Economia

Lombardo (Uil Abruzzo): Velocizzare i pagamenti dei sussidi

"Velocizzare i pagamenti di tutti gli ammortizzatori sociali messi in campo. E sostenere in tutti i modi il lavoro, che deve tornare al centro di ogni politica locale e nazionale, visto che già oggi sono 16 mila le persone che hanno perso il loro posto di lavoro in Abruzzo". Così Michele Lombardo, segretario generale della Uil Abruzzo, che interviene sui recenti dati diffusi dall’Inps sui pagamenti delle varie forme di sostegno al reddito in Abruzzo.

“Da questi dati – dice Lombardo – emerge l’alto numero di persone che hanno fatto richiesta delle varie forme di ammortizzatori sociali messe in campo per l’emergenza: se uniamo il bonus dei 600 euro a cassa integrazione, fondo di integrazione salariale e disoccupazione, il numero supera abbondantemente le 200 mila persone interessate. Un numero che la dice lunga su quanto anche l’Abruzzo sia in sofferenza rispetto alla situazione socio-economica dovuta al covid-19”. Lombardo, al riguardo, evidenzia un dato in particolare: l’alto numero di richieste di Naspi, vale a dire quello che un tempo era il sussidio di disoccupazione: “Sono oltre 16 mila. È evidente che, nonostante il Dpcm che sospende i licenziamenti, ci sono tantissime persone che hanno perso il posto di lavoro”.

Ma è soprattutto su un aspetto che il segretario generale della Uil Abruzzo pone l’accento: i pagamenti dei sussidi. “Nonostante il lavoro che stanno svolgendo i dipendenti dell’Inps e quelli della Regione Abruzzo – dice - continua ad essere troppo basso il numero di quelli effettuati, pari ad un terzo degli aventi diritto. Questo è il dato che ci preoccupa maggiormente. Bisogna rafforzare la velocità dei pagamenti, perché in questa fase sono le uniche entrate per tanti lavoratori e per le loro famiglie in difficoltà. E bisogna, per questo, far sì che l’aspetto burocratico possa essere snellito al massimo, come già chiesto dalla Uil a livello nazionale, e ci auguriamo che il prossimo decreto legge possa soddisfare appieno esigenza”.

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Coldiretti, perdita di oltre 1,5 miliardi a marzo per la chiusura di bar e ristoranti

In controtendenza rispetto ai mesi precedenti crolla per la prima volta nel 2020 anche la produzione alimentare con una perdita di oltre 1,5 miliardi a marzo per la chiusura di bar, ristoranti pizzerie, gelaterie e agriturismi. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Istat sulla produzione alimentare che segna una riduzione del 6,5% a marzo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In questo contesto è particolarmente rilevante l’annuncio del Governo e delle regioni sulla possibile riapertura delle strutture di ristorazione per far ripartire una importante fetta dell’economia nazionale. Il lungo periodo di chiusura – sottolinea la Coldiretti – sta pesando su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e sui quali gravano anche le difficoltà all’esportazione con molti Paesi stranieri che hanno adottato le stesse misure di blocco alla ristorazione. La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – conclude la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. 

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Coldiretti Abruzzo, distrutte 90 milioni di piante a causa del coronavirus

Trentaseimilioni di piante e fiori distrutti perché rimasti invenduti, in Abruzzo. Il crack del settore florovivaistico colpito dal coronavirus ha coinvolto 800 aziende tra florovivaisti e manutentori del verde per un totale di 90mila giornate di lavoro perse (elaborazione Coldiretti Abruzzo su dati Assoflora 2020). 

"Lo scenario attuale è fortemente drammatico. Sono a rischio tantissime imprese che ora si trovano in gravissime difficoltà con l'assenza di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali e le difficoltà di esportazione dove l'Abruzzo ha svolto fino ad ora un ruolo importante - dice Silvano Di Primio, presidente di Coldiretti Abruzzo e titolare di una delle più grandi aziende florovivaistiche d'Europa - Allo stato attuale sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, nonché le produzioni tipiche della primavera. Si sono fermate anche le vendite e l'export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l'aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini. In Abruzzo il settore è stato colpito al 100%, sono stati cancellati gli ordini, la programmazione è attualmente ferma ma la produzione in vivaio deve comunque continuare ovviamente con grandissima difficoltà e con parte della produzione già distrutta". 

