Incredibile ma vero

Studio MIT Boston,gli smartphone degi automobilisti per monitorare i ponti

I telefonini degli automobilisti possono contribuire alla sicurezza dei ponti fornendo preziose informazioni sullo stato di salute delle strutture. Lo sostiene una ricerca condotta da un team del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, pubblicata qualche mese fa su una delle principali riviste scientifiche internazionali, i "proceedings" dell'IEEE. La ricerca condotta da Thomas Matarazzo e firmata fra gli altri dagli italiani Carlo Ratti e Paolo Santi, dimostra come usando gli accelerometri presenti nei telefoni cellulari piu' evoluti e ormai diffusissimi, gli smartphone, si possano misurare le vibrazioni dei ponti, e da queste capire il loro stato di "salute strutturale". Secondo i ricercatori, si intravede "una grande opportunita'" nella coincidenza di tre fattori: le infrastrutture delle citta' invecchiano; aumenta il bisogno di innovazione dei sistemi di monitoraggio; e nel settore delle tecnologie di consumo, in particolare i telefonini, e' in atto una evoluzione tecnologica rapidissima. Gli smartphone infatti sono dotati di tre accelerometri, ovvero sistemi micro elettro meccanici, in grado di misurare lo spostamento del telefonino sui tre assi, altezza, lunghezza e profondita', e di registrare una serie di altri dati piu' o meno importanti.

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Minacciavano il ‘cliente’ di pubblicare video in rete, due arresti

Sono stati arrestati per estorsione due transessuali, che da mesi avrebbero ricattato un cliente. L'uomo, credendo di incontrare una giovane e bella escort, contattata on line, si era recato in un appartamento a La Spezia. Ad aprirgli la porta però era stato un transessuale. Rifiutatosi di consumare la prestazione, il cliente, visto l'equivoco, se ne era andato. Ma poco dopo sarebbero iniziate le minacce che, in buona sostanza, erano le seguenti: "Abbiamo il video del tuo ingresso in casa, se non ci dai 200 euro mettiamo tutto sul web e ti sputt...mo". Decine i messaggi di minacce, ricatti e insulti, che sarebbero arrivati nonostante il malcapitato bloccasse i numeri da cui veniva contattato. Il cliente si è sempre rifiutato di cedere all'estorsione, fino a denunciare tutto ai carabinieri di Massa. Una volta rintracciati i numeri di telefono da cui provenivano le chiamate, i carabinieri sono risaliti a due transessuali che sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, che stanno scontando in provincia di Pescara. I due hanno 29 e 25 anni, e secondo gli inquirenti non sarebbero nuovi a questo tipo di comportamento. Il modus operandi era sempre lo stesso: il cliente veniva adescato e loro lo filmavano per poi chiedergli una somma di denaro in cambio del 'silenzio'. Su richiesta del pm Marco Mansi, il gip Alessandro Trinci di Massa ha emesso un'ordinanza con la misura cautelare degli arresti domiciliari. Nel frattempo i carabinieri hanno appurato che i due si erano spostati a Verona, così con la collaborazione dei colleghi della città veneta li hanno intercettati e li hanno arrestati. 

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Obesità, un farmaco contro il glaucoma bloccherebbe l’aumento di peso

Un farmaco usato per trattare il glaucoma, una malattia che porta alla cecita', potrebbe avverare il sogno di molti golosi: mangiare i cibi grassi senza mettere su chili. Lo ha scoperto un gruppo di scienziati dell'Universita' di Yale in uno studio pubblicato sulla rivista Science. Gli studiosi hanno trovato un modo per manipolare le "porte" che permettono al grasso di essere assorbito dal corpo, appiattendole e limitando significativamente la capacita' delle particelle di grasso di passare. In particolare, sono stati identificati due geni chiave nelle cellule intestinali che, una volta rimossi, trasformano le cellule da "bottoni", da cui puo' passare piu' facilmente il grasso, a "cerniere". Per dimostrarlo i ricercatori hanno fatto seguire a un gruppo di topi senza i due geni una dieta ricca di grassi per otto settimane. Hanno cosi' visto che gli animali non aumentavano di peso, mentre i topi usati come gruppo di controllo sono diventati rapidamente obesi

