Incredibile ma vero

Lotterie, dal 2002 non sono stati riscossi premi per oltre 27,2 milioni di euro

Sono stati tutti riscossi i 6 premi di prima categoria dell'ultima Lotteria Italia edizione, tra cui il primo premio da 5 milioni finito ad Anagni. Nessuna distrazione quindi da parte dei giocatori, che hanno ritirato le vincite entro i 180 giorni di tempo previsti dal regolamento. Ma non è andata sempre così. Come ricorda Agimeg, infatti, dal 2002 non sono infatti stati riscossi premi per oltre 27,2 milioni di euro. Il record in termini assoluti spetta al 2008-2009, quando un giocatore di Roma non passò a riscuotere il primo premio da 5 milioni di euro, poi rimesso in palio l'anno successivo. Quell'edizione va ricordata anche per il record negativo di premi non incassati, il cui totale toccò addirittura i 7 milioni di euro. Nell'edizione 2015-2016, sono stati lasciati per strada oltre 2,9 milioni di euro. In particolare, non è stato incassato il secondo premio da 2 milioni di euro vinto a San Nicola La Strada, in provincia di Caserta. Ma anche nel 2012 ci fu un clamoroso caso di vincita dimenticata. Non venne infatti mai riscosso il secondo premio da 2 milioni di euro e in totale furono quasi 3 i milioni lasciati nelle casse dello Stato, mentre nel 2014 furono scordati 1,7 milioni, tra cui il quarto premio finito a L'Aquila. Nelle edizioni ancora precedenti spiccano anche gli oltre 5 milioni non incassati nel biennio 2003-2004. Ammontarono invece a oltre 800 mila euro le vincite non riscosse nell'edizione 2014-2015: per legge, i premi non ritirati entro i 180 giorni dalla data di pubblicazione dei biglietti vincenti in Gazzetta Ufficiale vengono incamerati dallo Stato.

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Aumenta il consumo di farmaci per aumentare intelligenza

Sta aumentando in tutto il mondo l'uso delle cosiddette smart-drug, dei farmaci che servono a migliorare e a potenziare le capacita' mentali. Lo rivela uno degli studi piu' ampi che siano stati effettuati su questo tema i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista International Journal of Drug Policy ed e' basato sul Global Drug Survey - un questionario anonimo online sull'uso di droghe in tutto il mondo. Il sondaggio ha avuto 79.640 risposte nel 2015 e 29.758 nel 2017.L'uso non medico di sostanze - spesso soprannominate droghe intelligenti (smart-drug) - per aumentare la memoria o la concentrazione e' noto come potenziamento cognitivo farmacologico (PCE), ed e' aumentato in tutte le 15 nazioni incluse nel sondaggio. Lo studio ha esaminato farmaci prescritti per trattare il disturbo da deficit di attenzione e iperattivita' (ADHD) - cosi' come i farmaci per la cura dei disturbi del sonno e stimolanti illegali come la cocaina. Nel 2017, il 14 per cento ha riferito di utilizzare stimolanti almeno una volta nei precedenti 12 mesi, rispetto al 5 per cento del 2015. Gli intervistati statunitensi hanno riportato il piu' alto tasso di utilizzo: nel 2017 circa il 30 per cento ha dichiarato di aver usato farmaci per PCE almeno una volta nei 12 mesi precedenti, rispetto al 20 per cento del 2015. Ma i maggiori aumenti sono stati in Europa: l'uso in Francia e' salito dal 3 per cento nel 2015 al 16 per cento nel 2017; e dal 5 per cento al 23 per cento nel Regno Unito. 

