L’Osservatorio

Istat, in 2017 Pil cresce meno al Sud, 1,% e Centro, 0,9%

 La crescita del Pil nel Mezzogiorno nel 2017 si ferma all'1% in volume e nel Centro Italia è dello 0,9%, meno della media nazionale dell'1,6%. L'Istat stima un incremento del 2,2% nel Nord-ovest e dell'1,9% nel Nord-est. Rispetto al 2011, le aree che subiscono le diminuzioni del Pil più marcate sono il Mezzogiorno (-0,5% medio annuo) e il Centro (-0,4%). Nel Nord-ovest si registra una sostanziale stabilità mentre il Nord-est è l'unica ripartizione a segnare un incremento (+0,3%).

La crescita registrata nel 2017 dal Nord-ovest è trainata dalla Lombardia (+2,7%), al Nord-est la migliore performance è quella della Provincia Autonoma di Trento (+2,6%), seguita dal Veneto (+2,3%). Molto modesta, invece, è la crescita del Pil in volume nella Provincia Autonoma di Bolzano (+0,4%). Nel Mezzogiorno spicca la performance positiva della Campania e dell'Abruzzo, che segnano una crescita dell'1,6% rispetto all'anno precedente, seguite dalla Calabria (+1,1%). All'opposto il Molise registra una flessione dello 0,4%. Passando ai risultati settoriali, nel Nord-ovest solo l'agricoltura subisce un importante ridimensionamento rispetto al 2016 (-3,7%), mentre l'industria e i servizi finanziari segnano un aumento del valore aggiunto in volume pari, rispettivamente, al 3,7% e al 2,2%. Anche nel Nord-est il settore primario subisce una marcata flessione in volume (-5,9%); scende dello 0,6% il valore aggiunto degli altri servizi, mentre industria (+4%) e commercio (+3,9%) registrano una crescita consistente. Il Centro è la ripartizione in cui il settore agricolo ha subito la contrazione più rilevante (-8,4%) mentre il valore aggiunto registra un aumento nell'industria (+3%), nel comparto dei servizi immobiliari e finanziari (+1,1%) e in quello degli altri servizi (+1%).

Leggi Tutto »

Nel 3 trimestre export +4,3% mensile per Sud e Isole, +2,9% Nord-Ovest

 Nel terzo trimestre le esportazioni italiane sono cresciute in modo diffuso a livello territoriale rispetto ai tre mesi precedenti, ma con intensità diverse: +4,3% per il Mezzogiorno e Isole, +2,9% per il Nord-Ovest, +0,7% per il Centro e +0,2% per il Nord-Est. Lo rileva l'Istat, segnalando che nel periodo gennaio-settembre 2018 la crescita su base annua dell'export si conferma molto sostenuta per le Isole (+14,0%) e rilevante per il Nord-est (+4,7%), il Mezzogiorno (+3,8%) e il Nord-Ovest (+3,4%), mentre il Centro risulta in leggera flessione (-0,2%). Nello stesso periodo, tra le regioni più dinamiche all'export su base annua, si segnalano Molise (+40,8%), Calabria (+21,7%), Basilicata (+18,2%) e Valle d'Aosta (+10,7%) che tuttavia presentano una forte polarizzazione settoriale e hanno un contenuto impatto sulla crescita dell'export nazionale (+0,2 punti percentuali). Sicilia (+18,9%), Friuli Venezia-Giulia (+10,8%), Emilia-Romagna (+5,2%) e Lombardia (+5,1%) contribuiscono per quasi tre punti percentuali alla crescita complessiva. Nell'analisi provinciale dell'export, si segnalano infine le performance positive di Milano, Asti, Brescia, Siracusa, Varese, Piacenza e Gorizia. 

