Primo Piano

Barometro Piepoli, M5S primo partito

Il Movimento Cinque Stelle diventa il primo partito italiano. A scriverlo è Nicola Piepoli in un articolo pubblicato oggi su La Stampa, nell'ultimo sondaggio realizzato sulle intenzioni di voto, i grillini salgono di mezzo punto percentuale rispetto alla settimana scorsa e agguantano il Pd al 29%. Ma il M5S a differenza dei Dem, «è in lenta ma costante crescita».

Viene confermata una situazione con tre poli differenti. «I fuoriusciti dal Pd (Mdp) non decollano e restano inchiodati al 3,5%, un punto in più di Sinistra italiana. Mentre naviga attorno al 3% anche il partito centrista di Angelino Alfano», si legge ancora.

Per quanto riguarda il governo e i suoi ministri, per « il 44% degli intervistati dichiara di aver fiducia nell'esecutivo ( 2%), mentre il 46% confida nel premier Paolo Gentiloni. Tra i ministri ottima performance di Dario Franceschini, con il 62%». 

 

Leggi Tutto »

Elezioni amministrative, si vota l’11 giugno

I residenti di 1021 Comuni, di cui 153 superiori ai 15.000 abitanti, saranno chiamati alle urne domenica 11 giugno per eleggere sindaci, consigli comunali e consigli circoscrizionali. La data e' stata fissata dal ministro dell'Interno Marco Minniti con proprio decreto, in cui si precisa che l'eventuale turno di ballottaggio per l' elezione diretta dei sindaci avra' luogo domenica 25 giugno. Al voto quattro capoluoghi di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L' Aquila. 

I Comuni interessati alla consultazione - si precisa in una nota del Viminale - sono 1021, di cui 796 nelle regioni a statuto ordinario e 225 nelle regioni a statuto speciale, dove lo svolgimento delle elezioni e' fissato autonomamente, anche in data diversa da quella prevista per le regioni a statuto ordinario. Nel dettaglio, 153 sono i comuni superiori ai 15000 abitanti, di cui 25 comuni capoluogo di provincia (tra questi 4 comuni capoluogo di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L'Aquila) e 858 comuni inferiori ai 15000 abitanti.

Leggi Tutto »

Cala la spesa per consumi delle famiglie abruzzesi

Secondo i dati  CRESA nel periodo marzo 2014 - febbraio 2015 le famiglie abruzzesi hanno speso in media 2.049,1 €, valore leggermente inferiore a quello rilevato per l'Abruzzo dall'Istat nell'anno 2014 (2.130,30 €) e decisamente più basso di quello medio nazionale (2.488,5 €).

Rispetto alla precedente indagine CRESA (2009-2010), la spesa per consumi in regione è diminuita del 10,5% (Istat Abruzzo: -11,9%; Istat Italia: +1,9%).

Le spese più consistenti riguardano l'abitazione (788,7 €, pari al 38,5% della SMMF), gli alimenti e le bevande analcoliche (430,9 €, pari al 21,9%) nonché i trasporti (228,7 €, pari all'11,2%), voci per le quali gli abruzzesi utilizzano poco più del 70% del loro budget di spesa, superiore al 64,5% medio nazionale.

Le scelte delle famiglie in regione, in linea con una tradizione propria dell'Italia meridionale, mostrano la preferenza a impiegare risorse per la casa e l'alimentazione e a risparmiare, da una parte, su alcune voci in qualche misura comprimibili (abbigliamento) e, dall'altra, su alcune spese superflue (vacanze). Il confronto con i dati della precedente indagine CRESA  evidenzia, infatti, la contrazione drastica di tutti i consumi tranne quelli che soddisfano i bisogni fondamentali (alimentari, abitativi, sanitari e di istruzione), che sono in qualche modo incomprimibili. In controtendenza con quanto si rileva nella media nazionale, aumentano le spese per gli alimenti e per l'istruzione e diminuiscono quelle per le comunicazioni e il tempo libero.

