Gli italiani si preparano a spendere in media 124 euro a testa in occasione del Black Friday, la giornata degli sconti che quest'anno si terra' il 23 novembre. Lo afferma un sondaggio di eBay, che sottolinea come - anche grazie alle piattaforme online - il "venerdi' nero" possa essere un'opportunita' per le Pmi: il 60% degli italiani ritiene importante fare acquisti da piccole e medie imprese durante il Black Friday, per poterle sostenere. Piu' di 8 venditori eBay su 10 effettueranno promozioni il 23 novembre. Ad aspettarle ci sara' un pubblico eterogeneo di compratori, in cui spiccano i giovani: nella fascia tra i 16 e i 34 anni, il 61% ha dichiarato di aver gia' partecipato al Black Friday. Cosa si attendono le piccole e medie imprese? Aumentare il fatturato e' in cima alla lista degli obiettivi (74,6%). Non a caso, la grande maggioranza dei venditori (oltre il 63%) ritiene che il Black Friday avra' un impatto considerevole sul proprio fatturato, aspettandosi una crescita superiore al 10% rispetto a un giorno medio. L'altro obiettivo, indicato da 6 venditori su 10, e' attrarre nuovi clienti.
Leggi Tutto »In Italia 1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in povertà assoluta
In Italia 1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in povertà assoluta. Ma non sono solo le condizioni economiche del nucleo familiare a pesare sul loro futuro. L'ambiente in cui vivono ha un enorme impatto nel condizionare le loro opportunità di crescita e di futuro. E' l'aspetto principale messo in luce dal IX Atlante dell'infanzia a rischio 'Le periferie dei bambini' di Save the Children, l'Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita ai bambini e garantire loro un futuro, dedicato alle periferie educative in Italia, pubblicato per il terzo anno consecutivo Treccani e presentato oggi in anteprima. Pochi chilometri di distanza, tra una zona e l'altra, possono significare riscatto sociale o impossibilità di uscire dal circolo vizioso della povertà: la segregazione educativa allarga sempre di più la forbice delle disuguaglianze, in particolare nelle grandi città, dove vivono tantissimi bambini, ed è lì che bisogna intervenire con politiche coraggiose e risorse adeguate. All'interno di una stessa città, l'acquisizione delle competenze scolastiche da parte dei minori segna un divario sconcertante. A Napoli, i 15-52enni senza diploma di scuola secondaria di primo grado sono il 2% al Vomero e quasi il 20% a Scampia, a Palermo il 2,3% a Malaspina-Palagonia e il 23% a Palazzo Reale-Monte di Pietà, mentre nei quartieri benestanti a nord di Roma i laureati (più del 42%) sono 4 volte quelli delle periferie esterne o prossime al GRA nelle aree orientali della città (meno del 10%).