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Imprese e sindacati chiedono interventi alla Regione Abruzzo

«A due mesi esatti dall'inizio dell'emergenza sanitaria Covid-19, che ha provocato una gravissima situazione di crisi economica, la Regione Abruzzo non ha varato alcun provvedimento a favore di imprese e lavoratori. Se questo stato di cose non cambierà presto, dovremo proclamare lo stato di agitazione». E' quanto afferma una nota unitaria sottoscritta da quindici sigle del mondo dell'impresa dei settori dell'agricoltura, artigianato, commercio, cooperazione, industria, servizi e turismo, oltre che dai sindacati dei lavoratori, Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop, Cgil, Cisl Uil e Ugl - . «Per la verità - dicono - il 6 aprile scorso era stata pubblicata la legge regionale numero 9, ma dell'unica misura prevista, la concessione di 5mila euro a fondo perduto per gli investimenti delle imprese, ad oggi non vi è alcuna traccia. E questa mattina le associazioni d'impresa, ma non i sindacati dei lavoratori, sono state invitate a partecipare alla riunione della Terza commissione consiliare per fornire pareri su un'altra proposta di legge che riguarda principalmente il turismo, stanzia appena 19 milioni di euro, ma non recepisce nessuna delle proposte che pure questo schieramento di forze, tutt'altro che irrilevante, aveva formulato».

I firmatari proseguono affermando che «anche il nuovo testo proposto, prima della sua effettiva operatività, sarà sottoposto a una trafila di cui sono certi solo i tempi lunghi, vista le necessità della approvazione nelle commissioni e in Consiglio regionale, la successiva pubblicazione e poi l'avvio concreto delle misure». La sbandierata concertazione con le forze sociali, poi, «si è sin qui risolta soltanto in una serie di riunioni, che oltretutto non hanno tenuto in considerazione alcuna il contenuto di due documenti unitari (che abbiamo tra l'altro tradotto nel nostro manifesto programmatico del Primo maggio) elaborati dalle forze economiche e sociali, di carattere generale e sul turismo, corredati di misure e proposte dettagliate, con indicazioni precise e puntuali sulle risorse necessarie a far sopravvivere le imprese. Insomma, forma senza sostanza».

Le sigle firmatarie rimarcano poi il «fatto che pochi giorni fa, il 7 maggio, è stato annullato un bando di 5,3 milioni di euro per gli investimenti delle imprese in scadenza il 30 maggio "per una mancanza di domande" fotografata però a ben 23 giorni dalla scadenza dei termini. E' vero che l'assessore Febbo ha promesso di ripresentare il bando sotto altra forma, ma questo vuol dire ulteriore allungamento dei tempi». E quanto alla Cassa in deroga, «l'Abruzzo è stata una delle ultime regioni a mettersi in moto, ha recuperato posizioni, ma ci sono ancora migliaia di lavoratori che aspettano le risorse indispensabili per vivere».

Unica nota positiva, «il calendario anticipato delle riaperture per alcune categorie dal 18 maggio prossimo: ma è davvero troppo poco, considerato anche il ritardo della Regione nell'attivazione della sorveglianza attiva e delle altre misure di prevenzione, come ad esempio la somministrazione di tamponi, per evitare pericolose recidive dell'infezione da coronavirus che potrebbero verificarsi». «Ora - conclude la nota - è tempo di porre fine a indugi e tentennamenti: la Regione deve muoversi con la velocità del centometrista e reperire immediatamente tutte le risorse possibili dai fondi comunitari al Master Plan, mettendo sul piatto della bilancia almeno 100 milioni di euro per credito, turismo, messa in sicurezza delle aziende, trasporto di persone, ristoro sugli affitti, tanto per fare alcuni significativi esempi. Senza dimenticare l'abbattimento, altrettanto indispensabile, delle addizionali Irap e Irpef che pesano in modo insopportabile su imprese e famiglie e che, probabilmente, non saranno nemmeno in grado di pagare. Ci aspettiamo operatività e fattività, altrimenti l'economia abruzzese non ce la farà a superare una crisi così violenta, inedita e drammatica. Aspettiamo infine il Decreto nazionale cosiddetto "Rilancio" per vedere quali saranno le azioni per provare a ripartire: per chi potrà e per chi ne avrà davvero la voglia». 

