Primo Piano

Coldiretti, 1 italiano su 4 attende la tredicesima per le spese

"Poco meno della meta' (43%) degli italiani che ricevono la tredicesima la destineranno al pagamento di tasse, mutui, rate e bollette ma piu' di un italiano su quattro (26%) la usera' per le spese di Natale". E' quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe' in riferimento al prossimo pagamento delle tredicesime che arriva in concomitanza con l'ingorgo fiscale del 16 dicembre con il pagamento tra l'altro dell' Imu. Ci sara' anche un 26% di italiani che destinera' tredicesima al risparmio mentre un 5% fara' altro o preferisce non rispondere. "Tra le spese di Natale comunque si evidenzia -sottolinea la Coldiretti - una spinta verso spese utili e all'interno della famiglia, tra i parenti e gli amici, si preferisce scegliere prodotti che non vanno sprecati oppure oggetti o servizi a cui non e' stato possibile accedere durante l'anno".

"L'enogastronomia cresce anche per l'affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprime con la preparazione "fai da te" di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. Da segnalare - continua la Coldiretti - la preferenza accordata all'acquisto di prodotti Made in Italy anche per aiutare l'economia nazionale o garantire maggiori opportunita' di lavoro a sostegno della ripresa con una particolare attenzione a quelli provenienti dalle aree terremotate anche grazie alle iniziative ad hoc. Quest'anno i turisti italiani e stranieri in visita alla Capitale insieme ai cittadini romani potranno incontrare gli agricoltori e gli allevatori terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con i loro prodotti salvati dal sisma in Piazza Navona dove sara' possibile fare lo shopping di Natale per regali e cenoni aiutando concretamente e direttamente la ripresa economica ed occupazionale dei territori colpiti dal sisma. L'iniziativa della Coldiretti prende il via alle ore 9,30 di giovedi' 15 dicembre a Roma nel cortile del Vignola in Piazza Navona dove gli agricoltori delle zone danneggiate dal sisma offriranno con Campagna Amica le esclusive specialita' locali per tutta la settimana ma sara' possibile anche comporre diverse tipologie di pacchi natalizi con i prodotti caratteristici delle aziende agricole terremotate. Una occasione unica anche per conoscere le storie di chi con grande coraggio e dignita' e' rimasto a vivere e lavorare nelle campagne ferite nonostante le crescenti difficolta'. Ai danni diretti alle aziende agricole si aggiungono quelli provocati dall'abbandono forzato di interi Paesi dove non esiste piu' mercato per i prodotti delle terra. Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che e' importante sostenere concretamente affinche' la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell'economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo"

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Biologico, dalla Regione Abruzzo tre milioni di fondi per le aziende agricole

Oltre 3 milioni di euro i contributi che la Regione Abruzzo sta erogando per la misura 214 azione 2 del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 ovvero per il premio relativo alle aziende agricole che hanno fatto istanza per consolidare o avviare la coltivazione di prodotti biologici nel 2016 relativamente al secondo anno di impegno. 242 aziende hanno visto erogarsi direttamente il saldo per un importo complessivo pari a 1.128.399,17 mentre 544 aziende riceveranno un'anticipazione complessiva pari a 2.034.987,31 euro. Lo ha reso noto l'Assessore alle politiche agricole Dino Pepe. "In Abruzzo le aziende che hanno coltivazioni biologiche sono circa 900; 1.400 con quelle di trasformazione", ha detto. 27.000 sono gli ettari dedicati, coltivati a foraggere, cereali, vite, olivo, ortaggi e frutta e ben 400 mila ettolitri di vino biologico prodotto". I beneficiari della misura assumono l'impegno di coltivare rispettando il metodo biologico per cinque anni.

