Redazione Notizie D'Abruzzo

Botta e risposta tra Curcio e Cialente

Uno scambio di note scritte domenica tra il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, per sapere da quest'ultimo che "non esistono soglie cui riferire con automatismo le azioni di protezione civile da porre in atto" sulla problematica delle strutture pubbliche vulnerabili alla luce del rischio di nuovi terremoti, anche di forte magnitudo, evidenziato dalla commissione Grandi rischi. A svelare il carteggio, pubblicando le foto dei documenti ufficiali, e' stato sulla propria bacheca Facebook lo stesso primo cittadino del capoluogo abruzzese. "Presa visione alle ore 15, attraverso un comunicato dell'agenzia Ansa", premette Cialente, evidenziando tra le righe di non essere stato avvertito per vie istituzionali, della nota che "delinea una situazione di possibile rischio sismico elevato", "chiedo e attendo indicazioni dal sistema della Protezione civile nazionale e regionale e dalla commissione Grandi rischi in merito ad atti e azioni che dovro' assumere nelle prossime ore, nei prossimi giorni e nei prossimi mesi"

Curcio, si legge nel carteggio postato su Fb da Cialente, rigetta responsabilita' sulle comunicazioni, spiegando che il Dipartimento "ha provveduto a inviare il verbale di sintesi della riunione alle Regioni interessate". Nel merito, rammenta "la conosciuta tradizione permanente di pericolosita' molto elevata del territorio del Comune dell'Aquila" e fornisce una serie di accorgimenti: "Provvedere a verificare e aggiornare il piano di emergenza comunale, a valutare la vulnerabilita' delle strutture pubbliche in relazione alla loro utilizzazione, a realizzare una corretta e puntuale informazione ai cittadini" mentre "ogni altra azione da adottare a livello locale dovra' essere necessariamente valutata dalla S.V.", insomma dallo stesso primo cittadino. Cialente nella controreplica ribadisce che "sia io che tutti i miei concittadini siamo perfettamente a conoscenza della pericolosita' sismica", fa notare che "il piano di protezione civile e' continuamente aggiornato e verificato" e che "la popolazione e' tenuta costantemente informata" mentre l'ente comunale "sta costantemente assistendo i cittadini".

Sulla vulnerabilita' delle strutture, il sindaco dice anche che molte strutture comunali o di altri enti "pur risultando tutte agibili, hanno pero' indici di vulnerabilita' inferiori a 1, a volte anche al di sotto dello 0.30". E ribadisce la richiesta di sapere "come mi devo regolare rispetto a queste soglie di vulnerabilita' per continuare a ritenere utilizzabili queste 'strutture pubbliche in base alla loro utilizzazione'". La risposta del capo dipartimento e' di sette righe. Curcio "prende atto delle misure" mentre sulla vulnerabilita' "si rappresenta che non esistono soglie cui riferire con automatismo le azioni di protezione civile da porre in atto". Conclude allegando la sua stessa nota precedente.

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I laboratori del Gran Sasso riprendono l’attività

Dopo la chiusura decisa dal prefetto de L'Aquila in seguito al terremoto del 18 gennaio e alle nevicate abbondanti seguite subito dopo, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) hanno ripreso da sabato 21 gennaio la loro piena operativita' nelle strutture sotterranee e di superficie. Lo rende noto l'Infn. Nei tre giorni di chiusura i laboratori sono stati presidiati da personale di sicurezza e gli esperimenti condotti nelle gallerie sotterranee hanno continuato a funzionare regolarmente sotto lo stretto controllo dei ricercatori, che operavano da remoto. Non sono stati registrati danni alla strumentazione scientifica o alle infrastrutture di ricerca dei Laboratori del Gran Sasso, rileva ancora l'Infn. Nonostante la situazione difficile e fortemente disagiata, non sono state segnalate gravi criticita' da parte dei ricercatori, sia italiani sia stranieri, temporaneamente in Abruzzo per le loro attivita' di ricerca

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Pezzopane: non sarò candidata sindaco a L’Aquila

"Io candidata a sindaco L'Aquila ? No, ora sto facendo un'altra cosa, mi sono tirata fuori per quel ruolo". Lo dice la senatrice Pd ed ex Presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, ospite di Un Giorno da Pecora, il programma di Rai Radio1 condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. Le elezioni amministrative al comune dell'Aquila sono previste per la primavera prossima

