Cronaca

Maxi sequestro di 6 milioni a una Srl dell’editoria nella Marsica

I finanzieri della Compagnia di Avezzano hanno eseguito un sequestro di disponibilità finanziarie e beni immobili per un valore pari a circa 6.000.000 di euro emesso dall’Autorità giudiziaria marsicana nei confronti di due soggetti, rispettivamente amministratore di fatto (cl. 55) e prestanome (cl. 57) di un’importante S.R.L. operante nel settore dell’editoria. La misura cautelare appena eseguita scaturisce da complessi accertamenti patrimoniali svolti dai finanzieri tesi all’individuazione dei beni riconducibili al predetto imprenditore per un valore pari alle ritenute alla fonte relative agli emolumenti dei dipendenti che la società, in qualità di sostituto d’imposta, non ha versato all’erario negli anni d’imposta 2013 e 2014. L’imposta evasa è stata accertata dalla locale Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate a seguito di specifiche attività ispettive. Complessivamente sono stati sottoposti a sequestro quattro conti correnti bancari, un deposito titoli e un immobile per un valore equivalente alle imposte non versate. I responsabili, in passato, sono già stati condannati per reati tributari.

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Blitz contro il traffico di droga tra Albania e Italia, 43 arresti

Operazione antidroga tra Albania e Italia con 43 arresti eseguiti dalla Direzione investigativa antimafia di Bari, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia barese. Colpite due potenti organizzazioni criminali responsabili del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti dai Balcani all'Italia. Circa duecento gli uomini della Dia impegnati nel blitz, in collaborazione con Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Interpol e Polizia albanese. Gli indagati dovranno rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di "ingentissimi quantitativi" di marijuana, cocaina e hashish. L'operazione, denominata "Shefi", conclude una lunga e complessa indagine avviata nel 2016 dal Centro operativo Dia di Bari, nel corso della quale sono stati intercettati potenti scafi partiti dall'Albania e sbarcati in Puglia.

L'esecuzione simultanea dell'importante operazione internazionale della Dia in Albania ed in Italia e' stata resa possibile anche grazie alla Squadra Investigativa Comune, organismo di cooperazione giudiziaria e di polizia, istituita il 10 luglio 2017 a Tirana tra la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, la Procura per i Reati Gravi Albanese ed Eurojust (Organismo - con sede all'Aja - che sostiene la cooperazione giudiziaria nella lotta contro le forme gravi di criminalita' trasnazionale). 

I provvedimenti cautelari, nei confronti di 20 italiani, 21 albanesi e 2 romeni, sono stati eseguiti in Albania e nelle province di Bari, Bat, Brindisi, Potenza, Bologna, Salerno, Ragusa e Teramo. Le indagini hanno accertato che entrambe le organizzazioni criminali avevano una comunanza di interessi in Italia con organizzazioni delinquenziali pugliesi deputate a compiti logistici ed in Albania con organizzazioni criminali di quello Stato deputate alla produzione, al confezionamento, allo smistamento ed al trasferimento dello stupefacente sull'asse Albania-Puglia-Territorio Nazionale. Complessivamente sono stati sequestrati oltre 2300 kg di droga tra marijuana, cocaina ed eroina sottraendo alle associazioni criminali proventi stimati in oltre 15 mln.

Gli investigatori della Dia hanno localizzato nel quartiere Carrassi di Bari, dove hanno scoperto un deposito per lo stoccaggio dello stupefacente, un cittadino albanese, considerato al vertice di una delle due organizzazioni criminali, in grado di avvalersi di pluripregiudicati italiani, alcuni dei quali condannati per associazione di tipo mafioso, impiegati quali custodi e corrieri "all'ingrosso" della droga proveniente dall'Albania.