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Cresa, indebolimento dei segnali di ripresa

L'indagine sul sistema manifatturiero abruzzese nel II trimestre 2016, condotta su un campione di 417 imprese, evidenzia l'indebolimento dei segnali di ripresa che erano emersi nella prima parte dell'anno. Nel confronto con il primo trimestre, infatti, le variazioni tendenziali di fatturato totale, export e portafoglio ordini interni subiscono un evidente rallentamento (passano da incrementi del I trimestre compresi tra il 7% e il 9% a variazioni comprese tra il -0,5% e il + 1,7%), e la produzione, sia pur in controtendenza con la media nazionale (-0,4%), fa segnare un aumento meno consistente (+4,3% contro +8,8%). Solo l'occupazione, che strutturalmente reagisce in ritardo rispetto all'andamento generale, cresce ad un ritmo più che doppio (1,7% contro +0,6%). Le previsioni a sei mesi tornano ad essere di nuovo negative. Relativamente alla dimensione d'impresa, le piccole industrie fanno registrare variazioni congiunturali positive nel complesso inferiori alla media regionale e una maggior tenuta su base annua del fatturato, dell'export e del portafoglio ordini. Nonostante ciò, i piccoli imprenditori manifestano le più diffuse preoccupazioni per il prossimo futuro. Le medie imprese evidenziano incrementi su base trimestrale e contrazioni diffuse su base annua, con la sola eccezione dell'export che sfiora il +10%. Le previsioni, buone solo per gli ordini esteri, sono meno diffusamente negative di quelle espresse dalle piccole imprese. Rispetto al II trimestre 2015 le grandi imprese (almeno 250 addetti) mettono a segno consistenti aumenti della produzione, del portafoglio ordini e, nonostante la contrazione su base trimestrale, dell'occupazione; in calo è il fatturato, in particolar modo la componente estera. Le previsioni per la seconda metà dell'anno non sono positive solo per gli ordini interni. Sotto il profilo provinciale, Pescara registra nel complesso il miglior andamento e le più rosee previsioni. Chieti, dopo il ritmo incalzante del trimestre precedente, pur confermando i più elevati incrementi tendenziali di ordini estero e produzione, rallenta la ripresa su base annua, con contrazioni di fatturato estero e totale. Diffuse sono le incertezze riguardo la tenuta nella seconda metà dell'anno del portafoglio ordini interni. L'Aquila prosegue nel suo andamento incerto, con deboli aumenti di produzione, fatturato e occupazione e lievi diminuzioni dell'export. Migliori della media regionale le variazioni del portafoglio ordini interni, sostanzialmente stazionarie le commesse dall'estero. Il clima di opinione è negativo. Teramo conferma i segnali di fragilità diffuse , con diffuse lievi variazioni su base annua il di segno positivo e negativo e un andamento più marcatamente crescente dell'export e decrescente degli ordini esteri. Gli operatori esprimono il più diffuso pessimismo riguardo il futuro.

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La Pescara-Roma è la sesta linea peggiore d’Italia per Legambiente

Guasti tecnici, ritardi imprecisati, sovraffollamento mettono alla prova ogni giorno quei milioni di cittadini che utilizzano il treno per raggiungere il luogo di lavoro o studio. E mentre cresce ancora l'offerta del servizio ad alta velocita' (+276% dal 2007 sulla Roma-Milano), le condizioni in molti casi continuano a peggiorare per chi si muove sulla rete secondaria, sugli intercity e sui regionali dove invece si sono ridotti i treni (in 15 Regioni) o sono state aumentate le tariffe (in 16 Regioni). Come ogni anno, all'entrata in vigore dell'orario invernale, Legambiente lancia la campagna Pendolaria, con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia e la lista delle 10 peggiori linee, mentre l'analisi puntuale dei finanziamenti e dei processi organizzativi verranno presentati nel rapporto previsto a gennaio 2017. Complessivamente dal 2010 a oggi, a seguito della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si possono stimare tagli nel servizio ferroviario regionale pari al 6,5% e negli intercity del 19,7%. Solo in pochissime regioni e' aumentato il servizio (il caso migliore e' la Provincia di Bolzano), in tutte le altre e' stato ridotto o e' numericamente rimasto uguale ma con tagli su alcune linee, mentre sono cresciute le tariffe. Non tutti i pendolari sono uguali quindi. Alcuni sono piu' sfortunati di altri. Sono innanzi tutto quelli delle grandi citta', dove i numeri di chi si muove ogni giorno sono enormi, e quelli che tentano di muoversi su linee cosiddette secondarie. Le dieci linee peggiori indicate da Pendolaria 2016 sono state scelte in base a criteri relativi alla qualita' del servizio, alle proteste degli utenti per i problemi di ritardi e tagli dei treni, alla tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per eta', alla disponibilita' di orari adatti all'utenza pendolare, alla frequenza dei convogli, alla condizione delle stazioni. Cosi' in un comunicato Legambiente

