Primo Piano

Marsilio: rivendichiamo maggior attenzione sulla questione tasse

"Rivendichiamo maggiore attenzione sulla questione tasse. La volontà è quella di non disperdere il lavoro fatto anche dai precedenti governi. Abbiamo un governo che ha raccolto le nostre richieste ed ha condiviso le nostre ragioni. Si tratta ora di portarle avanti”.

Questo il commento del presidente Marco Marsilio a margine del tavolo tematico sulla ricostruzione, che ha convocato, d'intesa con il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi ed i Coordinatori dei sindaci del “Cratere 2009” per affrontare il problema della restituzione delle tasse sospese a seguito del terremoto del 2009.  L'incontro si è svolto all’Aquila, nella “Sala Celestino V" di Palazzo Silone proprio per discutere delle iniziative da mettere in campo per scongiurare quello che sarebbe un salasso che L'Aquila e i paesi colpiti dal sisma non possono permettersi: a rischio ci sono la sopravvivenza di posti di lavoro di centinaia di persone e il futuro stesso delle città.

Oltre a Marsilio, sedeva al tavolo della riunione il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, l'assessore alle Aree Interne e del Cratere, Guido Quintino Liris, i parlamentari Luigi D’Eramo, Stefania Pezzopane e Gaetano Quagliariello, oltre a rappresentanti di associazioni e sindacati.

L’Europa ha richiesto la restituzione delle tasse sospese dopo il terremoto del 2009 perché ritenute Aiuti di Stato.

“Siamo in attesa di un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - ha aggiunto Marsilio -  Un documento condiviso unitariamente dal tavolo è pronto. Abbiamo concesso 24 ore di tempo a tutti per valutarlo e sottoscriverlo: istituzioni, associazioni di categoria e sindacali intendono così sottolineare l’urgenza e l’emergenza di questo tema. Chiediamo che il Governo si faccia promotore di un’azione molto forte presso la Commissione europea.

Il tema principale è affrontare prima possibile la questione di merito e avere un rappresentante italiano che vada in Europa e sostenga con forza la questione aquilana”.

“La battaglia per scongiurare la restituzione delle tasse sospese dopo il sisma 2009 da parte delle imprese del cratere e per fornire nuovo impulso alla rinascita dei territori – ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi  -  deve vedere uniti tutti i rappresentanti istituzionali, delle categorie produttive, sociali e dei sindacati, locali e nazionali. Il principio opinabile secondo cui le agevolazioni garantite – ricordo che abbiamo perso un miliardo di Pil dopo il terremoto di dieci anni fa - concesse per un periodo limitato di tempo e relative a un abbattimento della tassazione che non è univoca in tutta Europa, costituiscono un aiuto di Stato, è una spada di Damocle che minaccerebbe in futuro tutti i territori italiani colpiti da calamità naturali. Lo abbiamo ribadito in un documento che verrà inviato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Abbiamo ricordato a Conte tutte le proposte finalizzate a velocizzare i processi di ricostruzione pubblica e privata, i provvedimenti relativi al personale precario e alla proroga della Struttura di missione già contenuti nel dossier L’Aquila e già posti all’attenzione del precedente esecutivo. Le stesse questioni  - ha concluso Biondi - sono state ribadite nella missiva consegnata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della sua visita a L’Aquila di lunedì scorso. Continuiamo a sollecitare un intervento rapido e, soprattutto, decisivo del nuovo Governo".

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Contrattazione decentrata per il lavoro, la mappa dell’applicazione in Italia

In Italia circa tre quarti dei lavoratori dipendenti sono effettivamente coinvolti in qualche forma di contrattazione decentrata. Al Nord si registra la maggior diffusione di questo strumento che con la legge 208/2015 (legge di stabilità per il 2016) ha avuto un notevole slancio grazie ai benefici introdotti, tra cui in primis la detassazione per i premi di risultati, mentre nelle regioni del Mezzogiorno, questo tipo di contrattazione è meno diffusa. Lo rivela una recente ricerca della Rur (Rete Urbana delle Rappresentanze - Urban Research Institute), centro di ricerche e progetti diretto dal sociologo Giuseppe Roma. Su un totale di circa 40.000 contratti di secondo livello depositati a novembre 2018, infatti, ben 15.528 riguardano il complesso delle regioni del Nord-Ovest (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria e Lombardia), 13.975 interessano invece le regioni del Nord-Est (Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna), 6.732 le regioni del Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio) e 3.053 il Sud e le Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna). Nel confronto con identica rilevazione effettuata nel 2016 emergono alcune differenziazioni. L'Emilia Romagna dal secondo passa al primo posto, mentre il Veneto dal quinto posto sale al secondo; il Trentino Alto Adige scende di due posizioni collocandosi al terzo posto. Anche il Friuli- Venezia Giulia passa dal quarto all'ottavo posto. Una maggiore diffusione, invece, registra il Piemonte che dal sesto passa al quarto posto