 

immagine di repertorio

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Le vibrazioni delle automobili rendono i conducenti più sonnolenti

Costanti e dolci come il movimento di una carrozzina, le vibrazioni delle automobili cullano cervello e corpo, rendendo i conducenti più sonnolenti e influenzandone la capacità di concentrazione. Al punto che 15 minuti dopo l'arrivo in auto, la sonnolenza ha già iniziato a prendere piede e in mezz'ora sta avendo impatto sulla capacità di rimanere vigile. La sonnolenza sarebbe responsabile di circa il 20% degli incidenti stradali mortali, per questo lo studio condotto da ricercatori della RMIT University di Melbourne, in Australia potrebbe rivelarsi particolarmente utile. Il team multidisciplinare ha testato 15 automobilisti in un simulatore virtuale che replica l'esperienza di guida su una monotona autostrada a due corsie. I volontari sono stati testati con vibrazioni a basse frequenze (4-7 Hz, come quelle che si sperimentano al volante) e senza vibrazioni, prendendo come parametro la variabilità della frequenza cardiaca: la stanchezza indotta dalla vibrazione, infatti, rende più difficile svolgere compiti mentali, così il sistema nervoso si attiva per compensare, rallentando il battito del cuore.

Entro 15 minuti dall'inizio del test, anche le persone ben riposate e in buona salute mostravano segni di intorpidimento; in 30 minuti, la sonnolenza è stata significativa, richiedendo uno sforzo notevole per mantenere vigilanza e prestazioni cognitive. Quindi è aumentata progressivamente, raggiungendo il picco a 60 minuti. Gli effetti della vibrazione fisica sui conducenti "non sono stati ben compresi, nonostante rappresentino un problema per la sicurezza stradale", spiega uno degli autori Stephen Robinson. I risultati, pubblicati sulla rivista Ergonomics, indicano che "i sedili dovrebbero essere progettati con caratteristiche che riducano questo 'effetto cullante'".

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Mobile device, niente password per oltre il 50 per cento degli utenti

 Più della metà (il 60%) degli utenti non protegge i propri dispositivi mobili con le password: solo il 15,8%, invece, utilizza soluzioni antifurto. In questo panorama i "ladri digitali" che mettono le mani su uno smartphone potrebbero ottenere molto anche solo da un singolo furto. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio condotto da Kaspersky Lab sui consumatori digitali, che ha mostrato come le persone lascino spesso accessibili i propri dispositivi e la grande quantità di dati contenuti all'interno. Oggi molti utilizzano i dispositivi mobili per navigare su Internet e svolgere attività online. Perdere il proprio device a causa di un atto di microcriminalità potrebbe quindi rivelarsi più dannoso di quanto si possa pensare. Il 75,8% degli intervistati afferma di utilizzare regolarmente Internet su uno smartphone (percentuale in crescita rispetto al 73,9% del 2016) e il 42,2% utilizza di norma un tablet per connettersi. I dati importanti che vengono archiviati e inviati da questi dispositivi sono di diverso tipo: il 32,4% delle persone utilizza il proprio smartphone per l'online banking, e questo significa accesso a preziose informazioni di carattere finanziario. Inoltre, il 63,4% delle persone utilizza regolarmente il proprio smartphone per accedere ai propri account di posta elettronica personali; il 61%, invece, afferma di utilizzarlo per attività sui social media: entrambi gli esempi di utilizzo hanno a che fare con una quantità enorme di dati sensibili. Avere una mole importante di dati preziosi sui propri dispositivi, però, non rende le persone consapevoli e sicure: solo il 39,7% protegge con le password i propri dispositivi mobili e solo l'8% sceglie di crittografare i propri file e le proprie cartelle per evitare accessi non autorizzati. Nel caso in cui questi dispositivi dovessero cadere nelle mani sbagliate, tutti questi dati - account personali, foto, messaggi e persino dettagli di tipo finanziario - potrebbero diventare accessibili per qualcun altro. Anche perdere dispositivi che sono comunque protetti con una password può, però, avere conseguenze rilevanti: ad esempio, meno della metà (40%) delle persone effettua un backup dei propri dati e solo il 15,8% utilizza le funzionalità antifurto sui propri dispositivi mobili. Questo significa che, probabilmente, in caso di furto, gli ormai ex proprietari di questi dispositivi non potranno accedere alle proprie informazioni personali e ai propri account. 

