Cronaca

Precipita da un sentiero vicino al santuario della Madonna di Appari e perde la vita

Un uomo e' morto dopo essere precipitato da un sentiero nelle vicinanze del santuario della Madonna di Appari, che si trova tra le frazioni aquilane di Paganica e Camarda, molto frequentato anche da turisti. L'uomo secondo una prima ricostruzione sarebbe scivolato accidentalmente, sbattendo in maniera rovinosa la testa, in un passaggio che porta all'eremo nei pressi di una parete rocciosa utilizzata da molti appassionati per fare delle arrampicate. Alla tragedia hanno assistito alcune persone che stavano nelle vicinanze, che hanno dato l'allarme: sul posto sono giunte la volante, la polizia scientifica per i rilievi ed i sanitari del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare la morte. La salma, trasferita all'obitorio dell'ospedale San Salvatore, e' a disposizione dell'autorita' giudiziaria.

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Immigrazione, convegno a Capestrano con il sindaco Maragno e la scuola elementare Marinelli

 

Un convegno sull’immigrazione che ha visto Montesilvano protagonista per la presenza del sindaco, Francesco Maragno, e una rappresentanza della scuola Marinelli di via Vitello d’oro, a cominciare dal dirigente scolastico Roberto Chiavaroli. E’ quello che si è tenuto questa mattina nel convento di San Francesco a Capestrano.

L’incontro, organizzato dal Centro studi San Giovanni di Capestrano, diretto da Cristina D’Alfonso, aveva il titolo “Il dovere dell’accoglienza. Saper accogliere. Essere capaci di accogliere” e ha visto la partecipazione di diversi relatori come Marco Bartoli, docente di Storia medievale all’università Lumsa di Roma, padre Quirino Salomone, fondatore del Movimento celestiniano dell’Aquila; Marco Alessandrini, sindaco di Pescara; Stefania Catalano, docente Miur; Maria Teresa Letta, già vicepresidente della Croce rossa italiana. Ha aperto i lavori il sindaco di Capestrano, Antonio D’Alfonso, mentre le considerazioni finali sono state affidate al cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila. Moderatore il generale della Guardia di finanza, Flavio Aniello.

Le relazioni hanno spaziato dalla storia (Ospedali e accoglienza ai marginali nel Medioevo in Italia), di Bartoli, alla solidarietà con Letta (Croce rossa italiana, i mille volti di accoglienza ai vulnerabili), passando per la scuola, Catalano, e la società (il caso del mercato etnico di Pescara con il sindaco Alessandrini e l’esperienza del Centro di accoglienza e assistenza aquilano con padre Salomone).

Il sindaco Maragno è intervenuto sull’esperienza di Montesilvano dove problemi come i Cas, Centri di assistenza straordinaria, che vedevano 5-600 immigrati abbandonati a loro stessi ma ospiti di strutture alberghiere in piena riviera o, peggio, il ghetto di via Ariosto (uno dei centri di spaccio più pericolosi d’Italia popolato da 300 persone) sono stati eliminati a favore di una accoglienza concreta tramite gli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che ha ridotto il numero degli immigrati a 100 e che si è trasformato in una risorsa per la città.

«Con la smobilitazione del ghetto di via Ariosto, che era occupato ormai da vent’anni, e la chiusura dei Cas, il Comune ha cominciato a gestire direttamente lo Sprar e così, abbiamo avuto la possibilità di impiegare questi ragazzi in attività qualificanti per loro e per la comunità. L’anno scorso abbiamo affidato a sette di loro la gestione delle due spiagge riservate ai disabili che si sono rivelate un’esperienza fantastica di doppia inclusione e che ha fatto guadagnare a Montesilvano l’Oscar dell’Ecoturismo, un premio nazionale assegnato dalla Fondazione Serono e da Legambiente, che abbiamo ritirato la settimana scorsa», ha detto il primo cittadino, «Alcuni di questi ragazzi sono impegnati in attività di pulizia o nella gestione del cimitero, dando un contributo sensibile ai servizi del Comune. Abbiamo trasformato un problema in risorsa per la comunità montesilvanese».

Infine, ma non certo per ultimo, l’esperienza di integrazione della scuola elementare Marinelli di via Vitello d’oro con un video dedicato a una classe multietnica e con uno degli scolari, Jamal Yusuf, accompagnato dalla madre Stefania Patriarca, che ha recitato la poesia di Alda Merini “Una volta sognai”.

