Primo Piano

Agricoltura, fondi a rischio per 444 milioni

Allarme per i fondi agricoli per un valore di 444 milioni di euro. La preoccupazione è di Confeuro che guarda lamenta l'"inefficienza amministrativa di diverse regioni". La scadenza del 31 dicembre, sottolinea il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso, "e' ormai dietro l'angolo. Oltre tale data rischiamo di perdere i fondi europei senza averli mai utilizzati - prosegue Tiso. Si tratta di risorse vitali per l'agricoltura italiana, che oltre ai cambiamenti climatici e alla vulnerabilita' idrogeologica del nostro territorio, trova troppo spesso un ostacolo inaspettato in una burocrazia che non sa dare il giusto supporto alle nostre imprese. In special modo a quelle che piu' ne hanno bisogno, cioe' le medie e le piccole". Per Tiso i dati diffusi di recente dall'Ismea e dalla Rete rurale nazionale "dimostrano che la macchina amministrativa del nostro Paese non riesce a cogliere le opportunita' offerte dall'Europa e, in alcuni casi, rischia di diventare parte del problema". "Tra le regioni che hanno accumulato maggiore ritardo - precisa la confederazione agricola - ci sono Puglia, Liguria, Abruzzo, Basilicata, Campania e Sicilia, mentre sono soltanto undici quelle che hanno scongiurato il disimpegno dei fondi. Nel frattempo, le imprese agromeccaniche attendono ancora il via libera per accedere ai bandi per l'innovazione, mentre la Banca europea per gli investimenti e il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea hanno concluso un accordo per finanziare con 200 milioni le Pmi in Italia, con una quota del 25% riservata alle aziende agricole. Se da un lato - conclude Confeuro - occorre lavorare affinche' la nuova Pac risponda ai veri bisogni dell'agricoltura europea e italiana, dall'altro e' essenziale non sprecare le risorse che l'Unione europea stanzia a nostro favore"

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Via libera all’Agenzia di Protezione civile regionale

Via libera dall’Assemblea legislativa al progetto di legge che istituisce l’Agenzia di Protezione civile regionale. Il provvedimento, di iniziativa della Giunta regionale, è stato approvato a maggioranza con l’astensione del M5S e del Centrosinistra. L’Agenzia avrà sede all’Aquila e sarà dotata di piena autonomia organizzativa, gestionale, contabile e finanziaria. Sono organi dell’agenzia: il Direttore e il Revisore legale. L’incarico di Direttore dell’Agenzia viene conferito dalla Giunta regionale e il suo trattamento economico è parificato a quello degli altri Direttori regionali. Il revisore viene nominato dal Consiglio regionale e dura in carica tre anni. La giunta regionale approva , su proposta del Direttore dell’Agenzia, il programma annuale dell’Agenzia , la cui approvazione è subordinata all’acquisizione , da parte della Giunta, del parere del Revisore legale e della competente Commissione Consiliare. L’Agenzia, oltre ai compiti di Protezione civile, avrà anche il compito di fare informazione e comunicazione, sensibilizzazione e attività di educazione civica, con particolare riferimento alle popolazioni sottoposte a rischio. Il controllo sull’Agenzia è esercitato dalla Giunta regionale che applica sulla stessa il controllo analogo come per le società in house della Regione Abruzzo.

Il Consiglio regionale riunito questa mattina in seduta ordinaria ha svolto i seguenti documenti politici: l'interrogazione a firma del consigliere Silvio Paolucci su "Masterplan per l'Abruzzo-Patto per il Sud"; l'interpellanza a firma del consigliere Domenico Pettinari su "Adempimenti attuativi sul riordino della rete della residenziali psichiatrica"; interpellanza a firma del consigliere Francesco Taglieri su "Stabilizzazione del personale sanitario attraverso procedura di reinternalizzazione"; interpellanza a firma del consigliere Marco Cipolletti su "Realizzazione piattaforma rifiuti liquidi non pericolosi presso la sede Wash Italia in Nereto"; interpellanza firma del consigliere Antonio Blasioli su "Interventi sulle infrastrutture funzionali alla valorizzazione turistica delle stazioni invernali Passolanciano-Maielletta previsti nel Masterplan"; interpellanza a firma del consigliere Sara Marcozzi su "Disposizioni in materia di tutela delle prestazioni professionali e di equo compenso";interpellanza a firma del consigliere Sara Marcozzi sulla "Realizzazione della discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località S.Lucia di Atri-Realizzazione del terzo invaso". 