Nelle Regioni del Mezzogiorno, dove questo tipo di contrattazione è meno diffusa, sale solo la Calabria, mentre scende la Puglia che si attesa all'ultimo posto con un contratto ogni 975 dipendenti operanti in aziende attive. Un ulteriore approfondimento sulla 'granularità' contrattuale nei territori, evidenzia la ricerca Rur, vede le due realtà metropolitane maggiori registrare il più elevato numero di contratti firmati. Raggiungono le 5.831 unità nella Città Metropolitana di Milano pari al 53% dell'intera Lombardia, e i 2.428 in quella di Roma l'86% del valore raggiunto nell'intero Lazio. Date anche le rilevanti differenze nella base produttiva delle due aree, assume un importante rilievo il fattore metropolitano come generatore di una più intensa contrattualità fra le parti sociali. "Bisogna tener conto che alcuni istituti riguardano anche la conciliazione di genere o i costi familiari del welfare particolarmente elevati nelle realtà metropolitane. Ciò è confermato anche dalle posizioni successive detenute da Torino con 1.892 contratti (54% del totale regionale) e Bologna con 1.695, che tuttavia rappresenta solo il 26% del totale regionale", spiega la Rur. Si conferma policentrico il sistema veneto dove Padova e Vicenza complessivamente coprono il 43% dell'insieme dei contratti decentrati.

La doppia modalità contrattuale 'aziendale' e 'territoriale' ha consentito una diffusione dei contratti decentrati anche a realtà produttive di piccole e medie dimensioni. Lo studio non consente di effettuare una verifica sulla natura negoziale dei contratti, e i testimoni privilegiati segnalano anche la possibile presenza di contratti spuri. Tuttavia, la distribuzione dei contratti di secondo livello per numero dei lavoratori beneficiari indica come quasi la metà degli accordi hanno riguardato gruppi inferiori ai 50 dipendenti, per il 26,8% fra 50 e 149 lavoratori, il 9,5% fra 150 e 249, il 7,7% fra 250 e 499 lavoratori e ben il 6,9% oltra i 500 dipendenti, ovvero contratti di secondo livello sono presenti in 2.717 grandi aziende. Una stima puramente esemplificativa, basata sul valore ponderale della distribuzione in classi, valuterebbe in 9,3 milioni i lavoratori dipendenti di imprese attive, coinvolti a vario titolo nella contrattazione di secondo livello.

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L’Abruzzo all’Expo 2020 di Dubai

