Primo Piano

Crolla l’apporto dei comuni all’attività di accertamento delle imposte evase

Crolla l'apporto dei comuni all'attività di accertamento delle imposte evase: nel 2016 gli accertamenti realizzati dall'Agenzia delle Entrate con il contributo dei comuni sono diminuiti del 41,3% rispetto al 2015. In calo anche le somme riconosciute agli Enti locali per tale attività. E' quanto evidenzia la Corte dei Conti nel Rendiconto generale. Un calo, quello del 2016 che conferma un trend in atto da anni. Si è scesi da 3.455 accertamenti del 2012 a 1.156 del 2016 passando per i 2.916 del 2013, i 2.701 del 2014 e i 1.970 del 2015. Nonostante l'innalzamento della quota riconosciuta ai comuni, che dal 33% inizialmente previsto, è passata prima al 50% e poi dal 2012 al 100%, dunque, l'impegno degli Enti nel contrasto all'evasione erariale registra un progressivo calo. Diverse le ragioni di tale disimpegno. "Anzitutto -spiega all'Adnkronos Guido Cstelli, delegato Anci alla fiscalità e sindaco di Ascoli Piceno- abbiamo notato che rispetto alle nostre segnalazioni l'Agenzia delle Entrate ha sempre maggiori difficoltà a lavorarle. All'inizio, quando la normativa fu introdotta vi fu una adesione significativa dei Comuni, soprattutto nelle regioni del Centro". "Siccome tale attività di segnalazione comporta un lavoro e l'impiego di risorse da parte dei comuni nel tempo gli Enti -aggiunge Castelli- hanno deciso di concentrare l'attività di collaborazione, che all'inizio riguardava anche casi di piccola evasione, sui casi più significativi dai quali ci si attende un risultato economico in termini di recupero adeguato. E ciò anche per evitare di utilizzare risorse per una attività dispendiosa non sempre in grado di produrre un ritorno

Tornando ai dati la Corte dei Conti evidenzia che considerando l'intero quinquennio 2012-2016 la diminuzione degli accertamenti realizzati con il contributo dei comuni raggiunge il 66,5%. A livello regionale i comuni che maggiormente hanno utilizzato lo strumento nel 2016 sono quelli della Calabria con 230 segnalazioni seguiti dagli Enti della Lombardia con 161 segnalazioni e dall'Emilia Romagna con 160 segnalazioni. Fanalino di coda la Basilicata con zero segnalazioni, preceduta da Valle d'Aosta con una segnalazione, Abruzzo con 4 e Molise con 5 segnalazioni. Nel quinquennio il crollo più significativo nelle segnalazioni si è registrato in Lombardia passata da 1.127 del 2012 a 161 del 2016 e in Emilia Romagna passata da 1.061 a 160. In calo anche le somme riconosciute dal fisco ai Comuni. Nel 2015 l'ammontare complessivamente riconosciuto ai Comuni è diminuito di oltre il 22,6% rispetto al 2014 passando da 21,7 milioni a 16,8 milioni. A fare la parte del leone negli incassi gli Enti di Lombardia e Emilia Romagna che nel 2015 assorbono il 64,6% del totale. Dopo un periodo di crescita delle somme ricevute dai comuni passate 10,9 milioni del 2012 a 17,6 mln nel 2013 e 21,7 mln nel 2014 dal 2015 il calo delle segnalazioni inizia a ripercuotersi sugli incassi dei Comuni. Dopo gli Enti di Lombardia e Emilia Romagna ai quali va rispettivamente 6,4 mln e 4,4 mln troviamo i comuni del Piemonte che nel 2015 incassano 1,2 milioni seguiti da quelli della Liguria con 1,1 mln, del Veneto con 1,0 mln e della Toscana con 960 mila euro. Ma come invertire la tendenza e ridare slancio all'impegno dei Comuni nel contrasto all'evasione dei tributi erariali? Per Castelli la soluzione passa per il superamento dell'attuale meccanismo premiale.

