L’Osservatorio

Cgia, ‘sgravi’ nel mirino dei partiti, tesoretto da 142 miliardi 

Gli sgravi fiscali rappresentano "un tesoretto da 142 miliardi" e sono entrati nel mirino dei partiti impegnati nella campagna elettorale. Le detrazioni, le deduzioni fiscali, le cedolari secche e i crediti di imposta che riducono il prelievo sui contribuenti italiani, le cosiddette 'tax expenditures', sono 466 e costano allo Stato 54 miliardi di euro all'anno. Lo segnala l'Ufficio studi della Cgia sottolineando che a queste voci vanno accostate le detrazioni ai fini Irpef che interessano i lavoratori dipendenti e gli autonomi (37,8 miliardi di euro), le detrazioni per i familiari a carico (11,3 miliardi) e una serie di altre agevolazioni (aliquote Iva ridotte, Ace per le societa' di capitali, tassazione separata per alcune tipologie di reddito, imposte sostitutive sui redditi da capitale etc.). Alle quali si aggiungono anche le spese fiscali relative ai tributi locali. Si tratta di misure che assicurano una riduzione del prelievo su Irap, Tari, Imu, Tasi e Tosap (tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche). Complessivamente lo sgravio riferito alle tasse locali ammonta a 38,7 miliardi di euro all'anno. "Questo tesoretto, costituito in linea generale da oltre 142 miliardi - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo - e' finito nel mirino delle promesse elettorali presentate in questi giorni dai big della politica nazionale. La riduzione delle tasse, l'aumento delle pensioni minime o l'introduzione del reddito di cittadinanza potrebbero essere in gran parte realizzate attraverso una sforbiciata a queste agevolazioni che, quasi sicuramente, andranno pero' a penalizzare chi oggi beneficia di queste misure". 

Concentrando l'attenzione solo sulle misure strettamente riconducibili alla voce 'tax expenditures, di queste 466 agevolazioni, le prime 20 incidono sul totale della spesa (pari a 54 miliardi all'anno) per il 75,6%. Cio' vuol dire che la spesa per questo pacchetto di interventi agevolativi e' fortemente concentrato su poche voci che potrebbero essere le prime a subire una contrazione. Nel dettaglio, la prima voce e' il 'bonus Renzi' che interessa oltre 11 milioni di lavoratori dipendenti con un livello retributivo medio-basso e costa allo Stato quasi 9 miliardi all'anno. La seconda misura e' la detrazione al 50 per cento delle spese per il recupero edilizio che grava sulle casse pubbliche per 6 miliardi di euro. In terza posizione, invece, i proprietari di prima casa la cui rendita catastale non rientra nell'imponibile Irpef. Questi contribuenti godono di uno 'sconto' fiscale di 3,6 miliardi di euro. "Che sia necessario disboscare questa giungla di misure agevolative e' fuori discussione - conclude Zabeo - e' altresi' importante non buttare via il bambino con l'acqua sporca. Non vorremmo, infatti, che a pagare il conto fosse ancora una volta il ceto medio che, rispetto alle altre, e' stata la fascia sociale piu' colpita dalla crisi di questi ultimi 10 anni". Sul fronte delle tasse, infine, la Cgia torna a ribadire un concetto molto chiaro che, pero', fatica a farsi strada in alcuni partiti anche in questo scorcio di campagna elettorale. 

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Istat, cambia il paniere dei prodotti