"Abbiamo creato un topo che mangia grassi ma non ingrassa", spiega Feng Zhang, l'autore principale dello studio. "Il grasso viene assorbito nel corpo dall'intestino attraverso le 'porte' dei vasi linfatici chiamati chiliferi ... Nei topi che abbiamo creato - continua - i chiliferi diventano una 'cerniera' e le particelle di grasso non possono piu' penetrarli. I grassi vengono espulsi piuttosto che assorbiti e il topo non guadagna molto peso anche se viene alimentato con una dieta ricca di grassi". Questa ricerca e' la prima a dimostrare che i chiliferi hanno un ruolo chiave nel passaggio del grasso dall'intestino al flusso sanguigno. Sebbene possano essere chiusi geneticamente, questa non sarebbe un'opzione valida per gli esseri umani. Quindi il team ha esaminato l'effetto di molecole chiamate inibitori della chinasi-Rho (Rock), usate gia' per trattare il glaucoma. 

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Istat, in Italia i depressi superano i 2,8 milioni

La depressione e' il disturbo mentale piu' diffuso, stando alle stime diffuse dall'Istat. In Italia sarebbero oltre 2,8 milioni (5,4% delle persone di 15 anni e piu') coloro che ne hanno sofferto nel corso del 2015 e siano 1,3 milioni (2,5%) coloro che hanno presentato i sintomi della depressione maggiore nelle due settimane precedenti l'intervista. Rispetto alla media dei paesi europei, in Italia la depressione e' meno diffusa tra gli adulti e tra i 15-44enni (1,7% contro 5,2% media Ue28) mentre per gli anziani lo svantaggio e' di 3 punti percentuali. La depressione e' spesso associata con l'ansia cronica grave. Si stima che il 7% della popolazione oltre i 14 anni (3,7 milioni di persone) abbia sofferto nell'anno di disturbi ansioso-depressivi. Al crescere dell'eta' aumenta la prevalenza dei disturbi di depressione e ansia cronica grave (dal 5,8% tra i 35-64 anni al 14,9% dopo i 65 anni). Rispetto agli uomini, lo svantaggio delle donne emerge in eta' adulta e si acuisce oltre i 65 anni di eta'. I disturbi ansioso-depressivi si associano a condizioni di svantaggio sociale ed economico: rispetto ai coetanei piu' istruiti, raddoppiano negli adulti con basso livello di istruzione e triplicano (16,6% rispetto a 6,3%) tra gli anziani, fra i quali risultano pero' meno evidenti i differenziali rispetto al reddito. 

In Italia nell'anno scolastico 2016/2017 i due terzi degli alunni con disabilita' nelle scuole di ogni ordine e grado presenta una disabilita' di tipo intellettivo (oltre 170mila alunni). Si stima che i minori con disturbi mentali dell'eta' evolutiva ospiti dei presidi residenziali siano 11 su 100mila minori residenti. Per la salute mentale e' rilevante la condizione lavorativa: inattivi e disoccupati tra i 35-64 anni riferiscono piu' spesso disturbi di depressione o ansia cronica grave (10,8% e 8,9%) rispetto ai coetanei occupati (3,5%). Il numero medio di giornate di assenza dal lavoro e' tre volte superiore tra gli occupati se affetti da depressione o ansia (18 giorni contro 5 giorni nell'anno). Con riferimento alle dipendenze, nel 2016 i ricoveri per diagnosi droga-correlata sono 108 ogni milione di residenti (pari a 6.575, +10% rispetto al 2015), in aumento nell'ultimo triennio soprattutto tra i giovani di 15-34 anni. Con l'invecchiamento della popolazione, la malattia di Alzheimer e le demenze sono diventate patologie rilevanti per la salute pubblica. Si stima che circa il 4,7% della popolazione anziana ne sia affetta, in particolare le donne ultraottantenni (14,2%). Queste due malattie figurano tra le cause di morte in oltre 52 mila casi all'anno di decessi di anziani. Il tasso di mortalita' per suicidio in Italia e' pari a 6 per 100 mila residenti (piu' basso della media europea, pari a 11 per 100 mila)

