Primo Piano

Legnini: disposto a candidarmi con progetto nuovo e plurale

"Sono disponibile a candidarmi solo per un progetto nuovo e plurale". A scriverlo, in una lettera inviata e pubblicata dall'edizione abruzzese de 'Il Messaggero', è l'ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, che interviene nel dibattito politico sulle candidature delle elezioni regionali in Abruzzo, in programma il prossimo 10 febbraio, ribadendo di non essere disponibile a candidarsi come "capo della coalizione uscente di centrosinistra". "Eserciterò tale opzione - spiega Legnini in un passaggio della missiva riferendosi all'eventualità di una sua candidatura a presidente della Regione - solo se sarà possibile realizzare un progetto aperto e plurale, un'alleanza tra progressisti e liberali, capace di coltivare i valori del lavoro e dell'innovazione, della solidarietà e della legalità. Solo se arriveranno tante risposte da altre personalità abruzzesi, donne e giovani, rappresentanti del mondo del lavoro, dell'impresa, delle professioni e della cultura, mi deciderò a fare un passo che non era nei miei propositi e progetti di vita". "So che il tempo delle decisioni stringe - conclude nella lettera - ma adesso è la società abruzzese che deve farsi sentire per far comprendere verso quale direzione intende muoversi. Se le volontà che emergeranno saranno quelle espressive di un desiderio di riscatto civile e di una prova di orgoglio collettivo, allora farò la mia parte".

 

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Istat, produttivita’ in aumento del 2,1% nel 2017

L'Istat ha diffuso le stime sulle misure di produttivita' per il periodo 1995-2017. Nel 2017 il valore aggiunto dell'intera economia ha registrato una crescita in volume del 2,1% rispetto al 2016. La produttivita' del lavoro - calcolata come valore aggiunto per ora lavorata - e' aumentata dello 0,8%, quella del capitale - misurata dal rapporto tra il valore aggiunto e l'input di capitale - dell'1,2%.

Nello stesso anno, la produttivita' totale dei fattori, che misura la dinamica del valore aggiunto attribuibile al progresso tecnico e ai miglioramenti nella conoscenza e nell'efficienza dei processi produttivi, e' cresciuta dell'1%, con un rafforzamento della tendenza positiva in atto dal 2012, stimolata anche dall'aumento della propensione innovativa delle imprese, soprattutto industriali

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Federico: La politica si svegli e metta al centro i programmi

"La politica si svegli e metta al centro i programmi a partire da quelli per le aree con più difficoltà". Questo l'appello lanciato dal sindaco di Navelli Paolo Federico, e rivolto, specifica in una nota il sindaco "anche al centrodestra abruzzese". "Il continuo dibattito sui candidati da mettere in campo per le prossime elezioni Regionali sta divorando persino il vero scopo della politica ossia: la programmazione, la realizzazione di proposte di mandato e il confronto con i cittadini e le altre istituzioni per superare e vincere le sfide che il futuro ci impone", afferma Federico. "Mi rivolgo a tutti i vari attori politici che si stanno dando da fare in questo periodo preelettorale affinché si fermino un attimo a riflettere. In particolare dovrebbero farlo su gravi problemi che la nostra regione ha nelle cosiddette aree interne. Senza fare contrapposizioni, le zone interne hanno bisogno di un esponente che sappia leggerne i bisogni e sia in grado di programmare precise strategie di rilancio a partire dalla pianificazione sanitaria, sociale, della mobilità, valorizzazione dell'ambiente, occupazione, turismo e pronto ad accettare le sfide del futuro come l'aumento della digitalizzazione, ricerca, competitività e sviluppo. Passaggi che devono essere fatti in accordo con le necessità della costa per contribuire all'aumento del benessere di tutta la popolazione abruzzese". "Sono convinto - continua Paolo Federico - che la volontà dei sindaci dell'area deve essere protagonista nella scelta del candidato perché non si devono vanificare gli ottimi risultati delle amministrative del 2017. Elezioni, ricordo, che hanno portato il centrodestra al governo delle due città più popolose dell'interno, L'Aquila ed Avezzano"

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Legambiente, il clima sta cambiando e l’Italia è ancora impreparata