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La Cgia di Mestre chiede di azzerare le imposte erariali per le micro e piccole imprese

La Cgia di Mestre per il 2020 chiede di azzerare le imposte erariali per le micro e piccole imprese: stop a Irpef, Ires e Imu sui capannoni. Per l'erario il mancato gettito ammonterebbe a poco piu' di 28 miliardi di euro. Le ditte individuali, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti e le societa' di persone interessate da questa misura di alleggerimento fiscale sarebbero circa 4,9 milioni, pari all'89 per cento circa di tutte le attivita' economiche presenti nel Paese.
In termini di gettito, l'Ufficio studi della Cgia stima che all'erario verrebbero a mancare 28,3 miliardi di euro cosi' suddivisi: 22,7 miliardi di Irpef; 4,2 miliardi di Ires; 779 milioni di imposta sostitutiva versata dalle partite Iva che hanno aderito al regime forfettario e 500 milioni circa di Imu sui capannoni. Dalle attivita' con meno di 1 milione di euro di fatturato, continuerebbero invece a incassare le loro spettanze sindaci e presidenti di Regione: 3 miliardi di Irap, 2,5 miliardi di Imu, 1,6 miliardi di addizionale regionale Irpef e 610 milioni di addizionale comunale Irpef. Nel complesso, quindi, piccole e micro imprese dovrebbero versare alle Autonomie locali 7,7 miliardi di euro. Per la Cgia il modello da imitare e' quello tedesco. In Germania, sottolinea la confederazione artigiana, le misure anti Covid-19 introdotte per sostenere le piccole e medie imprese hanno raggiunto i 50 miliardi di euro. Le micro aziende fino a 10 addetti, ad esempio, hanno ricevuto nel giro di qualche giorno fino a 15 mila euro di trasferimenti diretti.

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Fase 2, i bandi della Camera di Commercio di Chieti – Pescara

'Ripartire con intelligenza', sono queste le parole d'ordine, pronunciate dal presidente della Camera di Commercio Chieti-Pescara Gennaro Strever, per il piano di azione della Camera di Commercio deliberato dal consiglio camerale, nell'ultima seduta camerale e che prevede uno stanziamento complessivo per il biennio 2020 - 2021 di 5,5 milioni di euro di cui tre milioni subito disponibili. Liquidità immediata alle imprese attraverso contributi a fondo perduto, erogati in 15 giorni, per abbattere gli interessi sui finanziamenti previsti dal Decreto Cura Italia; adottare i dispositivi di sicurezza per prevenire la diffusione del corona virus negli ambienti di lavoro; favorire la digitalizzazione dei processi aziendali. "Si tratta di un intervento straordinario ed unico nella storia della Camera di Commercio. Il nostro obiettivo, nel rispetto della salvaguardia delle vite umane, è garantire una ripresa veloce della produzione. Per questo, aiutiamo le imprese in quelle azioni che sono imprescindibili per la ripartenza come l'urgenza di liquidità, la messa in sicurezza del personale, l'adozione di nuove tecnologie che abbiamo scoperto essere molto vantaggiose per le nostre realtà. Ringrazio i consiglieri, i revisori e tutto lo staff camerale per la velocità con la quale hanno lavorato alle definizione delle risorse da destinare a questi bandi ed alla loro immediata operatività". Il primo a partire è quello sulla concessione di contributi per l'abbattimento degli interessi sui finanziamenti finalizzati a favorire gli investimenti produttivi e la liquidità necessaria per la gestione aziendale (possono essere rendicontate le spese dal 23 febbraio). Verrà pubblicato sul sito dell'ente camerale  lunedì 11 maggio, mentre le domande potranno essere presentate a partire dal 21. Tra i finanziamenti ammissibili ci sono i costi del personale, gli investimenti o il capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi. L'entità del contributo copre il 100% degli interessi e dei costi corrisposti per prestiti fino a 25mila euro, il 70% per prestiti dai 25mila ai 100mila euro, fino ad un massimo di tremila euro per impresa. Queste le altre scadenze: per il bando relativo alle misure di adeguamento per il contenimento del virus sui luoghi di lavoro, le domande potranno essere presentate dal 28 maggio; quelle per la digitalizzazione dei processi aziendali partiranno invece il 4 giugno. 

