Cronaca

Inchiesta ‘Castrum’, riuniti i due processi 

Dopo lo stralcio in sede di indagine i due fascicoli sugli appalti al Comune di Giulianova, che avevano portato a processo tutti gli imputati, sono tornati a riunirsi in un unico procedimento. I giudici hanno disposto la riunificazione dei due processi (il primo si era aperto il 15 dicembre, il secondo avrebbe dovuto aprirsi il 26 gennaio, ma era poi slittato all'udienza odierna), fissato al 16 maggio il termine per le difese degli imputati nel secondo procedimento per consegnare le proprie indicazioni sulle intercettazioni da trascrivere. Data entro la quale i difensori degli imputati del primo procedimento potranno invece presentare eventuali integrazioni sulle intercettazioni che riguardano i loro assistititi, per le quali questa mattina e' stato affidato l'incarico relativo alla loro trascrizione.

I due procedimenti riuniti questa mattina in un unico processo sono quelli relativi alla maxi inchiesta a firma dei pm Andrea De Feis e Luca Sciarretta su un presunto giro di mazzette per l'affidamento di opere pubbliche al Comune di Giulianova e che lo scorso anno porto' all'arresto, tra carcere e domiciliari, di otto persone.

A processo davanti al collegio ci sono 12 imputati, che a vario titolo e in base alle diverse posizioni devono rispondere di accuse che vanno corruzione alla tentata concussione, fino alla tentata induzione indebita a dare o promettere utilita' fino all'abuso d'ufficio e al falso in atto pubblico e in materia edilizia e urbanistica. Lo stralcio era stato deciso dalla Procura per poter procedere alla richiesta di giudizio immediato per gli 8 imputati che all'epoca erano finiti agli arresti. Si tornera' in aula il prossimo 8 maggio. 

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Maxi sequestro di 6 milioni a una Srl dell’editoria nella Marsica

I finanzieri della Compagnia di Avezzano hanno eseguito un sequestro di disponibilità finanziarie e beni immobili per un valore pari a circa 6.000.000 di euro emesso dall’Autorità giudiziaria marsicana nei confronti di due soggetti, rispettivamente amministratore di fatto (cl. 55) e prestanome (cl. 57) di un’importante S.R.L. operante nel settore dell’editoria. La misura cautelare appena eseguita scaturisce da complessi accertamenti patrimoniali svolti dai finanzieri tesi all’individuazione dei beni riconducibili al predetto imprenditore per un valore pari alle ritenute alla fonte relative agli emolumenti dei dipendenti che la società, in qualità di sostituto d’imposta, non ha versato all’erario negli anni d’imposta 2013 e 2014. L’imposta evasa è stata accertata dalla locale Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate a seguito di specifiche attività ispettive. Complessivamente sono stati sottoposti a sequestro quattro conti correnti bancari, un deposito titoli e un immobile per un valore equivalente alle imposte non versate. I responsabili, in passato, sono già stati condannati per reati tributari.

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Blitz contro il traffico di droga tra Albania e Italia, 43 arresti

Operazione antidroga tra Albania e Italia con 43 arresti eseguiti dalla Direzione investigativa antimafia di Bari, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia barese. Colpite due potenti organizzazioni criminali responsabili del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti dai Balcani all'Italia. Circa duecento gli uomini della Dia impegnati nel blitz, in collaborazione con Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Interpol e Polizia albanese. Gli indagati dovranno rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di "ingentissimi quantitativi" di marijuana, cocaina e hashish. L'operazione, denominata "Shefi", conclude una lunga e complessa indagine avviata nel 2016 dal Centro operativo Dia di Bari, nel corso della quale sono stati intercettati potenti scafi partiti dall'Albania e sbarcati in Puglia.

L'esecuzione simultanea dell'importante operazione internazionale della Dia in Albania ed in Italia e' stata resa possibile anche grazie alla Squadra Investigativa Comune, organismo di cooperazione giudiziaria e di polizia, istituita il 10 luglio 2017 a Tirana tra la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, la Procura per i Reati Gravi Albanese ed Eurojust (Organismo - con sede all'Aja - che sostiene la cooperazione giudiziaria nella lotta contro le forme gravi di criminalita' trasnazionale). 