"Il clima sta cambiano e l'Italia è ancora impreparata": avverte Legambiente commentando l'emergenza maltempo che ha colpito la penisola, da Nord al sud, dalla devastazione delle montagne in Veneto, alle vittime della tromba d'aria di Terracina, ai 12 morti in Sicilia. "L'Italia è sempre più fragile e insicura anche a causa dei cambiamenti climatici", sottolinea Legambiente, ricordando che "7,5 milioni i cittadini che vivono o lavorano in aree a rischio frane o alluvioni". "Ora - chiede l'associazione - il governo approvi un piano nazionale di adattamento al clima e una normativa per fermare il consumo di suolo". Perché "dal Veneto alla Sicilia, dalla Liguria al Lazio, compresa l'isola di Ischia, sono tanti i territori colpiti in questi giorni e in queste ore dal maltempo con frane, esondazioni, trombe d'aria e tutto ciò che ne è conseguito. Da ultimo la strage di alberi nei boschi del Trentino, dell'Alto Adige, Veneto e Friuli e il maltempo che si è abbattuto sulla provincia di Palermo dove si contano al momento dodici morti", ricorda Legambiente, avvertendo: "Il clima sta cambiando, ormai è un dato di fatto, eppure l'Italia continua ad essere impreparata". A fronte di questo scenario l'associazione ambientalista ribadisce "l'urgenza di un piano nazionale di adattamento al clima e una normativa che fermi il consumo di suolo, insieme ad un'intensa attività di prevenzione". Perché "le città non possono essere lasciate da sole a fronteggiare impatti di questa dimensione dovuti in primis ai cambiamenti climatici, che amplificano gli effetti di frane e alluvioni e che stanno causando danni al territorio e alle città mettendo in pericolo la vita e la salute dei cittadini". Legambiente ricorda che tra il 1944 ed il 2012 sono 61,5 i miliardi di euro spesi solo per i danni provocati dagli eventi estremi nel territorio italiano e l'Italia è tra i primi Paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni da eventi di dissesto con circa 3.5 miliardi all'anno. Ancora oggi, inoltre, "continua soprattutto in ambiente urbano la sottrazione di suolo libero per processi di crescita edilizia. Anche a causa della mancanza di una normativa nazionale che intervenga in questo settore". Ma "un altro dato è ancora più allarmante e va evidenziato soprattutto alla luce del dibattito sull'ennesimo condono edilizio contenuto nel decreto Genova in discussione in Parlamento in queste settimane", sottolinea Legambiente, avvertendo: "Il consumo di suolo e le nuove edificazioni continuano a riguardare anche le aree considerate a rischio idrogeologico, nonostante i vincoli esistenti". 

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Cgia, per imprese italiane 57 miliardi di tasse a novembre

Gli imprenditori ed i lavoratori autonomi italiani saranno chiamati a corrispondere al fisco, nel mese di novembre, poco piu' di 57 miliardi di euro. A dirlo e' l'Ufficio studi della CGIA. "A causa dei mancati pagamenti, una buona parte delle 950 mila aziende che lavora per la Pubblica amministrazione deve pero' ancora incassare 57 miliardi di euro - ha spiegato il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - Con poca liquidita' a disposizione e il perdurare delle difficolta' di accesso al credito, per questi imprenditori non sara' facile recuperare i soldi per pagare le tasse". Secondo i risultati emersi dalle ultime indagini campionarie riportate dalla Banca d'Italia nella "Relazione annuale 2017", lo stock di debiti commerciali in capo all'Amministrazione pubblica italiana sarebbe sceso da 64 a 57 miliardi di euro. E in attesa che il ministero dell'Economia riesca a dimensionarli con esattezza, si ipotizza, al netto della quota riconducibile ai ritardi fisiologici (ovvero entro i 30/60 giorni come previsto dalla legge), che le imprese fornitrici vanterebbero 27 miliardi di crediti dalla PA. L'imposta piu' onerosa che le imprese e i lavoratori autonomi verseranno questo mese sara' l'Iva che comportera' un incasso per l'erario di 15 miliardi di euro. Seguira' l'acconto Ires in capo alle societa' di capitali (Spa, Srl, Societa' cooperative, etc.): queste ultime anticiperanno al fisco 14 miliardi di euro. I collaboratori e i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, "daranno" al fisco le ritenute per un importo pari a 11,5 miliardi di euro. L'acconto Irpef, invece, costera' alle aziende 7,4 miliardi di euro, mentre l'Irap implichera' un prelievo di 6,5 miliardi. Infine, le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi e l'addizionale regionale Irpef "pesera'" in entrambi i casi per poco piu' di 1 miliardo di euro. L'addizionale comunale Irpef e le ritenute bonifici detrazioni Irpef preleveranno dalle casse delle aziende rispettivamente 400 e 177 milioni di euro. 