Cambiano gli italiani, sempre più esotici nel mangiare e tecnologici nella vita quotidiana. Nel paniere 2018 dell'Istat per il calcolo dei prezzi al consumo, che viene aggiornato ogni anno per tener conto degli acquisti delle famiglie, entrano frutti tropicali, l'avocado e il mango, e il robot aspirapolvere, oltre che i vini liquorosi e la lavasciuga. Escono, invece, il canone Rai - ormai inglobato nella bolletta della luce - oltre che la telefonia fissa e il lettore mp4, superati entrambi dalla convergenza di comunicazione e intrattenimento degli smartphone. Sono "assolutamente corrette" per il Codacons le modifiche ai beni del paniere, perché "rispecchiano i cambiamenti registrati nelle abitudini degli italiani sia sul fronte alimentare, con l'ingresso della frutta esotica sempre più apprezzata dalle famiglie, sia su quello della casa, con l'entrata della lavasciuga e del robot aspirapolvere, la cui presenza è in crescita nelle abitazioni". Ma la principale novità di quest'anno, sottolinea lo stesso Istat, è l'utilizzo diretto nel calcolo dei prezzi delle casse di ipermercati e supermercati, con la scannerizzazione dei codici a barre dei beni per la cura della casa e della persona, quelli che compongono il cosiddetto 'carrello della spesa'.Il paniere aggiornato non cambia però l'inerzia. L'inflazione resta debole, anche se alcune componenti della domanda registrano una ripresa. A gennaio i prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, aumentano dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua, in rallentamento dall'incremento dello 0,9% di dicembre. Cresono meno i beni alimentari 'non lavorati', i beni energetici non regolamentati, come i carburanti, e i servizi di trasporto. Il solo carrello della spesa aumenta a gennaio dell'1% su base mensile e dell'1,2% su base annua, dal +1,3% di dicembre. La famiglia tipo italiana, calcola l'Unione Nazionale Consumatori, dovrebbe subire un aggravio di 242 euro annui dall'incremento al ritmo di gennaio. Secondo Confcommercio, il quadro resta "incerto", perché è difficile se questa crescita "contenuta" dei prezzi sostenga le vendite al dettaglio o sia, al contrario, la conseguenza dei bassi consumi. 

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La lotta all’evasione fiscale segna un nuovo massimo nel 2017

La lotta all'evasione fiscale segna un nuovo massimo nel 2017, grazie anche agli incassi superiori alle piu' rosee previsioni della rottamazione delle cartelle. Ecco una scheda con i principali risultati di Agenzia delle Entrate e della Riscossione. RECORD LOTTA A evasione, OLTRE 20 MLD - L'attivita' di recupero dell'evasione fiscale ha riportato nelle casse dello Stato 20,1 miliardi di euro, con un aumento del 5,8% rispetto al 2016. Guardando ai 13,1 miliardi del 2013 l'incremento e' stato del 53%.

BOOM COMPLIANCE, DA LETTERE 1,3 MLD (+160%) - Gli incassi derivanti dalle lettere di compliance inviate ai contribuenti dall'Agenzia delle Entrate sono saliti a 1,3 miliardi, con un balzo del 160% rispetto all'anno precedente. Il gettito da ruoli ammonta invece a 7,4 miliardi, con un incremento in questo caso del 54,2% sul 2016, in parte determinato dalla definizione agevolata, ovvero dalla rottamazione delle cartelle. ROTTAMAZIONE VALE 6,5 MILIARDI - La definizione agevolata delle cartelle, la cosiddetta rottamazione, ha garantito nel 2017 un gettito di 6,5 miliardi di euro. I contribuenti che hanno presentato domanda di adesione alla rottamazione sono 1,5 milioni, mentre sono 6,3 milioni le cartelle e gli avvisi che sono stati oggetto di pagamento delle rate. DA AG.RISCOSSIONE 12,7MLD, CON ENTRATE IN TUTTO 25,8MLD - Il totale complessivo degli incassi di Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate Riscossione e' ammontato lo scorso anno a 25,8 miliardi, con un incremento che sfiora il 12% rispetto al risultato del 2016, pari a 23,1 miliardi e relativo allo stesso perimetro di azione. E' uno dei dati forniti dal direttore generale, Ernesto Maria Riffini, nel corso della presentazione dei risultati della lotta all'evasione 2017. Il recupero di evasione relativo al perimetro dell'Agenzia delle entrate ha totalizzato 20,1 miliardi di euro. L'Agenzia delle entrate-Riscossione ha invece incassato, anche grazie alla rottamazione, a 12,7 miliardi. Di questi, 7 miliardi sono andati all'Agenzia delle entrate e quindi sono gia' compresi nei 20 miliardi recuperati. Gli altri 5,7 miliardi di Riscossione sono andati ad altri enti, in particolare all'Inps 3,6 miliardi, ai Comuni 800 milioni di euro, cosi' come alle Regioni, alle Prefetture e alle Camere di Commercio. "Vorrei sottolineare questo dato - ha spiegato - perche' ritengo che vada modificato il nostro approccio per avere una piu' corretta visione di insieme. Non solo l'azione delle Entrate, direttamente o attraverso l'Agenzia di riscossione, ma anche quella della Riscossione quando recupera delle risorse per conto di INPS, Comuni o Regioni contribuendo a fornire linfa vitale a quegli enti. Per questo ritengo davvero che - soprattutto alla luce della riforma che ha trasformato la Riscossione e progettato un unico vertice e una riduzione della catena di comando - il nostro sguardo debba essere piu' ampio".