 "La partecipazione abruzzese dovra' caratterizzarsi in maniera innovativa presentando un nuovo modello di sviluppo che solo la nostra Regione puo' esprimere se ben rappresentato, e quindi capace di esaltare la propria caratterizzazione di compatibilita' tra sviluppo industriale e tutela del territorio". Questo il commento dell'assessore regionale alle Attivita' Produttive e Turismo Mauro Febbo a margine dell'appuntamento svoltosi oggi pomeriggio a Pescara presso gli uffici della Regione Abruzzo alla presenza dei rappresentanti delle Associazioni di categoria, il tessuto imprenditoriale e le Camere di Commercio abruzzesi in preparazione dell'Esposizione Universale Dubai 2020. Dopo l'ultimo incontro (9 settembre) svolto presso la Camera di Commercio di Chieti -Pescara alla presenza di Paolo Glisenti, il Commissario Generale di Sezione per l'Italia Expo 2020, si e' reso utile e necessario incontrare le aziende ed i portatori di eccellenze della nostra Regione per iniziare a tracciare e pianificare un progetto comune e qualificante da presentare all'Esposizione Universale di Dubai". "Questo primo appuntamento organizzativo - specifica Febbo - vuole essere un coordinamento per arrivare al piu' presto ad una proposta e quindi presentarci a Dubai mettendo in risalto le nostre bellezze naturali, ambientali, turistiche e prodotti tecnologici e di eccellenza. inoltre l'incontro di oggi e' propedeutico alla convocazione da parte del Commissario che ci sara' mercoledi' 25 alla Farnesina. Un'expo - ricorda Febbo - con il claim "Connecting minds, Creating the future" (connettere le menti, creare futuro) l'Abruzzo sara' presente nel Padiglione Italia e puntera' l'attenzione su temi e modelli di applicazione fondamentali come sostenibilita', salute, bellezza e sicurezza". "I territori italiani all'Expo' di Dubai non saranno presenti attraverso una semplice esposizione, ma rappresentati con un esposizione dimostrativa e narrativa delle eccellenze. La Regione Abruzzo crede e vuole investire nell'evento Expo 2020. L'Abruzzo ha presentato al Commissario Glisenti due progetti nel campo dell'economia eco sostenibile. Sara' una grande vetrina internazionale dove promuovere le nostre aziende 4.0". "Oggi abbiamo ascoltato e raccolto le idee e le proposte delle aziende partecipanti ed e' emerso in maniera netta come l'Abruzzo sia capace di esprimere se ed esaltare la propria caratterizzazione di compatibilita' tra sviluppo industriale e tutela del territorio. Su queste basi - conclude Febbo - la Regione, insieme alle camera di Commercio abruzzesi lavorera' per essere pronta all'appuntamento di Dubai 2020 che coinvolgera' oltre 180 nazioni e, stando alle stime, la bellezza di 25 milioni di visitatori, il 70% dei quali provenienti da Paesi diversi da quello ospitante". A questo primo appuntamento a coordinare l'iniziativa erano presenti insieme all'assessore regionale Mauro Febbo, il presidente della Camera di Commercio Gennaro Strever, il Direttore Dipartimento Attivita' Produttive e Turismo della Regione Abruzzo Germano De Sanctis e il Dirigente servizio Promozione della Regione Abruzzo Francesco Di Filippo"

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‘L’Italia e’ il Paese delle opere incompiute’

"L'Italia e' il Paese delle opere incompiute, sono ben 647 costate 4 miliardi e ne richiedono altri 1,5 di euro, pari a 166 euro per ogni famiglia italiana". Lo ha detto il presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Sergio Santoro, nel corso della tavola rotonda sulle opere pubbliche nell'ambito del convegno di studi amministrativi a Varenna. Il primato spetta alla "Sicilia con 162 opere. In Calabria la diga di Gimigliano, la piu' grande d'Europa. In Basilicata la ferrovia Ferrandina-Matera. Nel centro Italia, la maglia nera spetta all'Abruzzo con 31 opere incompiute di cui 18 solo a Pescara. La Capitale dello spreco resta il Lazio con 45 incompiute, tra cui a Roma 'la citta' dello sport' di Tor Vergata iniziata nel 2005 e ferma al 16% della realizzazione. Le opere che restano sospese sono tantissime; e' evidente che non c'e' solo la Tav ma bisogna affrontare il tema nel suo complesso". La tavola rotonda, moderata dal vicedirettore del Corriere della Sera Antonio Polito e' proseguita con l'intervento del giudice della Corte Costituzionale Daria de Petris e del Presidente di Sezione del Consiglio di Stato Carlo Deodato che ha sottolineato come "serva sanare la sfiducia tra cittadini e governanti, aumentando la partecipazione dei cittadini".

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Regione Abruzzo, decise le prime nomine negli enti