 La Pescara-Roma, al sesto posto, e' una linea su cui pochissimi pendolari oramai prendono il treno malgrado gli spostamenti intensi tra le due Regioni e i tanti centri lungo la direttrice. La ragione? Ogni giorno il numero di pullman e' tre volte quello dei treni, e su gomma si viaggia piu' veloci e piu' comodi con collegamenti che vanno dalla mattina presto alla sera tardi. La linea avrebbe bisogno di investimenti per velocizzare i collegamenti, visto che solo 15 km su 240 sono a doppio binario. La beffa e' che con il nuovo orario sono stati inseriti dei treni Jazz per velocizzare gli spostamenti, ma l'offerta vale solo per quei pendolari che da Pescara vanno verso Roma la mattina e tornano la sera, e non viceversa, e in ogni caso e' meno competitiva del pullman.

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Abruzzo, 25 milioni per il dissesto idrogeologico

Un nuovo finanziamento di 25 milioni di euro - che si aggiungono ai circa 175 milioni e mezzo stanziati dalla Regione negli ultimi 29 mesi - per il superamento e la mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico in 25 Comuni abruzzesi. Le convenzioni con le amministrazioni comunali sono state firmate a Pescara dal presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso e dai sindaci interessati. Le linee di intervento sono due. La prima, per un investimento complessivo di 5 milioni di euro (cofinanziati dalla Regione e dal Ministero dell'Ambiente, nell'ambito dei fondi del Piano nazionale per gli adattamenti ai cambiamenti climatici), riguarda 6 Comuni: Roccascalegna (500mila euro), Pizzoferrato (865mila), Carpineto della Nora (900mila), Roio del Sangro (638mila), Serramonacesca (250mila) e Cermignano (1 milione). Gli altri interventi, invece, sono finanziati direttamente dalla Regione, attraverso la nuova programmazione del Fsc 2014-2020, e interessano: Chieti (un milione 180mila euro), Vasto (800mila), Vacri (un milione 200mila), Trasacco (un milione), Bellante (un milione 500mila), Castiglione Messer Raimondo (un milione 200mila), Ripa Teatina (un milione 100mila), Casacanditella (un milione 100mila), Casalincontrada (un milione 100mila), Castelguidone (790mila), Roccamontepiano (865mila), Roccamorice (100mila), Paglieta (350mila), Castiglione Messer Marino (un milione 500mila), Lettomanoppello (un milione 750mila), Prezza (un milione 550mila), Montenerodomo (600mila), Civitella Messer Raimondo (346mila), Rosello (un milione 593mila). 

"E' la prima volta - ha sottolineato il presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso - che la Regione riserva cosi' tanta attenzione ai territori sul fronte della difesa del suolo. Un piano che non si basa sul numero degli abitanti interessati dagli interventi, quanto su una visione piu' ampia di 'stabilizzazione' di ampie porzioni di territorio, in un progetto complessivo di riduzione del rischio idrogeologico. Il nostro impegno, pero', non si ferma qui, perche' abbiamo gia' in programma di investire a breve altri 40 milioni, a cui se aggiungeranno altri 25 dalla programmazione dei fondi Fesr". 

