Cronaca

Pescara, proseguono le indagini della Polizia sulla violenza sessuale al terminal bus

Sono proseguite le indagini degli uomini della Squadra Mobile della Questura di Pescara per ricostruire in maniera accurata quanto accaduto nel primo pomeriggio di ieri all'interno dei giardinetti del terminal bus antistante la stazione ferroviaria dove una 39enne del pescarese è stata violentata da un senegalese di 61 anni, bloccato da alcuni viaggiatori e poi arrestato dalla polizia. Come emerso in queste ore, si attendono per i prossimi giorni i risultati degli accertamenti e delle analisi effettuati nell'ambito del protocollo antiviolenza.

Il pm che coordina l'inchiesta, Rosangela Di Stefano, dovrà richiedere al Gip la convalida dell'arresto entro 48 ore. La donna al momento dei soccorsi era in stato confusionale: si trovava in zona stazione per aspettare la sorella di ritorno da Roma, quando è stata avvicinata dal 61enne con cui ha cominciato a parlare, prima di essere aggredita sessualmente.

La zona dove è accaduto il fatto da tempo è costantemente monitorata dall'amministrazione comunale e dalle forze dell'ordine a causa della presenza perenne di numerosi senzatetto e stranieri. Proprio pochi giorni fa c'erano state due operazioni dei militari della Guardia di Finanza e della Polizia nei pressi dell'area dove ieri si è consumata la violenza sessuale, con il fermo di alcune persone italiane e straniere, trovate in possesso di droga. Numerose le prese di posizione da parte del mondo politico in merito a questo episodio. 

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Martinsicuro, un morto e tre feriti in un incidente stradale

E' di un morto e tre feriti, dei quali uno grave, il bilancio di un incidente stradale che si e' verificato la notte scorsa poco dopo l'una e mezza, in via Roma a Villa Rosa di Martinsicuro, e che ha coinvolto due macchine, che si sono ribaltate dopo essersi scontrate. Nello schianto ha perso la vita Claudio Di Addezio, 27enne. Feriti anche i due amici che viaggiavano con lui: A.E. di 26 anni e R.V. di 27 anni trasferiti all'ospedale Mazzini di Teramo. Il conducente dell'altro mezzo, M.G. di 59 anni e' stato ricoverato all'ospedale di Giulianova. 

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Scivola in un dirupo, muore un escursionista nell’aquilano

Un uomo di 82 anni Giancarlo Angi, è morto a Campo Felice nel territorio comunale di Rocca di Cambio a causa di una caduta avvenuta mentre scendeva dal valico della Brecciara a quota 1.730 metri che aveva raggiunto con la omonima seggiovia per raggiungere lo chalet del bosco mentre faceva un'escursione. Secondo quanto si è appreso, l'uomo che era di Roma ma che aveva una casa nell'Altopiano delle Rocche, aveva deciso di scendere a piedi senza scarpe adatte ed attrezzature per recuperare un marsupio che aveva perso forse dalla seggiovia: ma è scivolato in dirupo, finendo la sua corsa contro gli alberi e sbattendo la testa, morendo sul colpo.

A ritrovare il corpo è stato il sindaco di Rocca di Cambio, Gennaro Di Stefano, che è anche direttore degli impianti sciistici: il primo cittadino stava cercando l'escursionista dopo l'allarme lanciato dalla moglie preoccupata del mancato rientro del marito. 

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Pescara, arrestato per violenza sessuale al terminal bus in pieno giorno

Un senegalese di 61 anni è stato arrestato con l'accusa di aver violentato una donna di 39 anni nei pressi della stazione. L'uomo è in Italia perché sposato con una italiana. Le urla della donna, residente a Pescara, hanno richiamato l'attenzione di alcuni passanti che hanno bloccato l'africano; l'uomo è stato poi arrestato dagli agenti della Squadra Mobile e Squadra Volante. Su disposizione del pm di turno Rosangela Di Stefano, l'uomo è stato trasferito nella casa circondariale San Donato. 

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Muore per un malore 84enne a Casalbordino

A causa di un malore è morto dopo le 13 sul litorale di Casalbordino, L.C., 84 anni residente da anni a Modena. Vani i tentativi del bagnino di rianimarlo e di quanti hanno provato a prestare soccorso; prontamente è intervenuto anche il sindaco Filippo Marinucci, medico rianimatore, che si trovava nei pressi dello stabilimento balneare. Inizialmente era stata allertata anche l'eliambulanza, ma a causa del decesso dell'uomo il velivolo ha fatto rientro alla base di Pescara. 

