La settimana politica dell’Emiciclo si apre con la riunione della Commissione Bilancio convocata per oggi lunedì 9 luglio alle ore 10. I commissari esamineranno i progetti di legge sulla “Istituzione del Comune di Nuova Pescara” e su “Abruzzo 2019 – Una legge per l’Aquila Capoluogo: attraverso una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere Equo e Sostenibile (BES)”. Martedì 10 luglio alle ore 14.30, la Commissione Territorio e Ambiente ascolterà il Vicepresidente della Giunta Regionale, Giovanni Lolli e i componenti dell’Osservatorio Indipendente sull'acqua del Gran Sasso per un confronto sulla problematica dell’acqua.
Leggi Tutto »Project financing per l’ospedale di Chieti, procedure al via entro 60 giorni
Entro 60 giorni - fatte salve eventuali necessità legate alle ferie estive, che dovranno essere motivate dalla stazione appaltante - saranno avviate le procedure di gara per la realizzazione del project financing del nuovo policlinico di Chieti.
Come annunciato nei giorni scorsi, questa mattina la giunta regionale ha approvato la delibera che dà il via alla procedimentalizzazione dell'opera. Ad annunciarlo è stato il presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso, che ha tenuto una conferenza stampa insieme all'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, al direttore generale della Regione Vincenzo Rivera, al manager della Asl Lanciano-Vasto-Chieti Pasquale Flacco e al direttore amministrativo dell'azienda sanitaria Tiziana Petrella.
Sarà infatti la Asl a gestire tutte le procedure di gara e aggiudicazione. Per l'assessore Paolucci "in questi 4 anni si è assistito a un'opposizione volutamente strumentale al progetto, che oggi è invece molto diverso da quello iniziale, perché frutto di un confronto a cui hanno partecipato anche i medici e gli altri operatori sanitari che lavorano al policlinico. Il risultato è un progetto più funzionale e a misura di cittadino, che potrà essere preso a esempio come buona pratica anche in altre Regioni".
Il nuovo ospedale di Chieti avrà una dotazione di 498 posti letto, che troveranno posto in 6 padiglioni: 2 di nuova costruzione (denominati P e N) e 4 ristrutturati (G, H, M, K), per un totale di 75500 metri quadrati di superficie. Le demolizioni, invece, riguarderanno 9 dei padiglioni attualmente esistenti. Il presidio disporrà di 1309 posti auto, a fronte dei 1071 della prima elaborazione progettuale, andando a risolvere uno dei disagi maggiormente segnalati dall'utenza che utilizza i servizi ospedalieri.
Il costo dell'edificio ammonterà a 118 milioni e 800mila euro, contro i 143 del primo progetto. Il privato che si aggiudicherà l'appalto per la costruzione (che resta naturalmente di proprietà pubblica), incasserà per 25 anni e mezzo un canone di locazione (il cosiddetto canone di disponibilità) fissato a base d'asta in 12 milioni 270mila euro e un canone per la concessione di servizi la cui base d'asta è invece fissata a 9 milioni 580mila euro. Sommando i canoni, il costo complessivo finale del nuovo presidio teatino arriva a 285 milioni di euro, soggetto in ogni caso a una percentuale di ribasso d'asta che lo comprimerà ulteriormente. La prima proposta del raggruppamento di imprese, invece, prevedeva un costo finale di 526 milioni.
Leggi Tutto »Sondaggio Skytg24, M5S primo partito al 28 per cento ma la Lega dista solo un punto
M5S primo partito in Italia, con il 28,1% delle preferenze, seguito dalla Lega al 27,7%. Sono i principali risultati del sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani realizzato dall'istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, diffuso oggi dalla testata. Rispetto al voto del 4 marzo, dunque, il Movimento registra nelle intenzioni di voto una flessione di 4,5 punti percentuali, mentre cresce sensibilmente il partito di Matteo Salvini, che raccoglie un +10,4% rispetto al responso delle urne. In leggera crescita il Pd, che si attesta nelle intenzioni di voto al 19,3% (+0,6% rispetto i risultati del 4 marzo), calo anche per Forza Italia, che secondo il sondaggio si attesterebbe al 9,9% contro 14% delle elezioni. Tra le altre forze politiche, sarebbe propenso a votare per Fdi il 4% degli intervistati (4,3% alle elezioni), mentre otterrebbe il 4,1% una lista di orientamento a sinistra, il 2,6% una lista di centrosinistra che si alleasse con il Pd e lo 0,9% Noi con l'Italia/Udc. Il 3,2% degli intervistati infine si orienterebbe invece verso altri partiti.
