Primo Piano

Contravvenzioni, la velocità rimane il comportamento scorretto più frequente

Nel 2018 diminuiscono le violazioni al codice della strada contestate da polizia stradale, Arma dei carabinieri e polizie locali dei Comuni capoluogo di provincia, probabilmente anche a causa del calo dei controlli. Lo segnala l'Istat, su dati del ministero dell'Interno, nel rapporto sugli incidenti stradali nel 2018. Il numero di pattuglie della polizia stradale impiegate nell’attività contravvenzionale è infatti sceso del 3,3% rispetto all’anno precedente mentre il numero di operatori effettivi nelle polizie locali dei Comuni capoluogo è inferiore del 22% a quello previsto e solo la metà degli operatori presta servizio su strada.Tra le principali violazioni al codice della strada si confermano l’inosservanza del rispetto della segnaletica, il mancato uso di cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta per bambini - in aumento nelle città - e il mancato uso di lenti o l’uso improprio di telefoni cellulari o cuffie. Quest’ultima infrazione, pur restando tra quelle più frequenti, diminuisce mediamente del 6% (e in modo più marcato per quelle elevate dalle polizie locali) forse, sottolinea l'Istat, anche grazie al diffondersi di veicoli dotati di Bluetooth

Le sanzioni per violazioni alle norme di comportamento sono diminuite complessivamente del 4,4%. Su tale risultato pesa in modo evidente, spiega l'Istat, il calo delle contravvenzioni per la violazione dei limiti di velocità elevate dalla polizia stradale e largamente dovuto all’oscuramento dei Tutor nei mesi di giugno e luglio 2018. Le contravvenzioni per questa infrazione emesse dalle polizie municipali continuano invece ad aumentare. La velocità rimane il comportamento scorretto più frequente e più sanzionato.Aumentano, seppure in misura lieve e su quantità relativamente basse, le sanzioni elevate per comportamento dei conducenti in caso di incidente, per comportamento dei pedoni e per comportamento dei conducenti verso i pedoni. Analoga tendenza si rileva per le sanzioni concernenti l’assenza di regolare copertura assicurativa (+2,3%). 

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Sono oltre 14 mila i centenari in Italia

In dieci anni (2009-2019) i centenari sono passati da 11 mila a oltre 14 mila, quelli di 105 anni e oltre sono piu' che raddoppiati, da 472 a 1.112, con un incremento del 136%. I supercentenari vivi al 1 gennaio 2019 sono 21, raddoppiati rispetto al 2009 quando se ne contavano 10. Lo si evince dal rapporto 'Cent'anni e non sentirli' pubblicato dall'Istat.

Al 1 gennaio 2019 sono 14.456 le persone residenti in Italia che hanno compiuto i 100 anni di eta', donne nell'84% dei casi. Tra i centenari, 1.112 hanno raggiunto e superato i 105 anni di eta' al 1 gennaio 2019. L'87% e' di sesso femminile. Dei 125 individui che tra il 2009 e il 2019 hanno raggiunto e superato i 110 anni di eta', il 93% e' costituito da donne, a conferma di una predominanza femminile nelle eta' estreme della popolazione

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Turismo, Montesilvano nella top 10 di momondo.it

Nel pieno della stagione estiva, l’Italia si appresta a ospitare nelle sue città sempre più turisti stranieri che quest’anno trascorreranno le proprie vacanze nella Penisola. La piattaforma digitale per la ricerca di voli e hotel momondo.it ha analizzato i propri dati per stilare la classifica delle 10 città italiane più amate dagli stranieri, evidenziando come le preferenze dei viaggiatori si dividano tra località ricche di cultura e destinazioni balneari.Roma, Venezia e Milano si confermano in vetta alla classifica, la Sicilia attrae per il mare. Anche quest’anno le città di Roma, Venezia e Milano si confermano regine della classifica come mete italiane più gettonate dagli stranieri, guadagnandosi lo status di destinazioni imprescindibili per chiunque viaggi nel Bel Paese. Per chi invece vuole trascorrere giornate all’insegna del relax e del mare, la Sicilia si dimostra una regione molto ricettiva e in grado di accogliere turisti stranieri nelle sue splendide località marittime. È infatti la regione preferita da chi visita il Bel Paese, con ben due città in classifica: Palermo (4°) e Catania (7°).

