Primo Piano

Michele Fina sarà il nuovo segretario regionale del Partito Democratico

Lunedì 1° luglio alle 11 presso Spazio 010 in via dei Peligni 93 a Pescara si terrà la conferenza stampa di presentazione del nuovo segretario regionale del Partito Democratico abruzzese Michele Fina. Su di lui è stata difatti trovata la convergenza tra le varie anime del PD che ha escluso candidature alternative. 

"L’altro ieri mi ha chiamato al telefono Mimmo Bafile, una personalità che rappresenta un pezzo della storia della sinistra abruzzese. Mi ha detto che stava seguendo le evoluzioni del congresso regionale del PD e mi ha fatto qualche raccomandazione. In particolare quella di ricostruire un partito capace di affascinare ed emozionare, profondamente legato all’identità del nostro territorio. Soprattutto un partito popolare. Mi ha raccomandato la memoria delle battaglie che hanno segnato la storia dell’ultimo secolo e mi ha fatto nomi di luoghi e persone che le hanno incarnate. Cito per tutti Taranta Peligna e i ragazzi della Brigata Majella che diedero vita alla Resistenza italiana e l’omaggio reso loro dal Presidente Mattarella.

Oggi ho depositato la mia candidatura alla Segretaria regionale del Pd. Essendo l’unica da subito inizia per me e per tanti una nuova ed appassionante avventura. Ma ne parleremo domattina con la stampa, all’Abruzzo.

Questa è solo una dedica. A Mimmo, alle nostre radici, alla capacità di unire ciò che era diviso; per le proprie idee, per la propria terra e per dare speranza al futuro", ha scritto Michele Fina su facebook.

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Caritas, oltre un milione di beni e servizi ai poveri

Con oltre un milione di erogazioni di beni e servizi, come viveri, vestiario, prodotti per l'igiene personale e buoni pasto, anche nel 2018 "la poverta', ma soprattutto le persone povere, sono state come sempre al centro dell'impegno di Caritas italiana". È quanto spiega il Rapporto annuale con dati del 2018 della Caritas che sul web traccia un bilancio delle azioni svolte attraverso l'azione quotidiana di quasi 200 Caritas diocesane in tutta Italia durante lo scorso anno. Oltre 3,3 mila i centri d'ascolto attivi su tutto il territorio nazionale che hanno fornito piu' di 200 mila interventi di ascolto, orientamento e consulenza. Un 2018 che ha visto la Caritas impegnata su diversi fronti interni. "In Italia si e' proseguito negli interventi post-sisma nel Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria, con la realizzazione di piu' di 40 strutture polifunzionali - spiega il Rapporto -, grazie agli oltre 27,5 milioni di euro di offerte raccolte. Vicinanza anche alla popolazione colpita da altre emergenze, come il crollo del ponte Morandi, a Genova il 14 agosto, e il sisma nella provincia di Catania, del 26 dicembre". Cresce, rispetto al 2017, il numero di progetti dell'8xmille approvati: nel 2018 ne sono stati approvati 260 presentati da 145 Caritas diocesane, contro i 219 progetti del 2017. Tra i beneficiari delle iniziative della Caritas ci sono anche i beneficiari del progetto Presidio contro lo sfruttamento in agricoltura, un progetto che nel 2018 e' arrivato alla terza edizione e che mira a combattere la piaga dello sfruttamento lavorativo e del caporalato. Dal 2014 al 2018 sono circa 5 mila le persone raggiunte dall'iniziativa. Crescono, inoltre, gli empori della solidarieta' su tutto il territorio nazionale. Stando al rapporto Caritas, nel 2018 si contano in tutta Italia ben 181 empori, di cui sono 160 quelli promossi insieme alle Caritas diocesane. Soltanto nel 2018, sono 34 gli empori aperti. L'impegno della Caritas, in Italia e nel mondo, tradotto in cifre, infine, e' stimato attorno ai 51,5 milioni di euro, una cifra stabile rispetto a quella impiegata nel 2017. Oltre 39 milioni di euro di risorse, ovvero il 76 per cento, sono stati destinati a progetti e attivita' svolti in Italia. Altri 9 milioni sono stati destinati a progetti realizzati in tutto il mondo, dove le emergenze e i programmi di sviluppo hanno rappresentato il maggior ambito di impiego. 

