Primo Piano

Competitività, Hong Kong e Svizzera in testa, Italia 44esima

Hong Kong, Svizzera e Singapore sono i paesi dove maggiore e' il tasso di competitivita'. Sotto il podio gli Stati Uniti che si piazzano quarti, solo 44esima l'Italia. E' la fotografia scattata dal rapporto IMD da cui emerge come, rispetto al 2016, al primo e al secondo posto della classifica si confermano Hong Kong e Svizzera mentre Singapore scavalca gli Stati Uniti che ottengono il peggior risultato degli ultimi cinque anni. Dietro gli Usa, da notare il balzo dell'Olanda che sale dall'ottavo posto dell'anno scorso al quinto. La classifica della competitivita' realizzata da IMD dal 1989 prende in considerazione 260 indicatori tra cui l'efficienza dei governi, quella delle imprese e la produttivita'. Ma il sondaggio si basa anche sulla percezione delle imprese su questioni basilari come corruzione, ambiente e qualita' della vita. Quest'anno sono stati giudicati 63 paesi con Cipro e Arabia Saudita al debutto. Non si piazza bene l'Italia, 44esima, dietro a Spagna, Portogallo, Cile e Filippine. Tra i Paesi europei solo Bulgaria, Romania, Slovacchia, Grecia e Croazia fanno peggio di noi. Da considerare inoltre che l'Italia, rispetto all'anno scorso, ha perso ben nove posizioni (era 35esima). Chiude la graduatoria il Venezuela preceduto da Mongolia e Brasile. Per la prima volta, quest'anno, e' stata stilata anche la classifica riguardante la competititivita' digitale. Il nuovo ranking prende in considerazione l'abilita' di adottare tecnologie digitali che migliorino l'azione stessa dei governi, i modelli di business delle imprese e la societa' in generale. In testa c'e' Singapore, seguita da Svezia, Stati Uniti, Finlandia e Danimarca. Anche nel digitale l'Italia non brilla piazzandosi al 39esimo posto, sopravanzata da tutti i paesi europei ad eccezione della Grecia (50esima). Ultima posizione, ancora una volta, per il Venezuela, preceduto da Peru' e Mongolia

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Oltre il 77% delle famiglie ha casa proprieta’, 8,8% le affitta

La casa resta sempre un asset fondamentale per gli italiani: quasi 20 milioni di famiglie, ovvero il 77,4% del totale, sono infatti proprietarie dell'abitazione in cui abitano. E tra le diverse parti del Paese, il maggior numero di proprietari risiede al Sud e nelle Isole (82,9% delle famiglie), mentre quello piu' basso e' al Centro (73,9%); al Nord invece le famiglie proprietarie di casa sono il 75,3%. Le case valgono in media circa 170 mila euro (1.450 euro al metro quadro, in calo del 2,4%), con valori pero' nettamente superiori nelle grandi citta', Roma in primis (in media circa 354 mila euro al metro). E' questa la fotografia del patrimonio immobiliare italiano al 31 dicembre 2014 scattata dall'Agenzia delle Entrate e dal Mef nel rapporto 'Gli immobili in Italia', nel quale si sottolinea come solo l'8,8% dello stock abitativo sia dato in locazione. Possedere una casa, comunque, via via negli ultimi anni e' diventato meno oneroso. A confermarlo e' stata anche Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle Entrate, secondo cui nel 2016 c'e' stato un "calo significativo" del peso delle tasse sugli immobili, con una riduzione di 4,4 miliardi di euro (di cui 3,6 miliardi grazie all'abolizione della Tasi) traducibili in risparmio medio pro capite di 175 euro annui. Ma per Fabrizia Lapecorella, direttore delle Finanze del Mef, il prelievo sulla casa "non potra' scendere di molto" anche se "esistono spazi per migliorare l'equita'". Gli italiani proprietari di un appartamento, secondo il rapporto, sono oltre 25,7 milioni (dipendenti e pensionati nell'81,7% dei casi), mentre i locatari sono 4,7 milioni. La superficie media di un'abitazione e' pari a 117 metri quadri, mentre per quello che riguarda le agevolazioni fiscali, nel 2014 ne sono state erogate per quasi 3,7 milioni per interventi di ristrutturazione, riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli edifici. 

