Per le famiglie in difficolta' arriva dal 2018 il Rei, nuova misura permanente di contrasto alla poverta': ecco come funziona e chi riguarda il Reddito diinclusione, previsto dal decreto legislativo che riordina le prestazioni di natura assistenziale approvato oggi dal Consiglio dei ministri in via definitiva. Tra le altre misure sostituisce il Sia (sostegno per l'inclusione attiva) e l'Asdi (l'assegno sociale di disoccupazione erogato dopo la Naspi). COSA PREVEDE: il Rei e' un beneficio economico condizionato alla prova dei mezzi e all'adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Viene riconosciuto ai nuclei familiari che hanno un Isee non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. Il Rei e' compatibile con un'attivita' lavorativa (fermi restando i requisiti economici) ma non con la percezione della Naspi o di altri ammortizzatori sociali per la disoccupazione involontaria. TETTO MASSIMO A 490 EURO A NUCLEO: Il beneficio puo' arrivare al massimo a 190 euro per una persona sola fino a quasi 490 euro per un nucleo di 5 o piu' persone. Il reddito viene erogato per 12 mensilita' e puo' durare al massimo 18 mesi. Sara' necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall'ultima erogazione prima di poterlo richiedere di nuovo. Il tetto e' legato a quello dell'assegno sociale per gli over 65 senza reddito. 500.000 FAMIGLIE COINVOLTE: In prima applicazione sono ammessi al Rei con priorita' i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni. A regime le famiglie coinvolte saranno 500.000 per circa 1,8 milioni di persone complessive. Sono pari a oltre due miliardi le risorse destinate alla misura a regime. PROGETTO PERSONALIZZATO PER USCIRE DALLA POVERTA': oltre alla componente economica il Rei si concentrera' sull'occupabilita' della persona che lo chiede, guardando alla sua situazione complessiva e dando vita a un "progetto personalizzato" volto al superamento della condizione di poverta'. RICHIESTE DAL PRIMO DICEMBRE: ci saranno desk dedicati nei comuni e pratiche "sprint" in modo da ottenere il via libera, se ci sono i requisiti, entro 20 giorni. Possono fare richiesta i cittadini italiani, i comunitari e gli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno. BENEFICIO EROGATO CON CARTA PREPAGATA: Il nucleo che avra' diritto al beneficio avra' una Carta di pagamento elettronica (Carta Rei), simile a una prepagata. La Carta potra' essere usata, per meta' dell'importo, anche per fare prelievi di contanti. Finora invece l'uso e' stato vincolato sempre ad acquisti nei supermercati, nelle farmacie o alle poste.
Leggi Tutto »Incendi: Coldiretti Abruzzo, almeno 15 anni per ricostruire i boschi perduti
Oltre 120mila ettari a fuoco in tutta Italia con l’Abruzzo che esce veramente martoriato da questa “infernale” estate 2017, che verrà ricordata per il clima pazzo, la forte siccità e le temperature altissime, oltre che per gli innumerevoli roghi che hanno letteralmente raso al suolo centinaia e centinaia di ettari di terreno boschivo che ricopre il 41% della superficie regionale. Per Coldiretti Abruzzo ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo ed un costo per la collettività stimabile in circa diecimila euro all’ettaro percorso dalle fiamme.
"Gli incendi – sostiene la Coldiretti – hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Nelle foreste andate a fuoco – sostiene la Coldiretti - saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna e dei tartufi. Una situazione difficile che riguarda anche il resto del Paese, con oltre 120mila ettari andati a fuoco nel 2017 con incendi praticamente triplicati rispetto alla media dei 10 anni precedenti, spinti dalla siccita’, dall’incuria e dall’abbandono dei boschi divenuti facile preda dei piromani. Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché – sostiene la Coldiretti - è mancata l’opera di prevenzione con 12 miliardi di alberi dei boschi italiani che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili soggette ai piromani.
“Anche nella nostra regione è praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia la superficie coperta da boschi che oggi in Abruzzo interessa 400mila ettari (Pari al 41% del territorio) ma, come è ormai evidente, sono alla mercé dei piromani la maggioranza dei boschi che, per effetto della chiusura delle aziende agricole, si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa gestirle – dice Coldiretti Abruzzo - “Per difendere il bosco italiano e abruzzese occorre creare le condizioni affinché si contrasti l'allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli nonché cogliere le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.
