Primo Piano

Rapporto Cresa, il sistema manifatturiero rafforza i segnali di ripresa

 “Il sistema manifatturiero rafforza i segnali di ripresa già mostrati nel corso del 2017, - osserva il Presidente del CRESA Lorenzo Santilli – mostrando di essere in grado di rispondere alle sfide che un mercato sempre più competitivo impone”. “Il focus sulla Maturità Digitale, - afferma il Presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone – dimostra la necessità di interventi concreti per modernizzare le nostre imprese e per adeguare l’impianto istituzionale ed amministrativo, la rete infrastrutturale materiale ed immateriale ed il sistema formativo. Confindustria Abruzzo, anche attraverso l’ormai costituito Digital Innovation Hub Abruzzo, Match 4.0, sta già operando per fornire al sistema delle imprese gli indispensabili supporti tecnici volti ad aumentare quella propensione delle PMI alla necessaria innovazione del modello organizzativo, con l’introduzione di processi digitali, e per guardare con maggior fiducia alle sfide imposte dai cambiamenti dei prossimi anni”

Il sistema manifatturiero regionale conferma un andamento decisamente migliore della media nazionale con valori per tutti gli indicatori economici, compresi quelli delle performance sul mercato estero, positivi. Nel confronto con il 2017, il 2018 fa registrare diffusi aumenti intorno al 3% dei principali indicatori; la produzione mette a segno un +3,3%, il fatturato un +3,4%, l’export un +3,1% e gli ordini esteri un +3,6%, più debole la crescita degli ordini interni (+0,5%) e dell’occupazione (+2,2%). Relativamente alla dimensione in termini di numero di occupati, le piccole imprese (10-49 addetti) riportano per tutti gli indicatori valori positivi e nel caso della produzione, del fatturato, degli ordini interni e dell’occupazione superiori alla media regionale. Più critica la situazione sul fronte dei mercati internazionali con incrementi di export e fatturato estero intorno all’1%. Sono le medie imprese (50-249 addetti) a mettere a segno nel complesso i peggiori risultati con una crescita strutturale degli indicatori inferiore alla media regionale. La produzione segna un incremento del +2,1%, il fatturato del +1,5%, l’export del +0,5%, gli ordini interni del +0,4% e quelli esteri del +0,7%. Migliore l’andamento dell’occupazione che segna un incremento del +2,1%, allineato a quello delle grandi industrie e lievemente inferiore alla media regionale. Più incoraggianti le performance delle grandi imprese (250 addetti e più) sui mercati internazionali con incrementi degli indicatori che sfiorano (export: +4,8%) e superano (ordini esteri: +5,8%) il 5%. Allineati alla media regionale le variazioni di produzione, fatturato e occupazione, mentre una certa debolezza si osserva riguardo la tenuta sul mercato nazionale (ordini interni: -0,5%).

Sotto il profilo provinciale, si rileva che Pescara continua a mostrare le migliori performance, con variazioni intorno al 9% di produzione, fatturato e ordini interni e di quasi di quasi il 5% dell’occupazione. Essa evidenzia qualche difficoltà sul fronte della competitività internazionale con un lieve decremento dell’export (-0,1%) e un lieve incremento degli ordini esteri (+1,1%). Segue Chieti con variazioni intorno al 4-5% di produzione, fatturato totale ed estero e ordini esteri, un incremento intorno al 2% dell’occupazione e una lieve contrazione del portafoglio ordini interni. Teramo, presenta, ad eccezione dell’occupazione, variazioni inferiori alla media regionale e qualche criticità sotto il profilo delle performance con l’estero. Fanalino di coda tra le provincie è L’Aquila con ripetute anche se lievi diminuzioni dei valori dei principali indicatori. Il clima di opinione regionale, misurato in termini di saldi percentuali tra le risposte con indicazioni di aumento e risposte con indicazioni di diminuzione, è positivo con aspettative a sei mesi di incrementi che prevalgono sulle previsioni di contrazioni. Più cauto l’ottimismo sul fronte dell’occupazione

