L’Osservatorio

Due milioni e mezzo di italiani non si sono fermati durante le festività

Moltissime le persone al lavoro anche nei giorni di festa, compreso il giorno dell'Epifania. Infatti, una ricerca Openjobmetis (la prima e unica Agenzia per il Lavoro quotata in Borsa Italiana, segmento STAR), ha stimato che sono oltre 2,5 milioni gli italiani che stanno lavorando durante le festività natalizie, di questi circa 300.000 con contratti stagionali, di somministrazione (ex interinali, ndr) o circoscritti ai giorni festivi nel periodo che va da Natale all' Epifania. La ricerca Openjobmetis ha poi individuato le figure professionali più ricercate durante il periodo natalizio. Al primo posto i settori legati al mondo della grande distribuzione organizzata e del retail, con tutte le esigenze logistiche e d'inventario che ne conseguono per far fronte anche ai vicini saldi e all'assalto dei clienti agli scaffali, seguito dal mondo dell'industria dolciaria, grande distribuzione, alimentare, ristorazione e retail.

Nello specifico, la Gdo ha selezionato addetti alla vendita, magazzinieri, cassieri, scaffalisti. Il settore food della grande distribuzione ha richiesto addetti al banco del fresco: panettieri, pasticceri, salumieri, macellai e addetti alla gastronomia. Il non food ricerca invece addetti alle confezioni, promoter e addetti all'inventario, mansione importante soprattutto nei saldi. La ristorazione, settore sempre attivo in questo periodo dell'anno, ha selezionato numerosi baristi, cuochi, camerieri, addetti al ricevimento, chef de rang e commis di sala, mentre l'alimentare è alla ricerca di addetti al confezionamento, scaffalisti e inventaristi. In particolare, le imprese dolciarie richiedono pasticceri e panettieri preparati.). Poi ovviamente ci sono migliaia di medici, infermieri, addetti al pronto soccorso, autisti, addetti alle compagnie aeree, giornalisti, operatori ecologici

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Sono stati 181.436 i migranti sbarcati in Italia nel 2016

Sono stati 181.436 i migranti sbarcati in Italia nel 2016, il 17,9% in più rispetto al 2015 (153.842) e il 6,6% in più rispetto al 2014 (170.100), come riferisce il sito del Viminale. Il picco di arrivi si è registrato nel mese di ottobre con 27.384 migranti sbarcati. La Nigeria è in testa fra i Paesi d'origine; poi Eritrea, Guinea, Costa d'Avorio, Gambia, Senegal, Mali, Sudan, Bangladesh, Somalia. Per quanto riguarda la distribuzione regionale dei migranti presenti il Italia, il 13% è in Lombardia, l'8% in Lazio, Veneto, Piemonte, Campania e Sicilia, il 7% in Toscana, Emilia-Romagna e Puglia, il 4% in Calabria, il 3% in Liguria, Sardegna, Friuli e Marche, il 2% in Abruzzo, Molise, Umbria, Trentino-Alto Adige, l'1% in Basilicata e lo 0,2% in Val d'Aosta. Il porto più interessato agli sbarchi è stato quello di Augusta (Siracusa), seguito da Pozzallo (Ragusa), Catania, Messina, Palermo, Trapani, Reggio Calabria, Lampedusa (Agrigento), Cagliari, Crotone, Taranto, Vibo Valentia, Salerno, Brindisi, Corigliano (Cosenza) e Porto Empedocle (Agrigento).

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Rapporto Coop, 13% degli italiani punta a un carrello spesa più ricco

Gli italiani per il 2017 prevedono in crescita i costi delle utenze e della mobilita' (rispettivamente il 24% e il 22% li vede "superiori" rispetto al 2016) e, "per la prima volta dopo molti anni, immaginano di aggiungere valore al carrello della spesa alimentare": lo dichiara il 13% rispetto ad un 8% che continuera' a tagliare. E' quanto emerge dal 'Rapporto Coop' che contiene il sondaggio di fine anno e le previsioni sui consumi 2017. Il rapporto fotografa un Paese che "sta alla finestra" e che, "passati gli anni bui della recessione, spera nel futuro ma stenta a metterne a fuoco i dettagli". Infatti, tra le parole con cui gli italiani descrivono l'anno appena iniziato si confermano quelle che avevano gia' caratterizzato il 2016 ovvero "speranza" (la usa il 33% del campione, era il 33,8% un anno fa), "cambiamento" (12% a fronte di un 14,3%), "timore" (10% rispetto ad un piu' robusto 14,2% del 2016). Scostamenti pero', si sottolinea, "tutto sommato poco significativi a dimostrazione di una condizione di attesa che accomuna l'Italia e gli italiani". Ancora fra le parole piu' rappresentative del 2017 "ripresa" e "crisi", che registrano l'identico indice di gradimento (entrambe sono state scelte dal 8% del campione) "quasi come se l'una neutralizzasse l'altra".

