Redazione Notizie D'Abruzzo

Maltempo, danni all’agricoltura per un miliardo

Si concentra nelle campagne un terzo dei danni provocati dal maltempo in Italia, con raffiche di vento, nubifragi, esondazioni, trombe d’aria e grandinate che hanno colpito pesantemente l’agricoltura e le foreste con un conto di circa un miliardo di euro tra ulivi secolari sradicati, boschi decimati, coltivazioni distrutte, campi allagati, stalle ed edifici rurali scoperchiati e animali morti o dispersi. E’ la stima di Coldiretti, che ha convocato una task force sull’emergenza maltempo. Tra i settori più colpiti, oltre a quello forestale in Trentino, Veneto e Friuli, ci sono l’olivicoltura dalla Liguria alla Campania, frutti come caki e kiwi e la produzione in serra, con migliaia di strutture distrutte per il vento lungo tutta la penisola. Poi i cereali in Sicilia, con circa centomila ettari in cui non si riesce ancora a seminare, in diverse regioni la perdita di foraggio, la produzione di carciofi in Sardegna. Situazione sotto controllo in Abruzzo, dove l’ondata di maltempo si è concretizzata in piogge intense che frenano le operazioni di semina dei cereali a causa del terreno bagnato. Nel Fucino a subire qualche rallentamento è la raccolta di carote. Ritardi si registrano anche nelle ultime fasi di raccolta delle olive.

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Maltempo dimezza la produzione di olio extravergine secondo Coldiretti

Con una produzione praticamente dimezzata per il crollo vicino al 40% dei raccolti, è l'olio extravergine di oliva Made in Italy a subire quest'anno gli effetti più pesanti del cambiamento climatico con l'ultima ondata di maltempo che, con il vento, non solo ha spazzato via le olive dagli alberi ma ha sradicato e spaccato migliaia di ulivi anche secolari. E' quanto emerge dal primo bilancio della Coldiretti che ha convocato la task force sull'emergenza maltempo in occasione dell'Assemblea elettiva della maggiore organizzazione degli agricoltori in Europa. Particolarmente grave - sottolinea la Coldiretti - la situazione in Puglia con una violenta tromba d'aria che ha colpito la provincia di Brindisi, ma segnalazioni dagli olivicoltori arrivano da tutte le regioni, dalla Calabria al Lazio fino alla Liguria dove ad essere colpita è stata la pregiata varietà Taggiasca. Una strage che - precisa la Coldiretti - colpisce il settore dopo le gelate invernali di Burian dello scorso febbraio che hanno compromesso 25 milioni di ulivi in zone particolarmente vocate lungo tutta la Penisola. Il risultato è il crollo dei raccolti a meno di 265 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici per la pianta simbolo della dieta mediterranea pesantemente colpita dalla tropicalizzazione del clima. La Puglia - continua la Coldiretti - si conferma essere la principale regione di produzione, con 87 milioni di chili, nonostante il calo del 58%, mentre al secondo posto si trova la Calabria, con 47 milioni di chili e una riduzione del 34%, e sul gradino più basso del podio c'è la Sicilia dove il taglio è del 25%, per una produzione di 39 milioni di chili, mentre in Campania il raccolto è di 11,5 milioni di chili, in riduzione del 30%. Al centro diminuisce a 11,6 milioni di chili la produzione in Abruzzo (-20%) e a 14,9 milioni di chili nel Lazio (-20%) mentre aumenta a 15 milioni di chili in Toscana (+20%) come nel nord dove complessivamente - precisa Coldiretti -si registra un aumento del 30%. I danni agli ulivi comporteranno conseguenze pesanti anche nel lungo periodo, fermo restando il disastroso impatto a livello ambientale. In queste condizioni un piano olivicolo nazionale 2.0 deve diventare per il governo un'assoluta priorità, sostiene Coldiretti che insieme a Unaprol e FAI S.p.A. (Filiera Agricola Italiana) per calmierare gli effetti sul mercato ha sottoscritto con Federolio il più grande contratto di filiera per l'olio Made in Italy di sempre, per un quantitativo di 10 milioni di chili con l'obiettivo di assicurare la sicurezza e la diffusione dell'olio italiano al 100% stabilizzando le condizioni economiche della vendita con un prezzo minimo garantito e programmazione pluriennale. Il rischio per i consumatori - denuncia la Coldiretti - è che nelle bottiglie di olio, magari vendute sotto marchi italiani ceduti all'estero o con l'etichetta delle grande distribuzione - sottolinea Coldiretti - si trovi prodotto straniero (tunisino, spagnolo o greco), peraltro favorito da etichette dove l'indicazione della provenienza è spesso illeggibile. Nel 2018 gli arrivi di olio dalla Tunisia sono tra l'altro quasi triplicati (+170%) e potrebbero crescere ulteriormente - aggiunge Coldiretti - se l'Unione Europea rinnoverà l'accordo per l'ingresso di contingenti d'esportazione di olio d'oliva a dazio zero verso l'Ue per 35mila tonnellate all'anno scaduto il 31 dicembre 2017, oltre alle 56.700 tonnellate previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia (in vigore dal 1998). Sulle confezioni - continua la Coldiretti - è praticamente impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari" obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario N.182 del 6 marzo 2009. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato il consiglio è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l'olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive

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Estrazione di gas a Bomba, Forum H20: parere negativo commissione VIA

Ci sarebbe il "parere negativo della Commissione VIA nazionale per rischio di sismicità innescata dalle estrazioni e altre carenze e criticità" per l'estrazione di gas a Bomba, come fa sapere il Forum H2O. Per l'associazione ambientalista "Si va verso la bocciatura del progetto", perché "la Commissione VIA nazionale ha espresso parere negativo sul contestato progetto di estrazione di gas a Bomba in Abruzzo, incentrando la decisione su uno degli argomenti oggetto di una delle osservazioni che erano state depositate nel 2016 dalla Stazione Ornitologica Abruzzese, quella sul rischio di sismicità innescata dalle estrazioni. Anche la Commissione ha rilevato i rischi derivanti dalla presenza, proprio nella zona del giacimento, della sorgente sismogenetica 'Deep Abruzzo citeriore basal thrust' e ha giudicato rischioso per la stabilità della diga di Bomba il possibile innesco di questa sorgente con conseguente sisma di grande magnitudo''.

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Crollo hotel Rigopiano, inchiesta Tgr Abruzzo: fu chiesta alla Croce rossa l’evacuazione

Gabriele D'Angelo, una delle vittime della valanga di Rigopiano, la mattina del 18 gennaio 2017 avrebbe chiamato la sede Croce Rossa di Penne per chiedere di evacuare l'hotel. La sua richiesta sarebbe segnata sul brogliaccio in cui sono annotate le chiamate: come ha mostrato oggi il Tg3 Rai Abruzzo, si distingue il nominativo del cameriere del resort e a fianco la specifica "Hotel Rigopiano evacuazione". L'inchiesta giudiziaria ha ben delineato come gli ospiti del resort in quelle ore fossero preoccupati per le scosse di terremoto e a Penne, in concomitanza con le terribili condizioni climatiche di quelle ore, era stato aperto dalla Croce Rossa la sede del Centro Operativo Comunale e del "Posto di Coordinamento Avanzato" su disposizione dell'ex Prefetto di Pescara, Francesco Provolo. Questa telefonata registrata sul libro farebbe comunque parte di una lunga serie di appelli: a fianco delle chiamate alla Croce Rossa c'è la motivazione della richiesta. In quelle vicine alla richiesta di d'Angelo si leggono frequenti richiami a sgombero neve e a mancanza di corrente. Che i clienti del resort volessero andar via dalla struttura è emerso da svariate testimonianze e documentazioni, tanto che molti di loro avevano fatto i bagagli e li avevano messi in auto in attesa di un eventuale arrivo degli spazzaneve per liberare la strada.