Nella tabella che segue riportiamo l'andamento degli accertamenti realizzati con il contributo dei Comuni

Regioni..........2012.....2013.....2014.....2015.....2016

Abruzzo...........38........16.........27.........8.........4

Basilicata..........0.......... 2..........3...........5........0

Calabria...........65.......318......486.......353....230

Campania.........27........22.......19..........12......12

Emilia R.......1.061......770......475........341....160

Friuli Vg...........17........69........53..........36......26

Lazio.................5........17........28..........18......11

Liguria...........281.......181.......406........234....153

Lombardia...1.127.......851.......453........345....161

Marche...........113........62.........49..........48.....26

Molise................0.........0...........1............6.......5

Piemonte.........177.....134.......109..........69.....42

Puglia.................2.......13...........8..........20.....19

Sardegna...........12......12............7.........11......39

Sicilia.................22......37.........267......220......91

Toscana...........369.....209..........150.....140.....108

Trentino Aa..........0........3..............8.........1........6

Umbria...............19......13..............9.........0........9

Valle D'Aosta........4........3..............7..........1........1

Veneto.............116.....184..........136.......102......53

Totale...........3.455....2.916......2.701...1.970...1.156. 

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In Abruzzo si prevedono 18.020 assunzioni tra agosto e ottobre del 2017

In Abruzzo si prevedono 18.020 assunzioni tra agosto e ottobre del 2017. E' quanto emerge dell'analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere-Anpal, i cui risultati sono stati resi noti dalla Camera di Commercio dell'Aquila. Le previsioni occupazionali riguardano le imprese private dell'industria e dei servizi, che a livello nazionale hanno espresso una volonta' di assumere 875 mila persone nei tre mesi presi in esame. Per quanto riguarda l'Abruzzo, il 36,5% delle assunzioni riguarda l'industria e il 63,5% i servizi, con il 21,7% delle assunzioni che sono considerate di difficile reperimento. I programmi occupazionali delle imprese della provincia dell'Aquila prevedono assunzioni per 4.250 persone: il 14,5% riguardera' dirigenti, professioni specifiche e tecnici, il 43,4% impiegati, addetti alla vendita e servizi, il 24,4% operai specializzati e il restante 17,7% professioni non qualificate.

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Beach volley, Lupo-Nicolai si confermano campioni d’Europa

Paolo Nicolai e Daniele Lupo si confermano campioni d'Europa. I due azzurri, argento ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, difendono con successo il titolo conquistato lo scorso anno a Bienne superando in finale a Jurmala, in Lettonia, i padroni di casa Saimolovs-Smedins per 2-0: 21-16 e 23-21 i parziali a favore del duo italiano

Daniele Lupo e Paolo Nicolai sono Campioni d'Europa per la terza volta. Dopo Cagliari 2014 e Bienne 2016, infatti, e' arrivato anche il trionfo di Jurmala. Una vittoria piu' che meritata per come sono andate le cose durante il torneo, coronata con un'eccellente prestazione in finale contro gli idoli di casa Samoilovs e Smedins. I due azzurri, che un anno fa avevano conquistato a Rio de Janeiro la medaglia d'argento olimpica, volevano questa vittoria per coronare una stagione di altissimo livello con una sola macchia, purtroppo nell'appuntamento piu' importante: il Mondiale. La loro prestazione nella gara che valeva il gradino piu' alto del podio e' stata perfetta. Un primo set da incorniciare (21-16), privo di sbavature e in crescendo che aveva fatto capire ai lettoni che oggi per loro sarebbe stata dura vincere. Anzi impossibile come ha dimostrato la seconda fase del match. Samoilovs e Smedins sono partiti forte in avvio di secondo parziale, sono arrivati a 4 lunghezze di vantaggio, che sono state tre sino al 15-12, quando i muri e i palleggi di Nicolai e le difese e le invenzioni offensive di Lupo hanno colmato la differenza e poi lanciato gli azzurri di Matteo Varnier verso il terzo trionfo continentale, arrivato con il 23-21 finale al termine di uno scambio davvero spettacolare. Il beach volley italiano, dunque, torna alla ribalta con il successo della sua coppia di punta

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Forestali nell’Arma, il Tar Abruzzo rinvia la riforma alla Consulta 