Ancora più forte la forbice a Milano, dove a Pagano e Magenta-San Vittore (51,2%) i laureati sono 7 volte quelli di Quarto Oggiaro (7,6%). Differenze sostanziali tra una zona e l'altra riguardano anche i NEET, ovvero i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano più, sono senza lavoro e non sono inseriti in alcun circuito di formazione: nel capoluogo lombardo, in zona Tortona, sono il 3,6%, meno di un terzo di quelli di Triulzo Superiore (14,1%), mentre a Genova sono 3,4% a Carignano e 15,9% a Ca Nuova, e a Roma 7,5% Palocco e 13,8% a Ostia Nord . Anche i dati tratti dai test INVALSI testimoniano il divario nell'apprendimento scolastico. A Napoli, ad esempio, una distanza siderale di 25 punti INVALSI divide i bambini dei quartieri più svantaggiati da quelli che abitano a Posillipo, a Palermo sono 21 quelli tra Pallavicino e Libertà, a Roma 17 tra Casal de' Pazzi e Medaglie d'Oro, e a Milano 15 punti dividono Quarto Oggiaro da Magenta-San Vittore . Allargando lo sguardo alle altre risorse educative essenziali per lo sviluppo dei bambini, scopriamo, ad esempio, che i minori che non hanno l'opportunità di navigare su Internet nel Mezzogiorno si concentrano nei capoluoghi delle grandi aree metropolitane (36,6%), e vivono spesso nelle famiglie con maggiori difficoltà economiche (38,8%), così come, nelle stesse zone, i bambini e adolescenti che non svolgono attività ricreative e culturali raggiungono il 77,1%
Leggi Tutto »Istat, la platea potenziale del bonus assunzioni al Sud è di 3,5 milioni
"Nel complesso si stima che, nel secondo trimestre 2018, fossero 3 milioni 515 mila i potenziali beneficiari" del bonus assunzioni per il Sud, per giovani fino ai 34 anni di età e di ultra-trentacinquenni privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi. E' il dato fornito dall'Istat sulla platea potenziale del bonus, confermato con la manovra per il 2019. "Il 53,3% è costituito da giovani di 15-34 anni e il 46,7% da ultra-trentacinquenni; le donne sono in lieve maggioranza (51,9%); quasi la metà possiede un titolo di studio basso (48,2% con al massimo la licenza media a fronte del 10,9% di laureati); il 37,2% non ha mai lavorato; il 44,8% vive con la famiglia di origine e il 38,6% sono genitori". Gli over 35 "si stima che siano circa 1 milione 640 mila, di cui 621 mila disoccupati e 1 milione 20 mila forze di lavoro potenziali. Il 57,3% dei disoccupati sono uomini e l'80,2% di essi ha avuto almeno una precedente esperienza di lavoro. Tra le forze di lavoro potenziali prevalgono le donne (64%)"
Leggi Tutto »Fisco, con la media Ue ogni italiano avrebbe risparmiato 598 euro
Se nel 2017 avessimo avuto la stessa pressione fiscale della media Ue, ogni italiano (neonati e ultracentenari compresi) avrebbe risparmiato 598 euro. Lo rileva la Cgia che ha messo a confronto la pressione fiscale registrata nel 2017 nei principali Paesi europei e, poi, ha calcolato il differenziale di tassazione pro capite esistente tra noi e i cittadini dei principali paesi dell'Unione. Tra le nazioni più importanti solo in Francia (1.765), in Belgio (1.196) e in Svezia (712) hanno pagato più di noi. Tranne l'Austria che nel 2017 ha registrato il nostro stesso carico fiscale, tutti gli altri, invece, hanno avuto una pressione fiscale inferiore alla nostra; si tratta di un carico che ha assicurato un risparmio di tassazione pro capite rispetto ai cittadini italiani pari a 541 euro in Germania, a 996 euro in Olanda, a 1.964 euro nel Regno Unito e a 2.164 euro in Spagna. Rispetto alla media dell'Ue, pertanto, nel 2017 ogni italiano ha ipoteticamente versato al fisco 598 euro in più.
Oltre all'eccessivo peso delle tasse - secondo la Cgia - appare evidente che l'efficienza e la qualità della nostra Pa possano rappresentare un grosso problema. Rispetto ai 192 territori interessati dall'analisi realizzata a livello territoriale nel 2017 dalla Commissione Ue, le principali regioni del Centro-Sud d'Italia compaiono per 8 volte nel rank dei peggiori 20, con la Calabria piazzata al 190/o posto. Il risultato finale è un indicatore che varia tra 100, ottenuto dalla regione finlandese Åland (1/o posto), e zero che ha "consegnato" la maglia nera alla regione bulgara dello Severozapaden. Sebbene sia relegato al 118/o posto in Ue, il Trentino A.A, (indice pari a 41,4) è la realtà territoriale più virtuosa d'Italia; seguono, a pari merito l'Emilia Romagna e il Veneto (indice pari a 39,4) che si collocano rispettivamente al 127/o e al 128/o posto della graduatoria generale. Seguono la Lombardia (38,9) che è al 131/o posto e il Friuli V.G. (38,7) al 133/o. Male le regioni del Mezzogiorno: se la Campania (indice pari a 8,4) è al 186/o posto, l'Abruzzo (6,2) è al 189/o e la Calabria, il territorio in cui la Pa funziona peggio tra tutte le nostre 20 realtà regionali con un indice di soli 1,8 punti.
