Cronaca

Stalking all’ex datore di lavoro, arrestati due fratelli albanesi nel Chietino

Con l'accusa di stalking nei confronti del datore di lavoro che li aveva licenziati due fratelli albanesi residenti a Lanciano e Atessa sono stati arrestati su disposizione del Gip, Massimo Canosa, su richiesta del Pm, Andrea Papalia. I fratelli sono stati rinchiusi nel supercarcere di Lanciano. In base alle indagini dei carabinieri della Compagnia di Atessa, su denuncia dell'imprenditore a capo di un'azienda metalmeccanica i due, subito dopo il licenziamento avrebbero inviato numerosi sms all'ex datore di lavoro minacciandolo di morte se non li avesse riassunti. I due erano stati licenziati, per giusta causa, a fine dicembre 2016.

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Trentatre’ abitazioni evacuate, 98 persone senza piu’ un tetto a Civitella del Tronto

Trentatre' abitazioni evacuate, 98 persone senza piu' un tetto, un fronte di frana che ha tagliato a meta' una collina e sta scivolando a valle alla velocita' di un metro al giorno. Sono i numeri del dramma della frazione di Ponzano di Civitella del Tronto, nel Teramano, che assiste impotente all'inesorabile scomparsa di oltre meta' dell'abitato: tra i 30 e i 40 ettari di terreno per lo piu' agricolo e un tratto di strada provinciale chi si muove su un piano traslazionale calcolato dai tecnici ad una profondita' di circa 15-20 metri.

"Si tratta di una paleofrana - aveva dichiarato giorni fa il geologo Paolo Marsan della Protezione civile nazionale - che si muove con grande velocita' e che al momento non e' arrestabile". Le abitazioni posizionate sul fronte del cedimento, stanno piano piano subendo a vista d'occhio i danni simili a quelli di un terremoto: si stanno aprendo, scricchiolano e alcune hanno gia' visto crollare murature, cortili e recinzioni. Un grosso muro di contenimento alla base del paesino viene costantemente monitorato e una rete di sensori applicata al terreno sta registrando quotidianamente il movimento della frana. Non c'e' certezza sul futuro delle abitazioni, molte delle quali sono destinate a breve a crollare. In zona si comincia parlare di delocalizzazione ma il sindaco di Civitella del Tronto, Cristina Di Pietro, insiste negli appelli allo Stato affinche' si intervenga presto per assistere la popolazione con i sostegni economici.

"Per quanto riguarda gli eventi calamitosi che si sono verificati nel territorio teramano nel gennaio scorso, la Prefettura di Teramo ha fatto presente che per la frazione Ponzano di Civitella del Tronto, la cui frana di smottamento - iniziata lo scorso 13 febbraio - continua ad avanzare, sono stati effettuati circa 230 interventi tra recuperi e messe in sicurezza di impianti, con la presenza in loco di un'Unità di Comando Locale. Sono oltre 30 le abitazioni evacuate per circa 100 persone". Così il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti rispondendo al Questioni Time in aula alla Camera.

 

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Reliquiario rubato all’Aquila ritrovato dai carabinieri a Londra

I Carabinieri dell'Aquila hanno recuperato a Londra un reliquiario in rame del 1400 di San Giustino, trafugato nel 1992 a Paganica, frazione del capoluogo di cui il santo e' patrono .La denuncia fu presentata dall'allora parroco di Paganica, don Dante Di Nardo Secondo quanto spiegato dai militari dell'Arma, era stato venduto all'incanto dalla casa d'aste Sotheby's, per un incasso di 38 mila euro, e acquistato da un esperto di arte inglese. Dopo aver notato la scritta Paganica sull'oggetto, quest'ultimo ha acquisito qualche informazione e ha capito che si trattava di un oggetto rubato, denunciando il fatto. Da li' e' partita l'inchiesta della procura dell'Aquila, coordinata dal sostituto Simonetta Ciccarelli e svolta dai carabinieri della stazione di Paganica e dei colleghi dell'Aquila. Dopo una serie di rogatorie internazionali, oggi e' stata possibile la restituzione dell'opera alla Curia aquilana. La reliquia verra' presto mostrata ai fedeli. Le indagini sono ancora in corso per capire chi ha trafugato l'opera, ma non sara' facile, visto il tempo trascorso. 

