Cronaca

Cementificio di Punta Penna, gli ambientalisti annunciano il ricorso al Tar

Ricorso al Tar contro il parere favorevole alla realizzazione di un cementificio a freddo in localita' Punta Penna di Vasto, a pochi metri dalla Riserva naturale regionale di Punta Aderci, espresso dall'ufficio tecnico del Comune della citta' del Chietino. Lo annunciano Wwf e Legambiente Abruzzo, parlando di "sciagurato progetto" e chiedendo formalmente alla Regione di "tornare a occuparsi in esclusiva delle valutazioni ambientali oggi assurdamente delegate ai Comuni". Nel corso di una conferenza stampa, i responsabili regionali di Wwf e Legambiente, Luciano Di Tizio e Giuseppe Di Marco, hanno ricordato che "il direttore dell'Arta, in una nota diffusa ieri, ha annunciato di aver costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare" il cui obiettivo e' quello di "'avere un'esatta cognizione delle potenziali interferenze dell'attivita' produttiva sull'area protetta, in applicazione del principio di precauzione di derivazione europea, trasposto nel codice dell'ambiente vigente in Italia, in modo da poter fornire un contributo qualificato nella discussione in corso e anche nell'ipotesi che l'Agenzia sia chiamata ad esprimere un parere tecnico nella successiva fase procedimen-tale dell'opera'". "Una presa di posizione - osservano gli ambientalisti - che indirettamente evidenzia come sia stato un clamoroso errore da parte della Regione delegare ai comuni le valutazioni di incidenza, in precedenza di competenza del Comitato Via. La struttura regionale poteva contare su tutte le competenze necessarie, Arta compresa, per affrontare la problematica nel rispetto delle normative vigenti in materia ambientale, al fine di gestire al meglio il delicato equilibrio tra lo sviluppo produttivo del territorio e la difesa dell'ambiente. I Comuni non hanno un organico adeguato per tali valutazioni ne' tantomeno le risorse per acquisire eventuali consulenze".

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Università d’Annunzio chiede risarcimento ad ex rettore ed ex Dg

L'Universita' "d'Annunzio" si e' costituita parte civile nell'udienza preliminare, dinanzi al gup del Tribunale di Chieti Luca De Ninis, a carico dell'ex rettore Carmine Di Ilio e dell'ex direttore generale Filippo Del Vecchio sui quali pende una richiesta di rinvio a giudizio del pm Giancarlo Ciani, con accuse che vanno dall'abuso d'ufficio al falso materiale alla violenza privata all'usurpazione di funzioni pubbliche. L'ateneo, assistito dall'avvocato Nicola Pisani, chiede un risarcimento pari a un milione di euro per i danni patrimoniali e non patrimoniali. L'udienza e' stata dedicata all'esame di alcune questioni preliminari: Del Vecchio, assistito dall'avvocato Stefano Rossi, su sua richiesta e' stato sentito in particolare per l'accusa di falso relativa allo schema di convenzione con cui l'ateneo tre anni fa affido' al Provveditorato alle opere pubbliche le fasi di progettazione, collaudo e direzione lavori delle opere di edilizia universitaria previste nel piano triennale 2015-2017. Di Ilio, assistito dall'avvocato Vittorio Manes, non era in aula.

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A processo per maltrattamenti alla mamma, disposta la perizia psichiatrica 

A luglio era stato arrestato con le accuse di maltrattamenti in famiglia ed estorsione nei confronti della mamma, di 82 anni, e della zia di 90 anni. Accusa per la quale questa mattina e' andato a processo davanti al giudice Flavio Conciatori. Processo che, subito dopo l'apertura, ha visto il giudice disporre a carico dell'uomo, un 53enne di Silvi, una perizia psichiatrica per valutarne la capacita' di intendere e volere. I fatti contestati all'imputato coprono un periodo di diversi anni quando il 53enne, in piu' occasioni, avrebbe maltrattato la mamma e la zia con minacce e percosse. E tutto per costringerle a consegnargli in continuazione somme di denaro. 