I provvedimenti cautelari, nei confronti di 20 italiani, 21 albanesi e 2 romeni, sono stati eseguiti in Albania e nelle province di Bari, Bat, Brindisi, Potenza, Bologna, Salerno, Ragusa e Teramo. Le indagini hanno accertato che entrambe le organizzazioni criminali avevano una comunanza di interessi in Italia con organizzazioni delinquenziali pugliesi deputate a compiti logistici ed in Albania con organizzazioni criminali di quello Stato deputate alla produzione, al confezionamento, allo smistamento ed al trasferimento dello stupefacente sull'asse Albania-Puglia-Territorio Nazionale. Complessivamente sono stati sequestrati oltre 2300 kg di droga tra marijuana, cocaina ed eroina sottraendo alle associazioni criminali proventi stimati in oltre 15 mln.

Gli investigatori della Dia hanno localizzato nel quartiere Carrassi di Bari, dove hanno scoperto un deposito per lo stoccaggio dello stupefacente, un cittadino albanese, considerato al vertice di una delle due organizzazioni criminali, in grado di avvalersi di pluripregiudicati italiani, alcuni dei quali condannati per associazione di tipo mafioso, impiegati quali custodi e corrieri "all'ingrosso" della droga proveniente dall'Albania.

Le indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione pedinamento e controllo, hanno permesso, tra l'altro, di arrestare "in mare" a Polignano due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di stupefacente, fermare a Bari un corriere italiano con un furgone carico di oltre mille chili di marijuana sbarcata poco prima a Torre a Mare dall'Albania, intercettare in autostrada a Grottaminarda ed a Vasto due corrieri italiani mentre trasportavano 13 chili di stupefacente destinato a Salerno ed a Tortoreto, arrestare due corrieri albanesi con 8 chili di stupefacente a Scicli (Rg) dopo essere scesi da un autobus proveniente da Bari, individuare un altro deposito a Mola di Bari all'interno del quale sono stati sequestrati oltre cinquanta chili di droga, ivi compreso un panetto di cocaina purissima.

 

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Omicidio Alessandro Neri, sequestrate due auto

I carabinieri oggi hanno sequestrato a Giuliano Teatino nella villa di Gaetano Lamaletto, nonno materno di Alessandro Neri, il 29enne ucciso a Pescara la settimana scorsa, un'Audi Q5. Mentre nell'azienda di famiglia, a Orsogna, hanno sequestrato una Mercedes. Piu' in generale sono in corso perquisizioni e sequestro di materiale ritenuto di possibile interesse. Al momento non ci sono indagati.

Anche la Guardia di Finanza è coinvolta nelle indagini sull'omicidio di Alessandro Neri. Il Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, come scritto dal Corriere della Sera, e' al lavoro per ricostruire la storia patrimoniale della famiglia. L'attivita' investigativa, condotta dai Carabinieri di Pescara e coordinata dalla locale Procura, intanto, va avanti senza sosta. Ieri i militari del Ris di Roma hanno analizzato l'automobile del giovane, una Fiat 500 di colore rosso trovata parcheggiata mercoledi' scorso nel centro di Pescara, a circa sei chilometri dal luogo del ritrovamento del corpo, il fosso Vallelunga, in zona San Silvestro. Gli esperti del Ris hanno lavorato per cercare impronte, tracce biologiche ed ogni elemento utile. Il materiale repertato e' ora al vaglio degli investigatori, per capire se possa fornire un contributo alle indagini. L'obiettivo e' quello di ricostruire, anche grazie alle immagini delle videocamere di sorveglianza, quanto accaduto tra il momento in cui il giovane e' uscito di casa, lunedi' scorso, e quello del ritrovamento dell'automobile. Si indaga senza escludere nessuna pista. I Carabinieri, che hanno gia' ascoltato piu' volte i genitori della vittima, continuano a sentire - in alcuni casi anche piu' di una volta - amici e conoscenti del ragazzo. Si lavora, in particolare, sulle frequentazioni del giovane e sulla sua rete di contatti. 

