Redazione Notizie D'Abruzzo

Salva il suolo! Firma online la petizione

Ogni anno in Europa spariscono sotto il cemento 1000 kmq di suolo fertile, un'area estesa come l'intera città di Roma.

Senza un suolo sano e vivo non c'è futuro per l'uomo. Oggi il suolo è violentato, soffocato, contaminato, sfruttato, avvelenato, maltrattato, consumato. Un suolo sano e vivo ci protegge dai disastri ambientali, dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari. Tutelare il suolo è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali.

Nonostante questo, in Europa, non esiste una legge comune che difenda il suolo. I cittadini di tutta Europa chiedono di difenderlo dal cemento, dall’inquinamento e dagli interessi speculativi. Insieme a noi, oltre 400 associazioni chiedono all'UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l'acqua e come l'aria.

COSA CHIEDIAMO
Chiediamo che il suolo venga riconosciuto come un patrimonio comune che necessita di protezione a livello europeo, in quanto garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici.

Chiediamo un quadro legislativo che tuteli i suoli europei dall'eccessiva cementificazione, dalla contaminazione, dall'erosione, dalla perdita di materia organica e dalla perdita di biodiversità.

#People4Soil è un'Iniziativa dei Cittadini Europei sostenuta da più di 400 associazioni. Tieni pronta la tua carta di identità e clicca qui per firmare la petizione e difendere il suolo.

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Agromafie, la crescita del crimine nel food

Dal Rapporto Coldiretti-Eurispes 2017 emerge a quali rischi si possa andare incontro acquistando cibi low cost e di provenienza incerta. La sicurezza alimentare della filiera corta e controllata è un’alternativa concreta al pericolo di consumare cibi adulterati

 

Fare acquisti in filiera corta e scegliere prodotti garantiti dagli agricoltori non è solo una scelta dettata da una forte attenzione alla qualità dei cibi e alla loro freschezza. Si tratta anche di tutelare la sicurezza alimentare di quel che si porta in tavola.  “Occorre vigilare sul sottocosto e sui cibi low cost dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi se non l’illegalità o lo sfruttamento”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo alla presentazione del quinto Rapporto #Agromafie2017 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. 
Quello delle agromafie è infatti un fenomeno preoccupante e purtroppo in crescita. Il volume d'affari complessivo annuale è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno. Tale stima rimane, con tutta probabilità, ancora largamente approssimativa per difetto.
La filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse di organizzazioni che via via abbandonano l’abito “militare” per vestire il “doppiopetto” e il “colletto bianco”, riuscendo così a scoprire e meglio gestire i vantaggi della globalizzazione, delle nuove tecnologie, dell’economia e della finanza 3.0. Sul fronte della filiera agroalimentare, le mafie, dopo aver ceduto in appalto ai manovali l’onere di organizzare e gestire il caporalato e altre numerose forme di sfruttamento, condizionano il mercato stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e la creazione ex novo di reti di smercio al minuto. 
   
