Primo Piano

Ancora nessuna notizia della giovane sulmonese dispersa a Berlino

Ancora nessuna notizia ufficiale sulle sorti di Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne di Sulmona ufficialmente dispersa dopo l'attentato di Berlino. E' quanto si apprende dal sindaco della citta' ovidiana  Annamaria Casini. La giovane si trovava nel mercato natalizio per acquistare dei doni da riportare a casa. Erano stati i genitori di Fabrizia - che ora si trovano a Berlino - a mettere in allarme la Farnesina. Venuti a conoscenza della strage non riuscivano a mettersi in contatto con la figlia ed hanno avvisato i carabinieri di Sulmona.

Aveva studiato al liceo linguistico Vico di Sulmona e dopo la laurea triennale all'Universita' La Sapienza di Roma in Mediazioni linguistico-culturali, aveva conseguito la magistrale all'Alma Mater di Bologna in relazioni internazionali e diplomatiche. Poi un master alla Cattolica di Milano in tedesco per la comunicazione economica. Dopo un'esperienza a Vienna, dal 2013 si era trasferita stabilmente a Berlino. Attualmente lavorava per una societa' di consulenza trasporti e logistica, la '4Flow', che conta 350 dipendenti. 

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Abruzzo al voto, 302 comuni per 4 Consigli provinciali

L'8 gennaio si vota per il rinnovo di meta' mandato dei consigli provinciali. Dopo la bocciatura della riforma costituzionale, che ha scongiurato la soppressione delle province, gli organi rappresentativi degli enti saranno rinnovati sulla base della legge 56 del 2014, nota come legge Delrio: si procedera' attraverso consultazioni di secondo livello, con i consiglieri provinciali eletti a suffragio ristretto dai sindaci e dai consiglieri comunali di ogni provincia. Il mandato dei consiglieri dura un biennio, mentre i presidenti restano in carica quattro anni. In Abruzzo sono coinvolti 305 comuni: 108 della provincia dell'Aquila, 104 della provincia di Chieti, 47 della provincia di Teramo e 46 della provincia di Pescara. A questi vanno sottratti i tre comuni abruzzesi attualmente sottoposti a commissariamento, ovvero Tortoreto, Cappadocia e Fraine.

Possono essere eletti i sindaci e i consiglieri comunali della provincia, attraverso un voto ponderato sulla base delle fasce di popolazione: le province con una popolazione equivalente o superiore ai 300.000 abitanti eleggeranno consigli composti da 12 membri, mentre quelle che non raggiungono la soglia dei 300.000 abitanti eleggeranno consigli di 10 membri. Nella giornata di oggi scadono i termini per la presentazione delle liste dei candidati. Domani e dopodomani, gli uffici elettorali costituiti presso la province esamineranno le candidature, comunicando ai delegati l'ammissione delle liste e dei candidati. Subito dopo si procedera' al sorteggio per l'ordine delle liste nella scheda elettorale ed entro il 31 dicembre saranno pubblicate le liste e i nominativi dei candidati definitivamente ammessi. L'8 gennaio infine, dalle 8 alle 20, si terranno le elezioni. 

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Studio Cresa, ripresa in Abruzzo prosegue a ritmi piu’ contenuti

