Redazione Notizie D'Abruzzo

Pescara, calo degli incidenti con le restrizioni imposte per il coronavirus

Si è registrato un brusco calo degli incidenti stradali a Pescara in questo periodo di emergenza sanitaria per il contrasto al covid-19. Nel capoluogo adriatico, contrassegnato normalmente da traffico intenso e a tratti congestionato, dall'8 marzo fino a ieri, con la diminuzione considerevole della circolazione di auto, gli agenti del Nucleo Infortunistica della Polizia Municipale di Pescara, coordinati dal maggiore Giorgio Mancinelli, hanno rilevato appena 5 incidenti con 3 feriti. Dei cinque sinistri, due sono stati provocati da conducenti in stato di ebbrezza e uno da un guidatore sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Dall'1 al 7 marzo, prima dell'entrata in vigore del Decreto, erano stati rilevati 7 incidenti. A gennaio 2020 erano stati 42 i sinistri stradali, a febbraio 45. 

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Coronavirus, l’imprenditore Tosto acquista 1.150 biglietti dello Zoo d’Abruzzo per aiutare la struttura

L'imprenditore Luca Tosto risponde all'appello del titolare dello Zoo d'Abruzzo e acquista 1.150 biglietti che i suoi dipendenti potranno usare per andare a visitarlo quando la pandemia sara' finita e lo zoo riaprira' i cancelli. Lo fa sapere l'assessore regionale Mauro Febbo che ringrazia tutte le persone e le associazioni "che si sono rese subito disponibili per risolvere la difficile situazione venutasi a creare all'interno dello Zoo d'Abruzzo di rocca San Giovanni".

"Ho cercato di aiutare lo Zoo veicolando l'Sos lanciato proprio dai custodi e dai lavoratori presenti all'interno del parco che, a causa dell'emergenza sanitaria, non hanno potuto riaprire ai visitatori provocando difficolta' alla gestione ordinaria dei 250 animali presenti che necessitano di cibo e cure - ricorda Febbo. Pertanto - conclude - riamane ancora aperto l'invito ad essere sensibili e continuare ad aiutare gli animali presenti all'interno dello Zoo d'Abruzzo". 

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Coronavirus, Deco dona 450 tute protettive all’ospedale di Chieti

Dopo i 100 mila euro donati alla Asl di Pescara, la Deco spa consegna gratuitamente 450 tute protettive per il personale sanitario e parasanitario dell'ospedale SS Annunziata di Chieti. "Un modo questo con cui l'azienda e tutti i suoi lavoratori - si legge in una nota - hanno voluto rafforzare il loro senso di appartenenza alla comunita' abruzzese ed esprimere profonda gratitudine al personale sanitario ed ospedaliero che sta affrontando, con spirito di sacrificio e massima professionalita', l'emergenza in corso". Un'attenzione riservata anche al proprio personale per il quale la Deco ha attivato una copertura assicurativa in caso di contagio da Covid-19. Iniziative sanitarie dunque, ma anche sociali. L'azienda fa infatti sapere che sta attivando delle videochat per i lavoratori "al fine di ripristinare la pausa caffe' della mattina e scambiare due chiacchiere con i colleghi". 

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Coronavirus, Fidimpresa chiede di usare i fondi europei per le PMI