Le minacce sul territorio italiano
Nel 2016 si è registrata un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo nostrano. Non si tratta più soltanto di “ladri di polli” quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole, con furti di interi carichi di olio o frutta, depositi di vino o altri prodotti come file di alveari, intere mandrie o trattori caricati su rimorchi di grandi dimensioni. A questi reati contro l’agricoltura, secondo il Rapporto Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, si affiancano racket, usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione nelle campagne mentre nelle città, silenziosamente, i tradizionali fruttivendoli e i nostri fiorai sono quasi completamente scomparsi, sostituiti i primi da egiziani e i secondi da indiani e pakistani che, pur sapendo proferire a stento poche frasi compiute in italiano, controllano ormai gran parte delle rivendite attive sul territorio.
Tra tutti i settori “agromafiosi”, quello della ristorazione è forse il comparto più tradizionale e immediatamente percepito come tipico del fenomeno. In alcuni casi sono le stesse mafie a possedere addirittura franchising e dunque catene di ristoranti in varie città d’Italia e anche all’estero, forti dei capitali assicurati dai traffici illeciti collaterali. Il business dei profitti criminali reinvestiti nella ristorazione coinvolgerebbe oltre 5mila locali, con una più capillare presenza a Roma, Milano e nelle grandi città.
Dalle infiltrazioni nel settore ortofrutticolo del clan Piromalli all’olio extra vergine di oliva di Matteo Messina Denaro fino alle imposizioni della vendita di mozzarelle di bufala del figlio di Sandokan del clan dei Casalesi e al controllo del commercio della carne da parte della ‘ndrangheta e di quello ortofrutticolo della famiglia di Totò Riina, i più noti clan della criminalità si dividono il business della tavola mettendo le mani sui prodotti simbolo dell’agroalimentare italiano.
Solo nell’ultimo anno le Forze dell’Ordine hanno messo a segno diverse operazioni contro le attività della malavita organizzata, con arresti, sequestri e confische contro personaggi di primissimo piano della mafia che hanno deciso di investire ed appropriarsi di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta. Il risultato è la moltiplicazione dei prezzi che per l’ortofrutta arrivano a triplicare dal campo alla tavola, ma anche pesanti danni di immagine per il Made in Italy in Italia e all’estero. 
   
Importazioni pericolose
Quasi un prodotto agroalimentare su cinque che arriva in Italia dall’estero non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori, a partire da quella sul caporalato, vigenti nel nostro Paese: dal riso asiatico alle conserve di pomodoro cinesi, dall’ortofrutta sudamericana a quella africana in vendita nei supermercati italiani fino ai fiori del Kenya.
Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari consumati in Italia, con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Riso, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi”. Ecco una sintesi delle bad practices su alcuni prodotti di importazione.

Il caporalato nel piatto
Concentrato di pomodoro dalla Cina. Lavoro forzato dei detenuti
Riso basmati dal Vietnam. Lavoro minorile e sfruttamento
Nocciole dalla Turchia. Sfruttamento delle minoranze curde
Rose dal Kenya. Lavoro sottopagato e senza diritti
Fragole dall’Egitto. Rischio salute sul lavoro per prodotti chimici fuorilegge in Europa
Fiori dalla Colombia. Sfruttamento del lavoro femminile
Canna da zucchero dalla Bolivia. Abuso di stimolanti per aumentare la resistenza al lavoro
Carne dal Brasile. Lavoro minorile e sfruttamento
Aglio dall’Argentina. Lavoro minorile e sfruttamento
Banane dall’Ecuador. Trattamenti a base di prodotti chimici fuorilegge in Europa
 
(Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati dipartimento di stato Usa sul lavoro, Laogaibook, Unicef, lLO)

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Silvi, nuovo corso annuale per aspiranti volontari di Protezione Civile

Si inaugura domani con 40 iscritti il nuovo corso per aspiranti volontari di Protezione Civile a Silvi. Un boom di richieste rispetto al previsto, il doppio, probabilmente in virtù dell'onda emotiva degli ultimi avvenimenti che hanno colpito la nostra regione lo scorso gennaio.

Al corso è ancora possibile iscriversi, purché si sia maggiorenni, fino a martedì 21 marzo mattina tramite la registrazione sul sito internet della Protezione Civile di Silvi (www.protezionecivilesilvi.it) o via email. Le lezioni saranno il martedì e il giovedì, dalle ore 21 alle 23, con otto incontri teorici e due pratici comprensivi di un test finale di ammissione.

Le materie trattate riguardano tutte quelle attinenti alle attività di volontariato nella Protezione Civile. Tra queste il ruolo operativo, la sicurezza del volontario durante le operazioni e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuali, il comportamento in caso di interventi, la valutazione dei rischi e degli incendi, i disturbi post traumatici da stress e le comunicazioni radio. Particolare attenzione verrà data al rischio idrogeologico, problema che sta rappresentando criticità sempre superiori nel nostro territorio.

