Sospensione dell'attivita' per due asili nido di un comune della costa della provincia di Chieti. Le chiusure sono state disposte, a distanza di pochi giorni, a seguito di controlli dei Carabinieri del Nas di Pescara i quali hanno accertato che le due strutture erano prive di autorizzazioni. In un caso i militari per la tutela della salute hanno documentato, oltre all'assenza di autorizzazioni, una serie di inadeguatezze igienico sanitarie e strutturali, come l'assenza di spazi riservati agli adulti, la presenza di spigoli privi di idonea protezione, l'assenza di manuale di autocontrollo aziendale riferito all'attivita' di lavorazione pasti. Il sindaco ha quindi emesso il provvedimento di chiusura.
Leggi Tutto »Omicidio Lizzi, il decesso avvenuto per asfissia meccanica violenta
"Dall'esame si e' evidenziata una condizione di asfissia meccanica violenta secondaria ad una compressione toracica violenta. Ora ci riserviamo l'esame dei liquidi per eventuali esami tossicologici, ma la prima ipotesi, quella della compressione toracica, e' stata confermata sul tavolo settorio". Lo ha detto l'anatomopatologo Pietro Falco, al termine dell'autopsia, durata poco piu' di due ore, e svoltasi questa mattina all'Istituto,di Medicina Legale dell'ospedale di Chieti sul corpo di Antonio Lizzi, il pensionato 69enne che domenica sera era stato rinvenuto senza vita nella sua abitazione di contrada Marracola di Monteodorisio. "Non possiamo ancora dire a quando risale la morte, rispetto al ritrovamento del corpo perche' dobbiamo integrare i dati emersi nel corso del sopralluogo con quelli che abbiamo avuto dall'esame necroscopico esterno ed interno, e quindi al momento sarebbe prematuro dare una risposta". Sull'eventuale presenza di tracce e Dna non del pensionato ucciso, il professor Pietro Falco ha aggiunto: "I prelievi sono stati ovviamente fatti. Potrebbe darsi che non ci sia nulla o che verra' fuori un Dna che non appartiene alla vittima ma questo non lo possiamo dire in questo momento. Posso dire che sul corpo non sono stati rilevati segni di colluttazione"
Leggi Tutto »Cementificio a Punta Penna, l’Arta crea un gruppo di lavoro
Il direttore generale dell'Arta Abruzzo Francesco Chiavaroli ha costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da dipendenti esperti dell'Agenzia (un ingegnere, una biologa ed un tecnico specializzato in procedimenti ambientali), per approfondire tutti gli eventuali risvolti di carattere prettamente ambientale che la realizzazione di un cementificio nella zona industriale di Punta Penna a Vasto - che insiste nella riserva naturale di Punta Aderci - potrebbe determinare.
"Ho creato questa task force interna di variegate professionalita' - spiega Chiavaroli - per avere un'esatta cognizione delle potenziali interferenze dell'attivita' produttiva sull'area protetta, in applicazione del principio di precauzione di derivazione europea, trasposto nel codice dell'ambiente vigente in Italia, in modo da poter fornire un contributo qualificato nella discussione in corso e anche nell'ipotesi che l'Agenzia sia chiamata ad esprimere un parere tecnico nella successiva fase procedimentale dell'opera". Chiavaroli ricorda che ad oggi Arta non e' mai stata investita ufficialmente della questione. La tematica, tra l'altro, non e' stata ancora affrontata neanche all'interno del Comitato di gestione della Riserva di Punta Aderci, di cui, come opportunamente richiesto dall'assessore all'ambiente e vice sindaco del Comune di Vasto, l'Agenzia fa parte da pochi mesi con proprio rappresentante, l'ingegner Massimo Di Gennaro dell'Ufficio Controlli Integrati del Distretto subprovinciale di San Salvo-Vasto.
