Economia

Finanziamenti europei, Ufficio Unico con Pescara e Spoltore e Montesilvano

Gestire i servizi di progettazione, programmazione e accesso ai finanziamenti resi disponibili dai programmi europei, ma anche nazionali e regionali, in maniera condivisa con i Comuni di Pescara e di Spoltore. Con questo obiettivo il Comune di Montesilvano, con atto di Consiglio, ha approvato lo schema di convenzione per l’Ufficio Europa Area Metropolitana -  UEAM. «Le opportunità che provengono dai bandi di natura europea -  dichiara il consigliere Adriano Tocco, presidente della Commissione Affari Istituzionali -  sono molto significative. Tuttavia i Comuni spesso perdono occasioni di valorizzazione dei propri territori per mezzo di tali strumenti proprio per la mancanza di risorse interne dedicate a questo specifico ambito. L’approvazione di questo schema di convenzione ci consente di partecipare al bando della Regione Abruzzo “Empowerment delle Istituzioni Locali”, destinato agli Enti locali e volto alla costruzione di una strategia unitaria di sviluppo territoriale. In sostanza partecipare a questo bando ed ottenere tale finanziamento ci consentirà di creare un Ufficio Unico in condivisione con Pescara e Spoltore, dedicato ad intercettare fondi, ma anche proporre una strategia integrata di informazione e sensibilizzazione sulla cultura europea».

Questo ufficio si pone come obiettivo di favorire la gestione associata delle politiche e dei servizi europei dell’area metropolitana al fine di garantire un’efficace dinamica cooperativa tra gli enti locali e di utilizzare al meglio le opportunità offerte dall’Europa. La convenzione prevede che verranno realizzati momenti di incontro con ragazzi e giovani. I servizi formativi consentiranno di intercettare i bisogni degli interlocutori. L’UEAM include anche servizi di orientamento sui programmi e sui bandi europei e di sviluppo delle idee progettuali. L’UEAM si pone anche l’obiettivo di attivare un modello di gestione associata del sistema di servizi europei di area vasta che sia funzionale alle caratteristiche formali e informali, alle potenzialità delle organizzazioni coinvolte e che sappia valorizzare l’esperienza maturata dai Comuni.

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Reddito medio in Italia di 20.940 euro, in aumento dell’1,2%