Leggi Tutto »

Coldiretti: dalla spesa di Natale spinta di 541 euro a famiglia

"A spingere la ripresa della produzione è l'arrivo del Natale per il quale si stima quest'anno una spesa di 541 euro a famiglia in aumento del 3%". E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare l'aumento tendenziale dell'1% della produzione industriale ad ottobre secondo l'Istat, sulla base dei dati Deloitte. "Non è un caso - sottolinea la Coldiretti - che tra i settori con i piu elevati tassi di crescita tendenziale sono la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi di misurazione e orologi (+5,9%) e l' alimentare con +3,8% sotto la spinta dei regali e dei tradizionali cenoni di fine anno. L'aumento del budget per Natale delle famiglie - continua la Coldiretti - riguarda tutte le categorie di spesa che è destinata, nell'ordine, per il 40% ai regali, per il 26% al cibo, per il 22% ai viaggi e per il 12% ai divertimenti al cinema, al teatro, nei concerti o nelle discoteche".

"L'Italia quest'anno - precisa la Coldiretti - si classifica al quarto posto tra i Paesi Europei dove si spende di più per il Natale, preceduta solo da Gran Bretagna con 646 euro, Spagna con 600 e Austria con 542 euro a famiglia. I regali sono la principale voce di spesa degli Italiani che sotto l'albero cercano - precisa la Coldiretti - cose utili. All'interno della famiglia, tra i parenti e gli amici, si preferisce scegliere oggetti o servizi a cui non è stato possibile accedere durante l'anno. Tra i regali più gettonati, tecnologia, abbigliamento, e l'enogastronomia in deciso aumento anche per l'affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola, che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione. Da segnalare - conclude la Coldiretti - la preferenza accordata all'acquisto di prodotti Made in Italy anche per aiutare l'economia nazionale e garantire maggiori opportunità di lavoro a sostegno della ripresa". 

Leggi Tutto »

Studio Cgia: 11 miliardi dalle tredicesime finiscono all’erario 

Undici miliardi delle tanto attese tredicesime degli italiani andranno nelle casse dell'Erario. A sostenerlo è la Cgia di Mestre che ha calcolato che "con l'arrivo delle tredicesime, a "festeggiare" sotto l'albero di Natale sarà anche il fisco" perché "a fronte di circa 47 miliardi di mensilità aggiuntiva che a dicembre saranno erogati a 33,7 milioni di pensionati, operai e impiegati, attraverso le ritenute Irpef ne verranno prelevati 11 dall'erario". "Buona parte della mensilità aggiuntivo sarà spesa per pagare la rata del mutuo, le bollette, il saldo dell'Imu/Tasi sulla seconda abitazione e la Tari; il resto potrebbe essere utilizzato per far ripartire i consumi interni", fa sapere la Cgia. A livello territoriale la regione che presenta il più alto numero di beneficiari della tredicesima mensilità è la Lombardia: le persone interessate saranno poco più di 6 milioni. Seguono i 3.255.000 residenti nel Lazio e i 2.923.000 abitanti del Veneto.

"Le tredicesime dei lavoratori dipendenti - tiene a precisare la Cgia - non godranno del cosiddetto 'bonus Renzi'". Non è da escludere anzi, come già avvenuto negli anni passati, che alcuni dipendenti che hanno percepito lo sconto fiscale siano costretti a restituirlo: gli 80 euro in più in busta paga spettano per intero a coloro che non superano i 24.600 euro di reddito annuo, e in misura minore tra i 24.600 e i 26.600 mila euro. La restituzione di quanto percepito in caso di sforamento dei limiti avverrà proprio con la decurtazione della busta paga di dicembre. 

Leggi Tutto »

Crescono i prodotti agroalimentari di qualità

Nel 2017, secondo i dati Istat, si rafforza il trend di crescita dei prodotti agroalimentari di qualita' nelle sue diverse componenti (produttori, trasformatori, superfici e numero di prodotti riconosciuti); solo gli allevamenti sono in leggero calo. Il numero di produttori Dop, Igp e Stg aumenta, rispetto al 2016 dell'1,8%, sintesi del persistente calo registrato al Nord (-2,8%) e di un consistente aumento rilevato nel Mezzogiorno (+7,3%) e, in misura piu' lieve, al Centro (+1,4%). Cresce considerevolmente il numero dei trasformatori (+7,6%); l'aumento e' maggiore nel Mezzogiorno (+11,5%) e al Centro (+8,4%). Nel confronto con l'anno precedente, gli allevamenti (40.043 strutture) si riducono dell'1,3% mentre la superficie (232.803 ettari) aumenta del 17,9%, con una crescita intensa nel Mezzogiorno (+31,2%) e nel Nord (+22,9%). Fra i principali settori sono in crescita gli ortofrutticoli e cereali e gli Oli extravergine di oliva.

