Crisi, Cgia: Dal 2000 crescita piatta Pil italiano, +0,2% all’anno
Dall'inizio del 2000 fino al 2018 la ricchezza nel nostro Paese (Pil) è cresciuta mediamente dello 0,2 per cento ogni anno. Niente a che vedere con quanto successo nei due ventenni precedenti. Se tra gli anni '80 e '90 la crescita è stata del 2 per cento, tra il 1960 e la fine degli anni '70, l'aumento del Pil è stato addirittura del 4,8 per cento medio annuo. Certo, gli anni '60 e '70 sono stati quelli del boom economico, ma anche della prima crisi energetica scoppiata nel 1973 che ha innescato molti effetti negativi che abbiamo pagato negli anni successivi. Sono i calcoli della Cgia, Associazione arigiani e piccole imprese, di Mestre."Come sostengono molti esperti, siamo in una fase di stagnazione secolare - dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - e le previsioni, purtroppo, non lasciano presagire nulla di buono.L'economia mondiale sta rallentando, manifestando evidenti segnali di incertezza e di sfiducia in tutta l'area dell'euro che, comunque, in questi ultimi 18 anni è cresciuta del 30 per cento; 7 volte in più dell'incremento registrato dall'Italia. Bassa produttività del sistema paese, deficit infrastrutturale, troppe tasse e una burocrazia ottusa ed eccessiva sono le principali cause di questo differenziale con i nostri principali partner economici".Ad aggravare il quadro, secondo la Cgia, il fatto che la crescita registrata dai principali Paesi dell'area dell'euro è stata molto superiore alla nostra. Se in Italia negli ultimi 18 anni l'incremento del Pil è stato di 4 punti percentuali (variazione calcolata su valori reali), in Francia - stando ai numeri forniti da Mestre - l'incremento è stato del +25,2 per cento, in Germania del +26,5 per cento e in Spagna addirittura del +34,7 per cento. L'area dell'euro - senza Italia - invece, ha riportato una variazione del +29,7 per cento. Altri dati: tra i 19 Paesi che hanno adottato la moneta unica solo il nostro Paese (-4,1 per cento) e la Grecia (-23,8 per cento) devono ancora recuperare, in termini di Pil, la situazione pre-crisi (anno 2007). Se, però, sempre in questo arco temporale analizziamo l'andamento dei nostri conti pubblici, il rigore non è mai venuto meno, sottolinea ancora l'Associazione arigiani e piccole imprese di Mestre. "Negli ultimi 18 anni - dichiara il segretario della Cgia, Renato Mason - solo in un anno, il 2009, il saldo primario, dato dalla differenza tra le entrate totali e la spesa pubblica totale al netto degli interessi sul debito pubblico, è stato negativo. In tutti gli altri anni, invece, è stato di segno positivo e, pertanto, le uscite sono state inferiori alle entrate. A ulteriore dimostrazione che dall'avvento della moneta unica, l'Italia ha mantenuto l'impegno di risanare i propri conti pubblici, nonostante gli effetti della crisi economica siano stati maggiormente negativi da noi che altrove".
Leggi Tutto »Berlusconi a L’Aquila: Marsilio il miglior candidato
"Sono commosso. Ho dentro di me un ricordo che non finirà mai di quei giorni del terremoto, delle famiglie che avevano perso i loro cari, delle famiglie che avevano perso la loro casa". Lo ha detto Silvio Berlusconi, che, nell'anno del decennale del sisma del 6 aprile del 2009, è tornato per la 27/a volta nel capoluogo abruzzese, ma per la prima volta dalla fine dell'emergenza post-sisma ricordando il lavoro che mise in campo per la costruzione di alloggi.