Produzione al +2,4%, fatturato al +5,5%, export al +8,4% e occupazione al +1,4%: nel terzo trimestre del 2016, secondo il Cresa, prosegue, seppur a ritmi più' contenuti, la fase di ripresa dell'industria manifatturiera regionale. L'attività produttiva, rileva l'indagine congiunturale, ha registrato un aumento del +2,4% rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso, scaturito da dinamiche positive in particolare del settore dei mezzi di trasporto, del comparto alimentare e, in parte minore, del tessile-abbigliamento. Contrazioni marcate nell'elettronica e nella lavorazione dei minerali non metalliferi. Gli ordinativi, nel complesso, hanno mostrato un'espansione sia nella componente estera sia in quella interna. A cio' si è accompagnato un aumento delle vendite e della produzione che, in analogia con i periodi precedenti, è stato più pronunciato per le imprese di maggiore dimensione (+5,5%). Se si considerano i primi nove mesi dell'anno la produzione industriale risulta aumentata in aggregato del 5,2% rispetto al periodo corrispondente. Sono state le imprese con più di 250 addetti a trainare il sistema produttivo regionale (+9,3% rispetto ai primi tre trimestri del 2015) ma è il rafforzamento della positiva dinamica delle imprese di minori dimensioni a richiamare le maggiori attenzioni. Gli ordini dall'estero rivolti alle piccole imprese sono cresciuti dell'11%, accompagnati da un aumento delle vendite e della produzione (+4,3% e +5,9% rispettivamente). Se tali tendenze verranno confermate anche nella fase finale dell'anno, il 2016 potrebbe concludersi per le piccole imprese con un risultato complessivo superiore a quello dell'anno precedente. Nel terzo trimestre 2016 l'attività produttiva delle medie imprese (50-249) ha mostrato una leggera contrazione (-0,9%) che si presenta come momento finale di un processo di progressivo rallentamento nel corso dell'anno. Dopo un secondo trimestre negativo gli ordini dall'estero sono tornati a crescere a ritmi sostenuti (+8,7%); se le attua- li tendenze saranno confermate anche nel prossimo trimestre gli ordini dall'estero potrebbero chiudere l'anno corrente sostanzialmente in linea con il 2015 o, tutt'al più, in leggera decelerazione. Viceversa, la domanda interna nella media annua si rivelerà? probabilmente più contenuta rispetto al 2015 e meno diffusa settorialmente. La dinamica occupazionale resta debole - fatta eccezione per i mezzi di trasporto (+12%) - ma è significativo il suo grado di diffusione tra i settori. Dalle informazioni disponibili sembrerebbero emergere segnali incoraggianti rivelatori, se non di una vera e propria inversione di tendenza, almeno di un arresto della intensa tendenza declinante che perdura ormai da sette anni. Il clima d'opinione degli imprenditori e' complessivamente positivo, seppur non esteso a tutti i settori. Al di la? della conferma di alcune aspettative (positive per alimentare ed elettronica, negative per i mezzi di trasporto) tra gli imprenditori sembra prevalere una certa mutevolezza di giudizio - rileva il Cresa - che rende di difficile interpretazione il clima d'opinione in questa fase dell'anno.

p. di felice

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La raccolta differenziata in Italia raggiunge il 47,5% della produzione nazionale

 Nel 2015 la percentuale di raccolta differenziata in Italia raggiunge il 47,5% della produzione nazionale, facendo rilevare una crescita di + 2,3 punti rispetto al 2014 (45,2%), superando i 14 milioni di tonnellate. Nel Nord il quantitativo si attesta al di sopra di 8 milioni di tonnellate, nel Centro a quasi 2,9 milioni di tonnellate e nel Sud a 3,1 milioni di tonnellate. Tali valori si traducono in percentuali, calcolate rispetto alla produzione totale dei rifiuti urbani di ciascuna macroarea, pari al 58,6% per le regioni settentrionali, al 43,8% per quelle del Centro e al 33,6% per le regioni del Mezzogiorno. Lo dice l'Ispra, che oggi presenta il Rapporto Rifiuti Urbani 2016. Alla regione Veneto va la palma della raccolta differenziata nel 2015 grazie al 68,8%, seguita dal Trentino Alto Adige con il 67,4%. Entrambe le regioni sono gia' dal 2014 al di sopra dell'obiettivo del 65% fissato dalla normativa per il 2012. Seguono, tra le regioni piu' virtuose, il Friuli Venezia Giulia (62,9%), seguita da Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Sardegna e Piemonte, queste ultime cinque con tassi superiori al 55%. Tra 45% e 50% si collocano Abruzzo, Umbria, Campania, Valle d'Aosta e Toscana. Liguria e Lazio sono di poco al di sopra del 35%, mentre superano il 30% la Basilicata e la Puglia. La Calabria e' la regione che fa segnare la maggiore crescita della percentuale di raccolta differenziata, +6 punti rispetto al 2014, anche se il 25% la colloca ancora al penultimo posto tra le regioni, seguita solo dalla Sicilia (12,8%). Sfiorano i 5 punti di crescita Valle d'Aosta e Lazio. Quanto alle province, i livelli piu' elevati di raccolta differenziata si rilevano, analogamente ai precedenti anni, per Treviso, che nel 2015 si attesta all'84,1%. Prossimo all'80% e' il tasso della provincia di Mantova (79,9%) e pari al 78,4% quello di Pordenone. Al di sopra del 70% si collocano anche Belluno, Trento, Macerata, Parma e Vicenza. Le peggiori province italiane per la raccolta differenziata sono, invece, tutte in Sicilia: con valori inferiori o di poco superiori al 10%: Palermo (7,8%) Siracusa (7,9%), Messina (10,1%) e Enna (10,8%). 

