Redazione Notizie D'Abruzzo

Rimosso dagli operai del Comune il grosso pino caduto ieri, per il forte vento, in via Imera

Un grosso pino è caduto ieri, in seguito al forte vento del tardo pomeriggio, sulla recinzione di una casa privata in via Imera, nei pressi della strada parco. Questa mattina sono intervenuti gli operai del Comune che hanno provveduto a tagliare il tronco e, soprattutto, a liberare il giardino privato dall’albero, alto oltre otto metri.

«Per fortuna in quel momento non passava nessuno in strada e anche il giardino privato era sgombro», sottolinea l’assessore al Verde pubblico,Ernesto De Vincentiis, «Questo intervento dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che la manutenzione degli alberi della nostra città è fondamentale e che i nostri interventi, quando non sono di routine o programmati per esigenze naturali, mettono sempre al primo posto l’attenzione alla pubblica incolumità. Abbiamo da tempo avviato un ampio lavoro sull’intero patrimonio arboreo affidato a tre ditte, un impegno economicamente consistente (circa 70 mila euro) con l’autorevole supervisione di un agronomo, il dottore forestale Francesco Cellini, vicepresidente dell'Ordine degli agronomi e dei dottori forestali della provincia di Pescara».     

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Il nuovo Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo è Lorenzo Sospiri

Il nuovo Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo è Lorenzo Sospiri. Il consigliere di Forza Italia è stato eletto Presidente nell’odierna seduta di insediamento dell’undicesima legislatura con 26 voti favorevoli su 31 votanti. Nato a Pescara il 20 marzo 1975, eletto nella circoscrizione di Pescara nella lista di Forza Italia, è alla terza esperienza sui banchi dell’Emiciclo dopo le elezioni ottenute nel 2008 e nel 2014. Nella passata legislatura ha ricoperto il ruolo di Capogruppo di Forza Italia. 

“Sono emozionato ed onorato del ruolo che mi è stato affidato”. Sono queste le prime parola del Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri eletto questa mattina nella seduta di insediamento della undicesima legislatura. Nel suo discorso il neo Presidente ha delineato l'attività di un'assemblea legislativa che deve “Avvicinare la regione ai cittadini e restituire loro la fiducia nella politica. Il Consiglio regionale – ha sottolineato Sospiri – non è l'organo chiamato a ratificare le scelte del governo regionale ma gode della sua autonomia e delle sue prerogative. Come Presidente voglio essere l'ispiratore di una profonda stagione di riforme e di semplificazione legislativa che passerà per l'approvazione anche dei Testi Unici. Tra cinque anni sono certo che faremo cambiare idea agli abruzzesi. Un pensiero particolare lo voglio rivolgere agli abruzzesi all'estero.” Infine sulla figura del Presidente e garante dell'aula : “Sarò per il rispetto delle regole, la mia aula non sarà mai una cloaca ma un modello per i giovani abruzzesi. Auspico che tutti i consiglieri eletti sappiano svolgere appieno il loro compito”

Da sempre attivo nell’attività politica, già segretario regionale del movimento giovanile Alleanza Nazionale Azione Giovani, nel 2008 è stato eletto Consigliere Comunale nella città di Pescara nelle fila della lista del Pdl dove ha fatto parte delle Commissioni consiliari Lavori Pubblici, Vigilanza e Garanzia, Sociale. Nel maggio 2009 è stato rieletto Consigliere sempre al Comune di Pescara, risultando il più votato di tutta la città. Sospiri ha maturato un’esperienza di  Consigliere provinciale di Pescara tra il 2004 e il 2006.  Prima di Sospiri altri pescaresi avevano ricoperto la carica di Presidente dell’Assemblea legislativa abruzzese: Giustino De Cecco (1970), Gaetano Novello (1985/1988), Vincenzo Del Colle (1990/1992), Gianni Melilla (1995/1997), Marino Roselli (2005/2009) e Nazario Pagano (2009/2014)

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Crescita dell’export nelle Regioni italiane rallenta in 2018