Il presidente del Consiglio regionale abruzzese, Lorenzo Sospiri, ha deciso le prime nomine degli enti regionali. Sui nomi individuati, pero', "ora si procedera' a un ulteriore controllo al fine di verificare il reale possesso dei requisiti tecnici e di onorabilita' richiesti e dichiarati". Queste le scelte: Antonio Tavani, coordinatore provinciale di Chieti di FdI dovrebbe andare alla presidenza dell'Ater Chieti ed essere affiancato nel Cda da Emanuela Malatesta e Antonio di Renzo; l'avvocato Isidoro Isidori e' indicato per la presidenza dell'Ater dell'Aquila, mentre nel Cda dovrebbero sedere Serena Parlante e Massimo Scimia; Maria Ceci, vicario dell'Inail di Teramo, potrebbe andare alla presidenza dell'Ater della provincia di riferimento insieme Rando Angelini e Giammario Caputi nel Cda. Per l'Arap e' stato invece indicato Giuseppe Savini. "Come delegatomi dalla Conferenza dei Capigruppo dello scorso 11 giugno ai sensi del Regolamento del Consiglio regionale - spiega Sospiri - ho provveduto a inviare agli Uffici di controllo le nomine degli Enti regionali la cui scelta ricade nelle competenze della Presidenza del Consiglio regionale. Tali scelte sono frutto di un importante lavoro di confronto con i Gruppi di maggioranza e di opposizione, in forma singola o associata, sulla base delle candidature pervenute da parte di chi aveva effettivamente presentato la propria domanda ai bandi lungamente pubblicati". E sulle nomine mancanti specifica: "La ragione e' molto semplice: oltre ai principi di qualita', competenza e onorabilita', va garantita anche la quota di genere, maschile e femminile, dunque in alcuni casi stiamo cercando la giusta rappresentanza di uomini e donne all'interno di tali enti, operazione che verra' portata a termine nelle prossime ore. Per quanto riguarda le Adsu Adsu sottilinea -invece sono gia' state trasmesse al presidente della Giunta regionale Marsilio le terne dei nomi per la scelta dei Presidenti e stiamo aspettando di ricevere tali terne per le successive determinazioni". 

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Marsilio: l’Abruzzo e’ tornato al centro dell’interesse e delle politiche nazionali

"Sei mesi sono sufficienti per cominciare a tracciare le prime linee e per far capire cosa abbiamo fatto e cosa stiamo rimettendo in piedi di una Regione che abbiamo trovato in condizioni molto critiche". Lo ha affermato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, presentando il bilancio dei suoi primi 180 giorni di Governo. Sei mesi, secondo il Governatore, sono sufficienti "non solo per fare un resoconto di una prima attivita', ma anche per prefigurare quello che, grazie a questo lavoro, verra' fatto in un prossimo futuro". 

"Saremo una Regione che deciderà. Non rimarremo fermi né marginali: l'Abruzzo ha la forza per crescere e tornare forte", ha detto ancora Marco Marsilio. Presenti in sala gli amministratori locali, gli stakeholder e i rappresentanti delle categorie datoriali e professionali. "Abbiamo molto da fare, ci siamo occupati dei problemi dei cittadini abruzzesi da subito, sempre presenti nonostante le emergenze e le criticità che abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione regionale - ha incalzato il Presidente Marsilio - rivendico i fondi reperiti per le infrastrutture, la ricostruzione e soprattutto per la tutela dell'ambiente come per il sito del Gran Sasso. Abbiamo, poi, rivitalizzato la macchina amministrativa e avviata l'istituzione dell'Agenzia per la protezione civile regionale. Io, voglio decidere, e lo farò con determinazione. Per la prima volta l'Abruzzo e' tornato al centro anche dell'interesse e delle politiche nazionali. I 120milioni stanziati dal Governo per risolvere l'annoso tema della sicurezza idrica del Gran Sasso, ad esempio, sono soldi che abbiamo negoziato noi, portato noi. Abbiamo fatto sentire al Governo nazionale - ha proseguito Marsilio - la voce di un territorio che per troppo tempo e' stato abbandonato, anche a causa di una classe dirigente abruzzese cosi inconsistente da non trovare rappresentanza nemmeno nel Governo che esprimono i loro stessi partito". 