Impiegare subito gli 11 miliardi di Fondi europei inutilizzati dall'Italia garantendo la liquidita' dei due miliardi e mezzo spettanti, alle micro e piccole imprese. E' la proposta di Fidimpresa Abruzzo, il Confidi del sistema associativo Cna Abruzzo, che rivolge direttamente alle istituzioni sottolineando, per voce del presidente Giorgio Stringini, che "le micro imprese sul territorio rappresentano il 96% del totale e danno lavoro al 55% degli occupati totali. Le sole iniziative di rinvio degli oneri fiscali e contributivi - aggiunge - non sono sufficienti per garantire la loro sopravvivenza. In gioco c'e' la tenuta del nostro sistema produttivo". "Insieme alle aziende", questo il claim scelto da Fidimpresa che, dunque, chiede accesso i fondi europei per garantire liquidita' alle Pmi e allo stesso tempo di sospendere i mutui. "Le imprese che rappresentiamo - sottolinea il coordinatore Paolo D'Amico - hanno scadenze di fatture, ricevute bancarie e assegni da saldare. In questo periodo di emergenza i Confidi sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale di collegamento tra enti pubblici e mondo bancario. Le somme enormi dei fondi europei non utilizzate - conclude - possono venire certamente in soccorso".

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Coronavirus, l’omaggio delle forze dell’ordine al personale sanitario a Chieti

Grande emozione davanti all'ospedale SS Annunziata di Chieti dove le forze dell'ordine hanno voluto rendere omaggio ai medici e tutti gli operatori sanitari che, in queste settimane, stanno combattendo in prima linea per far fronte all'emergenza Coronavirus. Un'iniziativa, quella di stamattina, cui hanno preso parte la Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri, le Volanti della Questura, la Polizia stradale, il Comando provinciale della Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria, i Vigili del Fuoco, la Polizia locale, tutti di Chieti, e il Reparto Volo della Polizia di Stato di Pescara.

Tutti sull'attenti, con un silenzio interrotto solo dal volo dell'elicottero che sorvola la struttura per poi fermarsi come a volersi inchinare di fronte a chi ha messo la vita degli altri davanti alla propria. Dall'altra parte della strada loro: gli operatori sanitari. Commossi, alle finestre, molti dei pazienti qui ricoverati. "Cari dottori, infermieri, personale sanitario, in un momento del genere non possono esserci lavori di serie A e B, ma solo collaborazione e rispetto reciproco. Per questo noi Forze dell'Ordine - hanno scritto su una pergamena consegnata alla Direzione sanitaria - non solo ci impegniamo nel fare quotidianamente il nostro lavoro, ma vogliamo ringraziare anche voi tutti, medici, infermieri e operatori sanitari che quotidianamente vi sacrificate. Grazie! Uniti piu' che mai".

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D’Alfonso (PD): Edi Rama e l’Albania, lezione di amicizia fraterna

"Nei momenti di grande difficoltà, gli amici vengono sempre in aiuto. Edi Rama è la dimostrazione della concretezza dei fatti, è il fratello che mette a disposizione ciò che ha in aiuto degli altri. Grazie Edi, grazie infinite per questa preziosa lezione di amicizia che hai dato a tutto il mondo". Lo afferma Luciano D'Alfonso, senatore del Partito Democratico.

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Consiglio regionale, commissioni e sedute a porte chiuse

La settimana politica all’Emiciclo inizia domani alle ore 11.00  con la seduta straordinaria e congiunta della Prima e Terza Commissione che si riuniscono nella sala consiliare "Sandro Spagnoli" (la sala dove si svolgono di solito le riunioni dell'Assemblea legislativa) con il seguente ordine del giorno: progetto di legge “Misure straordinarie ed urgenti per l'economia e l'occupazione”; Provvedimento amministrativo sul “Rendiconto finanziario 2019”; Provvedimento amministrativo sulla “Prima Variazione - Applicazione Avanzo di Amministrazione Esercizio 2019 – Assestamento Generale dei Conti”. Le sedute saranno svolte a porte chiuse nel rispetto delle prescrizioni recate dalla deliberazione U.P. n.50 del 10.3.2020, e con tutte le precauzioni e l’utilizzo dei dispositivi atti a garantire il rispetto delle misure di contenimento del virus Covid-19. Terminate le Commissioni consiliari è in programma la seduta del Consiglio regionale che si riunisce nella sala “Ipogea” (la sala convegni posta vicino alla Biblioteca "Giusepe Bolino") di Palazzo dell'Emiciclo. All'esame dell'aula i seguenti provvedimenti: progetto di legge" Misure straordinarie ed urgenti per l'economia e l'occupazione"; progetto di legge "Disposizioni contabili per la gestione del bilancio 2020/2022:modifiche ed integrazioni a leggi regionali ed ulteriori disposizioni urgenti ed indifferibili"; provvedimenti amministrativi recante "Rendiconto finanziario 2019" e "Bilancio di previsione 2020/2022:Prima variazione e applicazione avanzo di amministrazione esercizio 2019 – Assestamento generale dei conti". In coda la convalida del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.