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Chieti, dagli scavi archeologici emerge una cisterna

Un pozzo di discesa di una cisterna risalente ai primi del '900 è emerso durante gli scavi archeologici preventivi in corso dal 13 agosto scorso in piazza San Giustino a Chieti, e richiesti dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell'Abruzzo, nell'ambito dei lavori di riqualificazione della stessa piazza voluti dal Comune di Chieti. Il pozzo, profondo quasi otto metri e che era protetto da una robusta intelaiatura di ferro, è stato individuato oggi poco dopo l'avvio degli scavi in un'altra porzione della piazza che pure nei mesi scorsi era stata oggetto di indagini geognostiche. Il pozzo verosimilmente ha alimentato anche la fontana monumentale che in passato ha fatto parte dell'arredo urbano della piazza e che poi è stata rimossa.

 

I primi scavi effettuati in piazza San Giustino avevano portato alla individuazione di una volta a botte a copertura di un locale interrato che misura all'incirca dieci metri per sei, una struttura che in passato potrebbe essere stata a servizio del vicino palazzo di giustizia. L'intervento in piazza San Giustino è fra quelli ricompresi nel Programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, che interessa 96 capoluoghi italiani, e le cui convenzioni sono state sospese lo scorso 7 agosto con voto unanime del Senato suscitando la reazione dei sindaci.

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Regione Abruzzo e Adsu condannate a pagare 1,2 milioni di risarcimento ai familiari di una vittima della casa dello studente

Il Tribunale civile dell'Aquila ha condannato la Regione e l'Azienda per il diritto allo studio (Adsu), di proprietà dell'ente regionale, al pagamento di un milione e 200 mila euro ai familiari di Hamade Hussein (conosciuto come Michelone), uno degli otto giovani che hanno perso la vita nel crollo della Casa dello studente avvenuta il 6 aprile 2009 nel tragico terremoto che ha distrutto il capoluogo e il suo circondario. Il processo penale di una delle storie simbolo della tragedia dell'Aquila ha portato alla condanna, in via definitiva, di quattro persone, tra cui tecnici e un funzionario dell'Adsu.

Nella sentenza sulla casa dello studente, fermo restando - afferma il giudice - la responsabilità dei quattro già condannati in sede penale e premettendo che debba escludersi il carattere eccezionale o anomalo del sisma, tale da renderlo cioè un evento imprevedibile e pertanto imprevedibile, sussiste la responsabilità dei due enti ai sensi dell'articolo 2053 del codice civile: la Regione in quanto proprietaria dell'edificio e l'Adsu (azienda per il diritto allo studio) che l'aveva in comodato d'uso con obbligo di manutenzione ordinaria e straordinaria. L'articolo 2053 - è scritto nella motivazione - pone in capo al proprietario la responsabilità per i danni derivanti dalla rovina di un edificio - fattispecie cui è con ogni evidenza riconducibile il crollo della Casa dello studente - a meno che non provi che essa non dipende da vizio di costruzione o difetto di manutenzione". "La responsabilità ha carattere oggettivo e si basa sulla circostanza che chi dispone del potere, materiale e giuridico, di controllo e di intervento sull'immobile, è tenuto a rispondere dei danni che esso cagiona". 

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Pescara, arrestato con eroina, cocaina e marijuana in casa

Avrebbe creato nella sua casa nel quartiere Rancitelli a Pescara un piccolo supermarket della droga, ma è stato scoperto e arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Nel corso dell'attività è stata anche sequestrata l'autovettura Fiat Punto usata dal 20enne arrestato perché non ha mai conseguito la patente di guida. Ieri, nel corso di una operazione di polizia, finalizzata al contrasto del traffico e spaccio, di sostanze stupefacenti, gli agenti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile della locale Questura, con l'ausilio di una unità cinofila e di personale della Squadra Volante, hanno rinvenuto e sequestrato, in casa del giovane, un involucro contenente 39,6 grammi di eroina, e poi ancora 3,9 grammi di cocaina e 58,7 grammi di marijuana, un bilancino di precisione ed il materiale necessario per il confezionamento delle dosi. Sequestrati 1.280 euro, in banconote di piccolo taglio, quale probabile provento dell'attività di spaccio. 

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Chieti, scoperti ruderi sotto piazza San Giustino