Il lago di Garda è la meta più costosa, mentre il mare abruzzese è a portata di portafoglio. Riva del Garda, incantevole destinazione adagiata sulla riva settentrionale del Lago di Garda, è la meta più costosa in classifica, con una tariffa media per notte di 169 euro, prezzo più alto del 12,4% rispetto alla seconda in classifica, Firenze. Segue Milano, che affermandosi sempre più come apprezzata meta turistica, subisce un aumento di tariffe del 28% rispetto allo scorso anno, proponendo prezzi medi per notte a partire da 118 euro, aggiudicandosi il titolo di terza città più costosa. Interessante invece la proposta di strutture di Montesilvano, in provincia di Pescara, che con un calo del 22% dei costi rispetto allo scorso anno e una tariffa media di 53 euro a notte si conferma la località più economica dove soggiornare.

Altra new entry della top 10 del 2019 è Riva del Garda, al sesto posto tra le destinazioni preferite da chi visita l’Italia, nonché come meta più costosa tra quelle in classifica. Amata soprattutto dai viaggiatori sportivi, che la apprezzano per le strutture ricettive perfette per gli amanti della bicicletta, questa località offre una moltitudine di attività adatte a visitatori di ogni tipo.Complice l’aumento del prezzo, del 5% rispetto allo scorso anno, Firenze scende all’ottavo posto, con tariffe medie per notte di 148 euro. Bari e Montesilvano chiudono la top 10. Le due destinazioni, entrambe per la prima volta in classifica, costituiscono una forte attrattiva per la loro vicinanza al mare oltre che per l’ottima cucina. 

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Sos caldo, bollino rosso a Pescara

 Sos caldo. Giovedi' sono 13 le citta' italiane che il ministero della Salute indica con il bollino rosso, quasi il triplo rispetto ai 5 centri urbani previsti domani. Se mercoledi' il massimo livello di rischio caldo riguarda Bolzano, Brescia, Firenze, Perugia e Torino, giovedi' e' previsto anche a Bologna, Frosinone, Genova, Pescara, Rieti, Roma, Trieste e Verona. E' il massimo livello di rischio caldo, in una scala da 0 a 3, in cui spiccano anche 5 bollini verdi (nessun rischio), tra cui Palermo e Reggio Calabria. 

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Seduta congiunta di Commissioni Territorio e Ambiente e Politiche Europee

La settimana politica dell’Emiciclo si aprirà domani, martedì 23 luglio, con la seduta congiunta delle Commissioni Territorio e Ambiente (seconda) e Politiche Europee (quarta).  Nella riunione è previsto l’esame del progetto di legge “Disposizioni in materia di servizi minimi del trasporto pubblico locale” e per l’occasione saranno ascoltate le organizzazioni sindacali del settore trasporti, il Presidente e il Direttore Generale della TUA S.p.A. e il Direttore del Dipartimento dei Trasporti di Regione Abruzzo. Lo stesso giorno, con inizio alle 15.00, si riunirà il Consiglio regionale in seduta ordinaria. Giovedì 25 luglio, alle ore 10.00, è convocata la Commissione Agricoltura, Sviluppo economico e Attività Produttive (terza) con il seguente ordine del giorno: progetto di legge “Norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Abruzzo interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche” con le audizioni del Presidente ANCI Abruzzo; progetto di legge “Modifiche alla L.R. 31 luglio 2018, n. 23 (Testo unico in materia di commercio) e interpretazione autentica dell’art. 94, comma 1, lett. d) della L. R. 23/2018” con le audizioni dell’assessore Mauro Febbo, del Direttore del Dipartimento Sviluppo Economico, Politiche del Lavoro, dell'Istruzione, della Ricerca e dell'Università della Giunta regionale, della Confcommercio Abruzzo, della Confesercenti Abruzzo, della Confartigianato Abruzzo, di CNA Abruzzo, dei sindacati di settore, della Confcooperative Abruzzo. Sempre giovedì 25, alle 15.00, si riunirà il Comitato per la legislazione per l’esame del progetto di legge “Norme in materia di tutela e prevenzione dei rischi di caduta dall’alto” e per la discussione su “Ruoli e funzioni del Comitato per la legislazione”

