Redazione Notizie D'Abruzzo

Chieti, in Giunta il progetto di fattibilità del nuovo ospedale

"Nella prossima seduta verrà portata in Giunta la fattibilità ovvero la partenza della gara del progetto del nuovo ospedale di Chieti. Una progettazione importante, ma soprattutto una istruttoria importante. Oggi presentiamo i lavori di 48 mesi di istruttoria, attorno ad un grande progetto che è stato ostacolato in ogni modo". Lo ha detto questa mattina in conferenza stampa l'assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, presentando la proposta di project financing del nuovo ospedale di Chieti.

"Stiamo parlando di un progetto che come dicevo è stato ostacolato in ogni modo con due ricorsi all'Anac e con altri esposti, raccontando tante falsità sia sui numeri del piano economico finanziario del progetto, sia sullo stesso progetto che nel corso dei 48 mesi si è notevolmente modificato. Vorrei ricordare, su Chieti abbiamo riaperto la struttura del vecchio ospedale, riaperto il Cardiochirurgico e oggi mettiamo a gara europea un ospedale nuovo di 498 posti letto che ovviamente, risolve, una volta per tutte, le criticità che il Tribunale aveva sollevato con le sue perizie, ed evidentemente allo stesso tempo mette a gara una operazione che costa molto meno della prima bozza presentata, un' altra cosa che non è stata mai volutamente raccontata da chi si è opposto e ha ostacolato in ogni modo questa grande realizzazione perché - ha spiegato l'assessore Paolucci - i canoni complessivi passano da 61 milioni di euro della prima proposta a 21 milioni, con un ribasso di due terzi dei costi. Parliamo di un ospedale che rispetto alla prima proposta viene stravolto in senso positivo perché hanno lavorato attorno a questa progettazione più volte rivista tanti primari, operatori, parte della Asl e un gruppo di lavoro che ha migliorato e di molto il progetto iniziale di una grande opera, e permettetemi di parlare del grande tema di come vengono utilizzate le risorse, ed in questo senso è davvero vergognoso che si sia provato a porre come equivalenza le risorse che purtroppo noi paghiamo per le cartolarizzazioni, per i debiti del quinquennio 2000-2005, con risorse che invece mettiamo a garanzia e che probabilmente non spenderemo perché i 21 milioni di euro vanno persino a gara per cui conosceranno un ulteriore abbattimento a garanzia degli investimenti per la collettività. La sede del nuovo ospedale sarà a Colle dell'Ara e li ci sarà insieme alla palazzina M, cardiochirurgico, dove oggi esiste il parcheggio sottostante la zona dell'obitorio, nascerà la nuova struttura e allo stesso tempo, dove ci saranno le demolizioni di quello che oggi staticamente non regge, ci saranno nuovi parcheggi e nuovi servizi per il nuovo ospedale che - ha concluso Paolucci - dalla progettazione nascerà in 66 mesi e anche questo è un ulteriore abbattimento di tempi che abbiamo voluto perché l'iniziale progetto prevedeva 70 mesi e quindi parliamo di quasi 5 anni e mezzo . Il costo dell'ospedale sarà di 285 milioni di euro, rispetto agli iniziali 526 milioni. 

Febbo: pronto ad andare in Procura 

 "Appena verrà pubblicata la Delibera relativa al Project Financing del nuovo ospedale di Chieti annunciata dall'assessore Paolucci mi recherò in Procura della Repubblica". Lo ha detto il Consigliere regionale di Forza Italia e presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo, intervenuto dopo le parole di Paolucci che in conferenza stampa questa mattina aveva annunciato che "nella prossima seduta utile verrà portata in Giunta la fattibilità ovvero la partenza della gara del progetto del nuovo ospedale di Chieti". Febbo ha poi aggiunto: "Un intervento passato per urgente ma che ha avuto una tempistica di oltre 50 mesi; un project financing che doveva essere portato avanti da chi è titolato, ossia dalla Asl di Chieti che ha bocciato e rigettato la proposta, e non dagli uffici della Regione Abruzzo. Credo invece - ha detto l'esponente di Forza Italia - che dietro questa proposta si nasconda ben altro, tutto a danno della Città di Chieti e della sua Università, non permetterò mai che questo avvenga". 