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Crollo hotel Rigopiano, indagata la funzionaria della prefettura di Pescara

Una funzionaria della Prefettura di Pescara e' stata iscritta nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'Hotel Rigopiano travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che ha provocato 29 morti. La donna, che e' stata interrogata oggi su sua espressa richiesta dai carabinieri forestali di Pescara, e' indagata dalla procura pescarese per lesioni colpose in concorso. Nel mirino la telefonata allegata ad una informativa dei carabinieri forestali del 30 ottobre scorso. Una conversazione telefonica nella quale un carabiniere chiede alla sala operativa della prefettura notizie sul crollo dell'hotel Rigopiano e, si legge nell'informativa, la funzionaria risponde: "Ma l'Hotel Rigopiano e' stato fatto stamattina". Nel corso dell'interrogatorio di oggi, durato circa 1 ora e mezza, la funzionaria, assistita dagli avvocati Giacomo Di Francesco e Manuel Sciole', si e' difesa sostenendo di aver risposto in quel modo perche' il 118 aveva segnalato alla sala operativa della prefettura che la notizia del crollo era gia' stata verificata e risultava infondata.

L'inchiesta del procuratore capo di PescaraMassimiliano Serpi e del sostituto Andrea Papalia, conta altri 23 indagati. I reati ipotizzati, vanno, a vario titolo, dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all'omicidio e lesioni colpose, all'abuso d'ufficio e al falso ideologico, alla rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Le indagini dei carabinieri forestali, coordinate dalla Procura pescarese, si sono focalizzate sulla mancata realizzazione della Carta di localizzazione del pericolo da valanga; sulle concessioni rilasciate al resort e sulla mancata realizzazione del nuovo Piano regolatore di Farindola; sulla gestione dell'emergenza neve; sul ritardo con cui, solo il 18 gennaio secondo i pm, si e' reso operativo il Centro coordinamento soccorsi nella sala operativa provinciale della protezione civile.

Intanto è stata chiesta una proroga, fino ad ottobre, delle indagini riguardanti la tragedia dell'hotel Rigopiano, travolto e distrutto da una valanga, provocando la morte di 29 persone, il 18 gennaio del 2017. A richiederla e' la Procura di Pescara. Alla base della richiesta secondo quanto appreso, ci sono i nuovi quesiti posti ai consulenti tecnici in relazione ai tempi di realizzazione della carta delle valanghe.

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Treni, ripresa la circolazione sulla Bologna – Pescara

Sta tornando gradualmente alla normalita', dalle 6.15, il traffico ferroviario fra Pesaro e Senigallia (linea Bologna-Pescara), sospeso dalle 22 di ieri per il rinvenimento di un ordigno bellico in prossimita' della sede ferroviaria a Fano. I treni in viaggio hanno subi'to ritardi fino a 140 minuti, mentre sette convogli sono stati cancellati, sei deviati e quattordici limitati nel percorso

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Rinviato il processo per la discarica di Bussi

E' stato rinviato a data da destinarsi il processo per l'inquinamento di Bussi sul Tirino, previsto questa mattina in Cassazione dopo il ricorso degli imputati condannati in secondo grado dalla Corte d'Appello dell'Aquila. Il rinvio e' scattato per l'adesione allo sciopero di alcuni dei legali delle difese e degli avvocati di parte civile. La data della nuova udienza sara' comunicata successivamente

Non c'e' tuttavia il pericolo che il processo possa saltare, come spiega l'avvocato del Wwf Tommaso Navarra: "Il Procuratore generale ha chiarito che non si verificava l'ipotesi prevista dal codice di autoregolamentazione, che chiede di non astenersi nel caso di processi prossimi alla prescrizione. Si deve infatti operare un ricalcolo alla luce dei precedenti rinvii per cui la data di prescrizione non e' cosi' imminente come era stato erroneamente ipotizzato. In ogni caso i termini oggi sono stati sospesi sino alla prossima udienza: il processo non corre alcun rischio di non arrivare a una definitiva sentenza". "Sino ad ora - commenta l'avv. Navarra che tutela il Wwf, parte civile sin dall'inizio del procedimento - abbiamo sostenuto 84 udienze, vuol dire che sara' necessaria anche l'ottantacinquesima"