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Coldiretti Abruzzo, dal 2009 è scomparsa una mucca su quattro

E' allarme per la "fattoria Abruzzo", dove dal 2009 è scomparsa una mucca su quattro. E' quanto emerso in occasione della seconda giornata di "L'Aquila made in Italy: valori e progetti dieci anni dopo il sisma" di Coldiretti Abruzzo, che ha richiamato migliaia di curiosi e visitatori, trasformando la piazza più conosciuta della città in una grande fattoria multifunzionale, una rappresentazione plastica di ciò che vuol dire agricoltura e delle opportunità che dal cibo possono emergere. Protagonisti della giornata gli animali dell'Arca di Noè, allestita in collaborazione con l'associazione regionale allevatori riscuotendo un grande successo soprattutto tra i più piccini. Tantissimi i bambini che, nelle diverse ore del giorno, hanno partecipato ai laboratori didattici delle donne imprenditrici di Coldiretti e hanno voluto accarezzare la mucca, fare il verso ai maialini o semplicemente conoscere "le nipotine" delle pecore che nel 2009 furono donate agli aquilani dai pastori sardi con la tradizionale Sa paradura in segno di amicizia e vicinanza.

In Abruzzo, dal terremoto del 2009, sono scomparsi oltre 21.500 bovini e 137 mila ovini con una diminuzione rispettiva del 25% per i bovini e del 40% per gli ovini. A conti fatti, sono scomparse una mucca su 4 e 4 pecore su dieci'. 

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Studio Uil, la Tari è aumentata a Chieti del 14,6 per cento nell’ultimo quinquennio

Tra il 2015 e il 2019, ovvero in 5 anni, la Tassa sui Rifiuti (TARI), aumenta mediamente dell'1,6%, mentre nell''ultimo anno si assiste a un aumento pari allo 0,9% sul 2018. L'aumento in alcune citta' sfiora punte del 36%, ad esempio a Lecce (35,6%). In valori assoluti, spiega Ivana Veronese - segretaria Confederale Uil - le famiglie italiane verseranno nel 2019 nelle casse comunali 302 euro medi, a fronte dei 299 euro dello scorso anno e dei 296 euro versati nel 2015. E' quanto calcola il Servizio Politiche Territoriali della Uil, elaborando i costi in 105 Citta' capoluogo di provincia, per una famiglia con una casa di 80 mq e 4 componenti. In valori assoluti, nel 2019, spiega Veronese, il costo maggiore si registra a Trapani con 550 euro medi l'anno a famiglia; a Benevento se ne pagano 492 euro; ad Agrigento 470 euro; a Reggio Calabria e Salerno 461 euro; a Cagliari 447 euro; a Napoli 442 euro; a Messina 438 euro; ad Asti 434 euro; a Ragusa 431 euro. Si paga un po' meno a Potenza (133 euro medi a famiglia); a Novara (164 euro); a Belluno (170 euro); a Macerata (179 euro); a Pordenone (180 euro); a Vercelli (183 euro); a Brescia (184 euro); a Trento e ad Ascoli Piceno (186 euro); a Verona (189 euro). Per quanto riguarda le grandi Citta' (Citta' metropolitane): a Reggio Calabria la tassa sui rifiuti pesa per 461 euro medi a famiglia; a Cagliari 447 euro; a Napoli 442 euro; a Messina 438 euro; a Catania 403 euro; a Bari 380 euro; a Genova 358 euro. Si paga un po' meno a Bologna (229 euro medi); a Firenze (235 euro); a Palermo (281 euro); a Roma (308 euro); a Torino (326 euro); a Milano (338 euro); a Venezia (342 euro). Nel corso dell'ultimo anno, la Tari aumenta in 44 Citta' tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli; rimane stabile in 26 citta', tra cui Milano, Roma, Bologna; diminuisce in 35 citta', tra cui Cagliari, Firenze e Venezia.

 Nel dettaglio, continua la segretaria della Uil, tra il 2018 e il 2019, a Matera si registra un aumento del 19,9%; a Catania del 17,9%; a Pistoia del 16,2%; a Imperia del 15,7%; a Chieti del 14,6%; a Viterbo del 10,5%; a Brindisi del 10,2%; a Bolzano dell'8,3%; a Trieste del 6,9%; a Padova del 6,2%. 