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Hotel Rigopiano, parlano i legali del sindaco di Farindola: la valanga si poteva prevedere

"La valanga era scientificamente prevedibile e i suoi disastrosi effetti erano totalmente evitabili, solo se la Regione Abruzzo avesse fatto la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, la Clpv che era obbligatoria dal 1992". Lo ha detto Cristiana Valentini, avvocato del sindaco di Farindola, illustrando, in una conferenza stampa, le risultanze di un'indagine difensiva preventiva eseguita da un pool di tecnici e legali incaricati dal comune per "accertare la verita' sulla tragedia di Rigopiano".

"Noi abbiamo provato a realizzare una carta del rischio - ha aggiunto l'avvocato Valentini - cosi' in poco tempo, e i risultati sono quelli che sono sotto gli occhi di tutti: cioe' che la valanga era scientificamente prevedibile". "Risultati chiaramente non presi dalla persona che va su Google Earth - ha proseguito il legale - ma da chi ha accesso, in modo professionale, ai satelliti". "Questa zona - ha spiegato l'ing. Marco Cordeschi - ha una storia di valanghe. E lo dice la carta storica delle valanghe regionale: in quella localizzazione ci sono diversi eventi, purtroppo non quello che si e' verificato il 18 gennaio scorso. Con uno studio cartografico prima e, poi, con un iniziale approfondimento sul posto, era prevedibile localizzare nel sito della valanga di Rigopiano un'attivita' valanghiva anche di una certa importanza". Prevedibilita' che si poteva individuare "sia per considerazioni di carattere morfologico, per pendenze molto accentuate, sia per considerazioni di carattere valanghivo che un esperto ha relativa facilita' a fare", dice Cordeschi.

"Non si puo' parlare statisticamente di un fatto eccezionale". A chiarirlo e' il climatologo dell'Universita' di Ferrara, Massimiliano Fazzini - che fa parte del pool di tecnici e legali incaricati dal Comune di Farindola per un'indagine difensiva preventiva sulla tragedia dell'hotel Rigopiano - nel corso di una conferenza stampa convocata dal sindaco Ilario Lacchetta, riferendosi alle nevicate cadute nell'area tra il 17 e il 18 gennaio scorso, giorno della tragedia. "Sono nevicate, di due tre metri di neve, nella nostra zona di riferimento - spiega Fazzini - a una quota di 1.200-1.300 metri, che non rappresentano un evento eccezionale, ma ricorrente: eventi nel 2005, 2009, 2011, 2015. Quindi parlare di eccezionalita' non deriva dai dati scientifici che abbiamo verificato. Sono una cosa normale per questa zona, con fenomeni ripetuti quasi ogni anno".

"Abbiamo trovato uno strato interessante e particolare su cui il professore Fazzini e l'ingegner Cordeschi stanno lavorando, l'avere riscontrato sul fondo un metamorfismo costruttivo con una brina di fondo". A tracciare una sorta di 'identikit' della valanga abbattutasi sull'hotel Rigopiano e' la guida alpina Maurizio Felici che, lo scorso 5 febbraio, sfidando condizioni meteo proibitive, su incarico del Comune di Farindola ha effettuato un sopralluogo tecnico nella zona. "Ho messo la sonda - ha spiegato Felici nel corso della conferenza stampa convocata dal sindaco di Farindola - ho fatto una trincea, ho scavato la neve, ho fatto un profilo, ho visto i vari strati all'interno e sul fondo, si chiama brina di fondo, e ho rilevato questo tipo di cristallo. Ero sulla valanga, sui pendii leggermente a monte del distacco piu' basso, quindi su un pendio caratteristico della valanga. E' un tipo di cristallo che si e' potuto formare dopo ma risale all'evento valanga del 18 gennaio scorso". Quando si parla di metamorfismo costruttivo ci si riferisce in particolare a un fenomeno per cui i cristalli di grandi dimensioni si accrescono progressivamente mentre quelli piccoli si dissolvono, comportando una perdita di resistenza dello strato di neve trasformato. I dati raccolti dall'esperto dovranno ora essere analizzati.