I DANNI DEGLI INCENDI
1) Costo degli interventi per emergenza
2) Perdita di biodiversità per danni alla fauna e alla flora con boschi di querce, di faggio, di castagno, di cerro ma anche funghi ed erbe aromatiche.
3) Impedite nelle aree a fuoco tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono a settembre decine di migliaia di appassionati.
4) Difficoltà per turismo e agriturismo per calo delle presenze nelle aree coinvolte
5) Danni diretti alle coltivazioni, perdite di animali, distruzione di fabbricati rurali
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
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Successo per La barca del vino, idea de Le Donne del Vino Abruzzo
A bordo dell'imbarcazione Flying Fish è stata sancita la partnership tra Donne del Vino, delegazione Abruzzo, e Flying Fish Scarl, che diventa temporaneamente "La barca del vino". L'intesa è stata concepita con l'obiettivo di valorizzare due settori complementari e rappresentativi dell'economia locale: la filiera vitivinicola, che dall'entroterra collinare abbraccia la costa, ed i comparti dell'ittiturismo e pesca turismo. Oggi l'età media dei pescatori è di circa 65 anni e il settore della piccola pesca rischia di scomparire. Nel fitto calendario di iniziative estive, a prevalenza ricreativa, "La barca del vino" si presenta con la doppia veste di evento improntato sia allo svago sia all'approfondimento delle tematiche legate alla piccola pesca come risorsa della comunità.
"La barca del vino" è salpata sabato 26 agosto dal porto di Ortona per solcare le onde lungo la Costa dei Trabocchi. I partecipanti hanno potuto degustare finger food a base di pescato locale e pietanze della tradizione marinara, in abbinamento ai vini autoctoni delle produttrici dell'Associazione Le Donne del Vino Abruzzo, per l'occasione delle cantine: Valle Martello, Chiusa Grande, Codice Citra, Cantine Mucci, Bosco Nestore e Di Biase. Dalle 10.00 fino al tramonto, 50 eno-appassionati sono saliti a bordo per scoprire la costa. I posti sono andati subito esauriti.
Per la delegata regionale Jenny Viant Gómez questa iniziativa, destinata a crescere, e ideata in seno alla delegazione Abruzzo dell'Associazione nazionale Le Donne del Vino, rappresenta un punto di inizio per concepire la fruizione del vino e del territorio in un modo diverso. Franco Ricci presidente di Flying Fish Scarl e responsabile per la provincia di Chieti del gruppo di valorizzazione internazionale della costa Flag ha fatto notare: "il pescato locale rappresenta solo il 20% dei prodotti ittici in vendita, così rischia di scomparire il settore della piccola pesca".
Presenti alla riunione tenutasi a bordo dell'imbarcazione, per presentare l'evento il 24 agosto, e al largo della Costa dei Trabocchi: Giuseppe Marzano comandante della Capitaneria di Porto di Ortona; in rappresentanza del Comune di Ortona Umberto Di Deo e Valentina Ciampichetti assessore al Turismo e Paola D'Angelo rappresentante legale di Flying Fish. Per Le Donne del Vino: Simona D'Alicarnasso di Codice Citra; Chiara Costantini di Cantine Mucci e l'avvocato Arianna Di Pietro, membro dell'Associazione Giuristi della Vite e del Vino.

Chi sono Le Donne del Vino?
L'associazione nazionale Le Donne del Vino è stata fondata nel 1988 e riunisce 700 socie rappresentative di tutta la filiera vitivinicola: produttrici di vino, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste ed esperte del settore appartenenti a vari ambiti professionali. Ha lo scopo di promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nel mondo enoico e nella società tutta. In Abruzzo la delegazione è così composta: Jenny Viant Gomez responsabile regionale e giornalista enogastronomica; produttrici Katia Masci-Valle Martello, Valentina Di Camillo-Tenuta I Fauri, Stefania Bosco-Bosco Nestore, Marina Cvetic-Masciarelli, Martina Danelli Mastrangelo-Vini Mastrangelo, Aurelia Elisa Mucci-Cantine Mucci, Emilia Monti-Vini Monti, Marina Contucci Ponno-Orlandi Contucci Ponno, Ersilia Di Biase-Cantina Di Biase, Stefania Pepe-Az.Agricola Stefania Pepe, Caterina Cornacchia-Barone Cornacchia e Isabella Iezzi-Rabottini. Le esponenti di azienda Simona D'Alicarnasso-Citra e Ilaria D'Eusanio-Chiusa Grande. Le ristoratrici Vilma e Nadia Moscardi-Elodia. Le giornaliste Cristina Mosca e Lisa De Leonardis. Le sommelier Graziella Di Berardino, Lucia Cruccolini, Valentina Bianconi e Serena Trolla. L'addetta al marketing estero Anna Glotova e l'avvocato, Giurista della Vite e del Vino, Arianna Di Pietro.