Leggi Tutto »

Casa, prezzi degli immobili di seconda mano in lieve calo a novembre

I prezzi delle case di seconda mano accusano ancora una lieve flessione a novembre (-0,3%) attestandosi a una media di 1.754 euro per metro quadro secondo l’ufficio studi di Idealista. Le quotazioni in Italia sono più basse del 3,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, secondo l'ufficio studi di idealista. Il calo marginale dei prezzi evidenzia una tendenza alla stabilizzazione piuttosto diffusa in buona parte del Paese, dove le oscillazioni sono contenute tra il -1% e il +1% nella maggior parte delle aree regionali, provinciali e cittadine. In retromarcia le grandi piazze: Milano (-0,7%), Roma (-0,5%), Napoli (-0,1%). Venezia si conferma la città più cara, con 4.410 euro al metro quadro, Biella la più economica con 716 euro al metro quadro. Dieci macrozone sono interessate dai ribassi questo mese e altrettante registrano aumenti dei prezzi. I cali maggiori si segnalano al sud, in Basilicata (-1,6%), Calabria (-1,3%) e Abruzzo(-0,8%). All'opposto, Valle d'Aosta (0,9%), Emilia Romagna (0,6%) e Campania (0,5%) sono le regioni che hanno avuto gli incrementi maggiori. La regione più cara d'Italia è la Liguria con i suoi 2.535 euro al metro quadro, seguita dalla Valle d'Aosta (2.440 euro) e il Trentino Alto Adige (2.355 euro). Sul fondo della graduatoria c'è la Calabria (876 euro), fanalino di coda davanti a Molise (1.032 euro) e Sicilia (1.086 euro). Nel corso del mese di novembre le città in terreno negativo sono salite a 55 dalle dalle 50 della scorsa rilevazione. Più della metà dei centri capoluogo segnano variazioni marginali confermando la tendenza alla stabilizzazione dei prezzi. Tale andamento trova riscontro anche nelle performance dei principali mercati italiani che segnano deboli variazioni a Milano (-0,7%), Roma (-0,5%) e Napoli (-0,1%). Agli estremi dei risultati del mese Terni (-6,8%), Cuneo (-5,3%) e Cosenza (-3,8%) sono i centri con i maggiori ribassi. Rieti (4,4%), Lecco (4,2%) e Vercelli (3,4%) sono le città che hanno evidenziato una maggiore propensione agli aumenti da parte dei proprietari.

Leggi Tutto »

