Incredibile ma vero

E’ un 33enne abruzzese il campione italiano di memoria 2017

E' abruzzese, ha 33 anni e frequenta l'ultimo anno del Dottorato di Ricerca in economia all'Universita' Politecnica delle Marche: e' Silvio Di Fabio, il vincitore della quinta edizione del Campionato Italiano di Memoria Open organizzato da Matteo Salvo, primo International Master of Memory Italiano organizzato a Milano. Di Fabio, originario di San Salvo, in provincia di Chieti, ha recentemente partecipato anche al Campionato di Memoria francese, conquistando la quinta posizione su un totale di 20 concorrenti in gara. "Sapevo di avere una buona memoria e mi sono avvicinato alle tecniche proprio per potenziarla. In particolare, volevo migliorare l'apprendimento delle lingue straniere, fondamentali per poter svolgere al meglio il mio lavoro nel settore della ricerca", spiega con soddisfazione il neo campione.

Di Fabio ha battuto tre record nazionali, rispettivamente nelle discipline di memorizzazione di codici binari (Binary numbers) ricordando senza errori un numero binario composto da 1.681 cifre ed in quella di memorizzazione di numeri (Spoken numbers), ricostruendo esattamente un numero lungo 206 cifre. Infine, ha battuto il record nazionale nella disciplina dei mazzi di carte, memorizzandone 315 (poco piu' di sei mazzi) in 30 minuti.  Le prove prevedevano 6.600 codici binari da memorizzare in 30 minuti e da riscrivere in 60 minuti; 360 nomi e visi da memorizzare in 15 minuti e da riscrivere in 30 minuti. Inoltre i candidati sono stati sottoposti a 750 immagini astratte da memorizzare in 15 min e riscrivere in 30 minuti e poi ancora numeri casuali e la memorizzazione del maggior numero possibile di parole casuali su un totale di 360, date storiche e altro ancora.

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Scoperta una proteina che potrebbe far da scudo al tumore al seno

Il tumore al seno colpisce una donna su sette e solo in Italia riguarda circa mezzo milione di pazienti. Nuove speranze giungono dalla proteina 'p140Cap', che sarebbe in grado di limitarne la crescita e diminuirne la capacita' di dare origine a metastasi. A scoprirlo e' stato uno studio del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute dell'Universita' di Torino. Coordinato dalla dottoressa Paola Defilippi, e appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature, identifica il meccanismo con cui la proteina si oppone alla progressione della neoplasia al seno.

Secondo il rapporto 2016 dell'Associazione italiana dei registri tumori (Airtum), il cancro della mammella e' quello diagnosticato con maggiore frequenza tra la popolazione femminile di tutte le eta'. E rappresenta ancora la prima causa di morte per tumore nelle donne. Lo studio, realizzato in collaborazione con la Citta' della Salute di Torino e finanziato dall'Air, si e' avvalso anche della collaborazione con Universita' di Chieti-Pescara, Universita' di Camerino, Arcispedale di Reggio Emilia, Universita' di Lund, in Svezia, e Ieo/Ifom di Milano. Uno dei sottotipi di tumore mammario, circa il 20% dei casi, e' caratterizzato da una eccessiva quantita' della proteina ERBB2, anche nota come HER2, causata dall'aumento del numero di copie del gene che la codifica sul cromosoma 17. ERBB2 causa il tumore perche' aumenta la proliferazione cellulare in modo non controllato, sostiene la sopravvivenza delle cellule tumorali e favorisce la loro capacita' di uscire dal tumore primario, dando origine alle metastasi in altri organi. Per questi motivi e' definita "oncogene".