Nel 2018 l'export continua a crescere ma a un tasso piu' che dimezzato rispetto a quello registrato nel 2017. Tutte le principali ripartizioni territoriali sono in crescita ma con dinamiche differenziate: la crescita e' molto sostenuta per le Isole, grazie anche alla positiva dinamica delle vendite di prodotti energetici, superiore alla media nazionale per il Nord, mentre il Sud e, soprattutto, il Centro sembrano risentire maggiormente del rallentamento dell'export nazionale. L'Istatdiffonde i dati dell'export delle regioni italiane. Nel quarto trimestre 2018 si stima una crescita congiunturale delle esportazioni per il Centro (+3,9%) e per il Nord-est (+2,5%), un lieve calo per il Nord-ovest (-0,4%) e una piu' marcata flessione per il il Sud e Isole (-5,7%). Nel 2018 si conferma molto sostenuta per le Isole (+12,2%) superiore alla media nazionale per il Nord-est (+4,3%) e il Nord-ovest (+3,4%) e piu' contenuta per il Sud (+2,5%) e, in particolare, per il Centro (+1%). 

Nel 2018, tra le regioni piu' dinamiche all'export, l'Istat segnala Molise (+46%), Calabria (+15,9%), Valle d'Aosta (+9,1%) e Umbria (+8,7%) che tuttavia hanno un impatto molto contenuto (+0,1 punti percentuali) sulla crescita dell'export nazionale. Sicilia (+15,3%), Friuli Venezia-Giulia (+5,9%), Emilia-Romagna (+5,7%) e Lombardia (+5,2%), pur registrando in media incrementi meno marcati, contribuiscono tuttavia per quasi 3 punti percentuali alla crescita complessiva. Diversamente si registrano segnali negativi per Liguria (-6,7%), Lazio (-4,3%), Puglia (-2,2%) e Marche (-0,9%). Un impulso positivo alla crescita dell'export nazionale nel 2018 proviene dalle vendite della Lombardia verso Germania (+6,1%), Stati Uniti (+10,5%), Svizzera (+11,2%), Francia (+4,4%) e Spagna (+7,5%) e della Toscana verso la Svizzera (+23,7%). Nell'analisi provinciale dell'export, si segnalano le performance positive di Milano, Asti, Brescia, Firenze, Siracusa, Bologna e Piacenza L'Istat sottolinea come le esportazioni di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia, di macchinari e apparecchi dall'Emilia Romagna e dal Veneto, di prodotti energetici dalla Sicilia e di prodotti farmaceutici dalla Toscana spiegano da sole circa 1/3 della crescita dell'export nazionale nel 2018

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Blutec, De Palma (Fiom): Urgente tavolo al Mise dopo arresti vertici

"L'arresto dei vertici di Blutec mette a rischio l'occupazione di oltre un migliaio di lavoratori coinvolti negli stabilimenti, da Termini Imerese a quelli del Piemonte, dell'Abruzzo e della Basilicata. E' urgente quindi la convocazione di un tavolo al Mise per trovare tutti gli strumenti utili a mettere in sicurezza le lavoratrici e i lavoratori". Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive. "Era già fortissima la preoccupazione in tutti gli stabilimenti ed in particolare a Termini Imerese - aggiunge De Palma - visto che nell'ultimo incontro al Mise la proprietà ha presentato quello che abbiamo definito un piano industriale di 'carta'. Nelle prossime ore decideremo con le lavoratrici e i lavoratori le iniziative da intraprendere utili a salvaguardare l'occupazione”.

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I vini più venduti nei supermercati, buone performance del Montepulciano d’Abruzzo

Nella Grande distribuzione si sono venduti nel 2018 più di 619 milioni di litri di vino italiano per un valore di 1 miliardo e 902 milioni di euro. Tra i vini più venduti ai primi posti della classifica nazionale si trovano Lambrusco e Chianti, con buone performance di Montepulciano d’Abruzzo, Muller Thurgau, Gutturnio e Primitivo. Nella speciale classifica dei vini “emergenti”, cioè a maggior tasso di crescita, va sottolineato l’exploit del Lugana, un bianco doc prodotto soprattutto nelle provincie di Brescia e Verona, che conquista il primo posto con un aumento a volume del 22,1% nel 2018 (e a valore del 24,2%). Crescono in modo rilevante Passerina e Ribolla ed entrano tra i top 15 Grignolino, Cerasuolo, Refosco e Aglianico (vedi tabelle allegate). Aumentano le vendite degli spumanti che crescono del 2,1% a volume, mentre i vini Doc e Docg chiudono a - 0,7%, con un prezzo medio di 4,74 euro al litro. I vini Igt perdono il 2,4% ed i vini generici l’8,9% (a volume, bottiglia 0,75).Il dato complessivo del vino confezionato (che comprende il brik, il bag in box e altro) vede una flessione del 4,4% a volume, ma un aumento a valore del 2,9%. Aumentano sensibilmente vini e spumanti biologici, rispettivamente del 18% e dell’11,8%, ma le vendite nei supermercati sono ancora limitate a circa 5 milioni di litri l’anno. Per quanto riguarda i formati, cala ancora il brik col - 5,6%, mentre continua a crescere il bag in box col +10,3% (a volume). Oltre agli effetti della scarsa vendemmia del 2017 che hanno fatto lievitare i prezzi del vino nel canale di vendita della Gdo, IRI ha individuato una concausa nel processo di aumento del valore del vino, in corso da anni, che porta ad un aumento dei prezzi ed ad una diminuzione delle promozioni.