La pubblicazione dei risultati della congiuntura manifatturiera relativa al 2018 conferma l’operatività ed efficacia della collaborazione tra Confindustria Abruzzo e CRESA sancita dall’accordo nel luglio 2017. L’intervista oggetto del presente studio, rivolta a 201 aziende manifatturiere con almeno 10 addetti, è stata realizzata dal Centro Studi di Confindustria Abruzzo e i dati sono stati elaborati e commentati dal CRESA.

L’intervista è stata condotta su un campione utile di 185 imprese con almeno 10 addetti aventi sede nella regione Abruzzo. I risultati, che confermano gli scoraggianti risultati delle precedenti indagini, indicano che meno della metà delle industrie intervistate (48,6%) ha introdotto processi digitali al suo interno. A dimostrazione della scarsa propensione delle aziende regionali ad innovare il proprio modello organizzativo si rileva che del 51,4% di imprese che non hanno adottato processi digitali, la stragrande maggioranza (91,4%) non lo ha fatto per mancanza di interesse e solo il 7,5% ha addotto quale motivazione la carenza di risorse umane o finanziarie. Le imprese non interessate alla digitalizzazione sono nella maggior parte dei casi operanti in settori tradizionali quali l’alimentari, il tessile e abbigliamento, il legno e mobili e poi, via via scendendo, la metalmeccanica, i minerali non metalliferi, l’elettronica, la chimico-farmaceutica e i mezzi di trasporto. Le imprese mostrano, quindi, di essere fortemente influenzate nel processo verso la digitalizzazione dal settore di appartenenza e sono quindi più attive in quei comparti in cui più forte è il peso della tecnologia. Altro fattore che mostra di influenzare fortemente il grado di digitalizzazione è la dimensione aziendale, con il 100% delle grandi imprese (da 250 addetti in su) intervistate ben avviate, il 58,8% delle medie (da 50 a 249 addetti) e il 46,3% delle piccole (da 10 a 49 addetti). Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio regionale, Chieti è la provincia nella quale la concentrazione di aziende digitalizzate è massima, L’Aquila quella in cui è minima. La rilevanza percepita della digitalizzazione aumenta nel complesso all’aumentare della dimensione aziendale. 3 delle 4 grandi imprese partecipanti all’indagine (75%) dichiarano che essa è mediamente importante, la restante industria le attribuisce un’importanza elevata. È tra le piccole imprese prevalente l’opinione che la digitalizzazione non sia importante (55,6%), nel loro ambito solo poco meno di 14 su 100 la valutano come assai rilevante (sono tutte organizzazioni che hanno avviato il processo di digitalizzazione). Passando ad esaminare quali sono le aree nelle quali le imprese hanno introdotto la digitalizzazione dei processi, si osserva che più della metà lo ha fatto nella produzione, il 26% nella progettazione, il 9% negli acquisti, l’8% nella logistica e il 2% nella qualità. Le grandi imprese del campione mostrano di essere nel complesso completamente digitalizzate; le piccole e medie imprese lo sono principalmente nelle funzioni della progettazione/ingegneria e della produzione. Per quanto riguarda le funzioni chiave, discriminanti nei processi digitali, tra le aziende digitalizzate sono più numerose quelle che hanno digitalizzato i processi di gestione del personale (30,7%), seguono le aziende (29,5%) che hanno indicato di non aver avviato alcuno dei parametri chiave. Sono aziende che per lo più hanno digitalizzato la sola funzione di produzione, o quella degli acquisti (senza piattaforme integrate con i fornitori) o di logistica interna. Tra il 10% e il 16 % delle aziende intervistate ha dichiarato di avere una funzione IT, marketing o piattaforme integrate con i fornitori e solo l’1,1% di essere in possesso di una certificazione di cyber security. Il 61,4% delle imprese digitalizzate è dotata di Manager IT interno (52,3%) o esterno (9,1%), l’8% di esperto digitale di produzione, l’1,1% di R&D interna e il 29,5% non presenta competenze digitali ad hoc. Delle imprese non digitalizzate, invece, il 97,9% non ha alcuna competenza digitale specifica e solo il 2,1% ha un manager IT. Il 68% delle imprese non ha intenzione di effettuare investimenti digitali nel prossimo futuro. Nel loro ambito il 71% non è dotata di processi digitali e, pertanto, non è interessata ad essi. Esiste un 16,8% delle aziende del campione che ha intenzione di lavorare in futuro sull’organizzazione aziendale, un 4,9% sulla formazione e aggiornamento delle risorse umane, un 3,8% sul marketing e sui macchinari di produzione interconnessi, un 2,2% sulla cyber security e un 1,1% sulla manutenzione predittiva. Per quanto riguarda, infine, gli enti dell’ecosistema per la trasformazione digitale conosciuti dalle imprese facenti parte del campione, si rileva che il gruppo più numeroso (21,1%) è costituito dalle imprese che non ne conoscono alcuno, seguono quelli che conoscono i centri di competenza (18,9%), i centri di trasferimento tecnologico (16,8%) il Digital Innovation Hub (13,5%) e gli enti di ricerca (12,4%). Riportano percentuali inferiori al 10% i PID del Sistema Camerale (8,1%), i dipartimenti universitari (4,9%) e altri enti non meglio specificati (4,3%).