Piu’ di 70.000 italiani muoiono ogni anno a causa del fumo

Nonostante dal 1990 al 2016 la mortalita' attribuibile a fumo si sia ridotta da 165 a 146 decessi per 100.000 abitanti, le ricadute sulla salute sono ancora pesanti: ancora oggi piu' di 70.000 Italiani muoiono ogni anno a causa del fumo. Il dato e' emerso oggi al Parlamento Europeo di Bruxelles nell'ambito di un incontro, organizzato da ENSP (European Network for Smoking and Tobacco Prevention), in cui e' stata illustrata la situazione del consumo di tabacco in Italia e le proposte per contrastarlo sottoscritte da numerose Societa' scientifiche e Associazioni impegnate nella lotta al tabagismo. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita', il consumo di tabacco rimane ad oggi la prima causa mondiale di morte evitabile, con un carico pesante di invalidita' e cronicita' per patologie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari. In Italia, a fronte di una riduzione dei consumi di sigarette confezionate (27% in meno di vendite rispetto al 2000), il mercato del tabacco registra un incremento del 10% di sigarette rollate a mano e un segmento del 2-3% di utilizzo di sigarette elettroniche. Su tutto prevale l'incremento d'uso dei prodotti di tabacco di nuova generazione (heated tobacco products). Mentre la prevalenza dei fumatori si e' quasi dimezzata negli uomini (dal 42% nel 1986 al 25% nel 2017 secondo i dati ISTAT), nelle donne si e' ridotta di poco (dal 25% al 21%), e negli adolescenti 15-16enni, secondo l'indagine ESPAD, l'uso nell'ultimo mese e' dal 1995 in stallo intorno al 20%-25%. Inoltre, si assiste ad un aumento dell'uso corrente della sigaretta elettronica tra gli adolescenti, secondo l'indagine GYTS, passando dall'8% nel 2014 al 18% nel 2018. I lavori, presieduti dal Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, sono stati introdotti da: Nicola Caputo, parlamentare europeo, Francisco R. Lozano, presidente ENSP e Antonella Cardone, ENSP. A seguire gli interventi degli esperti: Silvano Gallus, Istituto Mario Negri; Maria Sofia Cattaruzza, Vicepresidente SITAB; Roberto Boffi, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano; Enzo Zaga', Presidente SITAB; Biagio Tinghino, Past President SITAB; Laura Carrozzi, Universita' di Pisa; Giuseppe Gorini, ISPRO. "Le misure di controllo non fanno i progressi che si erano sperati nel 2005, quando l'Italia fu tra i primi paesi nel mondo a vietare il fumo nei luoghi chiusi di lavoro e di svago raggiungendo l'ottavo posto nella classifica europea degli Stati con le politiche no-smoking piu' avanzate. Successivamente e' scesa al 16° posto per risalire al 13° solo recentemente, grazie all'introduzione nel 2016 delle misure della Direttiva 2014/40/UE", aggiunge l'ENSP. L'Italia oggi risulta "ancora poco avanzata su politica fiscale, campagne di prevenzione e servizi terapeutici. Gli ostacoli che tradizionalmente rendono difficili i progressi sono di diverso genere, tra cui: a) Le politiche fiscali sono affidate al ministero dell'Economia che le amministra attraverso l'Agenzia dei Monopoli. La tassazione e' modulata in base all'andamento del mercato e non in base alle esigenze della salute. I dirigenti sono a torto convinti che un aumento della tassazione comporterebbe una riduzione del gettito fiscale e favorirebbe il contrabbando. Conta scarsamente la voce del ministero della Salute, in minoranza su questi temi, anche a causa degli interessi dei coltivatori di tabacco rappresentati dal potente Ministero dell'Agricoltura. b) Le grandi compagnie del tabacco portano avanti una intensa attivita' di lobbismo governativo e pubbliche relazioni, finanziando fondazioni legate ai partiti politici, istituti economici e gruppi di influencer per la conduzione di studi i cui risultati faziosi vengono presentati ai policy maker nazionali ed europei". 

Leggi Tutto »

Cala la spesa dei giochi su rete fisica

Cala la spesa dei giochi su rete fisica nel 2017, passando da 17.973 milioni di euro del 2016 a 17.518 milioni di euro nel 2017. E' stata la Lombardia la regione che ha registrato il volume di spesa più elevato con 3.346 milioni di euro, dato in calo però rispetto ai 3.501 milioni di euro del 2016. Segue il Lazio con 1.836 milioni di euro, anche qui la spesa scende dai 1.862 milioni di euro registrati nel 2016. Sale, invece, a 1.825 milioni di euro la spesa in Campania, rispetto ai 1.779 milioni del 2016. Scende la spesa anche in Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d'Aosta e Veneto

Leggi Tutto »

