Primo Piano

Caritas: “In Abruzzo 2.231 migranti, 0,17% dei residenti, nessuna invasione”

«L’Abruzzo al momento accoglie 2.231 migranti, il 2% di tutti quelli presenti in Italia, lo 0,17% rispetto al numero dei residenti abruzzesi. Siamo ben lontani dalla soglia massima del 2% di migranti, rispetto al numero degli abitanti, da non superare». Lo ha reso noto venerdì sera don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne, nell’ambito del convegno di presentazione della mostra intitolata “Migrantes – La sfida dell’incontro”, svoltosi all’Auditorium Petruzzi di Pescara

La rassegna, organizzata dal Centro culturale di Pescara e dal Centro servizio per il volontariato, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Pescara-Penne e la Presidenza del Consiglio Comunale, con il patrocinio dalla Fondazione Migrantes, sarà visitabile fino a venerdì 31 marzo presso il Circolo Aternino in piazza Garibaldi dalle 9 alle 13.30 e dalle 17 alle 21: «Oltre a talento e tecnologia – afferma Antonio Blasioli, presidente del Consiglio Comunale di Pescara, citando lo studioso Richard Florida -, bisogna che ci sia la tolleranza che si basa sulla conoscenza. Per questo, la mostra è lo sforzo do far conoscere la vita dei migranti che arrivano in Italia ai giovani, che vivono in crisi e senza speranza potendo compiere l’errore di stringersi intorno all’egoismo».

Dunque la situazione nella nostra regione è assolutamente sotto controllo: «Eppure – stigmatizza il direttore della Caritas – c’è un modo di parlare alla pancia delle persone, che crea un allarmismo ingiustificato. Non c’è nessuna invasione». A Pescara sono 35 i migranti ospitati nell’ambito della rete Sprar, il sistema di accoglienza che ha per obiettivo l’integrazione della persona, mentre altre 748 persone trovano posto nei Cas: «I centri di accoglienza straordinaria – precisa don Marco – che li dovrebbero ospitare solo per il tempo necessario alle Commissioni territoriali di esaminare la singola richiesta d’asilo. Ma il sistema in Italia è lento, non capisco perché una delle Commissioni territoriali non abbia sede in Abruzzo».

I migranti che arrivano in Italia, e in Abruzzo, provengono per lo più da Guinea, Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio e Senegal, portando con loro storie terribili: «Ascoltandole – racconta il presbitero – viene fuori come molte ragazze immigrate, in realtà, siano state letteralmente deportate per farle prostituire legalizzando la loro presenza approfittando delle procedure di riconoscimento. Altre volte accettano di avere gravidanze, per prolungare la presenza mentre gli uomini, dopo il riconoscimento, richiedono il ricongiungimento familiare. Non può non esserci una mente, un’organizzazione, dietro ciò. Non possono aver pensato a tutto questo da soli».

All’interno della convegno c’è stato poi l’intervento di Farhad Bitani, ex capitano dell’esercito afgano e oggi rifugiato politico in Italia impegnato nello spendere la propria vita per la costruzione della pace. Quest’ultimo ha presentato il suo libro, dal titolo “L’ultimo lenzuolo bianco – L’inferno e il cuore dell’Afghanistan”, con cui denuncia la gravità del fondamentalismo religioso e racconta la sua esperienza di musulmano in Italia, a contatto con i cristiani: «Una volta ero ospite a casa di un mio amico e avevo la febbre alta – racconta -, quando sua madre entra in camera e mi tocca la fronte, esattamente come faceva mia madre in Afghanistan. È stato uno dei piccoli gesti che mi hanno cambiato. Io sono musulmano, ma ho trovato il mio vero Islam attraverso il cristianesimo. Attraverso il rispetto e l’amore che i cristiani hanno nei miei confronti, ho imparato il rispetto per loro e per la loro religione e ho imparato ad amare la mia, ad amarla davvero».

 

Una testimonianza, quest’ultima, che ha positivamente colpito i presenti e su tutti l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti: «È importante – sottolinea – rimarcare la dimensione dei piccoli gesti, che possiamo compiere tutti. Non ci vengono chieste grandi cose, ma piccoli gesti per essere capaci di declinare la possibilità di guardare negli occhi e accogliere un uomo, una persona, una storia».

