Cronaca

Rigenerazione urbana, completata Radical Zombie, l’opera di street art di Mr. Thoms

 

Abiti dai colori accesi, capelli perfettamente pettinati. Sguardo fisso sullo spettatore ma cellulare rigorosamente tra le mani. Si mostrano così i “Radical Zombie” dipinti da Mr. Thoms sulla parete sud della ex casa del custode del cimitero.

E’ stato completato in appena quattro giorni il nuovo murale della città di Montesilvano, realizzato a costo 0 nell’ambito del progetto di rigenerazione urbana a mezzo street art condotto dall’amministrazione Maragno.

«Quando abbiamo saputo che Mr. Thoms, street artist di prestigio internazionale, sarebbe venuto in Abruzzo per la sua personale PostMortem, esposta nell’ambito di Behance Portfolio Reviews organizzato da Pepe Collettivo -  sottolinea Alessandro Pompei, presidente della commissione Cultura -  lo abbiamo immediatamente contattato. L’artista ha colto ed apprezzato la bontà del nostro progetto, tanto da scegliere di fare dono alla città di una riproduzione dell’opera di punta della sua mostra. Abbiamo quindi individuato, nella ex casa del custode del cimitero, la  location ideale per “ospitare” e rafforzare il messaggio legato a “Radical Zombie” di Mr. Thoms, una riflessione sulla vacuità di un oggi sempre troppo immerso nel mondo social e distratto invece dalla concreta realtà. Questa opera dimostra chiaramente quanto la street art abbellisca, riqualifichi, ma ovviamente possa far scatenare una riflessione. In questi giorni, sono tantissime le persone che sono venute al muro, per osservare l’opera prendere forma e scambiare opinioni con Mr. Thoms, artista ma soprattutto persona eccezionale. Non ci fermiamo -  annuncia il consigliere Pompei -  e già questo sabato, inaugureremo “Immi”, un’installazione dietro la stazione ferroviaria, che un altro grande artista, Graziano Fabrizi, ha voluto donarci».

 

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Fugge con un furgone rubato, preso dopo 4 chilometri

Un uomo di 43 anni di Cerignola è stato arrestato a Francavilla al Mare dai Carabinieri dopo un inseguimento di circa quattro chilometri. L'uomo è accusato di furto aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale e sarà processato questa mattina con rito direttissimo. Sono stati sequestrati una radio ricetrasmittente, vari arnesi da scasso, centraline e un disturbatore di frequenze Jammer. Tutto è iniziato quando il proprietario di un piccolo furgone per il trasporto del latte si è accorto che il mezzo, un Fiat Ducato stava per essere rubato, come poi è accaduto, ed ha telefonato al 112. Giunti sul posto i cc lo hanno intercettato sulla strada statale 714 e lì è iniziato l'inseguimento durante il quale il 43enne ha accelerato ed ha tentato più volte di speronare i militari che però, con una manovra repentina, sono riusciti a chiudere la strada al furgone e bloccarlo in contrada Foro, prima che riuscisse a imboccare l'autostrada.

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Incidenti stradali, un morto a Chieti

 Un uomo di 72 anni è morto a Chieti mentre a bordo del proprio pick-up percorreva via Madonna della Misericordia, un tratto della strada che collega lo Scalo alla parte alta della città. Potrebbe essere stato vittima di un malore che gli ha fatto perdere il controllo del mezzo finito contro un palo di sostegno della filovia. La salma è stata portata in ospedale. Sul posto per i rilievi e per garantire la viabilità è intervenuta la Polizia locale. Intervenuti anche 118 e Vigili del Fuoco ma per l'uomo non c'era più niente da fare.