"Io ho vissuto l'esperienza della Protezione Civile di prima, con Bertolaso e quella di oggi con Curcio. Bertolaso era molto potente: era sottosegretario, commissario e capo della Protezione". A parlare e' la senatrice PD ed ex Presidente della Provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane, che oggi e' stata ospite di Un Giorno da Pecora, il programma di Rai Radio1 condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. Senatrice, a lei Bertolaso non piace molto. "No, non mi piace: lette le sue intercettazioni mi sono venuti i brividi, per non dire altro". Ma Bertolaso, pero', e' stato assolto. "Si, c'e' ancora qualcosa, ma insomma..." E cosa e' cambiato nella Protezione Civile da allora? "Prima, il capo poteva fare tutto. Ora invece puo' fare molto poco, e' molto imbrigliato". Cos'e' che non ha potuto fare Curcio nel caso della vicenda Rigopiano e dei terremoti degli ultimi mesi? "Si e' fatto molto, ma non c'erano i mezzi che servivano". Lo Stato ha fatto tutto quello che poteva? "Lo Stato ha fatto il possibile, ma bisogna assolutamente prepararsi di piu': se sono annunciate delle precipitazioni nevose - ha concluso la Pezzopane a Rai Radio1 -, in montagna ci devono essere piu' mezzi pronti".

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Mazzocca: la Regione Abruzzo ha il ‘Catasto storico delle valanghe’

 "Nel marzo 2014, nonostante la legge regionale di riferimento risalga a 25 anni or sono, la Regione Abruzzo si e' dotata del 'Catasto storico delle valanghe'", lo afferma il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale d'Abruzzo con delega alla Protezione Civile, Mario Mazzocca. "Riguarda il periodo 1957-2013 in Abruzzo, successivamente aggiornato all'inverno 2014-2015, all'interno del quale sono state riportate circa 800 valanghe verificatesi sul territorio regionale. Detto catasto e' stato realizzato al fine di effettuare una prima valutazione del rischio valanghe sul territorio montano regionale ed e' stato inviato a tutti i Comuni in cui erano state censite valanghe", afferma Mazzocca. "L'accesso alla relativa cartografia e' stato sempre e continuativamente possibile attraverso la consultazione del 'geoportale' regionale fin dalla data della sua approvazione (marzo 2014) ed e' tuttora consultabile alla sezione "Rischio Neve e Valanghe" del sito regionale di Protezione Civile"

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Di Sabatino: stop alle grandi opere, mettiamo in sicurezza il territorio

"Stop alle grandi opere, anche quelle del Masterplan, ora mettiamo in sicurezza il territorio e restituiamo speranza alla conservazione dei luoghi". A chiederlo e' il presidente della Provincia Renzo di Sabatino, preoccupato per le frane che stanno interessando il territorio provinciale: una di vaste proporzioni ha invaso e interrotto la provinciale 52 a Valle Castellana verso Macchia da Sole, con gli uomini della Provincia che stanno risalendo da Valleinquina per raggiungere la localita'; altre due frane hanno interessato la 553 a Notaresco, nei pressi del campo Sportivo e la provinciale 17 a Bisenti. E questo mentre si stanno ancora raggiungendo frazioni isolate: oggi e' stata raggiunta Collemesole di Arsita ed entro stanotte si dovrebbe raggiungere Acquaratola di Rocca Santa Maria e San Giorgio di Crognaleto. Senza considerare le tante case sparse e piccolissime frazioni. Stabile, invece, la situazione sulle strade provinciali. Ce ne sono ancora undici chiuse, oggi ne sono state riaperte sette ma tante sono percorribili con cautela per il restringimento delle carreggiate. "Sarebbe da irresponsabili parlare di emergenza finita - dichiara Di Sabatino - ci sono ancora seimila utenze senza luce, luoghi dove non hanno la corrente elettrica ormai da nove giorni, dai racconti dei soccorritori sappiamo che ci sono case lesionate dal sisma e non ne conosciamo l'entita', perche' fino ad ora, questo esame, non e' stato possibile. Aziende agricole e allevamenti distrutti, allerta valanghe e le colline stanno franando sulle strade. Ma gia' oggi, ancora in emergenza, dobbiamo ragionare sul dopo, su qual e' il nostro progetto come comunita' e come istituzioni perche' e' chiaro che nulla sara' piu' lo stesso: voglio dirlo chiaro io penso che dobbiamo ripensare i progetti delle grandi opere, anche quelle del Masterplan come la Teramo -Mare o la funivia per l'Universita', concentrare le risorse sulla messa in sicurezza del territorio, la manutenzione del paesaggio e gli investimenti sulla rete stradale. Cosi' facciamo ripartire un'economia in ginocchio ma, soprattutto, restituiamo una speranza alla conservazione dei luoghi"