La prova pratica finale consisterà in un montaggio di una tenda da campo, di quelle comunemente usate durante gli interventi soprattutto in occasione dei recenti terremoti, e lo spegnimento di un incendio controllato. Il corso è gratuito.

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Cade durante allenamento di motocross, grave un 59enne

Un 59enne di Chieti, E.D.G., e' ricoverato in gravi condizioni all'ospedale del capoluogo teatino per le lesioni riportate in un incidente avvenuto ieri, mentre era impegnato in un allenamento di motocross, ad Alanno dove l'uomo si recava abitualmente. L'uomo, secondo quanto appreso, nel primo pomeriggio si stava allenando sulla pista del crossodromo di Alanno, quando, in curva, ha perso il controllo della moto ed e' finito a terra. Indossava il casco e tutte le protezioni previste. Inizialmente le sue condizioni non sembravano gravi, tanto che il 59enne e' tornato a casa in macchina, autonomamente. Successivamente i familiari lo hanno accompagnato in ospedale. Dagli accertamenti dei medici del Pronto soccorso e' emerso, tra l'altro, un trauma toracico. L'uomo e' stato quindi ricoverato; la prognosi e' riservata. 

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Chieti, arrivato il nuovo procuratore Testa

Si e' insediato oggi Francesco Testa, il nuovo procuratore capo della Repubblica di Chieti, che nell'aula della Corte d'Assise del palazzo di giustizia ha prestato il giuramento davanti al presidente del Tribunale Geremia Spiniello e ai giudici Camillo Romandini, presidente Sezione Civile, e Isabella Alieri, al funzionario giudiziario Paola Grossi, presenti i magistrati componenti dell'ufficio ovvero i sostituti Lucia Campo, Marika Ponziani, Giuseppe Falasca e Giancarlo Ciani e tutti i giudici del Tribunale teatino unitamente al presidente dell'Ordine degli avvocati Pierluigi Tenaglia, al presidente della Camera Penale Goffredo Tatozzi, al questore Raffaele Palumbo e a i comandanti provinciali di Carabinieri e Finanza, Luciano Calabro' e Serafino Fiore. Testa ha preso possesso dell'ufficio con qualche giorno di anticipo rispetto alla data del 3 aprile: nato a Catania, 46 anni, sposato, una figlia, prende il posto di Pietro Mennini, diventato procuratore generale della Corte d'appello a L'Aquila.

Il nuovo procuratore di Chieti, che per 14 anni e' stato sostituto procuratore a Catania, proviene dalla Rappresentanza permanente d'Italia all'Onu a Vienna, dove e' stato esperto giuridico. ''Non speravo in un'accoglienza piu' calorosa di questa, ve ne sono veramente grato con tutto il mio cuore. Per me inizia un'esperienza importante, anche da parte mia contate sul massimo che potro' far per dare un servizio giustizia efficiente, efficace, tempestivo e al passo con i tempi - ha detto fra l'altro Testa nel suo intervento di saluto. Sul piano operativo la mia esperienza nella Procura di Catania mi ha dato modo di capire quanto e' importante la collaborazione con le forze dell'Ordine e avere qui i tre massimi rappresentanti della provincia per me e' un gesto di grande considerazione e vorrei avere l'occasione di sviluppare al meglio possibile i rapporti con l'ufficio. Un particolare saluto voglio rivolgere ai miei quattro colleghi che mi hanno riservato un'accoglienza formidabile e come loro anche io sono piu' che sicuro che potremo lavorare bene, potremo dare il massimo delle nostre capacita' professionali e intellettuali per far funzionare bene quest'ufficio e per dare un servizio giustizia veramente efficiente e tempestivo''.

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Omicidio di Vasto, processo rinviato

E' stato rinviato al 24 marzo il processo in Corte d'Assise, a Lanciano, a Fabio Di Lello, 34 anni, di Vasto, accusato dell'omicidio volontario premeditato di Italo D'Elisa, 22 anni, avvenuto lo scorso primo febbraio davanti ad un bar. L'imputato esplose contro il giovane tre colpi di pistola calibro 9 per vendicare l'investimento mortale, la scorsa estate, della moglie Roberta Smargiassi.