 

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Marsilio: approvato il bilancio della Regione Abruzzo

"Nel corso della riunione di giunta regionale è stato approvato il bilancio della Regione Abruzzo, dopo che il Defr era stato licenziato lo scorso 18 novembre. Una approvazione che mette in evidenza ancora una volta le tante chiacchiere a vuoto dei consiglieri di centrosinistra che per giorni hanno accusato la giunta di essere lenta e di non approvare il bilancio. Chi è attento e ha seguito le vicende politiche degli ultimi anni ha scoperto che proprio la giunta d'Alfonso nel 2016 approvò il bilancio l'11 dicembre e lo scorso anno il 13. Date che rispondono da sole alle falsità lanciate dalle forze di opposizione e che ribadiscono il lavoro virtuoso degli assessori che si sono impegnati per ridare vigore all'intera Regione e impulso alle attività dell'intero territorio". Questa la dichiarazione del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, a margine della riunione di giunta
La giunta regionale, riunita oggi in seduta straordinaria a L'Aquila, all'Emiciclo, presieduta dal presidente Marco Marsilio, ha approvato, su proposta dell'assessore al bilancio Guido Quintino Liris il bilancio di previsione 2020, la relazione previsionale e programmatica ed il bilancio pluriennale 2020/2022. "Si tratta - ha commentato l'assessore Liris - di un bilancio che tratta temi centrali dell'economia regionale: aree interne, impiantistica sportiva, sanità, agricoltura, costa e molto altro. Insomma un insieme di novità che impattano positivamente con investimenti importanti per ridare vigore al territorio. Con l'approvazione del bilancio abbiamo fatto nostre le indicazioni arrivate dal Cal , il Consiglio delle autonomie locali".

Il Documento di Economia e Finanza Regionale (Defr) 2020-2022, approvato dalla giunta il 18 novembre scorso, definisce, secondo il D.lgs 118/2011, gli obiettivi della manovra di bilancio, i contenuti programmatici, il quadro degli obiettivi politici, collegati alle missioni e ai programmi di bilancio, le priorità e gli strumenti necessari a conseguire i risultati desiderati, riportando in un sistema unico tutti gli strumenti di programmazione di settore. Il DEFR è comunque approvato dal Consiglio regionale a seguito di deliberazione adottata dalla Giunta. Secondo la previsione normativa, rappresenta lo strumento di raccordo tra la programmazione di bilancio e gli altri strumenti di programmazione regionale.

Il documento - afferma l'assessore Liris - e' molto importante, dal punto di vista programmatico, perchè traccia anche le linee di indirizzo per lo sviluppo strategico regionale e per l'attività che dovrà essere svolta nell'esercizio di riferimento dalle singole strutture".

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Rapporto Ispra, cresce la raccolta differenziata