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Processo Bussi, la sentenza potrebbe slittare

Potrebbe slittare la sentenza relativa al processo in Corte d'Assise d'Appello all'Aquila sulla cosiddetta mega discarica dei veleni di Bussi della Montedison, che era prevista per la fine del mese. Lo ha fatto sapere il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, al termine della udienza di oggi che si e' conclusa intorno ad ora di pranzo. L'esigenza di rivedere il calendario e' stata causata dalle udienze cancellate per il maltempo. Il processo riprendera' dopodomani, 25 gennaio, per proseguire anche il giorno dopo: il programma prevede le arringhe dei difensori. Oggi e' stata la volta degli interventi delle parti civili. A questa fase del procedimento all'Aquila si e' arrivati dopo il pronunciamento dello scorso marzo dalla Cassazione che ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati alla Suprema Corte. In Corte d'Appello a Chieti il 19 dicembre 2014, 19 imputati erano stati assolti dall'accusa di aver avvelenato le falde acquifere mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto. 

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Black out, il Comune di Chieti chiederà i danni a Enel

Ventimila utenti senza energia elettrica per giorni. Il sindaco di Chieti Umberto Di Primio non ci sta e incarica l'Ufficio legale del Comune di predisporre atti per proporre un'azione risarcitoria nei confronti di Enel "per danni, patrimoniali e non, subiti dalla citta', dai singoli cittadini e dal sistema produttivo e commerciale" a causa del blackout seguito all'ondata di maltempo. "Ancora oggi troppe utenze sul territorio comunale sono sprovviste di energia elettrica e cio' e' intollerabile" scrive il sindaco. "Da parte di Enel c'e' stata sottovalutazione dell'emergenza a Chieti dove molte zone sono state lasciate al buio e al gelo anche una settimana. E' mancata una puntuale e chiara informazione. Chiediamo ragione di tali disservizi". Con l'occasione Di Primio ricorda che i danni alle infrastrutture - stimati in 10 milioni di cui 5 per le strade dove continuano gli smottamenti - e chiede a Gentiloni che i contributi del Fondo di emergenza nazionale siano immediatamente resi disponibili ai Comuni.

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Hotel Rigopiano, recuperati altri corpi

Il corpo di una donna e' stato estratto dalle macerie dell'hotel Rigopiano poco fa dai vigili del fuoco. Sale dunque a 17 il numero delle vittime della valanga, mentre sono ancora 12 i dispersi.

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I Vigili del fuoco hanno recuperato all'interno dell'hotel Rigopiano, in Abruzzo, un corpo senza vita, non ancora identificato e di sesso femminile. Sale quindi a 16 il numero delle vittime e scende a 13 il numero dei dispersi nella valanga che ha travolto la struttura. Lo comunica in una nota la prefettura di Pescara

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Erano 40 in totale le persone presenti nell'hotel Rigopiano quando la valanga, nel pomeriggio di mercoledi', ha investito la struttura: 28 ospiti, di cui 4 bambini, e 12 dipendenti, compreso il titolare Roberto Del Rosso e il rifugiato senegalese Faye Dane. Due persone, il cuoco Giampiero Parete e il tuttofare dell'hotel, Fabio Salzetta, si sono salvati perche' al momento della slavina si trovavano all'esterno dell'albergo.

Arrivato all'ospedale di Pescara un altro corpo recuperato dalle macerie dell'hotel Rigopiano. Salgono a sette i cadaveri presenti nell'obitorio del capoluogo adriatico. Sono in corso gli accertamenti medico legali e le procedure di identificazione. Apprensione da parte dei parenti, che vengono informati negli uffici della direzione sanitaria per il riconoscimento fotografico. I familiari dei dispersi e delle vittime sono nel punto di raccolta appositamente allestito.

