Vincenzo Giovagnorio (Sindaco di Tagliacozzo), Roberto Giovagnorio (Consigliere provinciale), Enzo Di Natale (Sindaco di Aielli), Velia Nazzarro, (Sindaco di Carsoli), Gianfranco Tedeschi (Sindaco di Cerchio), Rosanna Salucci (Sindaco di Collelongo), Gianclemente Beradini (Sindaco di Gioia dei Marsi) Lorenzo Berardinetti (Sindaco di Sante Marie), Olimpia Morgante (Sindaco di Scurcola Marsicana).

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Carrozzine determinate critica il bando della Regione Abruzzo

 "Con la legge regionale 9/2020 sono state predisposte dalla Regione Abruzzo delle misure straordinarie ed urgenti per l'economia e la disoccupazione per contrastare l'emergenza dovuta al coronavirus. Da questa mattina non facciamo che raccogliere la denuncia delle famiglie dei propri associati, che pur avendo i requisiti per poter accedere alla richiesta sono di fatto impossibilitati a presentarla". Lo afferma l'associazione Carrozzine Determinate Abruzzo a proposito del bando regionale dedicato alle famiglie in difficolta'. "Un bando - sottolinea il presidente dell'associazione, Claudio Ferrante -  non puo' necessitare per l'inoltro della domanda della disponibilita' di un computer, di una stampante e di uno scanner. In un momento storico di emergenza in cui tra l'altro non e' consentita la mobilita' della circolazione, gli uffici preposti chiusi al pubblico, sarebbe stato necessario abbattere completamente la burocrazia e non rendere impossibile a molti l'accesso ai benefici". "Si era parlato di procedure semplificate, di sburocratizzazione della macchina della pubblica amministrazione, di facilita' di accesso del cittadino agli strumenti che governo e regioni stanno mettendo in campo per superare questa straordinaria situazione di crisi dovuta al coronavirus - prosegue - invece la regione Abruzzo non ha previsto neppure un numero di telefono dedicato a questo servizio, solo una mail a cui dopo molte ore non risponde nessuno".

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