Incredibile ma vero

In amore conta l’olfatto

Udito, vista, tatto ma soprattutto olfatto. "I sistemi sensoriali lavorano per la scelta delle preferenze sessuali, ma udito e tatto sono penalizzati. La vista permette di cogliere le caratteristiche attrattive più immediate, ma poi entra in gioco l'olfatto. Insomma, il partner si sceglie a naso". Ad esaminare il ruolo dei sensi nell'amore e nel sesso è Andrea Mazzatenta, della sezione di Fisiologia e fisiopatologia del Dipartimento di neuroscienze dell'Università "d'Annunzio" di Chieti-Pescara, che parla dei più recenti studi scientifici in materia e sulle ricerche focalizzate sui feromoni. "Partiamo dalla vista e dal potere della diversità. Ce lo mostrano bene i moscerini della frutta: la Drosofila melanogaster in genere è marrone, se ne metti una bianca nell'ambiente, tutte saranno attratte da quest'ultima. E' l'effetto mosca bianca, che nell'Italia mediterranea calamita gli sguardi su un esemplare svedese o dalla pelle molto scura, e in Svezia fa le fortune dei mediterranei o delle persone di colore. Siamo attirati dai tratti fenotipici lontani da noi, perché la natura li preferisce: così aumenta la variabilità genetica", assicura il ricercatore. "La vista però non offre garanzie. Per questo a livello percettivo subentra l'olfatto che, come abbiamo visto in alcuni esperimenti, comanda sulla vista stessa". Il team di Mazzatenta ha realizzato un test mostrando a gruppi di studenti immagini di persone reali e non, di varie età. I volontari dovevano dare un punteggio in base a caratteristiche come piacevolezza, familiarità e attrazione a ciascun soggetto. Ma attenzione: in alcuni momenti i ricercatori erogavano di nascosto un profumo nella stanza: si trattava di aromi commerciali e ben definiti, profumi da donna o da uomo. 

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Diffama il vicino su Facebook, a processo un 38enne di Martinsicuro

Appostamenti, ingiurie, danneggiamenti. Atteggiamenti violenti di cui a farne le spese, per diverso tempo, sarebbe stato un suo vicino di casa, con il quale i rapporti erano tesi da tempo. Vicino che avrebbe anche diffamato su Fb, sostenendo che quest'ultimo avesse avvelenato la madre e che stesse avvelenando anche la sorella. Accuse e persecuzioni che sono costate ad un 38enne di Martinsicuro il rinvio a giudizio per stalking, lesioni personali aggravate e diffamazione e con la prima udienza del processo fissata per il mese di aprile. I fatti contestati al giovane risalgono a un periodo che va dal 2016 al 2017 quando in piu' occasioni avrebbe perseguitato il vicino con appostamenti nei pressi della sua abitazione, ingiurie, blitz all'interno di una sua attivita' ricettiva dove avrebbe danneggiato sia le telecamere di sicurezza che l' impianto wi-fi. In un'occasione l'avrebbe anche colpito con un vaso di piante grasse, ferendolo, arrivando anche a diffamarlo via Fb accusandolo di aver avvelenato la madre e di voler avvelenare la sorella. Accuse che adesso, dopo il rinvio a giudizio disposto dal gup Mauro Pacifico, dovranno essere provate in dibattimento.

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Teramo, sbarca a scuola l’I-theatre

Da oggi narrare una storia sara' un'esperienza indimenticabile per i bambini della scuola primaria 'Noe' Lucidi' di Teramo. Nelle aule e' infatti sbarcato l'I-Theatre, un nuovo sistema interattivo integrato per l'invenzione narrativa di storie multimediali, dedicato ai bambini dai 4 ai 10 anni di eta'. "Si tratta - spiega la dirigente scolastica Lia Valeri - di uno strumento pensato per supportare il bambino durante tutta l'attivita' creativa e utile per il cosiddetto storytelling. Gli alunni disegnano su carta con la tecnica preferita personaggi e sfondi, che poi, grazie a uno scanner, si trasformano in formato digitale per permettere di creare e condividere il racconto animato". Gli ingredienti fondamentali del racconto, dunque, vengono predisposti nel mondo fisico e solo successivamente entrano in gioco le potenzialita' del digitale per realizzare in modo semplice e intuitivo l'animation making, evitando in questo modo l'eccessiva astrazione e complessita' dei software attualmente diffusi. 

