Redazione Notizie D'Abruzzo

XVI edizione della Pagella d’Oro della Pro Loco di Pianella

Sabato 4 gennaio si è svolta nella sala consiliare “Donato Cavallone” del Comune di Pianella la sedicesima edizione della manifestazione “Pagella d’Oro- Premio Gesualdo de Felici” nella quale sono stati premiati dalla Pro Loco gli alunni più meritevoli di Pianella. Ha portato il saluto per l’Amministrazione Comunale, ente patrocinante, il sindaco Sandro Marinelli.

<< Il premio, ricorda il presidente della Pro Loco, Edoardo Faieta, «è dedicato al Marchese Gesualdo III de Felici, filantropo di Pianella, che alla fine dell'800 istituì borse di studio in denaro per i ragazzi meritevoli appartenenti alle famiglie disagiate. Negli anni ‘90, l'imprenditore Piero Peduzzi, alla cui memoria è dedicato un premio speciale, portò avanti la lodevole iniziativa attraverso la Società Operaia di Mutuo Soccorso». Nel 2005 la Pro Loco ha ripreso il testimone e da allora, grazie anche al supporto degli sponsor, consegna ai ragazzi più bravi delle scuole elementari e medie di Pianella una borsa di studio, una pergamena e dei libri. >>. Confermata la novità introdotta nella scorsa edizione, ovvero la consegna all’istituto comprensivo “Papa Giovanni XXIII” di un buono per acquistare uno strumento musicale. La consegna è stata simbolicamente effettuata dagli studenti che hanno riportato la votazione massima nello studio dello strumento musicale: De Berardinis Michele e Fiore Antonio.

I premiati di quest’anno della classe quinta della scuola primaria a.s. 2018/2019: D’Addazio Martina, Di Leonardo Lorenzo, Gallinari Alessandro, De Berardinis Mariachiara, Toro Federico. Per la scuola secondaria a.s. 2018/2019 premi a: Di Pentima Andrea, Tortora Raul, Costantini Simone, Di Battista Fiorella, De Berardinis Michele. Miglior alunno in assoluto è risultata Di Battisa Fiorella, della scuola media, vincitrice del premio speciale Peduzzi.

 

 

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Strada Provinciale Majelletta, Paolucci e Blasioli (Pd): Variazione di bilancio per lavori e convenzione con Anas

“È indispensabile che la Regione Abruzzo si faccia promotrice della riqualificazione degli ultimi tre chilometri della provinciale 220 che portano al Rifugio Pomilio”, così il capogruppo Pd in Consiglio Regionale Silvio Paolucci e il consigliere Pd Antonio Blasioli.

 

Un’azione che non può non essere parte integrante degli interventi previsti dal Masterplan resi possibili dall’amministrazione di centrosinistra per il rilancio del comprensorio, suggeriscono i consiglieri: “Una zona dal presente e dal potenziale turistico enorme, un patrimonio a cui, governando, il centrosinistra ha guardato, favorendo anche la statalizzazione dell’arteria stradale, il cui ultimo tratto è stato di proprietà del Parco per anni.

Al fine di promuovere la più veloce e integrale riqualificazione dei luoghi, presenteremo una proposta per introdurre una variazione di bilancio da 500.000 euro che consenta la messa in sicurezza e la riqualificazione della strada per il primo anno, ma prevedendo stanziamenti per la manutenzione degli anni 2021 e 2022 pari a 100mila euro per ognuno dei due anni, così da favorire una convenzione triennale con l’Anas e la successiva verifica del passaggio delle competenze. In questo modo sarà possibile assicurare all’intera arteria manutenzione, controllo e fruibilità durante tutto l’anno.

L’intero l’investimento che abbiamo fortemente voluto per la Majelletta faccia da orizzonte per modalità e tempi anche per questi lavori, è un’occasione unica per mettere in campo un’azione integrata capace di superare tutte le criticità attuali sia sul versante chietino, che su quello pescarese della montagna. Si tratta in sostanza di un’azione che comprenda: 1) la variazione; 2) una perizia sui lavori necessari; 3) la convenzione con Anas per la presa in carico con accordo amministrativo per 3 anni e poi verifica per passaggio competenza. 

