Il rafforzarsi dell'alta pressione sul Mediterraneo centro-occidentale ed un costante flusso d'aria calda da sud-ovest sta facendo aumentare le temperature sull'Abruzzo, fino ai 40 gradi. Lo comunica il Centro Funzionale della Protezione Civle regionale. Gli alti valori di umidita' negli strati piu' bassi dell'atmosfera, si legge in una nota del Centro Funzionale della Protezione Civle regionale, "contribuiranno ad accentuare la sensazione di disagio causata dalle alte temperature. Gli effetti combinati di temperatura e umidita' saranno maggiormente avvertiti nella fascia collinare e nelle valli interne della nostra regione. Nei prossimi giorni sono previste temperature massime intorno a 34-36 gradi su Fucino, Valle Peligna, Val Pescara, fascia collinare Teramana, area Frentana e sul Vastese". Dopodomani sulle medesime zone sono previste massime tra i 36 e i 40 gradi, con minime notturne quasi ovunque superiori ai 24-26 gradi. Il responsabile del Centro, Antonio Iovino, rende noto che il Ministero della Salute "ha diramato un'allerta calore di livello 3 (livello massimo) per l'area metropolitana di Pescara per l'1 ed il 2 agosto. Il Centro Funzionale dAbruzzo raccomanda, pertanto, di prestare attenzione, soprattutto se si e' soggetti a rischio (anziani, bambini, malati cronici)"
Leggi Tutto »Blitz di Goletta Verde di Legambiente in Adriatico contro le trivelle
Blitz di Goletta Verde di Legambiente in Adriatico, davanti alle coste abruzzesi per dire stop alla "folle corsa all'oro nero nei mari". Con lo slogan 'E io pago' l'imbarcazione ambientalista ha navigato fino alla piattaforma Rospo Mare lanciando il grido d'allarme sui "continui finanziamenti, quasi quattro volte piu' rispetto alle energie rinnovabili, che vengono erogati alle infrastrutture, alla ricerca e produzione di energia da fonti fossili". Quindi l'appello da Goletta Verde: "Il Governo cambi rotta sulla strategia energetica nazionale. Le altre regioni prendano esempio dall'Abruzzo nel fare ricorso al Capo dello Stato contro il decreto del 2015". Secondo i dati diffusi da Legambiente sono 63 fra permessi di ricerca e istanze per le attivita' petrolifere lungo le coste di tutta la penisola per un totale di oltre 120mila chilometri quadrati, di poco inferiore alla superficie della Grecia."Nonostante le 'rassicurazioni' del Governo dopo il referendum sulle trivelle dello scorso anno - dice Legambiente - nuovi pozzi e piattaforme e nuove attivita' di prospezione mettono concretamente a rischio i mari italiani. E quando le societa' petrolifere non riescono nel loro assalto, grazie alla continua opposizione delle comunita' locali, delle associazioni e delle categorie economiche (in primis quelle legate al turismo e alla pesca), ci pensa il Governo ad aiutare le compagnie petrolifere: il decreto ministeriale dell'aprile scorso con cui si deroga al divieto di nuovi pozzi e nuove piattaforme entro le 12 miglia ne e' una prova". "Tra i Paesi del G20 - dice l'associazione ambientalista - l'Italia e' all'ottavo posto per i finanziamenti alle fonti fossili: nel 2016 sono stati oltre 14 i miliardi di euro destinati a sussidiare, direttamente o indirettamente, le fonti fossili nel nostro Paese".