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Abruzzo fallimenti in calo nei primi nove mesi del 2016

 I dati delle chiusure aziendali del terzo trimestre 2016 dipingono un quadro tra luci e ombre: da un lato si rafforza il calo delle procedure concorsuali mentre, dall'altro, tornano ad aumentare le liquidazioni volontarie di imprese in bonis, un segnale che potrebbe indicare aspettative meno positive degli imprenditori. Questa la sintesi dei dati raccolti da Cerved, gruppo leader in Italia nell'analisi del rischio di credito e nella gestione dei crediti deteriorati, diffusi oggi da Cerved. Fra luglio e settembre 2016 si conferma e si rafforza la diminuzione del numero delle imprese fallite: sono 2,6 mila con un calo di circa il 14% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Con questo dato, il numero di fallimenti registrati nei primi nove mesi dell'anno tocca quota 10 mila (-6%). Per effetto del crollo di domande di concordato preventivo (-39%), tra gennaio e settembre risulta in forte calo anche il numero di procedure non fallimentari (-32%). Nel terzo trimestre del 2016 si è invece impennato il numero di liquidazioni volontarie di imprese in bonis: circa 14 mila, il 17% in più dello stesso periodo dell'anno precedente. Il dato porta il totale di chiusure volontarie registrate nei primi nove mesi dell'anno a quota 44 mila, +6% su base annua. Il numero delle procedure fallimentari si conferma in calo nel terzo trimestre 2016 (-14%), portando ad una riduzione consistente anche sui primi nove mesi dell'anno: il totale dei fallimenti raggiunge quota 10 mila, in calo del 6% sul 2015, rimanendo comunque a livelli doppi rispetto al 2008. Fra gennaio e settembre risultano in diminuzione i fallimenti in tutte le tipologie di impresa con le società di persone (-6,4%) e di capitale (-6,3%) a guidare il trend. Se la riduzione delle procedure è diffusa a tutti i settori dell'economia, l'Osservatorio Cerved evidenzia come le costruzioni abbiano segnato il calo più marcato, con 2,1 mila imprese fallite fra gennaio e settembre (-8,5% sul 2015), in ulteriore accelerazione rispetto al calo registrato un anno fa. Anche nei servizi il calo delle procedure si accentua nel 2016: 5,3 mila fallimenti nei primi nove mesi, in calo del 6,5% su base annua (contro il -1,1% dell'anno precedente). Nell'industria la diminuzione dei fallimenti prosegue invece a ritmi minori: sono 1,6 mila le imprese manifatturiere fallite fra gennaio e settembre 2016, -1,1% rispetto al 2015 (-13,3% l'anno precedente). Analizzando la distribuzione geografica dei fallimenti, la situazione appare frammentata: se Abruzzo (-33%), Friuli Venezia Giulia (-19%) e Calabria (-18,5%) sono le regioni con i cali più marcati, Sardegna (+43%), Trentino Alto Adige (+7%) e Sicilia (+6,3%) registrano incrementi particolarmente evidenti. 

