Incredibile ma vero

Libano, governo introduce tassa su chiamate Whatsapp

Manifestazioni, incendi e blocchi stradali da parte di una folla inferocita, scesa nelle strade di Beirut, hanno costretto il governo libanese a fare marcia indietro sulla decisione di introdurre una tasse sulle chiamate via Whatsapp e altre App. Lo riferiscono i media locali. "Subito dopo l'annuncio del ministro dell'Informazione di introdurre la tassa a partire dal primo gennaio 2020, migliaia di persone sono scese nelle strade della capitale Beirut ed altre città gridando slogan che chiedevano le dimissioni del governo al grido 'Rivolta, Rivolta'", come riporta il quotidiano libanese Annahar che pubblica una serie di foto che mostrano manifestanti che danno alle fiamme cassonetti e incendiano copertoni delle auto

Nel centro di Beirut la folla ha bloccato il corteo del ministro dell'Informazione Akram Shahib costringendo le sue guardie del corpo a sparare in aria per allontanare i manfestanti, riferisce sempre Annahr. Il provvedimento prevede una tassa di 20 centesimi di dollari per ogni telefonata effettuate tramite sistemi di Voip (Voice over the Internet protocol). I soldi generati dalle conversazioni telefoniche finiranno nelle casse dello Stato. Lo scopo della nuova tassa è quella di incassare circa 216 milioni di dollari in vista del bilancio del 2020. 

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Il Pescara ‘ripudia’ un tifoso razzista

Critica su Twitter il Pescara Calcio per il suo impegno nella lotta al razzismo e la societa' gli risponde per le rime, dicendo che non era piu' gradito come tifoso della squadra. E' quello che e' accaduto nel pomeriggio sul profilo ufficiale Twitter della societa' biancazzurra a un supporter che aveva criticato la politica del Pescara contro il razzismo. La societa' abruzzese ha risposto alle critiche del sostenitore con una frase che non ammette repliche: "Da oggi non e' piu' nostro tifoso". Poco fa, sempre sulla pagina Twitter della societa' adriatica e' comparso un messaggio di ringraziamento da parte del presidente della Lega di serie B, Mauro Balata. "Bravo Pescara. Continuiamo insieme questo percorso per dire ancora una volta 'No al Razzismo'"

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Collo da tablet, la malattia legata alle ore passate sullo smartphone per internet

Lo chiamano "collo da tablet", ed è uno degli effetti collaterali dell'utilizzo sempre più massiccio di tablet, smartphone e altri dispositivi tecnologici. E proprio gli smartphone sono secondo l'Istat sono i dispositivi più utilizzati per accedere ad internet (89,2% della popolazione italiana, dai 14 anni in su), seguiti dal PC (45,4%) e dai tablet (26,1%). Le tante ore passate con il collo e le spalle incurvate per leggere gli schermi dei device, fanno assumere una posizione innaturale al tratto cervicale della colonna vertebrale, opposta a quella corretta che prevede spalle dritte e mento alto, provocando quindi dolore. Un quadro dettagliato è stato fornito da uno studio dell'Università del Nevada condotto su oltre 400 persone, tra studenti, insegnanti ed ex studenti. Dalla ricerca emerge che il 67% degli intervistati dichiara di percepire dolore alle spalle e al collo durante l'utilizzo dei device. I soggetti più colpiti sono i giovani tra i 16 e i 25 (60%), ed in particolare le donne (75% rispetto al 24% degli uomini), che sembrerebbero più portate ad assumere posture scorrette. Il dato più allarmante risulta però che il 54% degli intervistati non rinuncia all'uso dei dispositivi neanche in presenza di dolore.

r contrastare questi fastidi si possono mettere in atto una serie di comportamenti virtuosi per prevenire il dolore, primo tra tutti il corretto posizionamento dei dispositivi, con l'utilizzo di un supporto per il tablet che consenta di sistemarlo all'altezza degli occhi in modo da evitare di incurvare la schiena durante l'utilizzo. È inoltre molto importante mantenere una postura corretta e fare intervalli frequenti per alzarsi e camminare, approfittando di questi intermezzi anche per bere un bicchier d'acqua. Infatti, una corretta idratazione è una delle fondamentali condizioni per mantenere flessibili i dischi della colonna vertebrale. Tenere sempre a portata di mano, sulla scrivania dell'ufficio così come a casa, una bottiglia di acqua è quindi un'ottima e salutare abitudine.