Poi il leader di Fi, davanti a una platea gremita nell'Auditorium dell'Associazione costruttori, ha spiegato i motivi della sua lunga assenza dall'Aquila dopo la fine del suo Governo. "Perché - ha detto - temevo di essere troppo rattristato dal fatto che non era ultimata la nostra opera di ricostruzione e poi perché temevo che ci fossero delle manifestazioni, che mi si assicurava fossero ben organizzate da parte della sinistra, tese a sminuire quello che avevamo fatto". "Ci hanno accusato di non avere neppure raccolto le macerie della strade dell'Aquila ma noi stavamo facendo anche questo, naturalmente con il nostro Genio militare - ha spiegato ancora - poi una deliberazione del consiglio comunale dell'Aquila, a maggioranza di sinistra, ci impose di arrestare l'opera di raccolta dicendo che era un'opera da affidare a società locali per dare implementazione alla loro impresa e attività. Quindi ci dovemmo astenere dalle visite all'Aquila".
Il senatore Marco Marsilio "è il miglior candidato e sarà un ottimo, ottimo presidente dell'Abruzzo". Così il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a L'Aquila, ha lanciato la candidatura di Marsilio (Fdi) in corsa per il centrodestra alle elezioni regionali in Abruzzo del 10 febbraio
"Domani troveremo scritto sul Fatto Quotidiano che Berlusconi va all'Aquila soltanto per il torrone". Così ironicamente il leader di FI, Silvio Berlusconi, ricevendo in dono all'Aquila, nell'auditorium dell'associazione costruttori, il tradizionale dolce aquilano da parte di Natalia Nurzia, erede dell'omonimo storico marchio. Berlusconi ha conosciuto Nurzia durante l'emergenza post terremoto dell'Aquila. L'ex premier è stato anche omaggiato di un rosone della basilica aquilana di Collemaggio dal presidente del Consiglio comunale dell'Aquila, Roberto Tinari, a nome della cittadinanza, e da una bottiglia di vino da parte dell'imprenditrice vitivinicola pescarese Stefania Pepe, "forzista della prima ora e candidata alle politiche del '94".
"Credo che questa città debba riconoscere i meriti a quest'uomo e a quell'esecutivo". Lo ha detto il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, commentando la visita di Silvio Berlusconi nel capoluogo abruzzese e ricordando quanto fatto dall'allora presidente del Consiglio nell'emergenza post sisma. "Non è solo un utilizzo elettorale che bisogna fare delle figure che su questa città hanno dimostrato impegno, attaccamento, passione - ha aggiunto - dobbiamo riscrivere una storia più libera da schemi mentali e pregiudizi politici".
Leggi Tutto »Meloni: Marsilio e’ il miglior candidato
"Se i leader di altri partiti non vengono a fare la campagna elettorale in Abruzzo e' perche' gli altri candidati non sarebbero ben accolti. Le polemiche di Giovanni Legnini non hanno senso. Facesse venire i suoi, Renzi e la Boschi, ammesso che si capiscano quali sono i leader del centrosinistra, e vediamo come sarebbero accolti". Ha esordito cosi' nella conferenza stampa tenutasi a Bussi dove e' andata a visitare la discarica negli ultimi giorni tornata all'attenzione degli organi nazionali, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Una risposta alle parole del candidato del centrosinistra Giovanni Legnini che ha definito la presenza dei leader del centrodestra in Abruzzo in occasione di queste elezioni come una vera e propria "invasione". "Giriamo continuamente l'Italia- ha aggiunto - perche' sappiamo che la politica si fa cosi', girando i migliaia di campanili di cui l'Italia si compone e ascoltare i problemi che ognuno ha. In Abruzzo ci torno e non e' una novita' che a noi piace stare in mezzo alla gente, ascoltare i problemi della gente e girare Comune per Comune e non sapete quante volte mi sono sentita dire e' la prima parlamentare che viene nel nostro"
Giorgia Meloni ha lanciato anche un appello al ministro dell'Ambiente Sergio Costa "ci faccia la cortesia di accelerare le pratiche" per i fondi dedicati alla bonifica del sito di Bussi "invece di venire solo per la campagna elettorale".