L'evento è stato aperto dal Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, il quale ha rimarcato come il coordinamento positivo che si è instaurato tra esecutivo e Assemblea legislativa rappresenta l'arma vincente di questa amministrazione. Sono seguiti gli interventi del vicepresidente Emanuele Imprudente, che ha ricordato come l'Abruzzo sia "intriso di emergenze, dall'agricoltura alla gestione dei parchi e riserve regionali, settori che hanno bisogno di forte attenzione", gli assessori Nicola Campitelli ("abbiamo ottenuto lo snellimento delle procedere amministrative e lo considero un risultato importante per le nostre imprese e per il futuro del tessuto economico"), Mauro Febbo ("stiamo affrontando con determinazione le tante vertenze che hanno colpito la nostra regione, ora spazio a interventi strutturali, come l'attivazione dei contratti di sviluppo e di innovazione dove sono previste risorse economiche, e la rimodulazione della Zes: noi ci siamo, a differenza dei precedenti amministratori") e Piero Fioretti ("tuteleremo il sistema scolastico abruzzese: vogliamo salvare le eccellenze del territorio, e penso alla scuola d'arte Grue di Castelli, è l'emblema del nostro artigianato"). Mentre l'assessore al bilancio, Guido Quintino Liris, ha illustrato il lavoro svolto durante i primi 180 giorni per "il riallineamento contabile del bilancio regionale che, in primis, consentirà di assumere nuovo personale dopo i pensionamenti generati da «quota 100»". L'assessore alla sanità, Nicoletta Verì, ha ricordato l'impegno profuso per la "riorganizzazione della rete sanitaria, l'approvazione del nuovo fabbisogno del personale nella Asl, a seguito del quale potranno essere assunti 1755 nuove unità, tra medici e personale infermieristico, così da ridurre le liste di attesa e migliorare i servizi". L'ultimo intervento è toccato al Sottosegretario alla Presidente della Giunta regionale, Umberto D'Annuntiis, che ha rivendicato - slide alla mano - il lavoro svolto per concretizzare i fondi per la viabilità, che la precedente maggioranza aveva solo annunciato. Nuovi interventi sono previsti per le infrastrutture e per il trasporto pubblico locale".

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Rapporto Ispra, spariscono due metri quadri di bosco e prato al secondo

Avanza il consumo di suolo in Italia. Nel 2018 e' stata distrutta nel Paese una superficie verde di 51 chilometri quadrati, equivalente alla citta' di Bologna. In media, sono spariti due metri quadri di bosco e prato al secondo. Fra le citta', Roma e' quella che ha perso piu' verde; fra le regioni il Veneto. I numeri del consumo del suolo in Italia li hanno dati oggi l'Ispra, il centro studi del ministero dell'Ambiente, e il Sistema nazionale di protezione dell'Ambiente (Snpa). Il rapporto sulla cementificazione del Paese, riferito al 2018, e' stato presentato al Senato alla presenza del ministro Sergio Costa (M5S). In Italia l'anno scorso sono stati coperti con cemento o asfalto 51 chilometri quadrati di territorio, in media 14 ettari al giorno, 2 metri quadrati al secondo. La velocita' della copertura sembra essersi stabilizzata, ma e' ancora molto lontana dagli obiettivi europei, che prevedono l'azzeramento del consumo di suolo netto (il bilancio tra la copertura e l'aumento di superfici naturali attraverso interventi di demolizione, de-impermeabilizzazione e rinaturalizzazione). Ogni italiano ha in "carico" oltre 380 metri quadrati di superfici coperte. La sparizione del verde ha voluto dire 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica assorbite in meno. L'impermeabilizzazione del terreno ha comportato 250 milioni di metri cubi di acqua che sono scivolati via nei fiumi e non sono finiti nelle falde sotterranee di acqua potabile. Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari, e' il comune italiano con la maggiore trasformazione, seguito da Verona (33 ettari), L'Aquila (29), Olbia (25), Foggia (23), Alessandria (21), Venezia (19) e Bari (18). Milano ha spazzato via 11 ettari di aree verdi. In controtendenza Torino, che inverte la rotta e inizia a recuperare terreno (7 ettari di suolo riconquistati nel 2018). Il Veneto e' la regione con gli incrementi maggiori (+923 ettari), seguita da Lombardia (+633 ettari), Puglia (+425 ettari), Emilia-Romagna (+381 ettari) e Sicilia (+302 ettari). Rapportato alla popolazione residente, il valore piu' alto si riscontra in Basilicata (+2,80 m2/ab), Abruzzo (+2,15 m2/ab), Friuli-Venezia Giulia (+1,96 m2/ab) e Veneto (+1,88 m2/ab). In compenso, in Italia manca una legge nazionale sul consumo del suolo: ci sono solo norme in alcune Regioni.