Leggi Tutto »Saldi, Confcommercio-Federazione Moda Italia, spesa media sarà 98 euro a persona
Per i saldi estivi ogni persona spenderà in media 98 euro per l'acquisto di articoli di abbigliamento e calzature. E' la stima dell'Ufficio studi di Confcommercio, secondo cui saranno 26 milioni le famiglie interessate, ma anche numerosi turisti che raggiungono l'Italia per le vacanze che approfitteranno degli sconti per fare shopping tra i negozi, soprattutto delle vie della moda del lusso. "C'è molta aspettativa tra gli addetti ai lavori che si lasciano alle spalle una stagione primavera/estate deludente e come tutti gli anni puntano molto sui saldi che occupano i due mesi centrali estivi terminando un po' ovunque oltre metà agosto", spiegano Confcommercio e Federazione Moda Italia in una nota.
Camicie, bermuda, t-shirt e costumi, insieme a sandali e sneaker, "saranno da subito al centro delle attenzioni degli amanti del saldo con colori allegri e vivaci che spaziano dall'azzurro al rosa tenue, dal rosso lampone al fragola, dal fucsia al verde e turchese. Durante i saldi, è in aumento il numero di consumatori che indirizza le proprie scelte d'acquisto nei negozi 'sotto casa' dove relazione, fiducia, vendita assistita e personal shopping danno vita a un'esperienza di acquisto unica anche a prezzo ribassato", sottolineano le associazioni. "Lo sconto medio sarà - proseguono - anche per questi saldi estivi del 30% fino ad arrivare a punte del 50% alla fine della stagione. I consumatori italiani, comunque, secondo un recente sondaggio Format attribuiscono sempre maggior importanza alla qualità che al prezzo".
Leggi Tutto »D’Alfonso elenca i suoi numeri da Governatore
Sedici ore di lavoro al giorno, per un totale, in cinque anni, di circa 19mila ore; 278 sedute di Giunta e 3.562 delibere adottate; 789 riunioni con verbale; 497 incontri istituzionali a Roma; 18 missioni all'estero; 3.139 contenziosi; 241 comuni abruzzesi visitati; circa 436mila chilometri percorsi e 79mila euro di carburante spesi; 21 lettere anonime ricevute; 5.313 euro di spese di telefonia per le utenze assegnate al presidente. Sono alcuni dei numeri contenuti nel volume '1.500 giorni di Giunta D'Alfonso', aggiornato al 31 marzo 2018, realizzato dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. Il volume, che ripercorre tutte le tappe del Governo D'Alfonso - risorse attratte e investite, eventi, iniziative, provvedimenti - è stato anticipato oggi a margine di una conferenza stampa a Pescara e verrà presentato nel corso di un evento il prossimo 7 settembre, proprio con l'obiettivo di illustrare i risultati dell'Esecutivo regionale. "Un evento pubblico in cui racconterò le risorse portate sul territorio, i problemi risolti, le difficoltà affrontate e ancora da affrontare - ha detto D'Alfonso - Metterò il voto a questa amministrazione". Ricordando "tutto quello che ho fatto è ricostruibile al centimetro", il governatore ha sottolineato che "la rendicontazione è una infrastruttura della moralizzazione in politica".
"Sto rimanendo a fare le due attività, con una fatica fisica che non mi spaventa, perché voglio rendere irrevocabili le risorse. Voglio rendere i dossier amministrativi capaci di portare alla cantierizzazione. Sto facendo in modo che nulla possa essere revocato della notevole massa finanziaria che abbiamo attratto all'Abruzzo: circa tre miliardi di euro in 52 mesi", ha spiegato D'Alfonso.
