Tra il 2018 e il 2019 l'indice di costo della gestione dei rifiuti aumenta dello 0,8 per cento trainato dalle spese del personale (+1,4 per cento) a fronte di piu' contenute variazioni degli acquisti di beni e servizi (+0,6 per cento) e del costo d'uso del capitale (+0,5 per cento). Lo ha fatto sapere l'Istat nell'aggiornamento al 2019 degli indici annuali dei costi di gestione dei rifiuti. Rispetto ai due sotto-settori economici che compongono l'indice totale, l'andamento dei costi nel 2019 vede una crescita dell'1,0 per cento per le attivita' di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti e dello 0,4 per cento per il recupero dei materiali.
Leggi Tutto »Con lo stop al turismo in calo di 10 miliardi di spese degli stranieri tra marzo e maggio
I primi effetti del blocco dei flussi turistici dovuto all'emergenza Coronavirus sono gia' emersi a febbraio con il diffondersi dell'epidemia in molti paesi, ma e' dall'inizio di marzo che si e' giunti all'azzeramento dell'attivita' in corrispondenza dei provvedimenti generalizzati di distanziamento sociale. Secondo un rapporto pubblicato oggi dall'Istat, la spesa "mancata" da parte degli stranieri nel trimestre da marzo a maggio, apice della stagione turistica, ammonta a circa 10 miliardi di euro.
L'importanza della clientela straniera in questo periodo dell'anno e' confermata anche dai dati di flusso della spesa turistica annua nella situazione pre-crisi, che mostrano, tra marzo e maggio, un'incidenza della componente straniera (circa il 21,4% del totale annuo) significativamente piu' elevata di quella domestica (vicina al 16%). In generale, secondo l'ultima stima datata 2015, il valore aggiunto prodotto in Italia dalle attivita' connesse al turismo e' pari a circa 88 miliardi di euro, il 6,0% del valore aggiunto totale dell'economia. L'Italia e' al primo posto in Europa per quota di esercizi ricettivi sul totale Ue, pari a piu' del 30% nel 2018.
Leggi Tutto »Cna chiede l’anticipo della riapertura per la ristorazione
Gli operatori abruzzesi legati alla filiera del cibo chiedono di anticipare la riapertura. Aziende di produzione, bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, rosticcerie, catering fa notare Cna Alimentare, portano a un settore nel quale si contano circa 11mila aziende. E mentre la Regione promette di anticipare la riapertura, la preoccupazione delle imprese e' ristabilire un clima di fiducia. La distanza di sicurezza di almeno un metro per ristoranti, bar, pizzerie comporterebbe un dimezzamento di sedute e ingressi, con gravi conseguenze per l'occupazione. "Gelaterie e pasticcerie hanno bisogno non solo di riaprire a pieno regime, ma di sapere come riaprire. Indebitarsi senza regole certe non vale la pena: e' necessario eliminare tutti i lacciuoli della burocrazia nei prossimi sei mesi, "per questo Cna Alimentare - dichiara la presidente regionale Antonella Antenucci, titolare a Cupello di "Colline di Evagrio" che produce confetture e marmellate - chiede ai 305 comuni abruzzesi di concedere l'occupazione del suolo pubblico all'aperto gratis e, a quelli impossibilitati, di sostenere un possibile trasferimento di locazione con l'aiuto del credito di imposta. "Senza aiuti concreti dal governo sara' difficile per molti ripartire e garantire un lavoro ai collaboratori - aggiunge Giulia Mistichelli, presidente a Pescara di Cna Giovani Imprenditori, titolare di "Santa Ignoranza - Molti ristoratori si stanno attrezzando con asporto, ma vogliamo tornare a fare il nostro lavoro". "Del settore banchetti e catering non parla nessuno - dice Laura Del Vinaccio che a Mosciano Sant'Angelo gestisce "Borgo Spoltino" - Eppure muove grandi numeri e si collega a una filiera che da' occupazione anche all'indotto con hotel, agriturismi, b&b, escursioni. Sono state cancellate decine di prenotazioni fino a luglio: se non si fanno cerimonie religiose o civili non si festeggia, per la mia azienda rappresentano il 90% del fatturato. Con la consegna a domicilio non funziona: un conto e' stare in una realta' urbana, altra cosa in campagna"