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Rapporto sulla legislazione, il presidente Fico a L’Aquila

Il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico e il Vicepresidente Ettore Rosato, hanno partecipato alla presentazione del "Rapporto 2017/2018 sulla legislazione tra Stato, Regioni e Unione Europea" che si è svolta nel Palazzo Pica Alfieri. Il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri ha aperto i lavori salutando gli intervenuti tra i quali i rappresentanti delle Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Campania, Sardegna, Lombardia, Lazio, Puglia e le autorità presenti. Successivamente, la delegazione si è spostata per una visita nel vicino Palazzetto dei Nobili, restaurato con il contributo della Camera dei Deputati, per poi proseguire la visita del centro storico attraverso Piazza Duomo, la Chiesa del Suffragio per poi raggiungere Palazzo dell’Emiciclo dove è stata accolta dal Presidente Sospiri accompagnato dai Vicepresidenti Roberto Santangelo e Domenico Pettinari, dal Consigliere segretario Sabrina Bocchino e da una rappresentanza dei componenti dell’Assise regionale. Fico e Rosato hanno potuto ammirare gli spazi dell’Emiciclo ascoltando con attenzione i temi del restauro, terminato lo scorso anno, e soffermandosi a lungo tra i libri della biblioteca “Giuseppe Bolino” e infine nell’Aula consiliare “Sandro Spagnoli”. 

“Costituisce per me,  appena all’inizio del mandato da Presidente del Consiglio regionale, un grandissimo onore poter ospitare un evento così importante come la presentazione del Rapporto sulla legislazione tra Stato, Regioni e Unione Europea 2017-2018. La visita del Presidente della Camera Roberto Fico è un segnale per l’intero Abruzzo e soprattutto per le zone terremotate, dal sisma del 2009 fino a quello del 2016. Ho detto a Fico che questa Regione si sta rialzando, ma ha ancora bisogno delle Istituzioni” ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri.

“I dati della Decima Legislatura regionale dicono che l’Abruzzo assume, in controtendenza nazionale, un ruolo assolutamente centrale nell’iniziativa legislativa del Consiglio regionale.” “Questo dato – ha spiegato il Presidente Sospiri durante la presentazione del Rapporto sulla legislazione - si è tradotto da un lato nella netta prevalenza dei progetti di legge di iniziativa consiliare (numero 432) rispetto a quelli di iniziativa della Giunta (numero 87) e, dall’altro, nella preponderanza delle leggi regionali approvate d’iniziativa consiliare (numero 156) rispetto a quelle dell’Esecutivo (numero 55).” Da questo punto di vista l’Abruzzo si è posto in assoluta controtendenza sia rispetto all’attività legislativa statale, a prevalente “trazione governativa”, che a quella della maggior parte delle altre Regioni negli anni 2016 e 2017 caratterizzata da una predominanza di leggi promulgate di iniziativa dell’Esecutivo.”  “Una particolare segnalazione – ha aggiunto Sospiri - merita il positivo dato relativo ad una bassa percentuale di leggi impugnate dal Governo rispetto a quelle approvate: solo il dieci per cento nella Decima Legislatura, rispetto al diciotto per cento nella Legislatura precedente.” 

Dal 1972 al 31 dicembre 2018 un’analisi storica sulla legislazione regionale evidenzia come la Regione Abruzzo risulti ancora essere in assoluto la Regione più prolifica nel panorama nazionale con l’approvazione totale di ben 3.660 leggi. “Ciò rende importante portare avanti un’azione sistematica di snellimento e razionalizzazione dell’ordinamento regionale – ha detto Sospiri -  già intrapresa nella nostra Regione con la L.R. 29 novembre 2013, n. 45 e proseguita di recente con l’approvazione in Consiglio regionale lo scorso 4 giugno di una legge, di semplificazione del sistema regionale che ha disposto in un sol colpo l’abrogazione di ben 446 leggi previgenti. Sarò mio compito evitare la proliferazione di norme regionali inutili che appesantiscono la legislazione e non aiutano il cittadino. Al contrario – ha concluso il Presidente dell’Assemblea regionale abruzzese – nella mia consiliatura spingerò per l’approvazione di altri Testi Unici al fine di semplificare l’enorme mole di leggi di cui è composto il nostro ordinamento regionale.”