"Voglio un solo riconoscimento dagli abruzzesi e dalla politica, dagli organi di rigore e di controllo: che tutto il tempo che io avevo l'ho dedicato alla funzione. Nessuno mi può rimproverare che non ho avuto fiducia, coraggio, determinazione. Nessuno mi può rimproverare che non mi sono buttato a capofitto utilizzando tutte le risorse". Lo ha affermato, a margine di una conferenza stampa, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, tracciando un bilancio degli anni da governatore. "Non ho scelto la strada del 'per evitare problemi non faccio nulla' come il 59% degli amministratori assicura a sé stesso", ha osservato, affermando che "nessuno mi può rimproverare che non ho avuto ragione dei tanti contenziosi vissuti e penso che anche altre vicende conosceranno la stessa conclusione, perché tutto quello che ho fatto è ricostruibile al centimetro". Rispondendo ai cronisti che gli chiedevano come veda la Regione senza di lui al timone, D'Alfonso ha parlato di "una Regione capace sia di procedere con lento pede, sia per sussulti rivoluzionari" ed ha auspicato "di aver collaborato a introdurre una tradizione amministrativa".
"E' importante - ha detto - anche la revisione dell'età anagrafica media. Partiranno i concorsi nelle prossime settimane, che consentiranno un po' di progressione di carriera alle figure interne. Stiamo introducendo anche tecnologia e spero che si riesca anche a razionalizzare i palazzi di lavoro della pubblica amministrazione. Quando sono arrivato avevo capito che c'era una regia da 'triangolo delle Bermuda' che faceva in modo che tante sedi di lavoro organizzassero il non controllo del lavoro. Ho provato a razionalizzare su questo fronte, noi abbiamo bisogno della concentrazione univoca delle sedi di lavoro. Sono riconoscente ai dirigenti, ai capi dipartimento al personale, che hanno lavorato tanto". Il governatore, poi, ha citato gli enti strumentali, parlando positivamente, ad esempio, di Tua e Saga, ed ha detto che "c'è molto da fare anche per quanto riguarda la struttura amministrativa". Poi ha parlato dell'esperienza "di Lolli, di Paolucci e di altri assessori" e della "bravura sopravvenuta in capo ad alcuni assessori regionali". Un plauso anche alla "pacificazione all'interno del Consiglio regionale che sta facendo superare la logica amico-nemico". "Mi aspetto che possa continuare questo grande lavoro", ha spiegato Luciano D'Alfonso.
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Sanità, studi Crea e Gimbe sulla qualità dell’assistenza
Sette aree costiere a rischio inondazione in Italia: ci sono Pescara, Martinsicuro e Fossacesia
Sette nuove aree costiere italiane a rischio inondazione per l'innalzamento del mar Mediterraneo: dall'Abruzzo alla Puglia, dalla Sicilia alla Sardegna e alla Toscana. E' questa la stima dell'Enea, grazie a nuove misure, sulla perdita di decine di chilometri quadrati di territorio dell'Italia entro fine secolo. Salgono così a una ventina in totale le aree costiere in pericolo a causa dei cambiamenti climatici e delle caratteristiche geologiche del nostro Paese.
Secondo l'Enea - che ha presentato oggi a Roma, in un convegno dedicato a cambiamenti climatici e innalzamento del mar Mediterraneo, le nuove mappe del rischio allagamento - le nuove sette aree sono quelle di Pescara, Martinsicuro (Teramo e la foce del Tronto), Fossacesia (Chieti), Lesina (Foggia), Granelli (Siracusa), Valledoria (Sassari) e Marina di Campo sull'Isola d'Elba. Le altre aree già individuate riguardano quella compresa tra Trieste, Venezia e Ravenna, il golfo di Taranto, Oristano e Cagliari; ma anche la Versilia in Toscana, Fiumicino e Fondi nel Lazio e la zona dell'Agro pontino, mentre in Campania il rischio ricade sulla piana del Sele e sul Volturno, in Sicilia sull'area di Catania e alle Isole Eolie. Alla giornata di lavoro sul clima, organizzato dall'Enea, prendono parte esperti italiani e internazionali tra cui il ministero dell'Ambiente, il Mit di Boston, il Cnr, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici); al convegno è stato presentato un nuovo modello climatico su cui Enea sta lavorando in collaborazione col Mit, e che integra grazie a un supercalcolatore dati oceanografici, geologici e geofisici per ottenere previsioni sull'innalzamento del mar Mediterraneo più dettagliate e a breve termine.