La leader di Fdi, Giorgia Meloni, non risparmia critiche agli avversari nella corsa alle regionali abruzzesi e attacca l'esponente del M5S Sara Marcozzi e quello del centrosinistra Giovanni Legnini. "Si puo' nascondere la polvere sotto il tappeto, ma la verita' prima o poi esce fuori", ha aggiunto riferendosi in particolare a Legnini. "Marco e' il miglior candidato. Si presenta con un programma serio che parte proprio dalla terra", ha aggiunto spiegando il perche' della presenza li' dove e' stata scoperta la piu' grande discarica europea. "La sua candidatura- ha aggiunto- e' simbolica. Lui e' figlio di questa storia e mi piace pensare che sia il primo degli abruzzesi che torna in Regione grazie ad uno sviluppo reale"
Leggi Tutto »Torna il gelo in Abruzzo, 15 gradi sottozero a Roccaraso
Torna il gelo in Abruzzo, soprattutto in provincia dell'Aquila, con il picco di 15 gradi sotto lo zero registrato a Roccaraso, a 1.420 metri di quota. + quanto emerge dalle rilevazioni della rete meteo dell'Associazione Meteorologica Caput Frigoris. Le temperature nell'aquilano sono precipitate ovunque con quasi tutte le minime registrate nella notte sotto allo zero: tra le città più fredde sono da segnalare i -5,6 a Navelli, -5,3 all'Aquila Ovest, -5,1 a Villetta Barrea e -4,9 a Tagliacozzo. Oltre i mille metri di quota sono da segnalare i -14,1 gradi sull'Altopiano delle Cinquemiglia (L'Aquila), -11,6 di Campo Felice, -9,6 gradi al Rifugio Franchetti (Teramo), -12,6 a Rocca di Mezzo (L'Aquila), -11,5 Piani di Pezza (L'Aquila), -10,3 a Passo Godi (L'Aquila). Nelle altre tre province abruzzesi le temperature minime hanno oscillato tra lo zero e massimo quattro gradi.
Leggi Tutto »Cna, reati economici in aumento del 57,5% tra 2008 e 2017
"Sono stati i reati economici a impennarsi negli anni della crisi. E a segnare un incremento che sfiora il 60%, al 57,5%". Lo si legge in un comunicato di Cna che commenta un'indagine su 'criminalità e sicurezza negli anni 2008/2017', curata dal Centro studi Cna su dati Istat.Si tratta, si legge nella nota, di un andamento "in controtendenza rispetto alla platea dei reati di ogni altro genere, che invece sono diminuiti, se si escludono i delitti tipici della criminalità organizzata: riciclaggio, traffico di stupefacenti, estorsioni, cresciuti del 18,7%. E in controtendenza anche rispetto alla percezione di pericolosità avvertita, a sua volta in calo, tranne che per il timore di subire un furto nella propria abitazione"
Truffe e frodi informatiche, contraffazione e violazione della proprietà intellettuale, si legge nell'indagine, hanno registrato un aumento del 57,5%. In questa categoria, non associabile a condotte violente, rientrano però reati che arrecano danni soprattutto alle imprese: la loro diffusione, infatti, rischia di pregiudicare la tradizionale propensione dell'Italia all'imprenditorialità.
Leggi Tutto »Costa: Sono per il no alle trivelle e agli inceneritori
"Sono per il no alle trivelle, le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, intervenendo a un evento a Pescara con il candidato alla presidenza della Regione Abruzzo per il M5s alle elezioni del 10 febbraio prossimo, Sara Marcozzi. "Sono fermamente contro gli inceneritori. Volerli costruire è ideologia", ha aggiunto il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa. "Non è economico. Questa non è ideologia, ma economia verde, che è più conveniente di quell'altra economia. L'ho chiesto anche a Confindustria: sono rimasti tutti zitti. Non è ideologia essere contro i termovalorizzatori, ma l'esatto contrario"
"Se per costruire un inceneritore ci vogliono 7 anni e per arrivare all'ammortamento altri 20, vuol dire che quell'impianto va a regime dopo 27 anni". Così il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, spiegando la sua posizione -. E allora siccome abbiamo stabilito che entro dieci anni in questo Paese dobbiamo arrivare ad avere un residuo di rifiuti indifferenziati del 10%, mi chiedo cosa daremo da mangiare a questi termovalorizzatori".