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Istat, a dicembre -66mila occupati ma l’incremento è di 173mila nel 2017

Secondo i dati diffusi dall'Istat dopo la crescita del mese scorso a dicembre la stima degli occupati diminuisce dello 0,3% (-66 mila), tornando al livello di ottobre. Il tasso di occupazione scende al 58,0% (-0,2 punti percentuali). Nonostante il dato dell'ultimo mese dell'anno, il bilancio del 2017 resta positivo. L'Istat rileva che su base annua si conferma l'aumento degli occupati (+0,8%, +173 mila) che riguarda donne e uomini. La crescita si concentra tra i lavoratori a termine (+303 mila) mentre calano gli indipendenti (-105 mila) e in misura minore i permanenti (-25 mila).

Il calo dell'occupazione nell'ultimo mese interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Risultano in diminuzione i dipendenti, sia permanenti sia a tempo determinato, mentre rimangono stabili gli indipendenti. Nel trimestre ottobre-dicembre si registra un lieve incremento degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,1%, +16 mila); la crescita interessa prevalentemente le donne e si concentra soprattutto tra gli over 50 e, in misura più lieve, anche tra i giovani di 15-24 anni, a fronte di un calo nelle classi 25-49 anni. L'aumento è stimato esclusivamente per i dipendenti a termine, mentre calano i permanenti e gli indipendenti. La stima delle persone in cerca di occupazione a dicembre diminuisce per il quinto mese consecutivo (-1,7%, -47 mila). La diminuzione della disoccupazione interessa donne e uomini e si distribuisce tra tutte le classi di età ad eccezione dei 25-34enni. Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,8% (-0,1 punti percentuali rispetto a novembre), mentre quello giovanile scende al 32,2% (-0,2 punti). Dopo la diminuzione del mese scorso, a dicembre la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni cresce dello 0,8% (+112 mila). L'aumento interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età. Il tasso di inattività sale al 34,8% (+0,3 punti percentuali). Nel trimestre ottobre-dicembre, rispetto ai tre mesi precedenti, alla crescita degli occupati si accompagna il calo dei disoccupati (-2,5%, -72 mila) e l'aumento degli inattivi (+0,4%, +48 mila).

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In Italia solo 1 anziano su 4 usa smartphone, pc

In Italia anziani ancora non al passo con coetanei europei sull'uso delle tecnologie digitali: appena 1 su 4 (25%) di 65-74 anni utilizza tecnologie come lo smartphone e il pc e ha usato internet nell'ultima settimana, contro una media di quasi meta' (45,5%) dei coetanei europei. Pero' tra coloro che lo usano, ben il 90% lo usa almeno una volta al giorno, rispetto al 72% degli anziani europei. E' quanto riferito da Simone Carlo e Fausto Colombo dell'Universita' Cattolica presso la sede di Milano, membri del "Progetto europeo Harvest", tra i vincitori del bando europeo "Ageing and Place in a digitising world", indetto dalla iniziativa di programmazione congiunta More Years Better Lives. Inoltre, spiegano gli esperti, secondo i dati Eurostat i nostri anziani utilizzano internet per informarsi su tematiche di attualita' (63,7%), sui propri interessi e passioni (60,7%) e per approfondire temi legati alla salute e al benessere (40,3%). Il progetto Harvest (eHealth and Ageing in Rural Areas: Transforming Everyday Life, Digital Competences, and Technology), coordinato da Simon Lindgren dell'Universita' di Umea in Svezia, studiera' il ruolo di internet, pc, smartphone e tablet nella vita quotidiana di anziani residenti in contesti rurali o montani e quindi geograficamente "isolati", in particolare le tecnologie digitali per la salute (eHealth). La ricerca prevede una serie di "interviste domestiche" in 3 nazioni: Finlandia, Italia, Svezia. 