Leggi Tutto »Sono 7000 ogni anno i decessi per infezioni ospedaliere
Decontaminazione non corretta e utilizzo eccessivo di antibiotici alla basa delle infezioni ospedaliere che mietono più morti di quanto ne provochino gli incidenti stradali. Sono 7000 ogni anno i decessi per infezioni ospedaliere contro i 3500 avvenuti sulle strade. E' l'allarme lanciato dagli esperti del settore nel corso del forum nazionale promosso dal Centro Studi Mediterranea Europa a Napoli. "Il fenomeno è estremamente preoccupante", ha sottolineato Massimo Clementi, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università San Raffaele di Milano, che ha svolto una "Lectio Magistralis".
Il record di infezioni dopo un intervento chirurgico lo detiene la Valle d'Aosta, con 500 casi ogni 100mila dimessi. Seguono la Liguria con 454 e l'Emilia Romagna con 416. Distanziate di poco la Lombardia, il Veneto, l' Umbria e la città di Trento che ne contano sui 300, caso più caso meno. Nel Lazio si è toccato il tetto dei 211 mentre in tutto il Sud solo la Calabria supera quota 200. La più virtuosa è l'Abruzzo con sole 70 infezioni. Secondo il "Rapporto 2016 sulle resistenze all'antibiotico e sull'uso di antibiotici rilevati nelle strutture Ospedaliere della Campania", nei nosocomi si registrano circa 50mila casi di infezioni causate per il 22% dall'Escherichia Coli, per il 12,5% dallo Staphylococcus Aureus e per il 9% dal Klebsiella Pneumoniae. I reparti dove è più facile contagiarsi? Terapia Intensiva (20,60% dei casi), Medicina (15,33%) e Chirurgia (14,20%) condividono il triste primato delle infezioni. "Le Infezioni Correlate all'assistenza (ICA), rappresentano oggi uno dei più spinosi problemi in Sanità a livello Globale", ha detto l'infettivologo napoletano dell'Ospedale Cardarelli, Alessandro Perrella. "In Italia, ha proseguito Perrella, la maggior parte delle ICA sono dovute a specie batteriche che presentano resistenza agli antibiotici. Tuttavia, circa il 50 per cento delle ICA sono sostanzialmente prevedibili e pertanto evitabili, attraverso una serie di comportamenti professionali definiti come 'sicuri'. Il corretto controllo di tali fattori passa attraverso l'attuazione di tutti i correttivi necessari".
Nella sua relazione il professor Roberto Lombardi del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche dell'Inail ha evidenziato, estrapolando i contenuti di uno studio del Ceis dell'Università di Tor Vergata, l'impatto dell'adozione di buone prassi, di ricerca mirata e di innovazione tecnologica in tema di decontaminazione e disinfezione sulla spesa pubblica, attuando la vigente normativa di settore. Secondo lo studio menzionato per ogni infezione ospedaliera vanno in fumo tra i 9mila e i 10mila euro. All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, Domenico Falco (presidente del Corecom Campania), Maria Galdo (Società Italiana Farmacisti Ospedalieri), Stefania D'Auria (Hcrm - Hospital & Clinical Risk Managers), Oreste Caporale (dirigente medico del dipartimento igiene e medicina del lavoro e prevenzione, Azienda Universitaria "Federico II" di Napoli), Maria Rosaria Esposito (Anipio, Società Scientifica Nazionale Infermieri Specialisti nel Rischio Infettivo) Nicola Ammaccapane e Gennaro Carrino (vicepresidente e segretario generale del Centro Studi Mediterranea Europa)
Leggi Tutto »Accise carburanti, in 10 anni gettito aumentato del 26,6 per cento