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Toto Holding: chiediamo vengano rispettate le sentenze della Magistratura

 Strada dei Parchi esprime "sconcerto sul testo approvato dalla commissione Bilancio della Camera sulla Manovra-bis per la parte che interessa i lavori di messa in sicurezza urgente di A24 e A25" che "per come formulato rischia di far ricadere i costi dell'intervento di messa in sicurezza, sulle spalle degli utenti Lazio e Abruzzo. Visto che assegna risorse prodotte dalla gestione di A24 e A25 all'Anas per sostenerne il bilancio. Dal 2011 con la trasformazione in societa' di diritto privato, l'Anas non ha nessuna competenza su A24 e A25, neanche di controllo o ispettivo. Sdp vuole essere chiara nel ribadire quale sia la posta in gioco in questa vicenda". Questo quanto afferma la concessionaria delle due arterie in una nota in merito al provvedimento che ha avuto oggi il via libera in Commissione alla Camera. "Il sub emendamento Catalano - afferma Strada dei Parchi - contraddice quello che gia' il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso. In data 14 aprile infatti il Mit, con la direzione per la vigilanza delle concessionarie autostradali, ha gia' approvato il progetto esecutivo della messa in sicurezza urgente dell'A24 e A25" per la prevenzione della scalinatura degli impalcati. Inoltre, riferisce ancora la concessionaria, "con una nota del 3 maggio lo stesso Mit ha sollecitato Sdp ad avviare immediatamente i lavori. Fissando anche l'ammontare dell'investimento in circa 200 milioni di euro". "La societa' Concessionaria Sdp, dando seguito al Decreto - si legge ancora nella nota - ha gia' consegnato e dato il via a questi lavori di messa in sicurezza urgente. Quindi, non si capisce a questo punto, nel caso in cui il testo venga approvato definitivamente dal Parlamento, quale piano debba presentare entro 20 giorni la Concessionaria, visto che ha gia' avviato le attivita' individuate dal ministero con il proprio decreto. E sopratutto - si chiede Strada dei Parchi - qual e' l'importo". Strada dei Parchi fa anche presente che ci sono due sentenze del Tribunale civile di Roma in cui si ribadisce che le rate spettavano al Mit.

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"Nessun regalo e nessun abbuono a Strada dei Parchi. Chiediamo solo che vengano rispettate le leggi e le sentenze della magistratura". E' quanto si legge in una nota di Toto Holding a proposito degli emendamenti presentati alla manovra in corso di approvazione in commissione Bilancio alla Camera, in merito alle autostrade A24 e A25 che collegano Lazio e Abruzzo. "Con il Decreto Legge n.98 del 2011, poi convertito nella legge n.101/2011, come successivamente modificato, e' stato stabilito che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti subentra ad Anas come concedente in tutte le concessioni autostradali ed assume le situazioni creditorie e debitorie relative alle funzioni di concedente gia' spettanti ad Anas nonche' il relativo contenzioso sorti a far data dal 1 ottobre 2012". "Per effetto di tale norma - prosegue Toto Holding - le rate del corrispettivo di concessione dovute precedentemente dalla concessionaria Strada dei Parchi (Sdp) ad Anas in forza della convenzione unica stipulata il 18 novembre 2009 sono attualmente dovuti al Mit". 

"Alcuni emendamenti al provvedimento oggi in discussione - spiega la nota di Toto Holding - prevedono invece di regolamentare l'attribuzione ad Anas dei canoni di concessione, con l'evidente scopo di modificare l'attuale normativa sopra citata, in presenza peraltro di una causa civile sulla questione che coinvolge un privato (Sdp) e una Societa' pubblica, e in aperto dispregio alla normativa europea". "A cio' si aggiunga che il Tribunale Civile di Roma ha chiaramente ribadito che il Concedente e' il ministero, e ad esso e' dovuto il pagamento dei canoni" sottolinea ancora la Toto Holding che aggiunge: "Nessuno abbuono e' stato fatto alla concessionaria, che ad oggi ha depositato in un conto bancario dedicato e vincolato le somme relative ai canoni 2015 e 2016 a disposizione del concedente. In precedenza, dal 2003 ad oggi, per la concessione dell'A24 e A25 Strada dei Parchi ha versato al Concedente, come da convenzione, 672 milioni di euro in rate annue da 56 milioni". Al centro la questione sicurezza post sisma.