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Il report del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro

Mancata sicurezza sui luoghi di lavoro, contratti irregolari e lavoro nero, caporalato, lavoro minorile. Sono le 'malattie' del mercato del lavoro monitorate e contrastate dal Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, come emerge dal Rapporto Italia 2018 dell'Eurispes. Secondo il Rapporto, nel 2017 il Reparto speciale ha controllato 18.924 aziende lungo tutta la Penisola e verificato la posizione contrattuale di oltre 58mila lavoratori. Il 71% delle aziende e attività commerciali e alberghiere controllate ha evidenziato irregolarità, mentre 125 sono risultate totalmente 'in nero' ovvero non iscritte neanche alla Camera di commercio. Contestate sanzioni amministrative per 28.897.237 euro, denunciate 6.850 persone di cui 57 arrestate. Sono state accertate 81 truffe per un valore di 17.655.955 euro. E la sicurezza sui luoghi di lavoro continua presentare particolari fattori di criticità: i controlli dell'Arma si sono concentrati su 3.328 imprese e hanno messo in luce irregolarità che hanno portato a 389 sospensioni di attività e alla denuncia di 3.742 persone; sono stati sequestrati 19 cantieri, elevate ammende per 8.757.250 euro. Nell'ambito delle attività di contrasto al fenomeno delle truffe ai danni degli Enti, sono stati perseguiti dai Nil, complessivamente, 81 casi di truffa, per un importo accertato, nel semestre di riferimento, pari a 17.655.955 euro. Il 'lavoro nero' è il fenomeno che rimane, dal punto di vista del danno all'economia nazionale, spiega l'Eurispes, il più gravoso, sia per i mancati introiti sia per la minore tutela per i lavoratori sia dal punto di vista previdenziale e pensionistico, che da quello assicurativo in caso di infortuni e malattie professionali.

 Nel periodo di riferimento, 2.154 imprese sono state sospese per posizioni che riguardavano 5.401 lavoratori. La maglia nera spetta al Sud Italia (Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia), dove si concentrano il 22% dei lavoratori in nero; al secondo posto, il Nord con il 18,2%, segue il Centro (Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Sardegna) con il 17,7%, mentre il comparto geografico del Nord-Est raccoglie l'11,8% delle irregolarità. A braccetto con la piaga del lavoro nero va il dramma del caporalato, una pratica degenerata con il passare del tempo a causa del crescente numero di immigrati in cerca di lavoro, e della crisi economica che ha fatto crollare i prezzi agricoli. I militari dell'Arma hanno controllato nel 2017 14.482 lavoratori extracomunitari: di questi 3.518 sono risultati in nero e 2.074 irregolari; sono stati scoperti 718 clandestini ed espulsi 33 (Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro). E anche quello del lavoro minorile è un tema complesso. Nel 2017, i militari del Comando hanno verificato la posizione lavorativa di 560 minori accertandone lo stato irregolare in 262 casi, ovvero nel 46,6% del totale. In particolare, dei 106 bambini italiani, comunitari e extracomunitari, 37 sono risultati occupati. Dei 454 adolescenti italiani, comunitari e extracomunitari, 225 sono risultati occupati illegalmente. Il dato positivo è che non è stato segnalato alcun caso di 'child labour', ovvero attività lavorative che non consentono di accedere all'istruzione, che ostacolano lo sviluppo psico-fisico, sociale e morale dei bambini, ma che consentono invece di contribuire all'economia familiare.

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Export cibo made Italy da record, 4 miliardi verso Usa