Il 28 gennaio scorso, alcune centinaia di persone avevano partecipato ad una marcia pacifica e silenziosa contro la realizzazione del cementificio: tra loro aderenti e semplici simpatizzanti del Wwf, Italia Nostra del Vastese, Legambiente, Arci, Confesercenti e numerosi cittadini. Alcuni giorni dopo il presidente di Confindustria Chieti-Pescara Gennaro Zecca era intervenuto sul tema auspicando la salvaguardia di un sistema industriale con forte impatto occupazionale in parallelo con la tutela delle aree protette e delle risorse naturali, garantendo una crescita sostenibile
Leggi Tutto »2 borse di studio Gaia 1^ edizione con il patrocinio dell’Università degli studi dell’Aquila
L’Associazione “Veronica Gaia di Orio per la Ricerca e la Lotta alla Depressione
Giovanile”, con il patrocinio dell’Università degli Studi dell’Aquila, nel quadro delle
attività svolte per incentivare lo studio e la ricerca scientifica sulla depressione giovanile
e valorizzare i talenti, istituisce 2 BORSE DI STUDIO dell’importo di € 1.500,00 ciascuna
per laureati dell’Università degli Studi dell’Aquila che abbiamo presentato una tesi
sperimentale, nell’anno solare 2018.
Borsa 1
Il bando si rivolge ai laureati magistrali in MEDICINA E CHIRURGIA e/o in PSICOLOGIA
APPLICATA, CLINICA E DELLA SALUTE dell’Università dell’Aquila, che abbiano svolto una
tesi sperimentale nell’ambito della depressione giovanile ed aspetti ad essa correlati.
Le tesi saranno esaminate e insindacabilmente giudicate da una Giuria composta dal
Consiglio Direttivo dell’Associazione e presieduta dal Prof. Massimo Casacchia.
Borsa 2
Il bando si rivolge ai laureati magistrali in BENI CULTURALI dell’Università dell’Aquila,
che abbiano svolto una tesi sperimentale nell’ambito dell’arte contemporanea.
Le tesi saranno esaminate e insindacabilmente giudicate da una Giuria composta dal
Consiglio Direttivo dell’Associazione e presieduta dal Prof.ssa Ester Coen.
Le tesi valutate meritevoli di pubblicazione saranno fatte stampare a spese
dell’Associazione.
La domanda di partecipazione dovrà essere trasmessa entro il 31 dicembre 2018.
I bandi e i fac-simile delle domanda di partecipazione sono scaricabili sul sito
dell’associazione : www.veronicagaia.it
Sopralluogo sul cantiere di Megalò 2
Esito positivo per il sopralluogo compiuto oggi dal Genio Civile nell'area in cui dovrebbe essere realizzato il centro commerciale 'Miro'', noto come Megalo' 2, a Chieti Scalo. Il sopralluogo ha riguardato in particolare la corrispondenza ai contenuti progettuali, di collaudo e di conformita', delle opere che sono state realizzate per la messa in sicurezza idraulica dell'area. Opere disposte nel gennaio del 2014 dallo stesso Genio Civile che con la stessa ordinanza dispose, all'epoca, la sospensione dei lavori. L'esito, che sara' formalizzato nei prossimi giorni, fa venire meno la sospensione dei lavori decisa quattro anni fa e permetterebbe all'impresa di riprendere i lavori. Sulla vicenda pero' grava il ricorso al Tar Abruzzo che si discutera' il 23 marzo, presentato proprio dalla Sile Costruzioni contro la decisione del Comitato Via della Regione Abruzzo che a marzo del 2017 dichiaro' improcedibile il progetto. Una decisione, quella del Comitato Via, sostenuta da associazioni di categoria del commercio e associazioni ambientaliste che si oppongono alla realizzazione di Miro'.