La legittimita' della soppressione del Corpo Forestale dello Stato e l'assorbimento del personale nell'Arma dei Carabinieri, riforma voluta nel 2016 dal Governo in base alla legge delega Madia, sara' valutata dalla Corte Costituzionale. Il provvedimento e' risultato del contenzioso apertosi dinanzi ai Tar d'Italia a seguito dei ricorsi presentati da oltre 2000 appartenenti all'ex Corpo Forestale i quali, con la riforma, avevano visto mutato lo status giuridico da civile a militare. In particolare il Tar Abruzzo, sezione di Pescara, al quale si e' rivolto il vice sovrintendente della Forestale Vincenzo Cesetti, ha considerato la riforma contraria alla 'liberta' di autodeterminazione' degli appartenenti alla Forestale, "in mancanza della possibilita' di esercitare una scelta pienamente libera e volontaria di divenire personale militare". A riferirlo l'avvocato Egidio Lizza dello studio legale Romano di Benevento, che assiste gran parte degli ex Forestali nel contenzioso. I giudici abruzzesi, osserva il legale, "dubitano della razionalita' della riforma che cancella un Corpo ad alta specializzazione per indimostrate esigenze di bilancio. La critica e' ancor piu' severa quando focalizza l'attenzione sul fatto che il disciolto Corpo Forestale - conclude Lizza - e' sempre stato riconosciuto quale capace tutore del bene ambiente, che e' uno dei diritti fondamentali della persona". Per la Fp-Cgil, che ha promosso piu' di mille ricorsi di appartenenti al soppresso Corpo Forestale dello Stato presso diversi Tar, "la militarizzazione forzata degli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato presenta diversi profili di incostituzionalita' e la militarizzazione non garantisce maggiore efficacia al funzionamento delle forze di polizia". 

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Partite Iva in aumento in alcune province colpite dal terremoto

 In alcune province del centro Italia colpite in questi anni dal sisma aumenta il numero delle partite Iva. Dall'analisi realizzata dall'Associazione Nazionale Consulenti Tributari, che ha preso in esame i dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze, aggiornati al mese di giugno del 2017, emerge che in tutta Italia sono state sono state aperte 38.466 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese dell'anno precedente si registra una flessione dello 0,7%. Tra le province che fanno registrare un incremento, in Abruzzo, c'e' L'Aquila dove, analizzando le variazioni, si registra appunto la performance migliore di tutto il Paese: le nuove partite Iva sono state 269 con un incremento pari a +33,17% rispetto allo scorso anno e il capoluogo abruzzese precede la provincia di Macerata con 244 nuove partite Iva pari a +26,42% rispetto allo scorso anno. A seguire, in Abruzzo, figura nell'ordine decrescente (sulla base del confronto percentuale con lo stesso mese dello scorso anno indicato tra parentesi) Pescara con 260 nuove partite Iva (2,36%) mentre dati negativi rispetto allo scorso anno si registrano a Teramo 211 (-6,22%) e Chieti 248 (-16,22%). "Per quanto riguarda le persone fisiche - ha detto Arvedo Marinelli presidente nazionale dell'Ancot - la ripartizione per sesso e' sostanzialmente stabile in Italia, con il 62,2% delle partite Iva aperte da soggetti di sesso maschile. Il 47% delle aperture e' attribuibile ai giovani fino a 35 anni di eta' e il 33,3% a soggetti tra 36 e 50 anni. Rispetto al giugno dello scorso anno emerge una flessione di aperture in tutte le classi di eta', piu' significativa nella classe piu' anziana (-7%), ma con l'eccezione della classe 51-65 anni (+2,3%). Il 18,5% di chi ha avviato una partita Iva a giugno risulta nato all'estero". 

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Niente scuola dell’infanzia per chi non è vaccinato

 Niente nido o scuola dell'infanzia per chi non vaccina il figlio, anche se paga la sanzione pecuniaria. Lo ribadisce la circolare esplicativa del decreto vaccini pubblicata oggi dal ministero della Salute. "La sanzione estingue l'obbligo della vaccinazione, ma non permette comunque la frequenza, da parte del minore, dei servizi educativi dell'infanzia, sia pubblici sia privati, non solo per l'anno di accertamento dell'inadempimento, ma anche per quelli successivi, salvo che il genitore non provveda all'adempimento dell'obbligo vaccinale". Per quanto riguarda l'omissione o il differimento delle vaccinazioni obbligatorie, "devono essere attestati dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, sulla base di idonea documentazione e in coerenza con le indicazioni fornite dal Ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità". 

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Pil, Istat: +0,4% nel secondo trimestre, aumento annuo +1,5%

Nel secondo trimestre del 2017 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016. Lo rileva l'Istat Il secondo trimestre del 2017 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al secondo trimestre del 2016. 