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Saldi, Federconsumatori: spesa media 178 euro

Al via il 5 gennaio nella maggior parte delle regioni italiane i saldi invernali. Dopo l'andamento sottotono registrato per i consumi natalizi, anche le prime stime relative agli acquisti in saldo prospettano un "galleggiamento" rispetto allo scorso anno. Dall'analisi dei dati raccolti da Federconsumatori e Adusbef emerge che solo il 39% delle famiglie si prepara ad effettuare acquisti approfittando dei saldi. Saranno 9 milioni e 360 mila famiglie le famiglie che acquisteranno a saldo, spendendo 179,92 euro, appena lo 0,3% in più rispetto ai saldi invernali del 2016. Il dato maggiormente rilevante è la forte differenziazione della propensione all'acquisto e dell'entità della spesa tra Nord e Centro-Sud. Così come avvenuto per i regali di Natale, anche per i saldi vi è un andamento decisamente più sobrio e contenuto al Sud. "Una tendenza purtroppo prevedibile, dettata dalla grave assenza di opportunità lavorative, specialmente per i giovani e dall'esigenza, da parte delle famiglie, di provvedere al mantenimento di figli e nipoti disoccupati", spiegano le associazioni dei consumatori. Tali dati lasciano trasparire la situazione di forte disagio che molte famiglie stanno vivendo, a cui si aggiunge un atteggiamento di cautela e preoccupazione visti gli aumenti già annunciati per il 2017 che, aggiornati alla luce degli ulteriori aumenti tariffari di luce e gas, nonché delle tariffe autostradali, ammonteranno complessivamente a oltre +771 Euro annui a famiglia. 

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Sempre meno i diplomati che proseguono all’università

Il passaggio dalla scuola secondaria all'università diminuisce ancora rispetto all'anno accademico 2013/14 (-0,6 punti percentuali): sono poco meno della metà i diplomati del 2014 che si sono iscritti all'università (49,1%), con i valori più alti per Molise (58,1%) e Abruzzo (54,6%). Sono i dati contenuti nell'Annuario statistico italiano 2016 dell'Istat. Si conferma la maggiore propensione delle ragazze a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria: le diplomate che si iscrivono a un corso universitario sono circa 55 su 100 contro appena 44 diplomati. Nell'anno accademico 2014/2015 la popolazione universitaria è composta da 1.652.592 studenti, in ulteriore flessione rispetto al precedente (-1,5%). Continuano a calare gli iscritti ai corsi triennali (-1,5%) e a crescere le iscrizioni ai corsi magistrali a ciclo unico (+1,4%). Gli studenti che hanno conseguito un titolo universitario nel 2014 sono 304.608, 2.377 in più rispetto all'anno precedente (+0,8%). Negli ultimi anni le donne rappresentano la maggioranza degli iscritti in tutte le tipologie di corso, in particolare in quelli magistrali a ciclo unico dove sono oltre sei su dieci (62,7%). Il percorso di studi delle donne è generalmente più brillante: nell'anno solare 2014 il 39,9% delle 25enni ha conseguito per la prima volta un titolo universitario (25,8% di uomini), il 23,5% una laurea magistrale (15,1% di uomini).

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Coldiretti: cenone a casa per il 78% degli italiani