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Caldo, bollino rosso a Pescara

Secondo l'ultimo bollettino delle ondate di calore diffuso online dal ministero della Salute, domani sara' una giornata da allerta di livello 3 ('bollino rosso') a Brescia e a Pescara. Mercoledi' l'afa salira' ancora e il 'bollino rosso' si raggiungera' in ben sei citta', Bolzano, Brescia, Firenze, Perugia, Pescara e Torino. Sempre domani l'allerta di livello 2 ('bollino arancione') riguardera' Bologna, Bolzano, Firenze, Frosinone, Genova, Perugia, Roma, Torino e Verona. L'allerta di livello 3, spiega il ministero, scatta in presenza di "condizioni di emergenza con possibili effetti sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche"

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Cna, 186 avviamenti al lavoro grazie agli incentivi

Nei primi sei mesi dell'anno 72 attivazioni di 'tirocini extracurricolari', 26 assunzioni tramite "Garanzia giovani" (17 a tempo indeterminato, 7 in apprendistato professionalizzante e 2 a tempo determinato), 74 assunzioni a tempo indeterminato tramite "Garanzia lavoro", 14 trasformazioni da tempo determinato a indeterminato tramite "Garanzia lavoro": sono i 186 avviamenti al lavoro realizzati dall'Agenzia per il lavoro (Apl) della Cna di Pescara, confederazione nazionale artigianato. Lo dice il presidente della Cna di Pescara, confederazione nazionale artigianato, Cristian Odoardi, sottolineando che "quando il sistema delle imprese puo' contare sulla possibilita' di utilizzare incentivi di qualunque natura per assumere, la risposta e' sempre pronta". "Da quando le Agenzie hanno affiancato, e in parte rilevato, l'attivita' un tempo esclusivo appannaggio dei Centri pubblici per l'impiego - spiega Odoardi - la possibilita' di incrociare domanda e offerta di lavoro appare piu' semplice. Questo anche grazie al fatto che un'associazione di impresa, la nostra come le altre, appare piu' in grado di intercettare i bisogni del mondo imprenditoriale di riferimento, di far emergere i loro fabbisogni. Se a questo si affiancano le misure che favoriscono l'incrocio con chi cerca lavoro, giovani o meno giovani, i risultati si vedono". Delineati in casa Cna i programmi per la seconda parte dell'anno. "La nostra Agenzia - prosegue Odoardi - si e' accreditata anche per alcuni bandi che avranno il loro sviluppo nella seconda parte dell'anno. Come il Progetto 'Puoi', riguardante tirocini riservati a migranti, e quelli previsti da 'Garanzia giovani', per i quali ad oggi le attivazioni gia' prenotate per la prima data utile, 1settembre, sono 20"

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Cresce il peso della burocrazia statale sulle Pmi

Cresce il peso della burocrazia statale sulle Pmi. Per qualita' la nostra pubblica amministrazione e' al 23/mo posto su 28 paesi Ue. Lo rileva La Cgia la quale ricorda che nel 2018 il saldo complessivo degli oneri amministrativi introdotti ed eliminati con gli atti normativi approvati dai singoli ministeri e' tornato ad essere positivo. In virtu' di questo esito, ammonta a poco piu' di 36 milioni di euro il costo aggiuntivo di cui le Pmi dovranno farsi carico quest'anno per espletare le nuove procedure richieste. Seppur modesto e ancora parziale, si tratta di un importo che va a aumentare gli storici 31 mld che, dalle stime della presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresentano i costi amministrativi gravanti ogni anno sulle Pmi italiane. "Sebbene tutti i politici si dichiarino favorevoli ad alleggerire il peso degli oneri amministrativi sulle Pmi - spiega Paolo Zabeo -, questi dati dimostrano che gli aggravi di costo, invece, sono in aumento". Dall'indagine della Commissione europea sulla qualita' della Pa, emerge infatti che su 28 paesi monitorati, l'Italia e' al 23/o posto. Solo l'Ungheria, la Croazia, la Grecia, la Romania e la Bulgaria registrano delle performance inferiori alla nostra. Tra le 192 regioni Ue, la prima realta' territoriale italiana e' il Trentino A.A. che si colloca al 118/o posto. Seguono Emilia Romagna (127), Veneto (128) e Lombardia (131). Male, in particolar modo, lo score ottenuto dalle regioni del Sud. Nelle ultime 10 posizioni della classifica generale notiamo che 4 sono occupate da realta' del nostro Mezzogiorno: al 183/o posto la Basilicata, al 186/o la Campania, al 189/o l'Abruzzo e al 190/o la Calabria. La regione piu' virtuosa d'Europa e' la finlandese Aland, maglia nera, invece, per la bulgara Severozapaden.