Il Dipartimento delle Finanze grazie alle innovazioni nel processo legato alla dichiarazione precompilata, avviate dall’Amministrazione Finanziaria nel 2015, ha reso disponibili in modo tempestivo i dati delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nel 2017,riferite all’anno di imposta 2016.
Per una corretta interpretazione dei risultati statistici delle dichiarazioni dei redditi è utile ricordare i dati macroeconomici dell’anno di riferimento: nel 2016 il PIL ha presentato una crescita del +0,9% in termini reali  e del +1,7% in termini nominali
Sono circa 40,9 milioni  (+0,25% rispetto all’anno precedente) i contribuenti che hanno assolto l’obbligo dichiarativo, direttamente attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione “Redditi Persone Fisiche” e “730”, o indirettamente attraverso la dichiarazione dei sostituti d’imposta (Certificazione Unica - CU). 20,2 milioni hanno utilizzato il modello 730, 9,8 milioni i soggetti hanno presentato invece il modello “Redditi Persone Fisiche”, mentre i dati dei restanti 10,9 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello CU compilato dal sostituto d’imposta.
Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a circa 843 miliardi di euro (+10 miliardi rispetto all’anno precedente) per un valore medio di 20.940 euro, in aumento dell’1,2% rispetto al reddito complessivo medio dichiarato l’anno precedente.
L'analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (24.750 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (23.450 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (14.950 euro); anche nel 2016 il reddito medio nelle regioni del Sud, pur aumentato rispetto all’anno precedente è cresciuto meno rispetto alla media nazionale.
I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’82% del reddito complessivo dichiarato; il reddito da pensione, rappresenta circa il 30% del totale del reddito complessivo. I lavoratori autonomi mostrano il reddito medio più elevato, pari a 41.740 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 21.080 euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 20.680 euro, quello dei pensionati a 17.170 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 17.990 euro. Si ricorda che la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef.
E’ opportuno ribadire che per “imprenditori” nelle dichiarazioni Irpef si intendono i titolari di ditte individuali, escludendo pertanto chi esercita attività economica in forma societaria; inoltre la definizione di imprenditore non può essere assunta come sinonimo di “datore di lavoro” in quanto la gran parte delle ditte individuali non ha personale alle proprie dipendenze. Sarebbe pertanto improprio utilizzare i dati sopra riportati per confrontare i redditi degli “imprenditori” con quelli dei “dipendenti”.
 Analizzando l’andamento dei redditi delle singole categorie di contribuenti emerge che , rispetto al 2015, crescono in misura significativa i redditi medi d’impresa (+5,3%) e da lavoro autonomo (+9,0%),  anche per effetto dell’ampliamento dell’applicabilità del regime forfetario: la fuoriuscita dalla tassazione ordinaria di imprenditori e lavoratori autonomi di piccole dimensioni, che dichiarano normalmente redditi bassi, determina infatti un aumento del reddito medio dichiarato soggetto a Irpef ordinaria. Cresce anche il reddito medio da partecipazione (+5,7%).
Il reddito medio da pensione mostra una crescita dell’1,8%, confermando il trend degli anni precedenti, mentre il reddito medio da lavoro dipendente rimane sostanzialmente stabile (+0,1%).Tuttavia, se si includono nel reddito medio da lavoro dipendente i premi di produttività, per i quali nel 2016 è stata reintrodotta la tassazione sostitutiva, la variazione sale al +0,6%.
Nel 2016 l’ammontare del reddito da fabbricati soggetto a tassazione ordinaria ammonta a 27,5 miliardi di euro, con una riduzione del 2,4% rispetto al 2015. I redditi da fabbricati di immobili locati soggetti a tassazione sostitutiva (cedolare secca) mostrano incrementi sostanziali, del 9,4% in caso di aliquota ordinaria (al 21%) e del 31,6% in caso di aliquota ridotta per canone concordato (al 10%).
La nuova tassazione sostitutiva dei premi di produttività introdotta nel 2016 - si legge nella nota del Mef - ha interessato circa 1,9 milioni di soggetti, ossia quasi un dipendente su dieci, per un ammontare di circa 2 miliardi di euro di retribuzione. L’agevolazione consiste nella tassazione ad aliquota agevolata del 10% su questa parte di retribuzione. Nel 2016 è stato anche introdotto il regime agevolato per i lavoratori impatriati che prevede l’imponibilità sul 70% dei redditi anziché sull’intero ammontare. Il regime è stato utilizzato da circa 1.300 soggetti. Tale regime si aggiunge agli altri due già esistenti: quello per il “rientro dei cervelli”,che ha interessato oltre 2.200 soggetti e che prevede l’imponibilità sul 20% dei redditi per le donne e sul 30% per gli uomini, e quello per i docenti e ricercatori rientranti in Italia, che ha interessato oltre 1.200 soggetti e che prevede l’imponibilità soltanto sul 10% del reddito. Per i regimi “impatriati” e “rientro dei cervelli” i redditi medi lordi sono pari a 84.968, circa quattro volte superiori al reddito medio da lavoro dipendente. Nel caso dei ricercatori il reddito medio di 153.700 è anche sette volte maggiore del reddito medio da lavoro dipendente, a conferma dell’elevato livello di qualificazione dei contribuenti che rientrano in Italia.
L’imposta netta totale dichiarata è pari a 156 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. Al netto degli effetti del bonus 80 euro, l'imposta netta Irpef  risulta pari in media a 5.070  euro e viene dichiarata da circa 30,8 milioni di soggetti, pari al 75% del totale dei contribuenti. Oltre 10 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. Si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento. Inoltre, considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus “80 euro”, i soggetti che di fatto non versano l’Irpef salgono a circa 12,3 milioni.
Analizzando i contribuenti per fasce di reddito complessivo si osserva che il 45% dei contribuenti, che dichiara solo il 4,2% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15.000 euro; in quella tra i 15.000 e i 50.000 euro si posiziona il 50% dei contribuenti, che dichiara il 57% dell’Irpef totale, mentre solo il 5,3% dei contribuenti dichiara più di 50.000 euro, versando il 39% dell’Irpef totale. Rispetto all’anno precedente, aumenta il numero dei soggetti che dichiarano più di 50.000 euro (+38.000). I soggetti con un reddito complessivo maggiore di 300 mila euro sono anche tenuti al pagamento del contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito eccedente tale soglia: si tratta di circa 35.000 soggetti (0,1% del totale contribuenti), per un ammontare complessivo di 321 milioni di euro (circa 9.439 euro in media).
Nel 2016 è in vigore il blocco degli aumenti delle aliquote dei tributi locali che riguarda anche le addizionali all’Irpef. Eventuali aumenti scattano in automatico nelle Regioni che presentano deficit sanitari. L’addizionale regionale Irpef ammonta nel 2016 a circa 11,9 miliardi di euro (+0,9% rispetto al 2015). L’addizionale regionale media è pari a 410 euro (400 euro nel 2015). I valori più alti si registrano nel Lazio (640 euro) e in Piemonte (510 euro), in relazione agli automatismi fiscali per il deficit sanitario attivi in entrambe le Regioni; i valori più bassi si rilevano nelle regioni Basilicata e Sardegna (entrambe a 270 euro).
L’addizionale comunale ammonta invece complessivamente a 4,7 miliardi di euro, in aumento dello 0,9% rispetto al 2015, con un importo medio pari a 190 euro, che varia dal valore massimo di 250 euro nel Lazio, al valore minimo di 60 euro nella Provincia autonoma di Bolzano.