Per la raccolta differenziata in Italia si conferma il trend di crescita anche nel 2018, con un +2,6 punti percentuali a livello nazionale rispetto all'anno precedente, raggiungendo così il 58,1%. Nell'ultimo decennio la percentuale è aumentata di quasi 25 punti percentuali, passando dal 35,3% al 58,1%. In termini quantitativi da circa 9,9 milioni di tonnellate a 17,5 milioni di tonnellate. E' quanto emerge dal rapporto Ispra "Rifiuti Urbani 2019". Un salto significativo si rileva al Sud con un aumento della percentuale di raccolta di 4,2 punti nel 2018, in particolare in Sicilia (+7,8 punti) e in Molise (+7,7 punti), seguite dalla Calabria (+ 5,6) e dalla Puglia (+5). Un miglioramento importante, anche se non fa spostare le quattro regioni dalle ultime posizioni a livello nazionale. Sono 7 le regioni italiane che superano l'obiettivo del 65% di differenziata fissato, al 2012, dalla normativa: Veneto (73,8%), Trentino Alto Adige (72,5%), Lombardia (70,7%), Marche (68,6%), Emilia Romagna (67,3%), Sardegna (67%) e Friuli Venezia Giulia (66,6%). Tra queste regioni, quelle che fanno registrare i maggiori incrementi delle percentuali di raccolta sono, nell'ordine le Marche, la Sardegna e l'Emilia Romagna. Percentuali ancora più alte di differenziata si registrano a livello provinciale: a Treviso, che si attesta all'87,3%, seguita da Mantova (87,2%), Belluno (83,4%) e Pordenone (81,6%). Significativa la crescita in Sicilia di Siracusa: quasi 11 punti in più di differenziata (dal 15,3% del 2017 al 26,2% del 2018) e Messina (dal 20,8% del 2017 al 28,7%). In Calabria cresce Crotone (27,3%, a fronte del 22,9% del 2017).
Tra i rifiuti differenziati, l'organico si conferma la frazione più raccolta in Italia. Rappresenta il 40,4% del totale e nel 2018 registra un'ulteriore impennata con un + 6,9% rispetto al 2017. Tra 2016 e 2017 era stato solo +1,6%. Da dove viene questa tipologia di rifiuto: soprattutto da cucine e mense (67,6%) e da rifiuti biodegradabili provenienti dalla manutenzione di giardini e parchi (28,2%). Al secondo posto per quantità, carta e cartone (19,5% del totale), con 3,4 milioni di tonnellate e una crescita del 4,3% rispetto al 2017. Segue il vetro con oltre 2,1 milioni di tonnellate. La plastica fa registrare una crescita della raccolta del 7,4%, con un quantitativo complessivamente intercettato pari a quasi 1,4 milioni di tonnellate. Di tale quantitativo, 747 mila tonnellate sono raccolte nelle regioni settentrionali, con un valore pro capite di circa 27 chilogrammi per abitante, circa 247 mila in quelle del Centro (21 chilogrammi per abitante) e 374 mila in quelle del Sud (18 chilogrammi). Il 94% dei rifiuti plastici raccolti in modo differenziato è costituito da imballaggi. La raccolta differenziata comunale, infatti, si concentra sugli imballaggi per i quali è previsto un corrispettivo economico nell'ambito dell'accordo ANCI-CONAI. Uno studio effettuato da Ispra ha evidenziato che circa il 15% dei rifiuti indifferenziati è costituito da rifiuti plastici, in gran parte non di imballaggio, che non vengono adeguatamente recuperati. Nel 2018 l'Italia ricicla il 50,8% delle seguenti tipologie dei rifiuti urbani: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno. Il nuovo pacchetto sull'economia circolare ha alzato l'asticella sul riciclaggio. Se la direttiva 2008/98 aveva fissato un target del 50% entro il 2020 per quella che si definisce "preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani", le nuove direttive hanno innalzato il target al 55% nel 2025, al 60% nel 2030, al 65% nel 2035.

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Consiglio regionale, apertura con la Commissione bilancio