"E' necessario ora avviare immediatamente i lavori per la messa in sicurezza urgente delle autostrade A24 e A25, i cui interventi e relativi costi il Mit ha gia' approvato per una prima tranche di circa 200 milioni su un totale di 240. Si tratta di investimenti resi necessari dai ripetuti terremoti degli ultimi anni e non previsti in concessione: Strada dei Parchi non puo' attivare i necessari nuovi investimenti perche' il piano economico finanziario che regola la concessione e' scaduto sin dal 2013, e mai rinnovato dal Mit nonostante i ripetuti solleciti di Sdp". "Per superare il problema, il ministero - conclude Toto Holding - prevede l'utilizzo di due rate del finanziamento per consentire l'avvio urgente dei lavori ma evidentemente insufficienti per il loro completamento per cui sono necessarie quattro annualita': chiaramente, non si tratta di un regalo, poiche' e' previsto l'obbligo di restituzione di tali somme". 

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Sanità privata, in Abruzzo si spendono 474 euro in media

La visita dal medico in tempi veloci, l'esame senza aspettare le file che durano mesi, la terapia dello specialista di fiducia. Alla fine dell'anno il conto della spesa sanitaria privata arriva a 574 euro a persona, con i valdostani che spendono il 162,6% in più rispetto ai campani (799 euro contro 304 euro). I dati contenuti nel rapporto della Corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica 2017, ed elaborati dall'Adnkronos, mostrano che gli abitanti delle regioni del nord nel 2015 hanno speso 19,7 miliardi di euro, pari al 56,5% del totale. Gli enti territoriali del centro arrivano a 6,8 miliardi (pari al 19,5%), a cui si aggiungono altri 8,4 miliardi del sud (24%), per un totale di 34,9 miliardi.

Rispetto alla spesa media procapite, di 574 euro, le regioni del settentrione si collocano al di sopra, con 724 euro al nord ovest (+26,1%) e 688 euro nelle regioni del nord est (+19,8%). Sotto i livelli nazionali, invece, si posiziona il resto della penisola, con il centro a 564 (-1,7%) e il mezzogiorno a 400 euro (-30,3%). Considerando le singole regioni la spesa procapite più alta si registra in Valle d'Aosta (799 euro), seguita dalla Lombardia (782 euro) e dal Trentino (764 euro). Gli abitanti della seconda classificata da soli arrivano alla somma di 7,8 miliardi, cioè il 22,4% del conto nazionale, mentre la prima arriva al totale di 102 milioni e la terza a 808 milioni. Segue l'Emilia Romagna, dove la spesa procapite arriva a 697 euro, e quella regionale a 3,1 miliardi; in Veneto le uscite per la sanità privata ammontano a 693 euro a persona e 3,4 miliardi totali, in Piemonte si fermano a 645 euro (e 2,8 mld). Bisogna arrivare al settimo posto per trovare una regione che non sia del nord, con la Toscana (597 euro e 6,8 mld), seguita dal Lazio (592 euro e 3,5 mld). Poi torna il settentrione, con la Liguria (569 e 901 mln), con il Friuli Venezia Giulia (567 euro e 676 mln). Sotto la media nazionale si collocano tutte le regioni del sud e qualcuna del centro: Puglia (513 euro e 2,1 mld), Abruzzo (474 euro e 631 mln), Marche (456 euro e 707 mln), Umbria (433 euro e 2,2 mld), Sicilia (422 euro e 2,1 mld), Basilicata (416 e 240 mln), Molise (394 euro e 123 mln), Calabria (377 euro e 745 mln), Sardegna (354 euro e 589 mln), Campania (304 euro e 1,8 mld).

Nella tabella che segue viene riportata la spesa media procapite regionale e la spesa complessiva dell'ente territoriale, la media procapite nazionale e il totale dell'Italia.