Lo studio ha individuato e caratterizzato un meccanismo di protezione dagli effetti dannosi dell'oncogene ERBB2. Questo effetto protettivo conferisce alle pazienti una maggiore sopravvivenza ed un minor rischio di metastasi ed e' dovuto appunto alla presenza della proteina p140Cap. I risultati indicano che questa proteina e' espressa in circa il 50% delle pazienti di tumore ERBB2, individuando un nuovo marcatore predittivo in questa patologia. Inoltre, sperimentalmente con modelli cellulari, sarebbero stati dimostrati alcuni dei meccanismi attraverso cui p140Cap sarebbe in grado di limitare la crescita del tumore ERBB2 e di diminuirne le capacita' di dare origine a metastasi. Questi dati potrebbero servire come base di partenza per la messa a punto di nuove terapie per le pazienti che non esprimono la proteina p140Cap e sono soggette a tumori piu' aggressivi.

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Pescara, moto rubate rinvenute nel seminterrato della scuola chiusa

Cinque moto risultate rubate, sono state recuperate stamane dalla Polizia Municipale in un locale del seminterrato nella ex scuola media di via Saffi. Il rinvenimento è stato effettuato a seguito di una segnalazione partita dagli operai del Comune che stavano facendo operazioni di manutenzione di un cancello divelto e che aprendo il seminterrato hanno trovato i cinque mezzi parcheggiati.

Sul posto è intervenuta la Polizia Municipale su coordinamento del comandante Carlo Maggitti, tramite il Servizio Viabilità, nucleo motociclisti che con il maggiore Giorgio Mancinelli ha provveduto a segnalare il rinvenimento al magistrato di turno e poi alla verifica della proprietà dei mezzi: si tratta di 4 Honda modello SH e di una Yamaha FZ8 che sono risultate rubate dal mese di settembre 2016.

Tre mezzi sono stati restituiti ai legittimi proprietari, come avverrà anche per gli altri due, di cui si stanno rintracciando i titolari. Le moto, ferme presumibilmente dalla data del deposito in quegli spazi, erano tutte in perfette condizioni. Il cancello sarà messo in sicurezza, con gli accessi alla struttura.

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Oggi è la Giornata del sesso orale

14 marzo: International Steak and Blow Job Day, ovvero la Giornata internazionale della bistecca e del sesso orale. Sarà anche nata per scherzo negli Stati Uniti per combattere la tirannia di San Valentino, ad un mese esatto dalla ricorrenza più romantica dell’anno, ma parlare di sesso rimane una cosa serissima. 

Per chi si chiedesse l’attinenza fra i due protagonisti di questa nuova festa che sta facendo impazzire i social - l’hashtag #GiornataMondialeDelSessoOrale è in cima ai trend di Twitter -, il senso che hanno voluto dare gli ideatori è proprio quello più ovvio, ovvero il “riempirsi la bocca di carne”. Ma a frenare la passione possono essere proprio le complicazioni che carne e sesso orale provocano se non (e questo è proprio il caso di dirlo) «consumati» in modo adeguato. 

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Ma partiamo dai benefici. Durante il sesso orale, sia in chi lo pratica e in chi lo riceve si producono endorfine: un rilascio ormonale in grado di combatte in tempi rapidi il mal di testa e contrastare l’insonnia. Insomma, la scusa dell’emicrania improvvisa non regge più: meglio essere sinceri e confidare al partner quello che si gradisce. «Il sesso orale è un grande momento di intimità: non è solo un incontro fra mucose ma il preludio di qualcosa di più intimo e profondo anche sul piano emozionale», afferma la dottoressa Valeria Randone, psicosessuologa di Medicitalia.it. «La bocca è il nostro organo di senso più sviluppato. Fin da bambini siamo portati a scoprire il mondo attraverso la suzione. E l’incontro fra organo sessuale e bocca è in grado di indurre un grande rilassamento, non solo eccitazione». 

Nonostante tutto, il sesso orale «rimane un grande tabù: in molti lo fanno ma non lo dicono e in tanti ancora lo evitano. A fare da freno è una questione culturale che induce alcune persone a vedere l’oralità come una cosa sporca, che non è bene fare. Ma al di là di questi pregiudizi, non ci dovrebbero essere dei motivi per non farlo. Il sesso orale è un amplificatore sensoriale, ma anche un gioco erotico, una valida alternativa alla sessualità penetrativa nonché un’esplorazione di tutti i sensi», conclude Randone. 