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Sequestrata la terza vasca della discarica di Cupello

I militari del Comando Carabinieri per la tutela ambientale - Nucleo operativo ecologico (Noe) di Pescara, nell'ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Vasto, hanno dato esecuzione, su delega del procuratore Giampiero Di Florio, al decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Vasto riguardante la cosiddetta terza vasca della discarica per rifiuti non pericolosi della società 'Cupello Ambiente' srl (gestore del sito), all'interno del polo tecnologico di proprietà del Consorzio intercomunale Civeta, in relazione alla violazione di norme a tutela dell'ambiente e di quanto stabilito nell'autorizzazione integrata ambientale, essendo stati accertati conferimenti di rifiuti extra-regione per gli anni 2017-2018 (provenienti prevalentemente da Puglia, Campania e Lazio) per circa 70.000 tonnellate. Dalle indagini sinora compiute si è resa necessaria l'adozione della misura cautelare reale per evitare la protrazione dei reati e delle conseguenze derivanti dalla loro commissione, con particolare riguardo al precoce esaurimento dell'invaso, mettendo a rischio la tenuta dell'intero sistema di gestione dei rifiuti approvato dalla L.R. 05/18. Ambiente e salute sono diritti costituzionali protetti che non possono recedere dinanzi ad altri interessi. 

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Armi e munizioni da guerra in auto a Montesilvano, arrestato un uomo

Un uomo di 60 anni è stato arrestato a Montesilvano dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Chieti con l'accusa di detenzione di armi e munizionamento da guerra e materiale esplosivo. Nella sua auto, posteggiata sotto casa a Montesilvano, i militari hanno trovato un borsone che conteneva un fucile mitragliatore, due pistole, due bombe a mano attive che verranno fatte brillare, munizioni per kalashnikov, quattro caricatori per pistole e fucili mitragliatori e diverse fondine. Il sessantenne ha precedenti per associazione a delinquere, estorsione e traffico di stupefacenti.

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Assolti i dirigenti Serfina accusati di usura

Il Tribunale di Chieti ha assolto perché il fatto non sussiste quattro persone che all'epoca dei fatti, fra il 2007 e il 2010, ricoprivano ruoli dirigenziali all'interno di Serfina, la società finanziaria che aveva sede a Chieti, nata nei primi anni '90 a servizio delle imprese, e che poi si era trasformata in banca. I quattro erano accusati di usura ed estorsione: per la prima imputazione il pm Giuseppe Falasca ha chiesto la condanna di tutti gli imputati a un anno e sei mesi di reclusione e 4.000 euro di multa, mentre per l'estorsione ha chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste. Le accuse ruotavano intorno ad un prestito e ad un mutuo erogati ad una società che si occupava di elettronica, prestiti che per l'accusa erano a condizioni usurarie sia per il tasso pattuito e applicato, superiore al tasso soglia rilevato ogni tre mesi, sia per le concrete modalità del fatto. Un prestito di oltre 647.500 euro, in particolare, venne erogato, sempre secondo l'accusa, convenendo l'emissione di 84 pagherò cambiari con scadenza mensile dell'importo di 9.372 euro ciascuno, con un tasso di interesse dell'11,25%, che superava il tasso soglia. Somma che sempre secondo l'accusa non venne erogata ai beneficiari, ma fu reimpiegata immediatamente dalla banca per pagare i debiti accumulati dalla società sui conti correnti, mentre il legale rappresentante della società, la moglie e uno dei figli, sarebbero stati costretti a firmare le prime dieci delle 84 cambiali dietro la minaccia consistita nel prospettare il recupero immediato da parte di Serfina delle somme che la società doveva restituire. Accuse tutte che i difensori degli imputati, gli avvocati Marco Femminella e Augusto La Morgia, hanno smontato nei loro interventi, sostenendo fra l'altro che la banca voleva risanare la società e che l'ha sostenuta costantemente, che Serfina disponeva già delle fideiussioni per poter eventualmente conseguire il decreto ingiuntivo e che le cambiali erano solo il pungolo per ottenere l'adempimento alla scadenza. Nel processo erano costituti parte civile il legale rappresentante della società e i due figli assistiti dall'avv. Fabio Giorgi.