Leggi Tutto »Coronavirus, dal 4 maggio riaprono i cantieri edilizi
Dal 4 maggio riapriranno tutti i cantieri in Abruzzo. La conferma arriva anche dal presidente regionale dell'Ance Antonio D'Intino, che spera in una ripartenza a 360 gradi dell'intero comparto abruzzese. "A oggi sono stati aperti solo i cantieri pubblici di massima urgenza e mi riferisco ai cantieri di edilizia scolastica, sanitaria, di dissesto idrogeologico e di edilizia carceraria - spiega - Si tratta di pochi cantieri, anche perche' solo domenica sera abbiamo saputo che avrebbero potuto riaprire, pero' devo anche sottolineare che i cantieri che da ieri potevano ripartire, ribadisco, pochi, lo potevano fare solo dietro autorizzazione delle prefetture locali. Con soddisfazione abbiamo apprezzato nel decreto la possibilita' di lavorare gia' da questa settimana con i rispettivi uffici per l'adempimento delle pratiche e far riaprire tutti gli altri cantieri il 4 maggio. Voglio solo aggiungere - conclude il presidente regionale dell'Ance - che in Abruzzo lavorano 5mila imprese edili che contano su 22mila lavoratori diretti iscritti alle casse edili e altri 48mila occupati dell'indotto, per quasi 70mila addetti in totale".
Leggi Tutto »Vertice in Regione per le misure sul credito
Il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha convocato una riunione tra gli operatori delle politiche del "credito" e "assistenziali" per un confronto sulle misure e azioni da adottare a sostegno dei lavoratori e delle aziende in difficolta' a causa delle chiusure stabilite dal Governo. Oltre a Marsilio, saranno presenti gli assessori Piero Fioretti (Lavoro) e Mauro Febbo (Attivita' Produttive). Il Governo della Regione, nell'intento di fronteggiare gli effetti negativi sul tessuto sociale e produttivo della regione causati dall'emergenza virus, intende promuovere un processo di contronto tra tutti i portatori di interesse per condividere le misure da porre in essere. La discussione si sviluppera' secondo le seguenti tematiche: - tempi e modalita' di erogazione della cassa integrazione; - credito e liquidita' per aziende e imprese.
Leggi Tutto »Redditi, allarme di Confcooperative Abruzzo
"Prima dell’emergenza coronavirus, più di un terzo della popolazione abruzzese viveva in una situazione di fragilità economica: ora questa fascia rischia di ampliarsi in maniera preoccupante, mettendo a rischio la tenuta sociale dell’Abruzzo". A lanciare l’allarme è Massimiliano Monetti, presidente di Confcooperative Abruzzo, che snocciola i dati di un’analisi del reddito Irpef degli abruzzesi nel 2017, realizzata dal Centro Studi dell’Agenzia per l’Abitare, il consorzio di Confcooperative Abruzzo che si occupa di dinamiche urbane, social housing, servizi all’abitazione e via dicendo.
Se il reddito medio in regione si attesta a 18.703 euro, già più basso di quello nazionale pari a 20.940 euro, il 63,05 per cento dei contribuenti si attesta sotto questa soglia. Il dato mostra un potere di acquisto e di spesa ridotto per oltre la metà degli abruzzesi. All’interno di questa maggioranza, l’1,10 per cento (pari a 9.789 contribuenti) vive in totale emergenza, con un reddito pari a zero, e il 34,61 per cento, equivalente a 309.363 contribuenti, oltre un terzo del totale, in una situazione di fragilità economica, con redditi che vanno da 0 a 10.000 euro annui, per un massimo di 833 euro al mese. A seguire, il 12,01 per cento (137.054 contribuenti) vive con redditi tra i 10 mila e i 15 mila euro (max 1.250 euro al mese) e 15,34 per cento (107.305 contribuenti) con redditi tra i 15 mila e i 18 mila euro, per un massimo di 1.500 euro al mese.
Commenta Monetti: “Già il quadro di partenza non è rassicurante. Con la crisi economica che si preannuncia particolarmente dura, moltissime persone perderanno il lavoro e quindi la fascia di popolazione fragile, che oggi vive con meno di 800 euro al mese, aumenterà significativamente, con quel che ne consegue in termini di capacità di spesa e di accesso a servizi essenziali come la salute e l’assistenza”.