 

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Rapina in una gioielleria del centro di Pescara

Rapina in una gioielleria del centro di Pescara, in via Cesare Battisti- Gli autori sarebbero due uomini a viso coperto, uno dei quali armato di pistola. I malviventi, minacciando il personale, si sono fatti consegnare, secondo le prime informazioni, una settantina di orologi Rolex, per poi darsi alla fuga. Uno dei due era vestito da postino e proprio per questo i due sono riusciti a entrare nell'attivita'. Sarebbero fuggiti a bordo di uno scooter. Ricerche e indagini in corso da parte dei Carabinieri della Compagnia di Pescara, agli ordini del capitano Antonio Di Mauro. 

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Omicidio Alessandro Neri, gli investigatori esaminano l’auto del giovane

I carabinieri del Ris di Roma hanno iniziato ad analizzare e ispezionare, nella caserma dell'Arma in via Lago di Borgiano a Pescara, la Fiat 500 rossa di proprieta' di Alessandro Neri. La Fiat 500 del giovane e' stata ritrovata mercoledi' 7 marzo a Pescara, in via Mazzini, e posta sotto sequestro dalla Procura. 

Gli investigatori stanno esaminando attentamento i tabulati telefonici, e le testimonianze delle ultime persone con cui il giovane e' entrato in contatto, immagini delle telecamere di videosorveglianza del centro di Pescara, dove e' stata trovata parcheggiata la sua automobile: tutto puo' essere utile per ricostruire quanto accaduto dal pomeriggio di lunedi' 5 marzo, quando Alessandro e' uscito di casa, al ritrovamento dell'auto, una Fiat 500 rossa di cui mancano le chiavi, la mattina di mercoledi' 7 marzo. E' in quella fascia temporale, secondo gli inquirenti, che il 29enne e' stato ucciso. L'ipotesi, dunque, e' che Neri sia morto 48-60 ore prima del ritrovamento del corpo, avvenuto nel pomeriggio di giovedi' 8 marzo alla periferia sud di Pescara, in un luogo impervio a circa 6 km dal centro.

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Tafferugli durante Foggia-Pescara, Daspo per 13 tifosi

Tredici provvedimenti di Daspo fra i due e gli otto anni sono stati emessi dalla Questura di Foggia nei confronti di altrettanti tifosi del Foggia e del Pescara dopo i tafferugli avvenuti prima della partita fra le due squadre di calcio lo scorso 20 gennaio. Polizia e Carabinieri sono intervenuti prima di possibili scontri e proprio contro gli agenti i tifosi hanno lanciato pietre, petardi e altri oggetti contundenti

In particolare i provvedimenti amministrativi che inibiranno l'accesso agli stadi hanno riguardato 8 tifosi del Foggia e 5 del Pescara. Ai responsabili delle condotte piu' violente e' stato prescritto anche l'obbligo di firma presso Uffici di Polizia nei giorni in cui il Foggia Calcio disputera' gli incontri. Le indagini della Digos hanno consentito di ricostruire che alcuni ultras del Foggia avrebbero raggiunto la stazione ferroviaria dove erano attesi i tifosi della squadra avversaria, completamente travisati con passamontagna, sciarpe e cappucci ed armati di mazze, bastoni, bombe carta, fumogeni e sassi.

Grazie ai numerosi filmati acquisiti dagli investigatori, sono stati identificati 6 ultras di eta' compresa fra i 20 e i 40 anni che avrebbero partecipato ai tafferugli, accusati di resistenza a pubblico ufficiale, porto in luogo pubblico di oggetto atto ad offendere e travisamento. Altri due sono stati denunciati rispettivamente per evasione dai domiciliari e violazione della sorveglianza speciale. Uno di loro e' stato denunciato anche per aver esposto uno striscione inneggiante alla violenza durante lo svolgimento della gara. Il Daspo emesso nei confronti dei tifosi foggiani prevede un divieto fra i 5 e gli 8 anni. Per cinque tifosi del Pescara, invece, e' stato disposto il Daspo di due anni.

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