"Amore per mia moglie e follia per quanto e' successo in quel momento per il grande dolore che avevo in quel periodo. Sono pentito e dispiaciuto per quanto ho fatto". E' la dichiarazione spontanea resa alla Corte d'Assise di Lanciano da Fabio Di Lello, imputato per l'omicidio di Italo D'Elisa, avvenuto lo scorso primo febbraio davanti ad un bar. L'imputato esplose contro il giovane tre colpi di pistola calibro 9 per vendicare l'investimento mortale, la scorsa estate, della moglie Roberta Smargiassi "Di Lello ha parlato per far capire alla corte cosa provava in quel momento - dicono i difensori Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni -. Non c'e' stata nessuna premeditazione da parte di Di Lello che ha incontrato D'Elisa in modo casuale". Il processo e' stato aggiornato al 24 marzo alle 10 per le repliche e la sentenza.

La procura: abbiamo dimostrato la premeditazione

"Non c'e' una ricostruzione alternativa dei fatti, abbiamo dimostrato le prove evidenti sulla premeditazione". Lo ha affermato il procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio al termine della requisitoria con cui ha chiesto l'ergastolo per Fabio Di Lello per aver ucciso Italo D'Elisa. "Alla Corte d'Assise e' stato chiesto di non concedere le attenuanti generiche. Fabio Di Lello non e' stato avvertito da alcuno quando Italo D'Elisa e' giunto al bar. Di Lello conosceva le abitudini di vita del giovane ucciso. Oggi abbiamo ricostruito l'intero fatto, con slide e video, e riteniamo non si possa trovare la provocazione e la minorata difesa. Si vede anche il momento in cui Di Lello spara a D'Elisa"

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Sette milioni per l’efficienza energetica nelle scuole

E' stato pubblicato sul Bura (speciale n. 34 del 17 marzo) il bando del POR-FESR Abruzzo 2014-2020, a valere sull'asse IV, azione 4.1.1, per il sostegno alla "Promozione dell'eco-efficienza e riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche". Beneficiari dell'intervento sono tutti gli Enti Locali abruzzesi proprietari di edifici scolastici che hanno a disposizione l'importo complessivo di 7milioni di euro. I progetti proponibili riguardano interventi di ristrutturazione di singoli edifici o complessi di edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti anche attraverso l'utilizzo di mix tecnologici. I contributi sono concessi a fondo perduto nella misura del 100% della spesa ritenuta ammissibile. I progetti di investimento sono finalizzati a ridurre i consumi energetici negli edifici scolastici pubblici. La domanda deve essere riferita a un solo e unico progetto per ente e puo' interessare piu' edifici nell'ambito della stessa area scolastica. Da oggi e' disponibile la piattaforma di caricamento di tutti i documenti obbligatori. Le istanze di contributo potranno essere presentate entro il 19 maggio prossimo. Il Bando integrale e i documenti obbligatori è sul Bura. 

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Export, il 2016 è anno record per il Chietino grazie all’automotive

Chieti provincia leader abruzzese nell'export. Lo dicono i dati riepilogativi sul 2016 diffusi dall'Istat ed elaborati per la Cna Abruzzo dall'economista Aldo Ronci, secondo cui l'incremento di 582 milioni di euro del Chietino, rispetto al 2015, rappresenta la fetta nettamente maggiore dell'intero aumento segnato dall'Abruzzo, con 719 milioni. Nel 2016, dunque, secondo l'elaborazione di Ronci, la provincia di Chieti ha fissato il valore delle sue esportazioni a quota 5.824 milioni di euro, circa dieci volte maggiore del totale di Pescara (554) e L'Aquila (536) e cinque volte maggiore del Teramano (1.252). Per l'intero Abruzzo il risultato e' stato un 9,7% di incremento, terza performance assoluta tra le regioni d'Italia.