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Flash mob dei balneatori abruzzesi che chiedono chiarezza sulla riapertura

Flash mob dei balneatori abruzzesi, che chiedono chiarezza e indicazioni sulle modalita' di riapertura. L'iniziativa - promossa da sib Abruzzo Confcommercio, Fiba Confesercenti, Assobalneari Confindustria e Consorzio Ciba - si svolgera' domenica 10 maggio, dalle 11 alle 12: ogni operatore turistico si trovera' da solo in spiaggia con la tipica maglietta da salvataggio, il salvagente e la mascherina a protezione di bocca e naso e montera' un solo ombrellone sulla battigia. "Con questa protesta simbolica vorremmo richiamare l'attenzione dei bagnanti e dire loro che noi siamo pronti per partire con la nuova stagione - dicono i promotori del flash mob - L'attuale situazione epidemiologica permette di iniziare a immaginare una futura imminente riapertura delle nostre attivita'. Preparare le nostre spiagge richiede pero' settimane di lavoro, ma senza regole e' impossibile. Conoscere le modalita' di riapertura oggi ci permetterebbe di riaprire a fine mese. Ci sentiamo quasi derisi dal moltiplicarsi di proposte presentate sui media, ma che sappiamo inapplicabili". 

 

immagine di repertorio

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Solo il 2,2% delle imprese abruzzesi ha ottenuto fin qui il finanziamento

Solo il 2,2% delle imprese abruzzesi ha ottenuto fin qui il diritto ad essere finanziato. Sono complessivamente 2781, per un importo totale che sfiora i 127 milioni di euro, le domande pervenute fino all'altroieri dall'Abruzzo al Fondo centrale di Garanzia dal 17 marzo scorso, data di entrata in vigore dei cosiddetti decreti ''Cura Italia'', ''Liquidità'' e degli altri provvedimenti varati dal Governo Conte per far fronte all'emergenza Coronavirus. E' quanto denuncia la Cna Abruzzo. Le richieste, ora in attesa di finanziamento dopo il via libera delle banche cui le imprese avevano presentato le loro richieste, sono state presentate in stragrande maggioranza nella provincia di Chieti (1146, per 41 milioni e 841mila euro complessivi), seguita da Pescara (595; 30 milioni per 335mila euro); Teramo (584; 25 milioni per 836mila euro) e L'Aquila (456, per 28 milioni e 951mila euro). I dati, diffusi dal Ministero dell'Economia e dal Mediocredito Centrale, testimoniano come, ad oggi, la stragrande maggioranza del sistema produttivo locale sia ancora in attesa di quella liquidità necessaria a scongiurare in questa fase drammatica il rischio fallimento: in Abruzzo sono infatti circa 126mila le imprese attive, e dunque le percentuali sono presto fatte. Così, la Cna Abruzzo, per bocca del direttore regionale Graziano Di Costanzo "chiede una decisa svolta" osservando come, a due mesi dall'avvio di una crisi tanto improvvisa quanto devastante "sia solo il 2,2% delle imprese abruzzesi a vedersi riconosciuto il diritto al finanziamento. Insomma, il mondo degli istituti di credito, nonostante l'Associazione bancaria italiana segnali negli ultimi giorni una crescita cospicua delle domande di finanziamento, continua a procedere piuttosto lentamente. Non rispondendo alla richiesta di liquidità veloce necessaria ad attenuare i gravissimi danni del momento".

Analizzando più nel dettaglio le cifre fornite dal Fondo centrale di Garanzia, si osserva però che le richieste di finanziamento fino a 25mila euro, tipiche delle imprese più piccole, rappresentano la stragrande maggioranza del totale: sono infatti 2452, ovvero l'88%, con circa 49 milioni di finanziamento richiesto: cifra che però rappresenta poco meno del 39% del totale. "Si tratta -dice Di Costanzo- dei finanziamenti che godono della garanzia totale fornita dallo Stato, e che quindi avrebbero dovuto essere erogati quasi automaticamente. E invece scontano anch'essi ritardi inaccettabili: ci risulta tra l'altro che alcuni istituti di credito abbiano adottato modalità tecniche piuttosto complesse, con l'applicazione di specifici software non di uso comune tra le aziende". "Siamo consapevoli -conclude- delle difficoltà operative in cui si trovano ad operare in questo momento le banche, cui offriamo la nostra piena collaborazione attraverso i nostri uffici e il nostro confidi. Tuttavia è fondamentale che facciano tutti gli sforzi necessari a far arrivare la liquidità soprattutto al mondo della micro e piccola impresa, ormai allo stremo".