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Tenta di introdurre droga in carcere, denunciato a Teramo

Tenta di introdurre droga di carcere, ma viene scoperto dagli agenti di polizia penitenziaria e denunciato per detenzione ai fini di spaccio. Protagonista della vicenda un ex detenuto di 51 anni di Napoli, che ieri, approfittando della visita alla compagna, attualmente detenuta nel carcere teramano di Castrogno, ha cercato di introdurre nel penitenziario teramano alcuni grammi di eroina e cocaina. Ma non è riuscito a sfuggire ai controlli, e così per lui è scattata la denuncia. A rendere noti i fatti il Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria

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Clima, più contenute le anomalie delle precipitazioni

 Nel periodo 2002-2016, i giorni piovosi sono stati 82 all'anno, in linea con il valore climatico. Le anomalie dell'indice rispetto alla media climatologica sono comprese tra +8 giorni di Palermo e -5 di Venezia. I capoluoghi che presentano il maggior numero di giorni piovosi sono Trento (113) seguito da Potenza (96) e Catanzaro (94). Cagliari, invece, registra il minor numero di giorni (57) ed anche il valore più basso di intensità media giornaliera di precipitazione (6,7 mm). L'intensità media giornaliera di precipitazione calcolata per le stazioni esaminate risulta in media pari a circa 9,5 mm negli ultimi quindici anni, in linea con il valore climatico. La stazione con la più alta intensità media giornaliera di pioggia è quella di Genova (14 mm), seguita da Torino (12,8 mm). Lo si legge in un focus dell'Istat. I giorni di precipitazione superiore a 20 mm (Indice R20) identificano eventi di precipitazione molto intensa che nel periodo 2002-2016 sono stati in media 10 - in linea con il valore climatico - oscillando fra i 4 giorni di Cagliari e i 17 giorni di Genova. Lo scostamento più elevato dalla media 1971-2000 è stato pari a 3 giorni, in meno per Milano e Genova e in più per Campobasso, Catanzaro, Palermo e Trento. A partire dal 2008, l'indice, pur in presenza di oscillazioni, evidenzia un aumento del numero di giorni con precipitazione molto intensa. In corrispondenza degli anni 2010, 2014 e 2013 il valore dell'indice ha superato sempre il valore medio del periodo 2002-2016. I giorni con precipitazione superiore a 50 mm (Indice R50) sono in media 1 giorno all'anno, in linea con il valore climatico. Le città che presentano i valori più elevati dell'indice sono Genova (4 giorni), Catanzaro (3) e Torino (2). Nel capoluogo ligure, in particolare, nel 2014 si sono verificati 11 giorni di precipitazione estremamente intensa, il valore più alto dal 1971. Il fenomeno ha avuto una frequenza simile a Genova anche negli anni 1977 (9 giorni), 1990 (10), 1992 (9) e 1997 (8).