Nel corso del terzo trimestre 2016, le procedure concorsuali non fallimentari hanno confermato il calo in atto da oltre un anno: sono state aperte 327 procedure, oltre un terzo in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo dato porta il totale delle insolvenze non fallimentari aperte nei primi nove mesi del 2016 a quota 1,3 mila, il 32% in meno rispetto allo scorso anno e livello più basso dal 2009. Il calo delle procedure è attribuibile soprattutto alla forte riduzione dei concordati preventivi che - nei primi nove mesi del 2016 - hanno registrato 653 domande di concordato, in diminuzione del 38% sull'anno precedente e al di sotto dei livelli del 2009. È un trend destinato a proseguire nei prossimi mesi, visto anche il crollo dei concordati in bianco , che nello stesso periodo sono passati da 1,8 mila a 880 (-52%), molto lontani dai picchi del 2013 (3,6 mila). Il netto calo delle procedure ha riguardato tutti i settori e le aree del paese con tassi a doppia cifra. Spiccano le performance di industria (-36,4%) e Nord Ovest (-37,3%). In contrasto con il calo di fallimenti e procedure concorsuali, tornano ad aumentare le liquidazioni di imprese in bonis: secondo le stime di Cerved sono oltre 14 mila le procedure avviate nel corso del terzo trimestre 2016, in aumento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2015. Complessivamente, fra gennaio e settembre, le liquidazioni raggiungono quota 44 mila (+5,9%). Tipicamente, gli imprenditori scelgono di liquidare le proprie aziende quando considerano il flusso dei profitti attesi non sufficiente a mantenere attiva l'impresa: l'aumento delle procedure, quindi, non segna un peggioramento della condizione economico-finanziaria delle imprese ma sono un segnale di aspettative meno positive da parte degli imprenditori sui redditi futuri. A livello settoriale, l'incremento delle liquidazioni dei primi nove mesi ha riguardato i servizi (+8,5%), restano stabili le costruzioni (+0,6%) mentre prosegue il calo dell'industria (-4%). Dal punto di vista della geografia d'impresa, gli incrementi sono diffusi in tutto il paese, con peggioramenti più marcati al Nord (+10,5% nel Nord Ovest e +5,8% nel Nord Est) rispetto al Centro (+3,1%) e al Sud (+1,9%). 

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Mazzocca: approvato nuovo piano regionale dei rifiuti

Nella seduta odierna la Giunta ha definitivamente approvato il documento finale del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Ne da' notizia il sottosegretario con delega all'ambiente Mario Mazzocca il quale precisa che il provvedimento consentira' di adeguare la normativa vigente in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e la relativa pianificazione di riferimento. "Il Piano andra' attuato in un orizzonte temporale individuato nel periodo 2017-2022", ha auspicato Mazzocca, "perseguendo quegli indirizzi politici e programmatici delineati con due fondamentali provvedimenti a suo tempo varati dalla giunta regionale, ovvero le Delibere n. 116 del 26/02/2016 e n. 226 del 12/04/2016". Questi sono gli aspetti fondamentali del PRGR: 1. la riorganizzazione dei servizi di raccolta, basati su sistemi domiciliari, che ha comportato in questi anni un costante aumento della percentuale di raccolta differenziata, il cui obiettivo minimo e' fissato al 2022 al 70% su base regionale. 2. il Piano esclude qualsiasi ipotesi di realizzazione di un inceneritore nel proprio territorio, non condividendo le scelte delineate nel c.d. "Decreto Inceneritori" che individua i deficit registrati a livello impiantistico per i diversi contesti territoriali e le modalita' del loro soddisfacimento. Alla luce delle previsioni di Piano, come gia' prospettato con la DGR n. 226 del 12 aprile 2016, nel documento si ribadisce l'assoluta insussistenza di condizioni oggettive per prevedere un impianto di incenerimento in Abruzzo in quanto non sostenibile ne' tecnicamente ne' economicamente. 3. tra i diversi modelli gestionali dei flussi di rifiuti in precedenza ipotizzati, il nuovo Piano sceglie senza tentennamenti il modello del "recupero di materia", sia mediante l'organizzazione di sistemi domiciliari di raccolta differenziata (cosiddetto porta a porta), sia attraverso il recupero 'possibile' di altri materiali dalle frazioni residue di rifiuti (Rifiuti indifferenziati). Mazzocca: "tutto cio' comportera' anche adeguamenti impiantistici in grado di consentire la qualificazione del rifiuto secco residuo da selezione impiantistica attraverso l'intercettazione delle componenti valorizzabili (in primis materiali plastici, metallici e, ove possibile, cellulosici)".