Leggi Tutto »Aumento del 12,5% del prezziario base dell’edilizia
Un aumento medio generale dei prezzi del 7,5 per cento, a parte una ulteriore lievitazione del 5 per cento per i dispositivi e misure di sicurezza obbligatori nei cantieri per la emergenza coronavirus per contenere il virus: parti sociali, ordini professionali e associazioni di categoria dei costruttori hanno chiuso la partita del nuovo prezziario regionale. La bozza e' stata approvata ed inviata alla Giunta regionale che la esaminera', secondo quanto si e' appreso, in una pre Giunta il 3 maggio prossimo per poi essere approvata nella seduta del 5 maggio, proprio il giorno dopo la riapertura dei cantieri dopo due mesi di stop per il covid. Nelle intenzioni l'aumento del 5 per cento sara' stralciato a fine pandemia: per ora e' valido per tre mesi. Nella bozza sono state inserite le prescrizioni obbligatorie delle misure anti contagio imposte dal regolamento emanato a meta' marzo dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per le quali gli operai devono stare a distanza di sicurezza, dotarsi di mascherine e guanti usa e getta, e andra' garantita la sanificazione quotidiana degli spazi comuni, e dei mezzi e delle attrezzature, dotare i bagni di lavandino, e cosi' via. Misure che inevitabilmente comporteranno costi maggiori e anche ritmi di lavoro piu' lenti.
In ballo con il nuovo prezziario, i destini di un settore trainante per l'economia abruzzese, con i suoi 22mila dipendenti e 5mila imprese, tenuto conto che in Abruzzo, nel cratere aquilano, c'e' anche il cantiere piu' grande d'Europa, quello della ricostruzione post-sisma 2009, e in fase di partenza e' quello della ricostruzione dei terremoti del centro Italia 2016-2017, in particolare nel territorio teramano.
Leggi Tutto »Cambiano i pagamenti degli italiani
"L'emergenza Covid-19 ha dato il via ad una fase di cambiamento nelle abitudini degli italiani, che si sono adattati a nuovi stili di vita, di lavoro e di consumo. Spinte dal bisogno, le persone hanno iniziato a sperimentare e ad apprezzare nuove modalità di acquisto e di pagamento totalmente digitali a cui difficilmente rinunceranno una volta tornati alla normalità. Paradossalmente questo contesto rappresenta un'opportunità per l'Italia di fare grandi passi avanti in termini di digitalizzazione, recuperando il gap con gli altri Paesi europei''. A dirlo Antonio Valitutti, ceo di Hype, soluzione digitale per una gestione del denaro che funziona attraverso una semplice app mobile, commentando i dati rilevati da Hype. ll sorpasso per gli hyper è avvenuto il 10 marzo: proprio all'inizio dell'estensione delle misure lockdown e distanziamento sociale, utili a evitare la diffusione del virus. I pagamenti online hanno toccato quota 52% per portarsi al 63% il 23 marzo, di fatto invertendo le proporzioni registrate prima della quarantena. Sono numeri di rottura, per quanto ancora equilibrati e riferiti a un campione di consumatori evoluto, qual è quello degli hyper che tuttavia oggi, superando il milione di persone, è altamente rappresentativo. L'e-commerce cresce di una volta e mezzo (e con esso i pagamenti digitali): si tratta di un trend generale, come dimostrano i dati Nielsen che mostrano come nella terza settimana di quarantena (dal 23 al 29 marzo), si sia registrato un aumento del 162,1% dell'e-commerce, in progressivo rialzo dall'inizio del periodo di lockdown. In tempi normali, secondo Casaleggio e Associati, l'e-commerce italiano ha un tasso di crescita annuo del 18% ma una penetrazione sul mercato complessivo molto bassa e distante dagli altri Paesi europei (62% contro il 93% del Regno Unito, il 91% dell'Olanda, l'88% del Germania, l'84% di Francia e Spagna).