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Contrasto alla povertà, le misure hanno raggiunto il 50% della platea

Le misure di contrasto alla povertà hanno raggiunto il 50 per cento della platea potenziale. È quanto emerge dai dati comunicati dall'Inps. I benefici economici del Reddito di inclusione, del Sostetgno per l'iinclusione attiva (Sia) e delle misure regionali, spiega il presidente Tito Boeri, "hanno raggiunto 251 mila famiglie al 23 marzo di quest'anno, coinvolgendo 870 mila persone. Si tratta di dati cumulabili", osserva Boeri. Sette beneficiari su dieci sono in regioni meridionali.
Il reddito di inclusione ha sostituito dal primo gennaio 2018 il sostegno per l'inclusione attiva (Sia), dimostrandosi "più generoso e favorendo le famiglie numerose", sottolinea Boeri.
Nei dati comunicati dall'INPS si legge che nel primo trimestre di quest'anno il Rei a aggiunto 317 mila persone pari a 110 mila nuclei familiari. La maggior parte dei benefici vengono erogati al sud per il 76% delle persone coinvolte, con in testa Campania, Calabria e Sicilia. Il numero medio di componenti per nucleo familiare e' passato da 4 per il Sia a 3 per il Rei e l'incidenza dei percettori del reddito di inclusione risulta massima per i nuclei con 6 o più componenti.  L'importo medio mensile e' di 297 euro e risulta variabile a livello territoriale con un minimo di 225 euro per la Valle d'Aosta fino ai 328 per la Campania; complessivamente le regioni del sud hanno valore medio piu' alto di quelle del Nord e del Centro.

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Pepe: al via i progetti di Macrofiliera

Dopo la pubblicazione nei giorni scorsi delle domande selezionate relative ai progetti integrati di Microfiliera, con la Determinazione dirigenziale n. DPD018 del 26 marzo 2018 è stato approvato anche l’elenco provvisorio delle domande relative ai Progetti Integrati di Macrofiliera.

Lo ha reso noto l'assessorato alle politiche agricole. "Si tratta di un nuovo strumento di programmazione attivato per la prima volta dalla Regione Abruzzo - ha sottolineato l'assessore Dino Pepe - e al quale l'Assessorato alle Politiche Agricole ha riservato specifici fondi, finalizzati alla creazione o al rafforzamento delle più importanti filiere agroalimentari regionale".