"In buona sostanza - illustra Ronci - l'export abruzzese si conferma quasi del tutto dipendente dall'apporto che arriva dalla provincia di Chieti che, a sua volta, e' fortemente condizionata dall'automotive, il comparto dei mezzi di trasporto, che rappresenta da solo il 65% del totale della provincia e il 75% dell'incremento registrato. Tradotto su scala regionale, l'incremento fornito dai mezzi di trasporto (422 milioni) rappresenta la fetta largamente maggioritaria dei 719 milioni di euro totali di aumento nel 2017; primato che lascia a tutti gli altri comparti produttivi un ruolo di sostanziale comparsa".

"L'Abruzzo si conferma regione a due velocita' sul fronte dell'export - commenta il direttore regionale della Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo - con dati positivi e importanti che riguardano pero' solo la grande e la media industria, in grado di competere sui mercati internazionali. Al contrario, si conferma la crisi del mondo della micro impresa e dell'artigianato, e con loro del turismo. Settori, questi ultimi, per i quali occorre immaginare, anche attraverso i bandi europei di prossima pubblicazione, un sostegno che ne favorisca i processi di internazionalizzazione".

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Pescara, inaugurata un’area di sosta vicino all’ospedale

Aperto da oggi il parcheggio, vicino all'ospedale di Pescara, realizzato nell'area di via Fonte Romana sgomberata nel maggio scorso, dopo un'occupazione abusiva durata anni. A fronte di quello sgombero e' stato realizzata un'area di sosta con 58 posti auto, di cui tre per disabili.

"Si tratta di una riappropriazione a vantaggio della comunita' - cosi' il sindaco Marco Alessandrini e l' assessore ai Lavori Pubblici Enzo Del Vecchio -. Il Comune aveva tentato piu' volte di tornare in possesso dell'area occupata abusivamente, finche' siamo riusciti un anno fa a liberarla e a riacquisirla: chi l'ha occupata aveva realizzato li' un parcheggio abusivo che ostacolava la realizzazione dell'opera"

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Nessun taglio al Fsr Abruzzo, Sclocco: la dotazione resta di 11 milioni

"A oggi il Fondo sociale regionale non ha subito alcuna decurtazione e ha una dotazione di 11 milioni di euro, la stessa degli anni scorsi". La specifica arriva dall'assessore regionale alle politiche sociali dell'Abruzzo Marinella Sclocco, che ha spiegato come "nonostante l'intesa Stato-Regioni, il 23 febbraio scorso, abbia disposto dei tagli sul Fondo sociale nazionale - puntualizza - tutti gli assessori regionali competenti per evitare le decurtazioni' "E siamo rimasti in costante e continuo contatto con il Governo, affinché le decurtazioni non diventino definitive. Siamo convinti che riusciremo a centrare il risultato, nell'interesse delle nostre comunità". Sul tema, venerdì scorso, il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha incontrato il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti. E dal ministro è arrivata la disponibilità a riportare la dotazione di risorse all'ammontare precedente all'intesa di febbraio. La Regione Abruzzo formalizzerà, nei prossimi giorni, la concessione di una proroga agli Enti d'Ambito sociale per la presentazione dei rispettivi piani di zona.

"Purtroppo ai tempi del Governo Berlusconi - continua l'assessore Sclocco - nessuno degli esponenti locali del centrodestra si è opposto al dimezzamento del Fondo sociale nazionale e all'azzeramento di quello per la non autosufficienza. Tutto è avvenuto nel silenzio più totale, mettendo in gravi difficoltà gli enti d'ambito, che si sono trovati senza risorse finanziarie, perché avevano ricevuto rassicurazioni sulla possibilità di continuare a erogare i servizi all'utenza. Questo governo regionale, invece, si è impegnato per recuperare la situazione e sono certa che il percorso avviato, seppur accidentato, produrrà presto i suoi effetti positivi". 

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