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Pescara, allarme bomba per una valigia abbandonata

Un valigia abbandonata in strada a Pescara, in via Gobetti, vicino alla sede dell'Inps, ha fatto scattare nel pomeriggio l'allarme bomba. Ad avvertire la polizia e' stato un passante, che ha notato il trolley sul marciapiede. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Volante e gli artificieri. La zona e' stata transennata e messa in sicurezza. Interdetta, inoltre, la circolazione veicolare e pedonale. Per precauzione, gli artificieri hanno fatto brillare la valigia, che era vuota. Al termine delle operazioni l'allarme e' quindi rientrato.

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Al via il concorso fotografico ‘insieme, uno scatto che unisce’

Il consorzio del progetto INFORMA, finanziato dalla Regione Abruzzo con il Fondo Asilo Migrazione e Integrazioni (FAMI), ha indetto un concorso fotografico dal titolo "INSIEME: uno scatto che unisce" che chiama cittadini stranieri e italiani a proporre immagini che raffigurino momenti di incontro, accoglienza e integrazione.

Contro un crescente diffondersi di immagini che istigano all'odio, alla violenza, e all'intolleranza, INFORMA (Informazioni per migranti in Abruzzo) si schiera dalla parte delle tante persone che dedicano tempo ed energie per i diritti e l'integrazione dei cittadini stranieri in Abruzzo e in Italia e considerano la diversità come espressione di un Paese dinamico e aperto.

Per questo motivo, le organizzazioni che promuovono il concorso e quelle che lo sostengono invitano i cittadini a fare una foto della società che, con tanti punti di vista diversi, si arricchisce e si valorizza. L'obiettivo del concorso è mettere insieme diversi punti di vista che raccontino ciò che unisce, invece di creare conflitto.

Il concorso è gratuito e aperto a tutti. Le modalità per la partecipazione e i premi sono descritti nel regolamento del concorso. Per partecipare bisogna compilare la scheda di partecipazione online, caricando le foto e una copia di un documento d'identità dell'autore (o permesso di soggiorno), oppure inviare la scheda di partecipazione compilata e scannerizzata, insieme a una copia del documento via email all'indirizzo integrazione@progettisociali.it.

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Mare, nel 2018 il 31 per cento della costa abruzzese ha avuto almeno 1 divieto di balneazione

Il 31% della costa abruzzese, nella stagione balneare 2018, è stato oggetto di almeno un divieto di balneazione e il 17% è stato precluso alla balneazione per fenomeni temporanei di inquinamento: 37 le aree interessate dal superamento dei valori previsti dalla legge, per un totale di 30 chilometri di costa. Degli 865 campioni prelevati, 73, cioè l'8,4%, hanno superato almeno uno dei limiti normativi. A scattare la fotografia dell'estate abruzzese dal punto di vista della qualità delle acque di balneazione è l'Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta), che ha tracciato il bilancio delle attività.

I controlli dell'Arta sono andati avanti dal 16 aprile al 4 ottobre, secondo il calendario stabilito dalla Regione Abruzzo. Sono stati eseguiti campionamenti ordinari, suppletivi ed emergenziali, oltre al monitoraggio delle alghe. Centodiciannove i punti di campionamento, 739 i campionamenti ordinari, 59 quelli con esiti non conformi e 88 quelli suppletivi. Le attività hanno interessato 114,07 chilometri di costa marina, sul totale di 124, e 3,38 chilometri di costa lacustre, cioè i laghi di Scanno e Villalago. Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza nella sede regionale dell'Arta, a Pescara. Presenti, tra gli altri, il direttore generale, Francesco Chiavaroli, il nuovo direttore tecnico, Carla Giansante, la dirigente della Sezione di Biologia e tossicologia ambientale del Distretto provinciale di Pescara, Angela Ariano, e la responsabile della sede aquilana Virginia Lena.