La ricerca completa dell’IRI verrà presentata a Vinitaly lunedì 8 aprile nel corso della tradizionale tavola rotonda organizzata da Veronafiere, con la partecipazione di cantine e catene distributive. “L’analisi dei dati che ogni anno proponiamo attraverso la collaborazione con IRI, rivolta a sondare il mercato del vino nello specifico segmento della grande distribuzione organizzata, è uno degli strumenti di lettura delle tendenze in atto che offriamo agli operatori del settore e ai nostri espositori in particolare”, sottolinea Gianni Bruno, Exhibition Manager Wine&Food di Veronafiere. 

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Le domande italiane di brevetti presentate all’Epo sono cresciute dello 0,9%

Le domande italiane di brevetti presentate all'Epo, l'Ufficio europeo dei brevetti, sono cresciute nel 2018 dello 0,9% rispetto all'anno precedente. Lo scorso anno società e inventori italiani hanno inoltrato 4.399 richieste di brevetti, in crescita per il quarto anno consecutivo dopo il calo registrato tra il 2011 e il 2014. E con una quota del 2,5% delle richieste, secondo il rapporto annuale dell'Ufficio brevetti, l'Italia si posiziona in decima posizione nella classifica dei Paesi richiedenti la protezione delle proprie invenzioni all'Epo. Il settore dei trasporti, che comprendono le richieste di brevetto dell'automotive, è diventato il primo in Italia con 394 richieste e una crescita del 21% sul 2017, l'incremento maggiore registrato nel settore fra i nove Paesi più grandi. Le società italiane, con il 4% di tutte le richieste relative ai trasporti, si posizionano al terzo posto dopo Germania e Francia. Complessivamente lo European Patent Office ha ricevuto 174.317 richieste di brevetti provenienti da tutta Europa nel 2018, con un aumento del 4,6% rispetto al 2017. Al tasso più basso degli ultimi cinque anni, le richieste provenienti dalla Cina sono aumentate solo dell'8,8%. Gli Stati Uniti sono rimasti il primo Paese per provenienza (25% delle richieste totali) seguiti da Germania, Giappone, Francia e Cina. 

Oltre alla crescita nel settore dei trasporti, si è registrato un forte incremento anche in ingegneria chimica (+37%), macchinari elettrici, di apparato ed energia, dove molti brevetti sono stati richiesti nelle tecnologie delle energie pulite (+21%) e delle machine tessili e cartarie (+15%). Nonostante un calo del 2,7% nei macchinari speciali, l'Italia continua a mantenere, a livello globale, una quota del 4% di tutte le richieste ricevute da Epo nel 2018. La Lombardia rappresenta la tredicesima regione europea per richieste a Epo, con un calo dell'1,5%rispetto allo scorso anno. La Lombardia guida la classifica delle regioni italiane con una quota del 32% di tutte le richieste, seguita da Emilia Romagna con il 17,1% (+7%) e Veneto con il 13,5% (+2%). Queste tre regioni contano per più del 60% di tutte le richieste italiane a Epo. Gli incrementi maggiori sono stati registrati in Abruzzo (+146%) e Puglia (+42%). Nella classifica per città, Milano svetta con il 20% di tutte le richieste, seguita da Torino (7,1%), Bologna (6,7%), e Roma (4,6%). La maggior parte dei Paesi europei ha aumentato il numero di richieste a Epo rispetto al 2017, ad eccezione della Francia (-2,8%) e della Finlandia (-3,8%). Oltre all'Italia, le richieste di brevetti sono aumentate nei Paesi Bassi (+1,4%), in Austria (+3.8%), Germania (+4,7%), Spagna (+6,3%), Svezia (+7,1%), Regno Unito (+7,8%), Svizzera (7,8%), Belgio (+9,7%), Danimarca (+14,4%). 