Le indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione pedinamento e controllo, hanno permesso, tra l'altro, di arrestare "in mare" a Polignano due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di stupefacente, fermare a Bari un corriere italiano con un furgone carico di oltre mille chili di marijuana sbarcata poco prima a Torre a Mare dall'Albania, intercettare in autostrada a Grottaminarda ed a Vasto due corrieri italiani mentre trasportavano 13 chili di stupefacente destinato a Salerno ed a Tortoreto, arrestare due corrieri albanesi con 8 chili di stupefacente a Scicli (Rg) dopo essere scesi da un autobus proveniente da Bari, individuare un altro deposito a Mola di Bari all'interno del quale sono stati sequestrati oltre cinquanta chili di droga, ivi compreso un panetto di cocaina purissima.

 

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Omicidio Alessandro Neri, sequestrate due auto

I carabinieri oggi hanno sequestrato a Giuliano Teatino nella villa di Gaetano Lamaletto, nonno materno di Alessandro Neri, il 29enne ucciso a Pescara la settimana scorsa, un'Audi Q5. Mentre nell'azienda di famiglia, a Orsogna, hanno sequestrato una Mercedes. Piu' in generale sono in corso perquisizioni e sequestro di materiale ritenuto di possibile interesse. Al momento non ci sono indagati.

Anche la Guardia di Finanza è coinvolta nelle indagini sull'omicidio di Alessandro Neri. Il Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, come scritto dal Corriere della Sera, e' al lavoro per ricostruire la storia patrimoniale della famiglia. L'attivita' investigativa, condotta dai Carabinieri di Pescara e coordinata dalla locale Procura, intanto, va avanti senza sosta. Ieri i militari del Ris di Roma hanno analizzato l'automobile del giovane, una Fiat 500 di colore rosso trovata parcheggiata mercoledi' scorso nel centro di Pescara, a circa sei chilometri dal luogo del ritrovamento del corpo, il fosso Vallelunga, in zona San Silvestro. Gli esperti del Ris hanno lavorato per cercare impronte, tracce biologiche ed ogni elemento utile. Il materiale repertato e' ora al vaglio degli investigatori, per capire se possa fornire un contributo alle indagini. L'obiettivo e' quello di ricostruire, anche grazie alle immagini delle videocamere di sorveglianza, quanto accaduto tra il momento in cui il giovane e' uscito di casa, lunedi' scorso, e quello del ritrovamento dell'automobile. Si indaga senza escludere nessuna pista. I Carabinieri, che hanno gia' ascoltato piu' volte i genitori della vittima, continuano a sentire - in alcuni casi anche piu' di una volta - amici e conoscenti del ragazzo. Si lavora, in particolare, sulle frequentazioni del giovane e sulla sua rete di contatti. 

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Crollo hotel Rigopiano, indagata la funzionaria della prefettura di Pescara

Una funzionaria della Prefettura di Pescara e' stata iscritta nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'Hotel Rigopiano travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che ha provocato 29 morti. La donna, che e' stata interrogata oggi su sua espressa richiesta dai carabinieri forestali di Pescara, e' indagata dalla procura pescarese per lesioni colpose in concorso. Nel mirino la telefonata allegata ad una informativa dei carabinieri forestali del 30 ottobre scorso. Una conversazione telefonica nella quale un carabiniere chiede alla sala operativa della prefettura notizie sul crollo dell'hotel Rigopiano e, si legge nell'informativa, la funzionaria risponde: "Ma l'Hotel Rigopiano e' stato fatto stamattina". Nel corso dell'interrogatorio di oggi, durato circa 1 ora e mezza, la funzionaria, assistita dagli avvocati Giacomo Di Francesco e Manuel Sciole', si e' difesa sostenendo di aver risposto in quel modo perche' il 118 aveva segnalato alla sala operativa della prefettura che la notizia del crollo era gia' stata verificata e risultava infondata.