La settimana politica all'Emiciclo si apre martedì 10 dicembre alle ore 10.00 con la seduta della Prima Commissione “Bilancio” che esamina i seguenti provvedimenti:elezione del Consigliere Segretario della Prima Commissione consiliare; progetto di legge di iniziativa dei consiglieri Pepe, Sospiri, D’Incecco recante “Modifiche alle LL.RR. 17.6.2019, n. 9 e 10.8.2010, n. 40 e altri provvedimenti indifferibili ed urgenti”; progetto di legge di iniziativa dei consiglieri Santangelo e Sospiri recante “Celebrazione del cinquantesimo anniversario dell’istituzione delle Regioni”. Sempre martedì 10 dicembre ma alle ore 15.00 nella sala “Ignazio Silone” si riunisce la Conferenza dei Capigruppo con il seguente ordine del giorno: Esame del D.E.F.R. (Documento di economia e finanza regionale); Discussione sul Calendario dei lavori della sessione di bilancio. Giovedì 12 dicembre, alle ore 11.00, si riunisce la Quarta Commissione “Politiche Europee”  in seduta straordinaria e, comunque, a seguire i lavori della Terza Commissione, con il seguente ordine del giorno: esame del Provvedimento Europeo di iniziativa Commissione Europea “Rafforzare lo stato di diritto nell’Unione .Programma d’azione;  esame del  Provvedimento Europeo di iniziativa della Commissione Europea “Rafforzare lo stato di diritto nell’Unione .Il contesto attuale e possibili nuove iniziative - Approvazione Risoluzione”; Provvedimento Europeo di iniziativa Commissione Europea “Raccomandazione (UE) 243-2019 relativa a un formato europeo di scambio delle cartelle cliniche elettroniche - Approvazione Risoluzione”;  Attuazione della legge regionale 10 novembre 2014, n. 39 articolo 2, comma 5  “Relazione sullo stato di attuazione dei programmi finanziati dai fondi strutturali” con l’audizione del Direttore del Dipartimento Presidenza, Emanuela Grimaldi; progetto di legge di iniziativa dei consiglieri Legnini, Pepe, Di Benedetto, Paolucci, Blasioli, Mariani  recante “Misure a sostegno del pluralismo dell’informazione e della comunicazione istituzionale”; progetto di legge di iniziativa dei consiglieri Bocchino, Sospiri  recante “Disciplina degli interventi regionali in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo e del cyber bullismo”; progetto di legge di iniziativa dei consiglieri Quaresimale, La Porta, Angelosante, Montepara, Di Matteo, D’ Incecco recante “Abruzzo Regione del Benessere”; progetto di legge di iniziativa dei consiglieri Testa,Quaglieri recante “Interventi per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche “. Sempre giovedì 12 dicembre, alle ore 14.30, torna a riunirsi la commissione di inchiesta sul sito inquinato di Bussi. All’ordine del giorno le seguenti audizioni: Luciana Distaso (Dirigente settore bonifiche Ministero dell’Ambiente), Pierpaolo Pescara (Dirigente regionale Dipartimento Territorio-Ambiente), Franco Gerardini (Responsabile regionale Servizio Gestione Rifiuti), Augusto De Sanctis (Responsabile segreteria operativa del Forum H2O)

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PD su DEFR: Nessuna scelta, l’Abruzzo rischia di restare fermo per 10 anni

“L’Abruzzo rischia di restare fermo per dieci anni perché nelle 148 pagine del Documento di Economia e Finanza Regionale non ci sono provvedimenti identitari, non sono illustrati precisione gli strumenti di attuazione e le tempistiche per raggiungere gli obiettivi che si pone la Giunta Marsilio”, l’attacco dei consiglieri del gruppo PD Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli  e Sandro Mariani sul Defr, che oggi è stato al centro della conferenza che si è tenuta nella sede pescarese del Consiglio Regionale.

“Gli obiettivi, nella maggior parte dei casi non sono farina del sacco del governo di centrodestra, diventato famoso per i tagli alla cultura e anche agli ospedali, di cui non vi è traccia nel DEFR, ma sono un riconoscimento postumo del buon lavoro svolto dall’amministrazione di centrosinistra – così il capogruppo Silvio Paolucci - Il tanto criticato Masterplan, ad esempio, di cui il centrodestra quando era all’opposizione aveva persino messo in discussione l’esistenza, oggi viene citato in ogni passaggio del documento. La nostra delusione leggendo il DEFR è tanta e significativa perché il documento, non contenendo alcuna scelta, rischia di lasciare ferma la Regione per 10 anni. Significa che alla prossima legislatura bisognerà ricominciare da noi, quando abbiamo preso la guida della Regione dal centrodestra, dovremo programmare e poi realizzare. Alcuni cenni: sulla sanità è grande la delusione di non trovare nel DEFR la costruzione dei nuovi ospedali, le risorse ci sono ma non si dice nulla sugli intenti, oltre al ritardo storico dei programmi della sanità di oggi che avranno efficacia nel 2020. Sul bilancio con il risanamento messo in atto nella legislatura precedente saranno disponibili risorse a salire dai 10 milioni del 2020 fino ai 50 milioni del 2022, loro non le considerano e sono certo che nemmeno lo sanno. Sui trasporti non c’è nulla e per loro la risposta alla viabilità è forse la costituzione di un’altra agenzia di gestione. Di fatto in questo documento si scrive solo delle risorse del Masterplan, dal turismo alla viabilità, a tutti gli altri interventi. La domanda è quali sono le risorse aggiuntive che il centrodestra alla guida della Regione intende prevedere e attrarre per i prossimi anni di governo? Di fatto non c’è nulla. Questo documento è persino inemendabile tanto è povero di contenuti. Sembra quasi che l’esecutivo lo abbia letto come adempimento burocratico e lo ha consegnato agli uffici per redigerlo”.