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Nucleo anti prostituzione, beccati sei clienti a Montesilvano

E’ pienamente operativo il Nap, il Nucleo della polizia locale costituito dall’amministrazione Maragno, nell’ambito del progetto di contrasto alla prostituzione.

Durante le prime uscite, la squadra di operatori della municipale ha sorpreso e sanzionato sei clienti. Si tratta di due cinquantenni di Atri e di Giulianova; un lancianese di 40 anni; un uomo originario del barese, un trentasettenne di Vacri  e un ventenne della provincia di Avellino. A tutti è stata comminata una sanzione di 450 euro, per un ammontare complessivo di 2.700 euro.

«L’istituzione del Nap -  spiega il sindaco Francesco Maragno -  un nucleo apposito della polizia municipale, incentrato proprio sui controlli anti prostituzione è solo una delle iniziative del nostro articolato progetto anti prostituzione, con cui vogliamo davvero puntare, per contrastare in maniera decisa questo terribile fenomeno. I primi controlli dimostrano che la gran parte dei clienti proviene da fuori città. Ecco perché vogliamo diffondere i messaggi contro la prostituzione, nell’area geografica più vasta possibile. Il nucleo, oltre a controllare le strade del territorio, sta incentrando l’attenzione anche su possibili episodi di sfruttamento della prostituzione in appartamento. I risultati che emergeranno da questa attività verranno poi condivisi con le altre forze dell’ordine per gli opportuni provvedimenti. Abbiamo previsto il potenziamento delle telecamere di videosorveglianza, proprio per controllare anche da remoto il rispetto dell’ordinanza antiprostituzione e creare un ulteriore deterrente. Il nucleo, nelle sue prime uscite, ha sorpreso sei uomini ed è triste constatare che si tratta di giovani, professionisti affermati e purtroppo anche padri di famiglia. Voglio ricordare -  dice ancora il sindaco -  che  abbiamo anche attivato un numero telefonico, 0854481650, per  segnalazioni di eventuali episodi di sfruttamento della prostituzione, su strada o in appartamento. Inoltre, nelle prossime settimane, installeremo tabelloni luminosi per ricordare la vigenza dell’ordinanza con l’auspicio che, insieme alla campagna mediatica, possa rappresentare un deterrente a questo squallido fenomeno».

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Merci contraffatte, operazione della Finanza a Pescara

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara hanno effettuato un'attività di controllo e prevenzione nella zona del lungomare nord di Pescara Finanza e hanno sequestrayo quasi 3mila articoli contraffatti. Nel corso dell'operazione sono stati segnalati alla Procura della Repubblica 3 cittadini extracomunitari, con il sequestro complessivo di circa 2.800 articoli contraffatti di note griffes (borse, giubbini, articoli di pelletteria, occhiali) Nel corso dell'operazione, uno dei tre extracomunitari dopo aver raccolto in tutta frettala merce e spintonato i militari intervenuti si è dato alla fuga verso la spiaggia,e raggiunto dopo una decina di metri e fermato, ha opposto ancora resistenza facendo cadere a terra e ferire leggermente uno dei militari, prima di essere bloccato, definitivamente neutralizzato. Il giovane è stato denunciato cosi anche per resistenza a pubblico ufficiale, oltre che per ricettazione e commercio di prodotti con segni falsi. L' attività portata a termine è solo l'ultima di una lunga serie di operazioni condotte dal Comando Provinciale di Pescara a contrasto del fenomeno della contraffazione. L'operazione fa seguito a quella condotta in occasione delle recenti festività carnevalesche, nel corso della quale sono stati sequestrati oltre 3 milioni di articoli contraffatti, del valore alla vendita di almeno 10 milioni di euro, con la segnalazione di 9 soggetti.