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Un prestito per l’Italia del dopo covid 19. La lezione di Marcello Soleri.

Un prestito per l’Italia del dopo covid 19. La lezione di Marcello Soleri.

“Italia sbarrata”, “Chiude tutto anche le fabbriche,””Coprifuoco”, “Catena di smontaggio”, così i titoli dei maggiori quotidiani, soltanto una quindicina di giorni fa, all’annuncio da parte del governo del lockdown per il nostro Paese per cercare di contenere e governare la pandemia del Covid 19. Si tratta di una condizione che sembra destinata a durare ancora per molto tempo. Secondo Francesco Daveri e Lorenzo Marchetti di la voce.info, in base a quanto è successo in Cina, la nostra lockdown dovrebbe durare, come minimo, altri due mesi e cioè almeno fino a maggio. E tutto ciò mentre gli esperti ci dicono che non ancora viene toccato il “picco”dei contagi da Covid 19. E’ evidente che, da subito, si è posto il problema di come gestire la riorganizzazione della società e dell’economia dopo la fine della pandemia. E’ questione che riguarda tutti i paesi e tutti i continenti colpiti da questa pandemia mondiale. Soprattutto la questione riguarda il reperimento delle risorse per riaccendere i motori dell’economia e dello sviluppo. Si tratta di una situazione assolutamente inedita la cui gestione necessita di una “rottura” con i modelli economici di intervento del passato per poter essere efficace. Per ciò che riguarda il nostro Paese con gli ultimi due decreti del governo siamo ad interventi dell’ordine di circa 30 miliardi di euro per comuni, imprese e famiglie. E’chiaro che serve ben altro per far fronte ad una condizione economica e sociale del nostro Paese che è assimilabile a quella che abbiamo vissuto alla fine della seconda guerra mondiale. Da qualche settimana si è aperto un dibattito sugli strumenti finanziari più adeguati per reperire le risorse necessarie per rilanciare il tessuto economico e sociale del nostro Paese. Quello più idoneo dovrebbero essere gli eurobond, garantiti dalla Ue, a lunga scadenza, con un tasso di vantaggio. Ma su ciò non c’è una intesa finora in Europa ed allora potrebbe essere necessario dare vita, in tempi brevi, ad un nostro strumento finanziario, ad esempio un “prestito per l’Italia”sulla base di quanto fu fatto nel 1945 dal Governo Parri che per fare fronte alle necessità della ricostruzione del Paese, lanciò l’emissione di buoni del tesoro quinquennali al 5 per cento che vennero sottoscritti, in massa dagli italiani, e fruttarono ben cento miliardi di lire. Regista di quella grande operazione fu MARCELLO SOLERI ministro del Tesoro nei governi Bonomi e Parri che era un massimo esponente del liberalismo italiano, collaboratore di Giovanni Giolitti, deputato e ministro dell’ultimo periodo dell’Italia liberale, intransigente oppositore del fascismo e quindi nuovamente Ministro dell’Italia libera. Memorabile il suo discorso a Milano il 15 luglio del 1945 per illustrare le finalità del prestito per l’Italia (Per il risanamento finanziario dell’Italia – Marcello Soleri – Milano 1945 – Ed. Consiglio Regionale del Piemonte). Dopo pochi giorni da quel discorso Marcello Soleri, purtroppo, morì.

