Economia

Master in Behavioral Economics and Neuromarketing

Pubblicato il bando del primo Master in Behavioral Economics and Neuromarketing (BEN) in Italia. Un percorso per portare l’Economia comportamentale e le neuroscienze nelle aziende. Le iscrizioni rimarranno aperte fino al 10 dicembre. Le lezioni si terranno nel Polo didattico di Pescara. Le applicazioni di economia comportamentale e neuroscienze nelle aziende hanno avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni. Un recente studio del prestigioso Istituto Gallup mostra come in qualsiasi settore economico vi sia una crescente richiesta di esperti in economia comportamentale e neuromarketing, poiché è dimostrato che le imprese che ricorrono a queste competenze superano i competitor dell’85% nell’aumento delle vendite e del 25% nei margini lordi, su base annua. L’obiettivo del Master è proprio quello di formare delle figure in grado di valorizzare il ruolo dello Human Factor e di integrarlo nella strategia aziendale, rispondendo quindi all’esigenza di formare esperti del comportamento in grado di comprendere, analizzare e migliorare i processi decisionali che coinvolgono chiunque interagisca nelle aziende e con le aziende. Le funzioni interessate sono il marketing e le ricerche di mercato, le risorse umane, il controllo, il design, la finanza, la comunicazione. Il Master è organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana per la Direzione del Personale (AIDP), Pomilio Blumm e Umana Analytics. La ricca e interdisciplinare offerta formativa del Master BEN prevede corsi tenuti da docenti dell’Università di Chieti e Pescara e di altri prestigiosi atenei italiani e stranieri, a cui si affianca un numero significativo di manager d’impresa, professionisti ed esperti del settore, offrendo agli studenti l’opportunità di completare un percorso di formazione a 360° gradi, che fornisca solide basi tecniche e scientifiche da integrare con una forte vocazione al business. Il Master offrirà agli studenti non lavoratori l’opportunità di intraprendere un periodo di Stage di 750 ore in azienda, per mettere in pratica e metabolizzare le conoscenze acquisite attraverso un processo di learning by doing. Sono già state stipulate convenzioni con numerose aziende di rilievo nazionale e altre stanno perfezionando la partnership. Citiamo Almawave, ALMA C.I.S., ATM Trasporti Milanesi, Blu Serena, Cantina Tollo, CNH Industrial, Fater, Infocert, L Foundry, Main AD, Marramiero Vini, Saquella, Umana Analytics, Valagro, White Rabbit, ZF. Gli studenti lavoratori sono favoriti dalla formula weekend (lezioni programmate il venerdì pomeriggio e il sabato mattina).

Sito web: www.ben.unich.it
Pagina Facebook: www.facebook.com/neuroeconomiacomportamentale/

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Coldiretti, stato di crisi per il pesce azzurro in Adriatico

E’ stato di crisi per il pesce azzurro in Adriatico. A lanciarlo sono un gruppo di pescatori abruzzesi che si sono rivolti a Coldiretti Impresa Pesca per illustrare le condizioni in cui versa il settore della pesca di piccoli pelagici, ossia sarde ed alici, che soffrono la diminuzione delle imbarcazioni a causa della difficoltà di fare reddito.

Secondo i pescatori “nonostante il proliferare di normative nazionali orientate a fronteggiare la crisi delle catture e la diminuzione del cosiddetto pesce azzurro, l’attività di pesca di piccoli pelagici sta registrando un notevole decremento del numero delle imbarcazioni a causa della difficoltà di fare reddito, tanto che sono ormai poche in Abruzzo le imbarcazioni abruzzesi che effettuano questo tipo di attività”. In sostanza, il problema è nella drastica riduzione delle giornate di pesca per il fermo biologico che, per sarde e alici, prevede venti giornate mensili senza eccedere le 180 nell’anno solare. “Riduzione che – sottolinea Coldiretti Impresa Pesca - non è supportata, come accaduto in altre regioni, da un intervento in regime de minimis alle imprese”. Secondo i pescatori, che appartengono alla cooperativa Abruzzo Pesca, ad aggravare la situazione è anche il proliferare in Adriatico dei tonni rossi che, soggetti al sistema di quote, non possono essere pescati ma generano, di contro, gravi danni alle reti dei pescherecci in cui inevitabilmente si impigliano.