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Assemblea plenaria della Conferenza delle Regioni a L’Aquila

Prenderà il via oggi pomeriggio alle ore 17.00 l'Assemblea plenaria della Conferenza delle Regioni, alla quale prenderanno parte i Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome italiane per ricordare il decennale del sisma che ha colpito il capoluogo abruzzese nel 2009. Il programma prevede alle 16.30  l’arrivo delle delegazioni regionali all’Emiciclo; alle 17.00 in prima convocazione lo svolgimento dell’Assemblea Plenaria mentre alle ore 18.00 in seconda convocazione (sala Silone Emiciclo)  la Plenaria tratterà i seguenti argomenti: primo esame del documento “Linee di indirizzo per un’armonizzazione del sistema legislativo regionale in materia di Organi di garanzia” ; confronto con il Coordinamento dei Co.Re.Com. I colleghi della stampa sono invitati a seguire l’evento all’Emiciclo a partire dalle ore 17.00.

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Trovato il corpo del ragazzino disperso in mare

E' stato trovato intorno alle 10.30 il corpo senza vita del 15enne disperso in mare da lunedì scorso. A rintracciarlo è stato un diportista in uscita dal porto di Giulianova vicino al fanale rosso. È quanto si apprende dalla Direzione marittima di Pescara della guardia costiera, le cui ricerche sono proseguite tutta la notte e anche stamattina, con l'aiuto anche di un elicottero. Il punto in cui è stato individuato il cadavere era una zona battuta diverse volte dai soccorritori. Si può presupporre, quindi, che il corpo fosse rimasto incastrato e poi sia riemerso con la corrente. Il cadavere dell'adolescente è stato recuperato dalla motovedetta della guardia costiera, poi portato in banchina e, quindi, verrà messo a disposizione della magistratura, che deve valutare se restituire la salma alla famiglia o fare l'autopsia.

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Entro il 2026 mancheranno 100mila medici

Si e' tenuto a Roma alla Clinica Ars Medica il Congresso Amsi con la presentazione delle statistiche sulla carenza dei medici, infermieri e fisioterapisti prevista per il servizio sanitario entro 2026. Accanto all'indagine sono state discusse le proposte alla presenza del presidente della commissione Sanita' e Igiene del Senato Pierpaolo Sileri, del vice Segreterio nazionale, della Fimmg Pierluigi Bartoletti e di 150 professionisti della sanita' italiani e stranieri, membri dell'ufficio di presidenza Amsi e di Uniti per Unire, relatori del comitato scientifico, che hanno trattato l'argomento di Traumatologia Sportiva prevenzione, trattamento chirurgico e riabilitativo accredita con Ecm per tutte le professioni. "Si tratta di un fenomeno alquanto preoccupante- precisa nella nota l'Associazione nazionale medici di origine straniera in Italia (Amsi) ed il Movimento internazionale 'Uniti per Unire'- che si sta sviluppando contemporaneamente, ad un altro problema abbastanza grave: la sempre piu' crescente richiesta di medici italiani di trasferirsi all'estero. Un argomento di ineludibile importanza, dato che entro il 2026 saranno circa 100 mila i medici di cui si avra' bisogno sia nel settore pubblico quanto privato in base alle richieste giunte all'Amsi, il numero delle strutture e le condizioni socio-economiche di ogni regione. Cosi' il fabbisogno di ogni regione di medici entro il 2026 sara' il seguente: Lazio (15 mila), il Veneto (10 mila), Piemonte (10 mila), Lombardia (9 mila), Emilia Romagna (8 mila), Puglia (7 mila), Toscana (4 mila), Campania (4 mila), Sicilia (4 mila), Molise (4 mila), Abruzzo (3 mila), Liguria (3 mila), Umbria (3 mila), Marche (3 mila), Calabria (3 mila), Friuli Venezia Giulia (3 mila), Sardegna (2 mila), Basilicata (2 mila), Valle d'Aosta (2 mila) e Trentino Alto Adige mille. Inoltre mancheranno sempre entro il 2026 60 mila infermieri e 30 mila fisioterapisti".