Regione..............spesa euro........spesa mld

Valle d'Aosta..............799...............0,1

Lombardia.................782................7,8

Trentino A.A..............764................0,8

Emilia R.....................697................3,1

Veneto......................693................3,4

Piemonte...................645...............2,8

Toscana....................597................2,2

Lazio.........................592................3,5

Liguria.......................569...............0,9

Friuli V.G...................567................0,7

Puglia........................513................2,1

Abruzzo.....................474................0,6

Marche......................456................0,7

Umbria......................433................0,4

Sicilia........................422.................2,1

Basilicata...................416................0,2

Molise.......................394.................0,1

Calabria.....................377................0,7

Sardegna...................354................0,6

Campania..................304................1,8

Italia.........................574...............34,8

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Cgia, in 18 anni dagli studi di settore più tasse per 19,6 miliardi

Negli anni gli studi di settore hanno garantito un grosso apporto di gettito alle casse del Stato: dal 1998, anno della loro introduzione, al 2015, a fronte di 49,2 miliardi di maggiori ricavi ottenuti attraverso l'adeguamento spontaneo in sede di dichiarazione dei redditi, questi si sono tradotti, secondo una stima elaborata dall'Ufficio studi della Cgia, in 19,6 miliardi di euro di tasse in più versate all'erario. "Certo - ha spiegato il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - è difficile stabilire quanti di questi soldi siano il frutto di una graduale emersione della base imponibile e quanti, invece, siano riconducibili a tasse aggiuntive che i contribuenti hanno pagato perché l'asticella dei ricavi imposta dagli studi di settore era troppo elevata. Molto probabilmente la verità sta nel mezzo. Per questo è necessario che i nuovi indicatori di affidabilità non ricalchino queste vecchie abitudini". Tra i 3,5 milioni di contribuenti soggetti agli studi di settore, a livello territoriale è Roma la provincia che ne conta di più: 244.000. Seguono le province di Milano (221.480), Napoli (133.237) e Torino (129.527). In coda alla classifica, invece, troviamo Carbonia-Iglesias (4.950), Isernia (4.775), Medio Campidano (3.949) e Ogliastra (2.926). 

Dopo 18 anni di vita, sono poco più di 3,5 milioni le partite Iva sottoposte ai 193 studi di settore attivati e - calcola la Cgia - oltre il 73% dei contribuenti (pari a 2,6 milioni di attività) è congruo, ovvero rispetta le richieste avanzate dall'amministrazione finanziaria in materia di ricavi. Questi contribuenti, tuttavia, rimangono ancora nel mirino del fisco visto che ogni anno rischiano di subire un accertamento fiscale, sebbene per gli studi di settore risultino soggetti fedeli al fisco. Nel 2016, infatti, sono stati poco meno di 368.500 gli accertamenti in materia di Iva, Irap e imposte dirette che hanno interessato le imprese potenzialmente soggette agli studi di settore. Secondo le disposizioni previste nel decreto che contiene la manovra correttiva attualmente in via di approvazione in Parlamento, la rottamazione degli studi di settore scatterà dal prossimo anno. "Per molti sarà la fine di un incubo - afferma Zabeo - anche se sarà necessario monitorare questo periodo di transizione con grande attenzione. I nuovi indicatori di affidabilità fiscale che sostituiranno gli studi di settore dovranno garantire una riduzione delle tasse e una maggiore semplificazione nei rapporti con il fisco. Altrimenti, questa novità servirà a poco".

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Sondaggio Ixè, nell’ultima settimana il Pd si rafforza sul M5S, staccandolo di 1,3%