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Studio Bankitalia, il terremoto ha causato un calo del 5% su produzione e vendite nel Centro Italia

Il terremoto che nel 2016 ha colpito quattro regioni del Centro Italia (Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo) ha causato una contrazione della produzione e delle vendite di oltre il 5% in media d'anno. Il dato emerge dall'ascolto che il centro studi della sede di Ancona di Bankitalia ha fatto di 2.500 aziende dell'area del cratere, confrontando la loro performance con altrettante imprese insediate all'esterno del cratere nelle stesse regioni e con caratteristiche simili. L'impatto e' stato negativo nell'intera area del cratere, ma l'analisi condotta ha consentito di evidenziare l'eterogeneita' degli effetti del sisma, concentrati nelle zone piu' vicine agli epicentri e piu' marcati per le imprese di minore dimensione e operanti nell'agricoltura e nel terziario, specie nelle attivita' collegate al turismo.

"Si tratta di attivita' che traggono alimento dall'interazione con soggetti (famiglie, imprese, turisti) presenti nel territorio", ha spiegato il responsabile del centro studi, Giacinto Micucci. "Nel complesso questi risultati suggeriscono che un importante canale tramite cui si sono manifestati gli effetti del sisma sull'attivita' delle imprese e' rappresentato dal calo della domanda proveniente dal territorio colpito, a sua volta riconducibile allo spopolamento dei luoghi per effetto dei disagi abitativi e ai minori afflussi turistici". Nel 2017 gli effetti si sono nel complesso attenuati ma l'eterogeneita' e' cresciuta: nella cintura piu' esterna del cratere, dove sono insediate le principali aziende dell'area colpita e operano storiche specializzazioni manifatturiere, l'evidenza di effetti negativi viene meno; per le imprese del cratere core, specie quelle terziarie piu' dipendenti dalla domanda locale, invece, persistono rilevanti effetti negativi, "anche perche' legati al ritorno delle popolazioni ai territori di residenza".

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La mappa della burocrazia nei Comuni secondo CNA

Per consumare cibo e bevande direttamente dall'artigiano la scomodita' e' un obbligo di legge. Per gustare le eccellenze alimentari e' il prezzo da pagare imposto da norme, circolari e burocrazia. Non sedie ma sgabelli, divieto per i tavoli ma solo banconi o mensole. E le posate? Solo monouso e tra poco fuorilegge, divieto assoluto di metallo e ceramica e il tovagliolo rigorosamente di carta. E se il cliente desidera un caffe' o una bevanda nel migliore dei casi deve ricorrere al distributore automatico. La fotografia e' stata scattata dal secondo rapporto realizzato dalla CNA dal titolo "Comune che vai burocrazia che trovi: cibo a ostacoli" dedicata al settore agroalimentare. Un segmento dai numeri rilevanti, 85 miliardi di euro che ogni anno gli italiani spendono per mangiare fuori casa, circa 120mila imprese di cui il 60,5% artigiane con 400mila addetti. Negli ultimi sei anni il numero delle imprese e' aumentato del 3,6%, quelle artigiane solo dell'1,6% mentre quelle non artigiane del 6,9% a conferma di una architettura normativa penalizzante. Per far consumare il cibo sul posto l'artigiano e' costretto a scalare l'Everest. Circa 70 adempimenti per avviare l'attivita' e altri 20 per somministrare i prodotti e poi 21 soggetti che esercitano controlli e accertamenti, dalle guardie ecologiche alla Capitaneria di porto fino al medico veterinario. Una vera e propria giungla di norme e circolari emanate dallo Stato centrale, Regioni e Comuni. Le differenze sono all'ordine del giorno. Solo il Comune di Pescara non richiede ulteriori titoli per la vendita di bevande da parte degli artigiani, il 74% dei comuni non adotta una normativa organica per i consumi alimentari sul posto. L'artigiano e' obbligato a ottenere il titolo di esercizio di vicinato. Non solo 20 adempimenti richiesti ma anche un corso specifico che varia dalle 80 ore di Pistoia e Grosseto alle 140 a Roma. In sei comuni tra i quali Bologna e Genova gli artigiani non possono utilizzare gli spazi esterni ma negli altri l'eterogeneita' e' il tratto prevalente: dalla semplice autorizzazione alla concessione vera e propria. La CNA pertanto chiede una profonda revisione della normativa a partire dalla legge quadro sull'artigianato del 1985 per rispondere la profonda trasformazione dei modelli di consumo. Occorre una definizione di attivita' prevalente dell'impresa artigiana che non lasci spazio ad interpretazioni arbitrarie.