L’eventuale emissione di titoli pubblici è rivolta essenzialmente a poter impiegare e valorizzare il grande giacimento costituito dall’ingente mole del risparmio degli italiani. Infatti, secondo i dati della Banca d’Italia nel 2018 la ricchezza posseduta dalle famiglie italiane era di ben 4287 miliardi di euro di cui 1371 miliardi di euro erano parcheggiati in c/c bancari senza interessi. E nel 2018, secondo l’ABI i depositi nelle banche della clientela residente erano aumentati di ben 32 miliardi di euro. In questo periodo la propensione al risparmio degli italiani è salita dell’8%. Quindi c’è una grande fetta di ricchezza del paese che non viene né spesa,nè investita. Ma c’è anche la anomalia rappresentata dagli 8,9 miliardi di euro di liquidità degli italiani emigrata all’estero nel 2018 in cerca di una adeguata remunerazione.

In buon a sostanza si tratta di ipotizzare il finanziamento di un piano di infrastrutture ad elevato moltiplicatore per modernizzare il Paese, definito con la collaborazione delle imprese e delle parti sociali, coinvolgendo la liquidità delle famiglie italiane, Ovviamente il collante di questa operazione non può che essere la fiducia che deve venire non solo da chi governa, ma anche dalla stessa opposizione, Davvero qui vale dire “simul stabunt vel simul cadent”... Il tempo che abbiamo a disposizione è già scaduto ed i segni di malessere sociale sono già evidenti in queste ore. Se l’egoismo europeo ci chiude ogni sostegno, dobbiamo sapere che abbiamo le risorse economiche, morali e sociali per uscire da questa pesantissima fase.

Ed è bene che soprattutto chi ci governa non dimentichi ciò che disse Marcello Soleri a conclusione del suo discorso di Milano nel 1945 “la libertà politica è una vera lustra se non accompagnata dalla libertà dal bisogno, dalla libertà dalla fame, dalle libertà sociali.”

 

di Nicola Primavera

 

 

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FLA-Festival di libri e altre cose lancia incontri virtuali

Una lettura, un brano recitato, un consiglio, novità editoriali. E l’interazione e il confronto con il pubblico, per quanto virtuale, dalla pagina Facebook del FLA-Festival di libri e altre cose. L’appuntamento con Altrove - questo il nome scelto per l’evento online - è dal lunedì al venerdì alle 19, a partire da lunedì 30 marzo, con gli amici del festival che da diciotto anni ormai propone a Pescara e dintorni incontri, presentazioni, spettacoli, all’insegna appunto dei libri e di altre cose. Primi ospiti sono Luca Sofri  - direttore artistico del Festival - e Giovanni Di Iacovo (lunedì 30), Pierluigi Battista (martedì 31), Enrica Tesio (primo aprile). Conduce Vincenzo D’Aquino, direttore del FLA.  

“Il tema per Altrove non è tanto quando usciremo dall’emergenza, risposta che lasciamo come di dovere alla scienza e alla politica - dicono dall’agenzia Mente locale che organizza il FLA - ma come. Ci sarà un prima e un dopo, questo ormai l’abbiamo capito. Quando tutto sarà passato, cambieranno molte cose. Per adesso, però, c’è soltanto il tempo sospeso e incerto che ci troviamo a vivere. E proprio in questo tempo qui, in queste giornate che navighiamo a vista, abbiamo bisogno più che mai di stare insieme e di farci compagnia”.

Ecco quindi gli amici del FLA con i loro contributi. Sempre all’insegna dello stare insieme, per costruire uno spazio alternativo, con l’impronta che caratterizza il Festival, quella della socialità, dell’essere uniti. Un tentativo di ricostruzione di quell’atmosfera, in attesa di rivedersi di persona.