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Povertà in crescita, Confcooperative: rilanciare i servizi socio-sanitari con la cooperazione sociale

Ben 103 cooperative, 2.762 soci, 3.012 dipendenti, e un valore economico di 254.881.040 milioni di euro. Sono numeri significativi, relativi alle sole realtà socio-sanitarie associate a Confcooperative Abruzzo, ma che già da soli testimoniano che gli indispensabili servizi sociosanitari ed educativi in Abruzzo sarebbero a rischio per una larga fetta della popolazione senza l’apporto decisivo della cooperazione. E tutto questo in un contesto di povertà crescente, già denunciato nei giorni scorsi, che vedrebbe allargarsi significativamente la fascia di quanti non potranno permettersi servizi di qualità. È quanto sostiene Confcooperative Abruzzo, per bocca del presidente Massimiliano Monetti e Ida Guetti, presidente di Federsolidarietà Abruzzo, l’organizzazione di rappresentanza politico-sindacale delle cooperative sociali, mutue ed imprese sociali di Confcooperative.

“Si tratta – dicono – di un mondo che, in piena emergenza coronavirus, ha continuato a lavorare instancabilmente, a volte reinventandosi, più spesso sacrificandosi, ma dimostrando che quando si parla di “territorio”, i protagonisti già ci sono: sono le realtà che gestiscono le case di riposo, gli operatori che fanno assistenza domiciliare integrata, conoscendo persone, comunità, risorse e problemi. Sono quelle persone che hanno reso meno drammatica l’emergenza per tantissime persone fragili, nelle strutture residenziali come nelle loro case. Anche loro vanno annoverati tra gli “eroi” di questa fase storica”.

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Coldiretti, comparto alimentare è l’unico settore in crescita

 L’approvvigionamento alimentare degli italiani è stato garantito grazie a 3 milioni di lavoratori che nonostante i rischi per la salute hanno continuato a lavorare in piena pandemia in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita in Italia, tra ipermercati (911) supermercato (21101), discount alimentari (1716), minimercati (70081 e altri negozi (138000). È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento ai dati Istat sul commercio al dettaglio nel mese di marzo con l’alimentare che in controtendenza è l’unico settore in crescita del +3,5% in valore e del +2,1% in volume, su base tendenziale. Un risultato che - spiega la Coldiretti - è il frutto di un forte aumento in supermercati (+14%) e discount (+7,5%) mentre calano gli ipermercati (-9,1%) ed tengono i piccoli negozi alimentari (-1%) Un aumento favorito anche dalla chiusura forzata di ristoranti, mense, bar, gelaterie, pasticcerie, agriturismi e, in molte regioni, anche i mercati rionali e quelli degli agricoltori, che - sostiene la Coldiretti - vanno riaperti al più presto per aumentare la possibilità di scelta, combattere le speculazioni e ridurre le file e gli assembramenti davanti al dettaglio tradizionale.Proprio per questo torna la spesa dal contadino con la riapertura dei farmers market in tutta Italia nel primo weekend dopo il lungo periodo di lockdown a partire venerdi 8 maggio dal mercato di Campagna Amica al Circo Massimo di via San Teodoro 74 a Roma che riapre a servizio delle famiglie che vogliono tornare a consumare prodotti freschi, di stagione, del territorio a chilometri zero

La filiera agroalimentare made in Italy dai campi agli scaffali - sottolinea la Coldiretti - ha tenuto nonostante la tendenza all’accaparramento e al verificarsi di pericolose file che hanno provocato una impennata degli acquisti al dettaglio. Una vera e propria spesa di guerra con aumenti del 145% negli acquisti di farina, +78% arance, +60% mele, +57% mozzarella, +57% uova, +32% formaggi, +31% salumi, +25% riso, latte +22% e +14% pasta secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea/Nielsen.Uno sforzo importante della filiera che è riuscita a garantire le forniture nonostante le difficoltà con quasi sei aziende agricole su dieci (57%) che stanno affrontando una situazione di crisi secondo l’analisi Coldiretti/Ixe

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