La consistenza della spesa media mensile varia, anche se in modo meno che proporzionale per via della presenza di "economie di scala", al variare del numero dei componenti. Rispetto alle famiglie di due persone (1.832,8 €), quelle con un solo componente spendono mediamente il 24% in meno (1.397 €), quelle formate da 3, 4, 5 e più persone il 27% (2.324 €), il 55% (2.837 €) e il 59% (2.916 €) in più.

Se si considerano le spese destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, si osserva che alcune di esse, quali i generi alimentari, quelle cioè sulle quali incide in maniera più diretta il numero di consumatori all'interno della famiglia, aumentano, anche se in modo meno che proporzionale, all'aumentare del numero di componenti e arrivano ad avere l'incidenza massima sul totale della spesa per consumi nelle famiglie più numerose.

I consumi superflui, quali quelli per il tempo libero, e quelli necessari ma modulabili sulla base dello stile di vita e del budget familiare, quale l'abbigliamento, comprimibile fino ad una certa misura, aumentano, se si escludono i nuclei più numerosi, in termini di valore assoluto all'aumentare della numerosità della famiglia ma hanno la massima incidenza (circa il 6% per il tempo libero e il 5% per l'abbigliamento) nelle famiglie di 4 componenti (soprattutto coppie con figli).

Altre spese, non strettamente connesse con la numerosità dei componenti e per le quali è, pertanto, possibile realizzare economie di scala, quali l'abitazione, tendono, al crescere della numerosità delle famiglie, a diminuire in termini di incidenza percentuale sulla spesa complessivae, ad esclusione delle famiglie composte da 5 e più persone, ad aumentare in termini di valore assoluto.

Il budget complessivo e il peso delle singole voci che lo compongono dipendono sostanzialmente, oltre che dalla numerosità dei componenti, anche dalla loro età e dalla tipologia familiare (uni personali, coppie senza figli, coppie con figli e monoparentali).

Alcune voci, quali l'istruzione, i trasporti e la sanità, sono connesse alla fase del ciclo di vita familiare. Le prime due tendono ad essere massime in presenza di adulti in età lavorativa e ragazzi in età scolare, vale a dire nelle famiglie monoparentali e in quelle composte da coppie con due o più figli; le spese relative alla salute arrivano a pesare il 6% circa sulla spesa media familiare delle famiglie composte da una e due persone, vale a dire nelle fasce di maggiore incidenza degli over 65, soli o in coppia.

Sono proprio le coppie con figli a far osservare una SMMF più elevata delle famiglie monoparentali (2.673 € contro 1.898 €). Le differenze in valore assoluto sono evidenti (intorno o al di sopra del 50%) nel caso dell'abbigliamento, dei mobili ed accessori per la casa, della sanità, dei trasporti, dell'istruzione e del tempo libero. Se si considera l'incidenza percentuale delle singole voci sulla SMMF totale, assai maggiore è il peso nelle monoparentali degli alimenti, bevande e tabacchi nonché dell'abitazione, simile è il peso della spesa per comunicazioni.

La differenza tra famiglie con a capo un cittadino straniero e quelle che lo hanno italiano è abissale: queste ultime spendono il 41% in meno delle prime (1.229 € contro 2.098 €). Il divario di spesa è tanto maggiore quanto più è superfluo il genere di consumo: esso si attesta intorno al 70% per tempo libero, mobili ed accessori per la casa, tra il 50% e il 63% per sanità, abbigliamento, istruzione e trasporti, è più "contenuto" tra il 24% e il 36%, per abitazione, alimenti e comunicazioni. Una curiosità: la spesa per bevande alcoliche e tabacchi delle famiglie italiane e straniere è pressoché identica (40 €) ma la sua incidenza sul totale della SMMF è nel caso delle straniere più assai più elevata (3,2% contro 1,9%). In realtà, a ben guardare all'interno della categoria, si rilevano diversità sostanziali: le famiglie straniere spendono assai più delle italiane per i tabacchi (28 € contro 21 €) e assai meno per le bevande alcoliche (11 € contro 18 €), certamente per una maggiore diffusione nell'ambito delle prime di tabagisti e al, contempo, per la presenza al loro interno di musulmani.