 

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Turismo, i dati di Confartigianato bocciano l’Abruzzo

Superano i 6 milioni le presenze turistiche in Abruzzo, nel corso dell'anno 2018, con un'incidenza sul valore complessivo nazionale pari all'1,5%. Ampio il distacco dalle prime tre regioni italiani, che oltrepassano i 40 milioni di presenze: medaglia d'oro al Veneto (con 69.229.094 presenze e un'incidenza del 16,1%), a seguire la Toscana (11,1% e 47.618.085 presenze) e al terzo posto l'Emilia Romagna (9,5% e 40.647.799 presenze). Sono i dati non troppo incoraggianti emersi dalla ricerca dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, basata su dati Istat, che ha l'obiettivo di fotografare il trend del turismo nei territori italiani e l'andamento dell'artigianato in relazione alla domanda turistica, con uno speciale focus sui viaggi prenotati via internet.

«Sono oltre il 50% gli stranieri che visitano il Belpaese, ma a quanto pare la loro scelta non tende a privilegiare l'Abruzzo: solo il 13,7% del totale nazionale trascorre le vacanze nella regione verde d'Europa, mentre gli stranieri superano i due terzi nella Provincia Autonoma di Bolzano (69%) e in Veneto (67,7%), e oltrepassano la metà in Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Sardegna e Sicilia» si legge nel comunicato. «Rispetto al 2017, ad ogni modo, l'Abruzzo registra un lieve margine di crescita, con il turismo che lievita del 2,3%, ma appena dello 0,3% per quanto concerne le presenze straniere. Un dato, quest'ultimo, decisamente più modesto rispetto a regioni come Basilicata, Umbria, Campania e Puglia, dove la presenza di turisti provenienti dall'estero è aumentata di circa il doppio rispetto alla media nazionale, che è pari al +2,8%».