“Un documento che non dà attenzione alle priorità dell’Abruzzo e al lavoro da fare sui fronti più sensibili – così il consigliere Dino Pepe - nulla è scritto sull’erosione costiera malgrado la situazione sia nota alla Giunta e quindi è nullo il sostegno all’economia turistica e del mare. Sulle aree interne, colpite anche dal terremoto, notiamo un’assenza di programmazione e di idee. Una generalizzata mancanza di progetti dopo la propaganda elettorale e dieci mesi di governo. Nei fatti confermano i programmi della ex giunta di centrosinistra e li proseguono pensando di poterseli attestare davanti all’opinione pubblica. Anche sul fronte agricoltura, la riforma dei consorzi parte dal nostro tavolo regionale istituito nel 2018, loro erano tanto confusi sull’argomento che hanno dovuto ritirare la loro proposta di riforma, già approvata in giunta, e sostenere le nostre idee condivise con il comparto. Vogliono rivedere la normativa della pesca per le acque interne: dopo 32 anni la legge è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale precedente con il sostegno anche di Febbo e Sospiri. Sulla caccia affermano che vorrebbero potenziare l’Osservatorio faunistico regionale ma nemmeno sanno che non c’è, non esiste. C’è invece un Piano faunistico su cui lavorare, che noi abbiamo approvato in Giunta e che oggi attendiamo in Commissione da quasi un anno. Sui fondi europei dobbiamo programmare adesso, per non essere in ritardo sull’attuazione dei progetti e la rendicontazione: mai la Regione ha restituito fondi all’Europa e speriamo possa erogare tutto quello che ha avuto dall’Ue”.

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Natale, a tavola il 78% degli italiani sceglie la sostenibilita’

Un Natale sostenibile per gli italiani. Se da una parte arriva l'appello di Confagricoltura ad acquistare alberi di Natale veri, "perché fa bene all'ambiente, alla salute ed è di sostegno ai comparti florovivaistico e boschivo, essenziali per l'economia nazionale", dall'altra lo studio 'European Food Responsibility Study', realizzato da Ibm e Morning Consult dimostra come durante le festività, il 78% dei consumatori dimostro sensibilità verso la sostenibilità ambientale nelle scelte d’acquisto di prodotti alimentari ritenuti 'essenziali'. Dal report sul comportamento di spesa emerge nello specifico che l'88% degli italiani tende a porre maggiore attenzione alla provenienza degli alimenti, in particolare per quanto riguarda l'origine etica e responsabile. E il 63% dei consumatori, secondo lo studio, non si lascia scoraggiare da un innalzamento dei prezzi di acquisto, se questi sono indice di una provenienza responsabile del cibo. Dalla ricerca risulta poi che il 75% ha a cuore il tema degli sprechi alimentari e il 53% ha affermato di prediligere l'acquisto presso catene della distribuzione che adottano iniziative volte a ridurre lo spreco alimentare. In particolare, le etichette biologiche o non Ogm renderebbero più probabile l'acquisto di un articolo. Infine, 9 su 10 intervistati ritengono che sarebbe molto o relativamente prezioso disporre di alimenti tracciabili attraverso la blockchain. Allo stesso modo, attenzione agli alberi di plastica, avverte Francesco Mati, presidente della Federazione nazionale Florovivaistica. Che spiega: "Molti sono di dubbia provenienza, possono rilasciare particelle nocive negli ambienti chiusi, compromettendo la salubrità dell'aria nelle nostre case. La maggior parte di questi viene prodotta all'estero e potrebbe anche contenere cloruro di polivinile o PVC che, come noto, rilasciano sostanze pericolose. Soltanto gli alberi veri sanno creare profumi e atmosfere: moltissime sono le varietà da consigliare, dall'abete Rosso a quello Bianco o al Nordmanniana". Un'occasione per comprare un albero vero sono i moltissimi mercatini che si moltiplicano nelle piazze italiane con il weekend dell'Immacolata. Secondo un'analisi Coldiretti/Ixè per le festività di fine anno 2019, 7 italiani su dieci (70%) frequentano quest'anno i tradizionali mercatini. . Il week end dell'Immacolata è per molti italiani una occasione per lo shopping natalizio che conferma quest'anno la spinta verso spese utili che - continua la Coldiretti - premia infatti l'enogastronomia anche per l'affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola.