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Maxi operazione contro la prostituzione, 64 arresti in tutta Italia

 Sessantaquattro persone arrestate, 60 denunciate, 78 perquisizioni, 5 chili di droga sequestrati. E' il bilancio di una vasta operazione di contrasto ai reati predatori, allo sfruttamento della prostituzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti coordinata dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, condotta il 23 giugno nelle province di Novara, Verona, Imperia, Piacenza, Latina, Ravenna, Pescara, Caserta, Ragusa, Vibo Valentia e Sassari. L'attivita' ha visto impegnati oltre alle Squadre mobili anche Reparti specializzati della Polizia di Stato, come le Unita' cinofile antidroga e la Polizia scientifica. Agli arrestati sono stati contestati reati quali rapina, ricettazione, violazione delle norme concernenti le armi, furto, spaccio di stupefacenti e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: in manette anche due romeni che avevano costretto, con violenza, a prostituirsi una connazionale 22enne, madre di una bimba di pochi mesi. Sequestrati anche un fucile illegalmente detenuto, 4 pistole, delle quali una usata per un tentativo di omicidio, circa 300 cartucce, molteplici arnesi atti allo scasso e diversi coltelli a serramanico. 

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Fotografia a portata di smartphone. A Salle workshop teorico e pratico

Un workshop teorico e pratico sulle tecniche, gli strumenti e i trucchi per trasformare il nostro smartphone in una macchina fotografica professionale.

L'evento, gratuito, è organizzato da ORIZZONTI o.n.l.u.s e il Comune di Salle, con la collaborazione di CreaLavoroGiovani.

L'iniziativa è in programma giovedì 12 luglio alle ore 14,00 presso il Museo delle Corde Armoniche a Salle.

Info e prenotazioni:  segreteria@crealavorogiovani.it cristinadaviero@hotmail.it

 

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Salle, il mio punto di vista. Concorso fotografico organizzato dall’Associazione Orizzonti onlus

Giunto alla IV edizione il "Salle, il mio punto di vista", a Salle il concorso fotografico e la mostra permanete, in programma dal 14 luglio al 14 settembre, iniziative organizzate dall'Associazione Orizzonti onlus che è attiva nella vita culturale del paese della provincia di Pescara. 

Per informazioni alla mail: orizzontisalle@hotmail.it

 

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A Miglianico convegno sull’uso responsabile dei social network

Venerdì 29 giugno 2018, a Miglianico, alle ore 21,00, nella Sala Civica Comunale, nell’ambito degli incontri con la Cittadinanza, la neo costituita Associazione “Miglianico insieme”, che intende promuovere la partecipazione dei Cittadini alla vita amministrativa e sociale, organizza il convegno su una tematica di viva attualità dal titolo “Comunicare oggi: l’uso responsabile dei social network”, a cura del Giornalista Rai Giulio Borrelli.

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I consigli per curare cani e gatti

Riuscire a somministrare dei medicinali a cani e gatti è spesso un'impresa ardua che si conclude tra morsi e graffi.  "Il sistema migliore - spiega Marco Melosi, presidente Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) - è quello di camuffare la compressa con il cibo, ad esempio in piccoli bocconcini di wurstel o di formaggio. Fortunatamente - osserva - oggi le aziende stanno venendo incontro ai proprietari, e i nuovi farmaci sono spesso palatabili, ovvero il principio attivo è inserito all'interno di una compressa a base di carne".

"Il gatto - prosegue - da questo punto di vista è molto più problematico rispetto al cane, che è meno diffidente e abituato a mangiare quasi tutto senza battere ciglio: in questi casi ci viene in aiuto la 'sparapillole', una sorta di siringa che agevola l'introduzione del farmaco sulla base della lingua del felino". Per i gatti, ricorda il veterinario, le formulazioni dei farmaci sono quasi sempre solide perché "la loro sensibilità agli sciroppi è molto alta e rischiano di sbavare abbondantemente". 

