Cronaca

Odore acre dal fiume Moro, esposto degli ambientalisti in Procura a Lanciano

Per un presunto caso di inquinamento di un tratto del fiume Moro, l'associazione ambientalista NuovoSensoCivico ha presentato un esposto alla Procura di Lanciano. Il caso riguarderebbe uno stato di alterazione delle acque del Moro, divenute di color grigio e con forte odore acre, all'altezza del ponte di collegamento tra i comuni di Lanciano e Poggiofiorito. Sul posto è intervenuta l'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente (Arta) per campionamenti e prelievi. "Analoghi episodi sono avvenuti in passato nel Moro - dice il coordinatore Alessandro Lanci - quando furono riscontrate morie di pesci. Faremo di tutto, insieme alle istituzioni, affinché gli inquinatori vengano assicurati alla giustizia". 

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Guida in stato di ebbrezza, controlli straordinari a Montesilvano

Sensibilizzare alla guida sicura. Questo l’obiettivo dell’attività condotta ieri sera dalla Polizia Locale di Montesilvano. Due pattuglie hanno effettuato un controllo straordinario sul territorio, volto alla prevenzione della guida in stato di ebbrezza.

I quatto agenti hanno controllato 17 autovetture e tutti i conducenti sono stati sottoposti a un pre test per la verifica dell'idoneità alla guida. Tutti sono risultati idonei. Una sola sanzione è stata elevata per mancato uso di cinture da parte di minore.

«L’attività eseguita ieri sera -  sottolinea l’assessore alla Polizia Locale, Valter Cozzi -  è solo il primo di una serie di controlli periodici, specifici, proprio per sensibilizzare i conducenti a una guida sicura. Purtroppo una delle principali cause degli incidenti stradali, stimati in uno su quattro, seconda alla sola velocità, è proprio la guida in stato di ebbrezza, condizione più frequente negli uomini e nei giovani della fascia di età tra i 25 e i 34 anni. Mettersi alla guida con un tasso alcolemico superiore ai limiti, riduce la prontezza dei riflessi e altera i processi di reazione. Questo controllo vuole essere solo un modo per spronare, soprattutto i più giovani, a non mettersi alla guida dopo aver bevuto, per non rappresentare un pericolo per se stessi e per gli altri. Siamo molto contenti che il bilancio di questa prima serata di controlli sia stato negativo e nessuno dei conducenti fermati sia stato trovato in una situazione di alterazione».

«Di intesa con l’Amministrazione comunale  -  sottolinea il tenente Nino Carletti, ufficiale coordinatore dell’intervento – abbiamo ampliato l’azione a tutela della sicurezza nella circolazione stradale, da sempre portata avanti, realizzando una specifica postazione di controllo dedicata proprio allo scopo di sensibilizzare gli utenti della strada, creando una positiva deterrenza. Il controllo verrà sicuramente ripetuto per i soddisfacenti risultati ottenuti, anche e soprattutto sotto il profilo della prevenzione cui un’informazione giornalistica può ancor più favorire». 

 

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Ferito a colpi di pistola in rissa, 38enne operato ad Atri 

E' stato individuato un terzo ferito nella rissa culminata con una sparatoria la scorsa notte ad Alba Adriatica. Si tratta di un uomo di nazionalità albanese che i militari hanno trovato in una camera dell'hotel nei pressi del quale è scoppiata la zuffa. L'uomo è stato colpito alla testa con una mazza da baseball e con un coltello alla schiena, è stato ricoverato all'ospedale Mazzini di Teramo con grave trauma cranico. Il 33enne è stato arrestato per detenzione illegale di arma da fuoco clandestina e tentato omicidio e avrebbe ammesso di aver esploso i due colpi di pistola, uno dei quali ha ferito il 38enne italiano, residente a Martinsicuro. Anche quest'ultimo è stato arrestato per violazione degli obblighi di sorveglianza speciale che gli imponevano di non allontanarsi dal comune di residenza nelle ore notturne. Il 38enne è ricoverato all'ospedale di Atri, in prognosi riservata, dopo essere stato sottoposto a intervento chirurgico a un rene, colpito dal proiettile calibro 7.65. E' stato invece dimesso dall'ospedale di Giulianova l'altro albanese di 21 anni ferito da colpi di coltello al corpo e a un avambraccio nel corso della rissa. La sua posizione è al vaglio degli inquirenti che stanno ricercando almeno altri due albanesi che avrebbero partecipato attivamente alla rissa. Secondo una prima ricostruzione, il litigio, scoppiato per futili motivi, ha visto contrapposti l'albanese arrestato e i connazionali intervenuti a spalleggiare l'italiano. La pistola, il ristorante dell'hotel dove è iniziata la rissa e due stanze della stessa struttura ricettiva sono stati sottoposti a sequestro probatorio dal magistrato.