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Chieti, lanciano 1 kg di droga dal finestrino

Un uomo di 55 anni e una donna di 49, sono stati arrestati dalla Polizia a Chieti per detenzione a fini di spaccio di stupefacenti perché trovati in possesso di un chilogrammo di hashish. La coppia era a bordo di un'auto che si è immessa nella strada che porta al parcheggio di un centro commerciale. I due hanno lanciato da un finestrino dell'auto un involucro che, una volta recuperato, è risultato contenere la droga suddivisa in dieci panetti da 100 grammi. I due occupanti dell'auto sono stati raggiunti, arrestati e rinchiusi nel carcere teatino di Madonna del Freddo

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Fece sparire le parcelle dell’avvocato, condannato a 2 anni

Il giudice monocratico del Tribunale di Cheti Andrea Di Berardino ha condannato a due anni di reclusione, senza la sospensione, e 5.000 euro di provvisionale alla parte civile un 77enne di Bucchianico. Il pubblico ministero Luisa Bertini aveva chiesto due anni. L'uomo è finito sotto processo con l'accusa di aver distrutto ovvero occultato scritture private, allegate a un fascicolo relativo al ricorso per decreto ingiuntivo, ritualmente depositato in cancelleria e vidimato dagli addetti all'ufficio, che un avvocato  aveva promosso nei suoi confronti per il pagamento dei propri onorari. I documenti in questione sono dieci fatture di parcelle che vanno da gennaio 2007 a ottobre 2008. L'avvocato, che si è costituto parte civile in questo processo assistito dall'avvocato Amalia Cinanni, in passato aveva assistito il 77enne in diversi procedimenti.

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Dove va in Governo giallo-verde?

Dove va in Governo giallo-verde?

Le elezioni regionali in Abruzzo e in Sardegna hanno rappresentato in parte la controprova dei sondaggi sulla consistenza del favore che le forze politiche godono attualmente presso gli elettori. Il Centro Destra ha vinto nettamente, il Centro Sinistra si è posizionato, sia pur ampiamente distaccato, al secondo posto e il movimento 5 stelle ha avuto un crollo verticale. E’ pur vero che le elezioni politiche sono diverse da quelle amministrative e in queste ultime il Movimento ha una resa peggiore. Il crollo dei consensi è però evidente e considerevole e dire che in Sardegna i Grillini hanno guadagnato l’11% perché nella consultazione precedente non erano presenti è una battuta che non fa ridere. Nel Centro Destra, al netto delle numerose liste alleate, il trend è chiaro: la Lega cresce molto, Fratelli d’Italia avanza moderatamente e Forza Italia perde, dimezzando i propri voti. Più difficile valutare il risultato del Centro Sinistra. I dati parlano di un 30% nelle due regioni, il PD però arretra e la crescita è determinata sia dal concorso di numerose liste, sia dal personale prestigio dei due candidati alla presidenza.