Per quanto riguarda le iniezioni, Melosi precisa che "nel 90% dei casi si può utilizzare la via sottocutanea, preferibile a quella intramuscolare, che è più dolorosa. Quasi tutti i farmaci per via sottocutanea vengono somministrati sotto le scapole, zona poco sensibile sia nei gatti sia nei cani (non è una caso che le madri sollevino i piccoli mici "mordendoli" proprio in quella zona)". "Bisogna poi stare attenti a come fare l'iniezione - sottolinea - l'ago deve essere parallelo alla cute, non perpendicolare, ed è buona abitudine mettere la museruola ai cani, anche quando l'animale è buono. Anche in questo caso - aggiunge - il gatto è più "difficile", e si cerca di utilizzare terapie diverse da quelle iniettabili ricorrendo a farmaci 'long acting', che hanno una durata variabile dai tre giorni alle tre settimane. In questo modo - conclude - i proprietari possono evitare di recarsi ogni giorno dal veterinario". 

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La bioeconomia in Italia vale 260 miliardi di euro 

Secondo il Rapporto 2018 sulla bioeconomia in Italia, realizzato dal Centro studi di Intesa Sanpaolo, il settore vale nel nostro Paese 260 miliardi di euro e dà lavoro a circa 1,7 milioni di persone. Si tratta - come spiegato - di un metasettore all'interno del quale l'industria chimica bio-based svolge ''un ruolo essenziale'' come traino di innovazione e sviluppo sostenibile consentendo di portare sul mercato nuovi prodotti che presentano nel corso della loro vita performance migliorative rispetto a prodotti tradizionali o che permettono migliori opzioni di smaltimento. ''E' tempo di ridisegnare l'interno modello di sviluppo - ha aggiunto Bastioli - traducendo la strategia nazionale sulla bioeconomia in un piano d'azione dettagliato con obiettivi chiari e definiti e che stimoli un modello di innovazione continua, applicata ai territori, per una reale accelerazione verso uno sviluppo sostenibile in grado di rigenerare le risorse naturali e dare lavoro di qualità''. Un settore, la bioeconomia, che soprattutto nel Mezzogiorno può costituire una grande opportunità partendo - come evidenziato - dalle competenze e dalle tecnologie che già esistono per consentire progetti di riqualificazione territoriale. 

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Dopo i 105 anni d’età, il rischio mortalità si ferma

Fino all'eta' di 80 anni circa il rischio di mortalita' aumenta, ma poi decelera fino a raggiungere un livello costante dopo i 105 anni. Il rischio di mortalita' diminuisce nel tempo anche a queste eta' estreme. Quindi, se esiste un limite alla longevita', questo non e' stato ancora raggiunto. Sono le conclusioni di uno studio condotto da ricercatori delle universita' La Sapienza, Roma Tre, Berkeley e Southern Denmark e dell'Istat. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science. Lo studio e' un tentativo di rispondere a domande come "C'e' un limite biologico alla longevita' umana? Come cambia il rischio di morire con l'avanzare dell'eta'?". Per riuscirci e' necessario stimare con esattezza il rischio di mortalita' degli ultracentenari. La mancanza di dati affidabili su questi "pionieri della longevita'" ha alimentato un controverso dibattito tra gli scienziati di tutto il mondo. La comunita' scientifica e' oggi divisa tra chi sostiene che la curva dei rischi di mortalita' continui ad aumentare esponenzialmente con l'eta' e chi invece argomenta che essa deceleri e raggiunga un livello costante (plateau) alle eta' piu' elevate, mimando il comportamento di altre specie animali. Nello studio i ricercatori hanno studiato dati accuratamente documentati sui semi-supercentenari italiani (coloro che superano l'eta' di 105 anni). I ricercatori hanno stimato per la prima volta la mortalita' alle eta' avanzate con una accuratezza e precisione che non era stata finora possibile. E hanno individuato l'eta' di 105 anni come soglia oltre la quale il rischio di mortalita' rimane costante. Questa scoperta, secondo i ricercatori, e' cruciale per la comprensione dei meccanismi alla base della senescenza e della longevita' umana. Essa costituisce una prima cruciale conferma del ruolo giocato dalla sopravvivenza selettiva e fornisce la necessaria chiarezza empirica per il progresso degli studi che riguardano le teorie evolutive sulla senescenza. 