L'inchiesta del procuratore capo di PescaraMassimiliano Serpi e del sostituto Andrea Papalia, conta altri 23 indagati. I reati ipotizzati, vanno, a vario titolo, dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all'omicidio e lesioni colpose, all'abuso d'ufficio e al falso ideologico, alla rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Le indagini dei carabinieri forestali, coordinate dalla Procura pescarese, si sono focalizzate sulla mancata realizzazione della Carta di localizzazione del pericolo da valanga; sulle concessioni rilasciate al resort e sulla mancata realizzazione del nuovo Piano regolatore di Farindola; sulla gestione dell'emergenza neve; sul ritardo con cui, solo il 18 gennaio secondo i pm, si e' reso operativo il Centro coordinamento soccorsi nella sala operativa provinciale della protezione civile.

Intanto è stata chiesta una proroga, fino ad ottobre, delle indagini riguardanti la tragedia dell'hotel Rigopiano, travolto e distrutto da una valanga, provocando la morte di 29 persone, il 18 gennaio del 2017. A richiederla e' la Procura di Pescara. Alla base della richiesta secondo quanto appreso, ci sono i nuovi quesiti posti ai consulenti tecnici in relazione ai tempi di realizzazione della carta delle valanghe.

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Omicidio Alessandro Neri, gli investigatori esaminano l’auto del giovane

I carabinieri del Ris di Roma hanno iniziato ad analizzare e ispezionare, nella caserma dell'Arma in via Lago di Borgiano a Pescara, la Fiat 500 rossa di proprieta' di Alessandro Neri. La Fiat 500 del giovane e' stata ritrovata mercoledi' 7 marzo a Pescara, in via Mazzini, e posta sotto sequestro dalla Procura. 

Gli investigatori stanno esaminando attentamento i tabulati telefonici, e le testimonianze delle ultime persone con cui il giovane e' entrato in contatto, immagini delle telecamere di videosorveglianza del centro di Pescara, dove e' stata trovata parcheggiata la sua automobile: tutto puo' essere utile per ricostruire quanto accaduto dal pomeriggio di lunedi' 5 marzo, quando Alessandro e' uscito di casa, al ritrovamento dell'auto, una Fiat 500 rossa di cui mancano le chiavi, la mattina di mercoledi' 7 marzo. E' in quella fascia temporale, secondo gli inquirenti, che il 29enne e' stato ucciso. L'ipotesi, dunque, e' che Neri sia morto 48-60 ore prima del ritrovamento del corpo, avvenuto nel pomeriggio di giovedi' 8 marzo alla periferia sud di Pescara, in un luogo impervio a circa 6 km dal centro.

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Tafferugli durante Foggia-Pescara, Daspo per 13 tifosi

Tredici provvedimenti di Daspo fra i due e gli otto anni sono stati emessi dalla Questura di Foggia nei confronti di altrettanti tifosi del Foggia e del Pescara dopo i tafferugli avvenuti prima della partita fra le due squadre di calcio lo scorso 20 gennaio. Polizia e Carabinieri sono intervenuti prima di possibili scontri e proprio contro gli agenti i tifosi hanno lanciato pietre, petardi e altri oggetti contundenti

In particolare i provvedimenti amministrativi che inibiranno l'accesso agli stadi hanno riguardato 8 tifosi del Foggia e 5 del Pescara. Ai responsabili delle condotte piu' violente e' stato prescritto anche l'obbligo di firma presso Uffici di Polizia nei giorni in cui il Foggia Calcio disputera' gli incontri. Le indagini della Digos hanno consentito di ricostruire che alcuni ultras del Foggia avrebbero raggiunto la stazione ferroviaria dove erano attesi i tifosi della squadra avversaria, completamente travisati con passamontagna, sciarpe e cappucci ed armati di mazze, bastoni, bombe carta, fumogeni e sassi.