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Perseguitava l’ex, 59enne ai domiciliari a Pescara

I carabinieri di Spoltore hanno notificato a un 59enne residente nel centro del Pescarese, un'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari per stalking a un uomo che era gia' sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa. La 'vittima', una donna del luogo, dopo aver interrotto la relazione, ha subito dall'uomo reiterati atti persecutori come minacce, pedinamenti, molestie telefoniche o attenzioni indesiderate, che hanno generato stati di paura e di ansia nella donna, arrivando a sconvolgerle la normale vita quotidiana. Il 12 marzo scorso i militari della Sezione Radiomobile, a seguito di una richiesta di intervento hanno sorpreso lo stalker mentre stava installando un apparato GPS da localizzazione al di sotto della vettura della ex compagna. L'apparecchio e' stato poi sottoposto a sequestro

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Inaugurazione anno giudiziario Tar, Realfonzo: la classe politica assume posizioni di aperta ostilità

  "Oramai da qualche anno la classe politica, anche ai massimi livelli e senza distinzioni d'appartenenza, assume posizioni di aperta ostilita' fondate sulla convinzione che il giudice amministrativo tenda ad erodere indebitamente la sfera della discrezionalita' della pubblica amministrazione, sia troppo propenso ad accogliere le ragioni dei ricorrenti, sia causa della crisi dell'azione amministrativa, costituisca addirittura un freno allo sviluppo economico". E' uno dei passaggi della relazione del nuovo presidente del Tribunale amministrativo regionale per l'Abruzzo, Umberto Realfonzo, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2018, nella sede regionale dell'Aquila. In prima fila tra gli altri il presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fratelli d'Italia. E' stata l'occasione per fare il punto sull'attivita' dell'organo di giurisdizione amministrativa, competente a giudicare sui ricorsi, proposti contro atti amministrativi, da privati che si ritengano lesi un proprio interesse legittimo, composto da giudici amministrativi di primo grado, le cui sentenze sono appellabili dinanzi al Consiglio di Stato. In tal senso, Realfonzo ha reso noto che nel 2018 a fronte di 524 ricorsi sono state emesse 436 sentenze. I decreti decisori sono stati 128 r i decreti collegiali 44. Dalla relazione e' emersa una diminuzione delle pendenze rispetto all'anno precedente, nonostante che dal 2016 il numero dei togati assegnato alla sezione abruzzese del Tar sia diminuito di due unita'. "Il giudice amministrativo finisce per creare molti scontenti e si trova, di conseguenza, inevitabilmente esposto al fuoco incrociato della classe amministrativa, dei titolari di interessi privati e dei rappresentanti di quelli collettivi - ha continuato il nuovo presidente del Tar che ha respinto al mittente le accuse della classe politica sottolineando che "nei cupi scenari che riguardano nazioni vicine, il ricordo della tremenda forza d'urto dei regimi totalitari del secolo scorso, deve farci ricordare che il sindacato giurisdizionale sull'operato del potere e' il fondamento dello stato di diritto, e che il rispetto dei limiti ordinamentali della sovranita' assicura l'effettivita' della tutela degli interessi legittimi di tutti noi". Per Realfonzo, "non mancano i casi di pubblica amministrazione il cui l'agire e' illegittimo, capzioso, equivoco, contraddittorio, e viola i canoni dell'imparzialita', e di buona amministrazione. In questi casi e' evidente che il giudice debba farsi carico di assicurare l'effettivita' della tutela e garantire il corretto esercizio dei pubblici poteri"

"Le norme ordinamentali nazionali e sovranazionali non garantiscono allo straniero il diritto di entrare e risiedere in un determinato Paese, e pertanto gli Stati mantengono il potere di espellere gli stranieri condannati per reati gravi". Lo ha detto il nuovo presidente del Tribunale amministrativo regionale per l'Abruzzo, Umberto Realfonzo, nella relazione presentata in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2019, nella sede regionale dell'Aquila, affrontando il tema dell'immigrazione. Tuttavia il Tar ha in numerose sentenze affermato che "il potere di revoca del permesso di soggiorno, va bilanciato in modo proporzionale con il diritto alla vita familiare del ricorrente, dei suoi congiunti, in modo tale da effettuare una valutazione comparativa tra il bene giuridico della pubblica sicurezza e l'esigenza di prevenire minaccia all'ordine pubblico'', ha concluso. 