Leggi Tutto »Pensionato trovato morto in casa nel Chietino
La Procura della Repubblica di Vasto ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti a seguito del ritrovamento di Antonio Lizzi, 69 anni, privo di vita ieri sera nella sua abitazione in contrada Marracola a Monteodorisio. A fare la scoperta del cadavere un parente che non aveva notizie da alcuni giorni ed ha trovato il pensionato riverso a terra dietro la porta. L'abitazione non presentava segni di effrazione ne' sarebbe stata messa a soqquadro.
Lìuomo aveva i polsi e le caviglie legate. Era vestito e si trovava nei pressi della porta d'ingresso; la luce era accesa in casa. Parte da qui l'attivita' investigativa dei carabinieri tesa a individuare il colpevole, coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Vasto Giampiero Di Florio che fino all'alba e' stato presente nella casa che si trova nelle campagne del comune del Vastese. Sara' l'autopsia predisposta dal magistrato a chiarire ogni dubbio e a dare ulteriori elementi per risalire all'autore del delitto. Ad eseguirla domani mattina nell'obitorio dell'ospedale civile di Chieti Pietro Falco, responsabile del Servizio di medicina legale dell'Asl 02. La vittima era vedovo da tempo; saranno ascoltati i suoi due figli. L'abitazione e' stata posta sotto sequestro dai carabinieri della stazione di Cupello su disposizione della Procura della Repubblica di Vasto.
Leggi Tutto »Aggressione a un trans a Chieti, cocaina e alcool avrebbero scatenato la violenza
Un mix di vodka e cocaina sfociato in violenza in quella che doveva essere una nottata di sesso con transessuali, tre quelli contattati attraverso un sito di incontri, e pagati fra 250 e 500 euro per le loro prestazioni. E' in questo contesto che nella notte fra sabato e domenica scorsi e' maturata a Chieti Scalo, all'interno di una mansarda, l'aggressione a colpi di coltello e percosse, fino a rompergli setto nasale e orbita, nei confronti di un transessuale colombiano finito in ospedale con una prognosi di 40 giorni; l'aggressore, un 29enne di Casalincontrada, e' stato arrestato dai carabinieri, con l'accusa di tentato omicidio, mentre si continua a vagliare la posizione di un giovane di Chieti , che era con il 29enne, ma che non avrebbe partecipato ai rapporti sessuali ne' all'aggressione.
La situazione sarebbe degenerata intorno alle 3, quando il transessuale che poi verra' ferito si è rivestito per andare via poiche' ha notato che i suoi partner occasionali, causa l'assunzione di alcool e droga, sarebbero diventati violenti. La colluttazione, secondo quanto ricostruito, scoppia fra il trans e il 29enne mentre l'altro ragazzo interviene per riportare la calma, ma invano. La situazione precipita al punto che il 29enne prende dalla cucina un coltello di ceramica con una lama del 20 centimetri e colpisce il colombiano, raggiungendolo fra l'altro sotto la mandibola: questi, fortunosamente, dopo essere stato gia' bloccato una volta, riesce a lasciare l'appartamento gettandosi lungo le scale. Poi sanguinante, sale su un autobus per cercare di tornare a Montesilvano, dove abita, ma le sue piu' che precarie condizioni fisiche non sfuggono all'autista che nota subito le macchie di sangue lasciate sul mezzo ed avverte i carabinieri. Portato in ospedale il ferito, i carabinieri avviano le indagini partendo da un numero civico poiche' altra indicazione il ferito non e' riuscito a dare. Nel frattempo il 29enne e l'amico si sono recati a casa di quest'ultimo: nel bagno, vengono lasciati il coltello e gli abiti sporchi di sangue. Una volta individuati i due raccontano cosa e' successo quella notte ammettendo la presenza del transessuale. Qualcuno nel frattempo ha visto che il padre del 29enne, messo al corrente di cio' che e' accaduto, ha lavato le scale dell'edificio: dall'uomo, la cui posizione e' pure al vaglio degli inquirenti per una eventuale ipotesi di favoreggiamento, arriva la conferma che e' stato il figlio a utilizzare la mansarda quella notte. Ora si attende la fissazione dell'udienza di convalida dell'arresto
Leggi Tutto »Valanga a Campo Felice, migliorano le condizioni dell’unico superstite
Rimane riservata la prognosi dello sciatore romano unico superstite della valanga che ieri, durante un fuori pista, ha ucciso i suoi due amici, Massimo Urbani, 57 anni, e Massimo Franze', 55 anni, appassionati di montagna ed esperti sciatori. Secondo quanto si e' appreso, i medici potrebbero sciogliere la prognosi nella giornata di domani. L'uomo e' in stato di choc, ricoverato nel reparto di Chirurgia dell'ospedale San Salvatore di L'Aquila.