Leggi Tutto »Secondo rapporto sulle professioni regolamentate in Italia, 12,6 % occupati
Un totale di 2,9 milioni di addetti, corrispondente al 12,6% del totale degli occupati in Italia nel 2016. E' il 'mondo' delle professioni ordinistiche che emerge dal 'Secondo rapporto sulle professioni regolamentate in Italia', commissionato dal Comitato unitario delle professioni al Cresme, e presentato oggi in occasione del convegno 'Le professioni tra autonomia e regolazione pubblica' alla Luiss di Roma. Secondo il rapporto, in particolare, "sono circa 300mila gli studi professionali italiani nel 2016, e che essi hanno occupato circa 1,3 milioni di addetti, tra soci, collaboratori esterni e dipendenti".
"Considerando anche gli iscritti agli albi che svolgono la professione come dipendenti al di fuori degli studi professionali, nel Ssn, ad esempio, o nel settore privato, si arriva a una stima occupazionale per le sole professioni aderenti al Cup - osserva - pari a quasi due milioni di addetti (1,91 milioni), corrispondente all'8,4% dell'occupazione complessiva valutata nella media del 2016". A questi - spiega ancora il Rapporto - va "però aggiunto almeno un altro milione di addetti relativo alle altre professioni regolamentate (professioni tecniche non aderenti al Cup), per un totale stimato che si aggirerebbe intorno ai 2,9 milioni di addetti, corrispondente al 12,6% del totale degli occupati".
A livello di distribuzione territoriale degli iscritti agli albi professionali, considerando solo le professioni aderenti al Cup, le regioni con la maggiore incidenza di professionisti sono Lazio, con la concentrazione di professionisti dell'area economico sociale e giuridica per via del ruolo di Capitale di Roma, e Molise, con 26 professionisti ogni mille abitanti, seguite dalla Calabria (22,7) e dall'Abruzzo (22,3). Elevata è anche la presenza misurata in Campania, Basilicata e Puglia. Le regioni con la minore diffusione in rapporto alla popolazione sono invece Trentino Alto Adige (17,8), Veneto (17) e Piemonte (16,9).
Nel dettaglio, sorprende come il Molise sia la regione con il maggior numero di professionisti in rapporto alla popolazione per quasi tutte le professioni sanitarie aderenti al Cup (infermieri, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia Medica), a cui aggiungere una folta presenza di assistenti sociali e agrotecnici; gli attuari, invece, si concentrano principalmente nel Lazio e in Lombardia in relazione alle specificità delle attività svolte. Nel Lazio si concentrano notai, giornalisti, psicologi, commercialisti e avvocati, anche se è la Calabria che misura il numero maggiore di avvocati in rapporto alla popolazione (ben 6,7 ogni mille abitanti) e la Puglia per i commercialisti. Sardegna e Valle d'Aosta, assieme all'Umbria, si caratterizzano per l'alto numero di medici veterinari.
Leggi Tutto »Svimez, nel biennio 2016-2017 si registrano 146 mila abitanti in meno al Sud
"Nel biennio 2016-2017 si registrano 146 mila abitanti in meno al Sud. E' come se sparisse da un anno all'altro una città meridionale di medie dimensioni. E' un fenomeno che riguarda tutte le regioni del Mezzogiorno, con la sola eccezione della Sardegna". Lo sottolinea la Svimez nel rapporto 2018 presentato alla Camera, spiegando che secondo le sue previsioni e quelle dell'Istat, "si delinea per i prossimi 50 anni un percorso di forte riduzione della popolazione, in particolare nel Mezzogiorno, che perderà 5 milioni di abitanti, molto più che nel resto del Paese, dove la perdita sarà contenuta a un milione e mezzo". Questo "perché al Sud non solo ci sono sempre meno nati ma c'è anche un debole contributo delle immigrazioni", spiega ancora la Svimez. "Tutto ciò farà dell'area meridionale quella più invecchiata dell'Italia e tra le più invecchiate dell'Ue", avverte la Svimez.