Perché non farlo quindi? Un motivo scientificamente provato, oltre le malattie sessualmente trasmissibili conosciute, è il Papilloma. Il sesso orale è la maggiore causa di tumori della bocca e del cavo orale. E questo virus oggi è la causa del 36% dei tumori dell’orofaringe in Italia. I più colpiti sono gli uomini che praticano sesso orale con più partner occasionali e senza protezioni. Un fenomeno in aumento, per un tumore che colpisce 12 persone l’anno ogni 100 mila abitanti. E la prevenzione rappresenta quindi l’arma più efficace.  

 

Dal 2008 è disponibile un vaccino contro il Papilloma per tutte le ragazze in età adolescenziale ma la copertura è ancora lontana da quella auspicata. E arriverà in Italia nei prossimi mesi anche il vaccino al maschile, che consentirà di contrastare il 94% dei casi di cancro orale e genitale correlati al virus. Oltre al vaccino, per proteggersi c’è sempre il preservativo, nella versione maschile e femminile, oltre al Dental dam: un «lenzuolino» in lattice da utilizzare come protezione per evitare le infezioni. 

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Le impronte del più grande dinosauro italiano trovate in Abruzzo

Sono le prime impronte di dinosauro trovate in Abruzzo, hanno tra i 125 e i 113 milioni di anni, e sono anche la testimonianza, documentata, del più grande dinosauro bipede che abbia passeggiato in Italia. A scoprirle, un gruppo di ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), studiate assieme a un team di icnologi dell'Università Sapienza di Roma. I risultati sono stati pubblicati su Cretaceous Research. La scoperta arricchisce il panorama delle impronte di dinosauro presenti nel nostro paese, fornendo informazioni sugli animali che passeggiarono sulle spiagge italiane del Cretaceo e sui loro comportamenti. "Le tracce - ha spiegato Fabio Speranza ricercatore Ingv - sono osservabili su una superficie calcarea, quasi verticale, situata a oltre 1900 metri di quota sul Monte Cagno. La superficie a orme è raggiungibile (solo in assenza di neve, quindi essenzialmente nei mesi estivi e autunnali) dopo una escursione di circa due ore, partendo dal paese di Rocca di Cambio in Provincia de L'Aquila. Tra queste è stata rinvenuta anche una traccia di ben 135 centimetri di lunghezza che costituisce la testimonianza del più grande dinosauro bipede che sia mai stato documentato in Italia fino a oggi". La maggior parte di queste impronte fu impressa da uno o più teropodi (dinosauri bipedi prevalentemente carnivori) che, camminando, affondavano nel fango, molto probabilmente per la debole consistenza del substrato. Altre orme, invece, conservate al centro della superficie calcarea, sono state lasciate da un teropode accucciato. "Le impronte, scoperte casualmente nell'estate 2006 - ha proseguito Speranza - si trovavano su una superficie calcarea di età Cretaceo inferiore e facevano pensare a impronte di dinosauri. Ma solo nell'estate 2015, grazie agli sviluppi tecnologici e alla collaborazione con esperti di impronte dell'Università La Sapienza, è stato possibile dare un nuovo impulso alle ricerche". Un drone, infatti, in grado di trasportare una macchina fotografica digitale e l'uso dell'innovativa tecnica della fotogrammetria digitale, hanno consentito di ricostruire un modello tridimensionale accurato a partire da semplici immagini fotografiche. Grazie a questa tecnica, che ha avuto origine in ambiente cinematografico (per il film "Jurassic Park", 1993) è stato possibile lo studio di dettaglio delle impronte della parete subverticale, riportandole in ambiente virtuale facilmente analizzabile al computer. E "per una datazione più precisa, sono stati prelevati campioni delle impronte e degli strati immediatamente soprastanti e sottostanti".