L'elenco comprende 14 partenariati che rappresentano 8 filiere: avicola, carni bovine/suine, ovi-caprina, lattiero-casearia, olivicola, vitivinicola, ortofrutticola e cerealicola-foraggera.

"Con la pubblicazione di questo elenco, che costituisce  al momento solo una manifestazione di interesse - spiega l'assessore - si chiude la prima fase dei progetti integrati di Filiera (PIF),  che proseguirà con la pubblicazione a breve del bando relativo alla sottomisura 16.2 (seconda fase), al quale potranno comunque partecipare anche nuovi partenariati che potrebbero costituirsi tra gli operatori delle diverse filiere interessate, enti di ricerca, ecc.,  finalizzati a migliorare la competitività dei produttori agricoli e delle imprese agroalimentari regionali attraverso l’introduzione e l'implementazione di innovazioni di prodotto, di  processo o di tipo organizzativo".

"Il prossimo bando della SottoMisura 16.2 - ha concluso l'Assessore - metterà a disposizione dei partenariati 1,4 milioni di euro per finanziare circa 7 progetti, atteso che l'importo massimo della spesa ammissibile sarà di 200.000 euro per progetto". 

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Fondi per la riqualificazione professionale dei lavoratori di aziende in crisi

Un piano di formazione per la riqualificazione professionale dei lavoratori di aziende che intendono prevenire forme di crisi occupazionale. È l'obiettivo principale del nuovo bando "Prepararsi al cambiamento per prevenire crisi aziendali" che è stato pubblicato dalla Regione Abruzzo nell'ambito della programmazione POR FSE 2014-2020.

Con l'Avviso pubblico, in sostanza, la Regione intende finanziare quelle aziende che in vista di una ristrutturazione necessitano di una riqualificazione dei propri lavoratori per una nuova collocazione professionale oppure in ragione di un rafforzamento intendono consolidare la posizione dei lavoratori all'interno dell'azienda stessa. L'intervento in questo senso vuole venire incontro a quelle aziende che si trovano in una situazione di difficoltà in modo da agevolare azioni di riqualificazione per evitare l'entrata in uno stato di crisi che potrebbe provocare l'espulsione dei lavoratori dal mercato del lavoro, con tutte le conseguenze sociali ed economiche del caso. Per aderire al piano di riqualificazione o consolidamento è necessario che l'impresa presenti alla Regione specifico piano formativo.

L'intervento prevede due linee di azione: la Linea 1 riservata alle imprese che insistono nell'area di crisi complessa Val Vibrata-Valle del Tronto e la Linea 2 per quelle imprese che hanno una diversa collocazione. Per le imprese della Linea 1 si richiede la stipula, a norma dell’art. 44, co. 11 bis, del D.Lgs. n. 148/2015, un Accordo di integrazione salariale straordinaria in sede governativa, previa presentazione di un piano di recupero occupazionale che preveda appositi percorsi di formazione concordati con la Regione e finalizzati alla rioccupazione dei lavoratori. Per le imprese della Linea 2 è sufficiente la stipula di un accordo di integrazione salariale straordinaria. Il bando presenta due Avvisi con una dotazione finanziaria complessiva di 2 milioni di euro. Per le Linea 1 (Avviso A e B) previsti 800 mila euro, per la Linea 2 (Avviso A e B) previsti 1,2 mln euro. Le istanze delle aziende possono essere presentare esclusivamente per via telematica

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Psr 2014-2020, pubblicato l’elenco dei progetti di microfiliera