Per quanto riguarda i fondi destinati alla bonifica del sito inquinato di Bussi sul Tirino, quella della mega discarica dei veleni della Montedison, "i soldi ci sono. Vorrei sapere chi ha messo in giro la corbelleria che i finanziamenti non ci sono più. Anzi, a giorni parte l'assegnazione. Sono rimasto basito alla lettura: abbiamo solo dovuto cambiare capitolo di spesa". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa . "Ho anche già firmato il mandato all'Avvocatura dello Stato per iniziare la causa civile verso chi ha inquinato, perché se leggete la sentenza, è vero che i reati penali sono prescritti, ma i danni civili restano: chi inquina, paga", ha chiarito il ministro.
Sulla discarica di Busssi "Ho gia' dato mandato di fare causa civile a Edison perche', al di la' della prescrizione ambientale, c'e' una responsabilita' civile. Il danno ambientale si misura non solo in termini penali, ma anche civili. La mia richiesta e' stata firmata e l'Avvocatura generale dello Stato ha gia' depositato gli atti. Chi inquina paga: non lo fara' in termini di diritto penale, ma lo fara' in termini di diritto civile". Cosi' il ministro dell'Ambiente Sergio Costa
Leggi Tutto »Istat, Italia sotto la media dell’eurozona per retribuzione oraria lorda
Nel 2016 l'Italia si e' collocata sotto la media dell'eurozona per la retribuzione oraria lorda. Lo ha reso noto l'Istat, informando che il costo del lavoro in senso stretto per ora effettivamente lavorata, riferito ai comparti Industria e Servizi, ad eccezione del settore dell'Amministrazione pubblica e difesa e Assicurazione sociale obbligatoria (sezione O dell'Ateco 2007) , e' stata di 26,07 euro nella Ue25 e di 27,99 nell'area dell'euro (AE-19). Tra i diversi Stati membri i differenziali sono risultati molto ampi, da 7,43 euro della Lituania a 40,22 euro della Danimarca. L'Italia ha registrato un costo del lavoro orario di 27,55 euro
In termini di composizione del costo del lavoro tra retribuzioni e contributi sociali, l'incidenza di questi ultimi e' stati pari al 21,1% nell'Ue25 e al 23% nell'area euro; anche in questo caso sono state riscontrate significative differenze tra gli Stati membri. L'incidenza degli oneri sociali e' risultata piu' alta in Francia (31,2%) e Svezia (30%), piu' bassa a Malta (6,9%) e in Danimarca (10,7%). Con una quota di contributi pari al 27,7%, l'Italia si e' posizionata a ridosso dei paesi a maggiore contribuzione. La retribuzione lorda oraria piu' bassa e' stata registrata in Lituania (5,32) e Ungheria (5,85), quella piu' alta in Danimarca (35,93) e Lussemburgo (33,85) mentre l'Italia (con 19,92 euro) si e' collocata sotto la retribuzione media relativa ai paesi dell'area euro
Leggi Tutto »Marsilio: Il 10 febbraio prossimo cacceremo il Pd all’opposizione per decenni
"Il 10 febbraio prossimo cacceremo il Pd all'opposizione per decenni". Lo ha detto il candidato presidente del centrodestra in Abruzzo Marco Marsilio durante il forum che si e' tenuto nella sede dell'agenzia di stampa ANSA di Pescara. "Scegliere quella data per il voto, in un clima difficile, e' l'ultimo dispetto del Pd e di D'Alfonso: prima hanno dovuto spicciare le faccende di casa propria. E' stato un attaccamento alla poltrona - ha proseguito Marsilio - Il ministro dell'Interno non poteva arrogarsi il diritto di rinviare le elezioni, e anche io ero contrario. Sarebbe stato un danno per l'Abruzzo prolungare l'agonia, una regione che non e' governata da un anno e mezzo, che ha proseguito a scartamento ridotto, e quindi ferma e commissariata, un danno che l'Abruzzo non si poteva permettere", ha spiegato ancora.