 

nella foto un'immagine tratta dal film Jurassic Park

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Rapina le poste e ruba 50 euro

Ha rapinato l'Ufficio Postale di via Tirino a Pescara, ma si e' dovuto accontentare di appena cinquanta euro. E' accaduto nella tarda mattinata alle 13.30 quando nei locali dell'agenzia Postale si e' presentato un giovane, con il volto travisato e che, armato di un taglierino, si e' diretto ad una delle casse, facendosi consegnare da un dipendente cinquanta euro, prima di fuggire a piedi per le vie adiacenti. Non ci sono stati feriti. Le indagini sono affidate ai carabinieri che potrebbero trarre spunti per le indagini dalle immagini del circuito di video sorveglianza e dalle testimonianze dei presenti

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Manette e sabbia sono i souvenir più confiscati agli italiani alla dogana

Manette e sabbia della spiaggia. Sono gli oggetti maggiormente sequestrati in aeroporto agli italiani di ritorno da un viaggio all'estero. E' il risultato di un sondaggio del motore di ricerca di voli e hotel Jetcost, che ha inoltre rivelato che il 13% degli italiani snobba i classici souvenir, come cartoline e calamite, e preferisce correre il rischio di finire nei guai alla dogana riportando con se' oggetti strani. Oltre tre quarti degli intervistati (il 76%) ha detto di essere solito riportare a casa un ricordo dei viaggi, chi (il 44%) per mostrare alle persone di aver visitato quel posto, chi (il 38%) per non dimenticare il piacevole soggiorno. Tra i souvenir più gettonati, ci sono decorazioni (25%), cartoline (18%) e abbigliamento a tema con il nome della destinazione (14%). A tutti gli intervistati è stato poi chiesto se gli avessero mai confiscato qualche oggetto alla dogana e il 13% ha detto di sì. Ma quali sono state le cose più strane sequestrate più di frequente a quelli che hanno raccontato di essere incorsi in questa sfortunata esperienza con gli addetti alla sicurezza in aeroporto? Al primo posto delle manette, al secondo sabbia della spiaggia, foglie o altri elementi della natura, al terzo animali vivi, come lucertole o ragni, seguiti da picchetti per le tende e animali morti, come fagiani. Il racconto più assurdo è stato quello di un uomo a cui è stato sequestrato dalla valigia un mattone che si era portato via dal suo albergo. E quando gli è stato chiesto il motivo dell'insolito souvenir, ha risposto che ne aveva a casa diversi, provenienti da vari paesi del mondo, e sperava di costruire qualcosa di particolare con la sua collezione. 

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Non comunica all’azienda di essere agli arresti domiciliari, licenziato

Un operaio di 39 anni si e' visto recapitare ieri la lettera di licenziamento dalla Magneti Marelli di Sulmona perche' - secondo l'azienda - avrebbe taciuto, con fraudolenza, il fatto di essere ristretto agli arresti domiciliari. L'uomo era stato arrestato con altre sette persone, il 23 gennaio scorso, dai carabinieri nell'ambito di un'operazione contro lo spaccio di sostanze stupefacenti. Il Tribunale del riesame ha respinto il ricorso per la rimessione in liberta' di sette degli otto arrestati - tra cui lui - tutti accusati a vario titolo di traffico ingente di sostanze stupefacenti. "L'applicazione di una misura cautelare per fatti estranei all'attivita' di lavoro, se non crea problemi all'attivita' produttiva dell'azienda, non puo' incidere assolutamente sulla posizione lavorativa e non puo' quindi determinare il licenziamento" affermano i legali dell'uomo, avvocati Alessandro Margiotta e Catia Puglielli che hanno gia' annunciato di voler impugnare il provvedimento.