L’effetto Zingaretti

Le primarie e la elezione del nuovo segretario hanno dato un certo effetto spinta al PD; il partito sembra aver recuperato le perdite ulteriori subite dopo le elezioni politiche ed è ritornato al 18 % che caratterizzò il risultato del 4 marzo. Nelle politiche del 2013 il movimento 5 stelle prese il 25% e il PD poco meno, quindi il 7% in più del Movimento nel 2018 (32 invece di 25) sembra provenire in modo consistente dal PD (18 invece di 25). Negli attuali sondaggi il 10% in meno dei 5 Stelle non sembra essere tornato al PD e solo scarsamente alla Lega che invece ha drenato in modo particolare consensi da Forza Italia; è evidente che i delusi si siano rifugiati nell’astensione. Cosa potrà ottenere il PD in futuro? Il lavoro di Zingaretti, che punta a tornare ad un dualismo Centro Sinistra contro Centro Destra si presenta difficile. La stagione dell’Ulivo che metteva insieme coalizioni in grado di vincere le elezioni ma incapaci di governare è difficile che possa essere rinnovata. Le elezioni europee, anche se una legge elettorale strettamente proporzionale non favorisce le coalizioni, ci darà qualche indicazione non solo sui risultati del PD ma anche sulla presenza eventuale del Listone proposto da Calenda. Zingaretti deve controllare le numerose correnti interne tacitandole ma mantenendole in sub ordine per non annacquare la novità presentata dalla sua elezione. La difficoltà maggiore la avrà con Renzi; l’attivismo di quest’ultimo che gira l’Italia come una trottola per presentare il suo libro non promette niente di buono. Dichiarava che avrebbe lasciato la politica dopo il flop del referendum, ma il bullo di Rignano sull’Arno si guarda bene di seguire l’esempio di un signore come Cameron. Controlla ancora discretamente i gruppi parlamentari, in particolar modo il Senato, anche se le defezioni e i passaggi di campo sono la regola in politica. Probabilmente ha in mente di farsi un partito sul modello di Macron, puntando su quell'’lettorato di Forza Italia che non vuol passare alla Lega. Operazione che forse avrebbe avuto successo dopo il 41% del 2014 ma che ora è destinata ad un risultato modesto. Consentitemi, in questo ragionamento di respiro nazionale, di fare una piccola riflessione locale

Renzi a Pescara

Presentando il suo libro recentemente a Pescara, Renzi che da Presidente del Consiglio aveva preso accordi in Europa perché fossero portati esclusivamente nei porti italiani tutti gli immigrati clandestini recuperati da ogni nave presente nel Mediterraneo , ha attaccato Salvini sulla politica migratoria della lega facendo riferimento agli immigrati italiani che partivano con le valigie di cartone per andare nelle Americhe, in Australia e in Belgio a fare i minatori e a morire nelle infuocate gallerie della miniera di carbone di Marcinelle. Queste parole sono una offesa per i parenti degli emigrati e per tutta la comunità abruzzese devastata dalla emigrazione prima che la crescita economica favorita dalla DC mettesse un freno a questa emorragia. Come nipote di un emigrato ho il diritto di indignarmi. Mio nonno non è arrivato su un barcone a New York e non è stato ospitato in una residenza o in un albergo a non fare nulla. Ha dovuto presentare richiesta all’ambasciata statunitense, depositare i suoi documenti, essere sottoposto a visita medica e tenuto in quarantena su Ellis Island all’arrivo. E poi trovarsi subito un posto di lavoro per guadagnarsi da vivere per lui e la famiglia lasciata in Italia. La stessa trafila la hanno sopportata tutti gli emigrati abruzzesi. Per questo offensivo paragone avrebbe meritato di essere preso a metaforici calci nel sedere; non so se qualcuno dei presenti abbia protestato, ma è noto che i cittadini hanno i dirigenti politici che si meritano.

 