"Il nostro pensiero e' ancora per le vittime". Cosi' il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, parlando della tragedia dell'hotel Rigopiano dove hanno perso la vita 29 persone.  "E' necessario che il Comune di Farindola sia incluso nella zona del cratere sismico per avere una serie di agevolazioni ed e' per questo che giovedi' pomeriggio abbiamo convocato il consiglio comunale, durante il quale emergera' l'istanza di richiesta di entrata nel cratere sismico" ha detto ancora Ilario Lacchetta. "E' un momento veramente difficile - ha spiegato il sindaco - noi abbiamo necessita' di chiedere con determinazione alla Regione e al Governo che vengano attuate e attivate misure non convenzionali per il rilancio della nostra area. Prima ancora del turismo parlo dell'infrastrutturazione principale, parlo di viabilita', parlo delle scuole, parlo della sanita'. Senza queste e' impossibile garantire anche i diritti minimi della Costituzione a questi cittadini che sono stufi di essere considerati di serie B e che hanno tutto il diritto di avere queste risposte da chi ci amministra a livello sovraordinato".

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Associazioni ambientaliste dicono no all’impianto per il trattamento di rifiuti a Canosa Sannita

Stop al progetto di impianto per il trattamento dei rifiuti (fanghi) a Canosa Sannita: lo chiedono le associazioni Nuovo Senso Civico e Stazione Ornitologica Abruzzese, in collaborazione con il Forum H2O, nel nuovo documento di osservazioni inviato oggi al SUAP per la conferenza dei servizi di domani, 22 febbraio. L'impianto - spiegano in una nota - prevede la ricezione di 3.500 tonnellate di rifiuti ogni anno, 9,5 tonnellate al giorno lavorando h24 per 365 giorni. In questo modo il proponente ritiene di porsi al di fuori della normativa sulla procedura di V.I.A. (la soglia e' di 10 tonnellate/giorno). Le associazioni hanno ricordato al SUAP che un decreto del Ministero dell'Ambiente del 2015 sulle procedure di verifica di assoggettabilita' a V.I.A. prevede la riduzione della soglia del 50% (quindi a 5 tonnellate/giorno) in determinati casi.  Le associazioni sono tornate a stigmatizzare la trasformazione di suolo agricolo in aree industriali e hanno citato la giurisprudenza in merito a queste varianti che ha chiarito da tempo che non e' il privato a dover determinare la localizzazione di tali interventi superando ogni tipo di pianificazione a suo piacimento quando possono esserci alternative.

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Abruzzo, istituita commissione d’inchiesta su sisma e maltempo

Via libera del Consiglio regionale d'Abruzzo alla Commissione d'inchiesta per l'emergenza determinata in regione dagli eventi atmosferici e sismici che si sono susseguiti dal 15 al 19 gennaio. La richiesta di istituzione era stata avanzata dal Gruppo del M5S (prima firmataria Sara Marcozzi) con la firma anche dei Consiglieri di Fi Mauro Febbo, Emilio Iampieri, Lorenzo Sospiri. Il Consiglio ha votato l'istituzione della Commissione d'Inchiesta all'unanimita'. L'oggetto del provvedimento approvato e': "Emergenza Abruzzo: eventi atmosferici e sismici accaduti fra il 15 gennaio e il 19 gennaio 2017. Rete di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica, rete di distribuzione del gas, rete di distribuzione dell'acqua, attivita' degli enti locali territoriali e regionali, attivita' delle strutture di Protezione Civile - Sicurezza sismica nella Regione Abruzzo e rete Protezione civile regionale".