Si tratta di passi importanti perché renderanno più agevoli e sicuri gli accessi al nostro patrimonio naturalistico e turistico montano: è una sfida che può consentire alla maggioranza regionale di centrodestra di avere un ruolo positivo e concreto che in questi dieci mesi di governo non abbiamo ancora né visto, né sentito”.

 

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Parco didattico del Lavino, D’Ascanio: dalla Provincia di Pescara miopia strategica.

"Il progetto relativo al "Parco Didattico del Lavino", intervento finanziato dalla passata Giunta regionale di centro-sinistra per 3,5 milioni di euro (all'interno del programma di fondi pubblici Masterplan) emerge finalmente dagli uffici della Provincia di Pescara subito denotando, tuttavia, evidenti elementi di debolezza e di miopia strategica che prefigurano un utilizzo non ottimale delle risorse. Lo afferma Alessandro D'Ascanio,  esponente del Partito Democratico e Sindaco di Roccamorice. 
"Sono almeno quattro i profili di criticità:
1. Squilibrio nella distribuzione interna delle risorse con una concentrazione unilaterale verso la costruzione di una ciclovia e il risanamento parziale del fiume Lavino, a detrimento del recupero degli elementi di archeologia industriale nell'area degli opifici e delle miniere (autentico elemento di originale caratterizzazione identitaria dell'area);
2. Eccessiva concentrazione di fondi per la realizzazione di interventi di natura ambientale, che avrebbero dovuto viceversa essere realizzati per il tramite di risorse espressamente deputate alla difesa del suolo, liberando in tal modo fondi per la valorizzazione turistica di altri elementi caratterizzanti (edifici storici, aree industriali esterne, aree prospicienti le miniere, costruzione di apparati didascalici e didattici per una fruizione culturale ed "esperienziale" del sito);
3. Mancata previsione di risorse e modalità organizzative deputate alla gestione del sito ( si pensi solo alla cura della pista ciclabile in terra battuta) e dubbi circa la natura patrimoniale dello stesso, con conseguente incertezza circa l'Ente pubblico competente per i profili di gestione, successiva valorizzazione e sicurezza; 4.
Mortificante riduzione delle risorse destinate all'area delle miniere, con la previsione di un recupero superficiale dei sentieri (circa il 3% dei fondi) che non potrà risolvere il tema della sicurezza dei medesimi, senza valorizzazione alcuna dei reperti minerari di varia natura presenti in loco e senza alcuna connessione con le altre risorse turistiche presenti nell'area della Maiella, caratterizzata da flussi di presenza già molto elevati. In definitiva, si palesa come evidente un'impostazione inadeguata dell'intervento, questo dal punto di vista dell'indirizzo amministrativo, con la mera realizzazione di un asse di penetrazione parziale, a rischio di cattiva manutenzione, che condurrà a luoghi non valorizzati, con un utilizzo non ottimale di un fondo concepito per lo sviluppo turistico di un'intera area territoriale".

 

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Famiglie e imprese, la Fisac avverte le Banche

Famiglie e imprese, la Fisac avverte le Banche.
 