Il governo giallo verde di fronte al caso TAV

I dati sono chiari; per ora questa anomala alleanza fa bene alla Lega e male al Movimento 5 stelle. Salvini per ora non ha alcun interesse a modificare questo stato di cose che gli frutta un aumento di consensi e soprattutto un prosciugamento di Forza Italia. Come ai bei tempi del Cavaliere che dominava incontrastato. E’ evidente che una trattativa con Berlusconi lo può solo danneggiare. Con la Meloni è diverso; al momento opportuno la può imbarcare nel governo o assorbirla in una sorta di nuovo PDL. Se le cose proseguissero così potrebbe continuare con la alleanza anche dopo le elezioni europee. Ma c’è il pericolo del contagio. Se l’immobilismo del governo e il peggioramento della economia cominciassero a fargli pagar dazio, dovrà staccare la spina per andare a nuove elezioni o per posizionarsi comodamente sulla sponda della opposizione nel caso improbabile che 5 stelle e PD vogliano formare un governo insieme. Intanto si tratta di superare gli scogli del 20 e 21 marzo. Prevedere che le richieste di processo per Salvini e di sfiducia per Toninelli saranno respinte è un facile esercizio. Difficoltà consistenti deve affrontare Di Maio; la perdita di consensi e il sommarsi delle sconfitte cominciano a pesare sulla sua leadership. Deve cercare di invertire il trend. La cosa più facile da fare è stoppare la crescita della Lega e se possibile spingerla verso un ridimensionamento. La Lega infatti è cresciuta perché ha realizzato alcuni dei suoi programmi (immigrazione, decreto sicurezza, legittima difesa). Bisogna pertanto bloccare tutte le altre leggi che stanno a cuore a Salvini ed equipararlo in una gara alla rilevanza presso la pubblica opinione che per ora Salvini sta vincendo. Questa è una operazione che si può fare senza rompere il patto di governo. Ma cosa fare per arrestare le perdite e recuperare i consensi? Quanto accade non è causato da un freno al contratto di governo. I tanti no del Movimento (no alle olimpiadi, no alla TAV, no alla TAP, no ai vaccini,) E il sì alla decrescita felice sono sostenuti da una minoranza limitata di elettori rivoluzionari, che vivono in una condizione di eccitazione emotiva. Non rappresentano molti voti e comunque devono essere tenuti in un perenne stato di eccitazione suscitandogli contro sempre nuovi nemici; la cosa non è facile. Il resto dei voti, ed in particolar modi quelli conquistati al sud, sono dovuti in parte alla protesta per una insoddisfazione delle condizioni presenti e in parte al reddito di cittadinanza. Per quanto riguarda quest’ultimo provvedimento, ammesso pure che possa combattere la povertà, cosa tutta da dimostrare, bisogna rendersi conto che l’elettorato non ti vota mai per gratitudine delle cose avute, ma per le promesse di cose nuove da ottenere; invece ti toglie il voto se pensa che avresti potuto fare di più o hai peggiorato in qualche modo la sua condizione economica. Se gli elettori votassero per gratitudine di quanto ottenuto non avrebbero mai cancellato dall’agone politico i partiti dell’arco costituzionale che hanno realizzato cose rispetto alle quali il reddito di cittadinanza è inesistente. Di Maio si trova dunque a risolvere un difficile rebus. Se non frena la Lega e continua a perdere consensi rischia di dover abdicare alla sua posizione di potere. Deve pertanto preparare un piano B se Salvini staccherà la spina o se deciderà lui stesso di staccarla. E questo piano B non può prevedere altro che un governo con il PD o una alleanza elettorale con il PD. Il rischio di una implosione non è quindi solo qualcosa di improbabile e di immaginario.

 

di Achille Lucio Gaspari

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Fossacesia aderisce alle Vie della transumanza d’Europa

Le località costiere di Fossacesia e Vasto hanno partecipato al workshop a San Giovanni Rotondo, per la firma del documento finale del progetto relativo alle Vie della Transumanza denominato “Le vie della Transumanza, Patrimonio della Cultura e dell’Umanità”, per la Candidatura UNESCO al Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. L’incontro, organizzato dall’Asvir Moligal , Capofila del tavolo Tecnico Internazionale, in collaborazione con i Comuni ed i Distretti Urbani di San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis, patrocinato da Consiglio d’Europa, Regione Puglia, Puglia Promozione, Regione Molise, Fondazione Popoli e Territorio, Parco del Gargano, Borghi della Salute, Borghi d’Eccellenza, a loro volta partner del progetto, ha visto la partecipazione di  diversi rappresentanti, d’oltre Alpi e non solo, quali l’UCI, Assonautica, Geaco,  già partner strategici del Programma, oltre la FAO , presente con la piattaforma Mondiale del Pastoralismo, all’Associazione Trashumancia y Naturaleza Spagnola e Vivi Appennino promotrice dell’Appennino Bike Tour. L’Abruzzo è stato rappresentato oltre che dai centri di Vasto e Fossacesia anche dai Comuni di Sulmona, Celano, L’Aquila, Pescasseroli, Castel di Sangro. Il progetto ha già ricevuto il placet del premier Giuseppe Conte che giorni addietro ebbe ad incontrare presso Palazzo Chigi la delegazione dell’Asvirmoligal e disporre della sua più totale partecipazione.

“E’ un piano che trova Fossacesia in perfetta sintonia con i suoi piani di sviluppo turistico, che stiamo portando avanti da tempo – sottolinea il sindaco Enrico Di Giuseppantonio presente al workshop di San Giovanni Rotondo -. L’idea di poter far parte di percorsi che dal Nord Europa scendono verso il Sud della nostra Penisola ci entusiasma, perché darà l’occasione a quanti intendono avventurarsi su queste millenarie strade, di poter apprezzare le nostre aree interne, luoghi religiosi di grande interesse e apprezzare i nostri prodotti enogastronomici”

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