"Si va avanti, dobbiamo terminare il lavoro. E' un lavoro complicato e lo si sapeva fin dall'inizio, parlare di tempi e' sempre difficile". Cosi' risponde il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, all'uscita da Palazzo Chigi dopo un incontro con il premier Paolo Gentiloni, a una domanda sulle operazioni di soccorso all'hotel Rigopiano investito mercoledi' scorso da una slavina

D'Angelo (Protezione Civile): non ci fermeremo fino a quando non avremo la certezza che non ci sia più nessuno

 "Non ci fermeremo fino a quando non avremo la certezza che non ci sia piu' nessuno" sotto le macerie o sotto la neve. "Dobbiamo continuare a cercare fino alla fine". Lo ha assicurato il funzionario del Dipartimento della Protezione Civile Luigi D'Angelo, facendo un punto sulle ricerche dei dispersi dell'hotel Rigopiano. "Si sta scavando nel cuore della struttura - ha aggiunto - nella zona tra le cucine, il bar e la hall. Fino a quando non avremo trovato tutti andremo avanti"

 

Le parole di Vincenzo Forti, sopravvissuto alla sciagura

"Ringrazio Dio di essere vivo, ma il mio pensiero va alle altre vittime". Lo ha detto Vincenzo Forti, di Giulianova - uno degli undici sopravissuti alla slavina che ha travolto mercoledi' scorso l'hotel Rigopiano di Farindola - all'avvocato di famiglia Pierangelo Guidobaldi che lo ha accompagnato, insieme alla fidanzata Giorgia Galassi, a Pescara, per essere ascoltati dai carabinieri su quanto e' accaduto. Il legale ha riferito che la ragazza e' molto provata: gli inquirenti stanno ascoltando prima lei e poi ascolteranno il fidanzato.

Il funerale di Alessandro Giancaterino

Si è svolto nella chiesa di San Nicola Vescovo a Farindola il primo funerale di una vittima del disastro dell'hotel Rigopiano. Si tratta del maitre dell'albergo, Alessandro Giancaterino, 42 anni di Farindola, a pochi chilometri dal luogo dove e' caduta la valanga. La chiesa e' gremita e la bara e' stata portata a spalla sotto la pioggia dal Comune, dove era stata allestita la camera ardente. Presenti i familiari di Giancaterino, tra cui la moglie Erika e il fratello Massimiliano, il prefetto di Pescara Francesco Provolo e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. Presente anche Fabio Salzetta, il tuttofare dell'hotel Rigopiano, scampato al disastro, che ieri sera ha saputo della morte della sorella Linda, che lavorava all'albergo come estetista ed e' stata estratta cadavere dalle macerie. I due sono di Farindola. C'e' tanta gente anche nella piazza davanti alla chiesa di Farindola. Circondato dall'affetto di parenti, amici e concittadini del padre il figlio di Giancaterino, Niccolo' di 9 anni. Al funerale ha assistito anche il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, che in questi giorni segue le operazioni di soccorso dal centro operativo di Penne

Linda Salzetta si sarebbe dovuta sposare a maggio

Linda Salzetta, l' estetista dell'hotel Rigopiano estratta morta ieri dalle macerie, "si doveva sposare il 5 maggio". Lo ha detto una parente della giovane dopo il funerale a Farindola del maitre dell'albergo, Alessandro Giancaterino, dello stesso paese di Linda. Il fratello della ragazza e' Fabio, factotum dell'hotel scampato alla valanga. "Per guadagnarsi un pezzo di pane, guarda che fine che ha fatto", ha commentato la parente della ragazza morta

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Forum H2O, rischi ignorati per hotel Rigopiano

"In Abruzzo sono decenni che rischi noti vengono ignorati. Carte ufficiali mostrano che l'hotel Rigopiano e' costruito al centro di un'area con colate detritiche, dette conoidi". A denunciarlo e' il Forum H2O Abruzzo, secondo cui "la prima mappa elaborata dalla Regione che segnalava criticita' importanti e' del periodo 1989-1991 ed e' stata ripresa tal quale e, quindi, confermata dalla Giunta Regionale abruzzese con tanto di delibera il 27 dicembre 2007, la numero 1383, con cui e' stato adottato il Piano di assetto idrogeologico".