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Fermata in aeroporto con 63mila euro

Una donna in partenza per il Belgio (Charleroi) è stata bloccata dalla Guardia Finanza all'aeroporto di Pescara con 63mila euro in contanti. E' accaduto ieri quando le Fiamme Gialle, congiuntamente a Funzionari dell'Agenzia Dogane e Monopoli, hanno fermato nell'area doganale dell'aeroporto la cittadina belga. La donna ha inizialmente negato di detenere valuta, anche se i militari hanno proceduto ad effettuare un controllo sul bagaglio a mano dove, sono stati trovati i contanti, nella maggior parte in pezzi da 500 euro. Alle domande dei finanzieri la donna ha risposto che la valuta trovata in suo possesso era frutto di risparmi e che sarebbe servita per l'acquisto di immobili. E' stato eseguito, così in base alla legge italiana il sequestro amministrativo della somma di oltre 26 mila euro pari al 50% del denaro contante eccedente la soglia di 10 mila euro (limite di movimentazione ammesso al seguito della persona, somma oltre la quale è obbligatorio presentare la dichiarazione valutaria). 

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Incendio a Città Sant’Angelo, Arta: nessun incremento significativo delle concentrazioni degli inquinanti

Nessun incremento significativo delle concentrazioni degli inquinanti (polveri sottili PM10 e PM2.5, biossido di azoto, monossido di carbonio, benzene) rispetto ai valori mediamente rilevati nella stagione in corso e Indice di Qualità dell'Aria (IQA) "accettabile": sono i dati rilevati ieri dalla centralina Arta di Montesilvano, in corso Umberto, la più vicina al capannone che ieri è stato distrutto da un incendio, a Città Sant'Angelo. Lo rende noto la stessa Arta, in attesa dei risultati sui campioni prelevati sul posto. La visione delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona confermano che è esclusa l'origine dolosa. Tra le prime ipotesi fatte dai Vigili del fuoco vi è quella di un corto circuito. I danni provocati dall'incendio, che ha completamente distrutto il capannone, sono ancora in corso di quantificazione. 

L'Arta, infatti, sollecitata dal sindaco della città angolana, Gabriele Florindi, ha subito raggiunto l'area per gli accertamenti di competenza. Sono in corso al laboratorio del Distretto provinciale di Pescara le analisi sui campioni di aria e acque di spegnimento prelevati dai tecnici. Non appena disponibili, i risultati verranno trasmessi ai Comuni interessati, alla Asl di Pescara e tempestivamente diffusi, fa sapere l'Agenzia. 

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Aperta un’inchiesta sulla demolizione dell’ex fornace Moscufo

La procura di Pescara ha aperto un fascicolo sui lavori di demolizione dell'ex fornace di Moscufo. Il pm Salvatore Campochiaro ipotizza violazioni delle norme in materia ambientale. Ci sarebbe anche un indagato, che risulterebbe coinvolto nei lavori di demolizione. Nei giorni scorsi i carabinieri forestali di Pescara hanno acquisito documentazione nel Comune di Moscufo e all'ufficio Suap di Pescara. L'area oggetto del procedimento rientra nell'elenco dei siti industriali dismessi dalla Regione e dunque potenzialmente contaminati. Nel mirino e' finito l'iter autorizzativo dei lavori, che risulterebbe carente della necessaria documentazione e, in particolare, della Segnalazione certificata di inizio attivita' (Scia). Lo scorso febbraio il Comune di Moscufo aveva emesso un provvedimento cautelare, con cui aveva ordinato la sospensione dei lavori di demolizione del fabbricato, di sistemazione e spostamento della strada esistente e del piazzale di stoccaggio del materiale inerte. 

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Stefania, la ragazza che l’8 marzo ha commosso Mattarella al Quirinale è stata liberata dalla prostituzione dai carabinieri a Montesilvano

«Mi hanno buttato sulla strada a calci e pugni. Mi hanno tagliato le orecchie, strappato i capelli. Porto i buchi, nella mia pancia: mi ci saltavano sopra, coi tacchi a spillo».

Ha fatto scalpore la testimonianza di Stefania,  lo scorso 8 marzo al Quirinale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto dare spazio a questo orribile episodio che spiega bene cosa vuol dire la parola prostituzione. Altro che sex workers o autodeterminazione della donna. Stefania venne strappata alla famiglia, in Bulgaria, a soli 17 anni, e portata in Italia con il miraggio di un lavoro. Un miraggio, appunto. In realtà è stata messa a prostituirsi e picchiata ferocemente perché non guadagnava abbastanza. Quello che non è stato evidenziato, finora, è che Stefania era a Montesilvano quando venne salvata dai carabinieri guidati dall’allora capitano Enzo Marinelli, oggi maggiore, all’epoca comandante della Compagnia di Montesilvano. Si prostituiva sotto la pineta, nei pressi di via Adda. I suoi aguzzini sono stati individuati e mandati a processo per riduzione in schiavitù.