Leggi Tutto »Cgia: imprese italiane più tassate in Ue, versano 106 miliardi
Secondo i dati dell'Ufficio studi della Cgia, le imprese italiane versano al fisco 105,6 miliardi di euro l'anno: nell'Unione europea solo le aziende tedesche pagano un importo complessivo superiore, 135,6 miliardi, anche se va ricordato che la Germania conta 22 milioni di abitanti in più dell'Italia. Ma il carico fiscale sulle imprese italiane non ha eguali nel resto d'Europa quando si misura l'incidenza percentuale delle tasse pagate dalle aziende sul gettito fiscale totale. Se da noi la percentuale è del 14,9, in Irlanda è del 14,8, in Belgio del 12,9, nei Paesi Bassi del 12,7, in Spagna dell'11,8, in Germania e in Austria dell'11,6. La media dell'Unione europea è pari all'11,5 per cento. "Sebbene alle nostre imprese sia richiesto lo sforzo fiscale più oneroso d'Europa - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo - la qualità dei servizi ricevuti dallo Stato è spaventosamente inadeguata. Ricordo, ad esempio, che il debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori è di 64 miliardi di euro, di cui 34 riconducibili ai ritardi nei pagamenti. Il peso economico della cattiva burocrazia sulle Pmi, invece, è di 31 miliardi e il deficit infrastrutturale, sia materiale che immateriale, grava sul sistema produttivo per almeno 40 miliardi di euro".
Leggi Tutto »Svimez, Sud in crescita ma resta il divario col Nord
Il 2016 è stato positivo per il Sud, il cui PIL è cresciuto dell'1%, più che nel Centro-Nord, dove è stato pari a +0,8%. Ciò è la conseguenza di alcune condizioni peculiari: il recupero del settore manifatturiero, cresciuto cumulativamente di oltre il 7% nel biennio 2015-2016, e del +2,2% nel 2016, la ripresa del settore edile (+0,5% nel 2016), il positivo andamento dei servizi (+0,8% nel 2016). In base alle previsioni della SVIMEZ, quest'anno il PIL dovrebbe aumentare dell'1,1% al Sud e dell'1,4 % nel Centro-Nord. Nel 2018 la SVIMEZ prevede un aumento del prodotto dello 0,9% nel Mezzogiorno e dell'1,2% al Centro Nord. Il principale driver della crescita meridionale nel 2017 dovrebbe nuovamente essere la domanda interna: i consumi totali crescerebbero dell'1,2% (quelli delle famiglie dell'1,4%) e gli investimenti al Sud del +2%. Si prevede anche una crescita per l'occupazione. (+0,6%). La SVIMEZ ha stimato gli effetti dell'eventuale attivazione della clausola di salvaguardia relativa all'aumento delle aliquote Iva nel 2018 per circa 15 miliardi. Se, infatti, tale aumento diventasse operativo, sarebbe l'economia meridionale a subire l'impatto più negativo, in quanto nel biennio 2018 - 2019 il Pil del Sud perderebbe quasi mezzo punto percentuale di crescita (0,47%), due decimi di punto in più rispetto al calo di prodotto presunto nel Centro-Nord (0,28%).
Nel 2016 il prodotto dell'Italia è cresciuto dello 0,9%, dopo essere aumentato dello +0,1% nel 2014 e del +0,8% nel 2015. Il recupero, però, è molto più lento se confrontato con l'Area dell'Euro, dove la crescita è stata doppia (1,8%) e con l'intera Unione Europea, dove è stato ancora maggiore (+1,9%). Si è quindi continuata ad allargare la forbice di sviluppo con l'Europa: dall'inizio della crisi nel 2008, il divario cumulato con l'Area dell'Euro è aumentato di oltre 10 punti percentuali, con l'Unione Europea di oltre 12 punti. Nel quindicennio 2001 - 2016 la caduta del Pil cumulato al Sud è stata del -7,2%, a fronte di una crescita del 23,2% dell'Ue a 28. La crescita del prodotto nel 2016 è stata sostenuta nel Mezzogiorno dall'aumento sia dei consumi che degli investimenti: entrambe le voci hanno mostrato, come nel 2015, un incremento positivo, dopo 7 anni di flessioni consecutive. I consumi finali interni sono aumentati al Sud dell'1%, quelli delle famiglie dell'1,2%, anche se nelle aree meridionali aumenta meno che nel Centro-Nord la spesa alimentare e quella per abitazioni. La crescita degli investimenti nel 2016, (pari al 2,9% nel Sud), è stata elevata sia nell'industria in senso stretto (+5,2%), dopo anni di flessioni, sia soprattutto nell'edilizia (+8,7%).