Leggi Tutto »Presentazione del volume “I Falco di Torre. Una famiglia in trecento anni di storia” di Renato Ciavola
Furono vasai, ramai e artigiani della ceramica (“mastri pignatari”, come venivano chiamati dal Settecento) con la casa-fornace ai piedi sul Castelluccio, ai piedi del palazzo Mazara (oggi castello Gizzi). Poi quando il mercato e l’economia cambiarono, dopo essere stati protagonisti di un’importante stagione economico-produttiva del paese, aprirono tintorie e lanifici e diversificarono l’attività lavorativa in vari campi. Anche occupandosi della cosa pubblica, senza dimenticare i moti carbonari e la resistenza partigiana.
Origini, intrecci, parentele, trasferimenti anche fuori dall’Abruzzo e, soprattutto, vita, curiosità ed aneddoti dei componenti di una delle più antiche famiglie di Torre de’ Passeri. “I Falco di Torre. Una famiglia in trecento anni di storia” è il volume di Renato Ciavola docente, cartoonist, giornalista di Fabriano che sarà presentato nella sala del Consiglio Comunale del Municipio di Torre de’ Passeri, sabato 2 settembre, ore 17, nell’ambito del calendario di Torrestate 2017, nel primo dei tre giorni di festeggiamenti dedicati al Santo Patrono.
L’accurata e documentata ricerca, raccolta in tre anni di lavoro sulle fonti scritte e orali e attraverso lo studio d’archivio è dedicata dall’autore Renato Ciavola alla nonna materna Maria Falco e alla memoria dei “cinque Falco” (Pantaleone, Giovanni, Amicangelo, Luigi Antonio e Angelo Vincenzo) vissuti fra l’Ottocento e il Novecento e di cui ripercorre le storie, ricostruendone l’albero genealogico.
Sabato 2 settembre, alla presentazione del libro che attraverso la ricostruzione analitica di storie di famiglia riesce, con maestria, a dipingere uno spaccato, interessante, e talvolta inedito, della storia della comunità torrese, e vanta il Patrocinio del Comune di Torre de’ Passeri,sarà presente l’autore. Discuteranno con Renato Ciavola, il sindaco Piero Di Giulio, l’assessore alla Cultura Manuela Di Cecco e il presidente dell’associazione Talenti e Territori Alessandro Sonsini.