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Nel 2020 l’emergenza Coronavirus potrebbe bruciare 18 miliardi di spesa turistica

Nel 2020 l’emergenza Coronavirus potrebbe bruciare 18 miliardi di spesa turistica: 9,2 miliardi per la contrazione dell’incoming e 8,8 miliardi per la rinuncia alla vacanze degli italiani nel Bel Paese. Il 70% della rilevante 'sforbiciata', pari a 12,6 miliardi di euro, sarebbe concentrata in sei sistemi regionali: Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige. La contrazione del consumo totale di beni e servizi sarebbe diretta conseguenza della riduzione di 29 milioni di arrivi che genererebbe, a sua volta, ben 143 milioni di presenze in meno con una flessione rispettivamente pari al 22,1% e al 34,2% rispetto al 2019. Sono alcune delle anticipazioni di uno studio di Demoskopika contenute nel saggio 'Turismo in quarantena', edito da Tangram Edizioni Scientifiche, scritto dal presidente dell’Istituto di ricerca, Raffaele Rio.

Una stima – si precisa nella nota dell’Istituto Demoskopika – assolutamente per difetto se si considera che, a differenza dell’incoming, il calcolo del calo della spesa e dei flussi turistici, relativo alla sola componente italiana, è circoscritto esclusivamente al periodo pasquale e ai mesi più tradizionali del periodo estivo: luglio e agosto, ipotizzando uno scenario di graduale ripresa a partire dal prossimo mese di giugno.Incoming: 15 milioni di turisti in meno. In testa Germania, Usa e Francia. Nel 2020, l’emergenza Coronavirus potrebbe generare un segno negativo per l’incoming turistico italiano, con una contrazione della spesa in 'viaggi e vacanze' di ben 9,2 miliardi di euro, pari circa al 9,7% per cento del prodotto interno lordo del settore.

Le stime dell’Istituto Demoskopika sono state riviste al rialzo rispetto allo scorso 4 febbraio tenuto conto delle misure restrittive imposte dagli Stati e della diffusione del Coronavirus in tutte le realtà regionali italiane. La contrazione del consumo totale di beni e servizi da parte del viaggiatore (alloggio, pasti, intrattenimenti, souvenir, regali, altri articoli per uso personale ecc.), sarebbe diretta conseguenza della riduzione degli arrivi, quantificata in 15 milioni di turisti stranieri, che genererebbero, a loro volta, ben 52 milioni di presenze in meno rispetto al 2018. Un andamento generato principalmente dai 15 paesi top player dell’incoming italiano. Analizzando, in particolare, il quadro per singolo paese emerge che il rischio di contrazione più rilevante si registrerebbe in Germania: –2,8 milioni di arrivi e –13,3 milioni di presenze. A seguire, Stati Uniti con una contrazione pari a 1,4 milioni di arrivi e 3,6 milioni di presenze; Francia con una riduzione pari a 1,1 milioni di arrivi e 3,4 milioni di presenze. Rilevanti anche le possibili rinunce alla vacanza italiana per britannici e cinesi quantificabili rispettivamente in 908 mila arrivi e 3,3 milioni di presenze per i primi e in 790 mila arrivi e 1,3 milioni di presenze per i secondi. Sul versante della spesa turistica, lo scenario della contrazione muta di poco. In questo caso, a collocarsi in cima, sono gli Stati Uniti con ben 1.694 milioni di euro in meno di spesa turistica, immediatamente seguita dalla Germania con 1.253 milioni di euro e dalla Cina con 1.240 milioni di euro. Più a ritroso, il Giappone con 596 milioni di euro, il Regno Unito con 535 milioni di euro e, infine, la Francia con 372 milioni di euro.