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La depressione aumenta il rischio di 22 malattie

Fiato corto, disturbi gastrointestinali, patologie cardiache croniche, malattie urinarie. Sono solo alcuni dei problemi direttamente causati dalla depressione grave. Chi ne soffre ha infatti un rischio dal 12 al 32% più elevato di andare incontro a 22 patologie diverse, come ha dimostrato un recente studio australiano pubblicato su 'Molecular Psychiatry', in cui sono stati analizzati i dati genetici di oltre 330mila persone. La depressione, insomma, non è semplicemente associata a queste patologie ma una causa diretta. Lo sottolineano gli esperti della Società italiana di Psichiatria - in conferenza stampa a Roma, nella nuova sede a Santa Maria della Pietà - in vista della Giornata mondiale della Salute mentale del 10 ottobre, che chiedono maggiore attenzione e risorse per i Servizi di salute mentale per andare incontro alle necessità dei quasi 3 milioni di italiani con disturbi depressivo. Persone che corrono pericoli gravi: tra il 40 e il 70% ha pensieri suicidari. E il 10-15% dei gesti estremi si verifica proprio in chi soffre di depressione. Eppure, ricordano gli psichiatri, oggi per questo settore si spende appena il 3,5% della spesa sanitaria complessiva, a fronte di una necessità stimata in almeno il 5% e un investimento dell'8-15% negli altri Paesi del G7. "La depressione purtroppo è in continua crescita: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'incidenza è aumentata quasi del 20% in dieci anni", spiega Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della Società italiana di Psichiatria e docente di Psichiatria presso l'Università degli Studi G. D'Annunzio di Chieti

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A piedi in autostrada con un chilo di droga

Durante un controllo sull'autostrada A/24, una pattuglia della Sottosezione Polizia Stradale di L'Aquila Ovest, ha proceduto al controllo di una persona appiedata al chilometro 28, ricadente nel territorio del Comune di Vicovaro. Alla vista della pattuglia un 31enne di nazionalità marocchina, ha provarto a  disfarsi di un sacchetto di plastica lanciandolo nella scarpata adiacente l'autostrada. Il tutto non è sfuggito però al personale operante che ha bloccato il giovane e recuperato il sacchetto di plastica, all'interno del quale sono stati rinvenuti 10 panetti di sostanza stupefacente, per un peso complessivo di circa un chilogrammo, successivamente rivelatasi essere del tipo hashish. Accompagnato negli uffici della Sottosezione Polizia Stradale di L'AquilaOvest, per ulteriori accertamenti, al termine dell'attività d'indagine l'uomo è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Contestualmente è stata effettuata anche la perquisizione domiciliare. 

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Sorpresi a fumare in ospedale a Pescara

Sorpresi a fumare all'interno dell'ospedale di Pescara, sono stati multati dai Carabinieri del Nas del capoluogo adriatico. Protagonisti due visitatori che sono stati colti sul fatto, non distanti da alcuni ambulatori, dai militari per la tutela della salute. Dovranno pagare una multa di 55 euro. I Carabinieri del Nas inoltre hanno contestato la violazione per mancata esposizione del cartello "divieto di fumare" nei locali di uno studio odontoiatrico. Tutti sono stati segnalati all'autorita' amministrativa competente. 

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Facebook compra una start up che studia il controllo del device con la mente

 Facebook ha comprato e ingloberà nei propri laboratori di ricerca Reality Labs la start up Ctrl-labs, che sta studiando un sistema per permettere ai computer e ai dispositivi mobili di interagire direttamente con il pensiero. Lo annuncia Andrew Bosworh, vicepresidente di Facebook, in un post sul social network. "La vision di questo lavoro - spiega Bosworh - è un braccialetto che consente alle persone di controllare i propri dispositivi come una naturale estensione dei movimenti".