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Oltre il 30% delle famiglie italiane non conosce prodotti finanziari

Oltre il 30% delle famiglie italiane non conosce nessuno tra i seguenti prodotti finanziari: conto corrente; azioni; obbligazioni; fondi comuni; Bitcoin. E' quanto emerge dal Rapporto Consob sulle attività finanziarie delle famiglie. Secondo il sondaggio il 21% degli intervistati non conosce nessuna di queste nozioni base: inflazione, relazione rischio/rendimento, diversificazione, caratteristiche dei mutui, interesse composto

Con riferimento alla cosiddetta risk literacy, solo il 25% è in grado di ordinare correttamente azioni, obbligazioni e conto corrente per livello di rischio; il 50% degli individui, inoltre, indica le azioni come il prodotto più rischioso, associandovi una maggiore volatilità, un maggior rischio di liquidità e un maggior rischio di perdita del capitale e, nel 70% dei casi circa, la possibilità che tale forma di investimento alimenti disagio e preoccupazione. Quanto a un'ipotetica scelta di investimento, le attività immobiliari sono spesso preferite a impieghi di natura finanziaria, a prescindere dall'orizzonte temporale e dagli obiettivi di rendimento. L'educazione finanziaria ricevuta in famiglia si associa a comportamenti economico-finanziari corretti. Come evidenziato dalle Survey precedenti, gli intervistati, si legge nel Rappporto, indicano l'educazione famigliare come una delle principali fonti della propria cultura finanziaria, insieme a fattori quali interesse personale ed esperienza.

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Erasmus Plus, tirocini all’estero per 100 diplomati abruzzesi

Cento giovani neodiplomati abruzzesi in cinque Paesi esteri per un'esperienza professionalizzante di 120 giorni in aziende straniere: e' quanto prevede il progetto Erasmus Plus denominato "M.A.D.E. IN. UE - Making Alliances anD Empowering Inclusion IN UE". L'iniziativa e' promossa, in collaborazione con numerosi partner, da Confartigianato Imprese Pescara, che ha ottenuto l'approvazione del progetto. I dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa al Comune di Pescara alla quale hanno preso parte l'assessore comunale all'Artigianato, Alfredo Cremonese, il presidente e il direttore provinciale di Confartigianato, Giancarlo Di Blasio e Fabrizio Vianale, la project manager Stefania Cafaggi di Formamentis Group e i rappresentanti dei partner di progetto, tra cui, oltre a quello di Pescara, il Comune di Montesilvano, l'Arci, la Caritas e numerose scuole. Quattro gli obiettivi principali del progetto: permettere ai giovani abruzzesi di sviluppare una mentalita' professionale-imprenditoriale di impostazione europea; sviluppare hard e soft skills per la formazione di job profiles; concretizzare il raccordo tra il mondo dell'istruzione e quello economico-produttivo per creare un continuum tra percorsi formativi e professionali; permettere lo sviluppo economico territoriale attraverso l'innovazione di settori economici potenzialmente fruttuosi. I Paesi di destinazione sono Regno Unito, Germania, Olanda, Belgio e Spagna. Le aziende ospitanti operano nei settori del commercio, dell'import-export, del marketing e dell'e-commerce. Il progetto e' interamente finanziato all'Unione Europea. Sono previste borse di mobilita' per i ragazzi partecipanti, i quali, alla fine dell'esperienza all'estero, otterranno quattro certificazioni. "Nell'arco dei due anni - spiega Cafaggi - il progetto sara' suddiviso in piu' bandi. Le domande per il primo, dedicato a 15 diplomati del 2019 e con destinazioni Regno Unito e Spagna, sono fissate al 6 dicembre. Il bando e' consultabile all'indirizzo www.erasmus-madeinue.eu". 