"A Roma ho posto il tema di fare dell'Abruzzo una priorita'" ha aggiunto il candidato presidente del Centrodestra per la Regione Abruzzo alle regionali del 10 febbraio prossimo, Marco Marsilio. "Ho l'impressione che dal sisma dell'Aquila in poi, e dai terremoti successivi, e' come se quell'attenzione dello Stato verso il terremoto e la ricostruzione avesse assorbito tutti i doveri dello Stato nei confronti dell'Abruzzo", ha sottolineato Marsilio. E ha aggiunto: "E' un fatto che i soldi destinati all'Abruzzo nello sviluppo e coesione siano molto inferiori al peso che l'Abruzzo ha nell'Italia del Centro sud. Abbiamo raccolto meno della meta' dei fondi e dell'attenzione necessaria. L'impegno e' questo. E la presenza dei leader nazionali che stanno calcando la scena in Abruzzo in questa campagna elettorale per me e' sempre un'occasione per richiamarli a quest'attenzione e sensibilita' e occasione preziosa per far prendere loro contatto con una realta' che giustamente molti possono non conoscere o non conoscere cosi' bene perche' vengono da altre zone". "Lo Stato deve tornare a occuparsi di tutto l'Abruzzo e non solo dell'emergenza che arriva dopo una calamita' o dopo una tragedia. Per questo vogliamo spendere anche la nostra esperienza al Parlamento e la nostra presenza per aprire una vertenza con Roma e con Bruxelles. Serve un Abruzzo piu' forte", ha concluso il candidato presidente di centrodestra per le regionali dell'Abruzzo.
''Riaprire gli ospedali? E' semplicistico dirlo. E' necessario pero' riorganizzare la rete. Una volta a Tocco da Casauria c'era un ospedale dove io da bambino mi sono operato alle tonsille e vi lascio immaginare le reazioni dei toccolani quando fu chiuso, ma oggi non mi sognerei mai di promettere la riapertura di quegli ospedali. Per certe specialita' sono gli stessi cittadini oggi ad essere coscienti che non ci puo' essere qualita' nei piccoli centri, le patologie complesse necessitano di centri ospedalieri evoluti. Ma sul territorio devono essere garantite le emergenze, i pronti soccorsi devono essere a portata di mano''. E' quanto pensa il candidato del centrodestra Marco Marsilio alle regionali in Abruzzo sul tema della sanita'. Marsilio durante il forum all'Ansa spiega anche che ''la razionalizzazione e' stata fatta male, con le stesse regole altrove si e' lavorato meglio e lo dimostra poi l'affollamento degli ospedali grandi dove la gente sta con le barelle nei corridoi dei pronto soccorsi, dove finiscono piu' utenze del possibile. Oppure la mobilita' passiva verso Molise o Marche, Roma. Riapriremo i reparti che servono, non tutti, perche' se no sarebbe un messaggio sbagliato. Immagino pero' che alcuni luoghi debbano essere ridisegnati, penso a Castel di Sangro e la traumatologia, visto che li' ci sono impianti di sci, per esempio''
Leggi Tutto »Elezioni regionali, Legnini: Il nostro programma è l’unico scritto in Abruzzo e dagli abruzzesi e non a Roma o a Milano
"Ieri abbiamo presentato il nostro programma. È l'unico scritto in Abruzzo e dagli abruzzesi e non a Roma o a Milano, seguendo le logiche di spartizione della destra o le strategie di grandi comunicatori dei cinque stelle". E' quanto dichiara sui social network il candidato presidente alla Regione Abruzzo, Giovanni Legnini, a proposito della presentazione del programma di governo avvenuta ieri nel Teatro Comunale dell'Aquila.
ABRUZZO. Una storia da scrivere insieme #IOSTOCONLEGNINI
COSTRUIRE UNA REGIONE AUTOREVOLE:
I PRINCIPI E I VALORI CHE CI ISPIRANO
I principi e i valori che ci uniscono sono quelli scolpiti nella Costituzione repubblicana, nei trattati istitutivi e nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, nello Statuto della nostra Regione: Dignità umana, libertà, uguaglianza, solidarietà, stato di diritto, pace e rispetto dei diritti umani per tutti.