Secondo le intenzioni di voto dell'Istituto Ixe' elaborate per Agora' (Raitre), nell'ultima settimana il Pd si rafforza sul M5S, staccandolo di 1,3%. Il partito guidato da Matteo Renzi, infatti, guadagna lo 0,7%, raggiungendo il 29,3%. Il M5S perde, invece, lo 0,5%, scendendo al 28%. Nel centrodestra, Forza Italia resta in vantaggio sulla Lega Nord (13% a 12,6%), occupando rispettivamente la terza e la quarta posizione. Dietro di loro: Fdi al 4,1%, Mdp (2,7%), Ap (2,6%) e Sinistra Italiana (2,4%). Cresce di un punto e arriva al 34% la fiducia nel premier Paolo Gentiloni mentre Matteo Renzi scende dal 31% al 30%. Oltre al premier sale la fiducia nel governo dal 30% al 31%. Tra gli altri leader politici: Di Maio e' al 23%, Salvini al 21%, Meloni al 19%, Berlusconi e Grillo al 18%. L'istituto ha anche sondato il bacino elettorale per il Movimento animalista, valutato tra il 2,5 e il 5 per cento. Il 16% degli elettori, inoltre, prende in considerazione l'ipotesi di poter votare per il movimento. Il sondaggio affronta anche altri temi. Cosa dovrebbe chiedere il premier Gentiloni per l'Italia - e' stato chiesto - al G7 di Taormina? Se a decidere fossero gli italiani, la risposta sarebbe: il 45% ha risposto aiuti per affrontare l'emergenza migranti. Il 29%, invece, vorrebbe una stretta sul libero mercato per aiutare il made in Italy, mentre il 24% preferirebbe un sostegno nella lotta al terrorismo. Proprio il terrorismo e' uno dei temi del sondaggio. Alla domanda se abbia ragione Trump a dire che la lotta al terrorismo non e' una guerra contro l'Islam, il 66% si dice d'accordo, ma 1 su 3 degli intervistati ritiene il contrario. Peraltro il 61% del campione, dopo la strage di Manchester, teme attentati in Italia. Quanto alla paura di mandare i propri figli a concerti, il 45% dice che non mutera' atteggiamento, mentre il 27% dice che non li mandera' piu' e il 21% che andranno solo accompagnati. Il sondaggio e' stato realizzato dall' Istituto Ixe' per Agora'-RAI 3 nelle date 22-24/5/2017. Metodologia di rilevazione: sondaggio CATI-CAMI su un campione casuale probabilistico stratificato di 1.000 soggetti maggiorenni (su 9.213 contatti complessivi), di eta' superiore ai 18 anni. Tutti i parametri sono uniformati ai piu' recenti dati forniti dall'ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentativita' rispetto ai parametri di sesso, eta' e macro area di residenza. Margine d'errore massimo: +/-3,1%.

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Abruzzo, credito alle imprese artigiane in calo del 7,3%

Il credito erogato alle imprese artigiane abruzzesi fa registrare, a settembre del 2016, un calo del 7,3%. Un dato, inferiore alla media nazionale (-5,8%), che colloca la regione al terzultimo posto della classifica italiana. Le cose vanno peggio solo in Umbria e nelle Marche (-7,4% e -12,5%), altre due regioni interessate, insieme all'Abruzzo, dal terremoto. E' quanto emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto sull'elaborazione 'Trend del credito alle imprese artigiane a settembre 2016', dell'ufficio studi della Confederazione nazionale. Al 30 settembre 2016, i prestiti, in Abruzzo, ammontano a 932 milioni di euro, con una flessione di 74 milioni rispetto all'anno precedente. Cifre che collocano la regione al 18esimo posto della graduatoria nazionale, guidata da Valle d'Aosta, Lazio (-2,5% e -3,2%). A livello provinciale, il calo più consistente dei prestiti all'artigianato si registra a Chieti (-13,6%, 260 mln di euro, 108esima posizione) e a Teramo (-9,5%, 248 mln, 103esima posizione). Va meglio nell'Aquilano (-2,3%, 194 mln di euro, nona posizione) e, soprattutto, nel Pescarese che, con prestiti per 230 milioni e una flessione dell'1%, si posiziona al terzo posto della classifica delle province italiane.

In Abruzzo i prestiti a medio e lungo termine, pari al 71,5%, rappresentano più dei due terzi del totale di quelli concessi all'artigianato, con un calo del 4,9% tra settembre 2015 e settembre 2016. Quelli a breve termine sono il 28,5%. I prestiti all'artigianato, in Abruzzo, erano scesi dell'8% a giugno 2016, dell'8,6% a marzo 2016, del 4,5% a dicembre 2015, dell'8,1% a settembre 2015, dell'8% a giugno 2015, del 7% a marzo 2015, del 5,3% a dicembre 2014 e del 2,1% a settembre 2014. I tassi di interesse applicati sono pari al 5,83%, contro il 4,91% della media nazionale: 8,55% per le piccole imprese e 5,48% per le imprese medio-grandi, con un gap in punti base pari a 307. Tassi più alti nel settore dei servizi: 6,84%. Seguono costruzioni (6,67%) e manifatturiero (4,54%). "Sono passati ormai tre anni dall'insediamento della giunta D'Alfonso -afferma il presidente regionale di Confartigianato Abruzzo, Luca Di Tecco- e fino ad ora non abbiamo ricevuto risposte né sulla proroga per l'utilizzo dei fondi della vecchia programmazione né sulla nuova. Il tema dell'accesso al credito è di vitale importanza, soprattutto per le micro e piccole imprese. Non siamo più disposti ad attendere altro tempo e la buona volontà del vicepresidente della giunta, Giovanni Lolli, non è sufficiente: vogliamo risposte immediate altrimenti convocheremo presto lo stato di agitazione della categoria". 