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Due feriti, uno dei quali ricoverato in prognosi riservata e sottoposto a un intervento chirurgico nella notte all'ospedale di Atri, il bilancio di una rissa scoppiata all'esterno di un locale di Alba Adriatica la scorsa notte attorno alle 3. L'uomo è in prognosi riservata, ma non correrebbe pericolo di vita. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del reparto operativo provinciale di Teramo e della compagnia di Alba Adriatica diretti dai tenenti colonnello Luigi Delle Grazie ed Emanuele Mazzotta, nella discussione degenerata a colpi di coltello tra un gruppo di italiani e di albanesi, qualcuno ha estratto una pistola ed ha esploso due colpi all'indirizzo di un 38enne che cercava di allontanarsi dalla zona.

L'uomo, un sorvegliato speciale residente ad Alba, è stato raggiunto alla schiena all'altezza di un rene. Trasferito dapprima all'ospedale di Sant'Omero dal personale del 118, è stato successivamente portato in quello di Atri per essere operato.Un altro ferito, un albanese di 21 anni, è stato soccorso e ricoverato all'ospedale di Giulianova per diverse ferite d'arma da taglio al corpo e ad un avambraccio. 

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I guru della sana alimentazione e del benessere a Montesilvano per la seconda edizione di Cibo e Salute

«Il valore informativo scientifico che “Cibo e Salute” ha messo in luce sin dalla sua prima edizione ci ha convinto a rendere, quello che doveva essere un evento estemporaneo, un appuntamento fisso per la città di Montesilvano. L’accostamento ideale tra cibo e salute è una problematica che ciascuno di noi vive quotidianamente e questo congresso animato da professori, specialisti e chef di altissimo spessore ci permette di osservare da una prospettiva differente proprio il vivere in salute, ma anche assecondando i piaceri della buona cucina». E’ con queste parole che il sindaco Francesco Maragno, dal palco del Pala Dean Martin, ha avviato i lavori del secondo congresso “Cibo e Salute”, organizzato dall’omonima associazione presieduta da Anna De Antoni medico, specialista in dieta alcalina e moglie di Nicola Salvatorelli, il medico montesilvanese scomparso lo scorso anno, che diede vita insieme a Niko Romito al ristorante Ninì di Montesilvano colle. 
Numerose le tematiche al centro del congresso volto a offrire consigli utili ed esperienze per raggiungere il pieno benessere a tavola, attraverso l’attività fisica, quella mentale e psicologica, ma anche il marketing e il neuromarketing. All’esterno della sala plenaria sono stati allestiti stand informativi, espositivi e degustativi: dalla pasta realizzata solo con grani antichi, agli orti bio gestibili attraverso un’app, dal pane di solina, ai vini biologici e di qualità, dai formaggi bio, caffè, olio, fino ai brevetti per la trasformazione dell’acqua alcalina.

Nel corso del congresso si sono alternati sul palco: Marcello Spadone, Eugenio Luigi Iorio, Ettore Giugiaro, Anna De Antoni, Giusto Pignata, Anna Maria Naddei, Ivette Wagner, Roberto Bisacci, Vittore Verratti, Rocco Palmisano, Stefano Pais, Luigi Perruzza, Roberto Re, Antonio Farchione, Ettore Cianchetti, Walter Nanni, Giuliano Pandoli, Maurizio Rosati, Alfonso De Cenzo, Daniel Cellli, Fabio Cieri che hanno parlato di stress ossidativo, intolleranze alimentari, tradizione e prevenzione a tavola,  dieta e cancro, odontoiatria, meditazione.