La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell'industria e dei servizi e di una diminuzione nel settore dell'agricoltura. Dal lato della domanda, si registra un apporto positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un limitato contributo negativo della componente estera netta, rileva l'Istat nei dati preliminari sul Pil. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,1% negli Stati Uniti, dell'1,8% in Francia e dell'1,7% nel Regno Unito. La variazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2%, conclude l'Istat. 

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Rimpasto difficile nella giunta a Pescara

Venti di crisi al comune di Pescara con possibili ripercussioni nella maggioranza di centrosinistra che governa la Regione Abruzzo. In un documento politico sottoscritto al termine di una riunione che si e' svolta ieri sera, cinque autorevoli esponenti del Pd, i tre consiglieri di Pescara, l'assessore regionale ai lavori pubblici Donato Di Matteo, e la parlamentare Vittoria D'Incecco, minacciano l'uscita dalla maggioranza "e dalle amministrazioni di cui sono componenti", qualora il sindaco, Marco Alessandrini, dovesse operare "l'ennesimo rimpasto di giunta che prevederebbe la nomina di un nuovo assessore alla vigilia di ferragosto": il sacrificato "tra le ipotesi che si sono apprese in questi giorni" sarebbe proprio l'assessore al Bilancio Diodati che dovrebbe fare posto alla lista Teodoro, forte di due consiglieri, con l'ingresso nella giunta pescarese di Gianni Teodoro, dopo che ad inizio legislatura era stata la figlia 19enne ad entrare e poi uscire dall'esecutivo". C'e' da ricordare che Di Matteo era gia' stato molto critico con la sua maggioranza in Regione causando la crisi con il blocco delle attivita' amministrativa mediante il ritiro del voto insieme ai due consiglieri di Abruzzo Civico, Andrea Gerosolimo, anche lui assessore, e Mario Olivieri. Nel documento inviato al presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, al segretario regionale del Pd, e al presidente della Provincia Di Marco, si difende l'operato dell'assessore, "eletto consigliere comunale con ampio consenso popolare che ha svolto il suo con competenza ed onestà". Diodati, secondo i cinque democrat, "non puo' essere immolato sull'altare dell'ennesimo sacrificio politico in cui il Pd mostra debolezza e l'amministrazione comunale la sua inconsistenza". Nella nota viene chiesto al sindaco di Pescara di rinnovare la fiducia "all'assessore Diodati affinche' possa portare avanti i progetti avviati per la citta' nel rispetto del programma politico che ha ispirato questa amministrazione senza che possano considerarsi altri percorsi e sotterfugi politici da cui i sottoscritti prendono distanza nella relative sedi amministrative e politiche". Secondo i firmatari del documento, "non ci sono soluzioni alternative ipotizzate da esponenti politici vicini all'amministrazione comunale che possano mitigare la violenza dell'atto nei confronti dell'assessore Diodati che fa parte di un partito e di un gruppo dirigente leale e coerente verso le istituzioni ed i cittadini"

La replica di Alessandrini

Ci troviamo di fronte ad un importante snodo politico e amministrativo, che rende indispensabile fortificare efluidificare l'azione della maggioranza in Consiglio Comunale anche in vista degli appuntamenti a cui l'Amministrazione si approssima, tra cui l'approvazione del progetto della riqualificazione dell'area di risulta,il Piano Sociale e il pacchetto urbanistico della nostra città. A tale fine ci siamo resi disponibili a ricomporre il dialogo di collaborazione attiva con la lista Teodoro, riconoscendo loro nell'esecutivo la presenza di un esponente politico di vasta esperienza amministrativa per continuare il lavoro avviato. L'indicazione arrivataè quella di Gianni Teodoro, con il quale siamo pronti a lavorare per riprendere il cammino che tre anni fa ci vide vittoriosi a Pescara e che ci porterà a riaffrontare le prossime scadenze elettorali e amminitrative insieme" si legge in una nota.