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I giovani italiani non sono soddisfatti della propria vita

L'Italia si configura triste fanalino di coda per quanto concerne la felicita' dei propri giovani. Il dato e' allarmante: quasi 4 universitari su 10 (38%) rivelano di non essere soddisfatti della propria vita, addirittura quasi uno su 2 (46%) non e' contento del proprio percorso accademico. Le percentuali sono ancora piu' impietose se raffrontate con i colleghi a livello internazionale: gli studenti di India (82%), Cina (76%), Regno Unito (75%), Stati Uniti (73%) e Spagna (70%) risultano essere decisamente piu' appagati dalla propria vita studentesca. Ma non e' tutto: ben il 36% degli italiani ha pensato almeno una volta di abbandonare l'universita', contro il 5% dei cinesi e il 20% degli indiani, preceduti solo dai pari eta' inglesi (37%). I motivi dell'insoddisfazione? Sul podio delle preoccupazioni, l'eccessivo carico di lavoro (51%), la mancanza di equilibrio tra studio, socializzazione e lavoro (44%) e la possibilita' di trovare lavoro dopo la laurea (43%). E' quanto emerge dal recente sondaggio a livello mondiale condotto da Sodexo intervistando oltre 4.000 studenti provenienti da Italia, Cina, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e India relativamente allo stile di vita universitario, per andare a scoprire, tra i diversi aspetti analizzati, qual e' il livello di soddisfazione degli studenti italiani rispetto a quello dei pari eta' internazionali.

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Tempesta di telefonate il 118 per importunare le operatrici

Condannato a 9 mesi di reclusione, dal giudice monocratico del Tribunale di Chieti Andrea Di Berardino, un ventottenne originario di Atessa riconosciuto colpevole di interruzione di pubblico servizio, ovvero di aver turbato la regolarita' del servizio svolto dall'unita' operativa del 118 di Chieti, tempestandola di telefonate in cui importunava le operatrici di turno con richieste a sfondo sessuale. Il giovane ha avuto il beneficio della sospensione della pena e la non menzione. L'accusa aveva chiesto 6 mesi. Le telefonate, per l'accusa, sono andate avanti per un anno, di giorno ma anche di notte. In tal modo, secondo l'accusa, impegnava a lungo la linea telefonica del 118,di fatto distogliendo gli operatori dalle loro funzioni istituzionali

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Benessere degli studenti, l’Italia non brilla nel ranking mondiale

L'Italia si configura triste fanalino di coda per quanto concerne la felicità dei propri giovani. Il dato è allarmante: quasi 4 universitari su 10 (38%) rivelano di non essere soddisfatti della propria vita, addirittura quasi uno su 2 (46%) non è contento del proprio percorso accademico. Le percentuali sono ancora più impietose se raffrontate con i colleghi a livello internazionale: gli studenti di India (82%), Cina (76%), Regno Unito (75%), Stati Uniti (73%) e Spagna (70%) risultano essere decisamente più appagati dalla propria vita studentesca. Ma non è tutto: ben il 36% degli italiani ha pensato almeno una volta di abbandonare l'università, contro il 5% dei cinesi e il 20% degli indiani, preceduti solo dai pari età inglesi (37%). I motivi dell'insoddisfazione? Sul podio delle preoccupazioni, l'eccessivo carico di lavoro (51%), la mancanza di equilibrio tra studio, socializzazione e lavoro (44%) e la possibilità di trovare lavoro dopo la laurea (43%). È quanto emerge dal recente sondaggio a livello mondiale condotto da Sodexo intervistando oltre 4.000 studenti provenienti da Italia, Cina, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e India relativamente allo stile di vita universitario, per andare a scoprire, tra i diversi aspetti analizzati, qual è il livello di soddisfazione degli studenti italiani rispetto a quello dei pari età internazionali.

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Meno di un italiano su cinque e’ orientato ad un atteggiamento di fiducia verso gli altri

Poco meno di un italiano su cinque e' orientato ad un atteggiamento di fiducia verso gli altri, ma questa e' la media nazionale: "a livello territoriale, si stimano evidenti divari". Lo rileva l'Istat. Secondo l'ufficio di statistica l'atteggiamento di cautela nei confronti del prossimo e' presente in tutto il Paese ma e' soprattutto il Mezzogiorno a risultare 'guardingo'. Al Sud, infatti, solo il 15,8% della popolazione di 14 anni e piu' ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia, mentre al Nord tocca il 22,1% e al Centro il 21,2% (con la media nazionale che, appunto, si attesta al 19,8%).