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Studio Cgia sulle Partite Iva, pressione fiscale del 51%

L'ex premier Matteo Renzi avrebbe dimenticato le partite Iva, che continuano a subire una pressione fiscale del 51%. Lo sostiene la Cgia di Mestre. "Matteo Renzi, secondo i calcoli effettuati dall'Ufficio studi della Cgia - si legge in una nota - nei mille giorni in cui è stato alla guida del Paese ha abbassato le tasse in misura strutturale per oltre 21 miliardi di euro. Questi vantaggi fiscali, però, hanno interessato solo alcune categorie professionali: i lavoratori dipendenti e le imprese, soprattutto quelle di medio-grande dimensione. Per poco meno di 3 milioni di partite Iva - costituite da artigiani, da commercianti e da lavoratori autonomi senza dipendenti - i benefici, invece, sono stati pressoché nulli". Per la Cgia il bonus di 80 euro costa all'erario quasi 9 miliardi l'anno e interessa oltre 11 miliardi di lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse. L'eliminazione dell'Irap dal costo del lavoro "avvantaggia le imprese con più dipendenti - prosegue la Cgia - . Non godono di alcun beneficio il 78% delle imprese individuali e dei lavoratori autonomi e il 52% delle società di persone. L'abolizione della Tasi ha consentito alle famiglie di risparmiare 3,5 miliardi di euro l'anno. Dei 19,6 miliardi di proprietari di prima casa che hanno beneficiato di questo sgravio, il 90% circa è costituito da operai, impiegati e pensionati. Solo il 10% circa da imprenditori, liberi professionisti o autonomi. Ed infine, la riduzione Ires: con l'abbattimento dell'aliquota dal 27,5 al 24%, le oltre 700mila società di capitali interessate risparmiano 3,9 miliardi di euro l'anno. Questa misura non riguarda le piccole-micro imprese".

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Settanta milioni per la Sanità dell’Abruzzo

Lo "stato di salute" della sanità abruzzese migliora ancora e la Regione ottiene dal Tavolo di Monitoraggio lo sblocco di 70 milioni di euro di premialità per gli adempimenti Lea 2014. E' il risultato più importante conseguito al termine della riunione che si è svolta questa mattina a Roma e a cui ha partecipato l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci.

"Il Tavolo - spiega Paolucci - ha certificato l'adempienza piena di tutti gli obiettivi fissati per il 2014. Questo ha comportato lo sblocco delle somme, che potranno così essere impiegate per continuare il percorso di implementazione dei servizi offerti ai nostri cittadini".

Nel corso dell'incontro con i delegati dei ministeri vigilanti (economia, finanze e salute, oltre alle strutture tecniche competenti) è emerso che nel 2015 il punteggio sui Lea, i livelli essenziali di assistenza, ha registrato un netto e ulteriore trend positivo: il punteggio provvisorio si attesta a 181, rispetto al 163 raggiunto alla fine del 2014 e al 146 del 2013.

"Questo certifica - continua -Paolucci - che negli ultimi 2 anni la qualità del servizio erogato all'utenza dal sistema sanitario regionale ha fatto notevoli passi in avanti. Un risultato che premia gli sforzi, spesso impopolari o resi tali dalla forte strumentalizzazione, messi in campo dalla Regione e che ci spinge a proseguire nel percorso intrapreso. Un risultato che andrebbe sottolineato come straordinario da tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza".

Sono relativamente positivi anche i primi dati riferiti all'anno 2016: i conti della sanità abruzzese chiudono in perdita per 23 milioni, 14 in meno dei 37 milioni previsti nel piano di riqualificazione approvato nel giugno dello scorso anno e presentato ai ministeri affiancanti. Le coperture saranno definite con gli utili della Gestione Sanitaria Accentrata. La Regione si è inoltre impegnata a rafforzare la struttura regionale della sanità e a presidiare contenziosi con erogatori privati ospedalieri ed extraospedalieri, oltre che con i medici di medicina generale per gli accordi del 2006.

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Porto di Vasto, i dati del movimento merce

Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo di quest'anno, nel porto di Punta Penna di Vasto sono state movimentate 183.000 tonnellate di merci (147.000 sbarcate e 36.000 imbarcate), con l'arrivo di 398 unita' mercantili con un trend positivo del 70% rispetto allo scorso anno e del 100% se confrontato con il 2015. I dati sono stati diffusi dal comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto, il tenente di vascello Cosimo Rotolo.