È stato pubblicato l'elenco provvisorio delle domande selezionate per i progetti di microfiliera presentate dai partenariati formalmente costituiti (Ati/Ats) tra soggetti privati, enti di ricerca, associazioni (ed altri partner interessati). La notizia arriva dall'assessore alle Politiche Agricole, Dino Pepe, che precisa: "Questi progetti puntano alla valorizzazione delle filiere corte (ossia il Km 0) e dei mercati locali (ad esempio i mercati contadini) e rientrano nell'ambito della Misura 16 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 denominata "Cooperazione finalizzata a rafforzare i rapporti di filiera" ossia i rapporti tra i diversi soggetti che in essa vi operano (produttori, trasformatori, distributori)". L'elenco comprende quattro partenariati: l'Ats Multifiliera della montagna aquilana (avente come capofila il Consorzio Terra Viva di Sulmona, il cui progetto è finalizzato alla valorizzazione in particolare della filiera ovicaprina, dei legumi, dell'aglio rosso e dello zafferano), l'ATI Valli dell'Abruzzo Citeriore (avente come capofila l'Az. Agr. Teti di Torricella Peligna, il cui progetto è finalizzato in particolare alla valorizzazione dei formaggi, dei salumi e del miele) , l'ATI risorse naturali d'Abruzzo (avente come capofila la Coop. ASCA di Anversa degli Abruzzi, il cui progetto è finalizzato alla valorizzazione della filiera della selvaggina/cinghiale) e l'ATS Una cooperazione da coltivare (avente come capofila l'Associazione La Spesa In Campagna di Pescara, il cui progetto è finalizzato alla valorizzazione in particolare della filiera viticola-olearia, dei cereali e della carne bovina). Il prossimo bando della SottoMisura 16.4 - ha concluso l'assessore - metterà a disposizione dei partenariati 1 milione di euro per finanziare circa 8 progetti, atteso che l'importo massimo della spesa ammissibile sarà di 120mila euro per progetto". 

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Fastweb, con la Digital Academy di Cariplo 1.600 opportunita’ di lavoro

Fastweb Digital Academy, la scuola per le professioni digitali creata dalla Fondazione Cariplo e da Fastweb e attiva all'interno di Cariplo Factory a Milano, in un anno e mezzo ha creato 1.600 opportunita' lavorative "grazie a specifici percorsi di alta formazione professionale" e lancia nuovi corsi che partiranno da fine marzo dedicati ai giovani in cerca di prima occupazione, alle piccole e medie imprese e alle donne. I corsi, completamente gratuiti, si terranno a Milano e Palermo "e presto anche a Pescara e Bari". "Prendersi un impegno, soprattutto nei confronti di persone in cui si genera aspettativa, carica la Fondazione Cariplo di responsabilita' - ha commentato il presidente Giuseppe Guzzetti - Circa un anno e mezzo fa ci siamo dati un obiettivo: dar vita ad un progetto che generasse 10mila job opportunities per i nostri giovani. Lo stiamo facendo. Il progetto avviato con Fastweb dentro la Cariplo Factory e' un importante tassello a cui stanno contribuendo anche altri partners. L'iniziativa della Digital Academy sta dimostrando concretamente che il mercato del lavoro ha bisogno di persone che abbiano competenze per le nuove occupazioni legate al digitale. Prendere un impegno nei confronti dei nostri giovani, che guardano al futuro con la speranza che a volte si tramuta in disillusione, ci ha spronato a lavorare con tempi rapidi, perche' le aspettative hanno bisogno di risposte in tempi brevi". 

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Odoardi (Cna) contro i rincari Tari

"Due stangate, le ennesime e ingiustificate". E' il giudizio espresso da Cristian Odoardi, presidente della Cna di Pescara sugli annunciati aumenti da parte del Comune di Pescara della tassa sullo smaltimento dei rifiuti (Tari) e da parte della Provincia della tassa sui passi carrai: aumenti che nel primo caso viaggiano attorno al 5%, e nel secondo superano addirittura quota 40%. A detta di Odoardi, il sistema delle imprese - senza voler considerare anche le famiglie - si trova "a dover sopportare, soprattutto nel caso dello smaltimento dei rifiuti, un ulteriore aumento dopo quello patito negli anni passati. Quel che appare singolare e' che, ogni volta, venga 'attaccata' all'aumento una nuova giustificazione, come ad esempio l'aumento dei costi standard l'anno passato. Motivazione aggiornata l'anno successivo con nuovi e diversi ragionamenti". Quanto invece all'annunciato "aumento, superiore addirittura al 40% della tariffa applicata dalla Provincia di Pescara sui passi carrai - osserva Odoardi - se come dice il presidente Antonio Di Marco si e' trattato davvero di un disguido, allora si puo' rimediare all'errore revocando immediatamente l'aumento e riportando la tariffa ai valori dell'anno passato". In generale, conclude il presidente provinciale della confederazione artigiana, "colpisce la totale mancanza nei due enti di qualsiasi forma di concertazione o confronto con le forze economiche e sociali presenti sul territorio, che solo a cose fatte vengono messe a conoscenza di decisioni che incidono pesantemente sul sistema produttivo e il mondo delle imprese".