Un progetto politico nuovo, frutto dell’alleanza tra le culture liberale, cattolica, progressista e di sinistra democratica. Un nuovo campo repubblicano e democratico animato dalla società civile, da forze politiche di centrosinistra, da gruppi e persone che si richiamano alle grandi tradizioni liberale, moderata e di centrodestra. Un laboratorio politico che assume l’impegno al rispetto dei valori della democrazia rappresentativa, della collegialità e della partecipazione che contrasti estremismi e semplificazioni demagogiche.
Vogliamo promuovere la coesione economica, sociale e territoriale, la crescita sostenibile, il lavoro, la formazione e l’inclusione sociale, la cultura, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente naturale. Bisogna prendersi cura delle persone e rendere effettivo il diritto alla salute e all’assistenza, promuovere i valori della famiglia e contrastare le discriminazioni fondate sul sesso, la razza, la religione, la disabilità, l’orientamento sessuale.
Una Regione autorevole, con strutture amministrative efficienti, qualità della legislazione, semplificazione amministrativa: c’è bisogno di riforme incisive per coniugare un orientamento strategico unitario con il principio della prossimità territoriale.
Vogliamo accrescere la fiducia dei cittadini abruzzesi verso l’istituzione regionale, avvicinandola ai bisogni di ognuno e alle esigenze dei territori.
UNA COMUNITÀ
Vogliamo una comunità coesa, sicura e capace di includere tutti coloro che nascono, vivono, lavorano in Abruzzo, valorizzando le aree interne. Nessuno deve restare indietro. Vogliamo combattere le povertà sociali, culturali ed economiche.
Vogliamo creare le condizioni per trasformare le disabilità in abilità complementari. Vogliamo garantire pari opportunità per valorizzare tutte le risorse della Regione. Vogliamo incentivare il volontariato: “io ho quel che ho donato” (Gabriele D’Annunzio).
SOSTENIBILE
L’Abruzzo è la Regione Verde d’Europa ed è anche una delle aree più densamente industrializzate d’Italia, dove un’impresa su cinque investe in green economy. Questa vocazione all’innovazione nella sostenibilità, sancita dalla Carta di Pescara, ha rilevanti ricadute di investimenti e occupazione, e va incentivata. Ambiente pulito, bonifica dagli inquinamenti, tutela dell’acqua pubblica, efficienza del ciclo dei rifiuti, energia rinnovabile ed esclusione di nuove trivellazioni, contrasto al dissesto, manutenzione del territorio, valorizzazione delle aree protette sono i nostri obiettivi fondamentali.
Intendiamo fare dell’Abruzzo un modello di riferimento per il contrasto al cambiamento climatico.
AL LAVORO
La priorità assoluta del nostro Programma è il Lavoro: creare nuove opportunità per i giovani e tutelare il lavoro che c’è. Ci muoveremo su tre direttrici: con le politiche attive del lavoro, per garantire l’acquisizione di nuove competenze che permettano alle persone di adeguarsi alle continue evoluzioni del mondo del lavoro; vogliamo sostenere la nascita di imprese innovative e stimolare nuove forme di imprenditorialità per alimentare uno sviluppo durevole e creare posti di lavoro stabili; vogliamo innalzare i livelli di sicurezza sociale a fronte di sempre più frequenti forme di flessibilità lavorativa.
La stabilizzazione dei posti di lavoro precario sarà un nostro impegno assoluto, ad iniziare dalle strutture amministrative regionali.