«A livello territoriale, sebbene negli ultimi anni si sia assistito ad un forte aumento delle prenotazioni online dei viaggi, l'elaborazione del Centro Studi piazza l'Abruzzo agli ultimi posti tra le regioni interessate dal fenomeno, superato anche dal Molise. In particolare, in regioni come Lombardia (25,7%), Toscana (25,7%) e Umbria (25,4%), più di un utente su quattro utilizza appositi siti e App, come ad esempio Airbnb, per trovare un alloggio contattando direttamente un privato, mentre in Abruzzo la percentuale è del 15,9 %. Se una comparazione su scala europea registra un tasso di utilizzo di queste piattaforme, in Italia, in linea con la media UE, l'Abruzzo non rispecchia il trend nazionale: l'Italia, nel 2018, si attesta a quota 46% e registra, rispetto al 2014, un aumento più che doppio degli spostamenti fuori dal comune di residenza con almeno un pernottamento, organizzati con prenotazione via internet (dal 14,8% del 2014 si passa al 31,8% del 2018). Un altro aspetto messo in luce dal Centro Studi, frutto dell'elaborazione di dati Unioncamere-InfoCamere, è che il peso dell'artigianato, potenzialmente interessato da attività turistiche, fa precipitare l'Abruzzo al penultimo posto, davanti solo al Molise, con una diminuzione del 2,7% nel primo trimestre del 2019 rispetto al 2018» si spiega ancora nella nota.

 "Purtroppo, ancora una volta, i dati confermano la diagnosi compiuta da Confartigianato Abruzzo –commentano il presidente e il segretario dell'Associazione artigiana, Giancarlo Di Blasio e Daniele Di Marzio - che ha sempre sottolineato la necessità, per il nostro territorio, di mettere in campo politiche di sviluppo del turismo e che ha richiesto a tutti i governi regionali, succedutisi nel tempo, la promozione di iniziative di rilancio, a partire dalla cura dell'ambiente e dalle agevolazioni agli operatori turistici – proseguono Di Blasio e Di Marzio-. E' triste dover constatare che l'Abruzzo fa flop, nel comparto del turismo, ormai da molti anni ed è dunque tempo che la nostra regione attui un deciso cambio di rotta, in modo da evitare che l'economia dei nostri territori vada a picco".

Le precisazioni successive

Confartigianato Imprese Abruzzo prende atto delle tante reazioni rispetto alla diffusione dei dati elaborati dal Centro Studi nazionale della nostra Confederazione in merito all'andamento del turismo in Italia e in particolare nella nostra regione.

«Nessuno nega che negli anni, in Abruzzo, siano stati compiuti dei passi avanti, ma al tempo stesso abbiamo ritenuto opportuno fornire un contributo che fungesse da stimolo, a tutti i soggetti coinvolti, affinché si raddoppino gli sforzi, nell'interesse comune di tutte le categorie che formano il tessuto produttivo della regione.

Teniamo a precisare, essendo i dati al centro dello studio riferiti al 2018, che le nostre considerazioni non intendevano in nessun modo porre sotto accusa l'operato della nuova amministrazione regionale, che si è insediata da pochi mesi e che dunque non ha ancora avuto il tempo per incidere a fondo sulle politiche del turismo. Inoltre registriamo, con soddisfazione e fiducia, le dichiarazioni di autorevoli esponenti della giunta regionale in merito all'impegno che la nuova amministrazione regionale sta profondendo per invertire la rotta.

Infine teniamo a rassicurare alcune associazioni di categoria, che hanno percepito il nostro studio come una indebita invasione di campo, che il nostro intento non era in alcun modo quello di oscurare o criticare il loro lavoro. Rilanciamo l'invito ad intensificare la collaborazione tra le varie realtà che rappresentano il tessuto produttivo abruzzese, ma teniamo anche a sottolineare che il comparto del turismo non rappresenta una prerogativa esclusiva degli albergatori, che pure rivestono un ruolo di primo piano nell'ambito del settore: il turismo, con il suo vasto indotto, è uno dei principali motori dell'economia abruzzese, autentico volano per lo sviluppo delle nostre aziende artigiane e non solo, e come tale è patrimonio dell'intera comunità abruzzese».  