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Ospedale di Chieti, D’Alfonso in Commissione Vigilanza

Un dettagliato cronoprogramma delle attivita' che, d'ora in poi, verranno svolte sul Project Financing per la realizzazione di un nuovo ospedale nel capoluogo teatino, ma anche certezza di risorse, pretendendo massima attenzione, trasparenza e rispetto delle norme ma soprattutto certezza sul futuro dell'ospedale di Chieti dal punto di vista della sua riqualificazione e messa in sicurezza. E' la richiesta avanzata dal Comitato ristretto dei sindaci della Asl Lanciano Vasto Chieti, presieduto dal sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, nel corso della riunione alla quale ha partecipato l'assessore regionale alla Sanita', Silvio Paolucci. "Non sono per il no a priori sul Project Financing senza indicare alternative che possano portare investimenti sulla citta' - dice Di Primio - osservo, infatti, che, da quanto emerso, i finanziamenti derivanti da leggi nazionali di settore non sarebbero sufficienti e, d'altro canto, la Regione non ha capacita' di indebitamento per finanziare un importante intervento su Colle dell'Ara. In buona ragione, da sindaco di Chieti, non faccio il tifo per questo o quel progetto ma chiedo certezza di investimenti sul nosocomio teatino. Questo, anche in vista della fase conclusiva della istruttoria per la istituzione del Dea di II livello funzionale degli ospedali di Chieti e Pescara. L'auspicio - conclude Di Primio - e' che il lavoro della Commissione paritetica Regione-Asl, costituitasi ieri mattina, possa finalmente integrare e, quindi, consentire la chiusura dell'istruttoria riguardante il Project nella piu' totale trasparenza consegnandoci, finalmente, una decisione positiva o negativa che sia su questo strategico intervento per la citta' di Chieti e per l'Abruzzo". A Paolucci i sindaci hanno anche chiesto che la Asl Lanciano Vasto Chieti non venga penalizzata rispetto alle altre aziende sanitarie e, segnatamente, che le ristrettezze del decreto Lorenzin non si attuino solo nella Asl chietina penalizzandola sotto il profilo del personale e degli investimenti. 