"Ci sono importanti segnali di ripresa dei traffici fatti registrare nel primo trimestre di quest'anno - ha detto - a partire dall'introduzione di nuovi: dopo diversi anni si e' tornati a sbarcare il grano e il forte incremento dei furgoni Sevel con marchio Citroen e Peugeout, imbarcati da compagnie di navigazione diverse dalla Grimaldi che, tra l'altro, non scala questo porto da 15 anni, e di altre merci hanno fornito dei dati interessanti nei primi mesi".


Dati piu' che incoraggianti tenuto conto che nel mese di gennaio, a causa delle condizioni meteorologiche avverse, lo scalo non ha lavorato pienamente. Il comandante dell'Ufficio circondariale marittimo ha poi evidenziato: "Il porto di Punta Penna attualmente e' in fase di trasformazione con l'aumento dei piazzali ricavati dall'abbattimento del vecchio mercato ittico e ora destinati allo stoccaggio delle merci (41.000 metri quadrati), una organizzazione di security al passo con le vigenti normative internazionali, un dragaggio in dirittura di arrivo per l'avamporto e a breve per il bacino interno, per non parlare di tutti gli ulteriori aspetti positivi dello scalo che altri porti, anche dello stesso Abruzzo, non possono assolutamente contendere ovvero: un piano regolatore approvato, un pescaggio all'ingresso del bacino di 15 metri, piazzali portuali, lontananza da centri abitati, vicinanza all'autostrada, un bacino d'interesse (Trigno e Sangro) molto cospicuo". In vista dell'introduzione dell'Autorita' di Sistema Portuale nei porti di Pescara e Ortona, il porto di Vasto e' l'unico porto commerciale a gestione totalmente abruzzese

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Barometro Piepoli, M5S primo partito

Il Movimento Cinque Stelle diventa il primo partito italiano. A scriverlo è Nicola Piepoli in un articolo pubblicato oggi su La Stampa, nell'ultimo sondaggio realizzato sulle intenzioni di voto, i grillini salgono di mezzo punto percentuale rispetto alla settimana scorsa e agguantano il Pd al 29%. Ma il M5S a differenza dei Dem, «è in lenta ma costante crescita».

Viene confermata una situazione con tre poli differenti. «I fuoriusciti dal Pd (Mdp) non decollano e restano inchiodati al 3,5%, un punto in più di Sinistra italiana. Mentre naviga attorno al 3% anche il partito centrista di Angelino Alfano», si legge ancora.

Per quanto riguarda il governo e i suoi ministri, per « il 44% degli intervistati dichiara di aver fiducia nell'esecutivo ( 2%), mentre il 46% confida nel premier Paolo Gentiloni. Tra i ministri ottima performance di Dario Franceschini, con il 62%». 

 

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Elezioni amministrative, si vota l’11 giugno

I residenti di 1021 Comuni, di cui 153 superiori ai 15.000 abitanti, saranno chiamati alle urne domenica 11 giugno per eleggere sindaci, consigli comunali e consigli circoscrizionali. La data e' stata fissata dal ministro dell'Interno Marco Minniti con proprio decreto, in cui si precisa che l'eventuale turno di ballottaggio per l' elezione diretta dei sindaci avra' luogo domenica 25 giugno. Al voto quattro capoluoghi di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L' Aquila. 

I Comuni interessati alla consultazione - si precisa in una nota del Viminale - sono 1021, di cui 796 nelle regioni a statuto ordinario e 225 nelle regioni a statuto speciale, dove lo svolgimento delle elezioni e' fissato autonomamente, anche in data diversa da quella prevista per le regioni a statuto ordinario. Nel dettaglio, 153 sono i comuni superiori ai 15000 abitanti, di cui 25 comuni capoluogo di provincia (tra questi 4 comuni capoluogo di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L'Aquila) e 858 comuni inferiori ai 15000 abitanti.

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Cala la spesa per consumi delle famiglie abruzzesi

Secondo i dati  CRESA nel periodo marzo 2014 - febbraio 2015 le famiglie abruzzesi hanno speso in media 2.049,1 €, valore leggermente inferiore a quello rilevato per l'Abruzzo dall'Istat nell'anno 2014 (2.130,30 €) e decisamente più basso di quello medio nazionale (2.488,5 €).

Rispetto alla precedente indagine CRESA (2009-2010), la spesa per consumi in regione è diminuita del 10,5% (Istat Abruzzo: -11,9%; Istat Italia: +1,9%).