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‘Il Blue Monday è solo un fake mediatico’

"Il Blue Monday è solo un fake mediatico, che non ha alcun tipo di riscontro dal punto di vista della biologia e del vissuto comportamentale di nessuna fascia della popolazione". A bollare così il presunto effetto 'Blue Monday' - che ricorrerebbe il terzo lunedì di gennaio secondo la definizione di Cliff Arnall, psicologo, life coach e consulente inglese che aveva sviluppato un'equazione per calcolare quale fosse il giorno più triste dell'anno - è Massimo Di Giannantonio, psichiatra e professore dell'università Gabriele d'Annunzio di Chieti, che si aggiunge alla lunga lista degli scettici del 'lunedì triste'. La formula del Blue Monday, che prende in considerazione diversi fattori come la fine delle vacanze di Natale, il clima, l'inizio della settimana, i soldi spesi per gli acquisiti natalizi, è stata infatti già smentita da psicologi ed esperti, e forse non a caso era nata per un'azienda di viaggi inglese che promuoveva vacanze invernali. Ebbene, per Di Giannantonio questo non è solo il periodo in cui si mettono via gli addobbi natalizi. "Le giornate si allungano, più ore di luce segnano un risveglio del sistema endocrino e gli animali e le piante si preparano alla rinascita e al risveglio dal letargo. Non è un caso - dice all'AdnKronos Salute - che in questo periodi ci si curi di più: molti si mettono a dieta, altri vanno in palestra, altri ancora cambiano colore o taglio di capelli. La luce ha un potente effetto sull'umore e rimette in modo le energie, anche sessuali", sottolinea lo psichiatra. 

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Vasto, musicoterapia in oncologia

All'ospedale di Vasto terapia arte e musica si fondono. Luca Raimondi, musicoterapeuta, è stato per questo "arruolato" da Nicola D'Ostilio, oncologo responsabile del Servizio, convinto sostenitore del prezioso contributo offerto alla cura dall'arte nelle sue diverse espressioni, efficace piu' di qualunque farmaco nel permeare l'animo l'umano e alleviare la pena. In punta di piedi, anzi di piano, Luca stabilisce con i pazienti un contatto che non ha bisogno delle parole e si nutre di musica che armonizza, stempera, avvicina. Attraverso una canzone i pazienti ricordano e scambiano storie, esperienze, vissuti, lasciando riaffiorare emozioni e immagini custodite nella memoria.

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Corte di Cassazione, se il papa’ in congedo non si cura del figlio rischia il licenziamento

Il genitore che fruisce di un congedo parentale per stare con il proprio bambino ma poi passa la maggior parte del tempo senza curarsi del figlio rischia il licenziamento. La sezione lavoro della Cassazione ha rigettato il ricorso di un uomo, licenziato dopo che il datore di lavoro, sulla base di proprie indagini investigative, aveva accertato che "per oltre la meta' del tempo concesso a titolo di permesso parentale" il dipendente non aveva "svolto alcuna attivita' a favore del figlio": in tal modo, aveva sostenuto il giudice del merito (la Corte d'appello dell'Aquila) confermando il licenziamento, si era realizzato uno "sviamento dalla funzione tipica per la quale il congedo parentale era stato concesso, diretto a sostenere i bisogni affettivi e relazionali del figlio". L'uomo, nel suo ricorso, aveva sostenuto l'illegittimita' della sanzione irrogatagli dall'azienda, sia rilevando che il congedo non e' equiparabile ai permessi per familiari disabili previsti dalla legge 104, sia il fatto che non era stato accertato che egli, nel periodo in esame, avesse svolto altra attivita' lavorativa. La Suprema Corte, confermando la pronuncia dei giudici abruzzesi, ha evidenziato che "puo' verificarsi un abuso del diritto potestativo di congedo parentale, allorche' il diritto venga esercitato non per la cura diretta del bambino, bensi' per attendere ad altra attivita' di lavoro, ancorche' incidente positivamente sulla organizzazione economica e sociale della famiglia": anzi, si legge nella sentenza depositata oggi, "analogo ragionamento puo' essere sviluppato" anche nel caso in cui "il genitore trascuri la cura del figlio per dedicarsi a qualunque altra attivita' che non sia in diretta relazione con detta cura, perche' cio' che conta non e' tanto quel che il genitore fa nel tempo da dedicare al figlio quanto piuttosto quello che invece non fa nel tempo che avrebbe dovuto dedicare al minore". Infatti, spiegano ancora i giudici di 'Palazzaccio', "una siffatta conversione delle ore di lavoro" quale e' il congedo "se pure non deve essere intesa alla stregua di una rigida sovrapponibilita' temporale, non puo' pero' ammettere un'accudienza soltanto indiretta, per interposta persona, mediante il solo contributo ad una migliore organizzazione della vita familiare, poiche' quest'ultima esigenza puo' essere assicurata da altri istituti (contrattuali o legali) che solo indirettamente influiscono sulla vita del bambino e che, in ogni caso, mirano al soddisfacimento di necessita' diverse da quella tutelata con il congedo parentale, il quale - conclude la Corte - non attiene a esigenze puramente fisiologiche del minore ma, specificamente, intende appagare i suoi bisogni affettivi e relazionali onde realizzare il pieno sviluppo della sua personalita' sin dal momento dell'ingresso in famiglia". 

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