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Alitalia, il gruppo Toto presenta un’offerta

Il dossier Alitalia sembra essere arrivato alla svolta decisiva. Sono giunte entro i termini le manifestazioni di interesse a Mediobanca da parte di Atlantia, del gruppo Toto, dell'azionista di maggioranza della compagnia colombiana Avianca, German Efromovich, e del presidente della Lazio, Claudio Lotito. Le quattro proposte verranno valutate dal Cda di Ferrovie dello Stato (di cui Mediobanca è advisor) convocato per domani. Poi spetterà al ministero dello Sviluppo economico e ai commissari vagliare le diverse offerte. Il compito di Mediobanca sarà quello di valutare la sostenibilità delle proposte sul piano finanziario. Una volta formate le cordate, i soci dovranno mettere a punto la governance della nuova società e il piano industriale. Al termine di questo processo, i soci dovranno formulare offerte vincolanti.

"Ci sono tutti i margini per decidere il consorzio e rilanciare definitivamente Alitalia. Le numerose offerte arrivate dimostrano la bontà dell'operazione di mercato", hanno commentato fonti del ministero dello Sviluppo economico. E per il ministro Luigi Di Maio le offerte sono "una buona notizia. Ci sono più possibilità di scelta. Come ho assicurato, lunedì 15 luglio si chiudono i termini per la formazione del consorzio di imprese che dovrà rilanciare la nuova Alitalia. Domani è una giornata importante, perché il consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato dovrà scegliere il partner (o i partner) con cui iniziare il percorso per la nuova Alitalia. Auspico che si scelga tra le offerte più ambiziose e non tra quelle più conservative".

In un lungo post su Facebook, Di Maio ha commentato le offerte giunte per la compagnia aerea auspicando di essere "l'ultimo ministro che si occupa di Alitalia. Torniamo a farla volare in tutto il mondo, a testa alta. [...] Entro domani si dovrà scegliere tra le offerte pervenute e mettersi al lavoro per avviare il confronto con i dipendenti per chiudere l'accordo sindacale", ha concluso il ministro.

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Cgia, i finanziamenti alle piccole imprese sono scesi del 2,3 per cento

Anche nel mese di marzo di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2018, i finanziamenti bancari alle piccole imprese sono scesi del 2,3%: un trend negativo che per queste realta' aziendali dura ormai da sette anni. Ad affermarlo la Cgia di Mestre che rileva come "dal 2012, come sottolinea la Banca d'Italia nella sua ultima Relazione annuale, il volume dei prestiti alle aziende con meno di 20 addetti e' sceso costantemente. Un risultato che solo in parte e' riconducibile alla qualita' della domanda e al livello di rischiosita' di questi soggetti. Anche a parita' di rischio, infatti, i tassi di interesse applicati alle imprese minori sono in media superiori di 300 punti base di quelli pretesi alle aziende di grandi dimensioni. Diversamente, si sono pressoche' annullate le differenze tra gli interessi richiesti alle micro aziende maggiormente vulnerabili rispetto a quelle affidabili".

"Quando una micro impresa si rivolge ad una banca per ottenere un finanziamento - sottolinea il segretario della Cgia Renato Mason -, nella stragrande maggioranza dei casi quest'ultimo ha una dimensione economica molto contenuta. Se in prima battuta sembra una richiesta facilmente solvibile, successivamente si scopre che per redigere l'istruttoria ed erogare il prestito gli istituti di credito devono assumersi dei costi fissi molto elevati, che riducono al minimo i margini di profitto di questa operazione. Questa e' la ragione che ha spinto molte banche, soprattutto di livello nazionale, a chiudere i rubinetti del credito alle micro aziende. E senza liquidita', molti artigiani e altrettanti piccoli imprenditori si sono trovati in gravi difficolta'". Secondo l'Ufficio studi della Cgia, inoltre, non e' da escludere che a seguito della significativa diminuzione dell'offerta di credito avvenuta in questi ultimi anni, molti piccoli imprenditori, soprattutto al Nord, siano finiti tra le braccia delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Realta', queste ultime, sempre molto disponibili a "soccorrere" chi si trova a corto di liquidita'. Un problema che sta assillando, in particolar modo - per laCgia -, le attivita' del comparto casa (edili, dipintori, elettricisti, idraulici, installatori impianti, serramentisti, etc.), che, con l'entrata in vigore del "Decreto crescita", rischiano di subire un ulteriore danno economico. 