Le spese più consistenti riguardano l'abitazione (788,7 €, pari al 38,5% della SMMF), gli alimenti e le bevande analcoliche (430,9 €, pari al 21,9%) nonché i trasporti (228,7 €, pari all'11,2%), voci per le quali gli abruzzesi utilizzano poco più del 70% del loro budget di spesa, superiore al 64,5% medio nazionale.

Le scelte delle famiglie in regione, in linea con una tradizione propria dell'Italia meridionale, mostrano la preferenza a impiegare risorse per la casa e l'alimentazione e a risparmiare, da una parte, su alcune voci in qualche misura comprimibili (abbigliamento) e, dall'altra, su alcune spese superflue (vacanze). Il confronto con i dati della precedente indagine CRESA  evidenzia, infatti, la contrazione drastica di tutti i consumi tranne quelli che soddisfano i bisogni fondamentali (alimentari, abitativi, sanitari e di istruzione), che sono in qualche modo incomprimibili. In controtendenza con quanto si rileva nella media nazionale, aumentano le spese per gli alimenti e per l'istruzione e diminuiscono quelle per le comunicazioni e il tempo libero.

La consistenza della spesa media mensile varia, anche se in modo meno che proporzionale per via della presenza di "economie di scala", al variare del numero dei componenti. Rispetto alle famiglie di due persone (1.832,8 €), quelle con un solo componente spendono mediamente il 24% in meno (1.397 €), quelle formate da 3, 4, 5 e più persone il 27% (2.324 €), il 55% (2.837 €) e il 59% (2.916 €) in più.

Se si considerano le spese destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, si osserva che alcune di esse, quali i generi alimentari, quelle cioè sulle quali incide in maniera più diretta il numero di consumatori all'interno della famiglia, aumentano, anche se in modo meno che proporzionale, all'aumentare del numero di componenti e arrivano ad avere l'incidenza massima sul totale della spesa per consumi nelle famiglie più numerose.

I consumi superflui, quali quelli per il tempo libero, e quelli necessari ma modulabili sulla base dello stile di vita e del budget familiare, quale l'abbigliamento, comprimibile fino ad una certa misura, aumentano, se si escludono i nuclei più numerosi, in termini di valore assoluto all'aumentare della numerosità della famiglia ma hanno la massima incidenza (circa il 6% per il tempo libero e il 5% per l'abbigliamento) nelle famiglie di 4 componenti (soprattutto coppie con figli).

Altre spese, non strettamente connesse con la numerosità dei componenti e per le quali è, pertanto, possibile realizzare economie di scala, quali l'abitazione, tendono, al crescere della numerosità delle famiglie, a diminuire in termini di incidenza percentuale sulla spesa complessivae, ad esclusione delle famiglie composte da 5 e più persone, ad aumentare in termini di valore assoluto.

Il budget complessivo e il peso delle singole voci che lo compongono dipendono sostanzialmente, oltre che dalla numerosità dei componenti, anche dalla loro età e dalla tipologia familiare (uni personali, coppie senza figli, coppie con figli e monoparentali).

Alcune voci, quali l'istruzione, i trasporti e la sanità, sono connesse alla fase del ciclo di vita familiare. Le prime due tendono ad essere massime in presenza di adulti in età lavorativa e ragazzi in età scolare, vale a dire nelle famiglie monoparentali e in quelle composte da coppie con due o più figli; le spese relative alla salute arrivano a pesare il 6% circa sulla spesa media familiare delle famiglie composte da una e due persone, vale a dire nelle fasce di maggiore incidenza degli over 65, soli o in coppia.

Sono proprio le coppie con figli a far osservare una SMMF più elevata delle famiglie monoparentali (2.673 € contro 1.898 €). Le differenze in valore assoluto sono evidenti (intorno o al di sopra del 50%) nel caso dell'abbigliamento, dei mobili ed accessori per la casa, della sanità, dei trasporti, dell'istruzione e del tempo libero. Se si considera l'incidenza percentuale delle singole voci sulla SMMF totale, assai maggiore è il peso nelle monoparentali degli alimenti, bevande e tabacchi nonché dell'abitazione, simile è il peso della spesa per comunicazioni.