Grazie ai numerosi filmati acquisiti dagli investigatori, sono stati identificati 6 ultras di eta' compresa fra i 20 e i 40 anni che avrebbero partecipato ai tafferugli, accusati di resistenza a pubblico ufficiale, porto in luogo pubblico di oggetto atto ad offendere e travisamento. Altri due sono stati denunciati rispettivamente per evasione dai domiciliari e violazione della sorveglianza speciale. Uno di loro e' stato denunciato anche per aver esposto uno striscione inneggiante alla violenza durante lo svolgimento della gara. Il Daspo emesso nei confronti dei tifosi foggiani prevede un divieto fra i 5 e gli 8 anni. Per cinque tifosi del Pescara, invece, e' stato disposto il Daspo di due anni.

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Tenta di rapinare 14enne vicino alla stazione a Pescara, arrestato dalla Polizia

Ha tentato di rapinare un ragazzino di 14 anni nei pressi della stazione ferroviaria di Pescara Porta Nuova, ma e' stato arrestato dalla Polizia. E' accaduto ieri sera quando gli agenti del Reparto Prevenzione Crimine Abruzzo sono arrivati nei pressi della stazione mentre il ragazzino veniva rincorso da un uomo camuffato con il cappuccio di una giacca nera. Alla vista dei poliziotti il malvivente, poi identificato per D.A.M. 21enne, pescarese, si e' dato alla fuga ma e' stato raggiunto e bloccato dagli agenti e arrestato il 21enne per il reato di tentata rapina e condotto agli arresti domiciliari. I riscontri degli inquirenti hanno poi permesso di appurare che il 21enne, come evidenziato anche dalla denuncia del padre del 14enne, aveva avvicinato il minore chiedendo insistentemente dei soldi, nei pressi dei binari ferroviari. Al rifiuto del 14enne, il giovane ha prima minacciato e poi rincorso il ragazzino lungo i binari della stazione.

 

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Ferisce 55enne con tre coltellate a Chieti, arrestata una donna

Una donna di 54 anni e' stata arrestata dai Carabinieri di Chieti dopo che ieri sera ha sferrato tre fendenti ad un uomo ricoverato in prognosi riservata.  E' finita in carcere con l'accusa di tentato omicidio per aver ferito con tre coltellate un uomo di 57 anni, sempre di Chieti, al termine di una cena degenerata in lite. La vittima, nel tentativo di sedare gli animi, e' stato raggiunto dai tre fendenti ed e' ricoverato in ospedale a Chieti dove e' stato sottoposto ad un intervento chirurgico poiche' una delle tre coltellate sferrate dalla donna lo ha raggiunto al fegato, perforandolo, ma non corre pericolo di vita. Gli altri due fendenti lo hanno colpito all'addome e al polmone.

I fatti sono maturati nel corso di una cena alla quale la donna aveva chiesto di poter partecipare. Secondo quanto hanno riferito i carabinieri nel corso di una conferenza stampa tenuta dal maggiore Massimo Capobianco, comandante della Compagnia di Chieti e dalla tenente Maria Di Lena, comandante del Nucleo operativo radiomobile, la donna e' uscita di casa gia' armata di un coltello a serramanico con una lama di dieci centimetri e ha raggiunto l'abitazione nella quale i quattro erano a cena. Fra questi un 44enne al quale la donna, a suo dire, alcuni anni prima aveva fatto un piacere. Complice l'abuso di alcolici, durante la serata e' inizialmente scoppiata una lite verbale. La donna per quel favore, ovvero il tentativo da parte dell'uomo di stabilire la residenza a casa sua, si era sentita promettere 50 euro, e, non avendo ricevuto la somma neppure ieri, ha cominciato ad inseguire il 44enne brandendo il coltello per colpirlo ma senza riuscirci. Tra i due si e' frapposto il 57enne per sedare gli animi ma l'uomo e' stato raggiunto dai tre fendenti. All'arrivo dei carabinieri la donna ha ammesso le proprie responsabilita' ed ha consegnato il coltello che e' stato gia' inviato al Ris mentre l'appartamento e' stato posto sotto sequestro. Nell'interrogatorio di convalida la donna si e' difesa sostenendo di essersi sentita aggredita dalla vittima, che l' avrebbe afferrata violentemente alle spalle per i capelli, e di aver dunque reagito colpendo l'uomo con il coltello. 