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Terremoto all’Aquila, scosse di magnitudo 3.7 e 3.4

Due forti scosse di terremoto - la prima di magnitudo 3.7 e la seconda di 3.4 - hanno fatto tornare la paura all'Aquila, dove la terra ha tremato alle 22,55 e di nuovo pochi minuti dopo. L'epicentro e' stato localizzato dall'Ingv a due chilometri da Barete, paese di 700 abitanti che dista 17 chilometri dal capoluogo abruzzese, a una profondita' di 14 chilometri. Non sono stati segnalati feriti ne' danni alle strutture. Il comando provinciale dei vigili del fuoco dell'Aquila ha fatto uscire alcune squadre per effettuare sopralluoghi sia a Barete che in alcuni luoghi sensibili del capoluogo. Numerose sono state le telefonate giunte al centralino dei vigili del fuoco da parte di cittadini impauriti dopo aver distintamente percepito entrambe le scosse

 

"C'e' stata paura ma rimarremo a dormire nelle nostre case perche' dopo il terremoto del 2009 sono sicure". Cosi' Claudio gregori, consigliere comunale di opposizione di barete sulle scosse di terremoto che hanno interessato in serata il comune aquilano. Gregori, ex vice sindaco, sottolinea che non si registrano danni a persone e a cose e che la gente non si e' riversata per strada.

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Evasione fiscale, mancati pagamenti acqua, Imu e Tari per 7,6 miliardi

Tra l'evasione dell'Imu-Tasi, della Tari e il mancato pagamento delle bollette dell'acqua, gli italiani "risparmiano" indebitamente 7,6 miliardi di euro all'anno. A pagare il conto sono i Comuni e le societa' che si occupano della gestione dei rifiuti urbani e/o erogano il servizio idrico, spesso controllate dalle stesse Amministrazioni comunali dove operano. A dirlo e' l'Ufficio studi della Cgia che ha stimato l'evasione e le morosita' degli italiani dopo aver elaborato gli ultimi dati disponibili del Ministero degli Interni (per Imu-Tasi), Laboratorio Ref Ricerche, Crif Ratings (per la Tari) e Utilitatis (per l'acqua). "Se una gran parte di questi mancati pagamenti fosse recuperato, - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - molto probabilmente ci sarebbe la possibilita' di abbassare le tasse locali e le tariffe dell'acqua a tutti. Soprattutto nel Mezzogiorno che presenta un'incidenza sul mancato pagamento totale pari al 40 per cento: 10,5 punti in piu' della media registrata al Centro e 11 in piu' rispetto a quella del Nord". 