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Sondaggio, il consenso ai partiti della maggioranza in calo

Il calo dei consensi per i partiti del governo gialloverde non si ferma. Secondo la Supermedia dei sondaggi di questa settimana, la Lega e' ancora il primo partito con il 30,1% deiconsensi, ma continua a perdere terreno, ormai per la quarta settimana di fila. Il partito guidato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini cede mezzo punto nell'ultima settimana e quasi un punto rispetto a 15 giorni fa. Non va meglio al Movimento 5 stelle, che nelle ultime settimane cala dello 0,7% e fa registrare il dato peggiore (27,6%) dal 4 marzo a oggi. I due partiti che sostengono il governo Conte continuano a godere complessivamente di un sostegno molto alto (57,7%) ma gradualmente si stanno allontanando da quel 60% toccato nei mesi scorsi. In lieve ripresa appare il Partito democratico, che torna dopo un mese e mezzo a toccare quota 17% guadagnando lo 0,4%. Liberi e uguali risale dello 0,2% al 2,7% mentre Potere al popolo perde lo 0,2% e scende al 2,1%. Ma i consensi persi dalla Lega sono interamente recuperati dagli altri partiti di centrodestra (Forza Italia, FdI e Nci) che complessivamente in due settimane crescono dello 0,9%. Nel dettaglio, FI si posizione all'8,9%(+0,5%), Fratelli d'Italia al 3,6% (+0,3%). Quella del centrodestra continua a rimanere di gran lunga l'area politica piu' forte in questo momento: vale oltre il 43%, e con questi numeri potrebbe aggiudicarsi facilmente la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato, in caso di nuove elezioni. 

Le recenti fibrillazioni interne alla maggioranza (nate intorno alla manovra economica, come quelle sul condono fiscale e quello edilizioper Ischia, ma anche quelle sul decreto sicurezza, o piu' recentemente sulla giunta Raggi e sulla riforma della prescrizione hanno esaltato le differenze di linea politica all'interno del Governo, e spinto alcuni a chiedersi chi avesse "l'ultima parola": se, in altre parole, contasse di piu' la Lega di Salvini o il M5S di Di Maio. In questo momento, secondo un sondaggio Ipsos pubblicato sul Corriere della sera, la percezione degli elettori e' che sia nettamente il primo a prevalere (44% contro il 9% che indica il M5S). La cosa interessante e' che anche secondo gli elettori pentastellati e' Salvini a "contare" di piu' (23% contro 21%). Di Maio puo' pero' consolarsi con gli indici di gradimento rilevati dallo stesso sondaggio. Tra gli esponenti del Movimento, il vicepremier di Pomigliano e' infatti quello che gode di gran lunga dei consensi piu' alti: il suo indice di gradimento e' pari al 51% contro il 42% di Fico, il 33% di Di Battista e il 21% di Beppe Grillo. E questa superiorita' di Di Maio si riscontri non solo tra gli elettori M5s ma anche tra quelli dell'alleata Lega. Secondo un sondaggio SWG, poi, quasi 3 elettori su 4 del M5s e circa 2 della Lega su 3 sono convinti che i media - e in particolare i programmi della Rai - abbiano un atteggiamento ostile verso il governo e la maggioranza. Se non sorprende affatto l'opinione di segno radicalmente opposto da parte degli elettori del Pd (il 91% pensa che il nuovo governo non sia nel mirino dell'informazione), colpisce invece come gli elettori di Forza Italia e FdI siano concordi con quelli gialloverdi. Cosi' com'e' a suo modo indicativo il dato degli indecisi, che in netta maggioranza (58%) sostengono che il governo non abbia di che lamentarsi dal trattamento ricevuto dalla stampa. I sondaggi anche indagato anche sulla corsa congressuale del Pd. Secondo un sondaggio di Antonio Noto per la trasmissione "Cartabianca", il governatore del Lazio Nicola Zingaretti sarebbe in testa nelle intenzioni di voto per le primarie con il 26%, seguito da Minniti (24%), Renzi (22%) e Martina (16%). In coda con il 5% Matteo Richetti. Sempre secondo il sondaggio di Noto, l'idea di una lista unica anti-sovranisti alle Europee 2019 piace alla maggioranza degli elettori del Pd (56%) mentre il 35% pensa che sia meglio che il PdD si presenti da solo con la sua lista

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Imprese artigiane, Abruzzo per la prima volta sotto quota 30mila

Continua a perdere colpi il sistema delle micro imprese abruzzesi, che per la prima volta dopo anni e anni finisce sotto quota 30mila. Nel terzo trimestre del 2018, secondo una indagine condotta da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo su dati Movimprese, «le aziende artigiane hanno segnato una flessione di 99 unità, peggior risultato degli ultimi quattro anni. La decrescita percentuale delle imprese artigiane è stato pari allo 0,33% valore quadruplo rispetto a quello medio italiano che si è attestato allo 0,08% e che pone la regione all’ultimo posto nella graduatoria nazionale». «Con il risultato – gli fa eco il direttore regionale della confederazione artigiana, Graziano Di Costanzo – che in una regione in cui si era arrivati a contarne oltre 36mila, si è scesi ora per la prima volta da anni sotto quota 30mila, per l’esattezza 29.988. Insomma, è stata abbattuta anche questa soglia “psicologica”».