L'andamento è stato, invece, negativo nell'agricoltura (-3%, dopo il +4,2% del 2015 che ha risentito dell'annata agraria eccezionale). Si conferma altresì la crescita dell'export, anche in un periodo di rallentamento del commercio internazionale. La Campania è la regione italiana, e non solo meridionale, che ha registrato nel 2016 il più alto indice di sviluppo. La crescita del 2,4% giunge al termine di un triennio, dal 2014 al 2016, tutto all'insegna di dati positivi. In Campania un ruolo trainante l'ha svolto l'industria, grazie anche alla diffusione di Contratti di Sviluppo, ma ha potuto altresì beneficiare del rafforzamento del terziario nell'ultimo anno, frutto prevalentemente del positivo andamento del turismo. La Basilicata continua ad andare bene, è la seconda regione del Mezzogiorno e una delle prime d'Italia, anche se rallenta la crescita (da più 5,4% del 2015 a +2,1% del 2016). Va notato che l'industria lucana è in ripresa già dal 2014 e continua a tirare, sia pure con intensità diverse nell'ultimo triennio.
La Puglia ha molto frenato (+0,7%) rispetto al positivo andamento del 2015, perché è andata male l'agricoltura, che ha un peso notevole nell'economia regionale, e i servizi sono rimasti pressoché stazionari. Anche le costruzioni in Puglia sono cresciute poco, mentre l'industria, nonostante tutto, è in ripresa rispetto alla caduta dell'anno precedente. La Calabria, il cui Pil si è attestato su +0,9%, ha vissuto un'annata agricola particolarmente negativa (-8,9%) mentre ha registrato un andamento favorevole nell'industria (+8,2%), con i servizi (+0,7%) che confermano l'aumento positivo registrato nel biennio precedente. La Sicilia, che cresce dello 0,3%, sconta nel 2016 gli effetti negatici dell'agricoltura, mentre l'industria (-0,8%) e le costruzioni (-0,5%) stentano a invertire il trend, mentre il settore dei servizi ha un andamento poco più stazionario (+0,4%). L'Abruzzo, il cui Pil nel 2016 è negativo (-0,2%), registra un forte calo dell'agricoltura e nella regione subisce una pesante battuta d'arresto l'industria, attestandosi su -2,2%, il che denota una severa contrazione della produzione industriale regionale.
Leggi Tutto »Venti milioni di dichiarazioni dei redditi nel 2017
Sono 20 milioni le dichiarazioni dei redditi degli italiani nel 2017 (riferite all'anno 2016) effettuate attraverso il Mod. 730. Una parte di queste, quasi 2,3, sono state inviate online direttamente dai contribuenti. I dati sono frutto di una prima proiezione, sulle statistiche ufficiali del sito dell'Agenzia delle entrate, a cura della Consulta Nazionale dei Caf che fotografa la condizione reale del sistema fiscale del Paese. Tra qualche settimana - terminata la maratona di compilazioni che ha portato nelle sedi dei Caf oltre 17 milioni di cittadini, che hanno delegato gli stessi Centri a scaricare 16 milioni di dichiarazioni precompilate - una verifica puntuale portera' gli esperti dei Consulta nazionale ad analizzare la composizione delle fasce di reddito e le diversita' delle realta' economiche regionali. Il dato odierno conferma la posizione espressa dai rappresentanti della Consulta Nazionale dei Caf, durante audizione presso la Commissione parlamentare per la semplificazione. "Progressivamente, la "dichiarazione precompilata" migliorera' ancora e rendera' fruibile anche il servizio online ad un numero maggiore di contribuenti - si legge nella relazione presentata dai Coordinatori della Consulta, Massimo Bagnoli e Mauro Soldini - essa e' diventata, allo stesso tempo, un elemento di supporto e di raffronto per l'attivita' di assistenza del Caf al contribuente e, specularmente, un banco di prova per la qualita' dei dati inviati dai diversi soggetti chiamati ad alimentare il sistema (banche, assicurazioni, settore della sanita', ecc.)".
