Lo smartworking, ovvero il lavoro da remoto sarebbe scelto solo dal 5% dei lavoratori secondo Kelly Services, leader mondiale nella consulenza per le risorse umane. I dati sono della ricerca Emea Kelly Talent@work, il sondaggio rivolto a oltre 14 mila candidati in dieci Paesi Europei, tra cui l'Italia, con circa 2.000 intervistati. Dai dati raccolti, l'impressione è che la realtà della vita lavorativa ci stia impiegando più tempo del previsto ad adeguarsi ai nuovi trend tecnologici. Lo si evince chiaramente dalle risposte date alla domanda 'Avendo la possibilità di scegliere, preferiresti lavorare da casa-da remoto o in ufficio?'. Se guardiamo al dato italiano, infatti, il 5% dei lavoratori sceglierebbe la soluzione più netta e, almeno sulla carta, perfetta: lavorare esclusivamente da casa. Una percentuale davvero molto bassa e di grande peso, se si considera che il 59%, invece, sceglierebbe una soluzione ibrida, che preveda sia il lavoro da casa che quello dall'ufficio. Questa inclinazione trova conferma nelle risposte date ad altri quesiti della ricerca. Ad esempio, è stato chiesto 'Quali aspetti influenzano la tua scelta di inviare una candidatura?': solo il 4,1% dei rispondenti italiani reputa la possibilità di lavorare da casa o da remoto un fattore importante nella scelta di un lavoro. Quali sono, quindi, i benefici che i lavoratori percepiscono nel fatto di lavorare in ufficio? Forse temono che lavorare da remoto pregiudichi le loro possibilità di crescita o promozione? Decisamente no, in quanto, nel nostro Paese, solo il 29% degli intervistati crede che essere fisicamente presenti in ufficio offra loro più visibilità o riconoscimento in azienda
Leggi Tutto »Sanità, criticità legate all’aumento degli anziani
Influenza, oltre 500mila italiani a letto
L'influenza continua a colpire, soprattutto tra i bambini, ma ancora non si è superato il valore soglia che segna l'inizio del periodo epidemico, tranne che in sette regioni. Nella settimana tra il 19 e 25 novembre ci sono stati 138mila casi, con un'incidenza totale di 2,28 casi per mille assistiti, per un totale di casi da inizio sorveglianza di circa 505.000. Lo segnala l'ultimo bollettino Influnet pubblicato dall'Istituto superiore di sanità (Iss). La fascia d'età tra i 0 e 4 anni è stata quella che ha registrato i valori più alti, con 4,78 casi per mille assistiti, seguita dalla fascia di età 5-14 anni con 2,12, quella tra i 15 e 64 anni con 2,50 casi e infine quella degli ultrasessantacinquenni con 1,26 casi. L'andamento della curva epidemica nell'ultima settimana, commenta l'Iss, è paragonabile a quello della scorsa stagione influenzale. In Piemonte, Liguria, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Abruzzo e Sicilia l'incidenza ha superato il livello della soglia nazionale che determina l'inizio del periodo epidemico (che è di 2,74 casi per mille assistiti).
Leggi Tutto »Istat: ad ottobre prezzi produzione +1,3% su mese
Ad ottobre 2018 si stima un aumento congiunturale dell'1,3% dell'indice dei prezzi alla produzione dell'industria. Su base annua si registra una crescita del 5,8%. Lo ha reso noto l'Istat. Sul mercato interno i prezzi alla produzione dell'industria aumentano dell'1,8% su settembre e del 7,1% su base annua. Al netto del comparto energetico la dinamica congiunturale è stazionaria e si stima un incremento tendenziale molto più contenuto (+1%). Sul mercato estero la dinamica congiunturale è lievemente positiva (+0,1%) e su base annua si registra un aumento dell'1,9% (+1,5% area euro, +2,3% area non euro). Al netto dell'energia il ritmo di crescita tendenziale dei prezzi all'export è più contenuto (+1,0% per l'area euro e +1,3% per quella non euro).