Nel periodo 2002-2016 entrambi gli indici di durata giorni consecutivi con pioggia (Indice CWD) e giorni consecutivi senza pioggia (Indice CDD) presentano variazioni molto modeste rispetto alla media climatologica. I giorni consecutivi con pioggia sono stati mediamente 6, con i valori più alti a Trento (8), Napoli e Firenze (7). I giorni consecutivi senza pioggia sono stati mediamente 25, con un massimo a Cagliari e Palermo (30), seguite da Catanzaro, Bolzano e Roma (27). L'indice di precipitazione nei giorni molto piovosi (Indice R95P) rappresenta il totale annuale delle precipitazioni nei giorni piovosi superiori al 95° percentile del periodo climatologico. Negli anni 2002-2016, il 24,7% della precipitazione totale media annua delle stazioni esaminate (corrispondente ad un valore medio di 192 mm) si è concentrata nei giorni molto piovosi, con un massimo a Catanzaro (28,8%), seguito da Torino (28,7%) e Genova (25,1%) ed un minimo a Cagliari (27,1%). Confrontando il valore medio del periodo 2002-2016 col valore climatico (185,5 mm), le più alte anomalie positive si registrano a Campobasso (+97,2 mm), Torino (+72,1 mm) e Palermo (+68,6 mm). Diminuzioni si hanno invece a Genova (-99,6 mm) e Milano (-54,9 mm). L'indice ha registrato nel 2010 e 2014 i valori più elevati del periodo osservato, raggiungendo rispettivamente il 26,1% e 24,2%. Nel 2016, il valore medio dell'indice è in linea con il dato climatologico e si attesta sul 24,1% della precipitazione totale media annua con una significativa variabilità tra le città. Gli indici, secondo i valori più alti delle anomalie medie registrate, evidenziano variazioni contenute nelle città osservate.

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Assistevano anziani e coltivavano cannabis, arrestati

Coltivavano cannabis in casa di anziani che assistevano a domicilio ma sono stati scoperti dai carabinieri. Così, a Penne, una badante ed il suo convivente, di 50 e 57 anni, sono stati denunciati per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Della coltivazione, realizzata riutilizzando dei contenitori di plastica per vernici edili, facevano parte sette piante di cannabis - di altezza variabile tra i 70 ed i 20 centimetri - trovate dai carabinieri in parte sul balcone di casa e in parte nel cortile dell'abitazione di un anziano di Penne che aveva assunto la donna per assistere un parente non autosufficiente, fornendo allo stesso tempo ospitalità anche al compagno convivente di quest'ultima. Le piante sono state sequestrate

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Carabinieri si fingono podisti per arrestare uno spacciatore a Lanciano

Si fingono podisti per poter arrestare uno spacciatore subito dopo la consegna di una dose di cocaina ad un cliente. Così i Carabinieri di Lanciano hanno bloccato un 22enne, originario di Napoli ma residente in città, trovando nella sua abitazione 500 euro in un marsupio e altri 10 mila nascosti sotto un tappetino della sua auto, una Smart. I carabinieri ritengono che la somma sia provento dello spaccio di un solo mese. L'operazione dei carabinieri, coordinati dal capitano Vincenzo Orlando, è scattata questa mattina alle 7. L'uomo stava spacciando in pieno centro a Lanciano ma i carabinieri lo tenevano sotto controllo da diverso tempo. Il Pm Francesco Carusi ha disposto gli arresti domiciliari. 

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Enea, a Portici il supercomputer più potente del Sud

Inaugurato nel Centro ricerche ENEA di Portici, vicino Napoli, il supercomputer CRESCO6, l'infrastruttura di calcolo più potente del Mezzogiorno e di assoluta rilevanza nell'intero panorama scientifico italiano grazie ad una capacità computazionale di 700mila miliardi di operazioni matematiche al secondo (700TeraFlops). All'inaugurazione ha partecipato al professor Jack Dongarra dell'Università del Tennessee, tra i maggiori esperti mondiali di supercalcolo, oltre a primarie aziende italiane come Eni e Avio. "Con CRESCO6 miriamo a diventare un punto di riferimento nazionale per enti pubblici, università e imprese ad alto contenuto tecnologico, fornendo strumenti di simulazione e modellistica di ultima generazione a supporto delle attività di ricerca e sviluppo", sottolinea Silvio Migliori, responsabile della divisione ENEA "Sviluppo Sistemi per Informatica e ICT". "Grazie a una potenza di calcolo 7 volte superiore alle precedenti versioni, saremo in grado di effettuare in poche settimane elaborazioni dati che prima richiedevano un anno di lavoro, come creare modelli predittivi per lo studio del cambiamento climatico e previsioni dell'inquinamento dell'aria con un dettaglio territoriale molto accurato", prosegue Giovanni Bracco, responsabile del laboratorio ENEA "Infrastrutture per il Calcolo Scientifico". Oltre a clima e qualità dell'aria, sono molti i settori di applicazione del supercomputer ENEA: dallo studio di nuovi materiali per la produzione di energia pulita alle simulazioni per la gestione delle infrastrutture critiche, dalle biotecnologie alla chimica computazionale, dalla fluidodinamica per il settore aerospaziale allo sviluppo di codici per la fusione nucleare. Frutto della partnership tra ENEA e CINECA, il maggiore centro di calcolo in Italia, CRESCO6 andrà ad affiancarsi ad altri due supercomputer dell'Agenzia (da circa 125 TeraFLOPS complessivi) già istallati e operativi nel Centro ricerche ENEA di Portici. Il nuovo sistema di supercalcolo rientra tra le azioni strategiche previste dal piano di sviluppo 2018-2020 dell'ENEA per confermarsi tra i maggiori attori nazionali dell'High Performance Computing (HPC).