Tale quota aumenta con l'eta', passando da 0,7 nei giovanissimi (fino a 19 anni) a 10,5 negli anziani, con valori 4 volte maggiori nei maschi rispetto alle femmine. Nella classe di eta' tra i 20 e i 34 anni, il suicidio rappresenta una rilevante causa di morte (12% dei decessi). Nel 2016 circa 800 mila persone di 18 anni e piu' (161 per 10mila residenti) hanno ricevuto trattamenti nei servizi dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm). Tra gli uomini adulti il principale disturbo e' la schizofrenia e altre psicosi funzionali; nelle donne le sindromi nevrotiche e somatoformi e, dopo i 35 anni, la depressione; tra gli anziani la depressione.

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Ladro tenta la fuga dal balcone viene soccorso dai carabinieri

Sorpreso dai carabinieri mentre stava rubando un computer e un televisore a Casalbordino, ha tentato la fuga e ferendosi gravemente calandosi dal balcone. E' la disavventura vissuta da un ladro  che la notte tra mercoledì e giovedì scorsi si è introdotto nel palazzo Magnarapa dove ha sede la Scuola Nuova Arcadia; vistosi scoperto ha cercato di fuggire dal balcone sito al primo piano dello stabile in corso Garibaldi. Sono stati gli stessi militari a chiedere i soccorsi sanitari, l'uomo, che ha riportato diverse fratture, è stato dapprima trasportato in ambulanza all'ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto, ma, in considerazione dell'aggravarsi delle sue condizioni, è stato quindi trasferito in eliambulanza al Santo Spirito a Pescara. 

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A tavola gli uomini sono più attenti delle donne

Secondo un'indagine Doxa/Unaitalia su stili di vita dei maschi italiani in fatto di alimentazione e abitudini a tavola condotta su un campione compreso dai 20 ai 54 anni emerge una figura maschile completamente diversa dai padri e dai nonni e quasi un azzeramento nei comportamenti sociali tra sesso maschile e femminile: l'11% dei maschi - secondo lo studio - sarebbe più attento sul controllo del cibo contro un 4% delle donne che si dicono anche rilassate a tavola per un 42% contro il 36% degli uomini. L'analisi in particolare dipinge un uomo che fa la spesa, ama cucinare ed è attento a quello che mangia tanto da aumentare negli ultimi cinque anni i consumi di pollo per un 34%, tacchino (22%), pesce (38%) che insieme ai leguni arriva al 40% del campione analizzato. Dalla ricerca si mette in evidenza inoltre che solo il 3% degli uomini pensa che non ci siano differenze tra lo stile di vita di oggi e quello delle generazioni precedenti, mentre 7 uomini su 10 (70%) affermano di fare la spesa e di occuparsi degli acquisti della casa, il 66% ammette di curare maggiormente la propria alimentazione e il proprio benessere. Viene segnalato inoltre che oltre il 90% si dedica alla cucina e solo l'8% dichiara di non farlo mai. Nello specifico, secondo il sondaggio, il 41% degli uomini di oggi dichiara di cucinare sempre, il 47% qualche volta e precisamente quando si sente ispirato, mentre solo il 4% afferma di cucinare solo quando deve. La cucina è una necessità per il 28%. Per il resto del campione cucinare è un piacere con un 27% che lo fa per divertimento, mentre un 25% cucinare è un'evasione e per un 15% è una vera e propria passione. Infine pasta come primo piatto e il pollo per secondo rappresentano il menu preferito degli uomini italiani. In particolare petto di pollo in padella è la ricetta che vince nelle preferenze degli uomini