Nel trimestre agosto-ottobre si stima un incremento dei prezzi alla produzione nell'industria del 2,0% sul trimestre precedente; la dinamica congiunturale dei prezzi è più sostenuta sul mercato interno (+2,8%) rispetto a quello estero (+0,2%). Il settore manifatturiero che registra il più ampio aumento tendenziale dei prezzi alla produzione è la fabbricazione di prodotti petroliferi raffinati (+17,8% sul mercato interno, +36,8% in area euro e +31,1% in area non euro). Per il mercato interno le variazioni positive più significative si rilevano per i prodotti chimici (+2,4%) e per l'industria del legno, carta e stampa (+1,9%), l'unica variazione negativa nella manifattura si registra nel settore della fabbricazione dei computer (-0,4%). Sul mercato estero le variazioni positive più ampie si registrano nel settore della metallurgia e fabbricazione dei prodotti in metallo (+3,8% per l'area euro e +5,3% per l'area non euro); le variazioni negative maggiori per l'area euro si rilevano nel settore dei prodotti farmaceutici (-1,6%), mentre per l'area non euro nei settori della fabricazione di computer (-1,6%) e in quello dei mezzi di trasporto (-1,4%). Per quanto riguarda l'indice dei prezzi alla produzione delle costruzioni per gli edifici residenziali, ad ottobre si stima che l'indice decresca dello 0,1% su settembre 2018 ed aumenti dell'1,3% su base annua
Leggi Tutto »Nuovi nati, al Nord 1 su 5 ha entrambi i genitori stranieri
Tra i nati stranieri in Italia iscritti in anagrafe nel 2017 si confermano al primo posto i bambini romeni (14.693), seguiti da marocchini (9.261), albanesi (7.273) e cinesi (3.869), per un totale di nati rappresentato da queste comunita' del 51,8% del totale. A rivelarlo e' il report Istat 'Natalita' e fecondita' della popolazione residente' anno 2017, presentato stamattina nella sede dell'istituto di statistica a Roma. "L'incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri- si legge nel report- e' notoriamente molto piu' elevata nelle regioni del Nord (circa 20,9%) dove la presenza straniera e' piu' stabile e radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (17%). Nel Mezzogiorno- continua il rapporto- l'incidenza e' molto inferiore rispetto al resto d'Italia (6,1% al Sud e 5,5% nelle Isole). Nel 2017 e' di cittadinanza straniera circa un nato su quattro in Emilia Romagna (24,3%), quasi il 22% in Lombardia, circa un nato su cinque in Veneto, Liguria, Toscana e Piemonte. La percentuale di nati stranieri e' decisamente piu' contenuta in quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, con l'eccezione dell'Abruzzo dove supera l'11%"
Leggi Tutto »Nuovo record per il turismo in Italia