Leggi Tutto »Confcommercio, evasione nel 2014 era del 13% Pil
Il tasso di evasione italiano era pari nel 2014 al 13% del Pil, con il picco negativo della Calabria, dove la percentuale sale oltre il 21%. E' quanto emerge dalle stime contenute nel rapporto di Confcommercio sull'economia sommersa. La situazione e' molto differenziata a livello regionale, tanto che, se tutta l'Italia si adeguasse alle condizioni delle regioni piu' virtuose come Trentino ed Emilia Romagna (stesso senso civico, stessa facilita' di adempimento spontaneo, stessa deterrenza e livello di aliquote locali), sarebbero recuperabili quasi 43 miliardi di evasione su un tax gap totale che Mef e Istat stimano in circa 110 miliardi. Secondo il Centro Studi di Confcommercio, i dati, aggiornati a tre anni fa, non sarebbero dissimili oggi.
Leggi Tutto »In Italia 375 infortuni mortali nei primi cinque mesi del 2017
Come emerge da un'analisi condotta dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, sulla base dei dati Inail, nei primi cinque mesi del 2017, in Italia, sono stati registrati 375 infortuni mortali, di cui 271 sul lavoro. Sono 11 le vittime in piu' rispetto allo stesso periodo del 2016. I piu' colpiti sono i lavoratori tra i 55 e 64 anni. La regione piu' colpita e' la Lombardia, che registra 28 casi, seguita da Emilia Romagna (27), Sicilia e Veneto (entrambe con 24 vittime). I dati per provincia posizionano al primo posto Roma, con 12 casi, seguita da Pescara e Torino, entrambe con 11 casi, e L'Aquila con 8. Il Sud e le Isole sono le aree maggiormente colpite dal fenomeno. Segue il Nord Est con un indice del 12,2. Le morti bianche che hanno coinvolto gli uomini sono state 250, pari al 92,3% dei casi. Il settore economico non e' determinabile per il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro (104 casi, pari al 38,4%). Gli altri ambiti piu' colpiti sono le Costruzioni e le Attivita' Manifatturiere (39 e 36 casi).
Leggi Tutto »Estate, ecco le 20 mete per vacanze low cost ad agosto
Non è sempre vero che chi parte ad agosto, per scelta o per lavoro, debba mettere in conto budget stellari per il suo alloggio. Secondo un'analisi di CaseVacanza.it che ha studiato le prenotazioni fatte sul sito, viaggiare nel mese clou delle ferie può anche essere low cost. Il portale ha stilato la classifica delle 20 destinazioni italiane in cui l'affitto di una casa vacanza è costato meno. I risultati? La Sicilia è la regina del risparmio e piazza ben otto sue località nella classifica. In alcune di queste chi ha prenotato per agosto ha speso meno della metà rispetto alla media nazionale, pari a 700 euro per una settimana in un alloggio per quattro persone.La spesa media più contenuta è quella che si è registrata per le prenotazioni di affitti turistici a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Qui per una settimana si sono spesi 330 euro. A seguire si trova una località poco nota della Puglia, Pulsano, dove gli affitti sono costati in media 340 euro a settimana. Terza è un'altra cittadina siciliana, Marsala, ancora in provincia di Trapani. Nonostante la città stia vivendo una fase di riscoperta da parte del turismo, per alloggiare vicino alle sue note saline bastano ancora 390 euro in una casa per quattro persone.
La Sicilia è la regione in cui si concentra il maggior numero di località low cost, tanto che scorrendo la classifica si trovano anche Licata, Custonaci, Avola e Fondachello. Ma non sono solo i piccoli paesini siciliani ad aver permesso ai vacanzieri di spendere cifre inferiori alla media nazionale. In questa classifica trovano spazio due città come Agrigento e Palermo. La prima, ancora poco battuta dal turismo di massa, offre prezzi molto competitivi (430 euro) rispetto ad altre località della sua provincia - come Lampedusa, risultata la più cara per le prenotazioni effettuate ad agosto). Palermo, invece, gode di un'offerta di alloggi più ampia che portano i prezzi a livelli controllati (460 euro). Nella top 20 delle località low cost, oltre a Pulsano, si trovano altre due località della Puglia, fuori dal richiestissimo Salento, ma sempre vicine al mare. Si tratta di Carovigno, in provincia di Brindisi, e Maruggio, in provincia di Taranto, dove la spesa media per una settimana in quattro è pari rispettivamente a 430 e 445 euro.I risparmi più consistenti per le prenotazioni di agosto anche in Abruzzo, regione con tre località presenti nella classifica: a Silvi e Martinsicuro, entrambe in provincia di Teramo, la spesa si è aggirata fra i 440 e i 445 euro a settimana; mentre è risultata leggermente più cara Montesilvano Marina, dove si sono spesi in media 470 euro a settimana.L'unica località montana della graduatoria è in Lombardia e si tratta di Aprica, in provincia di Sondrio, dove chi ha prenotato una casa vacanze per agosto ha speso in media 475 euro a settimana.Le altre mete in cui si è risparmiato di più sono state Ravenna, Policoro, Bellaria Igea-Marina, Valledoria e San Nicola Arcella.