La differenza tra famiglie con a capo un cittadino straniero e quelle che lo hanno italiano è abissale: queste ultime spendono il 41% in meno delle prime (1.229 € contro 2.098 €). Il divario di spesa è tanto maggiore quanto più è superfluo il genere di consumo: esso si attesta intorno al 70% per tempo libero, mobili ed accessori per la casa, tra il 50% e il 63% per sanità, abbigliamento, istruzione e trasporti, è più "contenuto" tra il 24% e il 36%, per abitazione, alimenti e comunicazioni. Una curiosità: la spesa per bevande alcoliche e tabacchi delle famiglie italiane e straniere è pressoché identica (40 €) ma la sua incidenza sul totale della SMMF è nel caso delle straniere più assai più elevata (3,2% contro 1,9%). In realtà, a ben guardare all'interno della categoria, si rilevano diversità sostanziali: le famiglie straniere spendono assai più delle italiane per i tabacchi (28 € contro 21 €) e assai meno per le bevande alcoliche (11 € contro 18 €), certamente per una maggiore diffusione nell'ambito delle prime di tabagisti e al, contempo, per la presenza al loro interno di musulmani.

Prendendo in considerazione alcune particolari categorie di beni, categorie correlate ad una gestione consapevole dell'ambiente (prodotti a risparmio energetico, biologici, a km. 0), a requisiti di qualità dei beni alimentari (DOC, IGT, DOP) o ad un'esigenza di risparmio (in saldo), la metà delle famiglie abruzzesi ha comprato prodotti a risparmio energetico, più di un quarto prodotti biologici e a Km. 0, con un incremento rispetto al 2013 del 30% circa per tutte e tre le categorie di beni. Quasi il 30% ha preferito l'acquisto di alimenti e vini DOC, IGT, DOP, con un aumento rispetto ai due anni precedenti di poco superiore al 10%. La maggioranza delle famiglie (71%), in crescita del 31% se confrontata al 2013, ha effettuato spese nei periodi di saldo.

Le famiglie con figli mostrano nel complesso una maggiore attenzione alla qualità, all'ambiente e al risparmio e sono soprattutto le monoparentali a far registrare il maggior incremento dell'acquisto di prodotti a risparmio energetico e in saldo, mostrando in tal modo una maggiore propensione al risparmio nel breve e medio periodo. Diminuisce la quota di famiglie straniere che ha comprato prodotti DOC, IGT e DOP.

Il 63% delle famiglie effettua la spesa di generi alimentari presso la distribuzione organizzata una o due volte la settimana, il 29% una sola volta ogni sette giorni, il 7,8% con frequenza mensile o più di rado.  L'importo dello scontrino è per il 93% delle famiglie inferiore a 100 €(65% fino a 50 €, 29% da 50 € a 100 €). Solo nel 5,7% dei casi arriva a 300 € e nello 0,1% a più di tale importo.

Il giorno più "gettonato" per tali acquisti è la domenica (73%),  gli altri giorni riportano percentuali assai più basse che vanno dal 39% del martedì al 24% del sabato.

Le famiglie abruzzesi stanno modificando radicalmente le proprie abitudini di acquisto. Restano prevalenti, i punti vendita e la distribuzione organizzata tradizionali (centri commerciali: 46% per i prodotti alimentari e 57% per i non alimentari; supermercati:65% per i prodotti alimentari; negozi tradizionali: 33% per gli alimenti e 64% per gli altri beni, nel biennio preso in esame (2013-2015) ma, al contempo, aumenta il ricorso agli acquisti on line (+14%), di quelli effettuati direttamente dai produttori (+32%), degli hard discount (+26%) e dei mercati ambulanti (+23%) per i prodotti alimentari, degli outlet (+8%) per i beni non alimentari. Solo i negozi tradizionali, relativamente ai prodotti non alimentari, fanno registrare un incremento consistente (+14%).

 

 

 

Tali osservazioni fanno emergere una duplice tendenza: da una parte i consumatori scelgono di acquistare, a parità di qualità, prodotti in punti vendita meno costosi e, dall'altra, che una quota principalmente ma non esclusivamente di popolazione meno abbiente, stia orientando le proprie scelte di acquisto verso prodotti non solo a più basso costo ma anche di qualità percepita inferiore (hard discount per i prodotti alimentari e grandi magazzini per quelli non alimentari, principalmente abbigliamento).

Impressionante l'aumento del ricorso agli acquisti on line, i quali vedono un incremento assai consistente legato alla crescente e sempre più diffusa dimestichezza con l'informatica e il mondo web e certamente corroborato dalla sempre maggiore presenza di siti di e-commerce sui social (Facebook, Youtube, Twitter, ecc.) che hanno contribuito ad abbassare il livello di diffidenza dei consumatori.