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Traffico illecito di rifiuti a Carsoli, sei denunciati dai carabinieri forestali

Avrebbero organizzato il traffico illecito di rifiuti realizzando una discarica abusiva: si tratta di sei persone, di cui un minorenne, denunciate dai Carabinieri Forestali di Pereto, comandati dal maresciallo Irene Nugara, che hanno eseguito i provvedimenti emessi dalla Dda presso la Procura della Repubblica dell'Aquila, ponendo sotto sequestro un'area recintata a Carsoli; i reati contestati sono quelli di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, combustione illecita di rifiuti e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Sul terreno di un 73enne era stata realizzata una discarica abusiva con carcasse di automobili, parti di elettrodomestici, materiali edili di scarto raccolti e accumulati senza alcuna autorizzazione. Sono stati sequestrati sette automezzi usati per la raccolta e il trasporto illecito di rifiuti: dalle indagini è emerso che il presunto traffico era organizzato da un 70 enne con la cooperazione di tre romeni, rispettivamente di 39, 20 e dieci anni. Anche un 55enne, in più occasioni, ha utilizzato il proprio furgone per raccogliere e trasportare rifiuti, senza le previste autorizzazioni, e li smaltiva nella discarica abusiva. I materiali raccolti venivano depositati in maniera incontrollata all'interno dell'area e, in diverse occasione, dati alla fiamme. 

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I figli di una coppia si nascondono in un armadio spaventati dalla lite tra i genitori

Una lite in famiglia ha talmente impressionato i figli di una coppia a Luco dei Marsi che questi si sono chiusi nell'armadi. Il padre è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti. L'uomo, un marocchino 35enne, con cittadinanza italiana, e' stato arrestato dai carabinieri della stazione locale, dopo l'allarme lanciato dai familiari della moglie, una 36enne di Luco, dove la donna si era rifugiata per sfuggire al marito. Sono stati gli stessi militari dell'Arma durante l'accurato sopralluogo a notare che da un armadio sbucavano tre ragazzini terrorizzati che, evidentemente per mettersi al riparo dalla violenta lite in famiglia, con protagonisti i genitori, avevano cercato riparo all'interno. La moglie, che ha rifiutato di essere visitata, e' tornata in casa per abbracciare e rassicurare i tre figli. 

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Barca da pesca si ribalta, uomo disperso in mare

Proseguono senza sosta le ricerche di Giovanni Amodio, il pescatore 35enne di Martinsicuro disperso da ieri, dopo essere uscito con la barca per posizionare delle reti, nonostante le condizioni meteorologiche non fossero buone. Alle attivita', coordinate dalla Capitaneria di Porto di Pescara, stanno partecipando, insieme alla Guardia Costiera, i Vigili del Fuoco e la Polizia. Ed il nucleo sommozzatori arrivato da Ancona. L'imbarcazione e' stata trovata otto miglia al largo di Martinsicuro, a meta' strada tra la costa e la piattaforma Eleonora, ma del marinaio nessuna traccia

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Sono in corso in mare, al largo della costa teramana, le ricerche di una persona che ieri era uscita in barca per una battuta di pesca, ma non ha fatto ritorno. Il disperso è un marittimo 35enne di Martinsicuro. L'allarme è stato lanciato dai familiari che non l'hanno visto rientrare. L'imbarcazione è stata trovata otto miglia al largo di Martinsicuro. Le ricerche al momento hanno dato esito negativo. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Ancona si sono immersi accompagnati sul posto dall'elicottero dei Vigili del Comando provinciale di Pescara. Per accelerare le operazioni due sommozzatori sono stati prelevati a Civitanova Marche e trasportati sul luogo del naufragio dove hanno effettuato una prima immersione, sono stati poi condotti nel porto di Giulianova dove si sono ricongiunti al resto della squadra, in seguito imbarcata su una motovedetta della Guardia Costiera che sta raggiungendo la zona delle ricerche per immersioni più profonde. Le attività, alle quali partecipano anche Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Teramo, proseguiranno nella notte. Le condizioni meteorologiche sono buone: il mare è calmo e il vento soffia a sei nodi