"L'ipotesi di dover rinunciare a Giuliano Diodati è una circostanza dolorosa per il legame di stima personale e politica costruito in tanti anni di lavoro insieme prima all'opposizione e poi al governo della città. Giuliano è parte di una comunità politica, va rispettato e ascoltato perché rappresenta una risorsa per il Pd e deve poter esprimere il suo contributo sia per il presente che per il futuro. Sarà mia premura incontrarlo al più presto per confrontarci su scenari che possano conservare il dialogo e il suo coinvolgimento nelle questioni più importanti per la città alla cui risoluzione ha contribuito con il suo lavoroQuesta la situazione al momento. Trovo giusto arrivare in fondo a tale percorso e poi definire formalmente le nuove nomine e l'assetto della Giunta, un lavoro che avrà tempi contingentati dalla necessità di portare avanti il governo della città”, conclude la nota

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Volano rimborsi Irpef, 20 miliardi tornano nelle tasche degli italiani 

I contribuenti italiani sono diventati piu' attenti e stanno ormai imparando a cogliere tutte le opportunita' per alleggerire il peso del fisco: tanto che negli ultimi anni i rimborsi Irpef sono cresciuti costantemente fino a sfiorare quest'anno i 20 miliardi di euro. A tanto infatti, per l'esattezza 19 miliardi 604.410 euro, ammonta complessivamente la cifra che con gli stipendi di fine agosto e le pensioni del primo di settembre gli italiani finiranno di incassare per i redditi del 2016. I contribuenti che hanno chiuso la dichiarazione in credito sfiorano i 21 milioni, poco piu' della meta' del totale (40,2 milioni), in costante crescita negli ultimi anni. L'importo medio restituito si aggira sui 950 euro a persona, anch'esso in aumento. Secondo una ricerca sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche di UHY Italy, che ha elaborato dati Mef, negli ultimi 5 anni c'e' stata una vera e propria "escalation" dei crediti fiscali Irpef, passati dai 15,5 miliardi di euro per il 2011 ai 19,6 del 2015 (+26%), fino ai 20 miliardi stimati per il 2016. In totale nel quinquennio 2011-2015 i contribuenti hanno recuperato oltre 90 miliardi di imposte pagate in eccesso. L'importo medio restituito dal fisco e' salito da 850 euro del 2011 a 940 del 2015 e la platea dei creditori si e' allargata, salendo da 18,2 milioni per il 2011 a 20,8 per il 2015. Nel 2012 i contribuenti in credito hanno superato per la prima volta la meta' del totale. Le somme derivano in gran parte da oneri deducibili (spese mediche, interessi sui mutui per la casa, polizze vita e infortuni, etc.) e dal bonus per la ristrutturazione degli immobili. Il rimborso nella gran parte dei casi transita attraverso il datore di lavoro o l'ente che eroga la pensione. Il pagamento percio' avviene fra luglio e settembre. "Il notevole peso delle imposte ha spinto i contribuenti diventare molto piu' scrupolosi. Conservano scontrini e documenti e si informano sulle agevolazioni", osserva Mario Rendina, partner UHY Italy ed una spinta decisiva e' venuta dalla immediatezza dei rimborsi rispetto al passato, in cui occorrevano anni per recuperare le tasse pagate in piu'". I contribuenti che chiudono le dichiarazioni a debito sono invece sono 5,3 milioni, per un importo dovuto di oltre 7 miliardi di euro (1.370 euro a testa). Il credito fiscale medio piu' alto spetta ai contribuenti del Trentino Alto Adige: 1.340 euro a testa in provincia di Bolzano e 1.160 in provincia di Trento. Seguono la Valle d'Aosta (1.070 euro) e la Lombardia (1.060 euro). In coda Sicilia e Basilicata con 760 euro. Due terzi dei crediti fiscali (quasi 13 miliardi di euro) spettano ai contribuenti con reddito da 12.000 a 50.000 euro lordi annui. Ma le fasce di reddito alte incassano rimborsi medi piu' alti: dagli oltre 2.000 euro per chi dichiara redditi fra 60.000 e 70.000 euro annui fino al picco di 15.000 euro di credito per i 16.000 cittadini con oltre 300.000 euro di reddito.

 Da Bolzano dove la media dei rimborsi Irpef nel 2015 e' stata piu' elevata con 1.340 euro alla Basilicata e Sicilia dove la cifra si ferma in media a 760 euro. Ecco in base ai rimborsi del 2015 la classifica delle regioni italiane in base all'elaborazione di Uhy su dati Mef.