Gli uomini dell’Arma contattarono i volontari della comunità Papa Giovanni XXIII (che da 4 anni collabora attivamente anche con il Comune di Montesilvano e che ha permesso, finora, a 11 ragazze di abbandonare il marciapiede): «Quando l’abbiamo vista la prima volta», ha ricordato nella manifestazione al Quirinale don Aldo Bonaiuto, della comunità Papa Giovanni XXIII, «sembrava uscita da un campo di sterminio». Poi, dopo l’inferno patito a Montesilvano la vita è ricominciata con l’accoglienza in una casa rifugio, l’aiuto, l’ascolto. I capelli, bellissimi, che sono ricresciuti: «Oggi, a 24 anni, finalmente anche il lavoro. Che era il mio sogno fin dall’inizio». Ma non ha certo dimenticato le ragazze che erano con lei in strada. «La forza per andare dal presidente Mattarella, e di parlare davanti all’Italia, l’ho trovata soltanto per loro. Perché sappiano quello che mi è successo, che non sono sole, che possono ricominciare. Anche per gli uomini, ho voluto parlare. Perché sappiano che sbagliano e smettano di farlo. Questi uomini che voi chiamate “clienti” sono uomini che vanno a fare la spesa, a comprare qualcosa di cui hanno bisogno. Così anche io sono diventata una cosa da comprare, come quando si va dal macellaio. Non riuscirò mai a capire come una persona che si definisce “uomo” possa non avere pietà di una ragazza che piange, sanguina e che soffre. Come possa comprarla, per fare sesso, mentre piange e sta male».

«E’ per tutte le Stefania che sono ogni notte in strada, o in qualche squallido appartamento che abbiamo voluto incrementare il nostro impegno contro la tratta delle donne», spiega il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, «Quello che è accaduto nella nostra città è tremendo. A Stefania, perché guadagnava troppo poco, sono stati strappati i cappelli, lembi di pelle dalle ginocchia, bruciato la schiena e, con un paio di tronchesi, le è stato tagliato un pezzo di orecchio. Per non far sentire le urla ai vicini di casa, le avevano tappato la bocca con il nastro adesivo. A lei non restava nemmeno un euro di quello che guadagnava. Il maggiore Marinelli mi ha raccontato che poi, finalmente, sono riusciti a trovare i suoi sfruttatori, nei dintorni di Venezia.  Ecco, è per evitare queste cose che voglio inasprire al massimo la lotta contro la tratta delle donne. Abbiamo attivato un numero telefonico, a cui rispondono i nostri agenti della Polizia municipale del Nap, Nucleo anti prostituzione, che, in pochi giorni, ha già iniziato a ricevere segnalazioni. Potenzieremo il controllo con le telecamere, a giorni arriveranno i pannelli luminosi che metteremo  in strada per avvisare dell’ordinanza che punisce i “clienti” con multe fino a 450 euro. Infine, ma non certo per ultimo, abbiamo lanciato una campagna mediatica molto forte, un pugno nello stomaco che solo chi non capisce, o è in malafede, vuole attaccare perché si usa il termine “mandare a puttane”, un modo di dire che indica – lo dicono i migliori vocabolari – andare a rotoli, andare a finire male. Volevo uno slogan forte, fortissimo, perché di questa tragedia se ne deve discutere per salvare delle vite umane. E se per salvare delle ragazze dalla schiavitù c’è bisogno di polemiche e “criminalizzazione” che ben vengano queste critiche».

 

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Tenta la rapina al supermarket a Pescara, direttore lo mette in fuga

Tentata rapina, attorno alle 13, al supermercato Conad di via Rigopiano, a Pescara. In azione, secondo le prime informazioni, un uomo con il volto coperto da sciarpa e cappello che, armato di coltello, ha minacciato la cassiera per farsi consegnare gli incassi. E' però intervenuto il responsabile del punto vendita, che ha reagito, mettendolo in fuga e facendo sfumare il colpo. L'uomo si è quindi allontanato subito a piedi. Sul posto è intervenuta la Polizia, con squadra Volante e squadra Mobile. 

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