 

 

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Premio Borsellino, Don Aniello Manganiello: Gesu’ vince sempre sulla camorra

"Gli 'irrecuperabili' non esistono, ed e' questa la convinzione che ha mosso il mio impegno su Scampia, che ogni giorno mi spinge a lavorare per cambiare Napoli, come Borsellino voleva cambiare Palermo". Lo ha detto Don Aniello Manganiello, il parroco di Scampia, che questa mattina ha incontrato, a Pescara, gli studenti dell'Istituto Alberghiero Ipssar 'De Cecco' e dell'Istituto Comprensivo Pescara 4 per presentare il suo volume 'Gesu' e' piu' forte della Camorra', nell'ambito del XXIII Premio nazionale Paolo Borsellino. "Gesu' - ha proseguito - vince sempre sulla camorra attraverso decine di storie di 'convertiti': c'e' Davide, faceva il pusher a Milano e oggi e' volontario in parrocchia, animatore della messa; c'e' un ex boss del cartello di Secondigliano, che guidava una ventina di scagnozzi, e oggi e' un onesto lavoratore; c'e' Mario, ex tossicodipendente, oggi recuperato ed e' capotreno sulla Vesuviana che collega Napoli a Sorrento. Sono storie vere, vissute sulla pelle, che raccontano che chiunque puo' uscire dal 'giro' della microcriminalita', basta volerlo". "La paura, quando ti trovi a vivere, a operare in un quartiere come Scampia, e' normale - ha aggiunto - io all'inizio non volevo accettare Scampia. Ma poi quel quartiere, con la sua gente, ti entra dentro. Il problema allora non e' l'avere o meno paura delle minacce, ma e' quello di soccombere alla paura. Io l'ho avuta, ma ho deciso di reagire, o non sarei rimasto 16 anni a Scampia. Piuttosto ho sofferto la solitudine in cui spesso mi sono ritrovato, l'essere lasciato solo. Quando nel 2008 ho partecipato al servizio de le Iene, ho portato Giulio Golia nei luoghi dello spaccio, gli ho indicato chi erano le 'sentinelle', i 'pali', i codici usati per vendere la droga, e poi l'ho portato nel mercato dove io dicevo che i commercianti erano costretti a pagare il pizzo, e gli stessi commercianti lo negavano, li' sono arrivate le minacce di un clan, che mi minacciava perche' io stavo danneggiando i loro guadagni, perche' lo stavo denunciando dinanzi a una telecamera". 

"Il giorno dopo la messa in onda del servizio mi e' arrivata la telefonata dal vertice della Curia napoletana, dal Cardinal Sepe, che mi rimproverava per quella intervista, quindi invece di sostenermi mi rimproverava, e anche gli altri parroci della mia comunita' non hanno speso una parola per sostenermi. E allora il ritrovarsi da solo, l'essere rimproverato anziche' incoraggiato, e' stato pesante e desolante. La mia esperienza, la mia fede nel Vangelo, la mia convinzione, mi hanno poi spinto avanti, convincendomi, attraverso le storie personali incontrate, che gli 'irrecuperabili' non esistono"

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Mazzocca scrive al Ministro Toninelli su messa in sicurezza degli edifici scolastici