Le esportazioni di cibo e bevande dall'Italia negli Stati Uniti sono aumentare del 6% nel 2017 per un totale che per la prima volta arriva a 4 miliardi di euro, il massimo di sempre. E' quanto emerge da una proiezione della Coldiretti sulla base di una analisi degli ultimi dati Istat relativi al commercio estero. Il vino - precisa la Coldiretti - risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta. Anche se a preoccupare è ora il rafforzamento dell'Euro nei confronti del dollaro la politica di Trump non ha frenato fino ad ora il Made in Italy negli Stati Uniti Gli Usa - sottolinea la Coldiretti - si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna. Il successo sul mercato nordamericano ha trainato dunque le performance del Made in Italy agroalimentare all'estero con le esportazioni che toccano per la prima volta i 41 miliardi di euro nel 2017 per effetto di un incremento del 7% rispetto allo scorso anno. A spingere la crescita - sottolinea la Coldiretti - sono i prodotti base della dieta mediterranea a partire dal vino che è il prodotto italiano piu' esportato e fa segnare un aumento del 7%, seguito dall'ortofrutta che registra un incremento del 2%, ma ottime risultati - continua la Coldiretti - vedono protagonisti i formaggi con un incremento del 9% in valore, grazie anche all'entrata in vigore dell'obbligo dell'etichettatura d'origine, e i salumi (+8%).Arretra, invece - conclude la Coldiretti - la pasta tricolore (-3%) che attende ora l'entrata in vigore dell'obbligo di indicazione dell'origine del grano per ritrovare la fiducia di un mercato che anche a livello europeo è sempre più attento al tema della trasparenz

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Unimpresa, boom dei precari e rischio povertà per 9,3 milioni di italiani 

Meno disoccupazione, compensata da una fabbrica di lavoratori precari. Ora sono oltre 9,3 milioni gli italiani non ce la fanno e sono a rischio povertà: è sempre più estesa l'area di disagio sociale che non accenna a restringersi. Dal 2016 al 2017 altre 128mila persone sono entrate nel bacino dei deboli in Italia. Crescono soprattutto gli occupati-precari: in un anno, dunque, è aumentato il lavoro non stabile per 197mila soggetti che vanno ad allargare la fascia di italiani a rischio. E' quanto rileva il Centro studi di Unimpresa. Ai "semplici" disoccupati - che hanno fatto registrare una diminuzione di 69mila unità - vanno aggiunte ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che estendono la platea degli italiani in crisi. Si tratta di un'enorme "area di disagio": ai quasi 3 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (900mila persone) sia quelli a orario pieno (2 milioni); vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (722mila), i collaboratori (251mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,68 milioni). Questo gruppo di persone occupate - ma con prospettive incerte circa la stabilità dell'impiego o con retribuzioni contenute - ammonta complessivamente a 6,55 milioni di unità. Il totale del'area di disagio sociale, calcolata dal Centro studi di Unimpresa sulla base dei dati Istat, a fine 2017 comprendeva dunque 9,29 milioni di persone, in aumento rispetto fine 2016 di 197mila unità (+1,4%). "Le aziende italiane - ha commentato il presidente Giovanna Ferrara - hanno bisogno di risorse e incentivi per crescere e svilupparsi dunque per avere i presupposti necessari a creare nuova occupazione stabile. C'è bisogno di più lavoro per gli italiani: in questo senso, vanno accolti con favore tutti gli strumenti e le misure volte a rendere meno onerose le assunzioni di lavoratori, meglio se si tratta di interventi strutturali e non di aiuti una tantum. Riteniamo sbagliato insistere con forme di sussidio, perché strumenti come il reddito di inclusione alimentano l'assistenzialismo e disincentivano, di fatto, la crescita economica".

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Istat, crescono fatturato e ordini all’industria a novembre

Bene fatturato e ordini all'industria a novembre: salgono rispettivamente su base annua del 5,1% e dell' 8,9%. Lo rileva l'Istat aggiungendo che la crescita congiunturale e' rispettivamente di +1,3% e +0,3%. 

A novembre, per il fatturato dell'industria si rileva, per il secondo mese consecutivo, un incremento congiunturale (+1,3%). L'indice destagionalizzato raggiunge inoltre il livello piu' elevato (106,8) da settembre 2011. Il confronto tra la media degli ultimi tre mesi e i precedenti tre segna una crescita dell'1,2%. Gli ordinativi, a novembre segnano un lieve incremento congiunturale (+0,3%); negli ultimi tre mesi rispetto ai tre precedenti si rileva invece una leggera flessione (-0,1%). La crescita congiunturale del fatturato a novembre e' dovuta soprattutto al mercato interno (+1,9%), mentre per quello estero si registra un aumento piu' contenuto (+0,2%). Gli ordinativi segnano moderati incrementi in entrambi i mercati (+0,2% per il mercato interno e +0,4% per quello estero).