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Rapina in villa a Lanciano, a maggio processo immediato

Per la rapina in villa a Lanciano del 23 settembre scorso è stato fissato all'8 maggio prossimo il rito immediato per sette imputati presuntivamente accusati dei crimini commessi a danno dei coniugi Carlo Martelli e la moglie Niva Bazzan a cui è stato brutalmente reciso il padiglione auricolare destro. Il collegio di difesa ha ora 15 giorni di tempo per chiedere il rito abbreviato.A conclusione dell'indagine il procuratore capo Mirvana Di Serio ha chiesto il rinvio a giudizio, disposto dal gip Massimo Canosa, contro la gang di romeni arrestati che prima dell'alba di quella domenica legarono e imbavagliarono i Martelli e li picchiarono, poi il taglio dell'orecchio alla Bazzan con una roncola. Accusati di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma sono il presunto capo banda Adrian Martin, fuggito e poi estradato dalla Romania lo scorso novembre, Alexandru Colteanu, l'unico che non ha reso confessione, i fratelli Ion e Costantin Turlica e il loro cugino Aurel Ruset e l'autista George Ghiviziu, poi c' è il settimo romeno, Gheorghe Traian Jacota che risponde solo di favoreggiamento per la tentata fuga di Ghiviziu. Dopo le ammissioni negli interrogatori di garanzia in carcere, i rapinatori sono stati inchiodati anche dai riscontri della polizia scientifica di Ancona che ha trovato tracce negli indumenti, suole delle scarpe, bottiglie e guanti sequestrati.

Inoltre impronte, altre tracce biologiche ed ematiche anche nel borsone ritrovato durante la fuga sulla Golf, seconda auto utilizzata, oltre a una Bmw, dove c'erano fascette e nastro isolante con cui i Martelli vennero legati e imbavagliati. Nel sanguinario assalto a villa Martelli i rapinatori portarono via tre orologi e oggetti in oro. Con la Fiat Sedici del dottor Martelli andarono poi a prelevare contanti, per un totale di 1.990 euro, con bancomat e carte di credito estorti al Martelli. 

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Blitz della Polizia contro lo spaccio a L’Aquila

La squadra mobile dell'Aquila ha eseguito un'operazione antidroga che ha portato all'arresto in carcere di R.K. , 32 anni albanese, il capo della banda, e M.M. 46 anni, aquilano, agli arresti domiciliari sono andati S.O. 28 anni R.S. 25 anni, e H.E. 40 anni, tutti e tre cittadini albanesi, S.D. 30 anni romena, S.T. 50 anni macedone. Sono ricercati un 27enne romeno, e un 32 enne albanese, di cui il primo destinatario della custodia cautelare in carcere, il secondo di quella degli arresti domiciliari. "Questa operazione - ha detto il dirigente della squadra mobile della questura dell'Aquila, Marco Mastrangelo - ha inferto un duro colpo ad un fiorente mercato di cocaina gestito da una vera e propria organizzazione, capeggiata da un albanese, che si riforniva di cocaina nel Lazio e poi la vendeva al dettaglio. Gli arresti di questa mattina sono l'esito di un'indagine avviata nell'estate del 2017, e che ha gia' portato ad arresti, scattata dopo aver osservato anomali movimenti in un appartamento". Secondo quanto accertato dagli investigatori, il giro di droga in cui a richiederla figurano anche minorenni, era di 300 grammi ogni dieci giorni. Le immagini delle telecamere nascoste all'esterno ed interno dell'edificio nel centro storico della citta' hanno immortalato gli arrestati ed i consumatori nella vendita di cocaina, spesso anche consumata all'interno dello stesso edificio, al fine di eludere eventuali controlli delle forze dell'ordine. La sostanza stupefacente acquistata a Roma veniva poi confezionata sempre dagli appartenenti il sodalizio criminale all'interno delle mura domestiche. Il posizionamento dell'appartamento a piano terra permetteva agli acquirenti di ricevere le dosi di droga dalla finestra.

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