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Ripresa ancora debole in Abruzzo secondo la Uil

"Quel po' di ripresa che si manifesta anche in Abruzzo dal 2015 e' debole rispetto ai cali pesanti subiti nel corso della crisi, soprattutto nel 2013-2014, senza dimenticare che l'Abruzzo e' andato molto male anche prima della crisi, dal 2000, mentre il fortino dei 500mila occupati, sbrecciato nel corso della crisi, non si sta ricostruendo. Il calo degli occupati di circa 25mila lavoratori e' diventato strutturale". E' l'analisi del segretario regionale della Uil, Roberto Campo, che commenta "l'enfatizzazione in positivo o in negativo, a seconda se si e' al governo o all'opposizione, di singoli dati, senza tenere conto del disegno d'insieme nonostante le tante fonti disponibili per farsi un'idea di come vanno le cose in Abruzzo" tra le quali Banca d'Italia, Cresa, Svimez, Prometeia, Istat, Inps. "Capita cosi' - spiega - che si passi dall'euforia delle forze di governo nel commentare l'occupazione nel II trimestre del 2016 all'euforia delle forze di opposizione nel commentare l'occupazione nel III trimestre del 2016. In realta', pero', dietro l'altalena apparente dei dati, ci sono alcuni elementi di analisi consolidati, positivi e negativi, che andrebbero sempre tenuti presente. Qui c'e' da notare che un po' di confusione l'ha fatta Svimez, che parla di una crescita significativa del Pil nel Sud e soprattutto in Abruzzo nel 2015, ma limitata nel tempo, gia' svanita nel 2016-17. Tra le spiegazioni, gli effetti della coda della programmazione 2007-2013. A noi pare che Svimez abbia valutato piu' grande di quello che e' una bolla, positiva si', ma transitoria. Piu' convincente l'analisi di Banca d'Italia, che parla di un 2015 di lieve recupero dopo il forte calo degli anni precedenti, ma, dice, citando Prometeia, in misura inferiore al dato medio nazionale".

Secondo Campo "quello che di buono si muove in Abruzzo, viene dalle grandi imprese: i dati che commenta Banca d'Italia dimostrano che l'individuazione fatta per la programmazione 2014-2020 delle eccellenze produttive regionali - cosiddetta Strategia delle 3S - e' quella giusta: automotive sopra tutti, poi elettronica, chimica farmaceutica, alimentare. Stona solo, purtroppo, il tessile-abbigliamento-calzaturiero, che prende colpi tremendi. Queste eccellenze guidano l'export, gli investimenti, l'occupazione (un po'). Ma l'altra economia, le piccole imprese, i servizi, l'artigianato, ristagna, si frammenta ulteriormente, non ce la fa. E la somma delle due economie, quella che va e quella che non va, dice che l'Abruzzo non va sufficientemente bene". 

"Veniamo all'occupazione - aggiunge Campo -: un trimestre meglio, uno peggio, resta il dato di fondo. Il fortino dei 500mila occupati, sbrecciato nel corso della crisi, non si sta ricostruendo. Il calo degli occupati di circa 25mila lavoratori e' diventato strutturale, verso l'alto si registra qualche picco, ma non permanente". Per Campo, sul cosa fare "alcune cose sono state dette e ridette, vanno solo fatte". In merito agli investimenti "finalmente sta partendo qualcosa della nuova programmazione, vogliamo vedere quanto prima i cantieri che si aprono e le nuove assunzioni", mentre per quanto riguarda il percorso di eliminazione della fiscalita' di svantaggio, "bisogna vedere se si riesce a fare il primo passo con questa legge di bilancio". Sulle piccole imprese "dobbiamo fare un intervento deciso, sul credito ma non solo, da concordare con le associazioni di questi piccoli imprenditori, anche rimodulando risorse". "A proposito di risorse - sottolinea Campo - prendiamo atto che in occasione degli incontri con il Presidente del Consiglio e con il Ministro allo Sviluppo Economico, solo il sindacato ha ricordato al Governo l'impegno non mantenuto a compensare con 133 milioni aggiuntivi di FSC il taglio di risorse europee subito dall'Abruzzo. Un altro intervento nel mondo delle piccole imprese andrebbe fatto per potenziare gli indotti locali dei grandi gruppi presenti in Abruzzo, con politiche di attrazione investimenti finora solo annunciate. Bisognerebbe, poi, cogliere l'occasione di Industria 4.0 anche per vedere come andare oltre le eccellenze esistenti: per adesso abbiamo almeno recuperato la partecipazione dell'Abruzzo al programma, vorremmo si discutesse di quali obiettivi porsi". 