Gli indici destagionalizzati del fatturato mostrano incrementi congiunturali diffusi a tutti i raggruppamenti principali di industrie ma piu' rilevanti per l'energia (+2,4%). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2016) il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 5,1%, con incrementi del 3,6% sul mercato interno e del 7,7% su quello estero. L'indice grezzo del fatturato aumenta, in termini tendenziali, del 5,1%: il contributo piu' ampio a tale incremento viene dalla componente interna dei beni intermedi. Per il fatturato l'incremento tendenziale piu' rilevante si rileva nella fabbricazione di prodotti petroliferi (+13,6%), mentre la fabbricazione di mezzi di trasporto mostra l'unico calo del comparto manifatturiero (-4,7%). Nel confronto con il mese di novembre 2016, l'indice grezzo degli ordinativi segna un aumento dell'8,9%. Tutti i settori registrano incrementi, particolarmente significativo risulta quello della metallurgia (+14,0%).

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Libri, mercato 2017 in ripresa

Il 2017 e' l'anno della ripresa per il mercato del libro. E si chiude con un risultato importante per il settore nel suo complesso: +5,8% sul 2016, pari a 1,485 miliardi di euro nei canali trade (librerie, librerie online e grande distribuzione organizzata). Lo rivela l'analisi dell'Ufficio studi dell'Associazione Italiana Editori. "La piu' grande industria culturale del Paese - dice il presidente Aie Ricardo Franco Levi - sta ricominciando a camminare. Ci auguriamo che libro e lettura siano centrali nei programmi di queste elezioni e del nuovo Governo" I dati, anticipati dall'Aie, saranno presentati domani dal presidente Levi nella giornata conclusiva del XXXV Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri in programma a Venezia. Il risultato, per la prima volta dopo 7 anni, e' positivo anche a copie, pari a 88,6 milioni (al netto di quelle vendute da Amazon), +1,2% sull'anno precedente. Cresce anche il mercato e-book e audiolibri, che ha raggiunto quota 64 milioni di euro nel 2017 (+3,2% sul 2016). DOVE SI COMPRANO I LIBRI? - In base all'analisi Aie, in libreria prima di tutto, ma avanza in modo importante l'e-commerce, in difficolta' il supermercato. Le librerie fisiche, indipendenti o di catena, restano il canale principale per l'acquisto di libri di varia nuovi, tanto da intercettare quasi tre quarti degli acquisti (il 69,6%). Diminuiscono gli acquisti in librerie indipendenti (che pesano il 25,2%) e di catena (44,4%) a vantaggio dell'e-commerce, che nel 2017 ha fatto un vero e proprio balzo in avanti (oggi pesa il 21,3% dei libri venduti, era il 16,5% nel 2016). Proseguono le difficolta' per la grande distribuzione organizzata, che oggi pesa per il 9,1% del totale (solo lo scorso anno era il 10,7%). LA PRODUZIONE - E' sempre piu' ricca e articolata. Nel 2017 gli editori hanno pubblicato 66.757 titoli: la narrativa (italiana e straniera) oggi conta 19.860 titoli, nel 1980 si fermava a 1.087 titoli. I libri per bambini, oggi stimati in 9.923 (erano 6.457 lo scorso anno), costituiscono un numero piu' che decuplicato rispetto a 17 anni fa. LA LETTURA - E' scarsa ma ben piu' alta di quanto si e' detto finora. Istat, nella sua indagine quinquennale, inserendo nelle sue indagini la lettura di narrativa di genere, guide e manuali (per la casa, collaterali, ecc.), evidenziava come i lettori fossero il 59,4% della popolazione italiana. Ben di piu' di quel 40,5% che la stessa Istat ha stimato nella sua ultima analisi annuale, che esclude una quota importante di libri dal perimetro considerato. Questo dato del 59,4% trova conferma nell'Osservatorio Aie sui comportamenti di lettura (sui 15-75enni) che registra oggi come i lettori negli ultimi 12 mesi (anche solo in parte) di romanzi, saggi, gialli, fantasy, manuali e guide abbiano raggiunto quota 62%. I comportamenti di lettura si fanno infatti oggi sempre piu' articolati: legge libri di carta il 62% degli italiani, ma legge anche ebook il 27% e legge audiolibri l'11%. Considerate tutte queste modalita', legge il 65% popolazione italiana con piu' di 15 anni.

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