 

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Entra in carcere con la droga nascosta nei calzini

Era in visita al supercarcere di Lanciano e gli hanno trovato droga nascosta nelle scarpe e calzini. Con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di hashish agli arresti domiciliari e'  finito un giovane di Roma, di 20 anni. Il provvedimento cautelare e' stato convalidato dal gip di Lanciano Massimo Canosa. Quasi nove grammi di stupefacenti sono stati scoperti nel reparto colloqui. La droga era destinata a un amico recluso nel reparto di media sicurezza.

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Social network, un ragazzo su 3 possiede un account falso

Un ragazzo su 3, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso: sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne 1 oltre a quello "ufficiale", mentre il 5% e' presente ma solo con un fake. Lo dice una ricerca di Skuola.net per "Una Vita da Social", la piu' importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nell'ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori. Campagna itinerante con un truck allestito con un'aula didattica multimediale condotta in collaborazione con il Miur e che riparte oggi dall'Istituto Comprensivo 'Mariele Ventre' di L'Aquila in concomitanza della cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico 2019-2020 che si e' svolta alla presenza del presidente della Repubblica, del ministro dell'Istruzione e del Capo della Polizia. Ci saranno incontri con studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma al tempo stesso esplicito e adatto a tutte le fasce di eta'. E dalla ricerca relativa ai social emergono anche altri fattori interessanti che spesso i Millennials e la Gen Z tengono ben segreti. Come appunto l'avere un account falso. Ma perche' questa identita' anonima? Emerge che principalmente e' per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonche' per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%). 

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Un ecografo per trovare la vena ‘giusta’

Trovare subito la vena 'giusta' sul braccio senza procedere con ripetuti tentativi che provocano danni e sofferenza al paziente. All'ospedale di Avezzano, da lunedi' prossimo, la direzione Asl, con a capo la manager facente funzione, Simonetta Santini, aprira' un ambulatorio dedicato a quelli che in linguaggio tecnico si chiamano 'gli accessi venosi periferici'. Un nuovo importante servizio perche' agevolera' le modalita' di applicazione dei cateteri utilizzati per somministrare le terapie per le diverse malattie. In sostanza, grazie a un ecografo, l'operatore sanitario sara' in grado di individuare immediatamente sul braccio la vena piu' appropriata e collegarvi il catetere che sara' cosi' fissato in modo saldo (senza ricorrere a punti di sutura) per periodi piu' o meno lunghi, a seconda delle necessita' e del tipo di cura. L'applicazione ecoguidata del catetere sara' molto utile soprattutto per i pazienti che hanno un apparato venoso fragile a causa di caratteristiche anatomiche soggettive. Sara' anche utile per chi si e' sottoposto a terapie endovenose per lunghi periodi. L'ambulatorio, che fa capo al medico della chirurgia vascolare Gennaro Bafile, situato al secondo piano dell'ospedale, nello spazio condiviso con la senologia, si avvarra' delle infermiere Anastasia Fusco e Gabriella Celi. La nuova attivita', almeno in questa fase iniziale, funzionera' due giorni a settimana, il lunedi' e il giovedi' dalle ore 9 alle 13.00. L'ambulatorio, il cui ambito operativo e' riconducibile al dipartimento di chirurgia, diretto da Walter Di Bastiano, servira' sia ai ricoverati sia agli esterni. Nel primo caso sara' a disposizione di tutti i degenti, presenti nei diversi reparti, che hanno bisogno di sottoporsi a terapie durante la permanenza in ospedale (cure a lungo termine). Le prestazioni esterne (per le quali occorre la prenotazione al Cup) riguarderanno invece le persone che sono in trattamento Adi (assistenza domiciliare) o anziani e malati oncologici che devono seguire, al di fuori dell'ospedale, terapie di lungo termine che durano mesi. 

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