"In qualità di sottosegretario regionale con delega alla Protezione Civile la scorsa settimana ho scritto una comunicazione al ministro Danilo Toninelli, al fine di sollecitare il sedicente governo del cambiamento (sic!) ad avviare una serie di azioni improcrastinabili ed urgenti in merito alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. L'Abruzzo è tra le regioni italiane a più alto rischio come dimostrano le sequenze sismiche registrate negli ultimi due anni. Le nostre volontà oggi trovano nell'esaurimento dei fondi CIPE e DPC un ostacolo di fatto insormontabile". Lo afferma Mario Mazzocca, Sottosegretario Regionale delegato alla Protezione Civile.
"Ho ricordato al ministro dei 78 interventi realizzati in questi ultimi anni, per un ammontare di 62 milioni di euro. Questo però non basta! Il governo deve metterci in condizione di operare interventi urgenti sugli edifici strategici, in primis le strutture scolastiche.
Inoltre abbiamo l'esigenza di recepire parametri univoci e chiari in grado di stabilire l'inagibilità di una struttura ai fini della pubblica sicurezza; la definizione di linee guida sulle procedure da adottare in caso di inagibilità; ed infine la definizione di indirizzi operativi per la realizzazione delle verifiche tecniche.
Toninelli ha il dovere istituzionale di farlo, invece di trascorrere buona parte del suo tempo a rilanciare Twitter, a scrivere post e rilasciare a mezzo stampa dichiarazioni che violano persino il più saldo dei principi, cioè quello di non contraddizione, come ha fatto ad esempio in merito alle navi che possono sbarcare non nei porti ma su altre navi. Disorientato dalla natura confusa e confusionaria di talune esternazioni, ho ricordato al ministro che la mia missiva ha un carattere istituzionale. Vi sembrerà strano, ma da quando il vento del cambiamento soffia imperante sulle nostre fragili vite stiamo assistendo a veri e propri atti di mortificazione delle istituzioni democratiche regionali da parte dello Stato centrale. Lo dimostrano una serie di gesti che reputo intollerabili: il ministro del Sud ad esempio ha disertato all'ultimo minuto il tavolo tecnico sui fondi europei con il nostro Presidente Giovanni Lolli; e lo ha fatto all'indomani di quel terremoto annunciato, in caso di conversione, del Decreto Genova. In maniera unilaterale il governo ha deciso infatti di non destinare all'Abruzzo 250 milioni di euro per la messa in sicurezza anche dell'A24 e dell'A25, cosa che avevamo concordato con il precedente esecutivo. Al danno poi è seguita la beffa: per adesso il ministro Toninelli invece di rispondere alle nostre richieste, ha preferito “lavorare d'intesa” con una consigliera di minoranza pentastellata, Sara Marcozzi! È un gesto di ingerenza da parte della Marcozzi profondamente antidemocratico, pericoloso, che sostituisce le istituzioni con un soggetto privato, con un cittadino qualsiasi.
Al di là di questo aspetto, che ha il sapore di un prequel inquietante di un film che potremmo chiamare “ritorno ai Torlonia contro i cafoni”, le conseguenze per tutto il tessuto sociale abruzzese potrebbero essere devastanti. Esigiamo quindi una risposta rapida e sopratutto chiara: dei sofismi made in Casaleggio Associati l'Abruzzo non sa cosa farsene. Tantomeno il sottoscritto che è amante del lavoro e dell'impegno e non dello shopping compulsivo in cerca dell'ultimo vestito firmato".
 
 
 

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Approvata la proposta di aggiornamento del nuovo piano del Parco Nazionale della Majella

 

L’Ente Parco Nazionale della Majella: il primo in Italia ad aggiornare lo strumento di pianificazione dell'area protetta.

Mentre quasi nessun Parco in Italia muove le proprie funzioni adeguatamente, o almeno secondo le previsioni della L. 394/91, in forza della vigenza di Piano e Regolamento, il Parco della Majella, nell'intento di attivarsi nel rispetto delle previsioni di legge, per poter pienamente adempiere alla propria mission istituzionale, è il primo ad adeguare il Piano del Parco, vigente dal 2009, ed a prepararsi a disporre il consequenziale Regolamento.

Infatti, il Piano attualmente vigente, definitivamente approvato circa 10 anni fa, era stato concepito, nelle sue parti di analisi ecologica e di programmazione delle attività di conservazione, nel lontano 1997. Uno strumento di pianificazione che andava necessariamente adeguato, perché le condizioni ecologiche (basti pensare agli attuali popolamenti di specie protette, sia in termini faunistici che floristici) non erano e non potevano minimamente essere contemplate nella pianificazione redatta a fine anni '90.