Negli ultimi 10 anni il gettito per accise su prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi è aumentato di 5,4 miliardi, passando dai 20,3 miliardi nel 2008 ai 25,7 miliardi nel 2017 (+26,6%). Lo rileva una ricerca del Centro Studi ImpresaLavoro realizzata su elaborazione di dati del Def e della Commissione europea, nella quale si evidenzia come il prezzo della benzina in Italia sia oggi quarto più caro d’Europa. Con 1,623 euro al litro, il costo del nostro carburante è infatti dell’11,2% più alto di quello della media europea: il pieno in Italia costa il 5,2% in più rispetto alla Francia, il 10,1% in più rispetto alla Germania e addirittura il 26,3% in più rispetto all'Austria. Peggio, in Europa, fanno soltanto Olanda (1,688 euro al litro), Danimarca (1,671 euro) e Grecia (1,624 euro).Il prezzo pagato dai consumatori finali, segnala ImpresaLavoro, risente fortemente della componente relativa a tasse e accise: in Italia prelievo statale rappresenta infatti addirittura il 62,9% del prezzo finale contro il 59,9% della media europea, il 52,3% della Spagna, il 60,4% della Germania e il 61,5% della Francia. Un discorso analogo vale per il diesel. Con un prezzo di 1,501 euro al litro, è il secondo più caro d'Europa. Ci precede solo la Svezia con 1,548 euro al litro. In Italia un pieno costa quindi il 10,7% più della media europea, il 16,1% più della Germania e il 21,7% in più rispetto all’Austria. Anche in questo caso le tasse rappresentano una quota cospicua del prezzo finale: il 59,2% contro il 54,2% della media europea. Attualmente incidono sul prezzo del carburante ben 17 diverse accise, deliberate dal 1935 ad oggi.(Segue) ECO Milano, 3 lug. (LaPresse) - Negli ultimi 10 anni il gettito per accise su prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi è aumentato di 5,4 miliardi, passando dai 20,3 miliardi nel 2008 ai 25,7 miliardi nel 2017 (+26,6%). Lo rileva una ricerca del Centro Studi ImpresaLavoro realizzata su elaborazione di dati del Def e della Commissione europea, nella quale si evidenzia come il prezzo della benzina in Italia sia oggi quarto più caro d’Europa. Con 1,623 euro al litro, il costo del nostro carburante è infatti dell’11,2% più alto di quello della media europea: il pieno in Italia costa il 5,2% in più rispetto alla Francia, il 10,1% in più rispetto alla Germania e addirittura il 26,3% in più rispetto all'Austria. Peggio, in Europa, fanno soltanto Olanda (1,688 euro al litro), Danimarca (1,671 euro) e Grecia (1,624 euro).Il prezzo pagato dai consumatori finali, segnala ImpresaLavoro, risente fortemente della componente relativa a tasse e accise: in Italia prelievo statale rappresenta infatti addirittura il 62,9% del prezzo finale contro il 59,9% della media europea, il 52,3% della Spagna, il 60,4% della Germania e il 61,5% della Francia. Un discorso analogo vale per il diesel. Con un prezzo di 1,501 euro al litro, è il secondo più caro d'Europa. Ci precede solo la Svezia con 1,548 euro al litro. In Italia un pieno costa quindi il 10,7% più della media europea, il 16,1% più della Germania e il 21,7% in più rispetto all’Austria. Anche in questo caso le tasse rappresentano una quota cospicua del prezzo finale: il 59,2% contro il 54,2% della media europea. Attualmente incidono sul prezzo del carburante ben 17 diverse accise, deliberate dal 1935 ad oggi.
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Valentinetti: Non si puo’ speculare politicamente sull’uomo
"Non si puo' speculare politicamente sull'uomo, qualunque uomo che continua a soffrire e morire in uno specchio di mare dove tutta l'Europa si bagna e tutta l'Europa si dovrebbe specchiare". Questo il monito lanciato da monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara, nell'omelia della messa trasmessa questa mattina in diretta da Rai Uno. "Gli immigrati - ha sottolineato il presule - sono vittime delle guerre che hanno generato distruzione e morte, solo l'umanita' nutrita dalla fede puo' essere la salvezza del genere umano".
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