Prendendo in considerazione alcune particolari categorie di beni, categorie correlate ad una gestione consapevole dell'ambiente (prodotti a risparmio energetico, biologici, a km. 0), a requisiti di qualità dei beni alimentari (DOC, IGT, DOP) o ad un'esigenza di risparmio (in saldo), la metà delle famiglie abruzzesi ha comprato prodotti a risparmio energetico, più di un quarto prodotti biologici e a Km. 0, con un incremento rispetto al 2013 del 30% circa per tutte e tre le categorie di beni. Quasi il 30% ha preferito l'acquisto di alimenti e vini DOC, IGT, DOP, con un aumento rispetto ai due anni precedenti di poco superiore al 10%. La maggioranza delle famiglie (71%), in crescita del 31% se confrontata al 2013, ha effettuato spese nei periodi di saldo.

Le famiglie con figli mostrano nel complesso una maggiore attenzione alla qualità, all'ambiente e al risparmio e sono soprattutto le monoparentali a far registrare il maggior incremento dell'acquisto di prodotti a risparmio energetico e in saldo, mostrando in tal modo una maggiore propensione al risparmio nel breve e medio periodo. Diminuisce la quota di famiglie straniere che ha comprato prodotti DOC, IGT e DOP.

Il 63% delle famiglie effettua la spesa di generi alimentari presso la distribuzione organizzata una o due volte la settimana, il 29% una sola volta ogni sette giorni, il 7,8% con frequenza mensile o più di rado.  L'importo dello scontrino è per il 93% delle famiglie inferiore a 100 €(65% fino a 50 €, 29% da 50 € a 100 €). Solo nel 5,7% dei casi arriva a 300 € e nello 0,1% a più di tale importo.

Il giorno più "gettonato" per tali acquisti è la domenica (73%),  gli altri giorni riportano percentuali assai più basse che vanno dal 39% del martedì al 24% del sabato.

Le famiglie abruzzesi stanno modificando radicalmente le proprie abitudini di acquisto. Restano prevalenti, i punti vendita e la distribuzione organizzata tradizionali (centri commerciali: 46% per i prodotti alimentari e 57% per i non alimentari; supermercati:65% per i prodotti alimentari; negozi tradizionali: 33% per gli alimenti e 64% per gli altri beni, nel biennio preso in esame (2013-2015) ma, al contempo, aumenta il ricorso agli acquisti on line (+14%), di quelli effettuati direttamente dai produttori (+32%), degli hard discount (+26%) e dei mercati ambulanti (+23%) per i prodotti alimentari, degli outlet (+8%) per i beni non alimentari. Solo i negozi tradizionali, relativamente ai prodotti non alimentari, fanno registrare un incremento consistente (+14%).

 

 

 

Tali osservazioni fanno emergere una duplice tendenza: da una parte i consumatori scelgono di acquistare, a parità di qualità, prodotti in punti vendita meno costosi e, dall'altra, che una quota principalmente ma non esclusivamente di popolazione meno abbiente, stia orientando le proprie scelte di acquisto verso prodotti non solo a più basso costo ma anche di qualità percepita inferiore (hard discount per i prodotti alimentari e grandi magazzini per quelli non alimentari, principalmente abbigliamento).

Impressionante l'aumento del ricorso agli acquisti on line, i quali vedono un incremento assai consistente legato alla crescente e sempre più diffusa dimestichezza con l'informatica e il mondo web e certamente corroborato dalla sempre maggiore presenza di siti di e-commerce sui social (Facebook, Youtube, Twitter, ecc.) che hanno contribuito ad abbassare il livello di diffidenza dei consumatori.

Colpisce, al contrario di quanto si osserva a livello medio nazionale, la tendenza al decremento del ricorso ai Gruppi di acquisto solidale.