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Rapporto Ispra, Italia leader nel riciclo dei rifiuti speciali

Ancora in aumento la produzione nazionale dei rifiuti speciali che, nel 2017, sfiora i 140 milioni di tonnellate (quasi il 3% in più rispetto al 2016). Cresce solo la produzione di rifiuti non pericolosi (+3,1%), mentre rimane stabile quella di rifiuti pericolosi (+0,6%, corrispondente a 60 mila tonnellate). I rifiuti complessivamente gestiti aumentano del 4% e l'Italia si conferma leader nel riciclo segnando un +7,7% delle quantità avviate a recupero di materia ed una diminuzione dell'8,4% di quelle destinate allo smaltimento. Nel 2017 i rifiuti importati (oltre 6 milioni di tonnellate) sono il doppio di quelli esportati (3 milioni di tonnellate). La quantità maggiore arriva dalla Germania, quasi 2 milioni di tonnellate (dei quali il 96 % rifiuti metallici) seguiti da quelli provenienti dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 824 mila tonnellate e dall'Austria, 733 mila tonnellate. I rifiuti di metallo importati sono destinati al riciclaggio, principalmente in acciaierie localizzate in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia. Il 68% dei rifiuti esportati (poco più di 2 milioni di tonnellate) appartengono alla categoria dei non pericolosi e il restante 32% (circa 1 milione di tonnellate) a quella dei pericolosi. Sono i dati della XVIII edizione del Rapporto Rifiuti Speciali 2019 (disponibile online sul sito isprambiente.gov.it), il report annuale dell'Ispra/Snpa che fornisce un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. 

Il maggior contributo alla produzione complessiva arriva dal settore delle costruzioni e demolizioni, che con oltre 57 milioni di tonnellate, concorre al 41% del totale prodotto. Le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale rappresentano il 25,7% del totale (quasi 36 milioni di tonnellate), l'insieme delle attività manifatturiere il 21,5% (quasi 30 milioni di tonnellate). A livello di macroarea geografica è il Nord che produce più rifiuti speciali, quasi 81 milioni di tonnellate (pari, in termini percentuali, al 58,3% del dato complessivo nazionale), seguita dal Sud con quasi 33 milioni di tonnellate (23,7%) e dal Centro con circa 25 milioni di tonnellate (18% del totale nazionale). La Lombardia produce il 22,2% del totale dei rifiuti speciali generati (30,8 milioni di tonnellate) seguita dal Veneto e dall'Emilia-Romagna con circa il 10% della produzione nazionale (rispettivamente pari a 15,1 milioni di tonnellate e 13,7 milioni di tonnellate). Gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi sono 11.209 di cui 6.415 situati al Nord, 2.165 al Centro e 2.629 al Sud. In Lombardia sono localizzate 2.176 infrastrutture, il 20% circa del totale degli impianti presenti sul territorio nazionale. Gli impianti dedicati al recupero di materia sono 4.597 (41% del totale). 