Finale movimentato per l' audizione del presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, in Commissione di Vigilanza sul Project Financing per il nuovo ospedale di Chieti. Il presidente della Commissione, Mauro Febbo (Fi), e il consigliere regionale del M5s Sara Marcozzi, in due distinti comunicati, sottolineano l'abbandono della riunione dell'organismo da parte del governatore. "Dopo tre convocazioni D'Alfonso - spiega Febbo nella sua nota - abbandona la commissione senza dare risposte quindi non entrando nel merito delle problematiche inerenti il Project e non permettendo il contraddittorio, nonostante e alle tante sollecitazioni pervenute in questi ultime settimane". Febbo sottolinea che "dopo tre anni di chiacchiere oggi l'iter del progetto di finanza passa ad una nuova commissione che deve esprimersi incredibilmente in poco piu' di un mese, questa e' la proposta che il presidente D'Alfonso ha portato in Commissione Vigilanza appositamente convocata, dopo ben due riunione mandate deserte dallo stesso. Ad oggi rimangano ancora in piedi e confermati tutti i dubbi sollevati e avanzati dal sottoscritto in questi ultimi mesi in merito al nuovo ospedale di Chieti poiche' il presidente D'Alfonso e il direttore generale Asl di Chieti Flacco oggi non hanno dato spiegazioni plausibili ed esaurienti circa l'iter amministrativo che intendono proseguire sino al prossimo 30 giugno per la valutazione del project financing presentato dalla Icm del gruppo Maltauro". Dl canto suo la consigliera pentastellata, Marcozzi, ha parlato di "vera e propria fuga del presidente D'Alfonso che ha usato la commissione di Vigilanza per declamare il suo monologo - peraltro ripreso con telefonino da un suo collaboratore - per poi andare via non permettendo ai commissari di porgli domande nel merito della proposta". "Abbiamo preso atto della consistenza politica del presidente D'Alfonso e delle granitiche motivazioni a sostegno di questo costosissimo progetto. Tanto granitiche da fuggire alle numerose domande e agli innegabili dubbi che abbiamo sempre denunciato. Quella del presidente D'Alfonso in favore del PF e' una posizione di principio che si scontra contro i pareri negativi di tutti: in generale Tar e Corte dei Conti, in particolare Rup, ufficio affari legali della Asl, studio legale McDermott, professori dell'Universita' Bocconi, primari dei reparti. Insomma di tutti i soggetti che hanno partecipato all'istruttoria hanno espresso gravi criticita' su questo progetto, peraltro, alcuni pareri sono stati pagati a peso d'oro". Sul Project Financinq proposto dal colosso Veneto delle costruzioni Maltauro, oltre tre anni fa, D'Alfonso e l' assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, puntano per il nuovo ospedale in sostituzione dell' attuale, non sicuro staticamente e sismicamente anche perche' costruito con materiali scadenti. La regione ha avocato a se' l'iter. 

"Eviteremo che su queste carte cada la polvere ed entro il 30 giugno completeremo la valutazione, e poi scattera' la vera e propria gara d'appalto". Cosi' il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, a margine della riunione della Commissione di Vigilanza svoltasi nel pomeriggio all'Aquila, che lo ha sentito sul contestato Project Finacing per il nuovo ospedale di Chieti proposto dalla Icm del gruppo Maltauro, al posto del Santissima Annunziata, considerato non sicuro dal punto di vista sismico. D'Alfonso e' intervenuto insieme al direttore generale Pasquale Flacco. In particolare, il governatore, dopo aver avocato a se' la responsabilita' procedurale del project togliendola alla Asl provinciale di Chieti, spiega che entro il 30 giugno si pronuncera' sulla pubblica utilita' che dara' il via libera alla gara europea in cui la proponente Icm avra' un diritto di prelazione.

"Respingo al mittente l'atteggiamento religioso di alcune forze politiche di contrarieta' ideologica quasi e totemica al Project Financing. Io ho un approccio laico, illuministico, su quello che mi offre l'ordinamento facendo si' che prevalga in modo implacabile l'interesse pubblico", afferma ancora D'Alfonso ribadendo quanto deciso lunedi' a Pescara nella riunione di Giunta, quando e' stato nominato il nuovo Rup, Emidio Primavera, ed e' stata indicata la data del 30 giugno. A seguire la pratica una commissione mista Regione-Asl che sara' chiamata a integrare le attivita' gia' svolte ai fini della conclusione dell'iter procedimentale per l'eventuale dichiarazione di fattibilita' della proposta di Project Financing.

"In Commissione ho messo in evidenza i dati oggettivi - continua D'Alfonso - il primo e' che c'e' una norma nazionale che consente il ricorso allo strumento del Project Financing, il secondo e' che nel caso dell'Abruzzo e' stata depositata nell' aprile 2014 una proposta, nella legislatura passata, di cui noi abbiamo assunto sulle nostre forze amministrative l'onere dell' istruttoria, che deve stressare tutti i numeri della proposta". Il primo numero, dice, "e' il costo della cittadella sanitaria, i 251 milioni del proponente saranno stressati fin dove il valore di mercato ci consentira'. Il secondo numero e' quello del costo dell'esercizio ospedaliero, dei servizi, che storicamente costano alla Asl 51 milioni di euro l'anno. Il proponente e' sceso a 42 milioni, cifra che puo' essere abbassata ancora. Terzo numero e' quello del canone annuale di concessione, che il proponente quantifica in 11 milioni di euro l'anno, noi vogliamo che scenda significativamente, come pure la durata della convenzione, ad oggi fissata in 30 anni".