"Dall'1 gennaio 2018 fino al 31 maggio 2019 sono stati infatti richiesti all'Amsi 8 mila professionisti della sanita'- specifica sempre la nota- in particolare, 4400 medici, 2800 infermieri e 800 fisioterapisti. Per quanto riguarda i medici, la Regione che ha avanzato le richieste maggiori e' il Veneto (500), seguita dal Piemonte (500), Lombardia (450), Puglia (400), Lazio (400), Toscana (300), Campagna (300), Emilia Romagna (350), Sicilia (150), Molise (200), Abruzzo (100), Liguria (100), Trentino Alto Adige (60), Umbria (200), Marche (100), Calabria (70), Basilicata (60), Valle d'Aosta (60), Friuli Venezia Giulia (50) e Sardegna (50). Le specializzazioni maggiormente richieste sono inerenti al campo dell'Anestesia, Ortopedia, Medicina d'urgenza, Radiologia, Chirurgia, Neonatologia, Ginecologia, Pediatria, Cardiologia, Neurochirurgia, Geriatria , Medicina sportiva, Medici nelle localita' turistiche ed anche Medici di famiglia". "Pertano- spiega ancora l'Amsi- bisogna creare le condizioni favorevoli nell'ambito lavorativo e della ricerca universitaria (Urgono 10 mila borse di specializzazione e assumere i medici specializzandi) per portare in controtendenza questi dati, contrastando i bassi salari, sfruttamento lavorativo e la dilagante burocrazia, che purtroppo si espande sempre piu' nell'ambito dell'esercizio della professione medica, abbreviare il periodo del riconoscimento dei titoli di studio esteri e consentire ai medici stranieri, che hanno esercitato la professione in Italia da piu' di 5 anni e non possiedono la cittadinanza italiana, di poter sostenere concorsi pubblici e stipulare contratti a tempo indeterminato almeno per 5 anni e per contrastare la cosiddetta 'fuga dei cervelli' che si stima ogni anno circa 2500 professionisti della sanita' italiani lasciano l'Italia per una meta piu' vantaggiosa".

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Rapporto Bankitalia sull’Abruzzo, nel 2018 ha continuato a crescere

 

"Nel 2018 l'economia dell'Abruzzo ha continuato a crescere, sebbene a un ritmo inferiore rispetto all'anno precedente. In base alle stime di Prometeia, il PIL è aumentato dello 0,5 per cento, pari a circa un terzo dell'espansione registrata nel 2017. L'attività produttiva si è indebolita in particolare nell'industria e nel terziario. L'occupazione, in aumento in media d'anno, ha mostrato un'inversione di tendenza nel secondo semestre. Il reddito e i consumi delle famiglie sono cresciuti in misura contenuta. Il credito erogato ai residenti nella regione ha rallentato". Lo si legge nella nota di presentazione del rapporto di Bankitalia sull'economia regionale del 2018.

Il documento e' stato presentato all'Aquila in una nuova conferenza stampa dal nuovo direttore della filiale abruzzese della Banca d'Italia, Dealma Fronzi, arrivata all'Aquila il 14 giugno dopo tre anni a Campobasso. Accanto a lei i due ricercatori dell'istituto, Valter Di Giacinto e Alessandro Tosoni. I dati sono stati ulteriormente approfonditi nel corso di un convegno nella sede della scuola di Alta formazione Gran Sasso Science Institute, a cui ha partecipato anche Fabrizio Balassone, vice capo del servizio Struttura economica di Bankitalia. 

Nel 2018 il fatturato delle imprese industriali, in aumento nel biennio precedente, è lievemente diminuito in termini reali; risultati migliori si sono registrati tra le imprese con maggiore propensione all'export, che hanno beneficiato della crescita degli scambi con l'estero. Gli investimenti hanno registrato un contenuto incremento; le previsioni formulate dagli imprenditori segnalano una stagnazione dell'attività di accumulazione nell'anno in corso. Nelle costruzioni il valore aggiunto è stimato in moderato incremento, in presenza di una ripresa delle compravendite immobiliari e dei bandi per l'esecuzione di lavori pubblici. Nel terziario l'attività produttiva si è indebolita, in particolare nel commercio e nei trasporti, mentre è lievemente cresciuto il numero delle presenze turistiche.

I prestiti alle imprese sono rimasti su livelli pressoché immutati rispetto all'anno precedente. La domanda di credito ha mostrato un arretramento nella seconda metà dell'anno. Le condizioni di offerta praticate dalle banche sono rimaste nel complesso distese, pur evidenziando segnali di un lieve irrigidimento nel secondo semestre. I criteri di offerta si confermano più selettivi per le imprese maggiormente rischiose.

La redditività si è mantenuta sui livelli dell'anno precedente e in linea con quelli pre-crisi; ne hanno beneficiato la capacità di autofinanziamento e la liquidità.

Nella fase di ripresa ciclica, la minore crescita del valore aggiunto regionale rispetto alla media nazionale è dipesa soprattutto da una peggiore dinamica della produttività.

L'occupazione è ulteriormente aumentata, nonostante la flessione registrata nella seconda parte dell'anno. È proseguita la lenta ripresa dell'occupazione giovanile. Il tasso di disoccupazione è diminuito, anche tra i lavoratori più giovani, dove rimane tuttavia su livelli significativamente più elevati di quelli pre-crisi. Sono tornate a crescere le assunzioni a tempo indeterminato e le stabilizzazioni di contratti a termine.