Regione  Numero contribuenti Importo Media

Piemonte 1.688.981 1.604.801 0,95

Val d'Aosta 53.251 56.784 1,07

Lombardia 3.879.361 4.127.528 1,06

Liguria 617.324 600.331 0,97 PA

Trento 234.547 271.561 1,16

PA Bolzano 211.055 282.632 1,34

Veneto 1.952.128 1.899.681 0,97

Friuli VG 514.263 475.372 0,92

E. Romagna 1.902.935 1.869.399 0,98

Toscana 1.368.832 1.300.418 0,95

Umbria 324.094 284.857 0,88

Marche 612.471 557.064 0,91

Lazio 1.921.344 1.859.252 0,97

Abruzzo 438.293 366.300 0,84

Molise 94.185 72.760 0,77

Campania 1.324.171 1.145.703 0,87

Puglia 1.246.259 967.680 0,78

Basilicata 170.189 129.999 0,76

Calabria 484.497 377.820 0,78

Sicilia 1.271.288 970.767 0,76

Sardegna 460.305 383.699 0,83

Totale 20.769.773 19.604.410 0.94

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Fisco, Cgia: scovati 27.500 evasori nel 2016, recuperati 56 miliardi

Nel 2016, grazie all'attività di controllo e di verifica fiscale effettuata dalla Guardia di Finanza, tra evasori totali, paratotali, lavoratori completamente e parzialmente in nero, sono state denunciate oltre 27.500 posizioni irregolari. Questa azione di contrasto all'evasione fiscale e contributiva ha consentito di "sottrarre" ai trasgressori 55,7 miliardi di euro di imponibile; un importo più contenuto rispetto a quello registrato nel 2015 (61,1 miliardi), ma comunque in linea con i dati conseguiti dal 2012 in poi. Lo rileva la Cgia. Negli ultimi 16 anni l'attività degli uomini delle Fiamme gialle contro l'evasione fiscale ha consentito di "portare a galla" oltre 562 miliardi di euro di imponibile evaso e di "scovare" quasi 537.000 evasori. "Se eseguiamo una media trilussiana - segnala il segretario delle Cgia Renato Mason - possiamo affermare che dal 2001 la Guardia di Finanza ha sottratto ogni giorno agli evasori 96,2 milioni di euro di imponibile. Un risultato che la dice lunga sulla bontà del lavoro eseguito in tutti questi ultimi 16 anni". Dall'Ufficio studi della CGIA ricordano che non va comunque dimenticato che una cosa è l'imponibile accertato e un'altra cosa è la riscossione effettiva, ovvero quanto viene effettivamente incassato dal fisco dopo i vari livelli di giudizio. 

 "Secondo i dati più recenti messi a disposizione dalla Corte dei Conti nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016 - conclude Zabeo - negli ultimi anni l'incidenza della riscossione sull'accertato di competenza è in costante aumento: nel 2016 ha raggiunto il picco massimo del 20,5%. Una quota che in termini assoluti corrisponde ad un incasso di competenza di circa 13,2 miliardi di euro. Importo, quest'ultimo, che non include gli effetti della voluntary disclosure che l'anno scorso ha garantito 4,3 miliardi di gettito". Non dobbiamo inoltre dimenticare che il "nero" presente in Italia ha dimensioni economiche molto preoccupanti. Le ultime stime elaborate dall'Istat ci dicono che l'economia sommersa si aggira attorno ai 194,4 miliardi di euro all'anno, pari al 12% del Pil italiano. Di questi 194,4 miliardi di euro di valore aggiunto generato dall'economia sommersa, il 50,9% è ascrivibile a forme di sotto-dichiarazione dei redditi praticate dagli operatori economici (pari a 99 miliardi), il 39,7% al lavoro irregolare (che corrisponde a 77,2 miliardi di euro), e il restante 9,4% (18,2 miliardi di euro) ad altre componenti residuali di evasione, come ad esempio gli affitti in nero. La Cgia ricorda, infine, che le unità di lavoro irregolari presenti in Italia sono oltre 3,6 milioni. Il 70% circa è costituito da persone occupate in prevalenza come dipendenti (pari a quasi 2,6 milioni). Incidenze molto elevate di irregolarità occupazionale si registrano nei servizi alla persone (47,4%), nell'agricoltura (17,5%), nel commercio/ristorazione (16,5%) e nelle costruzioni (15,9%).

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