“Pensiamo che a tutto ciò debba essere messo un freno per una maggior tutela della legalità, dell’occupazione, dell’area contrattuale della clientela e delle famiglie”. A sfoderare un linguaggio chiaro, dai toni preoccupati e diretti, è la Fisac (Federazione italiana sindacati assicurazione credito), ossia il sindacato dei lavoratori di banca della Cgil, che in questi giorni è sceso di nuovo in campo a tutela dei posti di lavoro, delle famiglie e delle imprese che credono ed investono i risparmi negli istituti di credito. L’argomento più sentito in questi mesi e su cui la federazione insiste per un chiarimento è quello crediti inesigibili, comunemente chiamati “Npl”. Un problema che riguarda in Italia milioni di cittadini che rischiano di vedere tagliato ogni rapporto con le banche talvolta solo per avere saltato un solo pagamento. La Fisac-Cgil attraverso il suo segretario Giuliano Calcagni, ha sottolineato nelle scorse settimane il problema anche sociale e di tutela della parte economicamente più fragile della popolazione, che si determinerà nel 2020 con una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattatella. In questi giorni inoltre è la Federazione a tenere incontri e convegni per rilanciare un problema così serio e allarmante che porterà non pochi guai a molte famiglie e piccole imprese italiane.
“Sono trascorsi più di 10 anni dall’inizio della crisi economica mondiale”, sottolinea la Federazione riepilogando come si è arrivati all’attuale punto critico, “la più grande dopo quella del ’29; non è questo il luogo dove analizzare e discuterne le molteplici cause, ma vorremmo approfondire uno degli effetti che questa crisi ha generato e ancora sta producendo nel nostro paese.
Il prezzo più alto è stato sicuramente sostenuto dall’economia reale; dal 2009 a oggi sono fallite circa 114mila imprese con la conseguente perdita di molti posti di lavoro, lasciando intere famiglie e piccoli imprenditori in situazione di grave disagio a fronte della scomparsa della loro unica fonte di reddito. Il fenomeno non  si è ancora  arrestato e continua ad aumentare il numero delle persone e delle famiglie che, in crescente difficoltà economica, non riesce a far fronte agli impegni precedentemente assunti con le banche e o finanziarie quali mutui, finanziamenti e prestiti personali”. La crisi economica, nelle valutazioni del sindacati dei bancari, ha generato un innalzamento vertiginoso delle sofferenze bancarie riferibile anche a famiglie  e piccole imprese.
“Le banche italiane”, calcola il sindacato, “hanno pensato di alleggerire i propri bilanci mediante la vendita di elevate quantità di crediti inesigibili, comunemente chiamati Npl, passati dai 341 miliardi del dicembre 2015 ai 209 miliardi di settembre 2018 , con una cessione di oltre 100 miliardi (fonte Sole 24 ore).  Inoltre la nuova regulation di vigilanza (EBA-BCE) non potrà che accelerare il trend.
Si è sviluppato un vero e proprio mercato collaterale che, come spesso avviene in queste circostanze, non ha trovato una regolamentazione chiara, soprattutto a garanzia e salvaguardia dei soggetti più deboli, le famiglie in difficoltà economiche”. In questo contesto già difficile e denso di incertezze c’è chi invece ha trovato il modo di creare guadagni nel silenzio stesso delle istituzioni che avrebbero dovuto invece intervenire.
“Allettati da prospettive di grandi guadagni sono state create nuove società esclusivamente per l’acquisto e la successiva gestione di pacchetti di crediti venduti al 15/20% rispetto al valore iscritto in bilancio”, rivela la Fisac, “Con la cessione, le banche hanno un immediato introito oltre un miglioramento significativo della qualità delle poste di bilancio, mentre le società di riscossione ottengono la possibilità di un ingente guadagno generato dalla differenza tra la somma pagata e quanto recuperato dai creditori ceduti.  Proprio questo spinge queste compagnie ad ottenere il massimo rimborso delle somme senza considerare le condizioni economiche, sociali e psicologiche di coloro che la crisi economica ha trasformato in insolventi. Le società di gestione erano inizialmente legate al settore del credito e quindi sottoposte al Tub (Testo Unico Bancario) con dipendenti regolati dal CCNL del credito, successivamente, anche in virtù di masse sempre più ingenti da gestire, sono stati ceduti in subappalto ad altre società che non fanno riferimento alle normative citate venendo meno i requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza, che spesso adottano comportamenti al limite della legalità per il recupero delle somme”. Inoltre si prevede una sorta di accanimento contro famiglie e imprese in quanto
il compenso che i nuovi agenti “addetti al recupero delle somme” ricevono è proporzionato a quanto riescono a realizzare; non si preoccupano minimamente delle ristrettezze economiche in cui versano i debitori né tantomeno considerano le condizioni di estrema povertà e difficoltà in cui verrebbero a trovarsi nel caso obbligati a risarcire il debito.
“Parallelamente al mercato degli Npl sta prendendo sempre più spazio il mercato degli Utp e cioè quei crediti che al momento hanno ritardi perché il debitore fa fatica a pagare le rate”, sottolinea ancora la Federazione del sindacato dei bancari,
“Non è più necessario quindi che il credito sia divenuto inesigibile ma basta una rata in mora, un ritardato pagamento per far considerare alla banca quel credito di difficile solvibilità e quindi cedibile a terzi. La cessione degli Utp è ancora più disastrosa perché va ad incidere in quelle realtà , aziende che hanno perso una commessa o famiglie con lavoratori in cassa integrazione, che con un piccolo aiuto come la sospensione delle rate o allungamento della durata, potrebbero tornare alla regolarità”. Un quadro a tinte fosche, con famiglie e imprese che si ritroveranno in ginocchio. Una situazione che la Federazione in nome sia del buon senso, della trasparenza, ma anche per un principio sociale di solidarietà vuole evitare, proponendo delle alternative che siano meno impattanti e comunque più giuste dal punto di vista dei rapporti di fiducia tra banche e cittadini.
“A conclusione non ci resta che constatare che la vendita di crediti deteriorati a società terze non produce nulla di buono”, osserva con disappunto la Federazione, “se non per i due attori principali, cedente e cessionario. Esiste una terza via che tenga in considerazione anche i bisogni del ceduto? La pratica di cessione di Npl e Utp provoca un doppio effetto: uno occupazionale, in quanto attività sin qui considerate tipiche del lavoratore bancario (recupero crediti) vengono un esubero di personale e dall’altro una vera e propria emergenza sociale. In sostanza, le sofferenze non sono state cancellate, non sono magicamente scomparse ma sono solo state traslocate ad altri “proprietari”. Pensiamo che a tutto ciò debba essere messo un freno per una maggior tutela della legalità, dell’occupazione, dell’area contrattuale della clientela e delle famiglie”.