I capisaldi del piano sono “Competenza giuridica, profonda conoscenza dei processi ecologici, visione territoriale, comparazione europea e aderenza alle normative internazionali”. Il nuovo Piano è lo strumento di pianificazione principale del territorio della Majella, custodito in un Parco di 750 kmq, con 39 territori comunali e con uno dei più grandi patrimoni di biodiversità d’Europa.

Dal punto di vista giuridico e delle procedure amministrative, l'intento è di assicurare certezza nell’agire di un "nuovo" Ente che sul territorio può e deve esprimere le proprie finalità istituzionali e i propri margini operativi nell’obiettivo della conservazione. Occorre chiarire le complessità procedimentali ed escludere le discrezionalità applicative, non ammissibili secondo il limpido dettato della legge quadro, ma determinatesi in particolare nella disciplina degli aspetti urbanistici, oggi ancora in balìa delle mutevoli opinioni dei dirigenti, con la conseguenza di numerosi contenziosi che hanno avuto, per la maggior parte, esiti sfavorevoli per l’Ente parco. La legge n. 394 del 1991 assegna al nulla osta la natura di atto di certazione, a discrezionalità zero, di mera verifica dell’intervento richiesto di assenso rispetto alle previsioni del Piano per il parco - che per ciò deve essere corredato di tipicità e puntualità, al fine di annullare discrezioni applicative o interpretative - e del Regolamento che deve contenere ogni specificità al fine di fungere da mero tramaglio insuscettibile di determinazioni soggettive.

L'aggiornamento del Piano dunque, oltre alla validazione giuridica di una nuova stesura, che recepisce schemi di respiro europeo, nonché quanto oggi è meglio maturato nel difficile terreno del Diritto delle aree protette, rappresenta un rinnovato ed adeguato strumento nella gestione del territorio e soprattutto relativamente alle funzioni di conservazione della natura: i cambiamenti ecologici in corso, la presenza di specie faunistiche di pregio, come il lupo, il camoscio appenninico e l’orso marsicano, che nel frattempo hanno raggiunto consistenze e distribuzioni importanti, la presenza delle attività antropiche sui territori, sempre più orientate su processi di chiara sostenibilità ambientale (anche in questo campo le cose sono molto cambiate, basti pensare al D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 - regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/cee relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, e al Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Norme in materia ambientale, non ancora vigenti al tempo della redazione del vecchio Piano!), le modalità di gestione agro-zootecniche, che in questi ultimi anni hanno subito un significativo decremento numerico, ma una evoluzione nella qualità e nella sostenibilità ambientale, gli sport sostenibili, anche questi nel frattempo con nuove discipline, inimmaginabili vent'anni or sono, le nuove visioni gestionali nel frattempo maturate anche sulla scorta delle Direttive europee, dei progetti Life, dei piani di gestione delle Aree natura 2000. Cambiamenti della natura e delle istituzioni che non potevano essere contemplati vent’anni fa e che necessitavano di aggiornamento e di una nuova fase operativa. Con il vecchio Piano, per altro, affetto da eccessiva sintesi ed indeterminatezza, mancando per conseguenza il Regolamento del Parco, che doveva disciplinare le attività consentite, l’ampia discrezionalità dirigenziale aveva prodotto una mole inconcepibile di ricorsi e di questioni giudiziarie, oltre che un magma informe di burocrazia che appesantiva il rapporto tra Ente e territorio”.

La stesura del lavoro ha fatto seguito ad una dettagliata attività ricognitiva di vaglio e comparazione della pianificazione adottata nella maggior parte dei parchi nazionali italiani, ed ad un confronto con gli strumenti di gestione di alcuni rappresentativi parchi europei di Cat. II IUCN. La cognizione degli elementi di criticità apparsi nelle diverse realtà o prassi applicative ha costituito la base per una piattaforma di miglioramento ed ammodernamento; sono stati acquisiti spunti utili dall’evoluzione anche internazionale dei principi cardine dell’environmental law e dei suoi strumenti applicativi. In questi termini, per esempio, vanno evidenziate l’ingerenza propositiva del Parco nella gestione dei rifiuti, nella tutela dall’inquinamento luminoso od anche l’azione attiva nella eliminazione dei detrattori ambientali. Sono stati, inoltre, aggiunti importanti passaggi e chiarimenti relativi alle misure previste per la gestione e la conservazione delle c.d. “aree Natura 2000”, ad indirizzi di gestione attiva della wilderness, alle misure di prevenzione degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica, alla semplificazione procedimentale recata per le attività edilizie nelle zone D, all’impiego di meccanismi pattizi tra Parco e stakeholders, ed altri strumenti che corrispondono un adeguamento strutturale che tende ad avvicinare la realtà italiana all’esperienza europea.