Anche sul fronte dei pagamenti il Paese è abbastanza all'inizio della sua parabola: pur segnando un aumento del 6,8% nel 2018, in valore assoluto le transazioni digitali sono ammontate solo a 80 miliardi rispetto ai circa mille miliardi di pagamenti annuali delle famiglie italiane (le transazioni con carta di credito valgono 240 miliardi di euro). Gli hyper hanno sempre privilegiato i pagamenti via app, ma nel negozio fisico (in store). La pandemia da Covid-19 ha cambiato anche le abitudini di spesa per categoria, non sorprendentemente. Hype registra un crollo di tutte le transazioni legate alle attività outdoor: ristorazione (-77%), i trasporti (-58%), viaggi (-72%) e un incremento a doppia cifra di finanziamenti e prestiti (+37%) e operazioni legate ai servizi (assicurazioni e bollettini). Ma anche lo shopping ha segnato una crescita del 28%. Così come gli alimentari (+24%), specchio della corsa ad accaparrarsi viveri, anche online, che ha fatto andare in crash i siti anche delle maggiori GDO nazionali.
Boom dell'elettronica (+45%) sulla scorta dell'impennata dello smart working: tutte le aziende di servizio stanno lavorando da remoto, spesso senza essere preparate (l'ultimo report del Politecnico di Milano sullo smart working rilevava a fine 2019 che il 51% delle pmi fosse disinteressato al tema) mentre la didattica a distanza è stata disposta per decreto del Miur, imponendo lezioni e interrogazioni online e innescando una corsa da parte delle famiglie all'acquisto di tablet suppletivi. Si rileva, inoltre, che la categoria cresciuta di più in assoluto sia quella delle donazioni (aumentate del 520%) a testimonianza della gara di solidarietà che gli italiani hanno fatto partire fin dall'inizio dell'emergenza.
I dati Hype, segmentati a livello geografico, mostrano per tutte le regioni un saldo negativo tra crollo del fisico e aumento del virtuale: che vuol dire che per quanto siano aumentati i pagamenti digitali con carta essi non sono riusciti a compensare la perdita in termini di pagamenti fisici. In particolare, per Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, le prime regioni colpite dalla pandemia e dalle misure di contenimento la situazione è stata simile: a fronte di crolli di circa il 30% nei pagamenti fisici, la Lombardia ha visto aumentare i pagamenti digitali del 15%, l'Emilia Romagna del 23% e il Veneto del 20%. Le variazioni misurano il cambiamento di abitudini nel periodo del lockdown tra l'8 marzo e il 25 marzo rispetto alle due settimane precedenti pre-lockdown (19 febbraio-7 marzo).
Tutte le regioni, in maniera pressoché indistinta hanno segnato cali rilevanti, di circa un terzo delle transazioni fisiche con carta, segnale che gli acquisti nei negozi fisici sono iniziati a calare prima che le misure di lockdown fossero estese a livello nazionale e inasprite. Ma in molti casi questo calo non è stato compensato da un aumento rilevante dei pagamenti digitali: questo è vero in particolare per la Puglia (dove i pagamenti digitali non sono aumentati) a fronte di un calo del 35% del canale fisico; per Basilicata e Val D'Aosta (+2% a fronte di cali del fisico rispettivamente del 34% e del 32%). Anche Sardegna e Calabria hanno segnato aumenti solo lievi e la Sicilia addirittura un calo del 4% nei pagamenti digitali. Spiccano Abruzzo (+19% a fronte di un calo del 29% del fisico) e Marche (+14% contro -26%). Quanto alle fasce di età sono gli under 18 i più impattati dal lockdown: per loro i pagamenti fisici sono diminuiti del 27% e del 20% per gli over 60, i più a rischio in questa pandemia. Mentre il cluster di età che ha cambiato meno le proprie abitudini, probabilmente perché già sbilanciate a favore del virtuale è la fascia 30-39 anni: i millennial hanno visto i pagamenti fisici calare solo del 6%.