Nuovo record per il turismo in Italia. La buona notizia giunge attraverso il report dell'Istat movimento turistico secondo cui nel 2017 gli esercizi ricettivi hanno registrato un nuovo massimo storico, dopo quello del 2016, con oltre 420 milioni di presenze (+4,4% rispetto al 2016) e 123 milioni di arrivi (+5,3%). La crescita è stata superiore a quella media europea. Continua il boom negli esercizi extra-alberghieri: si contano 145,5 milioni di presenze (+7,5% sul 2016) e 29,4 milioni di arrivi (+10,2%), con una permanenza media di 4,9 notti. Negli alberghi le presenze toccano 275,1 milioni e gli arrivi 93,8 milioni (rispettivamente +2,8% e +3,9% sull'anno precedente) e in media la permanenza si conferma a 2,9 notti. Le presenze dei clienti residenti in Italia sfiorano i 210 milioni, quelle degli stranieri salgono a 210,7 milioni e per la prima volta superano le presenze degli italiani (rispettivamente +3,2% e +5,6% sul 2016). Interessante la distribuzione geografica, che in generale è stata più forte nel Mezzogiorno: gli aumenti più consistenti in termini di presenze si sono registrati in Sicilia (+7,3% rispetto al 2016), Basilicata (+6,5%), Piemonte (+6,3%) ed Emilia-Romagna (+6,0%). Molto concentrate le presenze: negli esercizi ricettivi dei primi 50 comuni italiani se ne registrano quasi 171 milioni, pari al 40,6% del totale. Queste destinazioni, nel loro complesso, assorbono un terzo delle presenze "italiane" (32,7%) e quasi la metà (48,5%) di quella dei non residenti e sono principalmente localizzate nell'Italia settentrionale. Roma si conferma la principale destinazione con quasi 27 milioni di presenze (il 6,4% del totale nazionale), seguono Milano e Venezia (entrambe al 2,8%). Se si guarda alla sola clientela estera, la quota di stranieri ospitati nella Capitale raggiunge circa il 9% del totale. Venezia si posiziona al secondo posto (4,8%). Nel 2017 le regioni al top delle presenze si confermano Veneto (16,5% del complessivo negli esercizi ricettivi italiani), il Trentino Alto Adige (11,9%), la Toscana (10,9%), l'Emilia-Romagna (9,5%) e la Lombardia (9,4%). In queste cinque regioni si concentra il 58,2% delle presenze turistiche in Italia, pari a oltre la metà (51,6%) dei clienti residenti e a quasi due terzi (64,7%) degli stranieri. Alcuni territori italiani sono meta di una clientela prevalentemente straniera, tra questi la Provincia autonoma di Bolzano (68,3%), il Veneto (68,1%), il Lazio (62,2%) e la Lombardia (60,9%). Alcune regioni del Centro e del Sud, invece, hanno un bacino di attrazione quasi esclusivamente nazionale: è il caso di Molise (90,3% di presenze di clienti residenti sul totale regionale), Basilicata (89,5%), Abruzzo (86,0%), Marche (82,0%), Puglia (78,5%) e Calabria (77,5%). La Germania si conferma primo Paese di provenienza dei turisti stranieri in Italia con il 14,1% delle presenze registrate. Seguono Francia, Regno Unito e Stati Uniti con quote di circa il 3%.
Leggi Tutto »I cittadini della Ue sono preoccupati di interferenze nelle elezioni di maggio
I cittadini della Ue sono preoccupati di interferenze nelle elezioni di maggio: il 61% teme che le elezioni possano essere manipolate tramite attacchi informatici; il 59% teme che le elezioni possano essere influenzate da soggetti stranieri e gruppi criminali; il 67% teme che i dati personali lasciati on-line possano essere usati per orientare i messaggi politici che si ricevono. E' quanto risulta dall'ultimo sondaggio Eurobarometro.