"Gli abruzzesi ci chiedono di fare chiarezza su quanto accaduto a gennaio e ci chiedono maggiore sicurezza per il futuro. La risposta a queste domande passa dallo stanziamento di maggiori fondi per la prevenzione dei disastri e anche per l'istituzione di una commissione di inchiesta. E' sicuramente un buon risultato quello che il consiglio regionale ha raggiunto grazie al M5S" commenta Sara Marcozzi, capogruppo del M5S. "La nostra Regione ha il diritto di sapere la verita', e di sapere di poter contare su una Regione che ha fatto i passi adeguati per tentare di ridurre al minimo i rischi per il futuro". La commissione di inchiesta - fa sapere il M5S - sara' presiedute da un consigliere tra quelli indicati dall' opposizione, sara' nominata dal Presidente, con le stesse modalita' previste per le Commissioni permanenti. Nello svolgimento dell'inchiesta, la Commissione potra' richiedere agli Uffici della Regione, nonche' agli Enti ed Istituti da essa dipendenti e alle societa' partecipate dalla Regione, tutte le informazioni utili all'espletamento dell'inchiesta, senza che ad essa sia opponibile il segreto d'ufficio, e potra' altresi' convocare persone che possano fornire informazioni utili al completamento dell'inchiesta

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Parte nel Chietino ‘Mille occhi sulla citta”

I sindaci di Chieti, Vasto, Francavilla al Mare, Ortona, San Salvo, San Giovanni Teatino, Atessa, Guardiagrele, e il prefetto di Chieti Antonio Corona hanno firmato oggi a Chieti''Mille occhi sulla citta''', il protocollo d'intesa il cui obiettivo e' la promozione sul territorio di un piano di collaborazione fra le forze di polizia, i corpi di polizia municipale e gli istituti di vigilanza privati per il monitoraggio delle situazioni di interesse per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana. Gli ambiti di intervento riguardano, fra l'altro, la presenza di mezzi e persone sospette, l'eventuale fuga di persone e mezzi dal luogo di un delitto, l'allontanamento dagli ospedali di persone anziane, la segnalazione di auto e moto rubate e di situazioni particolarmente significative di degrado urbano e disagio sociale, la segnalazione di ogni altra situazione che faccia ritenere imminente la commissione di reati. Gli istituti di vigilanza che hanno aderito al protocollo sono Aquila, Coopservice, Federalpol, Italpol e Ivri.

''La prima novita' di questo protocollo e' che abbiano aderito pressoche' tutti i Comuni sopra i diecimila abitanti - ha detto il Prefetto Corona. Per quanto riguarda il protocollo in particolare, sappiamo che una delle attivita' preminenti che svolgiamo e' quella di controllo del territorio e poterci avvalere in questa attivita' anche dell'ausilio, dell'aiuto e della collaborazione degli istituti di vigilanza da' quel qualcosa in piu' di cui tutti abbiamo bisogno. Ai sindaci consiglio di prestare la massima collaborazione agli istituti di vigilanza perche' la logica del protocollo e' una logica di cooperazione tra istituzioni e soggetti privati: quindi lavorare sulla cooperazione, anche facilitando quella che e' l'attivita' degli istituti di vigilanza, consentendo il passaggio nelle ztl senza particolari oneri''.

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Rapina da 200 mila euro in un centro commerciale di Rocca San Giovanni

Rapina da 200 mila euro nel punto vendita Sarni Oro all'interno del centro commerciale Thema Polycenter di Rocca San Giovanni. Due uomini con passamontagna sono entrati impugnando un piede di porco e un martello con cui hanno divelto una ventina di cassetti contenenti oggetti in oro e preziosi, mentre le due commesse fuggivano nei negozi vicini. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Lanciano che hanno sequestrato le immagini riprese dalle telecamere interne. I due sono fuggiti a bordo di una Giulietta Alfa Romeo rubata poco prima dal parcheggio della Sevel di Atessa

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Bimbo morto giocando a calcio, a processo il medico del 118

E' morto giocando a calcio il piccolo Marco Calabretta, 9 anni, di Pineto il 25 settembre del 2015 mentre stava  con i compagni sul campo sportivo 'Pavone' di Pineto. Una morte causata, come stabili' l'autopsia, da una fibrillazione ventricolare alla cui base c'era una malformazione congenita e per la quale il pm Stefano Giovagnoni, cosi' come disposto poco meno di un mese fa dal Gip Giovanni De Rensis, ha firmato l'imputazione coatta per omicidio colposo per il medico del 118 che soccorse il ragazzino. Medico che adesso rischia il processo per non aver utilizzato, al momento dei soccorsi, il defibrillatore presente sull'ambulanza. Nel corso delle indagini la Procura aveva iscritto nel registro degli indagati sia il medico che aveva rilasciato il certificato di idoneita' sportiva che il medico del 118, per i quali successivamente aveva chiesto l'archiviazione. Secondo la perizia affidata all'epoca dal pm la patologia di cui soffriva Calabretta sarebbe stata infatti diagnosticata, solo con un ecocardiogramma, esame non previsto in caso di rilascio di certificato di idoneita' sportiva per attivita' non agonistica, come nel caso del bimbo di Pineto. Da qui la richiesta di archiviazione, accolta dal gip, per il medico che aveva rilasciato il certificato e che aveva correttamente eseguito gli esami stabiliti dalle norme.