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Legambiente, da acque in bottiglia giro d’affari di 10 miliardi

Il settore dell'acqua in bottiglia in Italia non conosce crisi: un giro d'affari stimato in 10 miliardi euro all'anno, con un fatturato per le sole aziende imbottigliatrici che i rapporti di settore stimano in 2,8 miliardi di euro, di cui pero' solo lo 0,6% arriva nelle casse dello Stato. Lo scrivono Legambiente e Altraeconomia in un dossier, diffuso in occasione della Giornata mondiale dell'acqua che ricorre il 22 marzo, in cui puntano il dito contro i canoni concessionari "irrisori". Le aziende, dicono le due associazioni nel dossier "Acque in bottiglia. Un'anomalia tutta italiana", pagano canoni che raggiungono al massimo i 2 millesimi di euro al litro, un costo di 250 volte inferiore rispetto al prezzo medio di vendita dell'acqua in bottiglia. Il report denuncia la non sostenibilita' dell'attuale modello di gestione dell'acqua e propone di applicare un canone minimo a livello nazionale di almeno 20 euro al metro cubico, cioe' 2 centesimi di euro al litro imbottigliato. L'aumento permetterebbe alle Regioni di incrementare gli introiti di oltre 200 milioni di euro l'anno, da reinvestire in politiche e interventi in favore dell'acqua di rubinetto e per la tutela di della risorsa idrica. I dati inseriti nel dossier mostrano che ad esempio la Lombardia, con 53 concessioni, potrebbe portare gli introiti da poco meno di 4 milioni a 65,9 milioni di euro; il Piemonte (27 concessioni) da 2,8 a 55,3 milioni; la Campania (10 concessioni) da 1,8 a 37 milioni; l'Umbria (16 concessioni) da 1,1 a 22,6 milioni; l'Abruzzo (3 concessioni) da 167mila euro a 11,1 milioni; il Lazio (34 concessioni) da 913mila euro a 8 milioni.

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Delegazione del ministero dell’agricoltura albanese in visita in Abruzzo

Una delegazione albanese, composta di funzionari e dirigenti del Ministero dell'Agricoltura (e di Comuni della regione di Tirana), in visita istituzionale in Abruzzo, ha incontrato l'assessore alle politiche agricole della Regione Abruzzo Dino Pepe per approfondire e studiare la gestione dei sistemi di irrigazione e i servizi erogati al mondo agricolo. La delegazione, in particolare, si è soffermata sul funzionamento dei Consorzi di Bonifica. L'incontro si è svolto questa mattina a Pescara nella sede del Dipartimento regionale delle politiche agricole. "Abbiamo affrontato il tema della risorsa idrica in agricoltura dove è maturato un confronto interessante che ha fatto emergere come il problema sia molto sentito - ha esordito l'assessore Dino Pepe -. Voglio ricordare che ci aspetta una sfida forte anche in Abruzzo per la gestione di questo settore: l'inserimento dei contatori, la diminuzione degli sprechi e soprattutto l'utilizzo di dispositivi innovativi e tecnologici mirati a migliorare il servizio di irrigazione rappresenta oggi la sfida da vincere". La delegazione albanese proseguirà la sua visita in Abruzzo anche domani, per visitare la diga di Campotosto, gli impianti irrigui del Consorzio di Bonifica Nord, a Villa Vomano, e infine è previsto l'incontro con alcuni imprenditori agricoli del Teramano. 

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