Un arco in mattoni di non precisata epoca di appartenenza è emerso ieri durante gli scavi per i lavori di riqualificazione di piazza San Giustino a Chieti. Un ritrovamento che riconsegna a Chieti altri reperti di un patrimonio rimasto per secoli sotto terra. Si tratta di una sorpresa per la squadra che scava : infatti l'analisi geofisica G.p.r. (ground penetration radar) redatta nel mese di maggio dal geofisico Fabio Colantonio e concordata con il Comune e la Sovrintendenza di Chieti, aveva evidenziato la presenza strutture urbanistiche nel sottosuolo paragonabili a dei portici e pavimentazioni. Ad una ad una profondità di oltre 1 metro ieri è emersa una porzione di arco: in gran parte sotterrato, si intravede un vano con una volta a botte alta circa 9m e larga 6m. Saranno successivamente le rilevazioni affidate all'archeologhe della Soprintendenza a stabilire a che epoca è databile il ritrovamento. Seguendo le indicazioni della relazione geofisica, dal 13 agosto si scavava con la consapevolezza che prima o poi sarebbero venuti alla luce dei reperti archeologici: decisivo è stato l'utilizzo della relazione del consulente geofisico che, mappando la composizione del sottosuolo, ha consentito scavi mirati e ponderati che hanno evitato di compromettere il patrimonio archeologico stratificato. Gli scavi sono eseguiti con una Benna una ruspa di piccole dimensioni che consente maggiore delicatezza nelle operazioni ad una profondità di massimo 2metri. I lavori riprenderanno domani sempre nella zona centrale della piazza con la supervisione degli archeologi del team tecnico Gianfranco Scatigna e Maria Cicchitti.

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Crollo Casa dello Studente, condannate Regione Abruzzo e Adsu

Il Tribunale civile dell'Aquila ha condannato la Regione Abruzzo e l'Azienda per il diritto allo studio (Adsu) al pagamento di un milione e 200 mila euro ai familiari di Hamade Hussein detto "Michelone", uno degli 8 ragazzi che hanno perso la vita alla Casa dello studente, crollata la notte del 6 aprile 2009 a seguito della scossa che ha portato con se' 309 vite. I familiari di "Michelone" e delle altre vittime della Casa dello Studente, sono stati assistiti durante il processo dall'avvocato Wania Della Vigna. In via definitiva per il crollo della Casa dello Studente sono stati condannati a quattro anni di reclusioni gli ingegneri Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rosicone, e a due anni e sei mesi Pietro Sebastiani, il presidente della Commissione collaudo dell'Azienda per il diritto agli studi universitari. Secondo quanto affermato dagli 'ermellini' l'edificio era destinata a crollare sotto il sisma che il 6 aprile del 2009 ha devastato il capoluogo abruzzese perche' ancora prima dei lavori di ristrutturazione eseguiti nel 2000, l'edificio era stato totalmente, e pericolosamente, modificato rispetto al progetto originario e alla iniziale destinazione d'uso.

Tuttavia sempre secondo la Cassazione, i tre ingegneri che ne curarono la ristrutturazione nel 2000, e l'architetto responsabile del collaudo, avrebbero dovuto controllare i nuovi carichi di peso che gravavano sull'edificio - costruito nel 1965 dalla casa farmaceutica Angelini - e la tenuta statica, prima di eseguire gli interventi che avevano progettato e che "hanno aggravato gli effetti del crollo" nel quale morirono sette studenti e il portiere dello stabile. La Cassazione aveva osservato che si sapeva che L'Aquila era da sempre, "e comunque da prima del 1965, a rischio sismico" e per questo il sisma del 6 aprile "e' stato motivatamente ritenuto non imprevedibile ne' eccezionale". "E' irrilevante, nel concreto contesto emerso, la regolarita' o meno dei lavori eseguiti prima degli interventi curati dagli ingegneri Pace, Centofanti e Rossicone: e va al riguardo affermato con la necessaria chiarezza che" - in base a quanto prescritto dalle norme del Ministero dei lavori pubblici del 1996 - "il limite percentuale di aumento dei carichi ammesso (non oltre il 20%) deve essere calcolato sull'assetto originario dell'edificio, rispetto al quale il progettista e il direttore dei lavori che si accingano a progettare ed a realizzare hanno, secondo logica elementare e prudenza, l'obbligo preliminare di verificare se si siano o meno verificati 'medio tempore' interventi, indifferentemente regolari o no, autorizzati o no, che abbiano, comunque, gia' alterato in maniera significativa gli originari equilibri". Confermato per i tre ingegneri anche il 'no' alle attenuanti generiche per "la gravita' dei fatti, essendo l'immobile destinato ad ospitare giovani, e sulla non emersione di elementi positivamente apprezzabili" per concedergli il beneficio. Per quanto riguarda la responsabilita' di Sebastiani, ad avviso della Cassazione, "risulta tranciante il rilievo, pure correttamente svolto dai giudici di merito, secondo cui la licenza edilizia rilasciata dal Comune di L'Aquila in data 28 dicembre 1999 richiedeva il collaudo statico dell'immobile, che nessuno risulta avere svolto". Complessivamente dall'avvocato Wania Della Vigna sono stati richiesti 6 milioni di euro per i familiari anche di altri cinque studenti, miracolosamente sopravvissuti sotto le macerie dell'edificio la notte del 6 aprile 2009. 

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