Leggi Tutto »Nasce il difensore d’ufficio per cani e gatti
Agricoltori Ue ottimisti sul futuro, tranne i britannici
Aumenta la fiducia degli agricoltori europei sulla situazione economica attuale e le prospettive future. Fanno eccezione i britannici a causa dell'incertezza determinata dall'uscita dalla politica agricola comune per effetto della Brexit. Sono i risultati di un'inchiesta condotta dal Copa-Cogeca in dieci paesi Ue. In nove di questi, dall'Italia alla Danimarca, dalla Romania alla Svezia, gli agricoltori sono piu' ottimisti sulle prospettive economiche rispetto al 2016. Solo in un paese, il Regno Unito, la fiducia cala, a causa dalle incognite legate alla scelta di Londra di uscire dall'Ue. L'indice della fiducia preparato dall'associazione ombrello delle organizzazioni agricole e delle coop europee e' calcolato due volte l'anno in base ai risultati di inchieste nazionali eseguite su un campione di oltre 8.000 agricoltori
Leggi Tutto »Incidenti sul lavoro, Inail, +5,2% morti e +1,3% infortuni nel 2017
Nei primi sette mesi di quest'anno sono aumentati gli incidenti e i morti sul lavoro, il cui numero ha raggiunto quota 591, 29 in piu' rispetto ai 562 decessi dell'analogo periodo del 2016 (+5,2%). E' quanto afferma l'Inail pubblicando i dati provvisori sul 2017. Le denunce d'infortunio pervenute all'istituto sono state 380.236, 4.750 in piu' rispetto allo stesso periodo del 2016 (+1,3%), per effetto di un aumento infortunistico dell'1,2% registrato per i lavoratori (2.832 casi in piu') e dell'1,4% per le lavoratrici (oltre 1.900 in piu'). All'incremento - spiega l'istituto - hanno contribuito soltanto la gestione Industria e servizi (+2,1%) e la gestione Conto Stato dipendenti (+3,6%), mentre Agricoltura e Conto Stato studenti delle scuole pubbliche statali hanno fatto segnare un calo pari, rispettivamente, al 5,0% e all'1,9%. A livello territoriale, le denunce d'infortunio sono aumentate al Nord (oltre 5.800 casi in piu') e, in misura piu' contenuta, al Centro (+245), mentre hanno fatto registrare una diminuzione al Sud (-985) e nelle Isole (-337). Gli aumenti maggiori, in valore assoluto, si sono registrati in Lombardia (+2.821 denunce) ed Emilia Romagna (+1.560), mentre le riduzioni piu' sensibili sono quelle rilevate in Puglia (-672) e Sicilia (-658).
Il trend crescente delle denunce presentate all'Istituto nel periodo gennaio-luglio e' in linea con quello gia' rilevato nel primo semestre 2017 rispetto ai primi sei mesi dell'anno scorso. Nel solo mese di luglio, in particolare, sono state rilevate 46.390 denunce, 1.608 in piu' rispetto a luglio 2016 (+3,6%). Il numero dei giorni lavorativi e' stato identico sia per i mesi di luglio 2016-2017 (21) sia per l'intero periodo gennaio-luglio (146). Sul fronte degli incidenti mortali, spiega l'istituto, l'incremento e' legato principalmente alla componente maschile, i cui casi sono saliti da 506 a 531 (+4,9%), mentre quella femminile ha fatto registrare un aumento di quattro casi, da 56 a 60 decessi (+7,1%). L'aumento di 29 denunce d'infortunio con esito mortale e' la sintesi di andamenti diversi osservati nelle singole gestioni. Quella dell'Industria e servizi, infatti, e' la sola che ha avuto un incremento, decisivo nel saldo negativo finale, da 450 a 497 casi (+10,4%), mentre Agricoltura e Conto Stato presentano entrambe una diminuzione rispettivamente da 80 a 76 casi (-5%) e da 32 a 18 (-43,8%) Dall'analisi territoriale emerge un aumento di 33 casi delle denunce d'infortuni con esito mortale nel Nord-Ovest (Lombardia +15 decessi, Liguria, +10, Piemonte +8), cui si contrappongono i dati del Centro, per il quale si registra un calo di 12 decessi (Marche -6 casi, Toscana -4, Lazio -1, Umbria -1), e quelli del Nord-Est (tre denunce in meno), dove spiccano in particolare i dati del Veneto (-10 casi) e del Friuli Venezia Giulia (+9). Nel Sud (-2 casi mortali per l'intera area geografica), l'incremento dell'Abruzzo (+15 casi) praticamente pareggia la diminuzione delle denunce registrata nelle altre regioni, mentre nelle Isole (+13 denunce), la Sicilia si evidenzia per i suoi 15 casi in piu'.
Nei confronti di periodo, le variazioni percentuali delle denunce di infortuni mortali presentate all'Inail nel 2017 finora hanno sempre avuto segno positivo, con l'unica eccezione del primo quadrimestre che, al contrario, aveva fatto registrare una diminuzione rispetto ai primi quattro mesi del 2016. A fare la differenza nel saldo finale dei primi sette mesi di quest'anno continua a essere soprattutto il dato di gennaio, con 30 denunce mortali in piu' rispetto al primo mese del 2016 (95 contro 65 casi), oltre la meta' delle quali legate alle due tragedie di Rigopiano e Campo Felice. Il confronto tra luglio 2016 e luglio 2017 fa registrare invece un incremento di tre casi. Le denunce di malattia professionale pervenute all'Inail nei primi sette mesi del 2017 e protocollate sono state 36.224, 1.336 in meno rispetto allo stesso periodo 2016 (-3,6%). Dopo anni di continua crescita, il calo delle tecnopatie denunciate conferma per quest'anno l'andamento gia' rilevato nei mesi scorsi. Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, con quelle del sistema nervoso e dell'orecchio, continuano a rappresentare le tecnopatie piu' denunciate (75,8% del complesso dei casi).