La proposta di nuova zonizzazione, per altro, è stata interessata da importanti cambiamenti (vedasi allegata tabella riassuntiva di raffronto): tra le scelte più significative e coraggiose, certamente quella di ampliare la zona A di riserva integrale di circa il 16%. La zona "wilderness" del Parco dunque passa da circa 36000 ettari a quasi 42000 ettari, una delle più grandi riserve integrali d'Europa.

La zona D, di promozione economica e sociale, è stata riperimetrata per la dovuta effettuazione di alcuni adeguamenti cartografici al fine di ristabilire la necessaria e indispensabile coerenza fra Piano del Parco e strumenti locali. Purtuttavia, in ragione della sovraordinazione del Piano per il parco rispetto ad ogni altro strumento di pianificazione, la stessa è stata meglio ripartita in diverse sottozone, con la conseguenza che le "sottozone D2" che comprendono le zone A, B,C,D dei piani urbanistici comunali, soggette a potenzialità edificabili, diminuiscono in percentuale, rispetto al precedente Piano, del 20% circa; mentre, si meglio definiscono, nella pianificazione e nella cartografia, le "sottozone" D3, che comprendono le altre zone dei piani urbanistici comunali, non soggette ad edificazione diretta ed incidente, quali: le zone di interesse generale, destinate alla valorizzazione dei beni culturali, dello sport e delle attività ricreative; parchi e zone di salvaguardia, per aree che rivestono un particolare pregio ambientale, naturalistico, geomorfologico, speleologico, archeologico, paesaggistico o di particolare interesse per la collettività; zone cimiteriali e relative fasce di rispetto.

Un nuovo piano che, pertanto, oltre ad essere in linea con i principi generali di contenimento dell’uso del suolo, declina nella pianificazione di settore un procedimento di pensiero ed una nuova visione, che negli ultimi mesi ha visto impegnati uffici, tecnici e comunità del Parco, nel disegno di una nuova pianificazione, connessa ad una rinnovata elaborazione tecnico-giuridica, al passo con i tempi e con le norme della conservazione e, al tempo stesso, coerente con la storia del territorio.

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Allegato

Tabella riassuntiva di raffronto "Classificazione del territorio"

 

PIANO DEL PARCO - ANALISI STATISTICA DELLE ZONE DI PIANO

ZONA

PROGETTO 2018

VIGENTE 2009

VARIAZIONE

AREA [HA]

AREA [HA]

AREA [HA]

AREA [%]

Riserva integrale

41664,27

35940,76

5723,51

15,92%

Riserva generale orientata

16174,77

21567,19

-5392,42

-25,00%

Area di protezione

15529,59

15948,24

-418,65

-2,63%

Area di promozione economica e sociale

665,01

618,65

46,36

7,49%

Tolleranza riscontrata nei sistemi di riferimento cartografici

61,36

20,17

41,19

-

TOTALE

74095,00

74095,00

-

-

 

 

 

 

 

PIANO DEL PARCO - ANALISI STATISTICA DELLE ZONE D (Area di promozione economica e sociale)

SOTTOZONE D

PROGETTO 2018

VIGENTE 2009

VARIAZIONE

AREA [HA]

AREA [HA]

AREA [HA]

AREA [%]

Zona D1 Insediamenti turistici extraurbani

34,57

90,55

-55,98

-61,82%

Zona D2 Zone A, B, C, D di piano urbanistico comunale

376,24

475,23

-99,00

-20,83%

Zona D3 Altre zone di piani urbanistici comunali

254,21

52,87

201,34

- - -

TOTALE

665,01

618,65

46,36

7,49%

 

 

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