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Ritrovate due opere d’arte rubate in Abruzzo

I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) in esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Salerno, che concordava con le risultanze investigative prodotte, hanno sequestrato 37 opere d'arte di epoca compresa tra il XVI e XX sec., tra cui spiccano per importanza 5 pale d'altare sottratte da due chiese della provincia de L'Aquila, chiuse al culto perché dichiarate inagibili a seguito del sisma del 2009 ed un dipinto attribuito al Maestro Guido Reni.Il gruppo criminale, avrebbe effettuato furti di pregevoli opere d'arte che poi andavano ad arricchire l'arredo di alcune ville di lusso della costiera amalfitana, accrescendo il loro fascino per i turisti stranieri, che ne beneficiavano nei loro soggiorni di vacanza.

L'operazione è stata avviata a settembre 2017. Gli ulteriori approfondimenti investigativi, coordinati della Procura della Repubblica di Salerno, hanno consentito di identificare sia personaggi dediti alla ricettazione di opere d'arte antica, sia collezionisti, pronti ad acquistare beni culturali senza verificarne, pur di ampliare la loro raccolta, la lecita provenienza. Le successive perquisizioni e la comparazione delle immagini dei beni rinvenuti con quelli censiti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC, hanno confermato la corrispondenza di 37 opere, permettendo di risalire a 16 furti perpetrati, negli ultimi 20 anni, in varie province italiane e di denunciare a piede libero 3 persone. Questo importante recupero consentirà, a breve, di rendere nuovamente fruibile al pubblico opere d'arte di inestimabile valore storico, artistico e devozionale, tra cui si evidenziano, per importanza, le cinque pale d'altare risalenti al XVII-XVIII sec., sottratte in data antecedente al dicembre 2012, dalle Chiese di San Nicola a Capestrano (AQ) e San Giacomo Apostolo a Scoppito (AQ), due tavole del XVI sec., parte del polittico della Chiesa di "San Rocco" di Formia (LT) dell'artista Gerolamo Stabile e il dipinto, raffigurante "Cristo che prega nell'orto" attribuito al pittore bolognese Guido Reni, sottratto nell'agosto del 2012 a una famiglia nobiliare napoletana.

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Montesilvano, sgomberata la spiaggia antistante via Firenze

Sgombero interforze questa mattina a Montesilvano. Due pattuglie della Polizia Locale, coordinate dal tenente Nicolino Casale, insieme a 6 uomini della Guardia Costiera e 2 dei Carabinieri della Compagnia di Montesilvano, hanno effettuato una operazione di sgombero nella spiaggia antistante via Firenze. Due le tende accampate abusivamente rimosse, con l’ausilio della ditta Formula Ambiente, e 5 le persone individuate.

«Prosegue incessantemente la nostra azione volta al ripristino del decoro urbano e al contrasto al bivacco -  afferma l’assessore alla Polizia Locale, Valter Cozzi - . Gli ultimi mesi sono stati connotati da costanti operazioni di sgombero nella riserva naturale di Santa Filomena che era stata occupata abusivamente. L’ultimo risale ad appena una settimana fa. Oggi l’attenzione si è concentrata nella spiaggia antistante la pineta. Il messaggio che vogliamo dare a queste persone è molto chiaro. Non possiamo tollerare che luoghi che i cittadini hanno il diritto di vivere in tranquillità diventino dormitori a cielo aperto. Proseguiremo con perseveranza fino a che non verranno scoraggiate altre occupazioni abusive. Siamo riusciti a liberare la pineta dai bivaccatori. Riusciremo anche ad impedire altre occupazioni sulla spiaggia».

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