In sostanza, spiega il movimento, l'albergo "sorge su un'area rialzata formata proprio dai detriti che arrivano giu' dal canalone a monte dell'albergo. Il fatto che ci fosse una struttura preesistente non vuol dire granche' perche' i tempi di ritorno di questi fenomeni estremi possono essere piu' lunghi di qualche decina di anni. Le carte del rischio tengono appunto conto di questa periodicita' perimetrando aree sempre piu' vaste al crescere del tempo di ritorno. I geologi identificano le aree di rischio non solo attraverso gli eventi gia' noti, riportati nel catasto di frane e valanghe, ma anche e soprattutto basandosi su alcune caratteristiche specifiche del terreno cui ricollegano il tipo di eventi che puo' verificarsi. E li' questi segnali dovevano essere evidentissimi, tanto che da decenni sono evidenziati sulle mappe ufficiali. D'altro lato, senza conoscere queste carte che oggi divulghiamo, solo interpretando le foto aeree, in questi giorni questo processo lo hanno spiegato benissimo diversi geologi. Ora abbiamo anche le mappe che dicono che gli enti avevano almeno gli elementi conoscitivi. Riportati ufficialmente".

Pertanto, "al momento della ristrutturazione principale avvenuta circa dieci anni fa, che ha ampliato le capacita' ricettive della struttura e quindi il rischio intrinseco, c'erano tutti gli elementi, sia sul terreno, sia nelle carte, per accorgersi dei problemi".

Nel quadro, conclude il Forum H2O, "risalta anche la gravissima omissione della regione Abruzzo che si era dotata di una legge sulle valanghe 25 anni fa, la numero 47/1992, in cui si prevedeva l'inedificabilita' per le aree a rischio potenziale di caduta e la chiusura invernale delle strutture preesistenti in caso di pericolo. La mappa in 25 anni non e' stata mai redatta".

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Scuole chiuse sine die nella Valle dell’Aterno

Scuole chiuse sine die nella Valle dell'Aterno, dopo l'emergenza neve combinata con le scosse di terremoto, per non parlare dell'allarme su possibili eventi di magnitudo 6-7 lanciato dalla nota della Protezione civile con la sintesi del verbale della commissione Grandi rischi. Gli istituti sono chiusi a Pizzoli, Barete, Montereale, Cagnano, Capitignano e Campotosto. Aperti piu' distanti dall'epicentro gli istituti comprensivi di Navelli (cui afferiscono anche Poggio Picenze e Capestrano) e di San Demetrio (che serve anche Fossa, Ocre, Fagnano e Fontecchio). Scuole aperte, invece, all'Aquila, da domani anche il liceo 'Cotugno' che e' si' agibile, ma con basso indice di sicurezza sismica, del 25% circa secondo quanto appreso, e 5 aule che resteranno chiuse per lavori.

"Dopo l'allarme della Grandi rischi il sindaco di Leonessa ha chiuso le scuole, ma la stessa ordinanza l'avevo predisposta anch'io prima dell'allarme e l'ho formalizzata oggi, le scuole a Montereale non hanno mai riaperto come d'altronde in tutti i Comuni della Valle dell'Aterno", spiega il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi.

"La Commissione non ha fatto altro che aumentare l'allarme in una situazione gia' allarmata - afferma - ma ora si dovrebbe capire bene se quello che hanno detto e' fondato o meno perche' mi pare stiano ritrattando", in riferimento alla correzione delle dichiarazioni del presidente della Cgr, Sergio Bertolucci, sul "rischio-Vajont" legato a una delle dighe di Campotosto. "Dichiarazioni del genere in situazioni di tranquillita' hanno un peso, dopo 5 scosse forti hanno creato il panico generale - denuncia Giorgi - e' una situazione difficile e a noi serve qualcuno che ci aiuti, non che crei problemi. La nota l'abbiamo appresa dai media, e questo la dice lunga: servirebbero protocolli operativi e di comunicazione definiti e collaudati e invece non ci sono".

Anche il sindaco di Pizzoli, Gianni Anastasio, conferma che "le scuole a Pizzoli sono chiuse ma stiamo lavorando per riaprirle in un'altra struttura". Quanto al primo cittadino di Capitignano, Maurizio Pelosi, dopo un incontro con il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, annuncia che "da domani cominceranno le verifiche di agibilità".

Campotosto aveva dovuto chiudere la propria scuola essendoci solo 9 alunni, sotto le soglie di legge: parte frequentava nel Teramano, a Crognaleto, parte ad Amatrice. Ma tra scosse e gelo, che hanno obbligato una trentina di persone a emigrare all' Aquila, attualmente anche questi ragazzi non frequentano.

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