Colpisce, al contrario di quanto si osserva a livello medio nazionale, la tendenza al decremento del ricorso ai Gruppi di acquisto solidale.

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Nuovo filone di inchiesta per l’indagine sugli appalti nella Marsica

Nuovo filone di inchiesta della procura della Repubblica di Avezzano su presunte irregolarita' in numerosi appalti nella Marsica che vede coinvolti amministratori locali ma anche il livello politico regionale di centrosinistra.

I poliziotti della Squadra Mobile della questura dell'Aquila, diretti dal dirigente Gennaro Capasso, nel massimo riserbo hanno effettuato nei giorni scorsi quattro perquisizioni domiciliari ai danni di altrettante persone indagate: si tratta dell'ex vice sindaco con delega ai Lavori pubblici di Canistro, Paolo Di Pietro, attualmente consigliere comunale della maggioranza guidata dal sindaco Angelo Di Paolo, ex consigliere e assessore regionale ai Lavori pubblici, del quale Di Pietro e' stato collaboratore di staff; dell'amministratore delegato del Consorzio acquedottistico marsicano (Cam) Giuseppe Venturini; del sindaco di Casacanditella, Giuseppe D'Angelo; dell'imprenditore teramano Emiliano Pompa.

Le perquisizioni effettuate martedi' scorso, in particolare dal servizio criminalita' organizzata guidato dal sostituto commissario Sabatino Romano, hanno portato al sequestro di documenti e computer che sono gia' al vaglio di esperti nominati dai pm titolari dell'inchiesta, Roberto Savelli e Maurizio Maria Cerrato. Secondo quanto si e' appreso, nel caso di Canistro l'inchiesta riguarderebbe gli appalti per i lavori ai cimiteri ai tempi in cui Di Pietro era assessore ai Lavori pubblici con il sindaco Antonio Di Paolo, figlio di Angelo. Nel caso del comune chietino le indagini avrebbero fatto emergere irregolarita' in alcuni appalti.

Le ipotesi di reato sarebbero riferite alla turbativa d'asta, ma anche alla corruzione. Nei filoni gia' noti sono finiti nel mirino della procura marsicana appalti nei Comuni di Ovindoli (con le perquisizioni all'ex sindaco Pino Angelosante e al suo vice Marco Iacutone), Cappadocia (coinvolta l'ex sindaco Lucilla Lilli) e Cerchio, con il sindaco, Gianfranco Tedeschi, quest'ultimo ex presidente del Cam.

L'inchiesta, che conta gia' una decina di filoni, vede tra gli indagati nomi eccellenti come il consigliere regionale Lorenzo Berardinetti, sindaco di Sante Marie e l'assessore regionale ai Lavori pubblici Donato Di Matteo, raggiunti da un avviso di garanzia nel novembre 2016 per gli appalti legati al grande progetto relativo alla costruzione di un impianto sciistico che da Cappadocia collega Ovindoli e l'Altopiano. Qualche mese fa, la Squadra Mobile aquilana aveva gia' dato seguito a un decreto di acquisizione documentale al Comune di Canistro. All'epoca si parlo' dei fondi arrivati proprio dalla Regione per il dissesto idrogeologico. Le indagini sono in pieno svolgimento e ai attendono sviluppi.

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Cgia, famiglie mediamente indebitate per poco più di 20 mila euro

Le famiglie italiane sono mediamente indebitate per un importo pari a 20.341 euro. Nell'insieme, i "passivi" accumulati con le banche e gli istituti creditizi ammontano a 525,9 miliardi di euro. I dati sono riferiti al 31 dicembre 2016. Rispetto alla stessa data del 2015, l'"esposizione" bancaria e' aumentata dell'1,6%. A dirlo e' l'Ufficio studi della CGIA. Sebbene lo stock dei debiti sia in aumento, la situazione rimane critica, ma non drammatica. In larga parte l'incremento e' riconducibile alla mini-ripresa registrata dai consumi interni. Nei primi 6 mesi del 2016, ad esempio, i prestiti bancari alle famiglie consumatrici per l'acquisto delle abitazioni sono aumentati, rispetto l'anno precedente, dell'1,2% e quelli per il credito al consumo del 5,5%. A livello territoriale le famiglie piu' in "rosso" sono ubicate in Lombardia. Al primo posto ci sono quelle residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.304 euro; al secondo posto quelle di Monza-Brianza, con 28.901 euro e al terzo posto le residenti a Lodi, con 27.744 euro. Appena fuori dal podio scorgiamo quelle di Varese, con un debito medio che ammonta a 27.198 euro e quelle di Como, con 27.108 euro. La prima provincia non lombarda che troviamo in questa particolare graduatoria e' Prato: le famiglie di questa realta' toscana si collocano al 6° posto e sono indebitate per 26.988 euro. Subito dopo troviamo Roma, con 26.792 euro e Siena, con 25.624 euro. Le meno esposte in questa graduatoria, invece, sono le famiglie residenti nella provincia di Reggio Calabria, con un'esposizione di 10.037 euro, quelle di Vibo Valentia, con un debito di 9.284 euro, quelle di Ogliastra, con 9.151 euro. Lo riferisce in una nota la CGIA