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Lotterie, dal 2002 non sono stati riscossi premi per oltre 27,2 milioni di euro

Sono stati tutti riscossi i 6 premi di prima categoria dell'ultima Lotteria Italia edizione, tra cui il primo premio da 5 milioni finito ad Anagni. Nessuna distrazione quindi da parte dei giocatori, che hanno ritirato le vincite entro i 180 giorni di tempo previsti dal regolamento. Ma non è andata sempre così. Come ricorda Agimeg, infatti, dal 2002 non sono infatti stati riscossi premi per oltre 27,2 milioni di euro. Il record in termini assoluti spetta al 2008-2009, quando un giocatore di Roma non passò a riscuotere il primo premio da 5 milioni di euro, poi rimesso in palio l'anno successivo. Quell'edizione va ricordata anche per il record negativo di premi non incassati, il cui totale toccò addirittura i 7 milioni di euro. Nell'edizione 2015-2016, sono stati lasciati per strada oltre 2,9 milioni di euro. In particolare, non è stato incassato il secondo premio da 2 milioni di euro vinto a San Nicola La Strada, in provincia di Caserta. Ma anche nel 2012 ci fu un clamoroso caso di vincita dimenticata. Non venne infatti mai riscosso il secondo premio da 2 milioni di euro e in totale furono quasi 3 i milioni lasciati nelle casse dello Stato, mentre nel 2014 furono scordati 1,7 milioni, tra cui il quarto premio finito a L'Aquila. Nelle edizioni ancora precedenti spiccano anche gli oltre 5 milioni non incassati nel biennio 2003-2004. Ammontarono invece a oltre 800 mila euro le vincite non riscosse nell'edizione 2014-2015: per legge, i premi non ritirati entro i 180 giorni dalla data di pubblicazione dei biglietti vincenti in Gazzetta Ufficiale vengono incamerati dallo Stato.

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Aumenta il consumo di farmaci per aumentare intelligenza

Sta aumentando in tutto il mondo l'uso delle cosiddette smart-drug, dei farmaci che servono a migliorare e a potenziare le capacita' mentali. Lo rivela uno degli studi piu' ampi che siano stati effettuati su questo tema i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista International Journal of Drug Policy ed e' basato sul Global Drug Survey - un questionario anonimo online sull'uso di droghe in tutto il mondo. Il sondaggio ha avuto 79.640 risposte nel 2015 e 29.758 nel 2017.L'uso non medico di sostanze - spesso soprannominate droghe intelligenti (smart-drug) - per aumentare la memoria o la concentrazione e' noto come potenziamento cognitivo farmacologico (PCE), ed e' aumentato in tutte le 15 nazioni incluse nel sondaggio. Lo studio ha esaminato farmaci prescritti per trattare il disturbo da deficit di attenzione e iperattivita' (ADHD) - cosi' come i farmaci per la cura dei disturbi del sonno e stimolanti illegali come la cocaina. Nel 2017, il 14 per cento ha riferito di utilizzare stimolanti almeno una volta nei precedenti 12 mesi, rispetto al 5 per cento del 2015. Gli intervistati statunitensi hanno riportato il piu' alto tasso di utilizzo: nel 2017 circa il 30 per cento ha dichiarato di aver usato farmaci per PCE almeno una volta nei 12 mesi precedenti, rispetto al 20 per cento del 2015. Ma i maggiori aumenti sono stati in Europa: l'uso in Francia e' salito dal 3 per cento nel 2015 al 16 per cento nel 2017; e dal 5 per cento al 23 per cento nel Regno Unito. 