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Maltempo a Pescara, Seccia: ecco le procedure per la richiesta di rimborsi

L'assessore comunale di Pescara, Eugenio Seccia, ha illustrato le procedure per le richieste di rimborso dei danni al patrimonio edilizio e alle attività economiche e
produttive e al patrimonio pubblico conseguenti il maltempo. I rimborsi possono presentare apposita istanza attraverso i moduli messi a disposizione sul portale dell’Ente a questo link:

https://www.comune.pescara.it/internet/index.php?codice=119&IDbando=550

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Maltempo, la Regione Abruzzo chiederà lo stato di calamità

Il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, ha partecipato alla riunione tecnica del Centro operativo comunale (Coc) di Pescara, che si è svolta nella sede del Municipio, e convocata dopo gli eventi calamitosi che ieri hanno provocato ingenti danni soprattutto ai Comuni della costa adriatica. Erano presenti anche il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, l'assessore alla sanità Nicoletta Verì e il parlamentare abruzzese Giuseppe Bellachioma. Ai lavori della riunione sono stati invitati anche i sindaci dei Comuni che hanno attivato il Coc, i presidenti delle province, i tecnici regionali della Protezione civile e del Dipartimento regionale governo del territorio. "Si è trattato di un evento eccezionale per il quale abbiamo preannunciato al Governo nazionale la richiesta dello stato di emergenza per riconoscere i danni generati dal maltempo - ha esordito il presidente Marco Marsilio -. Con i sindaci e i presidenti delle quattro province stiamo lavorando in queste ore per comporre una prima stima dei danni che interessano il patrimonio pubblico e privato, l'agricoltura e le attività produttive. Siamo convinti che il Governo riconoscerà l'eccezionalità dell'evento calamitoso. Vigileremo, poi, affinché i fondi siano erogati con celerità, senza ripetere l'esperienza del gennaio 2017, i cui indennizzi sono stati accreditati dopo due anni". Il presidente Marco Marsilio, poi, coinvolgerà anche le altre regioni adriatiche colpite dal maltempo, dall'Emilia Romagna alla Puglia. "Il fronte è ampio - ha osservato il presidente - e questo testimonia la pesantezza, la gravità e l'eccezionalità dell'evento che non è stato localizzato solo in un punto, bensì interessa un territorio molto vasto della penisola. Il maltempo ha lasciato danni ovunque. Credo che il Governo non avrà difficoltà a riconoscere lo stato di emergenza. Sarei meravigliato del contrario". 

Alla luce del violento nubifragio che si è abbattuto ieri sul litorale abruzzese, in giornata saranno condotte verifiche su tutti presidi ospedalieri della costa. Lo ha assicurato l'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, che, questa mattina, ha partecipato alla riunione tecnica che si è svolta, a Pescara, in Comune.

Ieri, l'assessore Verì, in particolare, ha seguito da vicino la situazione relativa alla funzionalità dell'ospedale Santo Spirito di Pescara.

"Ad un certo punto, alla luce dell'intensificarsi dei fenomeni atmosferici, – ha affermato l'assessore – per ragioni di sicurezza, si è deciso di interrompere tutte le attività chirurgiche. Tuttavia, la situazione è fortunatamente rientrata e le  attività in sala operatoria sono riprese dopo poco tempo. Nel frattempo, - ha aggiunto – ho partecipato personalmente all'ispezione di tutta l'area riservata ai parcheggi dei dipendenti della Asl di Pescara, completamente invasa dall'acqua. Si temeva che potesse esserci qualcuno all'interno delle autovetture - ha proseguito - ma, per fortuna, l'ispezione ha dato esito negativo e così ci si è potuti dedicare alla gestione della mobilità dei dipendenti dell'ospedale".