Leggi Tutto »L’Aquila, perseguita l’ex compagna
Il personale della squadra volante e del settore anticrimine del Commissariato ad Avezzano ha proceduto all'arresto in fragranza di reato di M.A., trentottenne. L'uomo, con condotte minacciose, aggressive e reiterate, si era reso autore in più occasioni dei reati di atti persecutori e di violenza nei confronti della precedente compagna, che era costretta a vivere in uno stato di prostrazione tale da turbare il suo equilibrio psicofisico.
La ragazza era già seguita dal personale del centro antiviolenza di Avezzano proprio a causa della sua condizione di vittima di comportamenti aggressivi e ossessivi. Questa notte l'uomo, armato di una mazza da baseball, si è diretto verso l'abitazione della donna con l'intenzione di picchiarla ma il tempestivo intervento della volante, allertata dalla richiesta pervenuta sulla linea del numero di emergenza 113, ha permesso di fermare l'uomo evitando gravi conseguenze.
Accompagnato in ufficio, dopo le formalità di rito, il 38enne è stato posto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione, su disposizione dell'Autorità Giudiziaria procedente.
Leggi Tutto »Monili d’oro rubati in gioielleria, arrestate due donne
Avevrebbero depredato una storica gioielleria aquilana portando via monili per 10 mila euro, ennesimo colpo di una storia criminale che ha agito in tutta Italia, ma ora sono state scoperte e arrestate. All'alba di oggi la squadra Mobile della questura dell'Aquila, in collaborazione con la Mobile di Salerno, ha arrestato, per furto in una gioielleria, due donne, un'italiana di 25 anni e un'ucraina di 45, entrambe residenti ad Agropoli. Le manette degli agenti diretti dal responsabile Tommaso Niglio sono scattate in esecuzione di un'ordinanza di misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale del capoluogo Guendalina Buccella, su richiesta del sostituto procuratore David Mancini.
Le indagini sono state avviate nel mese di dicembre, in seguito alla denuncia presentata dal titolare di una nota gioielleria del capoluogo abruzzese, l'orafo Ranieri. Quest'ultimo si era visto sottrarre dalle donne 14 oggetti in oro, tra cui un bracciale in oro bianco con diamanti, 8 ciondoli in oro giallo, 3 catenine in oro giallo e 2 anelli in oro per un valore complessivo di 10 mila euro. Il furto e' avvenuto lo scorso 20 dicembre. Agendo in maniera coordinata, l'ucraina ha distratto i titolari della gioielleria con molteplici richieste; approfittando dell'assenza di controllo, l'altra ha nascosto dapprima i monili nella mano destra, per poi farli scivolare nel cappotto, avvertendo la complice con un segnale convenuto, ovvero toccandosi il naso. La polizia ha acquisito le immagini degli apparati di videosorveglianza e rilevato le impronte lasciate sul posto, dalle quali si e' scoperto che le due erano gia' censite nella banca dati delle forze di polizia perche' oggetto di segnalazioni per furti in gioiellerie in vari citta' d'Italia come Monopoli (Bari), Biella, Lamezia Terme (Catanzaro), Tivoli (Roma) e il loro posto di residenza Agropoli.
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