"Il nuovo Piano, dunque, disegna un modello gestionale basato su prestazioni medie attribuite al complesso delle filiere di trattamento: infatti, gli impianti con recupero di materia spinto, prevedono lavorazioni finalizzate ad estrarre dal rifiuto indifferenziato residuo frazioni recuperabili in forma di materia (es. plastiche, carta, metalli) quantificabili in circa il 15% del flusso trattato". Secondo il sottosegretario, lo scenario globalmente prefigurato fara' si che, a obiettivi conseguiti, siano ampiamente rispettati i target fissati dalla Commissione europea in materia di "preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani e assimilati" pari al 50% al 2020. "Su questi aspetti si intende discutere" precisa Mazzocca, "ed animare un confronto connotato dai caratteri del rigore scientifico e della realta' dei fatti e non, come spesso accade, da ragionamenti dettati dalla disinformazione e privi di logica o intrisi di demagogica strumentalizzazione politica". "L'ulteriore e definitivo momento di confronto pubblico sara' ancora possibile avendo disposto il ri-avvio della procedura VAS per il periodo di 60 giorni dalla data di pubblicazione sul BURAT mettendo a disposizione la documentazione completa del Piano e facendo salve le Fasi gia' in precedenza espletate". 

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Teramo, Consiglio comunale boccia la funivia

Il Consiglio comunale di Teramo ha detto no al progetto di collegamento tra il centro storico citta' e il Campus universitario di Coste Sant'Agostino, proposto dalla Regione attraverso una scheda del Masterplan, da finanziare con 10 milioni di euro. L'assise civica, riunita da questa mattina per la discussione sull'ipotesi progettuale, ha approvato con 14 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto, un documento proposto dalla maggioranza che affida al sindaco il compito di invitare il Governatore Luciano D'Alfonso a cancellare il progetto dal Masterplan e o comunque con altri interventi che possano incidere sullo sviluppo della citta' e sulla qualita' della vita, sempre e comunque da sottoporre prima al giudizio del consiglio comunale. La decisione del Consiglio e' stata duramente criticata dall'opposizione, in particolare dagli esponenti del Partito democratico. Secondo il progetto, la funicolare dovrebbe partire dalla zona della Villa Comunale per raggiungere la collina di Colleparco dove insiste il Campus di UniTe, dopo un tragitto aereo a una o due campate, con capacita' di trasporto di circa 2.500 persone al giorno e un costo di gestione che si aggira sui 300mila euro all'anno. Nel corso della seduta il Consiglio ha anche respinto l'ordine del giorno proposto dal Movimento 5 Stelle che chiedeva di affidare la scelta a un referendum popolare e quello proposto dal Pd di congelare il progetto e di convocare subito un tavolo tra Istituzioni di confronto permanente tra Regione, Universita' e Consiglio comunale

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Processo Bussi, sentenza entro gennaio