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Firmati 7 contratti di sviluppo per 21,5 milioni di euro

Oltre 21,5 milioni di euro per sette contratti di sviluppo locale: con la firma dell'atto di cofinanziamento della Regione si chiude il bando del programma Par-Fsc pubblicato alla fine del 2015 per il quale sono stati previsti finanziamenti pubblici per 6,2 milioni di euro. Oggi la sottoscrizione dei contratti di sviluppo locale, da parte del vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, e dei rappresentanti delle sette aziende. Le aziende beneficiarie sono la Gelco srl (5,8 mln e cofinanziamento di 1,7 mln di euro per il progetto 'Agire innovando), Valagro Spa (2,5 mln e cofinanziamento di 1 mln per il progetto 'R&S e miglioramento energetico'), Alma Cis Srl(3 mln e cofinanziamento 675mila euro, progetto 'Investing for Growth'), Texol Srl (3 mln e cofinanziamento di 841mila euro, progetto 'Texol in sviluppo 2.0), Filmet Srl (2,5 mln e cofinanziamento 876mila euro, progetto 'Investimento, R&S e miglioramento energetico'), Italsur Srl (2,4 mln e cofinanziamento di 387mila euro, progetto 'Investimento, R&S e miglioramento energetico'), Fimeco Srl (2,1 mln e cofinanziamento 555mila euro, progetto 'Investimento, R&S e miglioramento energetico'). Affiancato dal direttore generale della Regione, Cristina Gerardis, e dal direttore del dipartimento Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro dell'ente, Tommaso Di Rino, Lolli ha sottolineato che "la risposta delle aziende abruzzesi e' stata positiva. Abbiamo finanziato sette progetti, ma e' nostra intenzione - ha annunciato - far slittare l'attuale graduatoria in ragione delle economie che ci saranno. E' una precisa scelta politica che vuole prestare la giusta attenzione agli sforzi di quelle aziende abruzzesi che vogliono investire e creare occupazione sul territorio". Il vicepresidente ha parlato di progetti e aziende "di qualita'", per poi soffermarsi anche sullo "straordinario risultato ottenuto dalle aziende regionali al bando nazionale sulla ricerca pubblicato dal ministero dello Sviluppo economico", dove in graduatoria figurano 50 progetti di imprese regionali sui 55 ammessi. 

p.d.f.

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L’Abruzzo al vertice dell’export tra le regioni in Italia

Nel terzo trimestre, l'Italia nord-occidentale (+2,1%) e l'Italia centrale (+0,8%) mostrano un aumento congiunturale delle esportazioni di beni; in diminuzione l'Italia meridionale e insulare (-1,5%) e quella nord-orientale (-0,2%). Lo rileva Istat. In nove mesi, il lieve aumento tendenziale dell'export nazionale (+0,5%) e' sintesi dell'aumento registrato per le regioni delle aree meridionale (+10,6%), nord-orientale e centrale (+1,5% entrambe) e del calo delle aree insulare (-21,3%) e nord-occidentale (-0,8%). In questo periodo, l'aumento delle vendite di autoveicoli dalla Basilicata e di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi, da Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Liguria contribuisce positivamente all'export nazionale per un punto percentuale

Tra le regioni che forniscono un contributo positivo alla crescita delle esportazioni nazionali si segnalano: Basilicata (+76,6%), Abruzzo (+12,1%), Emilia-Romagna (+1,5%), Friuli-Venezia Giulia (+5,5,%), Marche (+5,2%) e Liguria (+8,5%); tra quelle che forniscono un contributo negativo: Piemonte (-4,9%), Sicilia (-21,2%) e Sardegna (-21,4%). Nei nove mesi, la diminuzione delle esportazioni di autoveicoli dal Piemonte e di prodotti petroliferi raffinati dalla Sicilia e dalla Sardegna fornisce un contributo negativo per oltre un punto percentuale. Le vendite dalla Basilicata e dal Friuli-Venezia Giulia verso gli Stati Uniti, e quelle dalla Toscana verso Svizzera e Francia, forniscono un impulso positivo, mentre flettono le vendite del Piemonte verso gli Usa e della Lombardia e della Sicilia verso i paesi Opec. Istat segnala la positiva performance all'export di Potenza, Milano, Frosinone, Trieste, Chieti, Ascoli Piceno, Genova e Firenze; mentre le province che contribuiscono in misura maggiore alla diminuzione delle vendite sui mercati esteri sono Torino, Siracusa, Latina, Cagliari, Varese, Vicenza e Massa-Carrara