Infine, le famiglie meno indebitate d'Italia si trovano a Enna, con un "rosso" pari a 9.072 euro. Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane, tiene a precisare l'Ufficio studi della CGIA, si intende quello originato dall'accensione di mutui per l'acquisto di una abitazione, dai prestiti per l'acquisto di un auto/moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc. Come vanno interpretati i risultati emersi a livello territoriale? "Premesso che le aree provinciali piu' appesantite dai debiti sono quelle che presentano i livelli di reddito piu' elevati- dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo- e' evidente che anche in queste zone tra gli indebitati vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali piu' deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, non destano particolari problemi che, invece, scontiamo in altre aree del Paese, in particolar modo nel Sud"

Infine, le famiglie meno indebitate d'Italia si trovano a Enna, con un "rosso" pari a 9.072 euro. Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane, tiene a precisare l'Ufficio studi della CGIA, si intende quello originato dall'accensione di mutui per l'acquisto di una abitazione, dai prestiti per l'acquisto di un auto/moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc. Come vanno interpretati i risultati emersi a livello territoriale? "Premesso che le aree provinciali piu' appesantite dai debiti sono quelle che presentano i livelli di reddito piu' elevati- dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo- e' evidente che anche in queste zone tra gli indebitati vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali piu' deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, non destano particolari proble

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Confartigianato, in Abruzzo l’occupazione cresce meno del Mezzogiorno

Nel 2016 l'occupazione in Abruzzo e' salita dell'1,4% rispetto all'anno precedente, dato superiore alla media nazionale (+1,3%), ma inferiore a quella del Mezzogiorno (+1,7%). La regione si colloca alla decima posizione della classifica nazionale, guidata da Campania e Molise (+3,8%) e chiusa da Marche e Umbria (-0,8% e -1,5%). Quattordicesima posizione, invece, per quanto riguarda il tasso di occupazione: e' al 42,1%, piu' basso della media italiana (43,7%) e piu' alto di quella del Mezzogiorno (33,9%). E' quanto emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un'elaborazione dell'Ufficio studi della Confederazione nazionale. In Abruzzo, nel 2016, gli occupati erano 485mila e i disoccupati 67mila, con un tasso di disoccupazione pari al 12,1%, dato che, in calo dello 0,5% sul 2015, colloca la regione all'ottavo posto della graduatoria nazionale. A livello territoriale, situazione peggiore in provincia di Pescara, dove il tasso di disoccupazione era al 13,8%, con 18mila disoccupati, 112mila occupati e un tasso di occupazione del 40,2%. Seguono il Chietino, con un tasso di disoccupazione dell'11,9% (20mila disoccupati, 146mila occupati, tasso di occupazione del 42,9%), l'Aquilano (disoccupazione 11,7%, 15mila disoccupati, 114mila occupati, occupazione 43.2%) e il Teramano (disoccupazione 11,1%, 14mila disoccupati, 114mila occupati, occupazione 42,1%). "E' fondamentale - commenta il direttore regionale di Confartigianato, Daniele Giangiulli - che la Regione Abruzzo proceda alla pubblicazione dei bandi sulle politiche attive del lavoro e formazione, sui quali siamo in ritardo. Tali strumenti possono rappresentare un elemento di supporto al trend occupazionale positivo. Altro tema e' quello relativo alla tassazione: la Regione deve ridurre la fiscalita' di svantaggio, per far si' che il territorio torni ad essere capace di attrarre nuovi investimenti".

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