Leggi Tutto »Monte Morrone, i vigili del fuoco hanno trovato altri due inneschi
Si allarga il fronte delle indagini sul rogo del Morrone. Ieri i vigili del fuoco hanno trovato altri due inneschi: uno sarebbe partito ieri sera alle spalle della linea tagliafuoco realizzata nel territorio di Pratola Peligna. Situazione che ha spinto il procuratore della Repubblica Giuseppe Bellelli a intensificare le indagini con l'obiettivo di assicurare alla giustizia i responsabili accusati di disastro ambientale. Ieri Bellelli e' tornato dopo una settimana sul fronte dell'incendio facendo un sopralluogo insieme a carabinieri della forestale e vigili del fuoco, ai piedi dell'eremo di Celestino V dove ieri e' ripartito l'incendio che sospinto dal vento e' arrivato a lambire le case delle frazioni pedemontane. In totale sarebbero dieci gli inneschi recuperati, compresi quelli trovati sul versante di Prezza, mentre quattro trovati sul Morrone sono stati gia' refertati e sottoposti ad accurate analisi dai Carabinieri Forestali. Sui primi roghi appiccati sul Morrone una settimana fa sono stati gia' sentiti cinque testimoni, persone informate dei fatti che ben conoscono la montagna e non viene tralasciata nessuna pista. Il procuratore Bellelli e' convinto che dietro gli incendi si nasconda un'unica mano.
Leggi Tutto »Incendi, Chiodi: serve prevenzione
"Gli incendi che stanno interessando la nostra Regione da ormai quindici giorni sono un fatto che non ha precedenti. E' vero, anche in passato, specie nel mese di agosto, l'Abruzzo e' stato interessato da roghi di natura dolosa, ma quanto sta accadendo ad esempio sul Morrone ed a Sulmona, desta enorme preoccupazione per l'intensita' e la capacita' distruttiva degli incendi che minacciano concretamente da giorni anche nuclei abitati". L'intervento e' del presidente emerito, Gianni Chiodi (Fi). "Voglio condannare senza indugio la natura dolosa di questi fenomeni, che nulla hanno di naturale, ma al tempo stesso dobbiamo interrogarci sul perche' si ripetano con tale frequenza e perche' la risposta della Regione Abruzzo sia stata tardiva - afferma Chiodi -. Certamente la riforma Madia, riforma gia' bocciata dal Tar Abruzzo che la ritiene incostituzionale, ha provocato ritardi ed inefficienze nella catena di comando. Ma anche la nostra Regione e' sembrata timida, impreparata di fronte ad un problema che per le caratteristiche boschive dell'Abruzzo e le alte temperature doveva al contrario meritare attenzione e preparazione. Invece la nostra Regione si ritrova con pochi mezzi, con convenzioni con i vigili del fuoco arrivate all'ultimo secondo e con una gestione del patrimonio boschivo inesistente".
Leggi Tutto »Volontario in prognosi riservata mentre era impegnato nell’incendio sul monte Morrone
E' ricoverato in prognosi riservata al reparto di Rianimazione dell'ospedale 'San Salvatore dell'Aquila il volontario 30enne della Protezione civile, originario di Pettorano sul Gizio, che si e' ferito ieri pomeriggio mentre era intento allo spegnimento dell'incendio sul Monte Morrone, che da dieci giorni sta interessando la Valle Peligna. Secondo una prima ricostruzione l'uomo sarebbe stato colpito da un grosso sasso che si sarebbe staccato da un albero andato distrutto dalle fiamme.
L'incidente e' avvenuto nella zona di Passo San Leonardo, in altura, nel territorio comunale di Pacentro. L'uomo ha riportato un grave trauma cranico e facciale. Le sue condizioni sono apparse subito gravi tanto che e' stato necessario il trasferimento dall'ospedale di Sulmona a quello dell'Aquila.
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