Piu' di tre italiani su quattro (78%) consumeranno nelle case il cenone di fine anno mentre tra chi ha scelto di mangiare fuori, il 15 per cento è andato al ristorante e il 3% ha preferito l'agriturismo ed il restante ha fatto scelte diverse. E' quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe' in vista del capodanno per il quale si prevede che saranno destinati alla tavola in media 80 euro a famiglia. "Lo spumante - sottolinea la Coldiretti - si conferma come il prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci (89%) ma è sorprendentemente seguito a ruota dalle lenticchie presenti nell'88% dei menu che beneficiano delle tendenze salutistiche, della solidarietà con le aree terremotate dove vengono coltivate e forse anche perché in un periodo di crisi sono chiamate a portar fortuna secondo antiche credenze. Si abbandonano le mode esterofile del passato con il 9% di italiani che si permettono le ostriche e l'8%, il caviale. Resiste il salmone presente nel 56% dei menu, ma forte è la presenza del pesce locale a partire da vongole e alici per le quali si assiste ad una vera riscossa sulle tavole". "Forte è la presenza del cotechino nel 72% delle tavole. Si stima che siano serviti - sottolinea la Coldiretti - 6,5 milioni di chili di cotechini e zamponi, con una netta preferenza per i primi. Durante le festività di fine anno vengono fatti sparire dalle tavole circa il 90 per cento del totale della produzione nazionale che è in gran parte certificata come Cotechino e Zampone di Modena Igp, riconoscibili dal caratteristico logo a cerchi concentrici gialli e blu con stelline dell'Unione Europea, ma si rileva anche una apprezzabile richiesta per cotechini e zamponi artigianali, magari acquistati direttamente dagli allevatori, in azienda, nei mercati o nelle botteghe di Campagna Amica, dove la componente di carne italiana è pari al cento per cento". "ll rinnovato interesse per questi pregiati prodotti della salumeria "Made in Italy" è accompagnato la presenza delle lenticchie. Tra le piu' note quelle del Castelluccio di Norcia Igp, ma anche quelle inserite nell'elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S.Stefano di Sessanio (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), Molisane (Molise), di Villalba, Leonforte, Ustica e Pantelleria (Sicilia) o umbre quali ad esempio quelle di Colfiorito. E tra le importanti novità di quest'anno - conclude la Coldiretti - c'è proprio lo spazio dedicato alla solidarietà con quasi un italiano sui 4 (24%) che ha scelto di acquistare prodotti tipici dei territori colpiti dal sisma anche grazie al moltiplicarsi di iniziative come quelle promosse dai mercati di Campagna Amica in tutta Italia".

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Crescono i posti di lavoro nel terzo trimestre, boom di voucher

L’aumento trimestrale delle posizioni lavorative dipendenti rilevato nel terzo trimestre 2016 è frutto di 83 mila posizioni a tempo determinato e di 10 mila posizioni a tempo indeterminato. È quanto evidenzia la prima nota trimestrale congiunta di Ministero del Lavoro, Istat, Inps e Inail sulle tendenze dell'occupazione in Italia. In particolare, le posizioni di lavoro a tempo determinato sono tornate a crescere dopo il ridimensionamento del secondo trimestre 2016. La crescita tendenziale è invece quasi interamente ascrivibile all’incremento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato, come evidenziato dai dati sia delle Comunicazioni obbligatorie rielaborate (+489 mila) sia dell’Inps (+457 mila). L'incremento, particolarmente significativo e concentrato nei trimestri a cavallo tra il 2015 e il 2016, come documentato dalla dinamica sia annua e sia congiunturale, è stato tale da indurre duraturi effetti di trascinamento anche nei trimestri successivi.

"L'insieme dei dati provenienti da fonti diverse mette in luce che nel terzo trimestre 2016 il livello complessivo dell'occupazione e' cresciuto ancora su base annua e si e' sostanzialmente stabilizzato a livello congiunturale". E' quanto si legge nella nota trimestrale pubblicata da Istat, Inps, Inail, ministero del lavoro sulle tendenze occupazionali. "Il tasso di occupazione destagionalizzato e' stato pari al 57,3% negli ultimi due trimestri, in recupero di quasi due punti percentuali rispetto al momento di minimo (terzo trimestre 2013, 55,4%) considerando l'ultimo decennio 2007-2016, ma ancora distante di un punto e mezzo dal momento di massimo (secondo trimestre 2008, 58,8%)", prosegue la nota. La crescita tendenziale dell'occupazione e' stata "interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente, sia in termini di occupati complessivi (+1,8% Istat-Forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell'industria e dei servizi (+3,2% Istat-Oros)".

"Nei primi 9 mesi del 2016 i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in piu' rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. I voucher riscossi per attivita' svolte nel 2015 (quasi 88 milioni) corrispondono a circa 47 mila lavoratori annui full-time e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia". E' quanto si legge nella nota trimestrale pubblicata da Istat, Inps, Inail, ministero del Lavoro sulle tendenze occupazionali. "Il numero mediano di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito e' 29 nell'anno 2015: cio' significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per (al massimo) 217,50 euro netti".

"Gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all'Inail nel terzo trimestre del 2016 sono stati 137 mila (di cui 118 mila in occasione di lavoro e 19 mila in itinere) in aumento dell'1,1% rispetto al terzo trimestre del 2015. Tale incremento e' in linea con la crescita dell'occupazione (e quindi dell'esposizione al rischio infortunistico) registrata in termini tendenziali da tutte le fonti".