Leggi Tutto »Dati Cna, a luglio tutto esaurito in spiaggia in Abruzzo
Dati positivi per la stagione balneare, in Abruzzo. A confermarlo, i numeri di un'inchiesta realizzata nel mese di luglio tra i propri associati da Cna Balneatori, in una decina di centri costieri della regione; inchiesta secondo cui nelle località balneari della costa abruzzese il barometro delle presenze ha registrato il tutto esaurito, per la gioia degli operatori balneari, ma a ben guardare dell'intera economia turistica abruzzese. Un dato che induce a previsioni altrettanto rosee per il mese di agosto ormai alle porte, che si annuncia altrettanto ricco di presenze. "I conti sono presto fatti -illustra il responsabile nazionale Cristiano Tomei- e parlano innanzi tutto di presenze, nelle nostre località di mare, di qualcosa come tre milioni e mezzo di persone sotto gli ombrelloni che si affollano nei diciassette centri costieri. Una cifra cui si arriva moltiplicando i giorni di utilizzo e le presenze medie per il numero di ombrelloni disponibili''. Un ottimo risultato, soprattutto se confrontato con la stagione 2016, e al mese di luglio di un anno fa, quando però l'Abruzzo dovette fare i conti con problemi di inquinamento delle acque e di una caduta conseguente della sua immagine turistica: "Per questo -spiega Tomei- possiamo parlare di una crescita di almeno il sei e mezzo per cento''
L'afflusso oltre le più rosee previsioni sulle spiagge, soprattutto nei week-end, si traduce nello studio dei balneatori Cna in una spinta positiva di cui beneficia anche il resto dell'offerta turistica regionale, entroterra incluso. "Perché -dice ancora Tomei- la presenza al mare offre l'occasione per escursioni e gite nelle città d'arte, i borghi collinari, i musei e i siti archeologici, le terme, i percorsi enogastronomici, la natura, le manifestazioni artistiche e culturali. Opportunità di cui l'Abruzzo abbonda nella stagione estiva, con il vantaggio di distanze ridotte dalle spiagge''. Dalle presenze alla spesa, il conto è presto fatto. L'inchiesta della Cna stima così in 45 euro la cifra media personale sborsata quotidianamente dai vacanzieri: "Ed è una somma che comprende l'affitto di ombrelloni e della sdraio, la consumazione di un pasto completo, i costi per il trasporto".
Leggi Tutto »Tornano ad aumentare le compravendite immobiliari
Tornano ad aumentare le compravendite immobiliari nel primo trimestre 2017. L'Istat rileva una crescita dell'1,8% delle convenzioni notarili (169.527) rispetto al trimestre precedente, quando erano calate del 2,2%. Gli incrementi riguardano le compravendite del settore abitativo (+1,6%) e ancora quelle del comparto economico (+4,5%). In termini tendenziali le convenzioni notarili di compravendita aumentano del 6,5% (settore abitativo +6,5% e comparto economico +5,5%) con una crescita che interessa sia le citta' metropolitane sia i piccoli centri: per l'abitativo rispettivamente del 7% e del 6,1%, per il comparto economico del 4,6% e del 6,2%. Gli incrementi congiunturali maggiori interessano il Nord-est per il complesso delle compravendite di immobili (+3,1%) e per il comparto abitativo (+3%), il Nord-ovest e il Sud per l'economico (+5,2% entrambe). Una lieve flessione si evidenzia, invece, al Centro (-0,1% nel complesso).
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