Nonostante l'evasione, il blocco degli aumenti dei tributi locali avvenuto tra il 2015-2018 e il taglio ai trasferimenti dello Stato centrale, i Sindaci hanno comunque trovato il modo di compensare, almeno in parte, queste mancate entrate agendo sulle tariffe locali. "Con lo stop agli aumenti delle tasse locali avvenuto negli anni scorsi - dichiara il segretario della Cgia Renato Mason - molti amministratori hanno comunque continuato ad alimentare le proprie entrate incrementando le bollette dell'acqua, le rette degli asili, delle mense e i biglietti del bus. E tutto cio', senza gravare sul carico fiscale generale, visto che i rincari delle tariffe, a differenza degli aumenti delle tasse locali, non concorrono ad appesantire la nostra pressione fiscale, anche se in modo altrettanto fastidioso contribuiscono ad alleggerire i portafogli di tutti noi". Con la legge di bilancio 2020 le cose sono destinate a cambiare, sottolinea la Cgia. La manovra, infatti, prevede la "Riforma della riscossione degli enti locali" che consentira' alle amministrazioni locali di recuperare i mancati pagamenti senza attendere i tempi di iscrizione a ruolo del debito o di predisposizione dell'ingiunzione. "In buona sostanza - afferma il ricercatore dell'Ufficio studi Andrea Vavolo - dall' 1 gennaio 2020 ai Sindaci servira' un solo atto, anziche' due, ovvero l'accertamento e l'ingiunzione, per arrivare alla soluzione estrema: l'esecuzione forzata". Si tratta dell'atto unico di accertamento che - al pari di quanto gia' oggi vale per l'Agenzia delle Entrate-Riscossione a livello di tributi erariali - contiene in se' tutti gli elementi di titolo idoneo anche al pignoramento del conto corrente o del quinto dello stipendio

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Turismo, cresce l’apporto al Pil

Il settore del turismo in Italia continua a rivestire il ruolo di grande contenitore dell'occupazione e di driver fondamentale per l'economia. Tra il 2017 e il 2018 - rileva il Censis nel 53/o Rapporto sulla situazione sociale del Paese - il contributo diretto del settore al Pil e' aumentato dell'1,9%, con un valore economico di poco meno di 96 miliardi di euro. Il contributo diretto in termini di occupazione sfiorava il milione e mezzo di addetti nel 2017 e per il 2018 si stima un incremento dell'1,3% (circa 20.000 in piu'). Considerando oltre al contributo diretto anche gli impatti indiretti e indotti (investimenti del settore, spesa pubblica per promozione, marketing, servizi di sicurezza e sanitari, spesa diretta e indiretta del personale dedicato alle attivita' di viaggio e turismo), il valore economico del turismo in Italia raggiunge i 213 miliardi di euro nel 2017, pari al 13% del Pil. Secondo le stime, supera i 227 miliardi di euro nel 2018, con una crescita dell'1,8%. L'incremento dell'occupazione e' dell'1,4% e il perimetro allargato del turismo include oggi 3.443.000 occupati. Secondo le proiezioni a dieci anni del valore economico e dell'occupazione, nel 2028, con un tasso di crescita medio annuo dell'1,9%, il contributo diretto potrebbe raggiungere i 116 miliardi di euro, con poco meno di 1.800.000 occupati. Se si aggiungono gli impatti indiretti e indotti, si arrivera' a 267 miliardi di euro e a una occupazione di quasi 4 milioni di addetti

La domanda di capitale umano espressa dalle imprese privilegia ancora i diplomati di scuola secondaria di II grado. Lo rileva il Censis nel suo 53mo Rapporto. Nel 2018 su 4.554.000 ingressi programmati da imprese dell'industria e dei servizi, i diplomati erano circa 1.600.000, il 35% del totale. I diplomati continuano a prevalere sui laureati, destinati a ricoprire il 12,1% dei posti di lavoro programmati, pari a 550.000. Il restante 52,9% di contratti di lavoro riguarda individui con piu' bassi livelli di scolarizzazione. Una impresa su quattro (il 26,2%, dato che nel Nord-Est sale al 30,4%) fatica a reperire diplomati, perche' troppo pochi o per la loro inadeguatezza. Il 25% delle imprese cerca giovani che abbiano completato un percorso Its o Ifts (per alcuni indirizzi di studio viene superata la soglia del 30%). Con riferimento ai 139 corsi dell'Istruzione tecnica superiore conclusi nel 2017, l'80% dei diplomati ha trovato lavoro (di cui il 90% in un'area coerente con il proprio percorso formativo). Resta pero' ancora sottodimensionata la capacita' di offerta: 2.601 diplomati Its nel 2017 a fronte di un bisogno di circa 400.000 (la quota di copertura dell'Its si attesta dunque su livelli inferiori all'1%).

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