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L’abruzzese Giulio Ciccone in maglia gialla al Tour de France

Un italiano in maglia gialla al 106/o Tour de France: e' l'abruzzese Giulio Ciccone che oggi, nella 6/a tappa, da Mulhouse a La Plance des Belles filles, lunga 160,5 chilometri, si e' piazzato secondo, a 11" dal vincitore Dylan Teuns

Giulio Ciccone, all'ultimo Giro d'Italia, ha conquistato la classifica degli scalatori (maglia azzurra), vincendo a Ponte di Legno (Brescia) la tappa - decapitata del Passo Gavia - che prevedeva l'ascesa sul Mortirolo (Montagna Pantani). L'abruzzese in maglia gialla adesso precede di 6" l'ex leader Julian Alaphilippe e di 32" il belga Dylan Teuns, oggi vittorioso a La Plance des Belles filles. Nella generale il gallese Geraint e' a 49" dalla vetta, il colombiano Egan Bernal a 53"

 

fonte immagine: twitter

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Muore dopo una lite per la viabilita’ a Pescara

Un uomo e' morto poco fa a Pescara al culmine di una lite scoppiata, stando alle prime informazioni, per questioni di viabilità. La vittima e' Tiziano Paolucci, 56 anni, che era in macchina con la moglie e la figlia, lungo via della Pineta a Pescara. Secondo una prima ricostruzione, avrebbe suonato il clacson quando una macchina nel fare retromarcia lo stava per urtare. Il conducente dell'altra vettura, sarebbe quindi sceso: ci sarebbe stata una discussione, poi si sarebbe arrivati alle mani. Paolucci sarebbe quindi risalito in auto, per poi fermare la macchina dopo pochi metri, scendere dal mezzo e cadere a terra. Il corpo del 56enne presenterebbe una ferita lacerocontusa alla testa. Il cadavere dell'uomo e' ancora sul posto, per i rilievi del caso. Poi sara' trasferita in obitorio a disposizione dell'autorita' giudiziaria. L'eventuale esame autoptico chiarira' se alla base del decesso c'e' un malore cardiaco o se sia stata proprio la caduta a provocare la morte. 

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Grandinata eccezionale, a Pescara si contano i danni

Passata l'ondata di maltempo che ieri in tarda mattinata ha duramente colpito Pescara, provocando danni, feriti e allagamenti in numerose zone della citta'. Si contano ora i danni della violentissima grandinata e del violento nubifragio: strade rotte, disagi alla viabilita', tetti e auto danneggiate, finestre spaccate, parabrezza e vetri infranti. In due parcheggi, che si sono allagati, sono dovuti intervenire i sommozzatori, nel timore che qualcuno si trovasse nelle auto: si tratta del parcheggio dell'ospedale e di quello interrato di via Ferrari. Il sopralluogo del Nucleo subacquei dei carabinieri di Pescara nel parcheggio dell'ospedale ha dato esito negativo. Nel parcheggio di via Ferrari, ampio circa 3 mila metri quadrati, le attivita' di svuotamento dell'acqua e di verifica sono ancora in corso. All'ospedale di Pescara ieri l'acqua ha invaso il piano terra della struttura ed e' stato necessario fermare l'attivita' delle sale operatorie, poi riaperte dopo circa due ore di stop. Sempre ieri, e' tornata operativa la farmacia, la cui attivita' era stata sospesa a causa degli allagamenti. Le cucine, dopo la sanificazione, riprenderanno la regolare attivita' oggi. In azione, oltre al personale comunale e delle forze dell'ordine e del soccorso, anche 15 associazioni di volontariato territoriali (8 associazioni regionali e 7 comunali) coordinate dal Centro operativo comunale. Questa mattina, alle 8.30, il sindaco del capoluogo adriatico, Carlo Masci, incontrera' il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, per concordare le iniziative necessarie atte ad avviare una interlocuzione con il governo centrale per il riconoscimento dello stato di calamita'. Intanto, ieri il governatore Marsilio, ha scritto alla presidenza del Consiglio dei ministri e al capo dipartimento della protezione civile al fine di valutare una successiva richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. 