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Inammissibile il ricorso d’urgenza sul Rosatellum

 Il Tribunale dell'Aquila ha dichiarato inammissibile il ricorso d'urgenza presentato sul Rosatellum bis, la legge elettorale, presentato da un esponente di Alternativa Libera, che agiva in qualita' di elettore a tutela del proprio voto e firmato dall'avvocato Paolo Colasante. A parere del tribunale "manca del tutto il requisito della strumentalita' tra tutela cautelare e provvedimento definitivo", e quindi non si giustifica un provvedimento d'urgenza, perche' "e' un fatto che le elezioni politiche sono state gia' indette e si terranno tra poche settimane"

Il ricorso puntava a sollevare questione di legittimita' su alcune disposizioni del Rosatellum di fronte alla Corte Costituzionale. Ma il tribunale sottolinea che un intervento della Consulta finalizzato, nei fatti, a correggere il risultato delle elezioni attraverso un riconteggio dei voti "provocherebbe piu' problemi di quanti intende risolvere: sarebbe assai difficile sostenere che i principi di liberta' e consapevolezza del voto sarebbero rispettati se l'elettore avesse votato avendo come riferimento un certo sistema elettorale (e intendesse quindi perseguire un certo risultato), e vedesse poi utilizzata la sua volonta', cosi' come espressa, in un sistema diverso, con effetti nemmeno ipotizzati al momento della consultazione elettorale". "Dato che l'eventuale pronuncia della Corte Costituzionale non potrebbe avere altro effetto se non quello di incidere su future elezioni - conclude il tribunale - tale risultato e' raggiungibile anche con un incidente di costituzionalita' sollevato nell'ambito del giudizio di merito, peraltro gia' introdotto dal ricorrente, per cui non e' necessario provvedere in via d'urgenza". Un'analoga pronuncia era stata emessa nei giorni scorsi dal tribunale di Firenze.

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Consegnate le casette a Capitignano 

Diciotto Soluzioni Abitative d'Emergenza (Sae) realizzate in sostituzione temporanea delle abitazioni inagibili dopo il sisma di gennaio 2017 sono state consegnate a Capitignano. Si tratta del primo insediamento realizzato e consegnato nell'Aquilano. L'opera sinergica tra istituzioni ha portato al completamento dei due lotti, uno a Capitignano e uno nella frazione di Pago.  Con la consegna delle diciotto Sae inizia il ripopolamento di Capitignano; chi era ospitato nel Progetto Case dell'Aquila, nelle casette messe a disposizione dalla Sanofi Aventis o in autonoma sistemazione, potra' tornare in paese.

Nell'ambito dei due insediamenti Sae la Protezione Civile regionale, su richiesta del Comune, ha posto le basi per la costruzione di un centro di aggregazione che potra' essere utilizzato anche per lo svolgimento di funzioni religiose. In particolare, sono state consegnate a Capitignano 10 Sae da 60 metri quadri e due da 80 metri quadri, mentre nella frazione di Pago n.1 Sae da 60 metri quadri per disabile, 3 Sae da 60 metri quadri e 2 da 80 metri quadri. In entrambi gli insediamenti e' stata realizzata anche una piastra sulla quale verra' montata una struttura da adibire a centro di aggregazione nella quale poter svolgere anche le funzioni religiose in attesa del ripristino di agibilita' delle chiese. 

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Blitz dei Nas in ditta, trovati 800 kg di alimenti a rischio 

Un deposito e un laboratorio abusivi e 800 chilogrammi di interiora prive di indicazioni relative alla tracciabilita' e conservate in locali non idonei. E' quanto hanno accertato i Carabinieri del Nas di Pescara nel corso di una ditta in un comune del Vastese. Laboratorio e deposito sono stati sottoposti a chiusura, mentre i prodotti che erano all'interno sono stati sequestrati. Il valore dell'esercizio commerciale, compresi attrezzature e arredi, ammonta a circa tre milioni di euro, mentre il prezzo degli alimenti sequestrati e' di circa un milione di euro. 

Dai controlli dei militari per la tutela della salute e' emerso che la ditta aveva attivato un laboratorio di confezionamento alimenti e un deposito in assenza della prescritta autorizzazione e registrazione alla competente autorita' sanitaria. Nel corso dell'ispezione, inoltre, i Carabinieri del Nas hanno trovato 800 chilogrammi di "vesciche e budella", detenute per la successiva lavorazione, che non solo erano prive di indicazioni relative alla tracciabilita', ma erano anche conservate in locali privi dei requisiti igienico-sanitarie e strutturali. Il dirigente del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione della Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, intervenuto sul posto su segnalazione del Nas, ha disposto la chiusura dei locali attivati abusivamente e sottoposto a sequestro tutti i prodotti che si trovavano nell'azienda. 