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Il Pescara perde la sfida salvezza col Crotone

Due rigori (uno segnato da Palladino, l'altro fallito da Memushaj), due espulsioni (Aquilani e Capezzi), un finale palpitante e deciso dalla zuccata di Ferrari dopo l'illusorio pari di Campagnaro. Il Crotone fa suo lo scontro salvezza dello Scida per 2-1, rendendo sempre piu' nera la crisi di un Pescara condannato ancora una volta da ingenuita' difensiva imperdonabili; sorride Nicola, la sua squadra ha scavalcato gli abruzzesi ed e' al momento a un solo punto dal quart'ultimo posto, occupato dall'Empoli atteso domani a Bologna. In generale, ha dimostrato ampiamente di poter lottare per mantenere la categoria: non male, dopo un avvio di stagione deprimente. Tutto il contrario del Pescara, che sul campo non ha ancora vinto: aria di tempesta per Oddo

Prima occasione per Pepe dal limite, alta la sua conclusione; subito dopo la replica del Crotone, affidata a una punizione di Barberis che Bizzarri devia sopra la traversa, proprio Pepe - non al top per problemi intestinali in settimana - deve abbandonare il campo: al suo posto Aquilani. La svolta al 24', quando Campagnaro, col braccio, interviene su una deviazione aerea di Palladino: dal dischetto l'ex Juventus, a secco da 12 partite, batte Bizzarri e porta avanti il Crotone. Accusa il colpo il Pescara, mentre lo Scida spinge gli 11 che Nicola ha schierato con un offensivo 4-4-2, con Falcinelli e Trotta in avanti e Palladino esterno a sinistra con Rohden dall'altra parte; chiavi del centrocampo affidate a Capezzi e Barberis, considerata l'indisponibilita' di Crisetig, squalificato al pari di Rosi (c'e' Sampirisi terzino con Martella a sinistra). Il Crotone insiste, forte delle fragilita' del Pescara, specie in difesa: Palladino sbaglia lo stop al momento clou, poi Falcinelli viene fermato da Gyomber. Prima dell'intervallo, il Pescara avrebbe la grande occasione per ritrovare il pari: dopo uno scambio con Memushaj, Benali viene a contatto con Barberis e per Damato e' rigore (dubbio). Ci pensa Cordaz a eliminare qualsiasi polemica, parando la brutta conclusione di Memushaj, al secondo errore stagionale dopo quello con la Lazio. Fuori Verre e dentro Manaj, ma e' Falcinelli allo scoccare dell'ora di gioco a creare qualche insidia a Bizzarri. Manaj e Benali si ostacolano al momento di calciare, quindi Oddo si gioca il tutto per tutto con Pettinari per Memushaj, mentre Nicola si copre un po' con Stoian per Trotta. L'affare si complica maledettamente pero' per il Pescara al 73' quando Aquilani, gia' ammonito, commette un ingenuo fallo a centrocampo su Rohden: inevitabile l'espulsione. Il Crotone aspetta l'avversario e fa male: prima rischia sull'incursione di Zampano, quindi Capezzi si fa espellere (doppio giallo) e viene punito da Campagnaro. E' 1-1. Ma il pari dura un minuto scarso: punizione di Stoian, Ferrari si fa largo su Pettinari e il Crotone torna di nuovo avanti, difendendo la vittoria che vale il sorpasso..