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Multe, incassi bassi per i Comuni

Le multe, prima di tutto quelle stradali, valgono oltre 1,6 miliardi all'anno solo per i capoluoghi di Provincia ma guardando i numeri resi disponibili dalle banche dati del ministero dell'Interno (quelli del 2019 devon oessere approvati da ogni Comune entro il 30 aprile prossimo, e pubblicati dal Viminale nei mesi successivi) e pubblicati dal quotidiano Il Sole 24 ore, le percentuali non sono proprio alte.

A Pescara ad esempio la percentuale di riscossione sugli accertamenti è del 32,9 per cento, a Chieti del 42,3 per cento, a Teramo del 53,8 per cento mentre per L'Aquila non viene fornito un dato. A Massa la percentuale è del 99 per cento (città leader) mentre a Catania si tocca solo il 5,3 per cento.

 

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Record storico per il Made in Italy alimentare sulle tavole delle festivita’

Record storico per il Made in Italy alimentare sulle tavole delle festivita' di tutto il mondo con l'export di vini, spumanti, panettoni, formaggi, salumi ma anche caviale Made in Italy che solo per il mese di Natale e Capodanno raggiunge i 3,5 miliardi di euro, in aumento del 7%. E' quanto emerge dall'analisi Coldiretti sulla base delle proiezioni relative al mese di dicembre 2019 su dati Istat del commercio estero. Ad aumentare - sottolinea la Coldiretti - e' il valore delle esportazioni di tutti i prodotti piu' tipici delle feste di fine anno, dallo spumante al vino, dai tortellini e cappelletti fino ai dolci e panettoni, ma crescono anche salumi e i formaggi. 