IN SALUTE
Il diritto alla salute dovrà essere uguale per tutti, per chi vive in montagna, in collina o sulla costa, nelle aree urbane e nei piccoli comuni. L’obiettivo è garantire eccellenza e prossimità dei servizi e delle prestazioni, valorizzando il ruolo dei professionisti della sanità e investendo in innovazione tecnologica e digitale. Vogliamo innalzare il livello di assistenza in favore dei deboli e degli esclusi e privilegiare il ricorso alle cure domiciliari. La riorganizzazione dei piccoli ospedali e la valorizzazione dei medici di famiglia, della medicina di territorio e della rete delle farmacie contribuiranno ad abbattere le liste di attesa
ABRUZZO REGIONE DELLA CONOSCENZA
Vogliamo potenziare e mettere a rete il sistema della ricerca regionale, collegandolo alla scuola, all’università e all’industria più innovativa. La formazione dei nostri giovani è un investimento sul futuro della Regione: riduzione dei tassi di abbandono scolastico, miglioramento dei percorsi formativi, strumenti innovativi e nuovi metodi didattici per un'efficace acquisizione delle conoscenze e delle competenze sono punti centrali del nostro programma. Le realtà di eccellenza sul nostro territorio vanno promosse e sostenute, incentivando il trasferimento tecnologico e la crescita dell’intera comunità, dalla scuola alla formazione nel lavoro, dall’università alla ricerca.
INDUSTRIA
L’Abruzzo è la seconda regione italiana per presenza di multinazionali e come peso dei suoi occupati in rapporto alla popolazione residente; la quinta regione per capacità di esportazione e la settimana più industrializzata. Vogliamo assecondare questa vocazione, sostenendo tutte le tipologie di impresa innovative e sostenibili; piccole, medie e grandi. Saremo al fianco di chi genera nuovi posti di lavoro e promuoveremo l'industria abruzzese nel mondo, per attrarre nuovi investitori.
AGRICOLTURA
Sostenere la crescita qualitativa delle produzioni agricole regionali, esaltandone i tratti identitari, facendo delle imprese agricole il primo presidio del territorio, della sua manutenzione e della difesa della biodiversità. Incentivare l’insediamento di giovani agricoltori e potenziare le filiere, promuovere l’associazionismo e la cooperazione, favorire la multifunzionalità e le attività connesse al turismo. Affrontare con decisione il problema del proliferare dei cinghiali e altri selvatici e dei danni connessi. Ridurre drasticamente la burocrazia e il tempo che gli imprenditori agricoli sono costretti a perdere per dedicarsi alla carta anziché alle loro produzioni di eccellenza.
TURISMO E CULTURA
L’Abruzzo ha un patrimonio ambientale e naturale che costituisce l’80% della biodiversità europea, un’offerta enogastronomica di eccellenza, un’accessibilità economica alla vacanza, una ricchezza culturale di rilievo. È necessario rafforzare la consapevolezza e la capacità di attrazione dell’identità regionale, migliorare e incrementare la ricettività, dare visibilità all’ampiezza dell’offerta turistica, dalle coste alla montagna, dalle città d’arte ai borghi, coniugando turismo esperienziale, accoglienza, mobilità sostenibile, cultura ed enogastronomia.
RICOSTRUZIONI
L’Abruzzo è stato gravemente ferito da due terremoti negli ultimi dieci anni. Non sono state colpite solo le strutture fisiche: è gran parte del sistema sociale ed economico delle aree interne ad aver subito lacerazioni che vanno ricucite. Ogni ulteriore ritardo non è più tollerabile: bisogna pretendere tempi certi per l’erogazione dei fondi e stimolare costantemente gli uffici per velocizzare le pratiche. La ricostruzione completa, sicura e in tempi ragionevoli sarà l’assillo del nuovo Governo regionale.
Risarcire famiglie, imprese e territori è un dovere della Repubblica.
I DIRITTI DI MOBILITÅ PER I CITTADINI E LE IMPRESE
Vogliamo portare l’Abruzzo nel cuore dell’Europa con un sistema reticolare di collegamenti stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali che possano far viaggiare cittadini e trasportare merci con efficienza ed economicità, nel rispetto dell’ambiente. Vogliamo garantire a tutti i cittadini il diritto alla prossimità offrendo infrastrutture sicure ed accessibili. La nostra deve essere la Regione delle infrastrutture sicure, sostenibili e dell’intermodalità. Bisogna battersi per garantire sicurezza e manutenzione delle autostrade A24 e A25 con un piano economico finanziario che assicuri tariffe eque e sostenibili.
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