Dal sondaggioEurobarometro emerge anche che la grande maggioranza (74- 81%) degli europei concorda sul modo in cui affrontare queste minacce. Le indicazioni sono diverse: introdurre maggiore trasparenza nelle piattaforme dei media sociali on-line, anche con una chiara indicazione del soggetto a monte della propaganda on-line; dare a tutti i partiti politici pari possibilita' di accesso ai servizi on-line per aggiudicarsi l'attenzione degli elettori; assicurare diritto di replica ai candidati o ai partiti politici sui media sociali; introducendo il silenzio elettorale on-line cosi' come gia' avviene per i media tradizionali. Alle elezioni del 2014 si e' recato alle urne il 42% degli europei. Eurobarometro indica che attualmente il 43% degli intervistati vorrebbe ricevere maggiori informazioni sull'Unione europea e sul suo impatto sulla vita quotidiana; il 31% vorrebbe la presenza di un maggior numero di candidati giovani
Leggi Tutto »Quattro italiani su dieci acquistano in rete regali di Natale
Quattro italiani su dieci (40%) acquistano in rete regali di Natale con un aumento del 4% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldirettisui dati Deloitte pubblicata in occasione del Cyber Monday del 26 novembre che segue il black friday. "La spesa in regali degli italiani per feste di fine 2018 - sottolinea la Coldiretti - è stimata complessivamente (on e off line) pari a 216 euro a famiglia su valori superiori dell’10% ai 197 euro che si spendono in media in Europa, dove gli inglesi sono al vertice della classifica con una spesa di 341 euro a famiglia e in fondo ci sono i polacchi con appena 124 euro". "L’incidenza dell’on line per Natale in Italia - precisa la Coldiretti - è inferiore a quella di Paesi come la Germania e la Gran Bretagna ma superiore a quella di Spagna, Grecia e Portogallo. Le motivazioni per la spesa in rete - spiega la Coldiretti -sono la possibilità di avere la consegna a domicilio, una più ampia possibilità di scelta, l’opportunità di fare confronti e i prezzi convenienti mentre le perplessità riguardano soprattutto la sicurezza dell’acquisto, la consegna di un prodotto integro e i rischi per la mancata corrispondenza del prodotto sul video rispetto a quello consegnato"
Leggi Tutto »Cgia, le patrimoniali gia’ prelevano 45,7 miliardi
La possibilità di imporre una nuova patrimoniale trova contrario il coordinatore dell'ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, che segnala la preenza "gia' una quindicina le imposte patrimoniali che gli italiani sono costretti a pagare ogni anno. Nel 2017, ad esempio, tra l'Imu, la Tasi, l'imposta di bollo, il bollo auto, etc., abbiamo versato al fisco 45,7 miliardi di euro. Rispetto al 1990, il gettito riconducibile alle imposte di possesso sui nostri beni mobili, immobili e sugli investimenti finanziari in termini nominali e' aumentato del 400%, mentre l'inflazione e' cresciuta del 90%. In buona sostanza, in oltre 25 anni abbiamo subito una vera e propria stangata". Va segnalato che quasi la meta' del gettito complessivo (21,8 miliardi di euro) e' ascrivibile all'applicazione dell'Imu/Tasi sulle seconde/terze case, sui capannoni, sui negozi e sulle botteghe artigiane. Rispetto a qualche anno fa, tuttavia, il gettito delle imposte patrimoniali e' leggermente in calo.
Le imposte patrimoniali analizzate nel periodo 1990-2017 sono state: Imposta di registro e sostitutiva; Imposte di bollo; Imposta ipotecaria; Diritti catastali; Ici/Imu/Tasi; Bollo auto; Canone Radio Tv; Imposta su imbarcazioni e aeromobili; Imposta sulle transazioni finanziarie; Imposta sul patrimonio netto delle imprese; Imposte sulle successioni e donazioni; Imposta straordinaria sugli immobili; Imposta straordinaria sui depositi; Imposta sui beni di lusso. La Cgia precisa che le imposte patrimoniali sono quelle che di fatto gravano sulla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento. La ricchezza e' intesa in senso ampio e comprende i beni immobili (case, terreni), i beni mobili (auto, moto, aeromobili, imbarcazioni), gli investimenti finanziari, etc. Di solito, nei manuali di diritto tributario le imposte patrimoniali sono classificate come imposte dirette. Queste ultime sono quelle che colpiscono direttamente la capacita' contributiva del contribuente senza attendere che si verifichino fatti o atti particolari. Mentre le imposte indirette richiedono, per poter essere applicate, il verificarsi di un determinato evento. L'Iva, ad esempio, si applica quando avviene la cessione di un bene o la prestazione di un servizio. Le imposte sulle successioni e sulle donazioni, sebbene classificate come imposte indirette, vengono considerate come una forma di imposizione patrimoniale, in quanto colpiscono la ricchezza. Si tratta delle uniche imposte indirette che i testi di diritto tributario includono tra le imposte di carattere patrimoniale. Nel 2012, a seguito delle misure introdotte dal Governo Monti, l'imposizione patrimoniale e' cresciuta, rispetto al 2011, di 12,8 miliardi di euro, un balzo di oltre il 40%. Mentre nel 2013 si e' avuta una temporanea flessione dovuta all'abolizione dell'Imu sulle abitazioni principali.