 

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Piu’ di un italiano su quattro ricicla i regali

Piu' di un italiano su quattro (27%) che ha ricevuto regali di Natale ricicla quelli indesiderati. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe' che evidenzia l'affermarsi di una nuova tendenza tra gli italiani. La grande maggioranza degli italiani che ricicla lo fa a favore di parenti e amici che possono apprezzare l'oggetto ricevuto in dono mentre - sottolinea la Coldiretti - una buona percentuale di pragmatici (22 per cento) li restituisce al negozio cambiandoli o chiedendo un buono mentre il 21 per cento li rivende su internet. I prodotti con il minor tasso di "riciclo" sono quelli dell'enogastronomia per i quali - continua la Coldiretti - si trova sempre l'occasione di consumo mentre piu' a rischio sono i capi di abbigliamento, i prodotti per la casa o quelli tecnologici. Si tratta di un business rilevante se si considera che le famiglie italiane hanno scartato sotto l'albero regali di Natale per un valore stimabile in oltre 6 miliardi tra grandi e piccini mentre appena il 14% degli italiani non ha ricevuto quest'anno neanche un regalo. Anche se purtroppo non sempre le scelte hanno incontrato le attese, il 49% degli italiani ha stanziato un budget tra i 10 ed i 100 euro, il 27% tra i 100 ed i 200 euro, il 16% tra i 200 e i mille euro e il resto anche di piu'. Tra i regali piu' gettonati quest'anno - conclude la Coldiretti - libri, tecnologia, abbigliamento, prodotti di bellezza ed enogastronomia. 

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Confesercenti, Natale sottotono e i negozi puntano sui ritardatari

Un Natale "sottotono" per i consumi e i commercianti ora puntano sugli ultimi acquisti dei ritardatari. Lo afferma la Confesercenti, secondo cui "due italiani su dieci (il 18%) devono ancora completare l'acquisto dei regali di Natale e progettano di farlo tra oggi e domani. Una quota consistente, attesa con ansia soprattutto nei negozi indipendenti. Per i quali le feste, finora, sono state avare di soddisfazioni: in molte zone d'Italia le vendite di regali sono state sottotono, e non sono mancati i cali, come a Roma e in Abruzzo". "Un dato - spiegano i commercianti - confermato dall'opinione dei consumatori: secondo le rilevazioni condotte tra il 19 e 22 dicembre, il 41% degli italiani ritiene di aver speso finora per i regali meno dello scorso anno, contro appena un 11% che pensa di avere investito un budget superiore a quello del 2015". "Gli ultimi giorni però - aggiunge la Confesercenti - potrebbero portare a un aumento dei flussi di clienti nei negozi tradizionali: il 64% dei ritardatari, infatti, pensa di acquistare i doni che gli rimangono in un'attività commerciale. Quasi sette su dieci lo faranno oggi, ma il 31% prolungherà lo shopping anche alla Vigilia". 

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Industria, Istat: a ottobre aumentano fatturato (+0,8%) e ordinativi (+0,9%)

 A ottobre, rispetto al mese precedente, nell'industria si rileva un aumento sia del fatturato (+0,8%), sia degli ordinativi (+0,9%). Lo comunica l'ISTAT. L'incremento del fatturato e' maggiore sul mercato interno (+1,0%) rispetto a quanto rilevato sul mercato estero (+0,3). Gli ordinativi mostrano invece andamenti simili, +1,0% sul mercato interno e +0,9% su quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi, l'indice complessivo del fatturato cresce del 2,3% rispetto ai tre mesi precedenti (+2,1% per il fatturato interno e +2,6% per quello estero), quello degli ordinativi del 3,3%. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di ottobre 2015), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali dello 0,9%, con un calo dell'1,2% sul mercato interno e dello 0,5% su quello estero.

Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per tutti i raggruppamenti principali di industrie, particolarmente rilevanti per l'energia (+4,4%) e per i beni di consumo (+0,7%). L'indice grezzo del fatturato cala, in termini tendenziali, del 4,1%: il contributo piu' ampio a tale flessione viene dalla componente interna dei beni intermedi. Per il fatturato la maggiore diminuzione tendenziale, nel comparto manifatturiero, riguarda la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (-18,7%), mentre l'incremento piu' rilevante si registra nelle industrie alimentari e delle bevande (+3,4%). Nel confronto con il mese di ottobre 2015, l'indice grezzo degli ordinativi segna una diminuzione del 3,2%. La flessione piu' rilevante si registra nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (-17,4%), mentre l'aumento maggiore si osserva nella fabbricazione di macchinari (+0,7%).

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