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Casa, prezzi fermi nel primo semestre

Il mercato immobiliare in Italia è entrato nella fase di stallo del classico ciclo, quella che precede la risalita dei costi delle abitazioni. L'Osservatorio di Immobiliare.it, relativo all'andamento dei prezzi medi richiesti nel primo semestre del 2019 per le case in vendita, ha infatti rilevato oscillazioni minime dei valori immobiliari: a livello nazionale, la media di 1.879 euro al metro quadro è frutto di un calo di appena lo 0,2%. La fase di stallo dei prezzi coinvolge ormai tutte le aree del Paese, con percentuali di variazione dei prezzi sempre prossime allo zero. L'unica che arriva all'1% in negativo è quella rilevata al Sud, dove nel corso dei primi sei mesi dell'anno i costi sono scesi a 1.552 euro/mq. Al Centro il prezzo medio si conferma essere il più caro in assoluto, con 2.234 euro al metro quadro, frutto di un calo semestrale dello 0,7%. Solo il Nord registra valori in crescita, seppur di appena lo 0,5% che porta il costo medio delle abitazioni a 1.926 euro/mq. Anche guardando alla suddivisione fra grandi e piccoli centri, il trend emergente rimane quello di una sostanziale stabilità dei prezzi: nelle città con più di 250mila abitanti i costi sono aumentati dello 0,4% in sei mesi, in quelli minori l'oscillazione è in territorio negativo dello 0,6%. Ciò che rimane differente è il prezzo medio rilevato con le grandi città che superano i 2.500 euro al metro quadro e le piccole che si fermano appena sopra i 1.600 euro. 

A seguito di un aumento semestrale del 2,8%, si conferma Firenze la città italiana più cara per gli acquisti immobiliari: qui il prezzo medio richiesto a giugno 2019 è stato pari a 3.810 euro al metro quadro. La seconda rimane Milano, città della crescita record per il primo semestre dell'anno, con un incremento dei valori pari al 4,3%, che portano i costi a una media di 3.466 euro/mq. Roma mantiene il terzo posto ma nella Capitale i valori registrano oscillazioni negative, minime a livello semestrale (-0,8%) ma più importanti su base annuale. I prezzi richiesti a Roma a giugno 2019 sono scesi infatti del 2% rispetto a quelli dello stesso mese dell'anno scorso, attestandosi su una media di 3.148 euro/mq. Il primo semestre dell'anno ha visto crescere del 3,4% i prezzi medi di Cagliari mentre sembra rallentare ma senza arrestarsi la crescita di Bologna, dove in sei mesi i costi delle abitazioni sono aumentati dell'1,2%, arrivando a una media di 2.786 euro al metro quadro. Registrano oscillazioni prossime allo zero ma in territorio positivo anche Trieste, Campobasso e Torino. Tutte le altre città capoluogo nel primo semestre 2019 hanno registrato variazioni dei prezzi negative, poco evidenti in alcune ma ancora molto forti in altre. Il record negativo spetta a Palermo, dove si è registrato un -4,6% su base semestrale. Oscillano fra il 2 e il 3% in negativo le variazioni rilevate a L'Aquila, Bari e Aosta. I due capoluoghi di regione più economici in cui comprare casa rimangono Campobasso e Catanzaro, dove i valori medi richiesti da chi vende superano di poche decine di euro la soglia dei 1.000 al metro quadro.

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