Leggi Tutto »La sanificazione spetta solo alle imprese abilitate
L'attivita' di sanificazione degli impianti di climatizzazione spetta solo "alle imprese abilitate nell'ambito della manutenzione ordinaria dell'impianto o al responsabile dell'impianto, qualora previsto nel libretto di uso e manutenzione dell'impianto stesso". Lo chiarisce il Dipartimento Governo del territorio e politiche ambientali della Regione Abruzzo, in relazione a un quesito posto da Cna installazione e Impianti Abruzzo, presieduta da Cesare Altieri. La richiesta era stata formulata alla luce dei possibili rischi interpretativi collegati al testo dell'Ordinanza numero 42 del 20 aprile del presidente della Regione, Marco Marsilio, su "Nuove disposizioni recanti misure urgenti per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19" con le disposizioni sulla sanificazione degli impianti aeraulici, l'insieme delle apparecchiature e dei dispositivi dedicati, per la climatizzazione degli ambienti. Rischi interpretativi che avrebbero portato a rischi per la salute, con interventi affidati a mani improvvisate. "Laddove il termine 'sanificazione' si riferisce alle semplici operazioni di lavaggio di griglie, bocchette e filtri dell'aria, in particolare nell'espressione 'sanificazione di griglie, bocchette e filtri dell'aria, mediante lavaggio, disinfezione/sterilizzazione o mediante sostituzione', il termine sanificazione va inteso nel senso di disinfezione e igienizzazione profonda di tali componenti, operazione che puo' essere svolta sia da imprese abilitate nell'ambito della manutenzione ordinaria dell'impianto sia dal responsabile dell'impianto, qualora previsto nel libretto di uso e manutenzione dell'impianto stesso"
Leggi Tutto »Un’ottima annata per i vini d’Abruzzo
Un'ottima annata per i vini d'Abruzzo che hanno chiuso il 2019 con dati molto buoni che rilevano un incremento dell'imbottigliato a doppia cifra per il Montepulciano d'Abruzzo (+12% - con 800.000 hl), senz'altro il più rappresentativo tra i vini della regione. Il Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo mette in luce anche il trend positivo del primo trimestre 2020 con un +10% per il Montepulciano d'Abruzzo e più in generale un +6% sull'imbottigliato totale dei vini abruzzesi. "Consapevoli della grande criticità dell'attuale momento storico a seguito dell'emergenza sanitaria e economica causata dal coronavirus, vogliamo dare un segnale ottimistico andando a raccontare le ottime performance dei nostri vini", spiega Valentino Di Campli presidente del Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo che aggiunge "il Montepulciano d'Abruzzo fa da traino per la produzione vinicola della nostra regione e, negli ultimi sei anni, ha registrato una crescita importante che ha visto in particolare nel 2019 un incremento di oltre il 12% rispetto all'anno precedente".
Dall'analisi di questi trend positivi, effettuata da parte del Consorzio, sicuramente tra le attività più strategiche che hanno portato a questo incremento spicca l'inserimento del contrassegno di stato, introdotto a dicembre 2018, quale importante simbolo di garanzia per produttore e consumatore, che accresce la credibilità e la garanzia dei prodotti oltre all'affidabilità di tutta la filiera.
I dati positivi del 2019 e dell'inizio 2020 fanno ben sperare in un buon punto di partenza per la ripresa "dall'attuale situazione in cui si trova il settore e di cui, ad oggi, è purtroppo impossibile prevedere la durata e le conseguenze", aggiunge Di Campli, "molte cantine, legate al canale Horeca (hotel, ristoranti e bar), stanno soffrendo non poco, altre - più strutturate e legate alla distribuzione organizzata - continuano a lavorare pur tra mille difficoltà. Tante aziende stanno investendo nelle vendite online, un canale che, anche noi come Consorzio, stiamo cercando di supportare con l'obiettivo di fare sistema e di ampliare così il raggio d'azione".
A tal proposito il Consorzio ha attivato un piano di promozione degli shop online delle cantine abruzzesi in questo particolare momento storico in cui l'online ha avuto una crescita esponenziale. Si stanno chiudendo in questi giorni accordi importanti con alcune delle principali piattaforme di vendita on-line (come Tannico, Callmewine, Xtravine) per promuovere la conoscenza dei vini abruzzesi e quindi di conseguenza l'acquisto degli stessi; sulla pagina web del Consorzio è stata creata un'apposita sezione che riunisce tutti gli shop on-line delle cantine aderenti. L'attività è promossa anche da una campagna sui social #IOBEVOABRUZZESE che propone di stappare una bottiglia di vino abruzzese - Montepulciano d'Abruzzo, Trebbiano d'Abruzzo, Pecorino, Cerasuolo d'Abruzzo solo per citarne alcuni -, abbinare uno dei piatti preferiti, scattare una foto e condividerla sui social; il target della campagna sono proprio i numerosi clienti delle piattaforme di vendita online e i winelover di tutto il mondo.
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