Leggi Tutto »

Nuovo filone di inchiesta per l’indagine sugli appalti nella Marsica

Nuovo filone di inchiesta della procura della Repubblica di Avezzano su presunte irregolarita' in numerosi appalti nella Marsica che vede coinvolti amministratori locali ma anche il livello politico regionale di centrosinistra.

I poliziotti della Squadra Mobile della questura dell'Aquila, diretti dal dirigente Gennaro Capasso, nel massimo riserbo hanno effettuato nei giorni scorsi quattro perquisizioni domiciliari ai danni di altrettante persone indagate: si tratta dell'ex vice sindaco con delega ai Lavori pubblici di Canistro, Paolo Di Pietro, attualmente consigliere comunale della maggioranza guidata dal sindaco Angelo Di Paolo, ex consigliere e assessore regionale ai Lavori pubblici, del quale Di Pietro e' stato collaboratore di staff; dell'amministratore delegato del Consorzio acquedottistico marsicano (Cam) Giuseppe Venturini; del sindaco di Casacanditella, Giuseppe D'Angelo; dell'imprenditore teramano Emiliano Pompa.

Le perquisizioni effettuate martedi' scorso, in particolare dal servizio criminalita' organizzata guidato dal sostituto commissario Sabatino Romano, hanno portato al sequestro di documenti e computer che sono gia' al vaglio di esperti nominati dai pm titolari dell'inchiesta, Roberto Savelli e Maurizio Maria Cerrato. Secondo quanto si e' appreso, nel caso di Canistro l'inchiesta riguarderebbe gli appalti per i lavori ai cimiteri ai tempi in cui Di Pietro era assessore ai Lavori pubblici con il sindaco Antonio Di Paolo, figlio di Angelo. Nel caso del comune chietino le indagini avrebbero fatto emergere irregolarita' in alcuni appalti.

Le ipotesi di reato sarebbero riferite alla turbativa d'asta, ma anche alla corruzione. Nei filoni gia' noti sono finiti nel mirino della procura marsicana appalti nei Comuni di Ovindoli (con le perquisizioni all'ex sindaco Pino Angelosante e al suo vice Marco Iacutone), Cappadocia (coinvolta l'ex sindaco Lucilla Lilli) e Cerchio, con il sindaco, Gianfranco Tedeschi, quest'ultimo ex presidente del Cam.

L'inchiesta, che conta gia' una decina di filoni, vede tra gli indagati nomi eccellenti come il consigliere regionale Lorenzo Berardinetti, sindaco di Sante Marie e l'assessore regionale ai Lavori pubblici Donato Di Matteo, raggiunti da un avviso di garanzia nel novembre 2016 per gli appalti legati al grande progetto relativo alla costruzione di un impianto sciistico che da Cappadocia collega Ovindoli e l'Altopiano. Qualche mese fa, la Squadra Mobile aquilana aveva gia' dato seguito a un decreto di acquisizione documentale al Comune di Canistro. All'epoca si parlo' dei fondi arrivati proprio dalla Regione per il dissesto idrogeologico. Le indagini sono in pieno svolgimento e ai attendono sviluppi.

Leggi Tutto »

Cgia, famiglie mediamente indebitate per poco più di 20 mila euro

Le famiglie italiane sono mediamente indebitate per un importo pari a 20.341 euro. Nell'insieme, i "passivi" accumulati con le banche e gli istituti creditizi ammontano a 525,9 miliardi di euro. I dati sono riferiti al 31 dicembre 2016. Rispetto alla stessa data del 2015, l'"esposizione" bancaria e' aumentata dell'1,6%. A dirlo e' l'Ufficio studi della CGIA. Sebbene lo stock dei debiti sia in aumento, la situazione rimane critica, ma non drammatica. In larga parte l'incremento e' riconducibile alla mini-ripresa registrata dai consumi interni. Nei primi 6 mesi del 2016, ad esempio, i prestiti bancari alle famiglie consumatrici per l'acquisto delle abitazioni sono aumentati, rispetto l'anno precedente, dell'1,2% e quelli per il credito al consumo del 5,5%. A livello territoriale le famiglie piu' in "rosso" sono ubicate in Lombardia. Al primo posto ci sono quelle residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.304 euro; al secondo posto quelle di Monza-Brianza, con 28.901 euro e al terzo posto le residenti a Lodi, con 27.744 euro. Appena fuori dal podio scorgiamo quelle di Varese, con un debito medio che ammonta a 27.198 euro e quelle di Como, con 27.108 euro. La prima provincia non lombarda che troviamo in questa particolare graduatoria e' Prato: le famiglie di questa realta' toscana si collocano al 6° posto e sono indebitate per 26.988 euro. Subito dopo troviamo Roma, con 26.792 euro e Siena, con 25.624 euro. Le meno esposte in questa graduatoria, invece, sono le famiglie residenti nella provincia di Reggio Calabria, con un'esposizione di 10.037 euro, quelle di Vibo Valentia, con un debito di 9.284 euro, quelle di Ogliastra, con 9.151 euro. Lo riferisce in una nota la CGIA