Stagione estiva: per almeno 1 italiano su 3 questa vacanza “non s’ha da fare”. Almeno un italiano su tre avrebbe deciso di rinunciare a trascorrere fuori casa le prossime vacanze estive. Secondo la rilevazione, realizzata dall’Istituto Demoskopika lo scorso 11 marzo su un campione rappresentativo di oltre mille italiani, il peso della diffusione del Coronavirus si fa sentire e anche pesantemente: sarebbero almeno 14 milioni i cittadini che, al netto di una ulteriore proroga dei provvedimenti restrittivi, avrebbero, comunque, già deciso di non trascorrere più le vacanze 'sotto l’ombrellone' nei due mesi dell’estate tradizionalmente più frequentanti dai turisti del Bel Paese: luglio e agosto. Un tasso di rinuncia che si ripercuoterebbe sul sistema turistico con una contrazione della voce 'viaggi e tempo libero' di circa 5,8 miliardi di euro a cui si aggiungono poco più di 3 miliardi di perdita calcolata per le festività pasquali.In questo contesto, sarebbero sette, le destinazioni regionali a registrare un livello di rinuncia maggiore per il periodo estivo: Lombardia, Veneto, Toscana, Sicilia, Emilia-Romagna, Lazio e Campania. In una 'zona arancione' troverebbero collocazione Trentino-Alto Adige, Marche, Puglia, Calabria e Sardegna. A collocarsi nella 'zona gialla', infine, le rimanenti realtà territoriali: Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Abruzzo, Molise e Basilicata.Territorio. La mappa della possibile decrescita regione per regione. Sarebbero sei le realtà regionali, infine, i cui sistemi turistici locali risulterebbero maggiormente bersagliati dalle conseguenze del Coronavirus, con una contrazione della spesa turistica al di sopra del miliardo di euro: Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige. È il Veneto a subire i maggiori contraccolpi causati dal Covid-19. In particolare, per il suo sistema turistico, la stima delle possibili ripercussioni potrebbe generare un rilevante calo di 4,6 milioni di arrivi, di oltre 21,9 milioni di presenze e, infine, con una contrazione della spesa turistica pari a quasi 2,9 miliardi di euro rispetto all’anno di riferimento individuato. Preoccupanti anche i possibili 'postumi da virus' per il turismo in Lombardia, con un calo di 3,9 milioni di arrivi, di quasi 16,8 milioni di presenze e con una contrazione della spesa in viaggi pari a circa 2,4 miliardi di euro; in Toscana, con un calo di poco meno di 3,3 milioni di arrivi, di 15,5 milioni di presenze e con una rilevante contrazione della spesa turistica pari a circa 2,3 miliardi di euro; nel Lazio, con un calo di circa 3 milioni di arrivi, di 12,2 milioni di presenze e con una contrazione della spesa turistica pari a quasi 2,1 miliardi di euro. E, ancora, a subire una perdita della spesa turistica di oltre un miliardo, sarebbero altri due sistemi turistici: Emilia-Romagna con una contrazione di 2,5 milioni di arrivi, di quasi 14,4 milioni di presenze e con una calo della spesa in viaggi pari a circa 1,6 miliardi di euro; Trentino Alto-Adige con un calo di poco più di 2,4 milioni di arrivi, di 13,5 milioni di presenze e con una rilevante contrazione della spesa turistica pari a circa 1,3 miliardi di euro.Sul versante opposto, a collocarsi in coda al ranking delle destinazioni regionali per gli effetti generati dal Coronavirus sui principali indicatori turistici, troverebbero spazio altri tre sistemi locali: Molise con un calo di oltre 28 mila arrivi, di quasi 184 mila presenze e con una contrazione della spesa in viaggi pari a oltre 18 milioni di euro; Valle d’Aosta con un calo di oltre 233 mila arrivi, di quasi 1,3 milioni di presenze e con una contrazione della spesa in viaggi pari a poco meno di 140 milioni di euro; l’Abruzzo, infine, con un calo di 332 mila arrivi, di quasi 2,1 milioni di presenze e con una contrazione della spesa in viaggi pari a circa 212 milioni di euro.

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