Leggi Tutto »Maltempo, danni all’agricoltura per un miliardo
Si concentra nelle campagne un terzo dei danni provocati dal maltempo in Italia, con raffiche di vento, nubifragi, esondazioni, trombe d’aria e grandinate che hanno colpito pesantemente l’agricoltura e le foreste con un conto di circa un miliardo di euro tra ulivi secolari sradicati, boschi decimati, coltivazioni distrutte, campi allagati, stalle ed edifici rurali scoperchiati e animali morti o dispersi. E’ la stima di Coldiretti, che ha convocato una task force sull’emergenza maltempo. Tra i settori più colpiti, oltre a quello forestale in Trentino, Veneto e Friuli, ci sono l’olivicoltura dalla Liguria alla Campania, frutti come caki e kiwi e la produzione in serra, con migliaia di strutture distrutte per il vento lungo tutta la penisola. Poi i cereali in Sicilia, con circa centomila ettari in cui non si riesce ancora a seminare, in diverse regioni la perdita di foraggio, la produzione di carciofi in Sardegna. Situazione sotto controllo in Abruzzo, dove l’ondata di maltempo si è concretizzata in piogge intense che frenano le operazioni di semina dei cereali a causa del terreno bagnato. Nel Fucino a subire qualche rallentamento è la raccolta di carote. Ritardi si registrano anche nelle ultime fasi di raccolta delle olive.
Leggi Tutto »Cnel, spese amministrative di 157 euro per abitante
I Comuni italiani in media hanno ridotto le proprie spese amministrative di quasi il 6% fra il 2013 e il 2015, segno di una decisa efficacia delle politiche di spending review e fiscal compact, arrivando a un costo medio di 157 euro per abitante. E' uno dei dati contenuti nel secondo Quaderno del Cnel dal titolo "Le performance dei servizi comunali: I servizi amministrativi e sociali nelle Regioni a statuto ordinario", a cura di Emanuele Padovani. "Nel 2015 le spese amministrative si sono attestate su 157 euro per abitante ma i Comuni sotto i 3.000 abitanti spendono circa un terzo di più rispetto alla media (210 euro) e richiedono il 60% in più di personale - spiega Padovani - Questo rileva la necessità di continuare sul fronte delle politiche volte all'incentivazione della fusione dei piccoli enti, anche considerando che i Comuni di medie dimensioni sono quelli che possiedono i livelli di efficienza più elevati (119 euro per abitante)". "Il nord-ovest spende poco meno del sud, 169 euro contro 161, e si distacca notevolmente dal più efficiente nord-est, 127 euro. La Liguria è la regione in cui si spende di più (229 euro), la Puglia risulta quella con il risultato migliore (117 euro) davanti al Veneto (123 euro). Tali differenze sono molto probabilmente dovute al diverso dimensionamento medio delle amministrazioni comunali (in Puglia la dimensione media è di circa 15.600 abitanti, contro i circa 8.400 abitanti medi del Veneto).