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Tre studenti rosetani ospiti per 7 giorni al palazzo di vetro ONU a New York.

Tre studenti rosetani, Michele Di Carlantonio, Beatrice Malatesta e Matteo Patacchini, della 4B scientifico del Liceo Saffo, accompagnati dalla docente di Inglese, Julie Costantini, saranno ospiti per 7 giorni, dal 18 al 25 marzo, delle Nazioni Unite nella sede celeberrima del palazzo di vetro a New York.

“Il progetto avviato dalla Italian diplomatic academy si chiama Studenti ambasciatori alle Nazioni Unite”, spiega la dirigente scolastica del Liceo Saffo, Elisabetta Di Gregorio, “Oltre ai tre nostri studenti ci sono anche dei ragazzi di Teramo, di Atri e di Lanciano. L’iniziativa è realizzata in stretta collaborazione con il Parlamento italiano. Infatti gli studenti saranno ospiti, anche delle Camera dei deputati dove andranno in visita il prossimo 2 marzo. Poi dal 18 al 25 marzo saranno ospiti delle Nazioni unite a New York”.

“E’ un bel segnale di efficienza del Liceo Saffo che sta caratterizzandosi sempre più come una scuola di eccellenza”, sottolinea il sindaco Sabatino Di Girolamo, “che, unitamente all’altro istituto superiore Moretti, qualifica la nostra città”.

“Poter partecipare a una iniziativa così importante in un luogo simbolo dell’unione dei popoli di tutto il mondo è una esperienza fondamentale, base per una enorme crescita culturale”, aggiunge l’assessore alla Pubblica istruzione Luciana Di Bartolomeo, “Sono contenta e orgogliosa dei nostri docenti e dei nostri studenti che porteranno a far splendere il nome della nostra città in un consesso internazionale di così elevata importanza”.

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Italiani scaramantici al volante

Gli Italiani al volante sono molto scaramantic. E' quanto emerge da un sondaggio condotto su un campione di automobilisti italiani da Facile.it, comparatore di polizze auto leader in Italia. Nonostante i cliché, la maggior parte di loro (56%) non si reputa affatto superstizioso, almeno non al volante. Secondo quanto rilevato dal sondaggio, il 44% di chi guida ammette di ricorrere ad amuleti, portafortuna o scaramanzie varie. Fra i superstiziosi, il gruppo più nutrito è quello che identifica nel bistrattato gatto nero un presagio di sfortuna: quasi il 17% degli intervistati, equivalente a circa un automobilista ogni sei, se si vede attraversare la strada dal temuto felino si ferma e accosta in attesa che passi qualcun altro o, anche, decide di invertire la marcia e scegliere un altro percorso. Quasi un automobilista su 10 (8,8%) ricorre alla scaramanzia solo in caso di necessità e se ritiene di trovarsi in una situazione sfortunata comincia a prodursi in gesti propiziatori, uno fra tutti quello delle corna. Appena inferiore (7,2%) la percentuale di automobilisti che dichiara di tenere in auto un amuleto; circa il tipo di portafortuna, però, la fantasia spazia: si va dai classici, come il cornetto rosso o un quadrifoglio, ad altri più ingombranti come un ferro di cavallo o originali come un oggetto coi colori della squadra del cuore. Per arrivare in orario agli appuntamenti si devono muovere per tempo quegli automobilisti che sfogano la loro superstizione facendo sempre un giro completo attorno alla vettura prima di salire (3,6%), così come quelli che, se lo incontrano per strada, non si azzardano a superare un carro funebre vuoto.

Fra le altre superstizioni messe in atto dagli automobilisti italiani, ecco un altro classico, il numero 17. Alcuni intervistati ammettono che se, a fine percorso, il contachilometri segna un numero che finisce con 17 fanno qualche altro metro per arrivare al 18; altri, ancora più radicali, se è venerdì 17 semplicemente non guidano e lasciano la macchina a riposare in garage fino al giorno dopo.

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