Infine, le famiglie meno indebitate d'Italia si trovano a Enna, con un "rosso" pari a 9.072 euro. Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane, tiene a precisare l'Ufficio studi della CGIA, si intende quello originato dall'accensione di mutui per l'acquisto di una abitazione, dai prestiti per l'acquisto di un auto/moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc. Come vanno interpretati i risultati emersi a livello territoriale? "Premesso che le aree provinciali piu' appesantite dai debiti sono quelle che presentano i livelli di reddito piu' elevati- dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo- e' evidente che anche in queste zone tra gli indebitati vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali piu' deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, non destano particolari problemi che, invece, scontiamo in altre aree del Paese, in particolar modo nel Sud"

Infine, le famiglie meno indebitate d'Italia si trovano a Enna, con un "rosso" pari a 9.072 euro. Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane, tiene a precisare l'Ufficio studi della CGIA, si intende quello originato dall'accensione di mutui per l'acquisto di una abitazione, dai prestiti per l'acquisto di un auto/moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc. Come vanno interpretati i risultati emersi a livello territoriale? "Premesso che le aree provinciali piu' appesantite dai debiti sono quelle che presentano i livelli di reddito piu' elevati- dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo- e' evidente che anche in queste zone tra gli indebitati vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali piu' deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, non destano particolari proble

Leggi Tutto »

Confartigianato, in Abruzzo l’occupazione cresce meno del Mezzogiorno

Nel 2016 l'occupazione in Abruzzo e' salita dell'1,4% rispetto all'anno precedente, dato superiore alla media nazionale (+1,3%), ma inferiore a quella del Mezzogiorno (+1,7%). La regione si colloca alla decima posizione della classifica nazionale, guidata da Campania e Molise (+3,8%) e chiusa da Marche e Umbria (-0,8% e -1,5%). Quattordicesima posizione, invece, per quanto riguarda il tasso di occupazione: e' al 42,1%, piu' basso della media italiana (43,7%) e piu' alto di quella del Mezzogiorno (33,9%). E' quanto emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un'elaborazione dell'Ufficio studi della Confederazione nazionale. In Abruzzo, nel 2016, gli occupati erano 485mila e i disoccupati 67mila, con un tasso di disoccupazione pari al 12,1%, dato che, in calo dello 0,5% sul 2015, colloca la regione all'ottavo posto della graduatoria nazionale. A livello territoriale, situazione peggiore in provincia di Pescara, dove il tasso di disoccupazione era al 13,8%, con 18mila disoccupati, 112mila occupati e un tasso di occupazione del 40,2%. Seguono il Chietino, con un tasso di disoccupazione dell'11,9% (20mila disoccupati, 146mila occupati, tasso di occupazione del 42,9%), l'Aquilano (disoccupazione 11,7%, 15mila disoccupati, 114mila occupati, occupazione 43.2%) e il Teramano (disoccupazione 11,1%, 14mila disoccupati, 114mila occupati, occupazione 42,1%). "E' fondamentale - commenta il direttore regionale di Confartigianato, Daniele Giangiulli - che la Regione Abruzzo proceda alla pubblicazione dei bandi sulle politiche attive del lavoro e formazione, sui quali siamo in ritardo. Tali strumenti possono rappresentare un elemento di supporto al trend occupazionale positivo. Altro tema e' quello relativo alla tassazione: la Regione deve ridurre la fiscalita' di svantaggio, per far si' che il territorio torni ad essere capace di attrarre nuovi investimenti".