Diversa la posizione del medico del 118, rispetto al quale era stata ipotizzata un'omissione per non aver utilizzato, al momento dei soccorsi, il defibrillatore che pure era disponibile. Secondo la perizia, pero', essendo passati circa sette minuti dal momento in cui il ragazzino si era sentito male e l'arrivo dei soccorsi, ed essendo fondamentale il fattore tempo nella defibrillazione, nel caso in questione una condotta diversa del medico del 118 non avrebbe comunque scongiurato la morte di Calabretta. Da qui la richiesta di archiviazione anche per la sua posizione, che aveva visto l'opposizione della famiglia. Opposizione accolta dal gip, che aveva disposto l'imputazione coatta, adesso firmata dal pm.

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Maxi operazione contro la ‘ndrangheta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila

Un'operazione antimafia diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L'Aquila e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo Provinciale di Chieti, che ha permesso di individuare una cellula 'ndranghetista abruzzese, con a capo Simone Cuppari, 36enne di origini calabresi e da tempo residente sulla costa chietina, a Francavilla al Mare. L'operazione antimafia ribattezzata 'Design' è stata condotta dai carabinieri di Chieti che hanno indagato per due anni, e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia de L'Aquila. Sono 19 le persone arrestate, 36 quelle complessivamente indagate e beni sequestrati per 10 milioni di euro. Altre 9 persone sono state raggiunte da provvedimenti di obbligo di dimora o di interdizione ad esercitare attivita' imprenditoriali o rivestire cariche societarie. Altre 8 infine, sono le persone indagate in stato di liberta'. I reati contestati sono associazione per delinquere di stampo mafioso, con l'aggravante di essere associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsione, usura, incendio di esercizio pubblico e di autovettura e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di essersi avvalsi dei metodi mafiosi. Secondo i carabinieri, che hanno tenuto una conferenza stampa con il comandante provinciale, colonnello Luciano Calabro' e il comandante del reparto operativo, tenente colonnello Erminio Sacco, la cellula aveva consolidato un efficiente canale di approvvigionamento di ingenti quantita' di cocaina da un gruppo di affiliati alla 'Ndrangheta in Lombardia, a loro volta riconducibili alle famiglie della 'Locale di Plati''. La droga proveniente dalla Lombardia, una volta in Abruzzo, finiva sul mercato delle zone di Chieti e Pescara. I proventi dello spaccio venivano reimpiegati nell'acquisizione di attivita' commerciali nel settore della raccolta di scommesse elettroniche e nella ristorazione, e in episodi di usura a danno di piccoli commercianti e imprenditori locali in difficolta' pretendendo da essi interessi esorbitanti: in un caso a fronte di un prestito di 20.000 euro, la vittima ne aveva doveva restituire, dopo un mese, 40.000 vedendosi costretto, nell'arco di pochi mesi, a pagare oltre 220.000 euro dietro minacce, incendi di negozi e di autovetture. 

I profitti venivano in parte, reimpiegati in attivita' imprenditoriali in Calabria, come nel commercio di autoveicoli e nella realizzazione di villaggi turistici di grandi dimensioni. Nel corso dell'operazione sono state sequestrate 4 societa' fra le province di Chieti, Pescara e in Calabria, che gestivano commercio di auto online e raccolte di scommesse ma anche bar e pizzerie, 8 autoveicoli e 10 chilogrammi di marijuana. Inoltre sono stati sequestrati per equivalente 6 milioni di euro quali quote di una societa' proprietaria di un villaggio turistico in Calabria

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