Nelle province, sempre stando ai dati elaborati pubblicati da Movimprese, le variazioni sono state piuttosto disomogenee: Pescara (-33) riporta il decremento più consistente, seguita da Teramo (-28), Chieti (-21) e L’Aquila (-17). Volendo invece esaminare il fenomeno su un arco di tempo più lungo – ovvero i primi nove mesi – la flessione è stata di 432 unità: dato che, se da una parte migliora seppur di poco il dato rispetto agli ultimi quattro anni, conferma invece un andamento assai peggiore della media nazionale: 1,40%, valore doppio rispetto allo 0,72% italiano.

Tra i settori, il calo più consistente di aziende artigiane - seguendo ormai una tradizione consolidata - si registra nelle costruzioni (-51), meno nella ristorazione (-14), nelle attività manifatturiere (-13), nei servizi alle imprese (-10) e nel trasporto (-8). Mentre rimangono stabili servizi alle persone (+1) e riparazioni di auto e prodotti per la casa (+1).

Consolidata, pure, resta la notevole differenza tra l’andamento negativo dell’artigianato e quello positivo del totale delle imprese: tra gennaio e settembre, infatti, ha registrato un incremento di 754 unità, miglior risultato degli ultimi quattro anni, con un aumento dello 0,51% più alto della media nazionale (0,46%). Sul piano territoriale, peraltro, si rovesciano quasi specularmente i dati relativi al mondo della micro impresa: Pescara, infatti,  guida la graduatoria relativamente agli incrementi delle imprese considerate nel loro insieme (+127), seguita da Chieti (+98), L’Aquila (+67) e Teramo (+59).

«E’ certamente apprezzabile lo sviluppo del sistema delle imprese in generale, ma resta evidente questa difficoltà che ormai perdura da anni nel campo dell’artigianato. Un problema segnalato più volte e con drammaticità alle istituzioni regionali, che in materia hanno competenza esclusiva, senza tuttavia trovare risposte soddisfacenti. Un motivo che ci porta a richiedere, ancora una volta, alla Giunta regionale, arrivata ormai a termine della legislatura, di investire risorse consistenti in bilancio per finanziare la legge regionale vigente e attuare politiche di rilancio del settore».

 

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Elezioni provinciali, vincono Zaffiri, Pupillo e Di Bonaventura

A Chieti il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, del centrosinistra, vince su Umberto Di Primio: 17.595 a 13.685. A Teramo vince di nuovo il centrodestra con Diego Di Bonaventura. Antonio Zaffiri, neo presidente della Provincia di Pescara ha vinto con 39.986 voti, staccando Luciano Di Lorito di cinquemila voti: il sindaco di Spoltore si ferma a 34.962, Catani a 13144.

Pescara

"Sono profondamente soddisfatto del risultato e della convergenza sulla mia persona": queste le prime parole di Antonio Zaffiri, sindaco di Collecorvino e neoeletto alla presidenza della Provincia di Pescara. Zaffiri è sostenuto da una coalizione di centrodestra composta da Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Azione Politica. "Ringrazio i partiti che hanno voluto appoggiarmi in una competizione complessa che ha evidenziato serietà in corsa e, soprattutto, che l'unione e la condivisione nella direzione del bene comune, portano all'unanimità e al successo - ha proseguito Zaffiri - Ringrazio Vincenzo Catani per aver partecipato con lealtà alla sfida e mi sento di rassicurarlo: faremo bene per l'area Vestina".

Soddisfazione è stata espressa anche da Gianluca Zelli, coordinatore regionale di Azione Politica: "Per la prima volta, un movimento civico è stato in maniera significativa all'interno di un'alleanza già strutturata, apportando un contributo rilevante. Questo risultato ci dà forza e ci sprona a continuare sulla strada intrapresa, quella del dialogo costruttivo. Ne siamo orgogliosi e siamo pronti a fare sempre meglio per la provincia pescarese" ha concluso Zelli.