 

immagine di repertorio

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Le vibrazioni delle automobili rendono i conducenti più sonnolenti

Costanti e dolci come il movimento di una carrozzina, le vibrazioni delle automobili cullano cervello e corpo, rendendo i conducenti più sonnolenti e influenzandone la capacità di concentrazione. Al punto che 15 minuti dopo l'arrivo in auto, la sonnolenza ha già iniziato a prendere piede e in mezz'ora sta avendo impatto sulla capacità di rimanere vigile. La sonnolenza sarebbe responsabile di circa il 20% degli incidenti stradali mortali, per questo lo studio condotto da ricercatori della RMIT University di Melbourne, in Australia potrebbe rivelarsi particolarmente utile. Il team multidisciplinare ha testato 15 automobilisti in un simulatore virtuale che replica l'esperienza di guida su una monotona autostrada a due corsie. I volontari sono stati testati con vibrazioni a basse frequenze (4-7 Hz, come quelle che si sperimentano al volante) e senza vibrazioni, prendendo come parametro la variabilità della frequenza cardiaca: la stanchezza indotta dalla vibrazione, infatti, rende più difficile svolgere compiti mentali, così il sistema nervoso si attiva per compensare, rallentando il battito del cuore.

Entro 15 minuti dall'inizio del test, anche le persone ben riposate e in buona salute mostravano segni di intorpidimento; in 30 minuti, la sonnolenza è stata significativa, richiedendo uno sforzo notevole per mantenere vigilanza e prestazioni cognitive. Quindi è aumentata progressivamente, raggiungendo il picco a 60 minuti. Gli effetti della vibrazione fisica sui conducenti "non sono stati ben compresi, nonostante rappresentino un problema per la sicurezza stradale", spiega uno degli autori Stephen Robinson. I risultati, pubblicati sulla rivista Ergonomics, indicano che "i sedili dovrebbero essere progettati con caratteristiche che riducano questo 'effetto cullante'".

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Mobile device, niente password per oltre il 50 per cento degli utenti

 Più della metà (il 60%) degli utenti non protegge i propri dispositivi mobili con le password: solo il 15,8%, invece, utilizza soluzioni antifurto. In questo panorama i "ladri digitali" che mettono le mani su uno smartphone potrebbero ottenere molto anche solo da un singolo furto. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio condotto da Kaspersky Lab sui consumatori digitali, che ha mostrato come le persone lascino spesso accessibili i propri dispositivi e la grande quantità di dati contenuti all'interno. Oggi molti utilizzano i dispositivi mobili per navigare su Internet e svolgere attività online. Perdere il proprio device a causa di un atto di microcriminalità potrebbe quindi rivelarsi più dannoso di quanto si possa pensare. Il 75,8% degli intervistati afferma di utilizzare regolarmente Internet su uno smartphone (percentuale in crescita rispetto al 73,9% del 2016) e il 42,2% utilizza di norma un tablet per connettersi. I dati importanti che vengono archiviati e inviati da questi dispositivi sono di diverso tipo: il 32,4% delle persone utilizza il proprio smartphone per l'online banking, e questo significa accesso a preziose informazioni di carattere finanziario. Inoltre, il 63,4% delle persone utilizza regolarmente il proprio smartphone per accedere ai propri account di posta elettronica personali; il 61%, invece, afferma di utilizzarlo per attività sui social media: entrambi gli esempi di utilizzo hanno a che fare con una quantità enorme di dati sensibili. Avere una mole importante di dati preziosi sui propri dispositivi, però, non rende le persone consapevoli e sicure: solo il 39,7% protegge con le password i propri dispositivi mobili e solo l'8% sceglie di crittografare i propri file e le proprie cartelle per evitare accessi non autorizzati. Nel caso in cui questi dispositivi dovessero cadere nelle mani sbagliate, tutti questi dati - account personali, foto, messaggi e persino dettagli di tipo finanziario - potrebbero diventare accessibili per qualcun altro. Anche perdere dispositivi che sono comunque protetti con una password può, però, avere conseguenze rilevanti: ad esempio, meno della metà (40%) delle persone effettua un backup dei propri dati e solo il 15,8% utilizza le funzionalità antifurto sui propri dispositivi mobili. Questo significa che, probabilmente, in caso di furto, gli ormai ex proprietari di questi dispositivi non potranno accedere alle proprie informazioni personali e ai propri account. 

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