I dati della stagione 2018, insieme a quelli dei quattro anni precedenti, verranno analizzati e, in base alla normativa europea, serviranno alla Regione per stilare la classifica delle acque di balneazione, con gli eventuali divieti, per la stagione 2019. Una delle situazioni più critiche è stata riscontrata a Pescara, dove si sono registrati otto campionamenti ordinari con esito non conforme; quattro le aree non conformi, per 3,39 chilometri di costa. Quattordici i campionamenti suppletivi, due dei quali con esito non conforme e 30 quelli emergenziali, sei dei quali con esito non conforme. Ad Ortona (Chieti) dodici i campionamenti ordinari con risultati non conformi e sette le aree non conformi, per un totale di 3,27 chilometri. Risultati sempre conformi per i due laghi monitorati. 

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Montesilvano, controlli anti allagamenti in via Maremma

Proseguono i lavori di adeguamento idraulico delle condotte di Montesilvano per scongiurare e limitare i danni dovuti agli allagamenti in caso di piogge persistenti. Ribadendo che l’amministrazione Maragno è la sola che, in oltre 40 anni, ha finalmente iniziato a intervenire sulle traverse del lungomare e ricordando che, comunque, la competenza degli interventi è dell’Aca e del Consorzio di bonifica, proprio oggi l’impresa appaltatrice è intervenuta in via Maremma realizzando l’innesto dell’impianto al canale rivierasco. Le opere di adeguamento idraulico vengono eseguite per un importo di 125.000 euro in via Maremma, 120.000 euro in via Piemonte; e 150.000 euro sulle traverse di via Emilia.

«L’Aca ha stanziato i fondi e ha dato l’incarico al Consorzio per la realizzazione dei lavori», dice l’assessore alle Politiche di Efficientamento del sistema smaltimento acque, Annalisa Fumo, «Gli operai sono al lavoro per sostituire alcuni impianti di pompaggio e per degli interventi sul depuratore, in seguito a questo ci sarà la pulizia del collettore rivierasco. Un primo intervento pilota, per capire la tempistica e la spesa, verrà fatto su via Dante dove ci sono degli snodi da tenere particolarmente sotto controllo per il deflusso delle acque. Quello che deve essere ben chiaro alla cittadinanza è che la gestione dei lavori deve avvenire in stretta collaborazione con gli enti preposti. Noi, quindi, continuiamo a intervenire, di intesa con Aca e Consorzio, e proprio ieri mi sono stati comunicati dall’ingegner Garofalo del Consorzio di bonifica i rilievi sul collettore. Il prossimo 22 novembre ci sarà un nuovo, ennesimo, incontro con i tecnici di questi enti. Stiamo seguendo la vicenda con il massimo scrupolo e con la massima attenzione, purtroppo non è sempre facile accelerare i passaggi tecnici e burocratici obbligatori. Siamo sicuri, in ogni caso, che la sinergia degli enti e l’esecuzione delle opere, risolveranno il problema allagamenti in maniera definitiva».

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Addio all’ex sindaco di Montesilvano Stefano Di Blasio

«Stefano Di Blasio è stato uno dei principali attori della politica attiva cittadina per quasi 40 anni. Un uomo che ha contributo allo sviluppo e alla crescita di Montesilvano».

Così il sindaco Francesco Maragno commenta la scomparsa di Stefano Di Blasio, ex sindaco e consigliere comunale di Montesilvano. «Fino al 2006 per 36 anni - dice ancora il sindaco Maragno - ha seduto tra i banchi del consiglio comunale ricoprendo la carica di consigliere e assessore. Alla guida dell'Ente Manifestazioni montesilvanese e della città stessa è stato un esempio integerrimo di politico che ha messo se stesso al servizio del bene comune. A nome personale, dell'Amministrazione comunale e della comunità che rappresento esprimo profondo cordoglio e sentita vicinanza alla famiglia per questa triste scomparsa».

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