Its, a un anno dal diploma l’82% trova lavoro

 A dieci anni dalla legge che li ha istituiti, oggi gli Istituti tecnici superiori (Its) sono 101, distribuiti nelle aree produttive più diverse, dalla moda all'agroalimentare, dal turismo alla meccatronica: in comune hanno tutti l'alta specializzazione tecnologica e dei tassi di occupabilità senza pari nel mondo dell'istruzione post-diploma. A Job&Orienta, si sono svolti gli stati generali degli Its, percorsi che anno dopo anno si confermano un'ottima opportunità per i giovani desiderosi di inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro. Secondo l'ultimo rapporto del Monitoraggio nazionale (aggiornato al 31 ottobre 2018) realizzato da Indire per conto del Miur, l'82% dei diplomati Its trova lavoro entro un anno dalla fine degli studi e l'87% di loro ha un'occupazione coerente con il proprio percorso. In questo contesto il Veneto rappresenta una delle regioni più virtuose, con tre corsi delle Fondazioni Its regionali nelle prime dieci posizioni della classifica di eccellenza stilata dal Ministero dell'Istruzione. I percorsi Its sono realizzati grazie ad un contributo nazionale di circa 13 milioni di euro, distribuiti secondo criteri anche di merito: la quota viene infatti assegnata, in misura non inferiore al 30%, tenendo conto del numero dei diplomati e del tasso di occupabilità a dodici mesi dal diploma. La quota è da destinare all'attivazione di nuovi percorsi. I 101 attuali Its collaborano a vario titolo con 8.700 imprese. Il numero più alto è localizzato in Lombardia (20), seguono Campania (9) Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Toscana e Veneto con 7 its ciascuno; Puglia con 6 Its; Sicilia e Calabria con 5 Its ciascuno; Marche, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo con 4 ITS ciascuno, e Sardegna con 3 ITS; Molise e Umbria con 1 ITS ciascuno. Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia sono le regioni ad avere almeno una Fondazione ITS in tutte le aree tecnologiche. Negli oltre 470 percorsi ITS formativi attivati risultano circa 11.350 iscritti. "Questo decennale degli Its - spiega la coordinatrice della IX Commissione Conferenza delle Regioni e Province autonome Cristina Grieco, in occasione del Job & Orienta a Verona - ci deve dare l'occasione di una riflessione importante. Sicuramente serve un'azione di promozione, perché nonostante tutto gli Its sono ancora poco conosciuti, anche dal mondo stesso della scuola: motivo per cui molti docenti ancora non indirizzano i ragazzi a frequentarli. Bisogna inoltre lavorare per dare agli Its pari dignità rispetto ai percorsi accademici. Riguardo invece all'impegno economico, i finanziamenti dovrebbero acquisire un carattere di stabilizzazione: non devono cioè rappresentare una premialità, ma la base almeno minima per garantire la continuità dei percorsi"

Leggi Tutto »

Smartworking, solo il 5 per cento lo sceglierebbe

Lo smartworking, ovvero il lavoro da remoto sarebbe scelto solo dal 5% dei lavoratori secondo Kelly Services, leader mondiale nella consulenza per le risorse umane. I dati sono della ricerca Emea Kelly Talent@work, il sondaggio rivolto a oltre 14 mila candidati in dieci Paesi Europei, tra cui l'Italia, con circa 2.000 intervistati. Dai dati raccolti, l'impressione è che la realtà della vita lavorativa ci stia impiegando più tempo del previsto ad adeguarsi ai nuovi trend tecnologici. Lo si evince chiaramente dalle risposte date alla domanda 'Avendo la possibilità di scegliere, preferiresti lavorare da casa-da remoto o in ufficio?'. Se guardiamo al dato italiano, infatti, il 5% dei lavoratori sceglierebbe la soluzione più netta e, almeno sulla carta, perfetta: lavorare esclusivamente da casa. Una percentuale davvero molto bassa e di grande peso, se si considera che il 59%, invece, sceglierebbe una soluzione ibrida, che preveda sia il lavoro da casa che quello dall'ufficio. Questa inclinazione trova conferma nelle risposte date ad altri quesiti della ricerca. Ad esempio, è stato chiesto 'Quali aspetti influenzano la tua scelta di inviare una candidatura?': solo il 4,1% dei rispondenti italiani reputa la possibilità di lavorare da casa o da remoto un fattore importante nella scelta di un lavoro. Quali sono, quindi, i benefici che i lavoratori percepiscono nel fatto di lavorare in ufficio? Forse temono che lavorare da remoto pregiudichi le loro possibilità di crescita o promozione? Decisamente no, in quanto, nel nostro Paese, solo il 29% degli intervistati crede che essere fisicamente presenti in ufficio offra loro più visibilità o riconoscimento in azienda

Leggi Tutto »