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Sono 5 milioni e 255 mila gli stranieri regolari residenti in Italia

Sono 5 milioni e 255 mila gli stranieri regolari residenti in Italia al 31 dicembre 2018, con un aumento del 400% rispetto a dieci anni fa: sono 111mila in piu' rispetto al 2017. Lo ha detto il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo, in audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera. "Mentre la popolazione residente diminuisce - osserva Blangiardo - la sottocomponente straniera cresce. Ogni anno stabiliamo un nuovo record per la piu' bassa natalita'. Anche nei primi tre mesi del 2019, le nascite ancora diminuite del 2,4%. Gli stranieri danno il loro contributo (63mila nati nel 2018), ma c'e' un adattamento ai comportamenti, ai modelli della popolazione locale e dunque non illudiamoci che questa sia una soluzione al calo demografico". Per il presidente dell'Istat "non e' in corso un processo di sostituzione. La popolazione italiana negli ultimi 4 anni e' calata di 400mila unita': 600mila italiani in meno e 200mila stranieri in piu'". Degli stranieri residenti, 3,6 milioni provengono da Paesi non comunitari. La gran parte vive al Centro-Nord. Questa popolazione e' giovane: 34 anni l'eta' media, contro i 45 degli italiani. Sono quasi 200 le cittadinanze rappresentate. Le piu' numerose coprono il 50% della presenza complessiva: romeni (1,2 milioni), albanesi (441mila), marocchini (423mila), cinesi (300mila), ucraini (239mila). In calo le acquisizioni di cittadinanza: nel 2016 sono state 202mila, nel 2017 150 mila e nel 2018 120mila. Il 40% dei nuovi italiani sono minori. I permessi di soggiorno per non comunitari sono 3,7 milioni. 

 

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Sono 31.755 in Abruzzo le richieste per reddito di cittadinanza

Sono 31.755, in Abruzzo, le richieste per reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza. Del totale delle domande, che rappresentano il 2,2% del dato complessivo nazionale, 20.617 istanze sono state accolte, 1.737 sono in lavorazione e 9.401 sono state respinte. Il dato relativo alle istanze accolte riguarda i "nuclei percettori" di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza, per un totale di 46.071 persone coinvolte, con un importo medio mensile di 450,80 euro. E' quanto emerge dai dati provvisori dell'Inps, aggiornati al 4 settembre scorso. A livello provinciale, in testa c'e' Pescara con 5.723 nuclei percettori (12.757 persone, 456,99 euro), seguita da L'Aquila (5.449, 12.030, 453,26 euro), Chieti (5.318, 12.032, 436,55 euro) e Teramo (4.127, 9.252, 456,75 euro). 

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Teramo è la seconda provincia nella spesa per i giochi

E' Prato la provincia italiana con la più alta spesa pro capite nei giochi nel 2018, pari a 576 euro. E' quanto emerge da elaborazioni Agimeg sui dati dei Monopoli di Stato sulla spesa nei giochi in Italia per provincia. Sul secondo gradino del podio Teramo, in Abruzzo, che sfiora i 400 euro per abitante, al terzo posto appaiate con 394 euro a testa Como e Rovigo, seguite da Sondrio con 369 euro. In top ten anche Fermo (357 euro), Pescara (356 euro), Latina (355 euro), L'Aquila (354 euro) e Caserta (350 euro). Geograficamente, ben tre provincia su 10 con la spesa pro capite più alta si trovano in Abruzzo (Teramo, Pescara e L'Aquila), due quelle della Lombardia (Como e Sondrio). Poi Toscana, Veneto, Marche, Lazio e Campania con una rappresentante a testa. Sul fronte delle province che invece lo scorso anno hanno speso meno nei giochi, al primo posto c'è Potenza con una spesa pro capite di 220 euro, poi Foggia e Sud Sardegna con 213 euro, Trapani (197 euro) e Cuneo (194 euro). Seguono Agrigento (185 euro), Piacenza (172 euro), Crotone (164 euro) ed Enna (143 euro). Capitolo a parte per Caltanissetta, che in assoluto ha registrato la spesa pro capite più bassa (-269 euro), in pratica è stato vinto più di quanto sia stato speso, ma su questo dato pesa il jackpot da 130,2 milioni di euro vinto nella città siciliana nell'aprile 2018. La Sicilia conta ben quattro province con la spesa più bassa nei giochi (oltre a Caltanissetta, Trapani, Agrigento ed Enna), poi una a testa le regioni Basilicata, Puglia, Sardegna, Piemonte, Emilia Romagna e Calabria.

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