Circa 20,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono utilizzati, in luogo delle materie prime, all'interno del ciclo produttivo in 1.307 impianti industriali. Tali stabilimenti riciclano il 20% del totale dei rifiuti recuperati a livello nazionale. Il recupero di rifiuti inorganici riguarda oltre 54 milioni di tonnellate (quasi il 37% del totale gestito). Tali rifiuti derivano, prevalentemente, dalle attività di costruzione e demolizione (44,8 milioni di tonnellate) e sono generalmente utilizzati come rilevati e sottofondi stradali. Le operazioni di recupero di metalli e di rifiuti organici rappresentano, rispettivamente, il 13,6% e l'8,4% del totale gestito. Circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono coinceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali, mentre l'incenerimento interessa più di 1 milione di tonnellate. Sono smaltiti in discarica 12 milioni di tonnellate di rifiuti (l'8,2% del totale gestito) di cui circa 10,9 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi

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Unimpresa, nel prossimo triennio stangata fiscale da 65 miliardi

Stangata fiscale dal 65 miliardi di euro nel triennio 2020-2022: il calcolo e' del Centro studi di Unimpresa, secondo cui rispetto al 2019, nei prossimi tre anni il totale delle entrate nelle casse dello Stato passera' da 827 miliardi a 893 miliardi con un incremento che sfiora l'8%. Le imposte indirette - tra le quali l'Iva e' la principale - cresceranno di quasi 42 miliardi con un'impennata del 16%. Secondo lo studio, rispetto al prodotto interno lordo il gettito complessivo schizzera' oltre quota 47% nel 2020. I versamenti per contributi previdenziali e sociali saliranno di 13 miliardi (+5%). "Il peso delle tasse sui contribuenti e' asfissiante e va immediatamente fermata una tendenza pericolosa. Le famiglie e le imprese sono strozzate dal giogo fiscale che va allentato con un intervento choc. Il governo sta affrontando la complessa messa a punto della prossima legge di bilancio e fioccano promesse di riduzioni del prelievo fiscale, ma al momento tutti gli indicatori, compresi quelli presentati dallo stesso esecutivo giallo-verde, vanno nella direzione opposta. Senza misure coraggiose, sara' impossibile evitare che scattino la clausole di salvaguardia con la prossima manovra sui conti pubblici", commenta il vicepresidente di Unimpresa, Andrea D'Angelo. 

Secondo l'analisi del Centro studi di Unimpresa, basata su rielaborazioni di dati Corte dei conti, Istat e Tesoro, nel triennio 2020-2022, il totale delle entrate nella casse dello Stato crescera' di 65,2 miliardi (+7,9%) rispetto agli 827,7 miliardi del 2019 (859,1 miliardi nel 2020 e 878,1 miliardi nel 2021). Le entrate tributarie saliranno sistematicamente dai 510,1 miliardi del 2019, ai 537,7 miliardi del 2020, ai 553,1 miliardi del 2021, ai 562,1 miliardi del 2022: complessivamente si registrera' un aumento di 52,0 miliardi (+10,2%). Nel dettaglio, le imposte dirette (in particolare Irpef, Ires e Irap) saliranno di 10,7 miliardi (+4,3%) dai 248,6 miliardi del 2019 ai 259,3 miliardi del 2022 (250,2 miliardi nel 2020 e 255,1 miliardi nel 2021); le imposte indirette (tra le quali l'Iva e' la principale) saliranno dai 257,3 miliardi del 2019, ai 284,1 miliardi del 2020, ai 294,3 miliardi del 2021, ai 299,0 miliardi del 2020 facendo registrare una lievitazione di 41,7 miliardi (+16,2%). Stabili le imposte in conto capitale che resteranno attorno a quota 4 miliardi per tutto il periodo osservato. I contributi sociali (ovvero i versamenti per pensioni e previdenza) saliranno di 13,0 miliardi con un incremento dl 5,4% dai 240,6 miliardi del 2019 ai 253,6 miliardi del 2022 (244,2 miliardi nel 2020 e 248,3 miliardi nel 2021). Stabili attorno a quota 77 miliardi anche le altre entrate correnti. Rispetto al pil, il totale delle entrate si attestera' al 46,6% nel 2019, al 47,1% nel 2020, al 47,0% nel 2021 e al 46,6% nel 2022. Rispetto al pil, la pressione fiscale (calcolata sul totale delle entrate al netto delle "altre entrate correnti" e delle "entrate in conto capitale non tributarie"), invece, arrivera' al 42,0% nel 2019, al 42,7% nel 2020, al 42,7% nel 2021 e al 42,5% nel 2022. 

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