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Soldi per far prescivere integratori, informatore medico scientifico patteggia

 Ha patteggiato un anno e 2 mesi un informatore medico scientifico di una societa' farmaceutica finita anch'essa sotto inchiesta, da parte della Procura della Repubblica di Chieti, per corruzione ovvero presunte tangenti pagate a due medici per la prescrizione di integratori. L'uomo, in concorso con altri due dipendenti della societa', pure indagati, avrebbe versato 10.000 euro a un medico a titolo di acquisto di copie di un libro. Allo stesso medico sarebbero stati promessi e in parte versati altri 10.000 euro per prescrivere alcuni integratori. Un altro medico avrebbe invece accettato un iPhone del valore di 850 euro nonche' la promessa del pagamento di una cena, da lui organizzata, al fine di prescrivere gli integratori. La societa' ha patteggiato 15.000 euro. Gli indagati sono complessivamente dodici, tre dei quali societa' farmaceutiche. 

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‘Banda del centro commerciale’ bloccata nella Marsica

Sono stati sorpresi in flagranza dai carabinieri forestali  e sono stati arrestatidopo l'ennesimo furto in un centro commerciale. Si tratta di tre romeni, una donna e due uomini. La banda del centro commerciale, cosi' soprannominata dai proprietari dei supermercat situati sulla Tiburtina in diversi comuni della Marsica. I tre sono stati arrestati grazie alle indagini dei militari, coordinati dal tenente colonnello Antonio Renato Rampini, comandante del Nipaaf L'Aquila. I Carabinieri Forestali hanno visionato i filmati di sicurezza interni ed esterni ai centri commerciali e hanno individuato la Croma con cui la banda si spostava. Seguendo le loro tracce i militari li hanno sorpresi nel quarto supermercato preso di mira, con una refurtiva di oltre cinquemila euro tra generi alimentari, materiale elettrico e articoli di igiene personale.

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Rapina in villa a Pescara Colli, presi in due

Momenti di paura a Pescara, nella zona dei Colli dove una banda di rapinatori in trasferta ha assaltato una villa. Un uomo di 43 anni e sua madre si sono trovati davanti i malviventi. Lui e' stato malmenato e costretto ad aprire la cassaforte, contenente oro, gioielli e soldi. Il tempestivo intervento della Polizia ha consentito di catturarne due. Uno e' stato bloccato proprio dal vice questore aggiunto Dante Cosentino della Questura di Pescara libero dal servizio che, trovandosi in zona, e' entrato in azione disarmato e senza manette e ha immobilizzato il malvivente con alcune corde che ha trovato in un cantiere. La banda è entrata nella villa intorno alle 8.20. Sarebbero sei, secondo la ricostruzione della Polizia, i componenti del gruppo: due sono rimasti fuori a fare da 'palo', quattro sono entrati nell'abitazione, passando dal garage. Quando sono stati sorpresi da madre e figlio, i malviventi hanno aggredito l'uomo, costringendolo ad aprire la cassaforte. Poi sono fuggiti. Il 43enne ha subito lanciato l'allarme al 113 e sul posto e' intervenuto un mezzo della squadra Volante, alla vista del quale i quattro malviventi si sono sparpagliati. Uno di loro e' stato trovato nei garage delle vicine Poste. "Nella casa in costruzione abbiamo rintracciato uno degli autori della rapina. Abbiamo usato delle manette di fortuna, abbiamo trovato attrezzatura da cantiere ed abbiamo utilizzato quella per immobilizzarlo", ha detto. Soccorso dal 118 e medicato in ospedale, l'imprenditore e' stato dimesso con una prognosi di dieci giorni per una policontusione. I due arrestati sono M.R., 23 anni, nato in Bosnia Erzegovina, e H.S., 23 anni, nato a Roma ma di origini bosniache, entrambi residenti nella Capitale. Gran parte della refurtiva e' stata recuperata.

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Rapina all’Ufficio Postale della Pineta di Pescara

Rapina all'Ufficio Postale di viale Luisa D'Annunzio, nei pressi dell'Aurum, a Pescara. Un uomo, intorno alle 14.40, con volto parzialmente travisato da berretto e sciarpa, e' entrato nei locali, dove c'erano alcuni dipendenti e clienti, e dietro la minaccia di un'arma, verosimilmente a salve, si e' diretto ad una cassa, facendosi consegnare 500 euro in contanti, prima di dileguarsi a piedi, facendo perdere le sue tracce. 

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