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Proroga della Cigs per Pilkington

Proseguira' fino al 23 settembre 2020 la cassa integrazione straordinaria per la Pilkington Italia spa: e' stato infatti siglato al ministero del Lavoro l'accordo di proroga. Erano presenti i vertici aziendali e le rappresentanze sindacali. Notizia che e' stata accolta in maniera positiva nello stabilimento di San Salvo dove resta comunque alta la preoccupazione per i 55 esuberi. Argomento di discussione del tavolo di confronto in programma lunedi' prossimo, 11 novembre, quando si incontreranno la societa', i sindacati e la Regione Abruzzo.

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Oma, ripresa l’attività con l’esercizio provvisorio

Hanno ripreso l'attivita' alcuni lavoratori della Oma Spa di Castiglione a Casauria, dopo l'incontro di ieri nel corso del quale e' stato comunicato che e' stato concesso l'esercizio provvisorio di tre mesi eventualmente rinnovabili. Un incontro a cui hanno partecipato il curatore fallimentare Roberto Costantini, il responsabile del personale, segreterie Fiom Cgil, Fim Cisl e la RSA aziendale degli stabilimenti di Castiglione, Tocco e Bussi Officine. Domani il curatore ricevera' la visita di Nuovo Pignone, il committente principale, per discutere delle commesse in essere e di eventuali commesse future. Compito del curatore, fanno sapere i sindacati, sara' valorizzare l'azienda per procedere ad affitto e cessione in modo da garantire livelli occupazionali e interessi dei creditori. Intanto e' partita la richiesta di Cigs che servira' nella gestione del personale attualmente non necessario; con il Prefetto di Pescara si e' convenuto di sollecitare una rapida convocazione dal parte del Mise. 

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Rinasce Tortella, storica azienda che produce macchine agricole e ricambi

Riapre Tortella, storica azienda che produce macchine agricole e ricambi, nello stabilimento originario di Ortona. La proprieta' intellettuale e il marchio dell'azienda, che cesso' le proprie attivita' nel 2015 dopo circa 70 anni, nel 2017 sono stati rilevati dal gruppo Marasca, che a maggio scorso ha acquistato anche lo storico capannone, dove a breve ripartira' la produzione. Stamani la presentazione in conferenza stampa, nella sede di Confindustria Chieti Pescara, da parte di presidente e Ceo di Marasca Group, Carlo ed Enrico Marasca. Al momento i dipendenti della nuova Tortella sono una decina, che saliranno ad almeno trenta nel prossimo biennio. Il mercato di riferimento, oltre all'Italia, e' l'estero: ad oggi sono state effettuate vendite in 14 Paesi. Nello stabilimento di Ortona, in via Civilta' del Lavoro, saranno realizzate progettazione e produzione e saranno presenti anche gli uffici direzionali e commerciali. "Un momento storico e importante per tutto il territorio - commenta Enrico Marasca - Io e mio fratello, da abruzzesi, abbiamo preso questa decisione proprio per rilanciare il marchio nel mondo e ridare un segnale di speranza e di opportunita' alle persone. Localizzare la produzione sul territorio, contribuire al rilancio occupazionale locale, e' un atto di fiducia verso il futuro e la dimostrazione che il Made in Italy e' una caratteristica imprescindibile per l'azienda". 

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Tagli ai fondi per l’agricoltura, Coldiretti lancia l’allarme

"E' inaccettabile un taglio di 370 milioni di euro all'agricoltura italiana - di cui oltre 8milioni a quella abruzzese - che è diventata la piu' green d'Europa con primati nella qualità e nella sicurezza alimentare". E' quanto afferma la Coldiretti Abruzzi in riferimento alla riduzione complessiva del budget per la Politica agricola comune (Pac) dal 2020 al 2021, prevista dalla proposta di regolamento transitorio adottato dalla Commissione europea. Per l'Italia vengono stanziati 3,56 miliardi in pagamenti diretti e 1,27 per lo sviluppo rurale (Psr), rispettivamente 140 milioni (-3,9%) e 230 milioni in meno (-15,6%) rispetto al massimale 2020, per una riduzione totale di 370 milioni di euro, prevista nel 2021 con il passaggio dal nuovo al vecchio Quadro Finanziario Pluriannuale (QFP). In questo scenario l'Abruzzo non fa eccezione con una diminuzione di 2.240.000 euro per i pagamenti diretti e 5.892.930 per il Psr per una riduzione complessiva di risorse pari a 8.132.930 euro. 

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