E' stato rinviato all'11 gennaio prossimo il processo in Corte d'Assise d'Appello all'Aquila, che si e' aperto oggi, relativo alla mega discarica dei veleni di Bussi della Montedison. Il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, d'intesa con le parti, ha fissato un fitto calendario di udienze nel mese di gennaio: la sentenza e' prevista il 31 gennaio prossimo. L'11 gennaio sara' la volta delle requisitorie dei due procuratori generali Romolo Como e Domenico Castellani. La mattinata odierna e' stata dedicata alla relazione del collegio giudicante

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Riparte il processo per la discarica di Bussi

Riparte con la prima udienza in Corte d'Assise d'Appello all'Aquila relativa al processo per la mega discarica dei veleni di Bussi. Il rinvio del procedimento all'Aquila e' stato disposto lo scorso marzo dalla Cassazione che ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati alla Suprema Corte. In Corte d'Appello a Chieti il 19 dicembre 2014, 19 imputati erano stati assolti dall'accusa di aver avvelenato le falde acquifere mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto.

L'indagine della Procura di Pescara sulla megadiscarica dei veleni prese il via nel 2007 con la scoperta da parte del Corpo Forestale dello Stato di circa 185 mila metri cubi di sostanze tossiche e pericolose in un'area di quattro ettari nei pressi del polo chimico di Bussi sul Tirino. L'area, definita subito come la piu' grande discarica inquinata d'Europa, viene posta sotto sequestro. Dagli anni '60 agli anni '90 sono state sversate e smaltite abusivamente tonnellate di sostanze pericolose, fra cui cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni e metalli pesanti.

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D’Alfonso presenta un progetto di legge per le imprese

Favorire l'insediamento in Abruzzo di nuove realta' produttive, attraverso un percorso virtuoso che passa da una 'straordinaria' semplificazione dei procedimenti amministrativi, fino ad arrivare alla fiscalita' di vantaggio. E' l'obiettivo principale della proposta di legge regionale "Regione facilissima per le imprese, misure a sostegno del sistema produttivo regionale", presentata oggi pomeriggio a Pescara dal presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso, in un incontro a cui hanno partecipato il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti Abruzzo Tommaso Miele, il presidente del Tar Abruzzo Antonio Amicuzzi, il capo della polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza Franco Gabrielli, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini. "Speditezza e velocizzazione - ha sottolineato D'Alfonso - vanno concepiti come elementi basilari dell'attivita' amministrativa della Regione, che rappresenta l'istituzione cui spetta farsi interprete delle vocazioni dei propri territori, favorendone l'effettiva competitivita' per lo sviluppo e la crescita delle diverse realta'. E siamo convinti che la semplificazione sia realmente l'autentico volano dell'economia non solo regionale, ma dell'intero Paese". Entrando nel dettaglio delle principali misure previste dal testo normativo - che unifica e armonizza le discipline europee, nazionali e regionali in tema di impresa -, la piu' importante e' senza dubbio rappresentata dall'assistenza e tutoraggio alle imprese tramite la figura del 'Facilitatore d'impresa' che le assiste dall'avvio alla conclusione dei procedimenti promuovendo con gli Enti Locali, l'Azienda regionale delle attivita' produttive - Arap, le Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura e con le Associazioni di imprese, conferenze operative, riunioni e colloqui istituzionali volti alla soluzione concreta di problemi riferiti ai processi autorizzatori; nella semplificazione dei procedimenti amministrativi a disciplina regionale riguardanti i settori produttivi con la previsione della Comunicazione Unica Regionale (Cur), ovvero una sorta di Scia alleggerita; nella previsione di contratti di localizzazione e censimento delle aree industriali e di premialita' per l'accesso ai fondi regionali, nazionali ed europei; nella riduzione della pressione fiscale a vantaggio della nuova occupazione; nella riorganizzazione delle autorizzazioni energetiche per mezzo della semplificazione degli adempimenti amministrativi richiesti per la costruzione, la modifica, il potenziamento, il rifacimento totale o parziale e l'esercizio di impianti di auto-approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili; nell'incremento dell'occupabilita' per l'inserimento e il reinserimento nel mondo del lavoro. 

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