Leggi Tutto »

Formazione e lavoro, ecco i Poli tecnico professionali

Consolidare il rapporto tra formazione e lavoro: con questo obiettivo arrivano in Abruzzo i Poli tecnico professionali, voluti dalla Regione anche per promuovere le vocazioni produttive dei diversi territori. I Poli arrivano dopo gli Istituti tecnici superiori (Its), che negli ultimi anni hanno contribuito a rafforzare la sinergia tra offerta formativa e imprese. I poli tecnico professionali, presentati stamani in conferenza stampa dall'assessore regionale Marinella Sclocco, rappresentano una rete in grado di ottimizzare l'impiego delle professionalita' e delle risorse strumentali. Previsti una serie di step: integrazione delle risorse professionali, logistiche e strumentali di cui dispongono gli istituti tecnici, gli istituti professionali, le istituzioni formative accreditate dalle Regioni e gli istituti tecnici superiori; impegno delle imprese a mettere a disposizione proprie risorse professionali e strumentali; flessibilita' organizzativa delle istituzioni scolastiche e formative attraverso il pieno utilizzo degli strumenti esistenti; caratterizzazione di reti tra istituti tecnici e professionali, centri di formazione professionale accreditati e imprese, incentrati sui laboratori territoriali e quelli presenti nelle aziende o nelle scuole. Il bando per le manifestazioni di interesse era stato pubblicato a novembre. Sei le filiere individuate: meccanica, meccatronica e automazione; energia, costruzioni e abitare; agroalimentare; tessile, abbigliamento e calzaturiero; trasporti e logistica-mobilita' sostenibile; turismo. All'avviso hanno risposto gli istituti tecnici superiori, gli istituti tecnici e professionali, centri di formazione, organizzazioni di categoria e numerose aziende. Dopo la verifica dei requisiti sono stati istituiti i sei poli regionali. Ptp Meccanica, Meccatronica e Automazione, con sede a Lanciano; Ptp Energia, Costruzioni e Abitare; Ptp Agriteca; Ptp della moda; Ptp AdriaTouristNet; Ptp "Net for log- Networking per la Logistica".

"La mission dei Poli - sottolinea Sclocco - e' soprattutto quella di creare una efficace sinergia tra i percorsi e i diversi soggetti dell'offerta formativa e le imprese, condividendo risorse umane, laboratori, progettualita' e analisi dei fabbisogni, rafforzando la sinergia tra soggetti pubblici e privati. Un cambiamento che apre prospettive interessanti per i territori, ma soprattutto per i piu' giovani, che avranno la possibilita' di seguire un percorso formativo di qualita' da spendere sul mercato del lavoro, non solo regionale". 

Leggi Tutto »

Comitato Via respinge il progetto di ampliamento Megalo’ 2

Il Comitato per la Valutazione di impatto ambientale (Via) della Regione Abruzzo, nella riunione a L'Aquila, ha detto "no" al progetto di ampliamento di "Megalo' 2" che punta ad allargare il centro commerciale chietino, gia' di grandi proporzioni. Il Via ha rigettato l'istanza di proroga del proprio giudizio, risalente al 2012 e che andra' in scadenza, trascorsi 5 anni, il prossimo 10 aprile: termine entro il quale andava completata l'opera che, invece, non e' mai iniziata. Venuta meno la proroga, il Comitato, presieduto dal direttore generale della Regione Abruzzo, Cristina Gerardis, ha potuto dichiarare improcedibile la seconda istanza, quella di modifica sostanziale del progetto limitatamente alle opere edili, trattandosi di un procedimento che presuppone la vigenza del precedente giudizio del 2012, che invece andra' a scadenza tra poco. Fortissima l'opposizione al progetto giunta nei mesi scorsi e anche alla vigilia, dalle associazioni ambientaliste, di categoria e dl Movimento 5 stelle.