"Manca ancora tanto ma era una partita importante. Certamente non meritavamo di perdere perche' abbiamo giocato male, anche perche' il Crotone ti fa giocare male. Ci abbiamo provato, ma purtroppo non e' possibile dopo aver pareggiato e dato tutto prendere di nuovo gol dopo un minuto. Questo significa che hai grandi lacune su cui lavorare, sia tecniche che mentali". C'e' grande delusione nelle parole di Massimo Oddo dopo che il suo Pescara ha incassato l'ennesima sconfitta perdendo per 2-1 sul campo del Crotone, diretta rivale per la salvezza. "L'agonismo l'abbiamo messo, purtroppo in questo momento non abbiamo serenita' e questo ci limita - ammette il tecnico biancazzurro ai microfoni di Sky Sport -. Non riusciamo piu' a giocare e a fare quello che sappiamo. Ogni volta che provavamo ad arrivare li' c'era un rinvio di 70-80 metri, non era facile, ma non puo' essere una scusante, scusanti non ce n'e': complimenti al Crotone che ha saputo ottimizzare quell'unico tiro, il rigore che non so se c'era, e il secondo gol". Oddo non avra' a disposizione Aquilani e Pepe per la sfida contro il Bologna: "Siamo in emergenza dall'inizio, non ci resta che lavorare e credere in quello che abbiamo fatto, anche se serve di piu': quello che abbiamo fatto finora non basta - confessa -. Non possiamo dire nulla, non abbiamo vinto una partita, io sono un allenatore scarso e la squadra e' scarsa. Dobbiamo fare di piu' e una partita vale l'altra, abbiamo perso con il Milan e con il Crotone, dobbiamo invertire la tendenza, mettere piu' testa. La partita giocata male ci puo' stare, mi da' molto fastidio aver preso gol un minuto dopo aver pareggiato". Neanche il mercato che si avvicina consola Oddo: "In questo momento non mi interessa e non voglio neanche parlarne, se non facciamo qualche punto non serve. Dobbiamo concentrarci sulle partite che rimangono per metterci di piu'. I giocatori sono questi. Volevo undici cani? Lasciamo stare le battute, non sono neanche in vena, gioco sulle strumentalizzazioni di voi giornalisti, io ci scherzo, ma vorrei fare i punti", conclude.


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Poco verde per chi vive in città

Cambiamenti climatici e ridotta disponibilita' di spazi verdi: l'effetto combinato di questi due elementi favorisce lo smog nelle citta'. A dirlo e' la Coldiretti, in riferimento alle misure di stop al traffico. Ogni abitante in Italia, spiega l'associazione agricola, "dispone mediamente solo di 31,1 metri quadrati di verde urbano in citta', per un totale di 567 milioni di metri quadri di verde disponibile nei comuni capoluogo di provincia, secondo l'ultimo rilevamento Istat". Invece gli spazi verdi nelle citta' sono importanti in quanto - rileva Coldiretti - concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. "Occorre quindi intervenire in modo strutturale considerando che una pianta adulta - sottolinea l'associazione - e' capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno". Il verde urbano in Italia pero', precisa ancora Coldiretti "rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia per una media di 31,1 metri quadrati a testa". La situazione del verde pero' non e' omogenea in tutta la Penisola: le dotazioni piu' elevate, precisa la Coldiretti, "si rilevano tra le citta' del Nord-est (50,1 metri quadrati), piu' che doppie rispetto a quelle del Centro, del Nord-ovest e delle Isole. La media del Sud, invece, (42,5 metri quadrati per abitante) risente delle elevate disponibilita' dei capoluoghi lucani". Matera, Trento, Potenza, Sondrio, Iglesias, Terni, Pordenone, Gorizia, Reggio Calabria e Verbania, rileva la Coldiretti, salgono nella top ten dei capoluoghi con maggiore densita' di verde pubblico per abitante, mentre in fondo alla classifica si trova Caltanissetta e a seguire Crotone, Trani e Taranto, Trapani, Isernia, Olbia, Genova, Chieti, Barletta e L'Aquila. Per quanto riguarda le grandi metropoli a Milano sono disponibili 17,2 metri quadrati per abitante mentre a Roma 15,9.

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