Nel 2018 il reddito e i consumi delle famiglie abruzzesi sono stimati in contenuto aumento. Alla crescita del reddito hanno contribuito soprattutto i redditi da lavoro e, in particolare, quelli da lavoro dipendente. La disuguaglianza nella distribuzione del reddito rimane inferiore in Abruzzo rispetto alla media delle regioni italiane.

Il peso delle attività finanziarie nella ricchezza complessivamente detenuta dalle famiglie abruzzesi è ulteriormente aumentato. In presenza di bassi livelli dei tassi di interesse, il risparmio finanziario ha continuato a orientarsi verso forme d'investimento prontamente liquidabili. A fronte di condizioni di accesso al credito ancora favorevoli, l'indebitamento ha continuato a crescere, riflettendo la ripresa della domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni e l'espansione del credito al consumo.

 

È proseguito il processo di razionalizzazione della rete territoriale delle banche, in particolare da parte degli intermediari di maggiore dimensione; in rapporto alla popolazione, la presenza di sportelli bancari nel territorio è rimasta in linea con il dato medio nazionale. La qualità del credito è migliorata. Il tasso di deterioramento dei prestiti è diminuito sia per le imprese sia per le famiglie.

Nel 2018 la spesa corrente delle Amministrazioni locali è aumentata sia nella componente relativa all'acquisto di beni e servizi sia in quella del personale. La spesa per investimenti ha invece continuato a calare. Le entrate correnti degli enti territoriali sono aumentate per effetto della crescita dei trasferimenti e della componente extra-tributaria; la pressione fiscale sulle famiglie è rimasta stazionaria, mantenendosi tuttavia lievemente al di sopra della media delle altre regioni a statuto ordinario. È proseguito il calo del debito delle amministrazioni locali abruzzesi.

Nel decennio successivo al sisma, nell'aquilano è significativamente cresciuta l'attività economica nell'edilizia e nei comparti del terziario che hanno beneficiato dei lavori di ricostruzione; è invece proseguito l'arretramento dell'industria, una tendenza già in atto prima del 2009. Nell'area si rileva una significativa diffusione delle attività maggiormente innovative, favorite anche dalla presenza nel territorio di importanti centri di ricerca e di formazione universitaria e superiore. Dopo il calo osservato all'indomani del sisma, la dinamica della popolazione residente è apparsa sostanzialmente in linea con il dato medio regionale, sebbene si sia registrata una flessione lievemente più accentuata negli ultimi anni. Gli indicatori del mercato del lavoro hanno mostrato tendenze analoghe a quelle dell'Abruzzo nel suo insieme.

Il rapporto completo

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Boom del part time ‘involontario’

Boom del part time involontario, tra i lavoratori italiani. In 10 anni il numero di persone costrette ad accettare un impiego a orario ridotto è più che raddoppiato (+107,8%), passando da 1,3 milioni del 2008 a 2,8 milioni dello scorso anno. Sono soprattutto le donne a dover rinunciare a un'occupazione a tempo pieno contro la propria volontà: sono 1,9 milioni pari al 69% del totale. I dati sono contenuti nell'ultimo rapporto dell'Istat ed elaborati dall'Adnkronos. Confrontando i dati con il 2008, quando le lavoratrici in part time obbligato erano poco meno di un milione, l'incremento risulta pari al 97,2%. Le donne che lavorano in Italia sono 9,8 milioni, di cui il 19,5% è in part time involontario. Nel 2008 le donne lavoratrici erano 9,3 milioni, di cui il 10,1% era in parti time involontario.

 Passando agli uomini, che rappresentano il restante 31% dei lavoratori a orario ridotto forzato, l'aumento tra il 2008 e il 2018 è stati più consistente rispetto alle colleghe. In 10 anni sono quasi raddoppiati passando da poco meno di mezzo milione a 855.000. Su un totale di 23,2 milioni di occupati, quelli che hanno dovuto accettare un impiego con meno ore, e quindi meno stipendio, sono l'11,9%, cioè più di una persona su 10. Rispetto al 2008, quando il totale degli occupati in Italia ammontava a 23,1 milioni, la percentuale è quasi raddoppiata; infatti 10 anni fa il mondo del part time arrivava al 6,2% del totale degli occupati

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