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Aumenti in arrivo per le bollette dal 1° luglio: luce +6,5%, gas +8,2%

Da domenica primo luglio la spesa per l'energia per la famiglia tipo in tutela registrerà un incremento del 6,5% per l'energia elettrica e dell'8,2% per il gas naturale, in controtendenza rispetto ai forti ribassi (-8% per l'elettricità e -5,7% per il gas) del secondo trimestre di quest'anno. Lo fa sapere l'Autorità per l'energia, precisando che "per il gas l'impatto sulla spesa per i clienti domestici risulta meno significativo in considerazione dei bassissimi consumi del periodo estivo".A pesare, specifica la stessa Autorità, sono le tensioni internazionali e la conseguente forte accelerazione delle quotazioni del petrolio, cresciute del 57% in un anno e del 9% solo nell'ultimo mese di maggio, che "hanno pesantemente influenzato anche i prezzi nei mercati all'ingrosso dell'energia, con ripercussioni sui prezzi per i clienti finali sia del mercato libero che del mercato tutelato".Gli andamenti, prosegue il comunicato, si riflettono sull'aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori in tutela per il terzo trimestre 2018. Per il settore elettrico, allo scopo di mitigare l'impatto dell'attuale congiuntura, l'Autorità è intervenuta con una modulazione degli oneri generali di sistema, in modo da ridurre l'aumento di spesa per i clienti domestici e non domestici, con pari effetti sia sul mercato tutelato che su quello libero.L'aumento per l'elettricità, precisa la nota, "sarebbe stato più consistente in assenza dell'importante intervento di 'scudo' congiunturale attivato dall'Autorità tramite gli oneri di sistema, il cui valore complessivo per il 2018 è stimato in 14 miliardi di euro". Per contenere nell'immediato parte degli aggravi sui consumatori, infatti, la stessa Autorità per l'energia ha deciso di allegerire in parte il prelievo tariffario degli oneri generali, compensandolo con giacenze-scudo di cassa.L'Istat ha certificato proprio in giornata un balzo dell'inflaizone dell'1,4% annuo a giugno, contro l'1% di maggio. Anche sulla spesa delle famiglie a pesare è stato il caro-petrolio, che ha infiammato la benzina ma anche i beni alimentari, trasportati soprattutto su gomma.

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Mobile device, niente password per oltre il 50 per cento degli utenti

 Più della metà (il 60%) degli utenti non protegge i propri dispositivi mobili con le password: solo il 15,8%, invece, utilizza soluzioni antifurto. In questo panorama i "ladri digitali" che mettono le mani su uno smartphone potrebbero ottenere molto anche solo da un singolo furto. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio condotto da Kaspersky Lab sui consumatori digitali, che ha mostrato come le persone lascino spesso accessibili i propri dispositivi e la grande quantità di dati contenuti all'interno. Oggi molti utilizzano i dispositivi mobili per navigare su Internet e svolgere attività online. Perdere il proprio device a causa di un atto di microcriminalità potrebbe quindi rivelarsi più dannoso di quanto si possa pensare. Il 75,8% degli intervistati afferma di utilizzare regolarmente Internet su uno smartphone (percentuale in crescita rispetto al 73,9% del 2016) e il 42,2% utilizza di norma un tablet per connettersi. I dati importanti che vengono archiviati e inviati da questi dispositivi sono di diverso tipo: il 32,4% delle persone utilizza il proprio smartphone per l'online banking, e questo significa accesso a preziose informazioni di carattere finanziario. Inoltre, il 63,4% delle persone utilizza regolarmente il proprio smartphone per accedere ai propri account di posta elettronica personali; il 61%, invece, afferma di utilizzarlo per attività sui social media: entrambi gli esempi di utilizzo hanno a che fare con una quantità enorme di dati sensibili. Avere una mole importante di dati preziosi sui propri dispositivi, però, non rende le persone consapevoli e sicure: solo il 39,7% protegge con le password i propri dispositivi mobili e solo l'8% sceglie di crittografare i propri file e le proprie cartelle per evitare accessi non autorizzati. Nel caso in cui questi dispositivi dovessero cadere nelle mani sbagliate, tutti questi dati - account personali, foto, messaggi e persino dettagli di tipo finanziario - potrebbero diventare accessibili per qualcun altro. Anche perdere dispositivi che sono comunque protetti con una password può, però, avere conseguenze rilevanti: ad esempio, meno della metà (40%) delle persone effettua un backup dei propri dati e solo il 15,8% utilizza le funzionalità antifurto sui propri dispositivi mobili. Questo significa che, probabilmente, in caso di furto, gli ormai ex proprietari di questi dispositivi non potranno accedere alle proprie informazioni personali e ai propri account. 

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