 

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Inchieste sulla Regione Abruzzo, verso la chiusura delle indagini su Palazzo Centi

La procura della Repubblica dell'Aquila chiudera' a breve le indagini sull'appalto di ricostruzione post-terremoto di Palazzo Centi, sede della Giunta regionale in pieno centro storico dell'Aquila, uno degli 11 filoni della maxi inchiesta con 33 indagati sulle gare pubbliche gestite dalla Regione. Secondo quanto appreso da fonti forensi, potrebbe allargarsi la cerchia degli indagati. Nel frattempo, continua l'iter dell'appalto, vinto dalla Costruzioni Generali di Isernia operando un ribasso del 35,017 per cento, azienda che, tra l'altro, in questi mesi di incertezza ha chiesto spesso con insistenza di avere lumi sul futuro della commessa. A sbloccare la situazione, che si trascina da mesi, si e' giunti dopo contatti tra i vertici dirigenziali della Giunta e quelli della procura, in particolare il procuratore capo, Michele Renzo. Secondo quanto si e' appreso, la magistratura dovrebbe riconsegnare le carte sequestrate della gara in modo tale da riavviare l'iter per arrivare alla firma del contratto e all'inizio dei lavori.

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Inchiesta sulla corruzione, otto arresti a Giulianova

E' di otto arrestati di cui quattro in carcere e quattro ai domiciliari il bilancio dell'operazione Castrum che ha messo in luce decine di reati contro pubblica amministrazione commessi all'interno sia del comune di Giulianova sia della Asl di Teramo. A finire in manette la dirigente del comune di Giulianova Maria Angela Mastropietro, il marito Stefano Di Filippo, gli imprenditori Andrea e Massimiliano Scarafoni, tutti in carcere, il funzionario della Asl Carmine Zippilli, il socio accomandante della Rima sas, Sergio Antonilli, l'imprenditore edile ed ex assessore a Giulianova Nello Di Giacinto e il presidente della Giulianova Patrimonio, societa' in house del comune di Giulianova, Filippo Di Giambattista, questi quattro ai domiciliari. Ad eseguire le ordinanze chieste dai Pm Andrea De Feis e Luca Sciarretta e firmate dal Gip Domenico Canosa il nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Teramo.

Nel corso delle indagini sarebbero infatti emersi decine di episodi di corruzione, tentata concussione, tentata induzione indebita a dare o promettere utilita', abuso d'ufficio, falsita' in atti pubblici in materia edilizia e urbanistica commessi dalla funzionaria del comune di Giulianova in concorso con altri indagati. In particolare la dirigente per diversi anni avrebbe sistematicamente e costantemente asservito la funzione pubblica esercitata, in cambio di denaro o altre indebite utilita' per se' e per il proprio coniuge agli interessi privati a diversi imprenditori operando sul comune di Giulianova. In diversi casi avrebbe esplicitamente richiesto denaro o l'intestazione di beni immobili in favore di se' stessa e del marito mentre in altri casi avrebbe richiesto consulenze fittizie o comunque sovrafatturate in favore del marito in relazione ad alcuni lavori edili commissionati o comunque autorizzati dal comune di Giulianova. Gli accordi in particolare riguardavano affidamento di forniture e lavori pubblici per centinaia di migliaia di euro, interessando anche un'importante lottizzazione approvata nell'estate del 2016 dal comune di Giulianova. Gli episodi di tentata concussione e di tentata concussione indebita hanno invece interessato progetti ed investimenti immobiliari nel comuni di Giulianova e Castellalto. Nel corso degli accertamenti inoltre sarebbero emersi episodi di corruzione e falsi in atti pubblici commessi da un funzionario della Asl di Teramo in favore di un gruppo imprenditoriale di Giulianova. Il funzionario, a seguito di contropartite economiche riguardanti principalmente lavori di installazione di impianti di energia alternativa nella sua abitazione, avrebbe falsamente attestato lavori per 215 mila euro inducendo in errore la Asl che avrebbe liquidato i compensi a fronte di lavori effettivamente compiuti per appena 90 mila euro. Sempre su richiesta della Procura il Gip ha emesso anche un decreto di sequestro preventivo per 125 mila euro nei confronti di una Srl di Giulianova che ha compiuto i lavori di messa in sicurezza dell'edificio della Asl in Corso Porta Romana

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