Leggi Tutto »

Giochi, nel 2016 spesa pro capite di 419,25 euro in Abruzzo

 In Italia la spesa media pro-capite per il gioco nel 2016 e' stata di 339,40 euro l'anno. Questo e' il dato ufficiale presentato oggi dai Monopoli di Stato alla presentazione del Piano Regionale 2017 a contrasto del gioco d'azzardo patologico.

La regione con la spesa pro-capite piu' alta - segnala l'agenzia specializzata Agimeg - e' stata lo scorso anno la Lombardia con 420,67 euro, seguita dall'Abruzzo (419,25 euro) e dall'Emilia-Romagna (393,08 euro). Fanalino di coda la Calabria con una spesa pro-capite per il gioco di 186,74 euro.

Ecco il dettaglio regione per regione con la spesa complessiva pro-capite nel 2016:

 

REGIONI                             SPESA PRO-CAPITE

LOMBARDIA                      420.67

ABRUZZO                           419.25

EMILIA ROMAGNA         393.08

LAZIO                               378.30

CAMPANIA                        373.86

MARCHE                             359.91

LIGURIA                              356.83

UMBRIA                              354.34

TOSCANA                           354.25

VENETO                              350.45

MOLISE                               342.83

PIEMONTE                         334.21

FRIULI VENEZIA GIULIA     332.24

VALLE D'AOSTA                330.33

SARDEGNA                        329.02

PUGLIA                               321.77

TRENTINO ALTO ADIGE 307.66

SICILIA                                 271.74

BASILICATA                       270.52

CALABRIA                           186.74

Media                                  339.40

Facendo un rapporto della spesa totale sul PIL, si ottiene un peso dell'1,15%. Per quanto riguarda la spesa, cioe' la differenza tra quanto giocato e quanto vinto, totale per regione vede in testa la Lombardia con 3,5 miliardi di euro, seguita da Lazio (1,9 miliardi) e Campania (1,8 miliardi).

 Nel 2016 la spesa totale reale, cioe' la differenza tra quanto giocato e quanto vinto, degli italiani per il gioco e' stata di circa 19 miliardi di euro, di cui circa 18 miliardi sulla rete fisica e poco piu' di 1 miliardo di euro sul gioco online. Questi i dati presentati dai Monopoli di Stato alla presentazione del Piano Regionale 2017 a contrasto del gioco compulsivo. La rete di vendita del gioco in Italia - segnala Agimeg - e' composta da 206 sale Bingo, 9.159 esercizi per i Concorsi pronostici (Totocalcio, ecc), 33.881 per giochi numerici a totalizzatore (SuperEnalotto, ecc), 3.397 punti, tra negozi e corner, per il gioco ippico, 4.431 corner e 1.333 agenzie di scommesse sportive, 33.920 ricevitorie Lotto e 62.975 punti dove si vendono i Gratta e Vinci, 85.025 esercizi con le Newslot e 4.934 sale VLT. Si tratta naturalmente di dati che in moltissimi casi sono da sovrapporre, visto che nello stesso punto gioco si possono trovare, ad esempio, Lotto, Gratta e Vinci e Scommesse.

Leggi Tutto »

Sondaggio Corriere della Sera, il Movimento 5 Stelle cresce nelle intenzioni di voto

Cambiano le intenzioni di voto degli italiani stando a quanto pubblicato sul Corriere della Sera nell'articolo a firma di Nando Pagnoncelli. Il Movimento 5 Stelle arriva al 32,3%. Il Partito Democratico invece è in flessione col 26,8 %. Per gli altri partiti invece si registra il 12,8 % della Lega e il 12,7% di Forza Italia. Più distanziati Fratelli d'Italia (4,6%), Mdp (3,3%), Ncd (2,8%) e Sinistra Italiana (2,7%).

 

L'infografica

Leggi Tutto »