Chieti

Il presidente uscente, Mario Pupillo (Pd), sindaco di Lanciano ed eletto la prima volta nel 2014, ha sconfitto lo sfidante, Umberto Di Primio, sindaco di Chieti (Forza Italia): Pupillo nel calcolo del voto ponderato ha avuto 44.076 voti (55,5%) contro i 35.357 (45,5%) di Di Primio. Alle urne si sono recati in 793 su 1250 aventi diritto, pari al 63,44%. Di Primio si è affermato solo nella fascia dei Comuni fino a 5.000 abitanti, in tutte le altre ha vinto Pupillo, con uno scarto di oltre 5.000 voti, in particolare, nei Comuni con più di 30.000 abitanti. "Sono contento - ha detto Pupillo al termine dello scrutinio -E' stata una bella battaglia, leale e sincera. Ringrazio tutti i sindaci che mi hanno votato: sarò il presidente di tutti i sindaci". "E' un buon risultato dal quale ripartire - ha commentato Di Primio - per ricostruire un vero progetto di governo del territorio che ci veda finalmente protagonisti".

Teramo

Con il 53,87% (282 voti, voto ponderale 48011) il sindaco di Notaresco (Teramo), Di Bonaventura, candidato della compagine di centrodestra, è il nuovo presidente della Provincia di Teramo. Giuseppe D'Alonzo, candidato del centrosinistra, si è fermato al 46,13 % (232 voti, voto ponderale 41177). Di Bonaventura è stato proclamato ufficialmente Presidente al termine dello spoglio. Ha votato l'85% degli aventi diritto: 517 fra sindaci e consiglieri, voti validi 514, una scheda bianca nella fascia Verde (Comune di Teramo), una scheda bianca nella fascia Rossa, una scheda nulla nella fascia Blu. "Il primo pensiero va a Valter Catarra e alla sua famiglia perché sono entrato in Provincia e in politica per lui - ha dichiarato il neopresidente - Lui sarebbe felice per me, di solito gli uomini sono gelosi e invidiosi, lui, invece era un politico sempre felice dei successi degli altri. Il secondo pensiero è alla provincia, intesa come territorio, so che da questo momento dovrò cambiare il mio modo di pensare e di essere: non più Diego Di Bonaventura di Notaresco, ma da Notaresco e attento a tutto il territorio".

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Torna a salire la disoccupazione al 10,1%

Torna a salire la disoccupazione. A settembre secondo i dati diffusi dall'Istatil tasso dei senza lavoro risale al 10,1%, 0,3 punti in più su base mensile. L'Istat rileva che dopo l'aumento del mese scorso, la stima degli occupati a settembre 2018 torna a calare leggermente (-0,1% su base mensile, pari a -34 mila unità). Il tasso di occupazione scende al 58,8% (-0,1 punti percentuali). Il calo congiunturale riguarda donne e uomini e si distribuisce tra le persone di età compresa tra i 25 e i 49 anni. Nell'ultimo mese si stima una netta diminuzione dei dipendenti permanenti (-77 mila) mentre aumentano sia quelli a termine (+27 mila) sia gli indipendenti (+16 mila). Dopo due mesi di diminuzione, a settembre torna a crescere la stima delle persone in cerca di occupazione (+3,2%, pari a +81 mila unità). L'aumento della disoccupazione si distribuisce su entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione sale al 10,1% (+0,3 punti percentuali su base mensile), quello giovanile aumenta lievemente e si attesta al 31,6% (+0,2 punti).

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Pagano: non abbiamo fatto nomi, lavoriamo sul dialogo

"Non sono stati fatti nomi al contrario di quanto affermati su alcuni articoli e agenzie di stampa". Cosi' Nazario Pagano, all'indomani del Coordinamento regionale di Forza Italia riunitosi per fare il punto sulla questione candidatura alle prossime elezioni regionali. "Il nome del consigliere regionale Mauro Febbo e quello dell'onorevole Fabrizio Di Stafano, come nessun altro, e' stato fatto nel corso dell'incontro svoltosi ieri nel quale e' stato espresso il disagio rispetto alle candidature proposte da Fratelli d'Italia", prosegue Pagano. "Nomi tutti rispettabili, ma che crediamo non possano rappresentare a pieno le esigenze del territorio", aveva gia' affermato ieri il coordinatore azzurro assicurando che "non c'e' e non ci sara' nessuno strappo nella coalizione, ma si lavorera' al dialogo per cui se la scelta restera' su Fratelli d'Italia, chiederemo semplicemente di ampliare la rosa delle possibilita' al fine di trovare il candidato che sappia rispondere al meglio alle esigenze degli abruzzesi".

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