Leggi Tutto »Bankitalia, nel 2° trimestre si è arrestata la crescita del Nord Est
Nel secondo trimestre 2018 la crescita del Nord Est si è arrestata assieme a quella del Centro mentre è proseguita nel Nord Ovest e al Sud. Scorrendo il fascicolo le 'Economie Regionali' della Banca d'Italia, emerge un anticipo di quanto certificato dall'Istat (sebbene nella stima preliminare) sul Pil del terzo trimestre a zero. Il consolidamento della crescita economica, si legge nel documento, ha interessato nel 2017 tutte le aree del paese e in base alle stime il Pil risulta ancora di circa nove punti percentuali inferiore a quello del 2007 nel Mezzogiorno, di circa quattro nel Centro Nord. Tra il primo trimestre del 2013 e il secondo trimestre 2018 l'attività economica sarebbe aumentata in misura maggiore nel Nord Est (6,7%), dove si è situata su un sentiero espansivo già a metà 2013, e nel Nord Ovest (5,3%), dove la crescita si è avviata tre trimestri dopo. Nel Mezzogiorno, ultima area a portarsi su un sentiero espansivo, la crescita è stata del 3,8% e nel Centro il 2,8%.
Leggi Tutto »Parma si conferma regina delle città ‘eco-mobili’ italiane
Parma si conferma regina delle citta' "eco-mobili" italiane. Il suo asso nella manica e' un Piano urbano della mobilita' sostenibile con mezzi pubblici a basso impatto, aree pedonali e Ztl, servizi per la condivisione di auto e due ruote e la gestione affidata a un mobility manager. Sul podio anche Milano e Venezia mentre Cagliari, al settimo posto, e' l'unica citta' del Sud nella top ten; classifica che vede Brescia al quarto posto, seguita da Padova e Torino. Completano le prime dieci posizioni Bologna, Verona e Modena. Roma perde posizioni e scivola al 23/o posto, mentre la maglia nera va a Catanzaro, preceduta da Potenza e Campobasso. E' quanto emerge dal XII Rapporto "Mobilita' sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 citta'", per il 2017, elaborato dall'associazione Euromobility con il Patrocinio del ministero dell'ambiente, fra tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e i capoluoghi di Provincia con piu' di 100.000 abitanti.
Il tasso di motorizzazione - che misura quanti veicoli ci sono in rapporto alla popolazione residente - continua ad aumentare (+0,8% dal 58,5% al 59,3%) in linea con il dato nazionale (+1,2%), anche se aumentano i veicoli a basso impatto, soprattutto Gpl, che raggiungono in totale il 9,46% del parco nazionale circolante, e quelli ibridi ed elettrici, che aumentano del 45%. Al palo i veicoli a metano (2,49%). L'Italia, evidenzia il rapporto, si allontana sempre piu' dalla media europea di circa 49,8 auto ogni 100 abitanti. Nel 2017 il tasso di motorizzazione e' aumentato in 49 delle 50 citta' ad eccezione di Reggio Emilia (-0,60%): le citta' con l'indice piu' alto sono L'Aquila (76,5 auto ogni 100 abitanti) e Potenza (75,1), seguite da Perugia (72,7), Campobasso (70,7) e Catania (70,3). Le citta' piu' virtuose, dove circola il minor numero di auto per 100 abitanti sono Venezia (42,8), Genova (46,9), Milano (51,3) e Firenze (51,8), secondo i dati dell'Osservatorio 2018. Per i motocicli l'indice medio di motorizzazione e' di 13,6 ogni 100 abitanti, molto piu' elevato della media europea (circa 6,9).
Le auto invadono le nostre citta', sono diventate 817 per chilometro quadrato; Torino, Napoli e Milano sono quelle con la maggiore densita'. Peggiora la qualita' dell'aria, dopo il miglioramento del 2016 dovuto a condizioni meteorologiche favorevoli: scendono da 23 a 20 le citta' che rispettano tutti i limiti di normativa. Luci e ombre per la mobilita' condivisa: stabile il car sharing convenzionale (in cui l'utente preleva e riconsegna i veicoli in parcheggi ben definiti), mentre continua l'espansione del free floating (con prelievo e riconsegna in qualsiasi punto all'interno dell'area prevista dal servizio). Infine, con l'ingresso del free floating sembra riprendersi il bike sharing (le biciclette condivise presenti nel 2017 in 21 delle 50 citta'), anche se la gestione di chi fornisce il servizio incontra molti ostacoli.
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