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Chiamano la bimba Blu, la Procura fa ricorso ma poi rinuncia

Hanno elencato anche i "dati ufficiali Istat" per dimostrare che il nome Blu in Italia "è senz'altro più utilizzato per le bimbe che per i bimbi", ma poi per una coppia di genitori di una piccola di 5 mesi, da loro chiamata Blu, non c'è stato nemmeno bisogno di convincere il giudice.

La Procura di Milano, infatti, che inizialmente, su segnalazione degli uffici del Comune, aveva chiesto al Tribunale di rettificare il nome, mettendone davanti almeno uno femminile, ha rinunciato a coltivare il ricorso. E, tra l'altro, non è questo l'unico caso pendente al Palagiustizia milanese di nomi bizzarri di genere maschile usati per bambine. Un'altra udienza è attesa, ad esempio, per giovedì prossimo sempre alla sezione nona bis civile, davanti alla quale sono stati citati i genitori di un'altra Blu che ormai ha quasi un anno e mezzo. Il meccanismo con tanto di inghippi e solerzie burocratiche è lo stesso, in sostanza, della vicenda che si è definita oggi.

Malgrado, infatti, quel nome fosse stato registrato all'anagrafe al momento della nascita della piccola nel febbraio 2017, in Procura è arrivata poi la "segnalazione dell'Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Milano". E il pm Luisa Baima Bollone - richiamando una norma che recita che "il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso" e specificando che il "nome moderno" Blu, derivante dall'inglese Blue, non può essere attribuito "in modo inequivoco a persona di sesso femminile" - ha chiesto al Tribunale la rettifica dell'atto di nascita. In particolare, chiarendo che si dovrà "anteporre" a Blu un nome stavolta femminile, scelto dai genitori, se vorranno. In realtà, pare che la Procura anche giovedì, come accaduto già oggi, possa rinunciare poi in udienza al ricorso. Stamani, infatti, per l'altro caso 'Blu' il giudice tutelare Maria Rita Cordova, preso atto della rinuncia, ha confermato il nome e archiviato la pratica. Nel frattempo, i legali dei genitori della piccola nata a fine dicembre scorso, gli avvocati Rosalia Terrei e Matteo Casucci, avevano scritto anche una memoria per difendere la scelta del nome, spiegando tra le altre cose che "dai dati ufficiali Istat si ricava che dal 1999 al 2016 il numero di bambine" alle quali "è stato attribuito il nome 'Blu' è decisamente superiore al numero di bambini". E che ci sono state più di cinque Blu iscritte all'anagrafe nel 2007, nel 2012 e poi ancora nel 2015 e nel 2016. Inoltre, hanno concluso i legali, il nome della neonata era già stato "registrato come nome femminile in precedenza senza contestazioni di sorta da parte delle autorità preposte ai controlli e verifiche anagrafiche". 

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