Tra i grandi protagonisti del cibo made in Italy sulle tavole straniere si conferma lo spumante che, grazie a un aumento in valore del 4%, fa segnare un nuovo record, in linea con la crescita dell'intero settore vitivinicolo, anch'esso in aumento del 4%. Ma ad essere richiesti - continua la Coldiretti - sono anche i dolci nazionali come panettoni, altri prodotti della pasticceria tipica delle feste, in aumento dell'11% in valor e sempre piu' gettonate anche le paste farcite tradizionali del periodo freddo, come tortellini e cappelletti (+8%). In salita pure la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 12%, cosi' come quella di prosciutti, cotechini e salumi (+3%) ma anche il caviale made in Italy, che fa segnare una crescita boom sui mercati internazionali con un +18%

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Scontro frontale tra auto, un morto nell’Aquilano

Un uomo di 62 anni, di Sante Marie e' morto in seguito ad un incidente stradale avvenuto, poco prima delle 13, lungo la Strada Statale Tiburtina Valeria all'altezza di Pietrasecca. Secondo una prima ricostruzione due veicoli si sono scontrati frontalmente, nello schianto sono rimaste ferite altre due persone che non sono in gravi condizioni. E' stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco per estrarre dall'abitacolo il corpo della vittima. Sul posto ci sono anche carabinieri della compagnia di Tagliacozzo e il 118. 

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Precipita dal solaio nel Pescarese e finisce in ospedale

Un uomo impegnato in alcuni lavori all'interno di una sua vecchia abitazione è finito in ospedale a causa del cedimento del solaio che lo ha fatto precipitare per circa due metri e mezzo. L'incidente è avvenuto a Farindola ad un 62enne di origini abruzzesi residente a Verona. Soccorso dal 118, intervenuto anche con l'elicottero, l'uomo e' stato trasportato in ospedale a Pescara per tutti gli accertamenti del caso. Ha riportato traumi agli arti inferiori e al torace, ma al momento dei soccorsi era cosciente. 

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Festa del tricolore a Pescara

L'amministrazione comunale di Pescara, "impegnata in un percorso di recupero e di valorizzazione della nostra storia, promuove per il 7 gennaio le celebrazioni per la Giornata nazionale della bandiera, o Festa del Tricolore: si tratta di una ricorrenza legata alla nascita, il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia, del tricolore della Repubblica Cispadana che sarebbe diventato simbolo del Risorgimento e bandiera dell'Italia unita". A renderlo noto e' l'ufficio stampa del Comune. "La Giornata - si legge in una nota - e' stata istituita con la legge 671 del 31 dicembre 1996, quando un Comitato nazionale composto da venti membri venne incaricato di approntare le celebrazioni solenni del bicentenario del vessillo, che e' emblema dell'identita' nazionale come sancito dall'articolo 12 della Costituzione". L'evento, per la prima volta in forma ufficiale a Pescara, e' stato presentato nella Sala Giunta del Comune dal sindaco Carlo Masci, dal presidente del Consiglio Marcello Antonelli e dal generale Leonardo Prizzi. Il programma della Giornata nazionale della bandiera e' cosi' articolato: ore 10.30, Largo Chiola: alzabandiera ed esecuzione dell'Inno nazionale ("Canto degli italiani") al cospetto delle autorita', delle associazioni combattentistiche e d'arma e degli studenti degli istituti cittadini; ore 11.00, Sala consiliare: interventi del sindaco Masci e del presidente Antonelli, relazione del generale Prizzi sul tema La nostra bandiera. Storia, valore e ruolo oggi; ore 17.00, largo Chiola: ammainabandiera.

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Pescara, rapina alle poste con bottino di 150 mila euro

Rapina compiuta all'ufficio postale di via di Sotto, ai Colli di Pescara da due uomini con il volto coperto e armati di pistola che, dopo aver minacciato e immobilizzato con delle fascette i dipendenti, si sono fatti consegnare i soldi per poi darsi alla fuga. Il bottino, ancora in corso di quantificazione, secondo le prime stime ammonterebbe a 150 mila euro. Due persone sono state soccorse dal 118: una e' stata trasportata in ospedale, in condizioni non gravi, per delle abrasioni ai polsi; l'altra e' stata trattata sul posto per lo spavento. I due, che si sarebbero espressi con accento locale, subito dopo il colpo, sono fuggiti dal retro a piedi. C'e' da appurare se in zona ci fosse un complice ad attenderli in automobile. Lanciato l'allarme, sul posto, oltre al 118, e' intervenuta la Polizia, con squadra Volante, squadra Mobile e Polizia scientifica.

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