Leggi Tutto »Prosegue la ripresa delle compravendite di immobili
Prosegue la ripresa delle compravendite di immobili. Nel secondo trimestre, secondo quanto riporta l'Istat, le convenzioni notarili di compravendite e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari (pari a 209.243) crescono dell'1,6% rispetto al trimestre precedente (+1,7% il settore abitativo e +0,7% l'economico). Per il complesso delle transazioni, scecondo quanto riporta un comunicato, l'incremento congiunturale interessa soprattutto il Nord-ovest (+3,0%), il Nord-est (+2,7%) e, in misura minore, il Centro (+0,4%). Al Sud le transazioni sono stabili rispetto al trimestre precedente (0,0%) mentre risultano in flessione nelle Isole (-1,3%). Il settore abitativo segue l'andamento generale, il comparto economico segna invece variazioni positive nel Nord-ovest (+6,9%) e nel Nord-est (+0,6%), negative nel Centro (-6,5%), nelle Isole (-3,0%) e al Sud (-1,5%). Su base annua le transazioni immobiliari aumentano complessivamente del 4,7%: il settore abitativo riflette l'andamento generale (+5,1%), al contrario il comparto economico registra un lieve calo (-0,6%). Rispetto al secondo trimestre del 2017, l'incremento registrato per l'abitativo nel periodo aprile-giugno riguarda tutte le aree geografiche del Paese - Nord-est +7,2%, Isole +6,7%, Nord-ovest +5,4%, Sud +3,4% e Centro +3,0% - e tutte le tipologie di comuni (città metropolitane +5,1% e piccoli centri +5,0%)
Per il settore economico, dice ancora l'istituto di statistica, le transazioni risultano in crescita su base annua nel Nord-ovest (+2,9%), sono sostanzialmente stabili nel Nord-est (+0,4%) e diminuiscono al Centro (-4,5%), nel Sud (-3,4%) e nelle Isole (-1,4%). Variazioni tendenziali di segno negativo si registrano anche nelle città metropolitane (-0,7%) e nei piccoli centri (-0,4%). Il 94,3% delle convenzioni stipulate riguarda trasferimenti di proprietà di immobili ad uso abitativo ed accessori (197.362), il 5,2% ad uso economico (10.933) e lo 0,5% ad uso speciale e multiproprietà (948). Le convenzioni notarili per mutui, si legge, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare (113.755) crescono del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 2,3% su base annua. Sul territorio tali convenzioni registrano aumenti congiunturali nel Nord-est (+4,2%), nel Nord-ovest (+3,2%), al Centro (+2,4%) e nel Sud (+1,7%); sono in diminuzione nelle Isole (-2,3%). Su base annua crescono nel Nord-est (+5,9%), nelle Isole (+4,6), nel Nord-ovest (+2,1%) e al Sud (+0,6%) mentre diminuiscono al Centro (-0,9%). Rispetto alla tipologia dei comuni risultano in crescita sia nelle città metropolitane (+1,9%) sia nei piccoli centri (+2,5%). "Anche nel secondo trimestre dell'anno in corso, l'andamento dell'indice destagionalizzato delle compravendite conferma una tendenza al recupero del mercato immobiliare - è il commento della stessa Istat- che ha iniziato la sua ripresa in modo più regolare dal secondo trimestre del 2015, con un incremento di circa il 39% rispetto ai valori minimi di fine 2013. Tuttavia, rimane ancora un gap, quasi il 4%, nei confronti dei livelli medi del 2010. Unica eccezione è il Nord dove si è tornati ai livelli precedenti il 2010"
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